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Autore: ImmaEFP    27/12/2015    0 recensioni
E' Natale.
Uno di quelli diversi,dove non fa abbastanza freddo perchè sia davvero Natale.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo terminato l'introduzione in modo ambiguo,con una frase che ha scatenato curiosità e ansia,giusto per creare suspence,sperando di esserci riuscita. 
Questa parte non è altro che il continuo,ma non uccidetemi quando finite di leggere perchè...mhh,non posso parlare..ma comunque potreste restare un pò confuse.
Con il grandissimo appoggio di Marta (la mia compara),ho deciso di regalarvela,spero che sia anche per voi una bomba.
Ovviamente mi sono sintetizzata molto,perchè avrei potuto scrivere tanto,ho lasciato stare alcuni dettagli sulla vicenda,sui sentimenti e sul passato e ho raccolto giusto il succo delle cose.
Buona lettura.




Camilla sente il freddo attraversarle le ossa, un brivido intenso l'avvolge nel vortice della completa sensazione di vuoto che percepisce ad ogni sospiro.
Nota che le luci dei pochi appartamenti che si aprono alla vista della sua finestra sono accese e studia la storia di ogni persona che si muove all'interno.
Chi mangia tra una risata e un boccone, chi scarta i regali, chi si abbraccia per dirsi 'ti voglio bene', chi si guarda negli occhi e sorride per augurarsi una prossima vita insieme, per scaldarsi i cuori, chi accende il camino e respira il calore della propria famiglia, e lei osserva le scene attentamente scomparendo da quel magico mondo e ritrovandosi a realizzare che quella non è la sua vita, che la realtà nella quale ha scelto di vivere non ha nulla di familiare, non ha nulla a che vedere con tutto quello,non c'è amore, dapprima per sé stessa, poi per le persone che in questo momento farebbero di tutto pur di trasmetterle il senso del natale, per portarle un regalo, per stringerla e riscaldarla, e forse questo lei non lo sa, non ci ha mai pensato, almeno non prima di vivere a pieno la sensazione di estraneità al resto del mondo.
Come può amare gli altri se prima non ama se Stessa?

Lei chiude gli occhi, si immagina insieme alle persone a cui vuole più bene, respira per catturare il calore, per rubare qualche istante di gioia, un minimo di speranza, ma non sta bene comunque perché sente tutto troppo distante,sa che questo non è possibile,a meno che non va a prenderselo con le sue mani.
 Qualcosa di irraggiungibile.
Una luce che attira la sua attenzione, una di quelle forti ma lontane,una luce che non riesce a distinguere ma che voltando il capo riesce a capirne la provenienza.
Una luce che le acceca gli occhi.
L'appartamento del suo vicino, quello del commissario Berardi.
È completamente buio se non proprio per quella luce.
Non ci sono tracce di lui, o di Tommy o di qualcun altro che possa farlo compagnia in una sera così fredda.
Ma Camilla sente che lui, dall'altra parte del pianerottolo si sta godendo questo momento magico, starà festeggiando fregandosene di lei,di quello che sta passando, della sua solitudine,perchè lei è ormai convinta che se non l'ha cercata in quei giorni,se non le ha permesso di farsi perdonare,allora non la ama più,non dipende più da lei,dal sentimento così fprte che diceva di provare.
Ma questo è quello che pensa lei.

Ne è certa, se ne convince, nel momento in cui si ricorda che lui l'aveva lasciata proprio con quella frase, senza ne farsi più vedere o sentire, e se magari si incontravano, silenzio tombale, sguardo altrove, come se fossero due estranei. Camilla continuava a non capire ma alla fine si era arresa.
Viveva con il rimorso, nella sua disperazione di non poter tornare indietro e cambiare le cose, nel fatto che ormai era rimasta davvero sola, senza più nessuno.
Nessuno che potesse farla sentire in famiglia.
Probabilmente riconosce quella come la luce della sua cucina,ma sembra così lontana che fa fatica a sfocare l'immagine.
Una coltellata al petto. Si sente lontana proprio da lui. Un senso di responsabilità delle sue scelte prese accompagnate dal rancore e dal tormento la fanno precipitare nella sua stessa piccola e insignificante dimensione, senza via di uscita,non riesce a starsene buona, a prendere il controllo di quello che è giusto fare, di quello che lei vuole.

Chiude gli occhi, cercando di allontanare dalla sua vista quella luce che ha capito essere segno del suo ennesimo errore.
Quella luce che non riesce a raggiungere, perché ha deciso di scappare,quella luce che sta proprio a significare il fatto che ora sono lontani.
Ma purtroppo le scorrono davanti migliaia di ricordi, come uno di quei vecchi film che a rivederli ti viene la malinconia, perché sai già che finisce come non ti aspetti ,e hai paura di sentirti male come la prima volta e sai anche di non poter cambiare il finale.

 -Mi sa che l'unico modo per dimenticare questa serata è aspettare domani.. Quindi dovrei dormire..- ma il punto è che neanche un sonnifero potrebbe spingerla nelle braccia di morfeo. -Ma come posso dormire in questo stato!?- parla a se stessa come se fosse la sua coscienza.

-Dici che devo prendere una camomilla?- si rivolge a potti che la guarda incomprensivamente, forse perché appunto neanche lui riesce più a capirla.

-Ma le camomille sono pericolose..-si dice appoggiandosi al bancone della cucina e riflettendo a lungo -Però infondo con tutta questa gente presa a festeggiare non potranno mai accorgersi di una povera donna disperata che non vede l'ora che sia domani.. Vada per la camomilla.- 

La camomilla può anche non essere pericolosa, ma non sempre aiuta a dormire.
Almeno stavolta sa di averne fatto una buona scorta.
Non ha bisogno di chiederle al vicino anche se sarebbe una buona scusa per scoprire come trascorre il Natale,se anche lui la sta pensando o se si è completamente dimenticato,assottigliando il pensiero che aveva sempre di lei.

Si assicura di averlo zuccherato per bene e si fionda sul suo divano tempestato di coperte e cuscini.
Continua ad osservare il corridoio davanti a sé, a vedere la scena di loro due insieme spinti contro la parete e un attimo dopo in camera da letto a spogliarsi delle loro paure, che al mattino dopo ricompaiono come un fulmine, in un istante.
Incertezze.
Sente l'ennesimo cazzotto allo stomaco, sente una mancanza incontrollabile, un dolore incolmabile. Vorrebbe sfondare la porta di casa sua e dirglielo, urlarglielo,ma sorseggia la sua camomilla certa che per lui non sia lo stesso. Ignara del fatto che dall'altra parte del pianerottolo,fa abbastanza freddo.

Arghhhh!
Ho deciso di lasciarvi ancora un pò di suspance,ma non mi uccidete,non mi dite nulla vi prego. Questa non è l'ultima,ci saranno un pò di bombe da far esplodere. Un altro capitolo che termina in modo ambiguo e per di più con una frase che noi ricordiamo molto bene. 
Ora fa abbastanza freddo ma...in che senso?
Tutto da scoprire ragazzi/e. 
Ricordatevi sempre che il freddo è associato al titolo e alla vicenda,quindi sarà molto presente. 


 
   
 
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