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Autore: JustMe    09/03/2009    0 recensioni
Bien, è la mia prima Fic quindi imploro clemenza ._. Laurent è un Demone, ma infondo ha il (L) d' oro v.v mentre Christine è una sedicenne molto clever e, emh, odiosa ù_u Qui parlo brevemente del loro travagliato rapporto, in sintesi. Spero di non essere andata fuori tema o.o'
Buona Lettura.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il loro primo incontro era stato come fusione di ghiaccio artico e lava bollente.
La Freddezza di lei davanti al contatto con la Morte l’ aveva ammaliato, e al contempo lei era stata attratta dalle movenze da Creatura ultraterrena del futuro oggetto del suo Amore.
Il primo contatto tra le loro labbra, invece, era stato simile al perdersi in un limbo velato di false promesse e prepotenti emozioni.
L’ abbraccio di due corpi simili, due anime affini e all’ esterno così divergenti. Assaporare un paradiso contorto, emblematico, diverso dalle comuni visioni umane.

Era stato sguardo di ghiaccio tra due anime distanti, apparentemente, eppure irrimediabilmente vicine.
Christine s’ era gettata nella nube di sensazioni mai toccate prima d’ allora, le sue dita pallide avevano sfiorato con innata voluttà la pelle bronzea d’ un Adone trascendente, avevano cercato avidamente un corpo che tanto le ricordava un antica Scultura greca.
Quel suo Dio buono e malvagio allo stesso tempo, capace di farla tremare di spavento e tacita passione: Lui, Laurent, dolce, diverso, geniale, cattivo Laurent.
Il suo ossimoro vivente, il suo enigma più complesso, il suo unico Amore.
Ed aveva abbandonato ogni senso della realtà, concedendosi di rompere tutte le barriere conosciute agli umani e baciare le labbra d’ un Angelo dannato.
Lui, che aveva provato le medesime sensazioni, aveva lasciato correre il flusso degli avvenimenti e ed era stato travolto dall’ enfasi d’ una Bambola dal sangue caldo.
Ai suoi occhi, quella Giovane cerea e fragile, era gioco e strana assuefazione allo stesso tempo. Christine, boriosa e superba.
Lei, incosciente e sconsiderata. L’ unica Umana che, davanti a lui, aveva snocciolato dalle labbra di Rosa parole piene di supponente vanità.

Non aveva provato spavento, neanche la benché minima ombra di Timore.
E quando lui le aveva confessato, sussurrando quella indicibile verità al suo orecchio, di essere un Demone figlio dello stesso Lucifero, cavaliere vestito di Tenebre ed Oscurità, lei aveva sorriso come una spensierata infante ed ancora una volta aveva posato un dolce e tenero bacio sul suo mento.
Poi era venuta la Paura, la razionalizzazione di quella che era una relazione contorta per chiunque, impossibile per un essere della sua Specie: se ne sarebbe andato.
Cruda, vera, indesiderata realtà. Occhi di Pece colavano lacrime di rugiada, ogni sera, e la consapevolezza di non poter condividere una vita umana – ne un eternità Demoniaca- con lui la distruggeva.
I Baci,il Sangue,i Fiori, le canzoni lasciate a metà, i Sospiri corti, le lunghe notti sotto una luna chiara e gli abbracci nella temperatura gelida ed inclemente d’ un inverno scivolato via dalle loro mani.
Infine, quando il danno era diventato realtà immutabile, era esplosa la Gelosia.
  
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