Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: cateca    27/12/2015    2 recensioni
<< Scusa, ti chiedo scusa. - mi dice, ma si vede che lo ha detto senza essere veramente dispiaciuto  - Accetto il tuo aiuto. >> dice semplicemente e mi guarda in attesa. 
Lo scruto cercando di ponderare la situazione: è un presuntuoso del cavolo ma dice di aver bisogno del mio aiuto in una materia della quale non gli frega un accidente. 
<< Va bene ti aiuto, ma sappi che non lo faccio per te. >>
< Classica frase da sedicente menefreghista. - Lo fulmino. - OK, la smetto. >>
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 




 
Ticchetto sul banco con la penna e nel contempo agito una gamba, in preda al nervosismo. A poco meno di tre metri da me c’è lo strano e affascinante ragazza di stamattina e sento il suo sguardo che mi sta perforando la schiena. Abbandono la matita e fermo la gamba cercando di calmarmi, perché mi rende così nervosa? Mi appoggio sullo schienale della sedia e mi prendo la treccia cominciando a giocare con la punta, mi guardo a destra e vedo Luke Hemmings che mi sta squadrando. 

<< Sei un po’ agitata eh? >> mi dice con tono gentile e io accenno una risata. Conosco Luke da quando eravamo piccoli ma siamo sempre stati troppo timidi per avere una qualche relazione amichevole, lo conosco superficialmente solo per qualche progetto fatto insieme o per aver giocato nelle stesse squadre durante l’ora di ginnastica. 

<< Più che altro i miei tic fanno sembrare la situazione molto peggiore di quanto non sia >> gli rispondo e lui sorride gentile, ci guardiamo un attimo e poi distogliamo lo sguardo avendo finito gli argomenti di conversazione. Fondamentalmente sono questi i miei tanti momenti con lui: qualche parola e poi silenzi imbarazzanti. Abbasso lo sguardo sul suo zaino buttato a terra e fisso una spilla dei The Velvet Underground sulla tasca anteriore.

<< Ti piacciono i Velvet? >> mi chiede notando che la sto scrutando. Sbarro gli occhi, non ne so assolutamente nulla, so solo quello che mi ha detto quel tipo strano rockettaro, Ashton Irwin, con cui l’anno scorso avevo un sacco di corsi. So che suonano un rock più pesante dei Beatles e che vengono dagli Stati Uniti. Nient’altro.

<< Ehm no… Cioè non lo so, non li ho mai sentiti. >> Luke spalanca gli occhi e allarga un po’ le braccia.

<< Sono assurdi, io li adoro! Devi assolutamente sentirli, ti piaceranno te lo assicuro! >> sorrido nel vederlo e mi rivedo in lui visto che io parlo esattamente così dei  Beatles. Gli sto per rispondere che un giorno mi presterà uno dei suoi dischi e li sentirò ma lui mi interrompe ancora prima che io inizi a parlare. 

<< C’è uno che ti sta fissando. Oh adesso ha distolto lo sguardo, deve aver intuito che mi sono accorto di lui. >> Mi metto una mano sulla frangetta lisciandomela ed evito di girarmi verso quello che so essere il solito ragazzo. 
<< È quello con i capelli scuri e gli occhi chiari? >> chiedo per conferma.

<< Si quello che ha l’aria di essere un ragazzo per niente affidabile. >> mi sussurra Luke in risposta e non posso fare a meno di ridere per il suo tono. 

<< Oh adesso si è rigirato verso di te! Oddio e ora sta guardando anche me! >> mi metto una mano davanti alla bocca, ho riso troppo forte, mentre Luke si mette a posto sul banco con la schiena ben rivolta verso la cattedra. Sorrido: è un ragazzo bizzarro e strampalato ma genuino, non fa nulla per nascondersi.

Lentamente e cercando di assumere un’aria vaga mi giro verso il ragazzo e incontro il suo sguardo cristallino che mi fissa. Sta allungato sulla sedia e gioca con una penna rigirandosela tra le dita con dei vortici veloci… mamma mia quanto è figo. Arrossisco per i miei desideri depravati e mi giro per non farmi vedere da lui, ma non riesco a non avere questi pensieri quando lo guardo… e nemmeno lo conosco! Mi giro a destra e Luke mi guarda sogghignando.
<< Sei arrossita >> sghignazza con un’aria furbetta.

<< È che mi mette in soggezione essere fissata così >> spiego cercando con il mio autocontrollo di essere più indifferente possibile.

La campanella suona e immediatamente entra il prof Page, un signore di una cinquantina d’anni con i capelli brizzolati e gli occhi neri come la pece, una passione per le cravatte nere e per la citazione “Historia magistra vitae”. Anche se dimostra pienamente tutti gli anni che ha, si può benissimo dire che è un bell’uomo di cinquant’anni. Mi affretto a prendere i libri dalla borsa e prendo il mio sacchetto con le penne per poi fare una smorfia di scontentezza verso di Luke. Lui ricambia facendo finta di piangere. 
Il prof ci saluta cordialmente e dopo i vari convenevoli sulle vacanze e sul lungo riposo, si appresta a fare l’appello. Mi raddrizzo sulla sedia e aguzzo le orecchie per sentire il nome del ragazzo misterioso. È uno dei primi: << Clifford Michael? >> chiede il prof e il ragazzo alza un braccio e fa un piccolo gesto con la mano. 

<< Ah tu devi essere il ragazzo nuovo. - dice il prof gioiosamente e il ragazzo accenna un sorriso tirato - Spero ti troverai bene nella nostra scuola, è un ambiente accogliente e protetto. >>

<< Un po’ come fossimo animali in gabbia, ai quali si cerca di creare un habitat. >> spalanco gli occhi alla sfacciataggine della frase e lo guardo mentre lui fissa candidamente il prof che a sua volta lo guarda interessato.

<< Facciamo del nostro meglio nei limiti che ci impone la legge, caro. >> gli risponde altrettanto sfrontato e Luke vicino a me fa un leggero fischio. 

<< Luke quante volte ti ho ripetuto di non fischiare in classe? Non siamo per strada ad agganciare signorine. >> Luke esclama uno “Scusi!” alzando le mani e poi mi guarda, ancora esaltato per il precedente contrasto alunno-professore mentre io alzo le spalle nella sua direzione. 

<< Ledger Persephone. >> Alzo il braccio sentendo chiamare il mio nome. Fisso la triste copertina del mio libro non sapendo cosa altro fare mentre il prof finisce di chiamare il resto della classe, terminato l’appello il prof lo rilegge tutto guardandoci uno per uno, probabilmente per fissare nella mente il collegamento viso-nome, scordato nel corso delle vacanze. Squadra intensamente Michael, che regge fortemente il suo sguardo, e poi addolcisce l’espressione chiedendogli del programma della vecchia scuola e che cosa ne pensa della storia.

<< Penso che mi sarebbe utile se io fossi un politico, che deve sapere gli errori passati per non ripeterli, o un insegnante per insegnarli ai futuri politici. Ma siccome io non sarò mai nessuno dei due per me storia è solo un numero sulla mia pagella. >> 

Oh mio Dio. Ma come può dire queste cose davanti ad un professore, di storia tra l’altro… Che sfacciato. Mi giro verso di Luke, ormai diventato un grande complice, e gli indico il ragazzo sconcertata. Lui fa una faccia assolutamente divertita e io rido piano per quanto è buffo. Il prof ha sempre quell’aria divertita ma si vede che è troppo interessato al ragazzo per sminuirlo e fregarsene, allora quel tipo non ha fascino solo sulle donne (compresa me). 

<< Magari quest’anno imparerai ad amarla. - si gira verso di me - Forse puoi aiutarlo te signorina Ledger, visto che tu sai riconoscere la grandezza della storia. >> inorridisco guardandolo. Mannaggia a lui e a questa sua ossessione di voler aiutare la gente, facendo sempre formare improbabili gruppi di studio, e mannaggia a me che scrissi un tema sulla bellezza della storia che lui amò da morire.

Lo guardo cercando di fare un sorriso e annuendo, non potendomi sottrarre al destino… che pizza, d’ora in poi sarò la persona più obiettiva del mondo nello scrivere i temi. 

<< Mi farò aiutare molto volentieri dalla signorina Ledger, professore. >> afferma Michael sottolineando di proposito il mio nome e facendomi rabbrividire. Mi giro verso di lui cercando di guardarlo disinteressata ma quegli occhi sono così penetranti che devo subito distogliere lo sguardo, spostandolo verso Luke.

<< Non ti invidio per nulla >> mi sussurra guardando Michael di sottecchi e con un aria un po’ intimorita. Sospiro e mi lamento con lui del fatto che non voglio fare ripetizioni a quello lì, che poi dai… ripetizioni di storia, la materia più facile e meccanica del mondo. 
Il professore, dopo aver chiuso l’argomento con un “Bene!”, comincia a illustrarci il programma di quest’anno. Non mi importa nulla quindi apro il quaderno e spiego bene la prima pagina, mi metto imbronciata a scrivere il nome, il cognome e le varie cose nelle righe apposite e le ripasso tremila volte, giusto per perdere tempo. 
È ufficialmente iniziato un altro triste anno scolastico.



Arrivo in mensa chiacchierando con Amber del corso di scienze, ci salutiamo e scruto l’ampia stanza in cerca dei capelli biondo platino di Sophie, trovandola vicino alla grande finestra a muro sulla destra. Mi incammino verso il tavolo dove sono sedute anche le altre, passando vicino Luke e ricambiando il suo saluto allegro dandogli una pacca sulla testa; arrivo al tavolo e mi siedo pesantemente.

<< Come mai sei amica di Luke Hemmings? >> mi chiede subito Lola, a cui non è sfuggito il nostro saluto.

<< Siamo stati vicini di banco oggi a storia. >> rispondo alzando le spalle.

<< È proprio carino… >> mormora Meredith, come per non farsi sentire, ma nulla sfugge alle nostre orecchie e tutte ci giriamo verso di lei; Sophie le da di gomito e Lola fa un fischio leggero. Meredith non si sbilancia mai e in tutti i nostri anni di amicizia l’ho sentita dire pochissime volte degli apprezzamenti sui ragazzi.

Scherziamo su questo fatto mentre pilucco il mio panino svogliatamente, strano ma vero, oggi non ho fame. Lo abbandono sul tavolo e passo a bere lentamente a lunghi sorsi la mia acqua. Mi guardo in giro e faccio un cenno con la testa a Luke che mi sta risalutando per l’ennesima volta. Di fianco a lui c’è Ashton Irwin, il rockettaro, che mi sorride a 32 denti e agita vivacemente la mano per salutarmi. Luke si allunga sul tavolo coprendo Ashton e mi indica verso la sua destra: c’è Michael Clifford, tutto solo ad un tavolo. Sta mangiando e al contempo scarabocchiando su un quaderno; mi giro verso Luke e a gesti gli chiedo cosa vuole, lui in tutta risposta mi indica e ride per prendermi in giro. Gli faccio una linguaccia e mi giro verso le ragazze, dando però un’occhiata a Michael Clifford. Dovrei andare da lui per metterci d’accordo sulle ripetizioni di storia, sempre che lui non sia troppo presuntuoso per non accettare il mio aiuto e trincerarsi dietro alla scusa “la storia non mi serve”. 

<< Andiamo in giardino? >> chiede Sophie e noi in risposta acconsentiamo vivacemente, ci alziamo dal tavolo per buttare le cose rimaste ma prima di uscire mi cade l’occhio su Michael Clifford, ancora lì chino sul suo foglio. Sospiro, devo aiutarlo, l’ho promesso al professor Page.

<< Ragazze io devo fare una cosa, vi raggiungo fra poco. >> dico e mi congedo velocemente per evitare l’interrogatorio. Mi dirigo verso il tavolo di Michael Clifford e prima di avvicinarmi del tutto faccio un respiro profondo; lui nemmeno si accorge di me quando sto praticamente toccando con i fianchi la sedia al lato opposto del suo tavolo, davanti a lui. Alzo gli occhi e mi schiarisco la voce e finalmente lui alza la testa dal suo foglio scarabocchiato con dei disegni strani, mi squadra per un attimo per poi appoggiarsi allo schienale della sua sedia e sorridermi divertito. Tiro dietro la sedia davanti a me e mi ci siedo, spalmandomi contro lo schienale e cercando delle parole per iniziare il discorso.

<< Ciao. >> mi dice semplicemente lui senza togliersi quel sorrisetto sghembo dalla faccia.

<< Ciao. - ricambio flebilmente, poi mi schiarisco piano la voce e continuo - Volevo mettermi d’accordo con te per le ripetizioni di storia. >> gli spiego e lui si tira avanti con la schiena, staccandosi dal sedile e appoggiando le braccia sul tavolo con aria interessata.

<< Sei seria? - chiede quasi sorpreso e io mi domando perché mai non dovrei essere seria, che pensa che sia un gioco? Annuisco con aria ovvia e lui si riappoggia allo schienale della sedia tenendo le mani sul tavolo. - Beh immagino che quel noioso del professore ti abbia costretta o sei una potenziale crocerossina in cerca di qualche anima da aiutare. >> 

La sua insolenza colpisce ancora. Lo guardo infastidita e faccio per alzarmi, sinceramente non mi va di aiutare qualcuno del genere. Nemmeno si merita la mia attenzione se l’unico obiettivo che ha nella vita è il trattare male e con superiorità gli altri.
Quasi in piedi lui si allunga sul tavolo e mi blocca prendendomi energicamente il polso; guardo contrariata la sua mano e lui subito la toglie liberandomi. 

<< Scusa, ti chiedo scusa. >> mi dice, ma si vede che lo ha detto senza essere veramente dispiaciuto. Controvoglia mi risiedo e lui con una mano si mette a posto i capelli scuri. 

<< Accetto il tuo aiuto. >> dice semplicemente e mi guarda in attesa. Lo scruto cercando di ponderare la situazione: è un presuntuoso del cavolo ma dice di aver bisogno del mio aiuto in una materia della quale non gli frega un accidente. Faccio un sospiro roteando gli occhi, eh va bene, ammetto di avere un po’ dell’animo da crocerossina.
<< Va bene ti aiuto, ma sappi che non lo faccio per te. >>

<< Classica frase da sedicente menefreghista. - Lo fulmino. - OK, la smetto. >>




 
Hello.
Tumblr
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: cateca