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Autore: katyjolinar    29/12/2015    2 recensioni
Seguito di "Il veleno del Pungolo Orrendo". Moccicoso ha 5 anni, ora, e vive una vita normale, esattamente come i suoi coetanei. Questa è la storia di come crescerà e diventerà un uomo, seguito e amato dai suoi vecchi amici e dalla sua famiglia, senza mai dimenticare le tradizioni vichinghe.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Moccicoso, Testa Bruta, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il veleno del Pungolo Orrendo'
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Il mattino seguente, i due sposini vennero svegliati da Testa Bruta, che avrebbe dovuto aiutare Astrid a prepararsi.
La giovane si lamentò, accoccolandosi meglio sul petto del marito, mentre l'altra apriva le imposte per far entrare la luce e recuperava dal comodino il libretto su cui la ragazza aveva appuntato i sogni che aveva fatto quella notte.
Hiccup si svegliò immediatamente, seppur ancora intontito dai festeggiamenti e da quanto successo dopo, ma dovette aspettare un momento per alzarsi, perché la moglie lo aveva trattenuto, cercando di ripararsi dalla luce del sole usando il suo corpo. Il giovane sospirò, lanciando un'occhiata alla madre, e si rivolse alla compagna, parlandole all'orecchio.
"Devo andare, Astrid." sussurrò "Ora mamma ti aiuta a prepararti."
"No..." si lamentò lei, afferrandolo per i capelli, ancora mezza addormentata "Ti odio... giuro che chiederò il divorzio appena posso..."
"Sì, va bene..." la assecondò il castano, abbassandosi per darle un fugace bacio sulle labbra e riuscendo a liberarsi dalla presa "Ora devo andare, ci vediamo dopo."
Si vestì velocemente e andò in cucina, e venne subito accolto dalle sorelle. Sjöfn abbracciò il gemello, dandogli un bacio sulla guancia e accompagnandolo al tavolo; Moccicoso gli mise davanti un boccale di birra e un piatto con pane, uova e della carne arrostita, e prese in braccio Sòl, la figlia minore, di sei anni, mentre la gemella Syn si arrampicò in braccio al fratello, abbracciandolo stretto mentre lui faceva colazione.
Mangiò in silenzio, senza badare troppo a ciò che gli accadeva intorno, finché la sorellina, ancora in braccio a lui, non attirò la sua attenzione. 
"Fratellone?" chiese la piccola, guardandolo "Che cosa vuol dire 'incinta'?"
"C... che cosa?" balbettò il castano, preso di sorpresa dalla domanda della bambina "Syn, dove l'hai sentito?"
"Mamma lo ha detto a papà."spiegò la brunetta, indicando il padre, che era sbiancato e si guardava intorno, cercando di evitare gli sguardi critici dei figli e del suocero, seduto vicino al fuoco "Mamma ha detto che è di nuovo incinta."
"Papà!" esclamò il ragazzo "Ma tu e mamma vi darete mai una calmata?"
"Ehm... è stato solo... solo un errore di calcolo..." cercò di giustificarsi il moro, deglutendo nervosamente.
"Sì, certo, lo avete detto anche sette anni fa." si intromise Testa di Tufo, alzandosi dal suo posto e avvicinandosi al tavolo "Perché non usate qualche anticoncezionale? Il mercante che viene tutte le settimane al porto ne ha un tipo che sembra pratico e interessante... è un tubo fatto con l'intestino di agnello, conciato e molto sottile..."
"Non infilerò i miei gioielli nelle interiora di un agnello!" protestò l'uomo "È disgustoso!"
"Veramente non ci devi infilare tutto quanto, ma solo la parte utilizzata per..." lo corresse il vecchio biondo, gesticolando in modo inequivocabile.
"Okay, basta!" li interruppe Hiccup, portando le mani avanti "Se permettete io vorrei restare nell'ignoranza. Non voglio sapere nulla della vita sessuale dei miei e di tutto quanto è collegato!"
"Hai ragione, fratellino." ammise Sjöfn, scompigliando i capelli del gemello e sorridendo furbamente "Non parliamo della loro vita sessuale. Però potremmo parlare della tua."
"Non ho commenti a riguardo." cercò di tagliare corto il giovane, afferrando il suo boccale di birra.
"No?" continuò la ragazza, ignorando l'imbarazzo del fratello "Hiccup, siamo arrivati a casa un'ora dopo di voi e, dai versi che si sentivano dietro la vostra porta, Astrid sembrava già più volte arrivata al dunque, e avete continuato per altre due ore senza soste! Ho perso il conto di quante volte tua moglie abbia raggiunto..."
"Saranno affari miei quello che faccio con Astrid?" protestò il castano, diventato completamente rosso a causa dei discorsi della sorella.
"Se permetti vorrei saperlo in anticipo se mio fratello fa sesso, almeno quando succede mi trasferisco temporaneamente da Finn!" spiegò la brunetta, mettendo il broncio.
"Tu e tuo cugino Finn non state passando un po' troppo tempo insieme, signorina?" si intromise Moccicoso, rivolto alla figlia maggiore.
"Non posso, papà?" protestò la giovane, incrociando le braccia con aria di sfida.
"Guarda che, se continui così, potrei pensare cose strane e decidere di farvi fidanzare." la minacciò l'altro, puntando il dito.
"Fai pure." acconsentì Sjöfn, facendo spallucce "Tanto abbiamo già fatto sesso."
Moccicoso si bloccò, diventando improvvisamente verde, e un sorriso furbo si creò sul volto della ragazza, che Hiccup capì al volo.
"Stai mentendo, Sjöfn." disse, mentre un sorriso divertito si formava anche sul suo volto.
"Sì,  ma mi piace vedere che colore diventa la faccia di papà quando riceve certe notizie." ammise lei, alzandosi in piedi e dando una pacca sulla spalla al padre "Rilassati, vecchio! Finn ci tiene troppo alle tradizioni, non toccherà alcuna donna finché non avrà moglie."
Moccicoso fece un sospiro di sollievo, proprio nel momento in cui la porta della stanza coniugale di Hiccup e Astrid si apriva, e Testa Bruta ne usciva, scortando la nuora, la quale indossava un vestito pratico, ma molto femminile, e un velo sulla testa, tenuto da una fascia di cuoio, a indicare il suo status di donna sposata, che copriva una acconciatura particolarmente elaborata.
Il giovane si alzò in piedi, tenendo lo sguardo fisso sulla moglie, che non aveva mai visto con quegli abiti, e dovette ammettere che era proprio bella vestita così. La fece sedere accanto a lui e attese che finisse di fare colazione, senza toglierle gli occhi di dosso, poi, quando suo padre diede loro il permesso di uscire, la portò fuori, accompagnandola nella zona alta della città, un posto tranquillo ma solitamente poco frequentato del centro abitato, con una vista spettacolare della baia del porto e dell'oceano.
Si sedettero sull'erba, dietro alcuni cespugli, rivolti verso il mare, restando in silenzio per parecchio. Hiccup guardava alternativamente il panorama e la moglie, la quale teneva lo sguardo basso e cercava di aggiustarsi l'acconciatura per renderla più comoda, poiché non vi era abituata.
Dopo un po', il giovane prese l'iniziativa, si spostò alle sue spalle e, senza toglierle il velo dalla testa, disfò l'acconciatura, lasciandole i capelli liberi e sciolti. Astrid si passò le dita tra le ciocche, guardando interrogativa il marito.
"Non voglio darti ulteriori fonti di stress." spiegò "So già che odi me e il fatto di avermi sposato, per cui se questa acconciatura ti mette a disagio allora tieni i capelli sciolti, me ne frego delle tradizioni."
La ragazza annuì, abbassando di nuovo lo sguardo, mentre il ragazzo le passava un braccio attorno alle spalle, rassicurante.
"Ti ho fatto male?" domandò, dopo qualche altro minuto.
"Cosa?" chiese l'altra, ri rimando, alzando gli occhi verso di lui.
"Ieri sera. Ti ho fatto male?" ripeté il castano, visibilmente preoccupato.
"N... no, era okay." rispose Astrid, arrossendo involontariamente. Hiccup lo notò, e ciò gli fece scappare un sorriso.
"Astrid, sai cosa? Uno dei tuoi desideri credo si sia avverato: sei una Haddock, ora." continuò.
"Certo, ma per esserlo ho dovuto sposare l'unico Haddock che odio..." borbottò la bionda, alzando gli occhi al cielo.
Il giovane non disse nulla e sorrise di nuovo, stringendo la compagna e attirandola ancora a sé, per poi coinvolgerla in un intenso bacio, che lei ricambiò immediatamente.
"Allora trova una buona ragione per divorziare..." sussurrò, sfidandola.
"Lo farò,  puoi starne certo." ringhiò lei, fissandolo negli occhi, riprendendo quell'espressione ostile che riservava solo a lui.
"Non avevo dubbi." concluse il giovane uomo, sostenendo il suo sguardo.
Astrid esitò per un attimo, aveva visto una strana luce negli occhi verdi del marito, ma resistette.
Aveva capito che lui avrebbe lottato; la loro guerra, iniziata pochi giorni prima, non era ancora finita, erano solo cambiati gli obiettivi: lei voleva la libertà, lui voleva sua moglie.
Doveva resistere, doveva trovare un modo per ottenere il divorzio.
Doveva.
Resistere.
Ma il flusso dei suoi pensieri venne interrotto. Le labbra di Hiccup la stavano distraendo, il loro tocco sulla pelle del collo la stava mandando a fuoco.
Si lasciò scappare un sospiro, mentre lui, con delicatezza, la faceva stendere sull'erba fresca, si spostava sopra di lei e riprendeva a baciarla, liberandola di una parte dei vestiti.
E poi si unirono di nuovo, come la sera precedente.
E, mentre faceva l'amore con suo marito, sotto il caldo sole estivo di quella sperduta isola del Nord, Astrid capì di aver perso un'altra battaglia.
Quando ebbero finito, mentre si coccolavano ancora stesi sull'erba, Hiccup capì di aver vinto la guerra. Astrid era sua, completamente, anche se era troppo orgogliosa per ammetterlo.
Le diede un ultimo bacio sulle labbra, spostandosi poi al suo orecchio.
"Sei stupenda, mia signora." sussurrò.
Astrid arrossì, lasciandosi scappare un sorriso sognante.
Questo fece sparire ogni dubbio dalla mente di Hiccup: si era innamorata di lui.
Aveva vinto la guerra. Lei era diventata sua.
   
 
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