Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |      
Autore: liamnzayn    29/12/2015    0 recensioni
Nell’America degli anni 50, il misterioso Liam Payne entra nel St. George College e nella vita di Zayn Malik. Ci sono segreti da svelare e l’amore di due ragazzi che- forse- riuscirà a sopravvivere.
Ziam/ accenni Larry
Genere: Angst, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 NON FIORIRA’ NEANCHE IL FRUMENTO
 

 
 
 
 
 
“L’amore vive nella tempesta, in esso tutto è convulso; se si placa per un attimo, significa ch’è morto.”

 

L’amore vive nella tempesta, affermava Marie-Henri Beyle, conosciuto come Stendhal. Tutte le più grandi storie d’amore sono tormentate, piene di dolore e soprattutto infelici. L’amore e la passione regnano in tutti i tempi . Da sempre , vengono narrate le gesta di tumultuose e distruttive storie d’amore , non molto differenti dalla mia. Dalla nostra .
Che strano il destino, vero?
Succede, E’ successo , succederà.  C’è chi combatte e chi , passivamente,  si sottomette alle tre figlie di Zeus e Temi. Ah, chissà che gran da fare hanno avuto quel giorno le tre Moire per far intrecciare i fili del nostro di destino. Molte volte ci penso, non so se ringraziarle, ringraziarle per averci fatto incontrare o maledirle per il destino che ci hanno riservato.

Sono forse troppo stanco. Stanco dei ricordi che continuano ad affollare la mia mente. Sono stanco di ricordarlo soltanto.

Una cosa che ricordo bene è il giorno del nostro primo incontro.

 In un certo senso, i primi incontri ti colpiscono tutti. Possono essere piacevoli, o no. Puoi aver aspettato quell’incontro per tutta la tua vita, immaginando e sognando come sarebbe stato vedere negli occhi quella persona. Quella persona che in un primo momento non sai che ti cambierà la vita, ma lo fa. Non te la cambia, te la stravolge. Ti può far iniziare a vivere o piano piano ti fa sprofondare nella tua stessa fossa.
E tu ci cadi in quella fossa a peso morto, perché non ti aspetti niente di tutto questo. Un giorno pensi che tutto resterà in quel limbo d’inerzia, ma poi ad un tratto, tutto cambia.
Finalmente ti svegli e inizi a domandarti: “Dove ho vissuto per tutto questo tempo?”. E inizi a pensare a tutte quelle occasioni che hai perso, che non hai colto , per cosa ? Per paura? No no, perché non avevi nessuno al tuo fianco, nessuno che ti appoggiasse o ti aiutasse. Nessuno che ha mai lottato con te, non per te, ma con te. Perché le battaglie si combattono insieme , con l’amore e la felicità- seppur a tempo limitato- che solo qualcuno al tuo fianco può darti. Quel qualcuno che nonostante tutto continui a ricordare, perché  in fondo nessuno dimentica. Come diceva Pär Lagerkvist, ” L'amore è una cosa che muore. E quando muore va in putrefazione e puó divenire terreno adatto per un nuovo amore. Il morto amore allora vive la sua vita segreta in quello nuovo e così in realtà l'amore non muore.”
In realtà l’amore non muore.

Eravamo in aula quando entrò il rettore, dietro di lui c’era un ragazzo con il capo chino che contemplava le sue – sciupate- scarpe.

Aveva i capelli che davano sul biondo, un raggio di sole lo colpiva proprio sul capo e dava ai suoi capelli tante sfumature. Le occhiaie e i suoi abiti stropicciati erano la prima cosa che si notava su quel ragazzo appena arrivato. Tutti si alzarono,  nessuno continuò a scrivere, tutti  prestarono attenzione. Il rettore del “St. George College” era famoso per le sue punizioni. Tutti dovevano eseguire gli ordini. In quel college maschile religioso la noia era il piatto forte di tutti i giorni.  Tutte le volte che qualcuno disubbidiva a Mr. Eton le frustate e le bacchettate erano d’obbligo.

<< Questo College è quello che serve per la tua educazione , Zayn>> continuavano a ripetere i miei genitori ogni qualvolta che osavo lamentarmi della troppo severità di quel posto.

La mia era una famiglia benestante, una delle più in vista a quel tempo. Erano tutti felici che avrei intrapreso l’ambito medico, quando in realtà non m’interessava per niente. Uscito da quello stupidissimo istituto sarei diventato : il degno sostituto di mio padre. Il grande Dottor Malik, amato e rispettato da tutti, con un figlio – quasi- alla sua altezza. La mia più grande passione era la scrittura. Scrivevo ovunque e scrivevo di chiunque.

Quel giorno , quella lezione di matematica avrei voluto saltarla. Niall , il mio compagno di stanza, mi aveva convinto ad alzarmi dal letto. Era sempre la stessa storia , io cercavo di saltare le lezioni ma Niall in cinque secondi mi faceva cambiare idea. Era il mio migliore amico, eravamo compagni di stanza da ormai due anni, era l’unico che mi sopportava, e infondo ci volevamo bene.

<< Questo sarà il vostro nuovo compagno! Presentati ragazzo>> la voce acuta del rettore echeggiò in tutta la stanza, ma ormai non lo ascoltavo più.
Ero completamente perso in quegli occhi color caramello che guardavano verso i banchi. << Liam James Payne>> sussurrò quasi a se stesso che a noi.

Aveva l’aspetto di quei poeti maledetti che i libri descrivono come gente squattrinata, che ormai non hanno più voglia di godersi la vita. Ma lui la vita voleva godersela, voleva godersela fino in fondo. Lo guardavo, anzi lo fissavo nella speranza che si accorgesse di uno stupido studente come tutti gli altri.

E quando finalmente accadde, nel momento esatto che i suoi occhi guardarono i miei, capii cos’era il destino. Quelle  Moire, chissà come si divertirono ad intrecciare ed intrecciare, per poi fare un nodo bello stretto ai nostri fili, mentre noi ci guardavamo.

Il suo sguardo era timido e dolce . Sembrava pronto a distruggerti con il suo aspetto, ma il suo sguardo era quasi tenero. Sembrava un cucciolo, travestito da leone. Non era bello, di più. Non riuscivo a capirlo. Era tutto un contrasto.
Il suo banco era abbastanza lontano da mio, ma comunque potevo osservarlo in silenzio mentre mordicchiava la matita che aveva preso dal suo borsellino. Seguiva anche se non era interessato, sbuffava ad ogni singola lezione. Non voleva stare in quel posto, quello era chiaro.

Quella lezione come molte altre passò così, io che lo guardavo di nascosto e lui che sbuffava .

Non aveva amici, anzi sembrava allontanasse tutti. Non voleva amici, e tutti stavano lontano da lui. Rispondeva male la maggior parte delle volte, prendeva le distanze da tutti con quel meccanismo di difesa. Si, era un meccanismo di difesa, si notava da lontano.
Stupido com’ero cercavo invano di fare conversazione, ma lui mi evitava, anzi non mi ascoltava neanche. Pensavo che fosse un soggetto interessante, non solo per la sua bellezza, ma per il suo modo di essere. In un certo senso mi sarebbe piaciuto essere scontroso come lui, nessuno mi avrebbe messo i piedi in testa e anche i miei genitori mi avrebbero ascoltato.

<< Ma secondo te perché il ragazzo nuovo evita tutti? >> domandavo- quasi sempre-  a Niall sperando in una risposta diversa dal <<  Ma che ti frega di quello, sbrigati a rollare la sigaretta prima che arrivi Mr. Eton  >> ma che puntualmente non arrivava.


Liam Payne, 21 anni e quella faccia che avrebbe fatto impazzire tutti, che mi avrebbe fatto dannare. Quell’espressione da angelo che in realtà nascondeva altro. Avevo notato la sua passione per i libri, leggeva un libro diverso ogni due giorni. Lo osservavo in biblioteca, quelle poche volte che lo incontravo, riscriveva frasi di libri su un quaderno che portava sempre con se come un ossesso. Si chiudeva in una bolla di sapone, e niente e nessuno poteva disturbarlo. Questa era forse l’unica cosa in comune che avevamo.
A lui piacevano i libri proprio come a me, mi sarebbe piaciuto leggere quel quaderno dove appuntava tutte quelle frasi per scoprire cosa pensava, cosa voleva , cosa gli piaceva, tutto. Volevo sapere tutto su di lui.

In quelle settimane avevo scoperto che era più grande di noi, nessuno sapeva perché era arrivato all’istituto solo ora, la classe comprendeva ragazzi dai 18 ai 19 anni, e lui sinceramente con noi non centrava niente. Nessuno osava fare domande e tutti pensavano che il college fosse in ristrettezze economiche per passare un ragazzo in un’altra classe con altri professori.

A rinforzare quella – stupida –tesi, c’era il rettore , Mr. Eton, che ormai era diventato un nostro professore fisso. Lo scorbutico Mr. John era stato passato in un’altra classe e a noi era toccato l’inferno. Mi mancava quello strano professore, nonostante lo vedessi tutti i giorni comunque, ma mi mancava averlo come professore e di certo vedere Mr. Eton ogni giorno non faceva saltare di gioia nessuno.

Una mattina di Febbraio, l’ultima cosa che mi sarei aspettato era un Liam Payne che usciva dalla stanza difronte la mia. Ancora più sconvolgente fu quel << Ciao >> che uscì dalle sue labbra rosse e piene. Avevo aspettato quel momento da quando avevo visto i suoi occhi la prima volta.

 <<  Non sapevo che la tua stanza fosse la 205 >>
Avevo un milione di risposte più intelligenti, magari avrei potuto rispondere al suo saluto , ma no, il mio cervello non collegava più. E poi, tutto quel tempo a scoprire qualcosa su di lui e non sapevo neanche che la sua stanza fosse praticamente attaccata la mia, che stupido.

 <<  Infatti passo poco tempo qui dentro >>
<< Perché dove dormi?>> Sembrava un muro, non faceva trasparire nessuna emozione, e io che ero bravo nel capire la gente, non riuscivo a scavalcare quel muro.

La sua espressione cambiò, me ne accorsi subito, quella domanda evidentemente non avrei dovuto farla. Non mi rispose, cambiò discorso immediatamente chiedendomi qualcosa del programma scolastico. Non riuscivo a capire quell'interessamento. Aveva evitato tutti, anche il sottoscritto, e ora parlava di cose futili. Mi accorsi che era una scusa, ma non volevo rovinare il momento. Finalmente avevo avuto quello che cercavo e non potevo farmi sfuggire un’occasione così importante.
Eravamo usciti dal dormitorio quando ad un tratto  <<  Ti va di saltare scuola stamattina? Ci fingiamo malati >>  mi chiese. Io naturalmente accettai, non potevo fare altro che accettare. I suoi modi di fare , di muoversi, di parlare mi incantavano. L’avrei seguito ovunque, anche con quel ghigno che improvvisamente era apparso. Era la prima volta che vedevo sul suo viso un espressione diversa a quella vaga che indossava sempre.

La luce filtrava dalle tegole malridotte, sembrava un casa appena uscita da un bombardamento. Non credevo neanche che ci fossero posti così in quell'istituto che sembrava un carcere. Era la prima volta che entravo in quella zona, perché quella era la zona dei dormitori dei professori.
Chiesi come faceva a conoscere quel posto, ma come sempre le sue risposte furono confuse. In quella vecchia casa era presente un letto sfatto e con delle lenzuola bianche, dei ricami blu al lato che risaltavano in maniera vistosa. L’ambiente aveva qualcosa di intimo e accogliente nonostante la polvere e le ragnatele. Mi piaceva quel posto, non sapevo a chi appartenesse, ma volevo ritornarci. 
<< Dormi qui la notte? >> chiesi , collegando la risposta di un oretta prima nei dormitori. <<  Zayn, fai troppe domande >>

Domande, domande e solo domande. Non avevo neanche un risposta. Questa situazione era stranissima. Liam che mi parlava, mi invitava a saltare le lezioni e mi portava in una casa abbandonata nascosta nei dormitori dei professori. Stavo sognando? No, quella era la realtà.

Liam preparò dei panini al formaggio, una prelibatezza per quello che la mensa scolastica offriva di solito. La giornata passò velocemente mentre per la prima volta parlammo di qualcosa. Raccontai della mia famiglia e come mi aveva costretto ad entrare in quel collegio maschile così rigido, raccontai di episodi divertenti con Niall e di quanto mi piacesse la letteratura.
Lui mi parlo dei suoi compagni di stanza, Harry Styles e Louis Tomlinson, due ragazzi che andavano troppo d’accordo per i suoi gusti. Non era un tipo affettuoso o smielato, ogni volta che raccontava qualche episodio di dolcezza tra Harry e Louis, storceva il naso e alzava gli occhi al cielo.  Nei corridoi girava la voce che quei due stessero insieme, naturalmente loro negavano, non potevano dire una cosa del genere apertamente. Ma io sapevo che non era vera, li avevo visti personalmente baciarsi negli spogliatoi un giovedì mattina mentre credevano che non ci fosse nessuno.
Erano troppo affiatati per essere solo compagni di stanza. Io li invidiavo, li invidiavo da morire. Si vedeva che il loro non era solo affetto, e anche io volevo quel rapporto con qualcuno.

<<  Dovremmo rientrare, qualche professore potrebbe notare la nostra assenza >>
<< Tranquillo, ho parlato con Mr. John e nessuno ci cercherà >> rispose lui con nonchalance mentre si alzava per controllare dalla finestra. Era pomeriggio inoltrato, Niall si sarebbe preoccupato e avrebbe avvisato qualcuno

<<  Mr. John? Ma non è più il nostro professore. Come hai fatto ad avvisalo? Lo conosci bene?>> Ero curioso, era strano che Liam avvisasse un nostro ex professore.
<<  Ti ho già detto che fai troppe domande? >> Per la prima volta vidi un suo sorriso sincero. Non mi aveva sorriso in modo forzato come per il resto del pomeriggio. Liam mi aveva sorriso veramente, e quant’era bello quel sorriso. I denti erano bianchi e dritti, non c’era nulla fuori posto, tutto era al posto giusto. Mi sarebbe piaciuto toccarle quelle labbra, e mi maledicevo perché quei pensieri non avrei dovuto farli.

Quel sorriso fu una tortura per le notti e i giorni seguenti. Aspettavo che mi rivolgesse la parola, non avevo il coraggio di farlo io. Se avessi rivelato queste cose a Niall mi avrebbe riso in faccia. Zayn Malik timido. Era una cosa strana anche per me.

<< Oggi ci sono le visite dei genitori Zee>>  Con questa frase Niall mi buttò giù dal letto quella domenica.
Ero stanco , la settimana era stata pesante e non mi andava di rivedere i miei genitori. Le visite dei genitori erano sempre strazianti, noiose e finte. Si vedeva da lontano che molti di quei genitori vestiti come per andare all’opera erano lì soltanto per la facciata da buon genitore. Nessuno amava quel posto , ne genitori ne alunni.

Speravo che ci fosse anche mia sorella, era l’unica che sopportavo, mi faceva bene vederla. Mi mancava quel rapporto che avevamo da bambini, quando giocavamo ed eravamo troppo piccoli per le preoccupazioni dei grandi. Le  visite erano iniziate da un oretta e la sala era già tutta piena. C’era qualche ragazzino del primo anno che piangeva di gioia per la visita dei suoi genitori, non li capivo proprio.

Mia madre continuava a blaterare qualcosa sul mio futuro e cose del genere quando finalmente lo vidi. Era vestito normalmente, non come gli altri. La camicia uscita dai pantaloni, i capelli spettinati e le  occhiaie fecero girare tutti.  Lo seguivo con lo sguardo nella speranza che si girasse dalla mia parte. Aspettavo di vederlo andare verso qualche coppia sposata in attesa del proprio figlio, ma lui semplicemente uscì. Nessuno era venuto a trovarlo o lui non voleva vedere nessuno?

<<  Come sai il clima è abbastanza tes- Zayn, mi stai ascoltando? >> mi fece risvegliare mia madre. Volevo seguirlo e fu quello che feci. Mi alzai sotto gli occhi dei miei genitori ed uscii da quella stanza ormai troppo affollata.

Liam continuava a camminare senza girarsi dietro, si stava dirigendo verso quella vecchia casa. Forse non avrei dovuto seguirlo, dopotutto quel posto poteva appartenere a chiunque, ma avevo recuperato il coraggio e non potevo farmi scappare una situazione del genere.

<<  Chi ti ha dato il permesso di seguirmi? >> urlò ad un tratto Liam. Si era girato e mi stava guardando con occhi pieni di rabbia. Era bellissimo  anche così.

<< Vattene via Zayn, e non venire mai qui. Mi hai sentito? >> continuò adirato.

Ero paralizzato, in realtà non conoscevo bene Liam, anzi non conoscevo niente su di lui. Avrebbe potuto farmi di tutto. Quel tono, quello sguardo mi misero paura. Infondo ero un codardo difronte a lui.

Non so perché quel giorno tornai indietro senza dire una parola, senza fare domande. Tornai dentro dai miei genitori con la coda tra le gambe. Se solo avessi continuato a seguirlo, se solo non mi avesse scoperto, avrei capito- quasi- tutto.
In quelle poche settimane avevo visto tre versioni di Liam. Timido, Simpatico e Arrabbiato. Non sapevo che fare, dovevo chiedergli scusa? Dovevo far finta di niente? Continuavo a domandarmi cosa fare ma ogni volta che cercavo di avvicinarmi a lui le parole mi uscivano di bocca e mi allontanavo.

Il sabato era il giorno più noioso della settimana, superava anche la domenica. Io e Niall passavamo tutta la giornata dentro la stanza, i nostri compagni invece si dilettavano nello sport.

<< Niall, non voglio più rimanere in questo posto >> sbuffami mentre mi stendevo sul letto. L’eterno sognatore che era Niall non ascoltava mai. Faceva finta ma in realtà non stava ascoltando. Era perso nel suo universo e nessuno poteva smuoverlo. Alcune volte invidiavo a Niall quella capacità nell’evadere la realtà, ma il più delle volte preferivo restare con i piedi per terra. << Sabato andiamo in città, non vedo l’ora! E sai la cosa più importante qual è? >>

<< Cosa? >> lo assecondai come al solito.
<< Ragazze, Tante ragazze, caro Zayn >>

Tutti i ragazzi del collegio aspettavano le uscite in città per parlare con delle ragazze o solo per osservarle da lontano. Tutti sembravano ossessionati da questo e naturalmente i giornalini per sfogare le frustrazioni non bastavano. Anche a me molte volte mancavano le ragazze, eravamo tutti degli adolescenti e c’era il bisogno di sfogarsi, ma per me non era un problema. Il pensiero di essere diverso dagli altri miei coetanei era un chiodo fisso. Diverso? Ma diverso da chi? Non facevo altro che pensare e ripensare, volevo essere me stesso, ma la paura di parlare di esprimermi era tanta. Volevo finalmente farmi sentire, gridare ed essere quel Zayn Malik che io stesso cercavo di nascondere.
Potevo rivolgermi a Harry o a Louis ma non volevo sfogare le mie insicurezze a due sconosciuti, quindi restavo come sempre in  silenzio.

<< Zayn, mi stai ascoltando? Ci sei? >> Niall mi sventolava la mano davanti la mia faccia mentre io uscivo da tutti quei pensieri
<< Si si, certo che ti ascolto >>

La giornata passò così, con propositi e le aspettative di Niall per il Sabato. Il biondo pensava di poter rimorchiare Lyda quel sabato, la rossa che aveva rubato il cuore del mio coinquilino. Parlava sempre di lei e speravo che finalmente quella ragazza si accorgesse di lui.
Il lunedì era, come tutte le altre, era una giornata pesante e noiosa , e vedere la maggior parte dei giorni Mr. Elton non aiutava.
Nessuno ascoltava ma tutti cercavano di sembrare attenti. Nessuno voleva delle punizioni.

<< Mr. Payne, potrebbe ripetere cosa ho appena detto? >>

Che molte volte il rettore facesse ripetere era molto usuale in quella classe, ma la risposta di Liam fece girare tutti  << Non mi interessa >>

Era seduto con la solita camicia uscita dai pantaloni e sbadigliava in continuazione. Era pazzo, completamente pazzo. Nessuno aveva mai risposto in quel modo a qualche professore. Liam era solito essere rude e scontroso, ma era la prima volta che reagiva così contro un professore.

<< Può ripetere? >>
<< Ho detto che non m’interessa  >>

La nonchalance con cui disse quelle parole sbalordì tutti, neanche il rettore riuscì a proferire parola. Molti sorridevano divertiti da quella situazione, altri già spettegolavano sul tipo di punizione che avrebbe avuto Liam. Sicuramente Mr. Elton non sarebbe passato sopra ad un affronto del genere.
La sera aspettai attento il ritorno in camera di Liam , ero seduto per terra vicino la mia porta, volevo vedere se era successo qualcosa. Lo aspettai fino alla mezzanotte, ma poi decisi di rientrare in camera. Ero sicuro che avesse passato la notte altrove e quell’appartamento ridotto male era l’unica possibilità. Volevo controllare che stesse bene, ma non potevo farmi beccare girando per i dormitori a quell’ora della notte.

L’occhio nero fu la prima cosa che tutti notarono il giorno dopo in classe. Per la prima volta dopo le prime settimane Liam aveva la divisa abbastanza sistemata e lo sguardo basso. Sembrava essere tornato il Liam dei primi giorni, quello timido che si isolava allontanando tutti. Decisi che quella era l’opportunità migliore per parlare con lui.

<< Hey, pensavo che non saresti venuto oggi >>

<< Liam Payne non si fa mettere i piedi in testa da nessuno >> Ah, quel ghigno. Quel ghigno ancora dipingeva il suo viso. Non riuscivo a capirlo. Da lontano sembrava un cucciolo indifeso da vicino era pronto ad attaccare.

<< Ormai non si fa altro che parlare di te nei corridoi >>

<< Il grande Liam Payne che ha fatto incavolare il rettore >>

Era strano, nei suoi occhi brillava quella rabbia che non derivava dal semplice rapporto ostile tra alunno e professore. C’era qualcosa di più, ma ingenuo com’ero non capivo.

<< Non ti è andata male comunque, molti pensavano che oggi saresti arrivato zoppicando >>

<< So difendermi bene >> Ancora quel sorriso, il vero sorriso. Era meraviglioso.

Passai la giornata vicino a lui, era la prima volta che ci sedevamo vicini. A nessuno sembrò importare, neanche a Liam. Alcune volte ci guardavamo e Liam faceva delle battute stupide sui nuovi vestiti del professore. Era bello poter passare del tempo vicino a lui, e avrei voluto farlo più spesso.

<< Sabato andiamo in città, tu ci vieni? >> Dovevo rispondere semplicemente si, ma le parole non mi uscirono di bocca quindi mi limitai ad annuire.
<< Potrei portarti in un posto se ti va >>

Accettai perché in fondo già mi fidavo di lui, l’avrei seguito ovunque, mi aveva stregato. Non lo conoscevo da così tanto tempo da dovermi fidare, ma il suo viso con quelle occhiaie sempre marcate, le labbra così rosse da sembrare sangue e quella sigaretta sempre in bocca mi faceva sentire a casa.



Passarono 4 giorni e finalmente arrivò il sabato. Dovevo andare in città con Liam. Non sapevo come avrei dovuto comportarmi. Mi sembrava di essere ritornato al mio primo appuntamento, anche se quello un vero appuntamento non era. Sarebbe stato bello andare a cena come facevano i miei genitori con Liam, volevo andare al mare con lui, ma quel giorno mi sarei accontentato di andare solo in città.

<< Secondo te, metto il cappotto lungo con questi pantaloni o la divisa? >> Volevo consigli da Niall, lui aveva molto più stile di me.

Quando mi vestivo continuava a ripetermi come i gilet fossero ormai fuori moda e che ormai il loro posto era stato preso delle giacche dei completi con il doppio petto. Si credeva un grande esperto di moda quando in realtà seguiva solo cosa sua sorella maggiore diceva. Io mi limitavo a seguirlo, volevo sembrare attraente per Liam e non sembrare un bambino alle prime armi. Volevo sfoggiare il mio fascino e colpirlo proprio come aveva fatto lui con me. Quando avevo detto a Niall che sarei andato in città con Liam pensava fossi uscito pazzo. Non credeva neanche che un tipo del genere mi avesse invitato ad andare con lui, era strano anche per me, ma non lo davo a vedere.

Mi aveva avvisato dicendo che sarebbe venuto lui a bussare alla mia stanza, volevo vederlo e non potevo chiedere di meglio, tutta una serata in sua compagnia.

Quando sentii bussare, Niall era già andato via. Cercai di fare le cose con la più naturalezza possibile, non dovevo sembrare agitato per una stupida uscita tra amici.

<< Sei pronto? >>  fu la prima cosa che mi disse. Era bellissimo, aveva i capelli tirati indietro e quell’accenno di barba che amavo.
<< S-si, dove andiamo? >>
<< Tra poco lo scoprirai >>

Due sigarette e quattro chiacchiere dopo eravamo già in centro. L’imbarazzo iniziale era svanito. Lui continuava a parlare di autori che ancora non avevamo studiato e io ero incantato.
 
Era ormai pomeriggio inoltrato e c’eravamo fermati solo per mangiare, mentre io morivo di curiosità.
<< Ma quando ci andiamo? >> Non sapevo neanche dove, ma continuavo a domandare quando mi avrebbe portato in quel posto.

Non ero mai stato in quella parte della città, era chiassosa e troppo colorata per i miei gusti. C’era gente che urlava, che camminava completamente ubriaca da un lato e altri che cantavano a squarcia gola, mentre qualcuno vomitava sotto i loro piedi. Liam sembrava essere a suo agio in quel posto, conosceva anche parecchia gente perché si fermava a salutare molti ragazzi e ragazze.

<< Benvenuto nel mio mondo, Zayn >> esclamò ad un tratto ridendo mentre apriva le braccia e faceva un giro su se stesso.

 << Questo è tutto quello che voglio essere. L’età adulta è falsa e pretenziosa. Qui si può essere giovani per sempre, mio caro Zayn. Guardati intorno e dimmi che tutto questo è sbagliato, che vuoi tornare alla tua vita di tutti i giorni. >>

Sembrava completamente preso da quello che diceva, era completamente immerso in un altro mondo.

<< Ma hai solo 21 anni, non puoi considerarti un adulto >>

<< Prendo le distanze da subito. Forza, seguimi >>

Mi portò in un vicolo così stretto e buio che non riuscivo a vedere neanche i miei piedi. Avevo paura di perdermi e non riuscire ad uscire, ma Liam era ad un soffio da me che mi sfiorava la mano.
Mi sarebbe piaciuto stringerla quella mano, toccarlo per sentire la sua pelle a contatto con la mia. Ero completamente andato, ero in vicolo buio con qualcuno che in realtà non conoscevo e volevo solo stringere la sua mano. Dopo quel lungo vicolo spostò degli scatoloni che occupavano una potenziale entrata. Si sentivano topi che si muovevano sotto quelli scatoloni, ma a Liam sembrava non importare.

<< Ma è possibile che ogni volta che mi porti da qualche parte, c’è il rischio che io muoia schiacciato sotto le macerie? >> Liam scoppiò in una risata contagiosa che fece ridere anche me. Aveva una risata profonda ma allo stesso tempo infantile. Riuscì finalmente a spostare tutto quell’ammasso di roba, non sapevo che fare per questo mi limitavo a guardare. Dovevo seguirlo all’interno o
aspettarlo? La risposta arrivò quando  << Forza, Entra! >> urlò Liam.

Non sapevo cosa aspettarmi. Pensavo di trovare una semplice casa con degli amici di Liam, ma quello che mi si presentò davanti era completamente diverso. C’erano corpi avvinghiati tra loro, donne e uomini che bevevano, una stanza era completamente immersa nel fumo che non sembrava essere tabacco.
Liam sembrava felice mentre salutava chiunque incontrasse con una pacca sulla spalla e un sorriso da far invidia a tutti i presenti. Io lo seguivo in silenzio, sembravo invisibile e pensavo, o speravo, che il castano si fosse anche dimenticato di me. Ma le mie speranze furono interrotte quando vidi Liam andare incontro ad una ragazza bionda con in mano dei bicchieri.

<<  Emma , lui è Zayn, voglio farlo divertire stasera  >> Esclamò quella frase ad un centimetro dal suo viso per poi baciarla con passione e desiderio. Ero in imbarazzo, ero ipnotizzato e non volevo togliere gli occhi da quello spettacolo. Volevo che quelle labbra toccassero le mie, che giocassero come stava facendo con quella ragazza.
Non potevo neanche immaginare che Liam potesse essere fidanzato, non ero geloso. Non potevo neanche permettermi di essere geloso. Io e lui avevamo solo un rapporto di amicizia e lui non mi apparteneva, ma quella sensazione allo stomaco non potevo ignorarla. Volevo piangere, non sapevo neanche il perché ma vedere Liam baciare quella ragazza e toccargli il sedere senza pudore mi fece male.  Quando si staccarono Liam le rubò i due bicchieri dalle mani e si allontanò per avvicinarsi a me.

<< Ti devo far conoscere alcuni miei amici e far provare alcune cose. Stasera ti divertirai Zayn. Continua a bere, forza >> Mi porse altri bicchieri che non avevo il coraggio di rifiutare. Continuavo a bere nella speranza di dimenticare quella scena. Bevevo, bevevo e bevevo con Liam al mio fianco che faceva la mia stessa cosa.

<< Liam Payne, che piacere rivederti >>  Ridevo come un pazzo che in un primo momento non mi accorsi neanche che quel tipo biondo era seduto proprio affianco a noi. Era muscoloso e molto più grande di noi, aveva un accenno di rughe sotto i suoi occhi.

<< Andy, amico mio! Sono stato molto occupato queste settimane. Il college è praticamente un carcere, riesco ad uscire grazie ad un professore qualche sera >>

<< Lui è Zayn, è un mio amico! L’ho portato a fare un giro da queste parti ma è già ubriaco perso >>

<< Non sono ubriaco! Vedo le stelle Liam, lo sai che mi piacciono tanto le stelle? >> urlai mentre sia Liam che quel tipo ridevano.

<< Vero? Anche a me piccolo Zayn. Una sera ti prometto che ti porto a guardare le stelle in un posto speciale >>  Sorrisi a quella frase e sperai che Liam non si dimenticasse di quella promessa.

Il castano e il biondo iniziarono a parlare del più e del meno mentre io guardavo Liam. Guardavo quelle labbra muoversi e la scena di prima ritornava nella mia mente. Ero eccitato da morire, forse per tutte quelle sostanze che avevo preso o per quel fumo che c’era nella stanza, ma ero fottutamente eccitato.

<< Liam quando è ubriaco di solito inizia a parlare di Dio e del suo essere ateo. E’ già arrivato a quei livelli? >> Mi domandò quel biondo mentre mi guardava

<<  Hey! Non sono completamente ateo. Gesù mi sta simpatico, tutta l’altra roba che c’è nella Bibbia non sopporto. Gli apostoli, per esempio. Loro mi stanno proprio sulle palle >> Liam rispose al posto mio continuando a bere

<< Ecco, intendevo proprio quello. Il prossimo livello è iniziare a parlare di Socrate e affermare quanto per lui sia soltanto il prototipo dell’uomo della decadenza e stronzate varie >>

<< Le mie non sono stronzate, mio caro! Vado a prendere da bere, aspettatemi qui sfigati >>

Ero incantato dalle parole di Liam, era la cosa più affascinante del mondo e anche ubriaco fradicio riuscivo a capirlo. Lo seguivo con lo sguardo mentre fulminavo chiunque si avvicinasse a lui. Quella Emma non l’avevo più vista per mia fortuna. La volevo il più lontano possibile.

<< Ci sei caduto anche tu? >>  Andy mi stava parlando, ma non riuscivo a capirlo. Quella domanda non riuscivo a collegarla e infatti rinunciò ad avere una conversazione con me .

Liam era tornato con un vassoio pieno di bicchieri che io mi rifiutavo di bere. Avevano messo della musica dal vivo e quel suono rimbombava nelle mie orecchie. Non capivo più niente, volevo solo lasciarmi andare ed essere per una volta me stesso. Volevo liberarmi da tutti i giudizi, da tutti i pensieri . Volevo semplicemente essere me con Liam.

Lo presi e lo portai al centro della pista mentre il contrabbasso e batteria con tempi ritmici medi e veloci, facevano ballare e muovere tutti. Liam si muoveva mentre sorrideva senza motivo con la testa verso l’alto e io lo guardavo.
Vedevo il suo pomo d’Adamo muoversi e il sudore scendere lungo le sue tempie. Stava fumando e mi sarebbe piaciuto essere quella sigaretta. Le sue labbra sembravano così morbide che non facevo altro che fantasticare su di loro. Le volevo mordere e leccarle, volevo giocarci per poi riderci su. Volevo assaporare quel sorriso, perché vederlo soltanto non mi bastava più.

Lui si accorse che lo stavo fissando e iniziò a mordersi le labbra. Era consapevole dell’effetto che faceva su di me. Si era accorto di tutto e voleva solo farmi impazzire.

<< Vuoi baciarmi, non è vero? >> Sussurrò quelle parole nelle mie orecchie, mentre percepivo il suo fiato lungo il mio collo. Non mi muovevo più ormai, ero immobile al centro della pista mentre tutti gli altri si muovevano intorno a me. Cosa avrei dovuto rispondere?

Lo volevo, lo volevo con tutto me stesso. Avrei pagato oro per avere quelle labbra. Era così vicino che bastava un centimetro per far scontare le nostre labbra, ma mentre cercavo di avvicinarmi per finalmente appropriarmi di quelle labbra lui si tirò indietro.
Sorrideva beffardo mentre osservava le mie guance tingersi di rosso.
Ero imbarazzato al massimo, ma non ci pensai neanche un secondo perché all’improvviso la testa iniziò a girarmi più forte.
Non capivo più niente, volevo solo vomitare anche l’anima. Mi trascinai in bagno mentre iniziavo a rimettere anche la cena.
Liam mi teneva la fronte e mi accarezzava la schiena. Era un gesto premuroso da parte sua, mai avrei pensato che Liam Payne dopo aver rifiutato un mio bacio potesse accarezzarmi la schiena.

<< Di solito quando qualcuno vuole baciarmi, il secondo dopo non va a vomitare. Ho un aspetto così orribile? >>

Volevo solo tornare ai dormitori e dimenticare tutto l’accaduto. Ero sicuro che dopo quella scenata non mi avrebbe portato più in nessun posto, non si sarebbe neanche avvicinato a me. E se avevo qualche, anche minima possibilità , avevo mandato tutto a rotoli.

<< Ti prego Liam, portami ai dormitori >>
<< Okay Okay pivello, ci torniamo la prossima volta e non ti faccio più bere così tanto >>

Aveva detto che ci sarebbe stata un prossima volta, non voleva tornare ad ignorarmi. Voleva riportarmi con lui. Voleva passare del tempo con me.

Quella sera riuscimmo a non svegliare nessuno nel dormitorio, ed arrivammo sani e salvi nelle nostre rispettive stanze. Niall non si accorse di niente e continuò a dormire, mentre io mi stendevo, senza neanche spogliarmi, sul letto. Era stata la serata più emozionante ed eccitante di tutta la mia vita. Quello era il mondo di Liam, voleva vivere la sua vita così. Tra donne, uomini ed alcool , e per una volta anche io ne avevo preso parte. Mi aveva fatto conoscere i suoi “amici” , mi aveva presentato al suo stile di vita. Per una volta mi ero sentito vivo, mi ero sentito con il mondo tra le mani, e avevo anche – quasi- baciato Liam.
 
<< Zayn, svegliati! Puzzi, vai a lavarti subito >> Niall quella mattina aveva deciso di farmi impazzire, mi scoppiava la testa e la voce del biondo non aiutava.
<< Zitto, ti prego >>
<< Liam ti ha fatto bere? Siete stati fortunati che nessuno si sia accorto della vostra assenza, se no il mal di testa sarebbe stato l’ultimo dei tuoi problemi >>
<<  Ma vuoi smettere di parlare >>

Non potevo neanche pensare che tra due ore sarebbero iniziate le lezioni, non ero nelle condizioni di affrontare ore di studio. Volevo solo dormire e far sparire quel mal di testa terribile, ma poi il ricordo di Liam si fece spazio nella mia mente. La voglia di rivederlo era più potente del mal di testa , così mi costrinsi a fare una doccia e vestirmi.

Liam era già in classe quella mattina, era bello come al solito e mi sorrideva. Non sapevo se sedermi vicino a lui o fare finta di niente. Ma , per fortuna, Liam decise di fare il primo passo, e si avvicinò al mio banco.

<< Come stai, Zayn? Hai mal di testa? >>
<< Si, stamattina pensavo di avere un tamburo nel cervello >> Scoppiò a ridere, mentre si sedeva al banco affianco al mio.

Passarono due settimane e nessuno dei due aveva accennato a quella sera, a cosa era successo quella sera. Vedevo Liam molto meno. C’erano giorni in cui il maggiore scompariva e non si faceva vedere neanche per pranzo o cena. Volevo sapere cosa faceva , ero diventato anche geloso di Harry e Louis che potevano averlo in camera. Potevano vederlo qualche ora in più rispetto a me. Invidiavo chiunque potesse passare del tempo con lui, invidiavo chi era cresciuto con lui, chi l’aveva conosciuto da bambino e conosceva tutta la sua storia. Io non conosceva nulla di lui, non sapevo neanche la sua città natale.

Dovevo parlarne con qualcuno, e quel qualcuno era inevitabilmente Niall.

<< Niall, ma quando hai capito che Lyda ti piaceva veramente? >>
<< Quando ho visto che portava una quarta di seno >>
<< Andiamo Niall, sono serio >>
<< Aspetta! Ti piace qualcuna? Quando? Perché non mi hai detto niente? Pensavo di essere il tuo migliore amico >>

Ecco perché non dicevo nulla a NIall. Ogni volta mi riempiva di domande che non avevo mai voglia di rispondere. Poi lui pensava fosse una ragazza, e non potevo dire che in realtà si trattava di Liam.
Perché mi ero scavato la fossa da solo?

<< L-L’ho conosciuta sabato, ci siamo quasi baciati! >>
<<  Come si chiama? Voglio sapere tutto, racconta >>
<< ehmm, si chiama Lena, sisi Lena >>  potevo mentire a Niall, lui se la sarebbe bevuta come niente. Non era bravo a capire se qualcuno mentiva o diceva la verità.
Continuò a farmi domande e io continuavo a mentire e dire verità distorte. Era la verità infondo, avevo conosciuto il vero Liam sabato e c’eravamo quasi baciati. Forse il mentire sulla taglia di reggiseno e sul fisico della presunta ragazza era stato abbastanza azzardato.
Non vedevo l’ora di vederlo. Quella mattina si era avvicinato e mi aveva chiesto se potevamo incontrarci, ovviamente avevo detto di si. Non avevamo una vera e propria conversazione da quel sabato e stavo aspettando quel momento da tanto tempo. Mi venne in mente il momento del- quasi- bacio. Avevo avuto l’occasione e l’avevo sprecata. Potevo chiedere un altro bacio? No, sarei sembrato il solito disperato. Sicuramente già pensava questo di me, ma volevo che cambiasse idea.

Quando si era avvicinato era bellissimo, i capelli spettinati e le occhiaie che ormai avevo imparato a trovare su quel viso divino. Sembrava uno di quei modelli delle riviste  che mia sorella comprava di nascosto. Lei non si era mai insospettita sul perché m piacesse tanto guardare quella roba con lei, pensava che facessi tutto quello per passare del tempo con lei e andava bene così.
Le ore quella mattina sembravano non passare mai, tutte le lezioni erano state noiosissime e Liam non mi aveva degnato neanche di uno sguardo. Odiavo quando faceva così.
Prima mi cercava e poi sembrava non esistessi. Era sempre perso nel suo mondo.

<< Niall, stasera esco di nascosto. Non aspettarmi sveglio >>  dissi appena entrato in stanza mentre Niall studiava. << Hai chiesto a Lena di uscire? >>
<< Lena? Ah, sisi Lena >> Mi ero dimenticato della mia stessa menzogna. Mi sentivo in colpa. Niall non meritava questo trattamento, ma ero sicuro con mi avrebbe mai accettato. Non avrei mai potuto confidare a Niall che stavo per uscire con Liam. Sentivo i suoi commenti su Louis e Harry e non sapevo come l’avrebbe presa. Niall non era l’unico, anzi nessuno, accettava cose come quelle. Dovevo per forza mentire per il mio bene.

Per non rischiare di incontrare Liam fuori dalla mia porta e far insospettire Niall decisi di bussare alla sua stanza, tanto Louis o Harry non avrebbero mai detto niente. Bussai mi venne ad aprire il ragazzo riccio, Harry.
<<  Ciao Harry, sono Zayn, per caso c’è Liam? >>
Il suo viso era sorpreso, non si aspettava che qualcuno chiedesse di Liam, forse.
<<  Ciao Zayn, mi dispiace, ma Liam non è in stanza. In realtà non dorme quasi mai qui. >>
Ci salutammo e decisi di andare a cercarlo. Non poteva essere uscito dal campus o non mi avrebbe invitato ad “uscire”

Mi ricordai della vecchia casa dove Liam mi aveva portato un po’ di tempo fa. In quella parte del campus dove non c’era nessuno. Si sentivano solo le mie scarpe e il mio respiro. Quando intravidi la casetta aumentai il passo, ma mi fermai di colpo quando vidi la porta aprirsi.
All’inizio fui molto sorpreso, ma poi collegai tutte le volte che Liam aveva parlato di Mr. John come se fossero amici e ora avevo la conferma. Non sapevo che tipo di rapporto potessero avere, sapevo solo che il nostro- ormai ex- professore stava uscendo da quella porta controllandosi intorno come se non volesse farsi vedere. Non sapevo cosa fare, non volevo farmi trovare lì, avevo paura che Liam si arrabbiasse come l’ultima volta, ma volevo scoprire cosa stava succedendo. Decisi di ritornare ai dormitori senza fare rumore e decisi di aspettarlo fuori.

Quando arrivò non si aspettava di trovarmi fuori dai dormitori, aveva paura di essere scoperto, forse.
<< Cosa ci fai qui? >> mi chiese sedendosi sullo stesso gradino vicino a me.
<< Ti aspettavo, sono entrato in camera tua e Harry mi ha detto che non c’eri >>

Mi spiegò che era andato a farsi una passeggiata per il campus per alleviare il suo mal di testa. Decisi di non dire niente e di far finta. Ora che mi aveva mentito ero sicuro che Liam Payne nascondeva qualcosa

Quella sera mi portò semplicemente al parco fuori dal campus. All’inizio non riuscivo a lasciarmi andare, era cambiato qualcosa, ma la parlantina di Liam e il suo sorriso mi avevano fatto dimenticare- quasi- tutto.

Eravamo seduti su quella panchina da più di mezzora e io non facevo altro che guardare le sue labbra come se fossi ipnotizzato. Stava parlando di un autore che aveva letto quella stessa mattina e io non lo stavo ascoltando. Continuavo a pensare a quanto fosse bello e a quanto mi sarebbe piaciuto toccare le sue labbra con le mie. Era ormai un chiodo fisso.

Mi avvicinai senza neanche accorgermene e questo fece bloccare Liam e il suo monologo.
Ci guardavamo, eravamo vicinissimi, sentivo il suo respiro caldo sulla mia faccia. Non feci in tempo a pensare a nulla che le sue labbra erano sulle mie. Ci stavamo baciando, finalmente. Avevo desiderato così tanto quel contatto che sembrava quasi un sogno. Le sue labbra erano morbide come le avevo immaginate e questo non faceva che invitarmi a morderle, a leccarle a fare tutto quello che fino ad allora avevo solo immaginato. Non era un semplice bacio, ma il bacio. Il più passionale che avessi mai dato. Ci staccammo entrambi per prendere aria e per poi riattaccare le nostre labbra.

<<  Forse dovremmo rientrare, Liam >> dissi dopo un ora passata su quella panchina a scambiarci carezze e baci.
<< Non ci penso neanche >> esclamò Liam per poi baciarmi.

Dopo un po’ anche Liam si decise a rientrare promettendomi che ci saremmo rivisti la sera successiva perché la mattina aveva delle questioni sospeso con alcuni amici fuori dal college.
Tornai in camera con un sorriso a trentadue denti. Ero al settimo cielo.
<< Niall, Niall, svegliati. Devo raccontarti cosa è successo. >> mi avvicinai scuotendo le sue spalle nella speranza di svegliarlo. Volevo raccontare al mondo intero cosa era successo, ma dovevo accontentarmi di dirlo a Niall stando attento a non rivelare che si trattava di Liam.
<< Zayn, ma che cavolo fai. Sono le tre del mattino e voglio dormire >>
<< L’ho baciato-a Niall, l’ho baciata >>
<< Si, Va bene, bravo, ma la cosa più importante l’hai fatta? >>
<< Sei sempre il solito porco >> gli lanciai il cuscino  in faccia e decisi di andare a dormire ripensando a quello che era successo quella sera e dimenticandomi cosa era successo prima.


Quella mattinata fu noiosa e non facevo altro che cercare Liam senza risultati visto che non era nel college. Decisi di mangiare da solo nel parco. Volevo stare da solo, ma appena iniziai a mangiare il mio pranzo notai vicino a me Louis e Harry che non mi avevano visto.
Non volevo disturbarli, ma rimasi a fissarli. Erano felici insieme anche se costretti a nascondersi. Si scambiarono un bacio e quando si staccarono controllando che non ci fosse nessuno mi videro. Nei loro occhi vidi la paura di essere stati scoperti. Avevano paura che avendoli visti avrei dato la conferma a quello che tutta la scuola sospettava. Si alzarono velocemente, ma io riuscii a fermarli
<< Aspettate, vi prego!  >>
<< Cosa vuoi fare, eh? Vuoi picchiarci? Dirlo a tutti? >> Louis si parò davanti a Harry come a proteggerlo.
<< Nulla di tutto questo, mi piacerebbe parlare >>
<< Noi non vogliamo parlare di niente! Forza Harry, andiamo >>  Il maggiore prese per mano il riccio e si girò dandomi la spalle, ma Harry si fermò.
<< Cosa vuoi dirci , Zayn? >> Questa volta fu Harry a mettersi davanti al più grande sorridendomi, mentre dietro Louis borbottava qualcosa che non capivo.
<< Ehm ecco, mi piacerebbe conoscervi meglio… se non vi da fastidio. Mi piacerebbe confrontarmi con qualcuno come me >>

A quelle parole Louis uscì da dietro Harry e mi guardò sorridendomi. Iniziammo a parlare mentre loro mi spiegavano che si erano conosciuti due anni prima in biblioteca e che erano diventati subito amici. Gli chiesi come avevano fatto a capire che erano diventati più che amici e risposero che durante una festa harry l’aveva baciato in bagno.
<< E tu come hai fatto a capire di essere omosessuale? >>  Mi chiese Louis mentre abbracciava Harry
<< Mi piace un ragazzo >>
<< Liam? >> Disse Harry guardando mi negli occhi mentre Louis si girava a guardarlo sorpreso.
<< Come hai fatto a capirlo? >>
<< Lo guardi esattamente come io guardo Lou >> Scoppiò a ridere mentre io riflettevo sulle sue parole. Non potevo avere lo stesso sguardo di Harry. Lui quando guardava il suo amato aveva gli occhi che brillavano, potevano essere paragonati agli occhi a cuoricino che spesso si vedevano nei fumetti. Io non potevo guardare Liam nello stesso modo, era fuori discussione. Sicuramente Harry aveva sbagliato.

Dopo delle raccomandazioni sul Liam e sul fatto che non tornasse mai a dormire e che le poche volte che lo faceva era ubriaco decisero di andarsene e di lasciarmi da solo a pensare.

Quella sera, mi aveva detto Liam, che ci saremmo visti, ma di lui non c’era traccia. Aspettai qualche ora che si facesse vivo ma ormai avevo perso le speranze. Non sapevo dove fosse finito ed ero anche un po’ preoccupato. Non era tornato nella sua stanza neanche per cambiarsi. Mancava dal college da quasi 24 ore e avrebbero potuto scoprirlo e cacciarlo. Ero molto preoccupato, ma decisi comunque di entrare in camera e dormire.

Nel bel mezzo della notte qualcuno stava bussando alla mia porta facendo svegliare sia me che Niall. Avevo sonno per questo in un primo momento decisi di girarmi dall’altra parte e continuare a dormire
<<  Zayn, vai ad aprire quella dannata porta >>
Mi alzai controvoglia e mi affacciai per rimanere scioccato quando  vidi Liam  sconvolto e con il sangue che usciva dal suo naso.
<< Zayn, ti prego fammi entrare >> mi disse Liam sorridendo mentre un odore di alcool arrivava alle mie narici
<<  Chi diavolo è a quest’ora? >> Domandò Niall alle mie spalle restando più sconvolto di me quando vide Liam alla porta
<< Fatemi entrare, vi prego >> Lasciammo passare il maggiore mentre Niall andava a prendere un cuscino.

Guardai negli occhi Liam mentre lui distoglieva lo sguardo come scottato. Non riusciva neanche a guardarmi negli occhi. Non aveva le palle di affrontarmi. Mancava dal college per un giorno intero e bussava la notte alla mia porta apparentemente ubriaco e con il naso insanguinato. Pretendevo delle spiegazioni, non volevo le bugie, solo la verità.

<< Si può sapere cosa ti è successo? >> fu Niall a chiedere mentre cercava un fazzoletto pulito per bloccare il sangue.
<< Niente di grave >>

La cosa che mi face incavolare ancora di più fu la naturalezza con la quale disse quelle parole, come se nulla fosse successo per davvero.
<< Cazzo Liam, per una volta puoi dirmi cosa succede veramente? >> il tono con cui lo dissi sorprese anche me
<< Sono andato in un bar con alcuni miei amici e abbiamo bevuto. Abbiamo iniziato a  scommettere e io ho scommesso dei soldi che non ho. Mi hanno pestato e sono tornato. Fine della storia >>

Mi guardava con gli occhi dispiaciuti, quasi volesse scusarsi per essersi dimenticato di me. Aveva preferito bere e scommettere che passare la serata con me.

<< Zayn , so quello che stai pensando, ma non è così. Scusami, ma voglio rimediare >> sussurrò queste parole nel mio orecchio per non farsi sentire da Niall che era entrato nel bagno.
<<  Sicuro che domani sera non arriverai sanguinante alla mia porta dopo esserti dimenticato? >>
<< Non ho dimenticato niente, scusami tanto se mi hanno picchiato >>

Sbuffai e accettai l’invito per la sera successiva.

Liam passò la notte nel mio letto mentre io non riuscivo a chiudere occhio sulla poltrona. Lo osservavo dormire con il labbro arrossato e il naso un po’ gonfio mentre si girava e rigirava nel letto. Averlo a pochi metri e non poterlo toccare era una tortura. Sospirai e decisi che stare tra le sue braccia era la soluzione migliore. Mi infilai nel mio letto cercando di non svegliare nessuno e lo abbracciai. Non pensai a Niall e alla reazione che avrebbe potuto avere la mattina seguente. Non pensai a nulla, ma solo a me stesso e a Liam. E con quel pensiero riuscii ad addormentarmi.

<< Il mio petto deve essere abbastanza comodo, vero Zay? >>
Mi svegliai con la voce di Liam nelle orecchie e dopo aver aperto a fatica gli occhi mi resi conto di avere la testa su di lui.
<< Scusami. E niall? >>
<< E’ uscito, tranquillo, quando ti ha visto ha sorriso. Comunque sono le 12 e hai perso quasi tutte le lezioni della giornata. >>

Mi alzai di scatto all’udire quelle parole. Avevo un test quella mattina e ora l’avevo saltato. Dovevo trovare una scusa affidabile da rifilare al professore.
<<  Cosa? Perché non mi hai svegliato? Cavolo, come faccio adess- >>
<< Hey, calmati, possiamo pranzare insieme se ti va >>

Mi avvicinai e decisi che il test non era così importante come credevo quando avevo un Liam Payne che mi invitava a pranzare insieme. Mi baciò e io ricambiai con dolcezza.

Il pranzo passo velocemente e Liam fu piu gentile del solito . Mi parlò della sua vecchia scuole e che aveva dovuto trasferirsi al St George College per “problemi famigliari”. Decisi di non indagare oltre per godermi quella giornata tranquilla. Non volevo che finisse per non incontrare Niall. Avevo paura di quello che avrebbe detto, non potevo perdere il mio migliore amico.

 Quando tornai in camera Niall stava studiando sul letto e quando mi vide sorrise. Non sapevo cosa dire.
<< Perché non mi hai detto che Lena in realtà è Liam? Avrei capito.. >> Inziò subito Niall.
<< Avevo paura Niall, non sapevo come l’avresti  presa >>

Si alzò dal suo letto e mi abbracciò, mi abbracciò come non faceva più da tanto. Mi erano mancati questi famosi abbracci alla Niall Horan, quelli che ti tolgono il respiro e che anche senza dire una parola ti trasmettono tutto l’affetto.

<< Puoi fidarti di me Zay  >>

Si, di Niall potevo fidarmi.

Quella sera arrivò in fretta e non vedevo l’ora di incontrare Liam. C’eravamo messi d’accordo che sarebbe venuto nella mia stanza appena potevamo andare quindi decisi di scrivere qualcosa sul mio amato quadernetto. Non scrivevo da tanto, ero stato così impegnato con Liam che avevo dimenticato l’importanza di scrivere. Grazie a due occhi marroni penetranti l’ispirazione non mi mancava, ma avevo deciso per una volta di vivere la mia vita reale.

Il castano arrivò verso le 11 quando ormai il mio migliore amico stava dormendo profondamente e cercando di non fare rumore uscii in silenzio dalla stanza.

<< Dove mi porti questa volta? Non dirmi ad un’altra festa >> mi prese la mano e invece di scendere le scale per uscire dal dormitorio mi portò al piano superiore
<< Nono, stai tranquillo, è una sorpresa >>
<< Lo  sai che non mi piacciono le sorprese >> sbuffai e lui non mi rispose più, continuava a camminare e salire scale.

Quando arrivammo all’ultimo piano capii l’intenzione di Liam .Per qualche strana ragione, voleva salire sul terrazzo del college.
<< No Liam, non possiamo stare qui. Se ci beccano ci sospendono >>
<< Stai tranquillo, non ci sospende nessuno. >>

Aprì la porta e lo spettacolo che mi si parò difronte valeva tutte le sospensioni del mondo. Si vedeva tutto il paesaggio e il cielo era una meraviglia. Liam si stese per terra e fece segno di stendermi vicino a lui.
<< Le stelle sono di tuo gradimento stasera, principessa? >>

Gli tirai un pugno leggero sul braccio e mi stesi vicino a lui. Era sempre stato il mio sogno vedere le stelle senza le luci e i rumori della città caotica e ora era tutto perfetto. Non potevo credere che Liam mi avesse portato in un posto del genere. Neanche nei miei  più grandi sogni succedeva una cosa simile.
<< Come fai a sapere che mi piace guardare le stelle? >>

Non mi ricordavo di aver mai raccontato qualcosa del genere a qualcuno che non fosse mia sorella.
<< Mentre eri ubriaco fradicio mi hai confessato questo segreto >>
Dopo qualche minuto di silenzio, Liam si avvicinò e iniziò a baciarmi il collo. Mi avvicinai anche io per approfondire  quel contatto, non sapevo cosa fare, era tutto nuovo per me. Iniziai a toccargli il braccio per poi passare al petto, gli addominali per poi fermarmi. Non sapevo se andare avanti, anzi non sapevo neanche come andare avanti. Lo guardai negli occhi e lui mi sorrise.

<< Stasera lascia fare a me >>

Era la prima volta che qualcuno mi toccava in quel modo. Neanche una ragazza aveva osato spingersi così tanto. E mentre guardavo Liam in tutta la sua bellezza, mi resi conto che tutto quello che volevo era lui .
 

 








Ok, non so perchè ho deciso di pubblicare questa prima parte. 
Fatemi sapere se la storia vi piace o no, se devo cambiare qualcosa ecc..

Ciao, alla prossima parte. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: liamnzayn