Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Sagittarius Michele    09/03/2009    1 recensioni
"Mi chiamo Saori Kido, e frequento il secondo anno alla scuola media St. Charles. Fino a poco tempo fa la mia vita era, tutto sommato, noiosa. Ma da quando ho conosciuto "veramente" Seiya ed il professor Aiolos, mi sono ritrovata coinvolta in una serie di eventi di proporzioni colossali. Io sono Atena. E questa è la mia battaglia." la Guerra Sacra del '900 contro Ade ed i suoi spettri riscritta in versione scolastica: le peripezie di una dea inesperta e dei suoi quattro (più uno) difensori, a cavallo tra i banchi di scuola ed il mondo dei Saints. La mia prima fan fiction ^^. Qualche - leggero - OOC ^^""
Genere: Commedia, Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Essere Atena. – Stage 1

C’erano delle voci. Tante voci sovrapposte, un baccano assordante…. Lentamente, le voci iniziarono a placarsi, e a divenire distinguibili.
“Siete sicuro che stia bene? Insomma, ha un colorito così pallido…”
la prima voce era certamente quella di Seiya. Una voce forte, decisa, di quelle che ti restano impresse nella mente.
“Seiya, Il tuo interesse è certamente una cosa lodevole, ma ormai questa è la ventesima volta che mi chiedi come sta.” la seconda voce era invece matura e posata, segnata dall'esperienza e carica di quello che, a tutti gli effetti, era definibile come "spirito paterno".
“Be’… dopo tutta la fatica che ho fatto per salvarla, non vorrei che si  sentisse male per così poco... mi ha fatto prendere un colpo vederla collassare così all'improvviso.”
“Devi considerare che l'abbiamo salvata appena in tempo. Ed il suo svenimento è inoltre comprensibile. Non credo che abbia retto alle rivelazioni di mio fratello” disse qualcun altro, ridendo. La terza voce era già più complicata da descrivere. Apparentemente, sembrava la voce tipica di un ragazzo forte e ribelle, di una persona che non ha paura di niente. Ma c'era un tocco di maturità a segnarla, a renderla diversa, a renderla più umana di quanto già non fosse. Una voce complessa, su questo non c'erano dubbi.
“Tra un po’ ricomincerà a riprendere conoscenza. Certo, ha vissuto una mezz’ora intensa. E, oltretutto, la ferita sul collo non è certo un dettaglio trascurabile.” La seconda voce sembrava preoccupata.
“Ho cercato di fare del mio meglio, ma non sono ancora pratico nelle medicazioni. Sommo Aiolia, non è che voi potreste insegnarmi qualcosa?”
“Non sono certo io la persona più adatta a cui rivolgerti – rispose Aiolia, la terza voce – E poi, se non si è portati per la medicina, non è il caso di cimentarsi in questo genere di cose.”
“Se posso permettermi, tentare non costa nulla. Ogni Cavaliere che si rispetti dovrebbe avere un minimo di conoscenza nel campo delle medicazioni, no?”
“Shhh! - lo interruppe Aiolos – si sta per svegliare. Seiya, Aiola, andate fuori. Qui ci penso io.”
“Cerca di essere delicato, fratello. Un secondo svenimento ci farebbe perdere ancora più tempo.” disse Aiolia, allontanandosi.

***
A Saori faceva male la testa.
“Che confusione... si può sapere cosa sta succedendo?”
La ragazza aprì gli occhi, distesa su un letto. Seduto su una sedia poco distante, Aiolos la fissava, risollevandosi vedendola aprire gli occhi.
“Ti sei ripresa, finalmente... nonostante le medicazioni, la ferita sul collo non si era del tutto rimarginata... è per questo che sei svenuta non appena hai messo piede a terra. Ti conviene restare a letto.” disse Aiolos, mentre la aiutava a sedersi, appoggiandole un cuscino dietro alla schiena. Le porse quindi un bicchiere d'acqua, che la ragazzina accettò senza dire nulla, per poi berne il contenuto tutto d'un fiato.
“Grazie mille, professore” mormorò Saori, restituendogli il bicchiere.
“Se non altro, lo shock non ti ha tolto la voce – disse Aiolos, sorridendo – Sei confusa, e posso capirlo, ma, se non altro, stai bene. Ho curato la ferita, ora non dovresti più provare alcun tipo di fastidio.” Il collo della ragazza era nuovamente liscio e candido, senza più alcun taglio o abrasione.
Saori lo fissò. In silenzio. Parlare o tacere? Lasciare che i dubbi, le domande e le grida scorressero attraverso la sua bocca o aspettare? Prese, d'istinto, la decisione che riteneva più opportuna.
“Scusi l'indelicatezza, ma... Lei come ha fatto a curarmi? Chi era quel ragazzo, e perché Seiya sa saltare di tetto in tetto? Cosa ha fatto prima il professor Aiolia, Chi è Atena e cos'è il Santuario, ma sopratutto... chi è lei veramente?”
sette domande in poco più di cinque secondi. Aiolos sembrò ripassare mentalmente un discorso, prima di iniziare a parlare.
“È una lunga storia. Eoni ed eoni fa, alcuni uomini riuscirono a ricreare dentro di loro la forza creatrice che aveva dato vita all’Universo, diventando ciò che noi siamo soliti definire “divinità”. Anche se ormai nessuno potrebbe ripetere quell’impresa, pochi soggetti con peculiari caratteristiche possiedono tuttora una forza molti simile a quella dei primi dei, anche se molto più piccola. Questi uomini pongono tale forza, comunemente chiamata “cosmo”, al servizio della pace e della giustizia sulla Terra, offrendosi con abnegazione e spirito di sacrificio ad Atena, dea della giustizia e custode del pianeta. Ella difende il nostro mondo dalle mire di conquista delle altre divinità. Periodicamente, Atena scende in Terra sotto le spoglie di una ragazza, pronta a guidare i coraggiosi uomini che con lei rinascono portando con loro la forza del Cosmo. Tali uomini prendendo il nome di Cavalieri di Atena, e anche io, Aiolos, anni fa divenni Cavaliere del Sagittario, e solo ora mi presento davanti a colei che guiderà me e tutti gli altri guerrieri alla vittoria: Atena, al secolo Saori Kido.”
La ragazza rifletté in silenzio per qualche secondo.“Ammettiamo che tutto ciò sia vero.”
decisamente, un esordio infelice. Ma, se non altro, portato avanti con un minimo di tatto. La reazione di Aiolos sarebbe stata ben diversa se Saori, con un ghigno, avesse detto qualcosa come “che storiella divertente! Ora raccontami come stanno veramente le cose.”
“Io, in quanto Atena, dovrei impegnarmi con lei, Ogawara ed il professor Aiolia – perché è ormai palese che anche loro non sono delle persone “normali” – per portare la giustizia e la pace nel mondo in nome di Atena, impedendo ad altre divinità di conquistare la Terra? è... è una specie di torneo ad eliminazione, chi vince si tiene il mondo.”
“No, temo che tu non abbia capito – disse Aiolos, interrompendola – Atena e i suoi Cavalieri non combattono per ottenere il controllo sul mondo, ma di impedire l’annientamento della vita sulla Terra per opera di Ade, signore degli Inferi e nemico di Atena fin dai tempi del mito.”
“Quindi, Atena deve combattere contro Ade per far sì che la vita sulla Terra non venga annientata, e per far ciò si serve di un esercito di ottantotto guerrieri. Senza alcun trofeo in palio, eccetto la soddisfazione di non aver reso la terra una sorta di “impero del male cosmico”. Giusto?”
“A grandi linee, si può dire di si.”
Saori si fermò nuovamente a riflettere. “Una sorta di videogioco. Un enorme, scintillante erre-pi-gi nella vita reale. Affascinante, ma leggermente “semplicistico”. Insomma, ritengo assai presuntuoso il credere di combattere per una causa che si da per scontato essere giusta, contro persone che, a prescindere, vengono bollate come “pericolosi malvagi da annientare”. E, oltretutto, il fatto che la causa del bene sia posta nelle mani di una ragazzina quattordicenne, che di certo non può sapere ciò che è veramente giusto o sbagliato, mi sembra altrettanto azzardato, per non dire totalmente illogico.”
Aiolos sorrise. “Proprio perché Atena è una ragazzina, e come tale non dà per scontata o assolutamente giusta ogni sua decisione, essa è la sola che potrebbe allontanare dalla Terra la minaccia di un tiranno, il cui scopo è oscurare questo mondo nel gelo di un eclissi eterna. Proprio perché, nel suo essere umana, nelle sue debolezze e nelle sue indecisioni, sa trovare la forza per far splendere il suo divino cosmo in difesa di questo pianeta e dei suoi abitanti.”
“Anche volendo, io non so se potrei essere adatta a fare tutto questo…” Saori era ancora – legittimamente - dubbiosa.
Aiolos riprese a parlare “Considerata la foga con cui ti accanisci con chi ruba i croissant. Presumo che darai filo da torcere a chi vorrà strapparti via la Terra – e la vita – dalle mani. Tu sei una ragazza speciale. Quando nascesti ai piedi della statua di Atena al Santuario…”
Saori non diede ad Aiolos il tempo di rispondere. Aveva toccato – volontariamente? - un nervo scoperto.
“Mmh… credo che tu ti stia sbagliando. Su tutta la linea. Io non sono adatta ad essere Atena. E sono nata in un ospedale, da due genitori normali, non ai piedi di una statua.”
“Ah. – Aiolos sembrava leggermente accigliato – quindi, il vecchio non ti ha detto nulla? Non avendo ancora ricevuto Nike  mi aspettavo di coglierti impreparata alla tua missione, ma non ti credevo ignara della verità. In fondo, era lecito supporre che ti avesse nascosto tutto. Ma ora che è morto, è giusto che tu sappia: i tuoi genitori non sono morti in un incidente stradale, su un aereo o su una nave affondata chissà dove. Venisti in terra al santuario, ai piedi della statua di Atena. Io, tredici anni fa, ti portai via dalla terra di Grecia per salvarti dalle mire di conquista di Saga dei Gemelli. Incontrai Mitsumasa Kido, ed è grazie a lui che riuscii a salvarmi, e a dare il via alla costruzione di questo Santuario.”
Saori era livida.
“Tu stai... tu stai mentendo. Queste non sono altro che menzogne. Non è vero. Tutto questo non è vero.”
“Non negare l’evidenza – disse Aiolos, improvvisamente serio – tu lo hai sempre saputo, hai sempre sentito che il legame che c’era tra te ed il signor Kido non era dettato dal sangue. Poiché tu lo sentivi… tu sentivi il tuo cosmo che ti spingeva lontano, che spingeva i tuoi pensieri alla terra di Grecia, al Santuario… alla tua vera casa!”
“BASTA!” Saori si alzò dal letto e, rapida, si allontanò dal professore.
“Non… non è vero, io… io non sono… io non sono Atena! Non posso essere Atena! Sono Saori Kido, nipote di Mitsumasa Kido!” corse fuori dalla stanza, lungo il corridoio.. e poi uscì fuori, all’aria aperta. Voleva poter dimenticare tutto, voleva svegliarsi nel suo letto, come ogni giorno… “Non è vero, non è vero, non è vero…” la sua vita, le sue certezze, tutto era crollato in pochi minuti. Sapeva bene che le parole di Aiolos non avevano alcun senso. Ma avevano insinuato in lei il dubbio. Un dubbio lacerante, che non aveva modo di verificare: colui che forse avrebbe potuto non essere suo nonno era morto da anni, e non c’era nessuno che avrebbe potuto aiutarla…
la ragazzina si fermò, stremata, su una panchina poco distante. Che stupida... era scappata senza nemmeno prendere le scarpe, e le sue calze erano ormai del tutto rovinate. Se non avesse avuto la certezza che il tempo si sarebbe mantenuto bello per i giorni seguenti, si sarebbe aspettata pure un temporale improvviso, giusto per rendere l'atmosfera ancora più deprimente.
Dopo pochi minuti il panico e la paura, lentamente, iniziarono a dissiparsi.
Ma il dubbio restava. E non c'era modo di verificarlo.
Forse avrebbe potuto chiedere al vecchio domestico di villa Kido… Tatsumi, si chiamava così.
“Certo, chiamarlo sarebbe proprio una mossa intelligente – pensò sarcastica la ragazza – non ho mai sopportato i suoi modi quando ero piccola, e da quando vivo negli alloggi studenteschi non gli ho più nemmeno rivolto la parola… ovviamente, se gli venissi a dire “scusa, il mio professore di educazione fisica sostiene che io sono la reincarnazione di Atena, e il nonno in realtà non è mio nonno. Non è che ne sai qualcosa?” mi prenderebbe per pazza. Non me lo direbbe certo, ma lo penserebbe comunque.” Si fermò. Non sapeva nemmeno in che parte del distretto scolastico si trovasse.
Stanca di stare seduta senza far niente, la ragazzina ricominciò a girovagare senza meta, tra i palazzi e le scuole. Cercava di dare nell'occhio il meno possibile, ma il fatto di essere senza scarpe e l'aspetto da derelitta non la aiutavano.
Si fermò in un piccolo spiazzo, circondato da vecchi edifici. Di nuovo, di sedette su una panchina ormai malridotta dal tempo e dalle angherie di qualche vandalo. Il campanile della chiesa lì vicino batteva pigramente le cinque del pomeriggio. “Già le cinque… certo che è volato il tempo… sono già… ODDIO LE CINQUE!” alzandosi di scatto, Saori si rese conto che, con tutta probabilità, Shaina era rimasta ad aspettarla nella piazza centrale già da un'ora. Saori cercò lo zaino per trovare il cellulare, ma realizzò che quello era rimasto in giardino, fin dalla pausa pranzo. “Devo andare a riprenderlo! No, prima devo andare da Shaina ed avvisarla! No, devo riuscire a trovare un paio di scarpe!” la ragazza, in preda al panico, iniziò a correre a perdifiato lungo quella che, con tutta probabilità, l’avrebbe – forse – condotta “vicino” alla piazza centrale. L’orientamento non era mai stato il suo forte.

*fine del capitolo 3

Note (ovvero “l'angolo dell'autore”)
E va bene, lo ammetto: ho altri 8 capitoli già scritti da almeno qualche settimana, ma non dovrei revisionare e pubblicare senza prima aver finito il capitolo attualmente in scrittura.
 Peccato solo che la gita scolastica (Parigi *ç*) sia più incombente che mai, e, ovviamente, tutti i professori bramino dalla voglia di mettere più voti possibili prima che il fischio del treno segni l'inizio di una settimana di pacchia (forse.) Quindi, finché il capitolo 12 non sarà terminato, mi auto-imporrò di non postare il secondo stage di “essere Atena” e, conseguentemente, non si saprà se Saori troverà o meno un paio di scarpe XD
Parlando d'altro, in questo capitolo ci sono due (o più ?) cose su cui vorrei riflettere un secondo:
la questione delle voci .
Chiunque, come me, sia un appassionato di voci di corridoio dovrebbe aver capito a cosa mi riferisco. Ma tanto è una pura coincidenza, sappiatelo, anche perché non sono il tipo a cui piacciono quel genere di discussioni. La cosa divertente è che il parallelo mi è venuto in mente mentre rivedevo il capitolo, con conseguente generazione di paranoie ^^”
Saori
Ci sono alcune cose che, per un motivo o per l'altro, non ho mai capito e/o sopportato all'interno di Saint Seiya. Il fatto che Atena passi improvvisamente dalla modalità “spoiled princess” alla “verginea presenza che adora sacrificare sé stessa per il bene dell'umanità” è un po' disarmante. Nella serie animata si è tentato di giustificare la cosa con il famoso “discorso del planetario”, ma l'idea di rivedere Mitsumasa come fantasma non  è proprio il massimo, vero?
Anche il fatto che lei non prenda il possesso di un “corpo ospite” (come fanno le altre divinità), ma si reincarni direttamente non è un dettaglio da sottovalutare. Tuttavia, se lei, in quanto reincarnazione di Atena, conoscesse già “automaticamente” il suo ruolo e la sua missione, come sarebbe possibile giustificare, che ne so, le cavalcate di Saori su Jabu in tenera età? XD Una dea non farebbe certe cose. Stesso discorso per Sasha. Se in lei fosse stata presente fin da subito la coscienza di Atena, avrebbe fatto *qualcosa* di utile per proteggere Aron, esattamente come detto da PornoPandora.
È una questione complicata, che non potevo certo ignorare. Come penso si sia già capito, ritengo che parte della coscienza dell'essere Atena dipenda non solo dall'educazione ricevute dalla reincarnazione di turno, ma anche della presenza o meno di Nike (aka la splendida "pala per la pizza" che noi tutti amiamo). È una cosa triste, ma è l'unico espediente in grado di giustificare un così radicale cambiamento negli atteggiamenti e nei modi di Atena.

Ma non preoccupatevi. Se c'è una cosa che non vedrete in questa fan fiction, di sicuro sarà la “verginea presenza che adora sacrificare sé stessa per il bene dell'umanità”. Il mio sogno è un'Atena pseudo-tsundere *_*

Santo cielo, quanto ho scritto o_o e pensare che non ho ancora finito, anche perché devo ancora rispondere ai commenti ^o^

@ Rain e Ren:  intanto, scusatemi per il ritardo >.<” grazie per i complimenti, cercherò di portare avanti la storia il più regolarmente possibile ;-P

@ Gufo_Tave:  allora, intanto grazie ^^ le armature ci saranno (ovviamente), ma arriveranno con molta, molta calma e con relative delucidazioni in merito. Sul discorso dell'OOC, hai, ancora una volta, ragione ^^” su Saori penso di aver già parlato abbastanza – difatti ho aggiunto una piccola postilla alla descrizione – ma vorrei spendere due parole su Seiya: generalmente lo si tende ad identificare con il guerriero devoto alla usa dea, spinto da un'incredibile testardaggine ed un'estrema fedeltà agli ideali di pace e giustizia che trovano personificazione in Atena. Tuttavia, questa caratterizzazione è ben diversa da quella che il personaggio presentava all'inizio della storia (almeno nel manga): il semplice fatto che provi più volte a scappare dal Santuario, ed il modo abbastanza brusco con cui si rivolge inizialmente a Saori o a Marin indicano un lato tendenzialmente poco rispettoso dell'autorità, e più votato al raggiungimento dei propri fini personali (trovare la sorella). Tale lato andrà giustamente scomparendo con il proseguire della storia, ma vi sono delle tappe ben precise che segnano tale maturazione. Certamente, nella fanfiction Seiya imparerà a rispettare e a credere in Atena, ma – se possibile – cercherò di fare tutto ciò che è in mio potere per rendere la loro relazione anche solo minimamente interessante.
  
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