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Autore: gaccia    29/12/2015    18 recensioni
Sono la figlia di Ron Weasley e Hermione Granger, salvatori del mondo magico. Ho una famiglia numerosa e tutta con la voglia di avventura.
Solo perché non sono loro a essere in pericolo di vita! Il mio ragazzo, Scorpius Malfoy, rischiava di morire ma siamo riusciti a sconfiggere la maledizione. Lui mi ha regalato l'anello di famiglia, io credevo fosse per fidanzarsi ma non si toglie più. Adesso abbiamo solo un anno per scoprire come liberarci di questo anello oppure ci dovremo sposare, pena la morte. Sono troppo giovane per sposarmi! Non sono neanche incinta!
Sono Rose Weasley e questa è la mia storia.
SEQUEL de “LA PUNIZIONE DI SCORPIUS MALFOY”.
Genere: Commedia, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'i trasformisti'
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Sono tornata!

Abbastanza veloce secondo il mio giudizio!

Non ho un banner da inserire e questo spiace. Chiunque voglia cimentarsi è ben accetto. Un qualcosa con Scopius e Rose e un castello sullo sfondo sarebbe perfetto.

Spero che questa nuova storia vi piaccia.

Prima di tutto la formula di rito: dichiaro che i personaggi e i riferimenti diretti alla saga di Harry Potter sono di proprietà della signora Rowling e che questa storia è scritta senza fini di lucro.

Fatto il misfatto, vi lascio al capitolo 1. BUONA LETTURA!

 

---ooOoo---

 

Il due giugno era arrivato così veloce da lasciarmi tramortita.

Non ebbi grande percezione del passare del tempo. Io e Daisy ci preparammo in fretta per la colazione e subito dopo eravamo intente a vestirci per la cerimonia dei diploma dei M.A.G.O.

Ma non era per questo che ero agitata. Oggi sarei stata presentata ufficialmente ai signori Malfoy, i genitori di Scorpius.

Avevo già avvisato mamma e papà, che sarebbe accaduto qualche cosa di importante oggi e mia madre, da quella persona intuitiva che era, mi aveva risposto che era felice per me e Scorpius, che l'aveva apprezzato durante le vacanze di Natale e non aveva niente in contrario, e, soprattutto, che avrebbe convinto anche mio padre.

Quando Scorpius venne chiamato dalla preside per la consegna del diploma, sentii applaudire tutti i miei cugini, come se fosse uno della famiglia e questo mi allargò il cuore. Era stato accettato come uno di noi, inglobato nel nostro amore. Sorrisi e fischiai come mi aveva insegnato Fred, facendo sghignazzare Zabini che era seduto accanto a me.

«Weasley, non pensavo che potessi comportarti come un troll di montagna. Anche il mio elfo domestico non fischia in quel modo» disse ridendo.

Mi avesse apostrofato in quel modo l'anno scorso, mi sarei offesa a morte, ma oggi sapevo che la sua era solo una vena ironica che doveva essere interpretata nel modo giusto. Perché lui era un vero amico e non avrebbe mai offeso intenzionalmente qualcuno che amava. Sapevo che per lui ero una appendice del suo grande amico Scorpius, ma mi rispettava come io rispettavo lui.

«Tutta invidia la tua, Zabini» risposi e lui, in tutta risposta, mise due dita in bocca e fece un fischio di gran lunga più potente del mio, per poi strizzarmi l'occhio.

«Anche io so comportarmi in modo disdicevole».

«Devo allenarmi, non posso farmi battere da un damerino quasi effeminato» risposi.

«Il tuo ragazzo è più effeminato di te in questo caso. Non ha mai imparato a fischiare. Dovresti dargli delle lezioni. Ho sempre pensato che fosse utile per richiamare qualcuno a distanza» ghignò.

«Me non di sicuro».

«Albus Severus Potter» chiamò la preside e mi spellai le mani nell'applaudire il mio cugino preferito.

Pochi altri nominativi ed ecco che arrivò al mio. La preside McGranitt mi tese la mano e la strinse, consegnandomi la pergamena con il diploma con l'altra.

Sentii applaudire Scorpius. Era il più rumoroso della platea, ed era un bel risultato se messo in confronto alla mia numerosa famiglia che faceva il tifo per me.

 

Dopo la commemorazione alla lapide del grande mago Silente, l'uomo del quale mio cugino portava il nome, ci fermammo a gruppetti a chiacchierare sul prato antistante il castello.

I miei genitori parlavano dei loro trascorsi nella scuola, tirando fuori aneddoti vecchi di secoli e ridendoci ancora sopra. Quante volte avevo sentito parlare del pugno che mia madre aveva tirato sul naso del signor Malfoy. In una scala da uno a dieci, avrei detto undici. Speravo che il padre di Draco non se lo ricordasse e che neanche i miei genitori ne facessero menzione.

«Mi spieghi perché Scorpius Malfoy continua a guardare da questa parte? Ti avevo detto di stare attenta a Natale» sbottò papà, all'ennesima volta che sorridevo al mio amore da lontano.

«Ron, credo che nostra figlia abbia una... amicizia speciale con Scorpius. E a Natale si è comportato bene» gli fece notare la mamma.

«Oh, sì. Scorpius è davvero bravo. Studia legismagia, vuole entrare nel Wizengamot» dissi. Sapevo che questo era il tasto giusto con mia madre. Cultura e ambizione. Abbinamento vincente. «Ed è un ottimo cacciatore a quidditch. Pensa che è grazie a lui se abbiamo vinto la partita contro Corvonero. Così abbiamo vinto la coppa» ricordai rivolgendomi a papà, ma con lui era più difficile distrarlo dal cognome ingombrante che portava il mio ragazzo.

«Io devo ancora capire come ha fatto un Malfoy a entrare in Grifondoro» borbottò.

«Papà, per favore. È diventato amico di tutti, in famiglia. Mi vuole bene, mi rispetta e mi supporta. Stiamo insieme, non è una cosa brutta». Spiattellai la verità e sperai che mio padre non subisse un contraccolpo troppo duro da sopportare.

Nonostante l'esposizione brutale, mio padre mi guardò senza variare il suo cipiglio, neanche di una virgola. «Mi hai preso per scemo? Oltre ai commenti a mezzi denti di tua madre, tuo fratello, Harry, Ginny e George, credi davvero che non abbia gli occhi per vedere e il cuore per capire? Sei la mia bambina. Non sarò un'aquila come tua madre, ma ad alcune cose ci arrivo pure io».

Abbassai gli occhi imbarazzata. Avevo pensato che mio padre non capisse e invece lui mi aveva dato più fiducia di quanto meritassi.

«Rose, io e tuo padre ne abbiamo parlato e siamo d'accordo di darvi credito» intervenne mia madre.

«Poi c'è sempre la possibilità che vi stanchiate, litighiate o tu ti accorgi che lui è una ameba e scegli qualche campione di quidditch che regali al tuo vecchio un abbonamento in tribuna per tutte le partite del campionato. Cambierei anche squadra a cui fare il tifo, per farti piacere» terminò papà facendomi ridere fino alle lacrime.

 

Quando vidi camminare verso di me la famiglia Malfoy, più tardi, la mia agitazione era tornata alle stelle. I miei genitori stavano chiacchierando con i Potter e i Paciock, ma appena videro il gruppetto mi si avvicinarono come a darmi sostegno. Era bello sentirsi così protetta.

Scorpius si mise al mio fianco e cominciò a parlare con voce chiara, come se fosse la persona più calma del mondo. Non fosse stato per la sua mano che agitava le dita lungo il fianco, ci avrei creduto. «Mamma, papà, volevo presentarvi la mia ragazza, Rose Weasley». Un annuncio così ufficiale mi fece arrossire un poco.

«Piacere, signori Malfoy» dissi tendendo la mano destra e sollevando la sinistra.

La signora Malfoy mi fece un sorriso che ebbe il potere di farmi rilassare. «Sono felicissima di conoscerti. Chiamami Astoria».

I miei genitori erano silenziosi e guardavano attenti quello che stava accadendo. Papà non sembrava tanto felice, ma era solo una posa per spingere Scorpius a comportarsi bene.

Quasi mi spaventai invece, per il signor Malfoy. Mi ero sempre immaginata i purosangue come persone fini, quasi distaccate dai sentimenti umani, invece lui si avventò sulla mia mano sinistra e la sollevò sino a quando un raggio di sole fece brillare l'anello che Scorpius mi aveva regalato.

«Dimmi che non è come penso» disse quasi implorando. «Dimmi che non è il nostro anello ma solo una imitazione». Sembrava spaventato.

«Certo che è il nostro anello, perché avrei dovuto regalarle una imitazione?».

«Che succede, Malfoy? Non ti va bene mia figlia? Guarda che non sono felice neanche io, se è per quello» intervenne mio padre con cipiglio scuro.

«Non mi riferivo a questo, Weasley. Tua figlia sembra un’ottima ragazza e se ha preso l’intelligenza della madre e la tua… fortuna, direi che mio figlio non poteva trovare di meglio. Il problema è l’anello!». Il fatto che facesse complimenti ai Weasley, lasciò interdetti i miei genitori ma a me fece un enorme piacere. Aveva una buona opinione, era un buon punto da cui partire per una accettazione completa.

Poi mamma si riscosse. «Cosa intendi dire?».

«Quando lo hai donato a Rose?» chiese direttamente.

«Alla fine di aprile. Perché?».

«Perché ti rimangono meno di undici mesi per sposarla oppure morirete tutti e due» annunciò lugubre il signor Malfoy.

«Cosa?» sbottò mio padre. «Rose, togliti subito quell’anello!».

«E’ questo il problema, papà. Non riesco a toglierlo, è come incollato alla pelle».

«Ti avevo scritto che era depositario di una magia antica. Che era un contratto. Cosa hai nella testa?» accusò il padre del mio ragazzo.

Cosa? Lui sapeva che era intriso di una antica magia e mi ha infilato ugualmente l'anello al dito? Ma era scemo?

«Ti sembra che dirmi che è il simbolo della nostra famiglia e che è depositario di magia, sia chiarificatore del fatto che non dovevo donarlo a nessuna ragazza? Cosa ti costava essere più esplicito?» ribatté arrabbiato Scorpius. In effetti...

«Okay, stiamo calmi. Cosa dobbiamo fare per liberarci?» chiesi. Inutile darsi la colpa, meglio trovare la soluzione.

«Sposarvi in fretta è l’unico sistema per salvarvi la vita» rispose suo padre.

«Ma io non voglio sposarmi. Non ancora, sono troppo giovane. Devo ancora specializzarmi, trovare un lavoro e poi mi sposerò» protestai. Non che non lo amassi o non volessi passare la mia vita con lui, ma prima c'era la specializzazione come guaritore e poi il lavoro e magari la convivenza. A ben pensarci la convivenza era una sua idea! Il nostro era un programma di almeno cinque anni. Ora tutto si riduceva a dieci mesi!

«Tesoro, ti capisco, ma qui ne va della tua vita» cercò di farla ragionare mia madre.

Non ascoltai neanche e mi voltai verso Scorpius. «Io ti amo e voglio sposarti. Ti sposerei anche subito ma non per obbligo. Il fatto di avere una spada di damocle sulla testa mi rende odioso questo passo… mi capisci?».

Lui mi guardò un lungo attimo con gli occhi sgranati e smarriti. Non volevo che dubitasse di me, non volevo che pensasse che gli voltavo le spalle alla prima difficoltà. Avevo paura che mi odiasse e che pensasse che non lo volevo più. Quando mi rispose, invece, fu come se mi togliessero dal cuore un quintale di peso. Avrei voluto baciarlo, lì, davanti ai nostri genitori.

«Sì. Ti capisco perché anche io penso la stessa cosa».

«Da quando le hai dato l’anello, non avete provato a fare sesso. Vero?» chiese suo padre. Merlino! Come si permetteva di fare certe domande?

«Papà!» sbottò arrossendo come me. Parlare di queste cose davanti ai genitori era la cosa più imbarazzante di questo mondo.

«Allora ti avviso subito di non provarci. Questo anello serve a tenere pura e incontaminata la sposa sino al matrimonio» spiegò lui.

«Beh, questa è una buona notizia» borbottò papà.

«Fammi indovinare, se provo a stare con Rose, ci rimango secco?» e vedendo lui annuire, quasi mi venne da ridere. Era qualcosa di comico e surreale. «La storia della mia vita! Rose, togli subito quell’anello!» sbottò. Inutilmente oltretutto.

Eppure, neanche un secondo dopo, tutta la gravità della situazione mi piombò addosso annichilendomi. Non era possibile. Ancora una volta le nostre vite erano appese a un filo. A un lasso di tempo determinato e con delle condizioni. Era allucinante.

«Mi sembra di impazzire. È tutto l’anno che dobbiamo lottare contro il tempo per salvarti la vita e adesso ci ricadiamo di nuovo». Mi tirai i capelli dalla frustrazione e Scorpius si affrettò ad abbracciarmi. Ne avevo bisogno. Avevo bisogno di qualcuno che mi ancorasse a terra.

«Ce la caveremo anche in questo caso» mi rassicurò, ma non lo ascoltai più di tanto.

«Come fai a dirlo? Per salvarci dobbiamo sposarci, anche se non vogliamo. E se smettessimo di amarci? Nel nostro mondo non puoi semplicemente dire ‘tanto c’è il divorzio’. Non siamo babbani» urlai cominciando a piangere sulla sua spalla.

«Rose, risolveremo questo problema. Cercheremo una soluzione, anche a costo di distruggere l’anello e la magia contenuta. Rivolterò Malfoy Manor per trovare un rimedio. Ti prego… non piangere, amore» mi implorò. «Tu sei forte. Sei la mia roccia, non ti sgretolare adesso. Insieme possiamo farcela».

Prese il mio volto tra le mani e mi asciugò le lacrime con i pollici, prima di baciarmi davanti ai nostri genitori, come se fossimo soli.

Sentivo che anche lui era sconvolto e angosciato. Era spaventato, soprattutto di avermi messo in questo guaio, cosa di cui non lo accusavo minimamente. Non era stata colpa sua. Era stato un incidente. Ero sicura di amarlo tanto quanto lui amava me, altrimenti la maledizione non si sarebbe spezzata. Era solo che l'obbligo del matrimonio...

Dopo alcuni istanti gettai le braccia al collo giocando con i suoi riccioli che adoravo e rispondendo al suo bacio con tutta la passione che sentivo.

«Ehm… ragazzi? Non qui…» disse a voce bassa la mamma.

Lentamente mi staccai e cercai di sorridere. «D’accordo. Proveremo a cercare una soluzione e se non la trovassimo ci sposeremo entro aprile dell’anno prossimo» annunciai.

«Promesso» confermò stringendomi ancora.

«Per essere delle presentazioni ufficiali, sono state decisamente movimentate, miseriaccia!» esclamò mio padre facendomi sorridere ancora di più.

Rimasi piacevolmente sorpresa quando lo vidi tendere la mano verso il padre di Scorpius e stringendola. Le due mamme, invece, iniziarono, con mio sommo orrore, a confabulare sulla cerimonia.

 

Io e Scorpius ci allontanammo, mano nella mano, avvicinandoci alla lapide di Silente.

«Pensi davvero che ce la faremo?».

«I soli due problemi saranno capire se dovremo sposarci e se io riuscirò a tenermi lontano da te fino a che non ti toglierai quell’anello» replicò.

«E’ il secondo quello che ti secca di più».

Nonostante mi fossi offerta, lui non ne aveva approfittato e non avevamo ancora fatto l'amore. Adesso avremmo dovuto sposarci oppure spezzare la magia dell'anello, altrimenti potevo scordarmi di fare sesso con lui. Il fatto che lui non pensasse ad altro mi fece sorgere un sorrisino compiaciuto. Era bello sentirsi desiderata, ma anche io lo desideravo, porco Merlino!

Ridacchiò anche lui. «Puoi giurarci» e sigillò il nostro amore con un bacio.

L’indomani sarebbe iniziata una nuova avventura, ma per ora volevo godermi il mio ragazzo tra le braccia.

 

Visto che c'erano i nostri genitori, tornammo a casa con la metropolvere.

Per prima cosa, facemmo una sosta alla Tana, prima di spostarci a casa nostra nella periferia di Londra, accanto alla villetta degli altri nonni.

Nonna Molly aspettava tutti  i nipoti per festeggiare la fine della scuola con una pantagruelica cena. James, Fred jr e Dominique erano già stati reclutati per aiutare in casa e nel prato, così come tutti gli adulti che non si erano recati a Hogwarts per la cerimonia o alla stazione di King Cross per riprendere i bambini che tornavano a casa per le vacanze dopo tanti mesi lontano da casa.

Verso sera ci trovammo tutti sotto il tendone montato in giardino, con nonna Molly, zia Angelina, zia Ginny e, incredibile, zio Percy, che portavano a tavola le portate da servire.

«Albus, dimmi, quanto hai preso ai M.A.G.O.? Che cosa hai intenzione di fare adesso?» cominciò l'interrogatorio di rito, una volta che fummo tutti seduti.

Ricordavo che l'anno prima era toccato a James e Fred, subirlo. Mancava solo una luce fortissima in fronte e eravamo sistemati.

Erano state domande a raffica: quanto hai preso, cosa farai, che intenzione hai con la tale, hai intenzione di sposarti, vuoi dei figli, dove ti sistemerai.

«Non sono andato male, ma Rose è andata decisamente meglio di me». Brutto Albus para sedere! Aveva scaricato su di me la patata bollente.

Subito venni assalita.

«Rose, la mia bella bambina, quanto hai preso ai M.A.G.O.?» chiese nonna Molly. Sembrava di sentire l'eco della domanda fatta ad Albus.

«Di sicuro la nostra Rose avrà preso tutte E» sentii dire con voce orgogliosa il papà. Lui mi paragonava sempre alla mamma. Era stata dura cercare di emulare anche solo in parte la super intelligenza di mia madre e avevo dovuto subire diverse battute d'arresto ed arrendermi al fatto che io non ero lei. Ma me l'ero cavata. 

«Non proprio» risposi timidamente. Sentendo il silenzio attorno a me, continuai con più coraggio.

«Ho preso una O in pozioni e una O in Astronomia. Le altre ho preso tutte E. Non so se sarà sufficiente per entrare al San Mungo come tirocinante» sospirai. La O di pozioni mi tagliava un pochino fuori. Solo chi era davvero eccezionale poteva essere accettato al tirocinio. Quasi tutte le nostre malattie si curavano con le pozioni e se non ero più che esperta non avrei potuto intraprendere quella professione.

«Credo che per un tirocinio interno possa bastare. Ho letto che dovrai fare un esame supplementare alla fine dei corsi ma questo non ti escluderà a priori dal fare il guaritore» chiarì zia Audrey, che lavorava in direzione al San Mungo.

Anche Dominique, che aveva iniziato il tirocinio lì, due anni prima, confermò quello che era stato detto. «Infatti. Io dovrò sostenere un esame aggiuntivo di incantesimi e trasfigurazione per aver preso solo delle O ai M.A.G.O., quindi non preoccuparti».

«Se vuoi posso farti inserire in un corso per lavorare al Ministero» propose mia madre e zio Percy si offrì di avvallare la richiesta.

«Puoi anche provare con gli Auror come me e tuo padre. Saremmo felici di averti con noi» propose zio Harry, già orgoglioso che suo figlio James avesse seguito le sue orme. Sperava che anche Albus lo facesse, anche se io ritenevo che vi fossero grossi dubbi.

«E l’amore come va, Rose?» chiese zio George ghignando malefico.

I miei genitori si irrigidirono e io mi irritai davvero. Mio zio poteva anche stare zitto, visto che quello apriva un baratro di fatti spiacevoli da discutere così a cuor leggero.

«A meraviglia, ma le pene d’amore di Albus sono più divertenti da ascoltare» risposi fissando il mio cuginetto con un sorrisino sardonico. Chi la fa, l’aspetti!

«Oh, Albus, hai la fidanzata?» chiese subito nonna Molly, con gli occhi a cuoricino e sospiro da tormenta di neve.

«Ma… veramente…» balbettò lui diventando rosso.

Avevo visto lui e Alice darsi un bacio prima di partire per casa e, sebbene non fossero insieme da tanto più di me e Scorpius, anche loro potevano raccontare belle cosettine.

«Chi è la sfortunata?» chiese subito James.

«Ovvio che è Alice Paciock» rispose Roxy.

«Dovevate vedere quanto ci ha messo per chiederle di uscire!». Il tormento continuava. Quasi mi dispiaceva per lui… quasi. Questa era stata Lucy. Anche le seriose figlie di zio Percy si erano dimostrate delle vere peperine.

«Più che altro era divertente vederlo balbettare e diventare tutto rosso quando se la trovava davanti». Lily.

«Anche lei non scherzava». Hugo.

«Tra tutte e due potevano andare a fuoco». Molly jr.

«Ragazzi…» gemé Albus. Secondo me era tentato di sotterrarsi sotto il cespuglio di caprifoglio in fondo al giardino.

«Quindi… con Alice? E Neville non ha detto niente?» chiese sorridendo zia Ginny. Se possibile, Albus divenne ancora più rosso. «Ancora non lo sa».

«Dobbiamo invitarlo a casa nostra. Una bella rimpatriata con gli eroi della seconda guerra magica non sarebbe male» propose zio Harry cercando di non scoppiare a ridere.

Ormai tutti avevano capito lo stato confusionale in cui si trovava il mio cuginetto, e adesso anche io mi sentivo un po’ in colpa per aver scatenato questo tsunami.

 

All’improvviso zio George si alzò in piedi e chiese silenzio battendo la forchetta sul bicchiere.

«Gente! Così non va bene! Dovete capire quando bisogna fermarsi nello scherzo. Il ragazzo è al limite… non potete chiedergli anche se ha fatto sesso con la fanciulla!» rise mentre si scansava dalla linea di tiro di una pagnotta volante che Albus aveva lanciato.

«Zio!» urlò alzandosi con la bacchetta sguainata e iniziando a rincorrere George per il giardino e lanciando lampi di luce nel tentativo di colpirlo.

Tutti noi ridemmo a crepapelle, sino a scoppiare quando un incantesimo lo colpì e zio George si voltò mostrando una lunghissima proboscide al posto del suo nasone.

«Ti ha migliorato!» ululò papà asciugandosi le lacrime.

«Ragazzi, adesso basta! Sedetevi e mangiate… Angelina, cara, sistema tuo marito» fece nonna Molly, sospirando poi, «Per quello che riesci a fare nel sistemarlo» come se fosse senza speranza.

«E quella ragazza? Shaula che poi era Scorpius? Che fine ha fatto?» chiese nonno Arthur.

Caspita! Non si interessava mai a niente, guardava benevolo tutto il caos che aveva attorno. Si limitava a incantare gli oggetti babbani che poi mia madre e Percy sistemavano per evitare multe varie e ora? Se ne usciva con la storia che volevo tenere segreta?

Ma che palle!... pluffe!

«Scorpius non è più Shaula e adesso lui e Rose si sono fidanzati» riferì querulo Albus, mentre si riaccomodava sulla sua sedia a tavola.

Anche questa volta il silenzio fu assoluto, prima di esplodere in una gran cacofonia, dove nessuno capiva nulla.

Adesso sì che ero in un bel guaio. Come facevo a cavarmela? Avrei dovuto dire dell’anello?

Il dubbio me lo tolse direttamente mio padre. «Maledizione a tutti i Malfoy! La mia bambina è in pericolo e non sappiamo come toglierci dagli impicci!» sbottò arrabbiato, con la mamma che cercava di calmarlo, pur essendo agitata anche lei.

«Cosa intendi dire?» chiese subito zio Harry.

«Scorpius le ha dato l’anello della sua famiglia. Pensava fosse una specie di pegno d’amore, invece si è rivelato un contratto per un matrimonio. Se entro aprile Rose e Scorpius non si sposeranno, moriranno entrambi» rispose la mamma.

Attorno alla tavola si fece silenzio di colpo.

Io non osavo alzare lo sguardo, per paura di vedere solo la pietà nei loro occhi.

Dopo alcuni istanti, nonno Arthur sbottò. «Cosa sono quelle facce? Non siamo codardi, noi!», poi con voce più affettuosa, continuò «Rose, avete già un piano o vi sposerete subito?». Sembrava quasi avesse chiesto se c’era ancora della torta ed io risi.

Poco alla volta, tutti si misero a ridacchiare e alla fine l’allegria era ripristinata.

«Allora, Rose, dicci come è stare con Scorpius Malfoy. Se non ricordo male, aveva un bel personale a Natale» rimbeccò zio George, beccandosi uno scappellotto da sua moglie che borbottava qualcosa tipo ‘non cambierai mai’.

«Scorpius è molto dolce ed è più preoccupato del fatto di avermi messo in questa situazione incresciosa, più che non dovermi sposare per forza» risposi.

«E’ un bravo ragazzo. Me ne sono accorta a Natale che era giusto per te» intervenne nonna Molly con un gran sorriso.

«Cosa avete intenzione di fare?» chiese James a questo punto.

E forse era la domanda più giusta di tutta la serata.

«Vogliamo cercare una soluzione per togliere l’anello che adesso sembra incollato al mio dito. Così scioglieremo questa magia e potremo iniziare con la nostra vita. Pensavo di andare a consultare i testi della biblioteca magica di Diagon Alley e poi tornare a Hogwarts. Scorpius proverà a cercare al Manor e speriamo di trovare qualche cosa» terminai cercando di mostrarmi positiva.

«Se non trovate niente?» chiese allora zio Percy.

Quella domanda mi fece stringere lo stomaco in uno spasmo. Non avrei più mangiato quella sera.

«Io e Scorpius dovremo sposarci» risposi in un sospiro.

«Ma non ti piace l’idea? Non stai con lui perché vi amate?» chiese allora Dominique.

«Certo che ci amiamo. Non avremmo sconfitto la maledizione della strega assassina se non ci fossimo amati. Però questa cosa è diversa. Non sarebbe difficile sposarlo e lo farei anche volentieri. Il problema è l’obbligo. Sia lui che io siamo d’accordo che non ci piace questa costrizione. Potremmo sposarci anche subito, purché lo decidessimo noi, liberamente».

Alcune ragazze e zie fecero un gran sospiro da film romantico. Accidenti io rischiavo la pelle e le altre vedevano solo il lieto fine secondo il loro giudizio. Era mia la vita, miseriaccia!

Eravamo ancora in piena discussione, quando piombò su di noi il Apollo, il gufo di Scorpius che mi tese la zampetta per consegnarmi una lettera e ripartì immediatamente dopo che gli ebbi liberato gli artigli.

 

Amore,

ho trovato qualche cosa negli annali qui al Manor. Vieni il prima possibile.

Tuo Scorpius

 

Balzai subito in piedi. «Scorpius ha trovato qualche cosa al Manor. Vado subito da lui» annunciai e corsi al camino del salotto dei nonni. Presi una manciata di polvere e la gettai dicendo a voce alta «Malfoy Manor».

In un turbinio di cenere e polvere verde atterrai su un preziosissimo tappeto, inzaccherandolo.

Perfetto! La mia prima visita al maniero del mio ragazzo cominciava con una figuraccia!

 

---ooOoo---

Angolino mio:

eccoci qui alla fine del primo capitolo.

ho deciso che il titolo poteva anche andare bene come l’ultimo della prima storia. La condanna è un simpatico eufemismo.

In questa storia ho deciso di parlare dal punto di vista di Rose, salvo poi cambiare se mi sembrerà il caso.

Ho deciso anche chi sarà ad accompagnare i nostri eroi nella loro avventura. Ed ho steso una traccia.

Premetto che la storia sarà più corta della precedente. Sempre comunque un multiplo di cinque. Credo che 10 o 15 siano assicurati.

Non ho scritto molto in questi giorni, quindi, non avendo niente di pronto, posterò il prossimo capitolo tra una settimana.

Sono a disposizione per le domande che vorrete pormi

Non userò nick già inseriti nella “Punizione” salvo ripetere eventualmente lo stesso uso precedente. I nuovi recensori saranno inseriti dal prossimo capitolo.

Alla prossima

Baciotti

 

  
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