Sono
tornata!
Abbastanza
veloce secondo
il mio giudizio!
Non
ho un banner da
inserire e questo spiace. Chiunque voglia cimentarsi è ben
accetto. Un qualcosa
con Scopius e Rose e un castello sullo sfondo sarebbe perfetto.
Spero
che questa nuova
storia vi piaccia.
Prima
di tutto la formula
di rito: dichiaro che i personaggi e i riferimenti diretti alla saga di
Harry
Potter sono di proprietà della signora Rowling e che questa
storia è scritta
senza fini di lucro.
Fatto
il misfatto, vi
lascio al capitolo 1. BUONA LETTURA!
---ooOoo---
Il
due giugno era arrivato
così veloce da lasciarmi tramortita.
Non
ebbi grande percezione
del passare del tempo. Io e Daisy ci preparammo in fretta per la
colazione e
subito dopo eravamo intente a vestirci per la cerimonia dei diploma dei
M.A.G.O.
Ma
non era per questo che ero
agitata. Oggi sarei stata presentata ufficialmente ai signori Malfoy, i
genitori di Scorpius.
Avevo
già avvisato mamma e
papà, che sarebbe accaduto qualche cosa di importante oggi e
mia madre, da
quella persona intuitiva che era, mi aveva risposto che era felice per
me e
Scorpius, che l'aveva apprezzato durante le vacanze di Natale e non
aveva
niente in contrario, e, soprattutto, che avrebbe convinto anche mio
padre.
Quando
Scorpius venne
chiamato dalla preside per la consegna del diploma, sentii applaudire
tutti i
miei cugini, come se fosse uno della famiglia e questo mi
allargò il cuore. Era
stato accettato come uno di noi, inglobato nel nostro amore. Sorrisi e
fischiai
come mi aveva insegnato Fred, facendo sghignazzare Zabini che era
seduto
accanto a me.
«Weasley,
non pensavo che
potessi comportarti come un troll di montagna. Anche il mio elfo
domestico non
fischia in quel modo» disse ridendo.
Mi
avesse apostrofato in quel
modo l'anno scorso, mi sarei offesa a morte, ma oggi sapevo che la sua
era solo
una vena ironica che doveva essere interpretata nel modo giusto.
Perché lui era
un vero amico e non avrebbe mai offeso intenzionalmente qualcuno che
amava.
Sapevo che per lui ero una appendice del suo grande amico Scorpius, ma
mi
rispettava come io rispettavo lui.
«Tutta
invidia la tua,
Zabini» risposi e lui, in tutta risposta, mise due dita in
bocca e fece un
fischio di gran lunga più potente del mio, per poi
strizzarmi l'occhio.
«Anche
io so comportarmi in
modo disdicevole».
«Devo
allenarmi, non posso
farmi battere da un damerino quasi effeminato» risposi.
«Il
tuo ragazzo è più
effeminato di te in questo caso. Non ha mai imparato a fischiare.
Dovresti
dargli delle lezioni. Ho sempre pensato che fosse utile per richiamare
qualcuno
a distanza» ghignò.
«Me
non di sicuro».
«Albus
Severus Potter» chiamò
la preside e mi spellai le mani nell'applaudire il mio cugino preferito.
Pochi
altri nominativi ed
ecco che arrivò al mio. La preside McGranitt mi tese la mano
e la strinse,
consegnandomi la pergamena con il diploma con l'altra.
Sentii
applaudire Scorpius.
Era il più rumoroso della platea, ed era un bel risultato se
messo in confronto
alla mia numerosa famiglia che faceva il tifo per me.
Dopo
la commemorazione alla
lapide del grande mago Silente, l'uomo del quale mio cugino portava il
nome, ci
fermammo a gruppetti a chiacchierare sul prato antistante il castello.
I
miei genitori parlavano dei
loro trascorsi nella scuola, tirando fuori aneddoti vecchi di secoli e
ridendoci ancora sopra. Quante volte avevo sentito parlare del pugno
che mia
madre aveva tirato sul naso del signor Malfoy. In una scala da uno a
dieci,
avrei detto undici. Speravo che il padre di Draco non se lo ricordasse
e che
neanche i miei genitori ne facessero menzione.
«Mi
spieghi perché Scorpius
Malfoy continua a guardare da questa parte? Ti avevo detto di stare
attenta a
Natale» sbottò papà, all'ennesima volta
che sorridevo al mio amore da lontano.
«Ron,
credo che nostra figlia
abbia una... amicizia speciale con Scorpius. E a Natale si è
comportato bene»
gli fece notare la mamma.
«Oh,
sì. Scorpius è davvero
bravo. Studia legismagia, vuole entrare nel Wizengamot»
dissi. Sapevo che
questo era il tasto giusto con mia madre. Cultura e ambizione.
Abbinamento
vincente. «Ed è un ottimo cacciatore a quidditch.
Pensa che è grazie a lui se
abbiamo vinto la partita contro Corvonero. Così abbiamo
vinto la coppa»
ricordai rivolgendomi a papà, ma con lui era più
difficile distrarlo dal
cognome ingombrante che portava il mio ragazzo.
«Io
devo ancora capire come
ha fatto un Malfoy a entrare in Grifondoro»
borbottò.
«Papà,
per favore. È
diventato amico di tutti, in famiglia. Mi vuole bene, mi rispetta e mi
supporta. Stiamo insieme, non è una cosa brutta».
Spiattellai la verità e
sperai che mio padre non subisse un contraccolpo troppo duro da
sopportare.
Nonostante
l'esposizione
brutale, mio padre mi guardò senza variare il suo cipiglio,
neanche di una
virgola. «Mi hai preso per scemo? Oltre ai commenti a mezzi
denti di tua madre,
tuo fratello, Harry, Ginny e George, credi davvero che non abbia gli
occhi per
vedere e il cuore per capire? Sei la mia bambina. Non sarò
un'aquila come tua
madre, ma ad alcune cose ci arrivo pure io».
Abbassai
gli occhi
imbarazzata. Avevo pensato che mio padre non capisse e invece lui mi
aveva dato
più fiducia di quanto meritassi.
«Rose,
io e tuo padre ne
abbiamo parlato e siamo d'accordo di darvi credito»
intervenne mia madre.
«Poi
c'è sempre la possibilità
che vi stanchiate, litighiate o tu ti accorgi che lui è una
ameba e scegli
qualche campione di quidditch che regali al tuo vecchio un abbonamento
in
tribuna per tutte le partite del campionato. Cambierei anche squadra a
cui fare
il tifo, per farti piacere» terminò
papà facendomi ridere fino alle lacrime.
Quando
vidi camminare verso
di me la famiglia Malfoy, più tardi, la mia agitazione era
tornata alle stelle.
I miei genitori stavano chiacchierando con i Potter e i Paciock, ma
appena
videro il gruppetto mi si avvicinarono come a darmi sostegno. Era bello
sentirsi così protetta.
Scorpius
si mise al mio
fianco e cominciò a parlare con voce chiara, come se fosse
la persona più calma
del mondo. Non fosse stato per la sua mano che agitava le dita lungo il
fianco,
ci avrei creduto. «Mamma, papà, volevo presentarvi
la mia ragazza, Rose
Weasley». Un annuncio così ufficiale mi fece
arrossire un poco.
«Piacere,
signori Malfoy»
dissi tendendo la mano destra e sollevando la sinistra.
La
signora Malfoy mi fece un
sorriso che ebbe il potere di farmi rilassare. «Sono
felicissima di conoscerti.
Chiamami Astoria».
I
miei genitori erano
silenziosi e guardavano attenti quello che stava accadendo.
Papà non sembrava
tanto felice, ma era solo una posa per spingere Scorpius a comportarsi
bene.
Quasi
mi spaventai invece,
per il signor Malfoy. Mi ero sempre immaginata i purosangue come
persone fini,
quasi distaccate dai sentimenti umani, invece lui si avventò
sulla mia mano
sinistra e la sollevò sino a quando un raggio di sole fece
brillare l'anello
che Scorpius mi aveva regalato.
«Dimmi
che non è come penso»
disse quasi implorando. «Dimmi che non è il nostro
anello ma solo una
imitazione». Sembrava spaventato.
«Certo
che è il nostro
anello, perché avrei dovuto regalarle una
imitazione?».
«Che
succede, Malfoy? Non ti
va bene mia figlia? Guarda che non sono felice neanche io, se
è per quello»
intervenne mio padre con cipiglio scuro.
«Non
mi riferivo a questo,
Weasley. Tua figlia sembra un’ottima ragazza e se ha preso
l’intelligenza della
madre e la tua… fortuna, direi che mio figlio non poteva
trovare di meglio. Il
problema è l’anello!». Il fatto che
facesse complimenti ai Weasley, lasciò
interdetti i miei genitori ma a me fece un enorme piacere. Aveva una
buona
opinione, era un buon punto da cui partire per una accettazione
completa.
Poi
mamma si riscosse. «Cosa
intendi dire?».
«Quando
lo hai donato a
Rose?» chiese direttamente.
«Alla
fine di aprile.
Perché?».
«Perché
ti rimangono meno di
undici mesi per sposarla oppure morirete tutti e due»
annunciò lugubre il
signor Malfoy.
«Cosa?»
sbottò mio padre.
«Rose, togliti subito quell’anello!».
«E’
questo il problema, papà.
Non riesco a toglierlo, è come incollato alla
pelle».
«Ti
avevo scritto che era
depositario di una magia antica. Che era un contratto. Cosa hai nella
testa?»
accusò il padre del mio ragazzo.
Cosa?
Lui sapeva che era
intriso di una antica magia e mi ha infilato ugualmente l'anello al
dito? Ma
era scemo?
«Ti
sembra che dirmi che è il
simbolo della nostra famiglia e che è depositario di magia,
sia chiarificatore
del fatto che non dovevo donarlo a nessuna ragazza? Cosa ti costava
essere più
esplicito?» ribatté arrabbiato Scorpius. In
effetti...
«Okay,
stiamo calmi. Cosa
dobbiamo fare per liberarci?» chiesi. Inutile darsi la colpa,
meglio trovare la
soluzione.
«Sposarvi
in fretta è l’unico
sistema per salvarvi la vita» rispose suo padre.
«Ma
io non voglio sposarmi.
Non ancora, sono troppo giovane. Devo ancora specializzarmi, trovare un
lavoro
e poi mi sposerò» protestai. Non che non lo amassi
o non volessi passare la mia
vita con lui, ma prima c'era la specializzazione come guaritore e poi
il lavoro
e magari la convivenza. A ben pensarci la convivenza era una sua idea!
Il
nostro era un programma di almeno cinque anni. Ora tutto si riduceva a
dieci
mesi!
«Tesoro,
ti capisco, ma qui
ne va della tua vita» cercò di farla ragionare mia
madre.
Non
ascoltai neanche e mi
voltai verso Scorpius. «Io ti amo e voglio sposarti. Ti
sposerei anche subito
ma non per obbligo. Il fatto di avere una spada di damocle sulla testa
mi rende
odioso questo passo… mi capisci?».
Lui
mi guardò un lungo attimo
con gli occhi sgranati e smarriti. Non volevo che dubitasse di me, non
volevo
che pensasse che gli voltavo le spalle alla prima
difficoltà. Avevo paura che
mi odiasse e che pensasse che non lo volevo più. Quando mi
rispose, invece, fu
come se mi togliessero dal cuore un quintale di peso. Avrei voluto
baciarlo,
lì, davanti ai nostri genitori.
«Sì.
Ti capisco perché anche
io penso la stessa cosa».
«Da
quando le hai dato
l’anello, non avete provato a fare sesso. Vero?»
chiese suo padre. Merlino!
Come si permetteva di fare certe domande?
«Papà!»
sbottò arrossendo
come me. Parlare di queste cose davanti ai genitori era la cosa
più
imbarazzante di questo mondo.
«Allora
ti avviso subito di
non provarci. Questo anello serve a tenere pura e incontaminata la
sposa sino
al matrimonio» spiegò lui.
«Beh,
questa è una buona
notizia» borbottò papà.
«Fammi
indovinare, se provo a
stare con Rose, ci rimango secco?» e vedendo lui annuire,
quasi mi venne da
ridere. Era qualcosa di comico e surreale. «La storia della
mia vita! Rose,
togli subito quell’anello!» sbottò.
Inutilmente oltretutto.
Eppure,
neanche un secondo
dopo, tutta la gravità della situazione mi piombò
addosso annichilendomi. Non
era possibile. Ancora una volta le nostre vite erano appese a un filo.
A un
lasso di tempo determinato e con delle condizioni. Era allucinante.
«Mi
sembra di impazzire. È
tutto l’anno che dobbiamo lottare contro il tempo per
salvarti la vita e adesso
ci ricadiamo di nuovo». Mi tirai i capelli dalla frustrazione
e Scorpius si
affrettò ad abbracciarmi. Ne avevo bisogno. Avevo bisogno di
qualcuno che mi
ancorasse a terra.
«Ce
la caveremo anche in
questo caso» mi rassicurò, ma non lo ascoltai
più di tanto.
«Come
fai a dirlo? Per
salvarci dobbiamo sposarci, anche se non vogliamo. E se smettessimo di
amarci?
Nel nostro mondo non puoi semplicemente dire ‘tanto
c’è il divorzio’. Non siamo
babbani» urlai cominciando a piangere sulla sua spalla.
«Rose,
risolveremo questo
problema. Cercheremo una soluzione, anche a costo di distruggere
l’anello e la
magia contenuta. Rivolterò Malfoy Manor per trovare un
rimedio. Ti prego… non
piangere, amore» mi implorò. «Tu sei
forte. Sei la mia roccia, non ti sgretolare
adesso. Insieme possiamo farcela».
Prese
il mio volto tra le
mani e mi asciugò le lacrime con i pollici, prima di
baciarmi davanti ai nostri
genitori, come se fossimo soli.
Sentivo
che anche lui era
sconvolto e angosciato. Era spaventato, soprattutto di avermi messo in
questo
guaio, cosa di cui non lo accusavo minimamente. Non era stata colpa
sua. Era
stato un incidente. Ero sicura di amarlo tanto quanto lui amava me,
altrimenti
la maledizione non si sarebbe spezzata. Era solo che l'obbligo del
matrimonio...
Dopo
alcuni istanti gettai le
braccia al collo giocando con i suoi riccioli che adoravo e rispondendo
al suo
bacio con tutta la passione che sentivo.
«Ehm…
ragazzi? Non qui…»
disse a voce bassa la mamma.
Lentamente
mi staccai e
cercai di sorridere. «D’accordo. Proveremo a
cercare una soluzione e se non la
trovassimo ci sposeremo entro aprile dell’anno
prossimo» annunciai.
«Promesso»
confermò
stringendomi ancora.
«Per
essere delle
presentazioni ufficiali, sono state decisamente movimentate,
miseriaccia!»
esclamò mio padre facendomi sorridere ancora di
più.
Rimasi
piacevolmente sorpresa
quando lo vidi tendere la mano verso il padre di Scorpius e
stringendola. Le
due mamme, invece, iniziarono, con mio sommo orrore, a confabulare
sulla
cerimonia.
Io
e Scorpius ci
allontanammo, mano nella mano, avvicinandoci alla lapide di Silente.
«Pensi
davvero che ce la
faremo?».
«I
soli due problemi saranno
capire se dovremo sposarci e se io riuscirò a tenermi
lontano da te fino a che
non ti toglierai quell’anello» replicò.
«E’
il secondo quello che ti
secca di più».
Nonostante
mi fossi offerta,
lui non ne aveva approfittato e non avevamo ancora fatto l'amore.
Adesso
avremmo dovuto sposarci oppure spezzare la magia dell'anello,
altrimenti potevo
scordarmi di fare sesso con lui. Il fatto che lui non pensasse ad altro
mi fece
sorgere un sorrisino compiaciuto. Era bello sentirsi desiderata, ma
anche io lo
desideravo, porco Merlino!
Ridacchiò
anche lui. «Puoi
giurarci» e sigillò il nostro amore con un bacio.
L’indomani
sarebbe iniziata
una nuova avventura, ma per ora volevo godermi il mio ragazzo tra le
braccia.
Visto
che c'erano i nostri
genitori, tornammo a casa con la metropolvere.
Per
prima cosa, facemmo una
sosta alla Tana, prima di spostarci a casa nostra nella periferia di
Londra,
accanto alla villetta degli altri nonni.
Nonna
Molly aspettava
tutti i nipoti per
festeggiare la fine
della scuola con una pantagruelica cena. James, Fred jr e Dominique
erano già
stati reclutati per aiutare in casa e nel prato, così come
tutti gli adulti che
non si erano recati a Hogwarts per la cerimonia o alla stazione di King
Cross
per riprendere i bambini che tornavano a casa per le vacanze dopo tanti
mesi
lontano da casa.
Verso
sera ci trovammo tutti
sotto il tendone montato in giardino, con nonna Molly, zia Angelina,
zia Ginny
e, incredibile, zio Percy, che portavano a tavola le portate da servire.
«Albus,
dimmi, quanto hai
preso ai M.A.G.O.? Che cosa hai intenzione di fare adesso?»
cominciò
l'interrogatorio di rito, una volta che fummo tutti seduti.
Ricordavo
che l'anno prima
era toccato a James e Fred, subirlo. Mancava solo una luce fortissima
in fronte
e eravamo sistemati.
Erano
state domande a
raffica: quanto hai preso, cosa farai, che intenzione hai con la tale,
hai
intenzione di sposarti, vuoi dei figli, dove ti sistemerai.
«Non
sono andato male, ma
Rose è andata decisamente meglio di me». Brutto
Albus para sedere! Aveva
scaricato su di me la patata bollente.
Subito
venni assalita.
«Rose,
la mia bella bambina,
quanto hai preso ai M.A.G.O.?» chiese nonna Molly. Sembrava
di sentire l'eco
della domanda fatta ad Albus.
«Di
sicuro la nostra Rose
avrà preso tutte E» sentii dire con voce
orgogliosa il papà. Lui mi paragonava
sempre alla mamma. Era stata dura cercare di emulare anche solo in
parte la
super intelligenza di mia madre e avevo dovuto subire diverse battute
d'arresto
ed arrendermi al fatto che io non ero lei. Ma me l'ero cavata.
«Non
proprio» risposi
timidamente. Sentendo il silenzio attorno a me, continuai con
più coraggio.
«Ho
preso una O in pozioni e
una O in Astronomia. Le altre ho preso tutte E. Non so se
sarà sufficiente per
entrare al San Mungo come tirocinante» sospirai. La O di
pozioni mi tagliava un
pochino fuori. Solo chi era davvero eccezionale poteva essere accettato
al
tirocinio. Quasi tutte le nostre malattie si curavano con le pozioni e
se non
ero più che esperta non avrei potuto intraprendere quella
professione.
«Credo
che per un tirocinio
interno possa bastare. Ho letto che dovrai fare un esame supplementare
alla
fine dei corsi ma questo non ti escluderà a priori dal fare
il guaritore»
chiarì zia Audrey, che lavorava in direzione al San Mungo.
Anche
Dominique, che aveva
iniziato il tirocinio lì, due anni prima,
confermò quello che era stato detto.
«Infatti. Io dovrò sostenere un esame aggiuntivo
di incantesimi e
trasfigurazione per aver preso solo delle O ai M.A.G.O., quindi non
preoccuparti».
«Se
vuoi posso farti inserire
in un corso per lavorare al Ministero» propose mia madre e
zio Percy si offrì
di avvallare la richiesta.
«Puoi
anche provare con gli
Auror come me e tuo padre. Saremmo felici di averti con noi»
propose zio Harry,
già orgoglioso che suo figlio James avesse seguito le sue
orme. Sperava che
anche Albus lo facesse, anche se io ritenevo che vi fossero grossi
dubbi.
«E
l’amore come va, Rose?»
chiese zio George ghignando malefico.
I
miei genitori si
irrigidirono e io mi irritai davvero. Mio zio poteva anche stare zitto,
visto
che quello apriva un baratro di fatti spiacevoli da discutere
così a cuor leggero.
«A
meraviglia, ma le pene
d’amore di Albus sono più divertenti da
ascoltare» risposi fissando il mio
cuginetto con un sorrisino sardonico. Chi la fa, l’aspetti!
«Oh,
Albus, hai la fidanzata?»
chiese subito nonna Molly, con gli occhi a cuoricino e sospiro da
tormenta di
neve.
«Ma…
veramente…» balbettò lui
diventando rosso.
Avevo
visto lui e Alice darsi
un bacio prima di partire per casa e, sebbene non fossero insieme da
tanto più
di me e Scorpius, anche loro potevano raccontare belle cosettine.
«Chi
è la sfortunata?» chiese
subito James.
«Ovvio
che è Alice Paciock»
rispose Roxy.
«Dovevate
vedere quanto ci ha
messo per chiederle di uscire!». Il tormento continuava.
Quasi mi dispiaceva
per lui… quasi. Questa era stata Lucy. Anche le seriose
figlie di zio Percy si
erano dimostrate delle vere peperine.
«Più
che altro era divertente
vederlo balbettare e diventare tutto rosso quando se la trovava
davanti». Lily.
«Anche
lei non scherzava».
Hugo.
«Tra
tutte e due potevano
andare a fuoco». Molly jr.
«Ragazzi…»
gemé Albus.
Secondo me era tentato di sotterrarsi sotto il cespuglio di caprifoglio
in
fondo al giardino.
«Quindi…
con Alice? E Neville
non ha detto niente?» chiese sorridendo zia Ginny. Se
possibile, Albus divenne
ancora più rosso. «Ancora non lo sa».
«Dobbiamo
invitarlo a casa
nostra. Una bella rimpatriata con gli eroi della seconda guerra magica
non
sarebbe male» propose zio Harry cercando di non scoppiare a
ridere.
Ormai
tutti avevano capito lo
stato confusionale in cui si trovava il mio cuginetto, e adesso anche
io mi
sentivo un po’ in colpa per aver scatenato questo tsunami.
All’improvviso
zio George si
alzò in piedi e chiese silenzio battendo la forchetta sul
bicchiere.
«Gente!
Così non va bene!
Dovete capire quando bisogna fermarsi nello scherzo. Il ragazzo
è al limite…
non potete chiedergli anche se ha fatto sesso con la
fanciulla!» rise mentre si
scansava dalla linea di tiro di una pagnotta volante che Albus aveva
lanciato.
«Zio!»
urlò alzandosi con la
bacchetta sguainata e iniziando a rincorrere George per il giardino e
lanciando
lampi di luce nel tentativo di colpirlo.
Tutti
noi ridemmo a
crepapelle, sino a scoppiare quando un incantesimo lo colpì
e zio George si
voltò mostrando una lunghissima proboscide al posto del suo
nasone.
«Ti
ha migliorato!» ululò
papà asciugandosi le lacrime.
«Ragazzi,
adesso basta!
Sedetevi e mangiate… Angelina, cara, sistema tuo
marito» fece nonna Molly,
sospirando poi, «Per quello che riesci a fare nel
sistemarlo» come se fosse
senza speranza.
«E
quella ragazza? Shaula che
poi era Scorpius? Che fine ha fatto?» chiese nonno Arthur.
Caspita!
Non si interessava
mai a niente, guardava benevolo tutto il caos che aveva attorno. Si
limitava a
incantare gli oggetti babbani che poi mia madre e Percy sistemavano per
evitare
multe varie e ora? Se ne usciva con la storia che volevo tenere
segreta?
Ma
che palle!... pluffe!
«Scorpius
non è più Shaula e
adesso lui e Rose si sono fidanzati» riferì
querulo Albus, mentre si
riaccomodava sulla sua sedia a tavola.
Anche
questa volta il silenzio
fu assoluto, prima di esplodere in una gran cacofonia, dove nessuno
capiva
nulla.
Adesso
sì che ero in un bel
guaio. Come facevo a cavarmela? Avrei dovuto dire dell’anello?
Il
dubbio me lo tolse
direttamente mio padre. «Maledizione a tutti i Malfoy! La mia
bambina è in
pericolo e non sappiamo come toglierci dagli impicci!»
sbottò arrabbiato, con
la mamma che cercava di calmarlo, pur essendo agitata anche lei.
«Cosa
intendi dire?» chiese
subito zio Harry.
«Scorpius
le ha dato l’anello
della sua famiglia. Pensava fosse una specie di pegno
d’amore, invece si è
rivelato un contratto per un matrimonio. Se entro aprile Rose e
Scorpius non si
sposeranno, moriranno entrambi» rispose la mamma.
Attorno
alla tavola si fece
silenzio di colpo.
Io
non osavo alzare lo
sguardo, per paura di vedere solo la pietà nei loro occhi.
Dopo
alcuni istanti, nonno
Arthur sbottò. «Cosa sono quelle facce? Non siamo
codardi, noi!», poi con voce
più affettuosa, continuò «Rose, avete
già un piano o vi sposerete subito?».
Sembrava quasi avesse chiesto se c’era ancora della torta ed
io risi.
Poco
alla volta, tutti si
misero a ridacchiare e alla fine l’allegria era ripristinata.
«Allora,
Rose, dicci come è
stare con Scorpius Malfoy. Se non ricordo male, aveva un bel personale
a Natale»
rimbeccò zio George, beccandosi uno scappellotto da sua
moglie che borbottava
qualcosa tipo ‘non cambierai mai’.
«Scorpius
è molto dolce ed è
più preoccupato del fatto di avermi messo in questa
situazione incresciosa, più
che non dovermi sposare per forza» risposi.
«E’
un bravo ragazzo. Me ne
sono accorta a Natale che era giusto per te» intervenne nonna
Molly con un gran
sorriso.
«Cosa
avete intenzione di
fare?» chiese James a questo punto.
E
forse era la domanda più
giusta di tutta la serata.
«Vogliamo
cercare una
soluzione per togliere l’anello che adesso sembra incollato
al mio dito. Così
scioglieremo questa magia e potremo iniziare con la nostra vita.
Pensavo di
andare a consultare i testi della biblioteca magica di Diagon Alley e
poi
tornare a Hogwarts. Scorpius proverà a cercare al Manor e
speriamo di trovare
qualche cosa» terminai cercando di mostrarmi positiva.
«Se
non trovate niente?»
chiese allora zio Percy.
Quella
domanda mi fece
stringere lo stomaco in uno spasmo. Non avrei più mangiato
quella sera.
«Io
e Scorpius dovremo
sposarci» risposi in un sospiro.
«Ma
non ti piace l’idea? Non
stai con lui perché vi amate?» chiese allora
Dominique.
«Certo
che ci amiamo. Non
avremmo sconfitto la maledizione della strega assassina se non ci
fossimo
amati. Però questa cosa è diversa. Non sarebbe
difficile sposarlo e lo farei
anche volentieri. Il problema è l’obbligo. Sia lui
che io siamo d’accordo che
non ci piace questa costrizione. Potremmo sposarci anche subito,
purché lo
decidessimo noi, liberamente».
Alcune
ragazze e zie fecero
un gran sospiro da film romantico. Accidenti io rischiavo la pelle e le
altre
vedevano solo il lieto fine secondo il loro giudizio. Era mia la vita,
miseriaccia!
Eravamo
ancora in piena
discussione, quando piombò su di noi il Apollo, il gufo di
Scorpius che mi tese
la zampetta per consegnarmi una lettera e ripartì
immediatamente dopo che gli
ebbi liberato gli artigli.
Amore,
ho trovato qualche cosa negli
annali qui al Manor.
Vieni il prima possibile.
Tuo Scorpius
Balzai
subito in piedi. «Scorpius
ha trovato qualche cosa al Manor. Vado subito da lui»
annunciai e corsi al
camino del salotto dei nonni. Presi una manciata di polvere e la gettai
dicendo
a voce alta «Malfoy Manor».
In
un turbinio di cenere e
polvere verde atterrai su un preziosissimo tappeto, inzaccherandolo.
Perfetto!
La mia prima visita
al maniero del mio ragazzo cominciava con una figuraccia!
---ooOoo---
Angolino
mio:
eccoci
qui alla fine del
primo capitolo.
ho
deciso che il titolo
poteva anche andare bene come l’ultimo della prima storia. La
condanna è un
simpatico eufemismo.
In
questa storia ho deciso
di parlare dal punto di vista di Rose, salvo poi cambiare se mi
sembrerà il
caso.
Ho
deciso anche chi sarà
ad accompagnare i nostri eroi nella loro avventura. Ed ho steso una
traccia.
Premetto
che la storia
sarà più corta della precedente. Sempre comunque
un multiplo di cinque. Credo
che 10 o 15 siano assicurati.
Non
ho scritto molto in
questi giorni, quindi, non avendo niente di pronto, posterò
il prossimo
capitolo tra una settimana.
Sono
a disposizione per le
domande che vorrete pormi
Non
userò nick già
inseriti nella “Punizione” salvo ripetere
eventualmente lo stesso uso
precedente. I nuovi recensori saranno inseriti dal prossimo capitolo.
Alla
prossima
Baciotti