Bert se ne stava bellamente stravaccato sul divanetto del tourbus.
Il caffè in una mano e una sigaretta nell’altra.
Insomma, una perfetta mattinata in onore dell’ozio e del cazzeggio

Jeph gli si era avvicinato, sedendosi accanto a lui, con la sua migliore espressione zen.
E Bert aveva fiutato guai
Si era impegnato ad ignorarlo, tenendo lo sguardo fisso sul televisore
davanti a se, peraltro spento, quindi non un grande diversivo.
Ed infatti non era servito a nulla
Perché Jeph Howard non ama essere ignorato

Bert l’aveva percepito schiarirsi la voce
E si era trovato a deglutire, preparandosi ad un’inevitabile conversazione
totalmente indesiderata e potenzialmente pericolosa,
dalla quale, ne era più che certo, sarebbe uscito stremato e perdente


- Bert. Dobbiamo parlare

Il moro aveva assunto una perfetta espressione di innocenza.
Beh, perfetta forse no, la migliore che gli riuscisse, diciamo.
Inutile dire quanto un’espressione del genere su Bert McCracken
risultasse inquietante
Nonché assolutamente poco credibile

- Dimmi Jephy, che succede?

Jeph aveva sorriso, quel genere di sorrisino leggermente irritante di
chi la sa lunga
E Bert aveva capito di essersi tradito.
Aveva usato il suo nomignolo, cazzo!
Era chiaramente in svantaggio.
Già si sentiva in colpa, e neppure sapeva che cosa avesse fatto
Dannato Jeph!

- Dimmelo tu Bert
- Ma se sei stato tu a dirmi che dovevamo parlare?!
- Si. Di te
- Di...me?
- E Quinn
- Q- Quinn?

Il bassista si era limitato ad annuire leggermente, con un impercettibile
movimento del capo
E Bert aveva cercato di sviare il discorso, parlando con il tono più noncurante
che gli riuscisse, riprendendo subito dopo a sorseggiare il suo caffè

- Che centra Quinn?
- Beh, da un po’ lo guardi come se fosse un enorme, gigantesco cono gelato

E tutta la noncuranza era andata a farsi fottere, perché il caffè gli era andato
di traverso e gli era uscito dal naso
Bert aveva provato a parlare, e respirare, e non soffocare. Contemporaneamente.
Ed il risultato era stato una ridicola e incomprensibile serie di suoni inconsulti,
alternati a colpi di tosse e imprecazioni varie ed irripetibili
Quando alla fine il pericolo di morte era scampato, era riuscito a dire solo
“ Cosa??”

Jeph aveva ripreso a palare, ignorando il fatto di aver quasi ucciso il suo
cantante

- Si. Lo guardi come se volessi mangiarlo. E siccome mantengo ancora
  un minimo di sanità mentale, e ci tengo a tenermela, eviterò di elencarti
  i punti specifici in cui lo guardi

Bert era basito
Punto primo, perché Jeph non palava mai di quelle cose
Punto secondo, perché, cristo, l’aveva sgamato! Non pensava fosse così
evidente
Ma aveva strenuamente continuato a negare
Perchè ok, ultimamente aveva fatto dei pensieri un po’ strani su Quinn
Ma non voleva che fossero argomento di conversazione cazzo!

- Jeph, sono le 11:30 di un martedì mattina. Non ti sembra un po’ presto
  per bere?
- Bertie caro, tralasciando il fatto che un discorso del genere fatto da te
  perde ogni credibilità, sono perfettamente sobrio
- Allora sei pazzo e basta

Il bassista aveva sorriso, con uno di quei sorrisi obliqui e vagamente
inquietanti che portavano il copyright “Bert McCracken” inciso su a caratteri
cubitali
- Tu vuoi scoparti Quinn
- N-no

Voce incerta Bert, non cedere!

- No?
- No

Il cantante aveva creduto di aver chiuso la conversazione, con quel no sentitamente più convincente e sicuro
Ma si sbagliava
Dalle labbra di Jeph era uscito un sospiro pigro e basso.
Ma non un sospiro rassegnato, bensì uno di quei sospiri di chi sa di aver già vinto, divertito, e anche vagamente annoiato

- Beh, peccato. Perché avremmo potuto fare qualcosa in merito

Detto questo si era alzato, ed aveva fatto per andarsene
I neuroni di Bert ci avevano messo un po’ a recepire il senso dell’ultima frase
di Jeph
L’aveva richiamato

- Che vuoi dire?
- Oh, nulla Bert. Tanto mi sbagliavo, lascia stare

L’aveva guardato, ancora quel sorrisetto divertito del cazzo!
Bert aveva capito che era il momento di capitolare

- Ok. Torna qui

Il sorriso del bassista si era allargato a dismisura, mentre riprendeva posto
accanto all’amico

- Hai vinto. Che posso fare?
- E’ facile Bert. E’ come il gatto col topo

Bert l’aveva guardato stralunato, senza capire, perché che cazzo centravano adesso i gatti e i topi??

- Eh?
- Si, il gatto gioca sempre col topo prima di mangiarselo. Gioca un po’ con
  lui. Provocalo. Quinn non sa dire no ad una provocazione

Ok. Si. Quel discorso era surreale
Ed ok. Si. Era anche molto interessante

- Del tipo?
- Ma si, allusioni, piccoli “accidentali” sfioramenti, cose così
- E se mi manda a fanculo?
- Andiamo Bert, sono anni che ci girate intorno. Lui vuole scoparti tanto quanto
  lo vuoi tu. Cederà


Bert aveva riflettuto un attimo, poi aveva riportato il suo sguardo su Jeph

- Il gatto  e il topo eh?
- Si

Il cantante aveva sospirato

- Chissà in che guaio mi sto cacciando




Ok. Me ne rendo conto da sola che è una cosa completamente priva di senso, venuta fuori dopo una chiacchierata su msn…
Abbiate pietà ^_^
Dovrebbero essere solo due capitoli, ammesso che non mi ammazziate prima XD