Fanfic su artisti musicali > Mika
Segui la storia  |       
Autore: paneenutella    30/12/2015    19 recensioni
Fedez capisce, probabilmente solo in quel momento, perché lo sguardo del riccio lo abbia sempre messo in soggezione.
Mika lo guarda come se lo vedesse davvero.
« Quando sono nervoso mi sudano le mani » confessa il ragazzo, parlando troppo velocemente. Forse è colpa dell'alcool o forse è solo euforico.
« Non mi disturba » risponde Fedez.
« E mi vengono i crampi allo stomaco » continua l'altro, come se Fedez non lo sapesse.
« È carino ».
« E- E poi inizio a parlareparlareparlare e arroscisco spesso ».
« La trovo una cosa adorabile » ammette Fedez e gli sorride perché è vero. È così dannatamente adorabile.
« Sono un ragazzo » sussurra Mika, come se non fosse già abbastanza ovvio.
« Non mi importa ».
E poi succede tutto velocemente. Oppure a rallentatore.
Fedez non lo sa.
Non capisce più nulla dal momento in cui Mika, alto, elegante, snello, con i capelli sempre incasinati e quegli occhi enormi, si china verso di lui e lo bacia.
MikaXFedez // Urban Strangers
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fedez
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quando Fedez si sveglia, quella mattina – e no, non è un miracolo o un'allucinazione – sono solo le sette e mezzo.
Praticamente l'alba, visto che è domenica e che è il loro giorno libero.
C'è questo raggio di luce, comunque, che filtra dalle tapparelle abbassate della finestra e gli finisce proprio dritto sulla faccia e no, così non va bene.
Il ragazzo prova a girarsi dall'altra parte del letto, a coprirsi con il lenzuolo ma niente, ormai è già sveglio. E poi, il suo cervello è ancora scosso da quello che è successo solo poche ore fa, quindi, a questo punto, provare a prendere sonno sarebbe inutile.
Fedez si alza, si stiracchia e, quasi inconsciamente, guarda Mika, che sta dormendo, i vestiti della sera prima ancora addosso.
La sua espressione è serena e le sue ciglia scure sembrano ancora più lunghe. Qualcosa nel petto di Fedez si scioglie lentamente.
« Non volevo rovinare tutto. Non volevo metterti nella posizione di scegliere ».
Le parole che il riccio gli ha detto gli rimbombano nella testa e fanno quasi male, perché nessuno ti dice certe cose, nessuno ti apre il suo cuore con quella dolcezza disarmante (a meno che non si tratti di tua mamma, ma quello non conta). E invece Mika lo fa, lo ha sempre fatto, in tantissimi modi diversi.
Ed è per questo che Fedez, pigro oltre l'immaginabile e con un'innata incapacità di fare cose carine per gli altri, decide di farne una proprio quella mattina.
Per Mika.
In cucina sono una sega, ma i pancakes dovrei riuscire a farli, pensa mentre cerca tra gli scaffali tutti gli ingredienti.
O almeno, dovrei riuscirci senza dare fuoco alla cucina.
Miracolosamente, trova tutto, a parte lo sciroppo d'acero, ma non è un gran problema, visto che in casa di Zack c'è sempre una scorta di Nutella (e Mika la adora, quindi tanto meglio).
La prima volta che cerca di rompere un uovo, però, Fedez lo sbatte troppo forte sul contenitore e albume e tuorlo finiscono dappertutto tranne che dentro il recipiente verde.
Fanculo.
In effetti, era da tantissimo che non cucinava qualcosa per qualcuno. Forse dalla quinta elementare, quando ha preparato quella torta allo yogurt per il compleanno della madre (ma forse, neanche questo conta).
Non l'ha mai fatto neanche per Giulia – e con lei ha avuto la relazione più stabile e duratura – ora che ci pensa.
Ma è anche vero che per Giulia e con Giulia Fedez non ha mai fatto un sacco di cose. Non le ha mai regalato dei fiori, ad esempio, non ha mai pensato di portarla nel suo posto speciale, non sono neanche mai andati a pattinare insieme, se per questo, nonostante lei glielo avesse chiesto diverse volte.
Sei andato con Mika, però, dice una vocina nella sua testa e questa consapevolezza lo destabilizza a tal punto da fargli cadere un altro uovo per terra.
Ma porca puttana.


« Ma porca puttana » aveva detto un Fedez diciottenne, sciarpa di lana – ultimo regalo di natale di Mika – e giubbotto abbottonato fino al collo, perché era Dicembre e faceva un freddo boia. « Perché mi lascio sempre coinvolgere in queste tue stronzate ».
La verità è che Fedez, di pattinare sul ghiaccio, non era proprio capace. Era già difficile mantenere l'equilibrio ed evitare di inciampare ogni giorno, senza pattini, figuriamoci slittare su una cazzo di pista ghiacciata.
« Non ci voglio andare, Mik » gli aveva detto, qualche ora prima. « Ho detto di no a Giulia e non dirò sì a te ».
E invece gliel'aveva detto sì, e ora erano lì, lui e Mika, in fila per comprare i biglietti.
O le targhette.
O che minchia erano.
Insomma, quel pezzettino di carta rigida avrebbe garantito a Fedez un'umiliazione coi fiocchi.
« Guarda che io sono andato a pattinare solo una volta. Tu sta tranquillo » lo aveva rassicurato Mika, i capelli ricci nascosti da una cuffia di lana rossa che lo faceva sembrare un quindicenne.
Tranquillo un cazzo.
« Non so neanche come si mettono questa schifezza di pattini » si era lagnato, poi, il ragazzo tatuato, mentre cercava di allacciare quegli arnesi infernali.
Ma perché aveva accettato? Ma che idea di merda era mai stata.
Tra l'altro, la pista era piena di gente e questo voleva dire solo una cosa: non sarebbe stato come pattinare, sarebbe stato come andare sugli autoscontri.
« Devi fare leva su proprio qua » gli aveva suggerito il riccio, chinandosi per dargli una mano. Il suo sorriso era quasi accecante.
Stupido idiota, aveva pensato Fedez, e non sapeva se si stesse riferendo più a Mika o a se stesso.
Entrare in pista, comunque, si era rivelato essere molto meno traumatizzante del previsto. Una piccola parte di Fedez era convinta che, appena messo piede sul ghiaccio, sarebbe scivolato come una renna impazzita al centro della pista, non prima di aver fatto una dolorosa spaccata, certo.
E invece, era riuscito a tenersi in equilibrio, tenendo il braccio destro saldamente ancorato alla recinzione di metallo.
Mika gli stava davanti e, a poco a poco, era riuscito a prendere maggiore velocità, finché non si era sentito abbastanza sicuro da avvicinarsi un po' di più al centro della pista.
Solo una volta un par di palle. Questo qui sa pattinare, eccome.
La cosa più demoralizzante, tra l'altro, non era il non riuscire a fare due passi in croce, no. La cosa più demoralizzante era vedere un bambino di – quanti? – otto schifosissimi anni fare continuamente giri e piroette con la stessa facilità con cui si beve un bicchiere d'acqua. Fedez riusciva a controllare a stento l'istinto di fargli lo sgambetto.
Come se non bastasse, la madre – che ovviamente non poteva che essere orgogliosa di avere un figlio così bravo nel pattinaggio – si era sistemata nel lato più lungo della recinzione, all'esterno, e stava facendo un video al bambino con il suo cellulare.
E ovviamente, ogni volta che Fedez passava lì davanti – neanche a farlo a posta – inciampava come un povero scemo.
« Scusi signora » biascicava ogni volta, però cazzo, un altro giro così e sarebbe uscito. Basta.
Come se Mika avesse captato i suoi pensieri, gli si era avvicinato, leggiadro come una fottuta ballerina.
« Ti odio un po' » aveva borbottato Fedez, lanciandogli uno sguardo omicida.
Mika aveva ridacchiato, in quel suo modo composto e adorabile allo stesso tempo. « Dai, lasci che io ti aiuto » gli aveva detto.
« Come cazzo fai a tenerti in equilibrio? ».
« Devi solo tenere le gambe un po' piegate in avanti e poi spostare il peso dil tuo corpo prima su una gamba e poi sull'altra » gli aveva spiegato, mostrandogli a rallentatore i suoi movimenti. « Non è difficile » aveva continuato, sorridendogli incoraggiante.
Fedez aveva cercato di ascoltare i suoi suggerimenti, davvero, ma quella cosa dello spostare il peso da una gamba all'altra non funzionava proprio con lui.
Sarebbe caduto rovinosamente a terra, se Mika non gli avesse tenuto il braccio e gli avesse fatto riguadagnare equilibrio.
« Tutto okay? ».
E Fedez non si era accorto subito delle loro mani intrecciate, non si era neanche reso bene conto di come fosse successo.
Solo, era successo. Ed era piacevole avere la mano di Mika, calda e morbida, così vicino alla sua, piccola e gelida.
Era strano ma era piacevole.
Aveva annuito, Fedez, leggermente confuso.
« Va bene? » e a quel punto, il ragazzo tatuato non sapeva più se il riccio si stesse riferendo ancora al rischio caduta, o al fatto che loro due fossero ancora presi per mano.
Aveva fatto cenno di sì con la testa, in ogni caso.
« Allora. Proviamo di nuovo. Insieme » aveva detto Mika e Fedez le aveva notate solo in quel momento, le sue guance leggermente colorate di rosso.
Probabilmente il loro colorito era dovuto ai diversi giri della pista che il riccio aveva fatto prima, per riscaldarsi.
Anzi, sicuramente era così.
« Primo piede avanti. Il destro » Mika gli aveva suggerito tutti i movimenti, passo dopo passo. « Piegalo un po' e cerca di tenere il sinistro fermo. E cerca di scivolare, non di camminare ».
Ovviamente Fedez era stato un completo disastro. Avevano rischiato di cadere un paio di volte, e una ci erano riusciti pure (la botta al culo che aveva preso Fedez era stata parecchio dolorosa).
Il ragazzo tatuato, poi, aveva fatto il dito medio al coglione di turno che, vedendo lui e Mika così vicini, aveva avuto la brillante idea di dire “ma la pomiciata a quando?”, e aveva quasi mandato a quel paese la mamma del bambino pattinatore, che, una volta usciti dalla pista, aveva avuto la faccia tosta di chiedergli “quindi sei migliorato?”.
In tutto questo, tra risate e imprecazioni varie, Mika non aveva lasciato la sua mano neanche un attimo.


I pancakes, ennesimo miracolo della mattina, sono commestibili.
Anzi, Fedez non vorrebbe vantarsi, ma sono proprio buoni.
O forse è merito della Nutella, che probabilmente renderebbe buona anche la merda.
Non importa. Il ragazzo ora è piacevolmente agitato, mentre prepara il tè ai frutti di bosco che Mika di solito beve la domenica mattina.
Per un attimo, il suo cervello gli propone un'idea ancora più assurda: portargli la colazione a letto. È solo un attimo, comunque, perché Fedez si affretta a scacciarla via.
Sarebbe troppo, decisamente.
Sta giusto pensando a come svegliare il riccio non appena il tè sarà pronto che, eccolo lì, un Mika spettinatissimo si presenta in cucina, stropicciandosi gli occhi.
La maglietta chiara della sera prima è tutta stropicciata e i jeans sono sbottonati e Fedez non voleva che il suo sguardo cadesse proprio là, davvero.
« Buongiorno » gli dice e vuole che il suo cuore la smetta di battere così forte. Sul serio.
Sono sempre loro. È sempre lo stesso Mika.
« Giorno » gli dice il riccio, spostando una sedia e prendendo posto vicino al tavolo della cucina, dove Fedez ha già sistemato i pancakes e la tazza da tè che riempirà tra pochi secondi. « Hai preparato la colazione? » domanda Mika, confuso.
Ti ho preparato la colazione, vorrebbe dire Fedez, ma si limita ad annuire.
« È presto » commenta il riccio, addentando un pancake.
Il ragazzo tatuato si sente un idiota ad ammettere di aver trattenuto il respiro fino a che Mika non ha detto: « Oddio, ma sono buoniffimi » con la bocca piena.
E gongola mentalmente perché Mika non parla mai con la bocca piena.
« Non avevo sonno, comunque ».
« Me ne sono accorto. Quando mi sono svegliato e ho visto che non ci eri, ho pensato che ti avevano rapito gli alieni o che fossi morto ».
« Ehi » esclama Fedez, facendolo ridere e toccandosi le parti basse. Lui di norma non è un tipo superstizioso ma meglio non rischiare.
« Grazie » sussurra poi Mika, quando Fedez gli versa il tè nella tazza.
Il ragazzo mangia qualche pancake e non si parlano molto, a dire la verità. È una colazione abbastanza silenziosa; c'è Mika che ogni tanto alza lo sguardo e gli sorride e Fedez deve combattere contro la tentazione di sorridergli stupidamente di rimando.
« Voglio provarci » si lascia sfuggire il ragazzo tatuato, dopo essersi versato un po' di succo d'arancia nel bicchiere.
Spera che Mika capisca, lo spera davvero tanto.
Il riccio dal canto suo, sembra aver dimenticato come si parla. Sgrana gli occhi, ingoia il boccone e lo guarda, spaesato. « Senti. Quello- quello che ti ho detto ieri » balbetta, incespicando sulle sue stesse parole.
« Non è solo per quello che hai detto ieri » e un po' è vero, perché è come se avesse voluto dirglielo da un po', quello che gli sta dicendo ora. « Voglio far funzionare le cose. Tra me e te. Se a te sta bene » e davvero, gli sembra tutto molto stupido.
Fedez è sempre stato un asso con le parole, ma quando si tratta di utilizzarle per cose come i sentimenti, allora è un completo disastro.
« Quella volta, al bagno, avevi detto che- ».
« So cosa ho detto. Ero spaventato e non capivo cosa stava succedendo. Cosa mi stava succedendo » sputa e forse, dopo averlo detto ad alta voce, gli sembra un po' tutto più reale.
« E ora l'hai capito? » chiede Mika, con un filo di voce.
Fedez non ha il coraggio di guardarlo in faccia quando risponde: « No. Ma, ora come ora, sei più importante tu ».
Quando, finalmente, si decide ad alzare lo sguardo, gli occhi di Mika sono leggermente lucidi ed è strano, perché il riccio non piange mai.
In genere, riesce sempre a mantenere un certo autocontrollo. Evidentemente non stavolta.
Mika si alza in piedi, per raggiungerlo. « Fedè » gli dice, e Fedez è ancora seduto, non riesce a muovere un muscolo.
Probabilmente l'avrebbe baciato, o forse no, Fedez non lo saprà mai, perché in quel momento Zack entra nell'appartamento, tutto trafelato.
« Ragazzi, abbiamo un problema » annuncia, passandosi una mano tra i capelli rossicci. « Il mio carissimo amico George – quello che ci presta tutto l'occorrente per le serate karaoke – mi ha appena chiamato, dicendomi che oggi ha avuto un imprevisto, a lavoro, e mi ha chiesto se posso badare a sua figlia, Gemma » spiega ed è quasi esplicita la sua richiesta, ma Fedez non ci vuole credere finché non lo sente con le sue orecchie.
« Gli ho detto che io sto lavorando al bar, ma che mio nipote e Fedè avrebbero potuto darmi una mano, tenendo la bambina qua. È solo per questo pomeriggio ragazzi, e lui non ha nessun altro a cui chiedere, vi supplico ».
Non è che abbiano molta scelta, alla fine.
Mika e Fedez si lanciano un'occhiata. Più che altro, quella del ragazzo tatuato è un'occhiata rassegnata. Lui, se deve essere sincero, non ci tiene a fare da baby sitter a dei mocciosetti.
Sanno solo piangere, fare la cacca, sporcare, fare i capricci. Ma se proprio non ha scelta…
« Quanti anni hai detto che la bambina? ».


« E quindi, principe Fedèz, da dove hai detto che vieni? ».
Fedez non sa esattamente come sia finito in quella situazione. Sa solo che ora sono seduti sul tappeto del salotto, lui e Gemma – che, tra parentesi, ha solo sette anni – e stanno giocando a prendere il tè.
Un tè immaginario, con tazzine immaginarie, perché ovviamente le bambine non possono giocare a cose normali tipo alla lotta.
Ovviamente no.
Mika sta mettendo in forno i biscotti che hanno preparato tutti e tre insieme, poco prima – in realtà era un impasto già pronto, ma l'importante è metterci l'impegno, no? – e ora Fedez si sente decisamente come in una di quelle serie tv stupide per famiglie.
« Dal Regno di Milano, che sta molto molto lontano da qui » le spiega, facendo quella voce leggermente più acuta e dolce che si usa quando si vuole parlare ai bambini piccoli.
Gemma finge di bere il suo tè, alzando addirittura il mignolino.
È una bella bambina. Ha i capelli neri e lunghi, in forte contrasto con la carnagione bianca come il latte.
I suoi grandi occhi blu si assottigliano, mentre guarda Fedez. « E ci sono principesse, lì a Melano? » chiede, storpiando la pronuncia del nome della città.
Il ragazzo tatuato ridacchia. « Sì, ma non sono belle come te » le dice e la bambina gli fa un sorrisone tutto denti, mettendo in mostra i due canini mancanti.
È fin troppo facile, con le bambine, pensa Fedez con un ghigno.
Nota Mika che lo fissa, dalla cucina. Il riccio si irrigidisce tutto e distoglie lo sguardo.
È un paio di volte che succede, quel pomeriggio: Mika che lo guarda come incantato e poi si imbarazza e si mette a fare altro, come se Fedez non si fosse accorto di nulla.
Il ragazzo tatuato non è sicuro di essere totalmente infastidito dalla situazione, comunque.
Quando i biscotti sono pronti, li mangiano sul divano – facendo promettere a Gemma di non dire nulla a Zack perché non vuole – mentre guardano un film Disney caricato su internet.
« Mulan è uno dei miei preferiti » ha scelto Gemma, trangugiando un biscotto.
Gli sono piaciuti parecchio, almeno.
« Perché è una principessa però è anche una guerriera e vuole tanto bene alla sua famiglia » ed è talmente serio e adorabile il modo in cui lo dice che Fedez per un attimo teme di mettersi a piangere proprio davanti a lei come un idiota.
Si ricompone e guardano il film più o meno in silenzio. Gemma è alla sua destra, con la testa poggiata sul bracciolo del divano e i piedini sopra le gambe di Fedez.
Mika, invece, è alla sinistra del ragazzo tatuato, pericolosamente vicino a lui.
Ad un certo punto del film, il riccio poggia la testa sulla sua spalla e Fedez è talmente abituato a quel tipo di contatto che neanche se ne rende conto, quanto sia naturale.
È estate, sono le sei e trenta del pomeriggio e fa caldo, così stretti in quello stupido divano in pelle, eppure lui si sente così maledettamente felice.
« Che hai da sorridere tanto? » gli sussurra Mika nell'orecchio e un brivido gli scorre lungo la schiena.
« Pensavo al Capitano Shang » mente, riferendosi ai personaggi del cartone. « S-si era innamorato di Mulan anche prima di scoprire che fosse donna, secondo me ».
Ma in che diamine di situazione si sta cacciando?
« Insomma, se Mulan fosse stata maschio, non sarebbe cambiato niente, perché Shang l'amava già, uomo o donna che fosse » e davvero, vorrebbe prendere a testate il muro perché questa cosa non l'aveva neanche lontanamente pensata, ma il suo cervello ha avuto la geniale idea di partorire quella stronzata solo in quel momento.
« L'ho sempre pensato anche io » commenta invece Mika, allacciando un braccio attorno al suo, probabilmente per stare più comodo. « Va bene? » gli chiede poi, come se Fedez potesse mai scacciarlo.
Il ragazzo annuisce. E va tutto benissimo.
« Devo fare pipì » annuncia Gemma, alzandosi in piedi e piegando e sollevando le ginocchia in modo buffo.
« Vai, il bagno è lì in fondo al corridoio. Seconda porta sulla destra » spiega Fedez, indicandole la strada con il braccio.
Gemma si imbroncia. « Ma non voglio andare da sola. Accompagnami per un pezzo » sbuffa, prendendogli una mano e obbligando Fedez ad alzarsi a sua volta.
Mika non smette di ridacchiare per tutto il tempo.
Alla fine, Gemma l'ha portato lì per farlo stare fuori dal bagno, assurdo. Quando apre la porta e lo guarda, sollevando la testa, ha l'espressione di una che si è liberata di un grossissimo peso.
Fedez non vuole indagare oltre. Prima che possano tornare in salotto, però, la bambina gli afferra il tessuto dei pantaloncini, tirando leggermente verso il basso.
Il ragazzo allora si inchina, perché sembra proprio che Gemma gli voglia dire un segreto.
« Posso chiederti una cosa? » chiede, la vocina leggera e dolce.
L'hai già fatto, vorrebbe risponderle Fedez, ma non gli sembra il caso. È solo una bambina, in fondo.
« Certo ».
« Tu e Michael siete innamorati? ».
E se Fedez avesse avuto qualcosa in bocca, in quel momento, avrebbe sputato tutto per terra. O addosso a Gemma.
« Cosa? » chiede, con voce stridula, sicuro di aver capito male.
« Ti ho chiesto se siete innamorati » continua Gemma, accigliandosi, come se avesse a che fare con un bambino un po' scemo.
« C-ci vogliamo molto bene » balbetta Fedez a voce bassa e davvero, sta facendo un discorso del genere con una bambina di sette anni. Non ci vuole credere. « Perché mi chiedi questo? ».
« Perché Michael ti guarda nello stesso modo in cui Mulan guarda il comandante Shang ».


« Niente più bambini per i prossimi dieci anni: promemoria per me » commenta Fedez, dopo che George – con i suoi infiniti ringraziamenti – è venuto a portare via Gemma.
« Non è stato così male » risponde Mika, che, appena uscito dalla doccia, ha ancora le punte dei capelli bagnati. Fedez avrebbe voluto non notarlo – come avrebbe voluto non notare anche il fatto che il riccio sia entrato in camera senza maglietta – ma non l'ha fatto.
« Certo, tu adori i bambini » brontola Fedez.
« Quando ci ha costretto a disegnare e ti ha detto che il tuo disegno faceva schifo ho riso davvero troppi » aggiunge Mika, infilandosi la maglia che usa come pigiama.
« Siete degli insensibili. Anche chi è una sega in disegno ha dei sentimenti » dice e l'altro ridacchia.
« Stupida bambina ».
« Stupida, scerto. Eppure non sono io quello che sta appiccicando sull'armadio il disegno di noi tre fatto da Gemma » commenta il riccio divertito.
Fedez si blocca momentaneamente, il pezzo di scotch ancora fra le labbra. Poi lo stacca, per attaccarlo all'angolo del disegno della bambina. « È un ricordo » è l'unica cosa che borbotta.
Quando si volta, Mika gli sta rivolgendo un sorriso strambo.
« Si può sapere che ti prende, adesso? ».
Il ragazzo stappa un pennarello nero, che Fedez non si era accorto stesse tenendo in mano. « Guarda cosa c'era sulla schrivania ».
E poi è tutto confuso, perché mentre Fedez indietreggia verso il suo letto, Mika gli viene incontro, minacciandolo con il pennarello.
« Mik, lasciami stare, lo so che mi vuoi disegnare qualche stronzata addosso » dice Fedez, tra il divertito e lo spaventato.
Non ha scampo.
Mika lo squadra, da capo a piedi. Fedez ha un brivido di anticipazione.
Cade sul letto, di schiena, trascinandosi dietro il riccio, che fa una risatina, e indietreggia finché non è completamente sdraiato.
Porca puttana, sono in trappola.
Mika gli tocca per sbaglio un punto, vicino alle costole, particolarmente sensibile, e Fedez gli scoppia a ridere in faccia.
« Lasciami stare, squilibrato » gli dice, tra le risate, cercando di allontanarlo da sé, ma ormai Mika gli è praticamente spalmato addosso, quindi.
Cerca di tenergli fermo il braccio con cui tiene il pennarello ma il riccio è forte e lui non può fare nulla.
Continuano con quella stupida lotta per un po', finché Mika non si ritrova seduto a cavalcioni su di lui, con le gambe che gli stringono i fianchi.
Entrambi hanno il fiato corto, ora. Fedez perché ha cercato – inutilmente – di divincolarsi da quella presa, e Mika per le troppe risate, probabilmente.
« Ti odio » borbotta Fedez.
Mika gli sorride, avvicinando il pennarello al suo corpo. « Non è vero ».
« Stai zitto » gli dice, « se mi disegni un pene, giuro che ti prendo a calci in culo Mik. Lo giuro ».
Il riccio ridacchia. « Ma per chi tu mi ha preso ».
« Per un coglion- ahia » Fedez si va a massaggiare il fianco, proprio dove quell'imbecille lo ha appena pizzicato.
« Fidati di me » dice il riccio, quindi si inchina verso Fedez e per un attimo il ragazzo è quasi convinto che voglia baciarlo.
Si sbaglia, però, visto che Mika sposta leggermente – un brivido – la bretella della canottiera scollata del ragazzo tatuato e inizia a disegnare.
Fedez non riesce a capire che tipo di figura stia tracciando con il pennarello e, in ogni caso, è troppo impegnato ad osservare l'espressione concentrata di Mika, o il modo in cui tiene la lingua fra i denti.
Dopo alcuni minuti esclama: « Fatto » con espressione soddisfatta.
Ed è bellissimo, anche con i capelli ancora bagnati e tutti incasinati sulla fronte. Probabilmente si accorge del modo in cui Fedez lo sta guardando perché i suoi occhi guardano altrove, mentre si imbarazza leggermente.
Sono davvero troppo vicini.
E il fatto che il sedere di Mika sia esattamente sopra il cavallo dei pantaloni della tuta di Fedez, non aiuta a rimanere concentrato.
Porca puttana.
« Che c'è? » chiede Mika, spostandosi un ciuffo dagli occhi.
Ed è la fine, è proprio la fine.
« Ti voglio davvero » dice Fedez, ed è quasi un sussurro, ma Mika lo sente lo stesso.
E, a giudicare dal suo cambio di espressione, capisce lo stesso.
E poi è questione di secondi, giusto il tempo di mettere il tappo al pennarello e buttarlo per terra, e le labbra di Mika sono sulle sue.
Fedez respira forte e sente il profumo dello shampoo che ha usato il riccio; è il suo e questo lo manda fuori di testa.
Quando Mika gli lecca piano le labbra, così, nel modo in cui sa fare solo lui, Fedez gli stringe un fianco, possessivamente.
Il bacio si fa più frenetico e il riccio inizia a muoversi, impercettibilmente, su di lui.
Fedez pensa che potrebbe morire anche subito. È talmente preso dalla situazione che non si accorge del telefono di Mika, che vibra sul comodino.
Il riccio allunga una mano per prenderlo, interrompendo il contatto tra le loro labbra. Fedez fa un verso infastidito.
« Hum… è Alessio » dice Mika, con voce roca.
Non è vero.
Fedez non è totalmente in sé, quando prende il telefono di Mika e con un grugnito lo poggia di nuovo sul comodino. O, per meglio dire, lo sbatte.
Stringe la presa sul fianco di Mika, poggia la mano libera sul volto del riccio – dovrebbe farsi la barba ma non se la fa e va benissimo così, che cazzo – e lo tira di nuovo a sé.
Mika fa un verso sorpreso ma non si oppone. Il riccio lo bacia con una tale intensità e bisogno e quando si sistema meglio su di lui e le loro erezioni si scontrano, Fedez gli geme sulle labbra.
È un bene che lo zio sia ancora al bar. Non è un bene che abbiano lasciato la porta di camera loro aperta. Sono entrambi troppo distratti al momento, comunque, per curarsi di queste piccolezze.
I movimenti di Mika, sopra di lui, si fanno più insistenti. Fedez è eccitato e accaldato ed è un attimo, prima che assecondi il suo ritmo.
Mika oscilla il suo bacino su e giù, su e giù, su e giù, prima piano e poi sempre più veloce.
Fedez solleva leggermente il lembo della maglietta di Mika e la sua pelle è bollente, cazzo, e lui vorrebbe averlo dappertutto.
Vorrebbe la sua lingua dappertutto. I suoi baci dappertutto.
Mika allontana le sue labbra solo per avvicinarle al suo orecchio e non va bene, perché così Fedez sente ogni sospiro e ogni volta che Mika geme « Fedè », con quel suo stupido accento, lui muore un po' di più.
Il riccio gli lecca questo punto appena sotto il lobo e Fedez ansima in maniera imbarazzante. Poi Mika continua, scende sempre più giù, sul collo, lo succhia lo bacia ed è tutto un alternarsi di baci e movimenti del bacino e Fedez pensa che non potrà vivere a lungo, se continua così.
Gli artiglia i fianchi con entrambe le mani, e ora è lui che detta il ritmo.
Vorrebbe toccarlo dappertutto, maledizione.
Fa scivolare una mano sotto la maglietta di Mika e il riccio ha un brivido, graffia la sua schiena e vi si appiglia, perché le spinte ora sono veloci, sempre più veloci, sempre più-
« Non deve essere geloso » ansima Mika, sulle sue labbra, e, come se non bastasse, si muove posizionandosi in modo che la sua erezione prema esattamente su quella di Fedez.
« Di Ale- » geme in maniera imbarazzante, stringendogli la canottiera e gettando leggermente la testa all'indietro.
Fedez vorrebbe dirgli che non importa, di stare zitto, di continuare a baciarlo ma-
« Perché io non voglio essere legato a nessun altro » continua, con voce spezzata. E intanto il suo bacino oscilla sul suo. Su, giù, su, giù. « Non mi sono mai sentito così legato a nessun altro » ed è quasi un singhiozzo.
Ed è in quel momento che Fedez viene, chiudendo gli occhi ed emettendo un verso roco. Il suo corpo è scosso da piccoli brividi ed è un bene che sia sdraiato, perché, molto probabilmente, le sue gambe non avrebbero retto il peso del suo corpo.
Mika lo segue, qualche secondo dopo, con un rantolo, rilassandosi e poggiando la fronte contro la sua spalla.
Passano un paio di minuti fermi così, finché i loro respiri non si regolarizzano. Fedez accarezza piano i capelli di Mika.
Va tutto benissimo.
È venuto nelle mutante come un dodicenne, per colpa del suo migliore amico, ma va tutto benissimo.
« Mik » sussurra, e il riccio mugugna. « sto andando in bagno a cambiarmi, ti porto un asciugamano? Così ti sistemi? ».
« Prendimi un paio di boxer dal cassetto, prima di andare ».
Fedez fa come gli dice, poi si chiude in bagno, a darsi una pulita e tutto il resto.
Porca puttana.
Si guarda allo specchio, prima di uscire, e si impone si togliersi quello stupido sorriso dalla faccia.
Non ci riesce.
Lo sguardo gli cade sul petto, però, proprio nel punto in cui Mika gli ha disegnato qualcosa, poco prima.
E proprio lì, leggermente sotto la clavicola, c'è una clessidra stilizzata: è bellissima.
Per un momento, Fedez pensa che potrebbe tatuarsela e l'idea di avere qualcosa disegnato da Mika inciso sul suo corpo per sempre, gli fa scorrere un brivido lungo la schiena.
Quando torna in camera ha il buon senso di chiudersi la porta alle spalle.
Le luci dei lampioni illuminano fiocamente la stanza.
« Adesso io mi sposto, aspetta » mormora Mika, ma Fedez capisce che è più addormentato che sveglio.
Indossa solo la maglietta e i boxer nuovi che il ragazzo gli ha dato.
Fa un respiro profondo, prima di sdraiarsi accanto a lui. « Non fa niente » gli dice, e forse stanno correndo troppo, o forse no, ma, ora come ora, Fedez lo vuole vicino.
Ha bisogno di lui vicino. Copre entrambi con il lenzuolo prima di aggiungere: «Resta ».




Angolo dell'autrice
Disagio 2.0
Sono le 6:07 am e io sono qui a pubblicare il nuovo capitolo.
Cosa festeggiamo?
Le porcaputtana di 101 recensioni. Forse non vi rendete conto.
E' come se avessi vinto una maratona (e io sono una sega negli sport, quindi fatevi due conti ahahah).
Comunque, robe che non c'entrano nulla, sono troppo fissata con questa cosa che gli Urban debbano cantare Creep dei Radiohead perché sì. Oppure Free Fallin' di John Mayer.
E' un tarlo che mi perseguita da settimane, help.
E ora, tornando alla storia, che ne pensate?
Fedez si è fatto un po' perdonare stavolta? Me l'avete insultato troppo nello scorso capitolo, povera stellina ahahah.
Aspetto come sempre i vostri commenti!
Ah, e vorrei davvero rispondere ora a tutte le bellissime recensioni (graziE!) ma ho sul serio bisogno di dormire.
QUINDI, scriverò a tutte domani mattina, promesso.
Un ringraziamento speciale va a tutte le persone che, come sempre, si prendono la briga di lasciarmi una recensione, anche piccolina, ma stavolta, vorrei ringraziare anche il gruppo midez di fb, in cui sono stata aggiunta solo qualche giorno fa, e le bellissime personcine conosciute questo pomeriggio sul gruppo midez di whatsapp;
Anita, Elisa, Flavia, Ila, Nadia, Nicla, Ornè, Virgi (e spero di non essermi dimenticata nessuna) questo è anche per voi!
Grazie per il vostro supporto.
Buonanotte
  
Leggi le 19 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Mika / Vai alla pagina dell'autore: paneenutella