Storie originali > Soprannaturale > Maghi e Streghe
Ricorda la storia  |      
Autore: Kit L Hawthorn    09/03/2009    1 recensioni
"La sera era fresca e ventosa. Le risate di decine di bambini mascherati nei modi più strani invadevano le strade avvolte nella penombra. I lampioni erano già accesi, e tremule luci brillavano all’interno delle zucche poste sui davanzali, sbiadite dal glorioso tramonto che bruciava lungo la linea dell’orizzonte."
D’ora in poi, prenderemo la notte che divide a metà l’autunno e ci riuniremo, e rideremo di come il mondo sia convinto di averci distrutte.
Genere: Malinconico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- Shall we remember -




- When shall we three meet again? In thunder, lightning, or in rain?
- When the hurlyburly's done, When the battle's lost and won
- That will be ere the set of sun

- W. Shakespeare, Macbeth -







31st of October, 6.30 PM to 7.00 PM



La sera era fresca e ventosa. Le risate di decine di bambini mascherati nei modi più strani invadevano le strade avvolte nella penombra. I lampioni erano già accesi, e tremule luci brillavano all’interno delle zucche poste sui davanzali, sbiadite dal glorioso tramonto che bruciava lungo la linea dell’orizzonte.
La lunga veste di Elva frusciava sull’asfalto, mentre la strada correva veloce sotto i suoi piedi. Un paio di ragazzine, con lunghi mantelli con pipistrelli e ragni disegnati e cappelli neri a punta, la oltrepassò sorridendole. Elva si trattenne dal ridacchiare.
Un’ombra attirò la sua attenzione. Stava accanto ad un lampione, silenziosa, come in attesa di qualcosa. In attesa di lei. “Amy…” L’Ombra si voltò di scatto verso di lei. “Elva.” Constatò Amy debolmente, poi abbassò il cappuccio, scoprendo i ricci capelli castani, ed Elva scorse l’ansia nei suoi occhi color smeraldo. “Siamo pronte?” domandò. Elva annuì “Quasi. Dobbiamo passare a prendere Leah. Hai portato quello che ti avevo chiesto?” Amy picchiettò un rigonfiamento che spuntava da sotto il suo mantello. “Preso tutto.”
“Allora, andiamo.”
Le due ragazze si incamminarono, confondendosi nella folla…

Il fruscio dei mantelli si confondeva con quello delle foglie. Non c’era possibilità che fossero scoperte, ma lo stesso Fiamma sentiva la compagnia tremare al suo fianco.
Quella notte sarebbe stato tutto perfetto. Nulla avrebbe potuto rovinarla.
Semplicemente non poteva. Non adesso.
Un tuono lacerò il silenzio
La mano di Isabella le strinse convulsamente il braccio. “Calmati, Bella!” Le intimò Fiamma. “Matilde aveva previsto la tempesta.”
Isabella si rilassò un attimo. “La avremmo già dovuta incrociare, non credi?” mormorò poi.
La compagna alzò gli occhi al cielo. O meglio al fogliame che le sovrastava.
Un fruscio anomalo attirò la loro attenzione.
Un ombra si fece avanti.
E mentre le dita di Isabella si stringevano ancora una volta attorno al suo braccio Fiamma la capì di chi si trattava.
“Matilde.”


“Leah.”
Un paio di occhi grandi e scuri incrociarono quelli azzurri di Elva. “Oh, Elv, Amy.” Esclamò Leah con un sorriso. “Sono secoli che vi aspetto…” Un sorrisino incerto si formò sulle labbra di Amy, mentre Elva ridacchiava: “Mai frase fu più vera…” poi tornò seria, ma i suoi occhi continuavano a brillare. “Ora andiamo, siamo già abbastanza in ritardo…” Si avviarono, mentre il sole spariva definitivamente dietro l’orizzonte, lasciando dietro di sé solo un tenue bagliore aranciato, che sfumava nel verde ed infine nel blu vellutato della notte.
La foresta accanto al paese era sempre stata un luogo da evitare. O, almeno, era quello che dicevano loro gli adulti. Ma bambine come Elva, come Amy, come Leah, non erano bambine capaci di farsi fermare da semplici raccomandazioni. Ed il bosco era la loro seconda casa, e sembrava così appropriato, così…giusto, che tutto si svolgesse proprio in quelle radure che avevano visto i loro giochi di bambine, che avevano accolto le loro gioie ed i loro dolori.
Ed ancora una volta si trovarono lì, mentre la tempesta si addensava all’orizzonte, mentre i tuoni ed i lampi si preparavano a scuotere la terra e la pioggia a bagnarla.
Lì Leah posizionò il calderone, accese il fuoco, lì Amy tirò fuori le cinque candele, di cinque colori diversi: grigio, azzurro, verde e rosso, e le sistemò attorno al calderone, lì Elva mischiò le erbe e quando l’acqua bollì le gettò nel calderone.
Lì si strinsero in cerchio, e mormorarono le loro preghiere alla luna ed alle stelle, al fuoco ed all’acqua, alla terra ed all’aria. Aspettando la mezzanotte.

11.30 PM to 01.00 AM



La pioggia non aveva ancora cominciato a riversarsi sulla foresta.
Il buio era totale e le abbracciava come una coperta, mentre tiravano fuori tutto il necessario. Il rumore di due pietre sfregate fra loro, il tempo che il fuoco si alimentasse, e le ombre furono cacciate agli angoli della radura, rannicchiandosi come mostri spaventati, tremanti e dallo sguardo carico di inquietudine.
La luna brillava ormai alta sopra le loro teste, guardandole benevola, unica testimone di un incontro proibito, accarezzandole con i suoi raggi argentei quasi volesse dar loro la sua benedizione.
Tutto era pronto per quella notte, troppo a lungo aspettata. Quella notte che, purtroppo, sembrava essere arrivata troppo tardi.
Ma, come si dice, meglio tardi che mai.

Le campane del paese avevano cominciato a suonare la mezzanotte, il suono arrivava smorzato nei meandri della foresta.
Elva, Amy e Leah allargarono il cerchio più che poterono, senza lasciarsi andare e cominciarono a mormorare la loro preghiera a voce un po’ più alta, cantilenando, gli occhi semichiusi, i pensieri rivolti alla luna.
Il cielo decise che quello era il momento appropriato per far sentire la sua voce, e lo fece in grande stile, con un tuono che fece tremare gli alberi, che penetrò nella terra, facendosi strada tra le radici degli alberi, fino alle sue viscere più profonde, mentre il fumo si alzava alto in lievi volute quasi a voler toccare le stelle.

Il rombo vibrò nelle loro membra, mentre intonavano la litania che le avrebbe messe in contatto con le sorelle dall’altra parte del tempo.
Fu quando la luna fu esattamente sopra le loro teste che Fiamma prese un respiro e cominciò a parlare…

“Quando ci rivedremo noi tre? Tra tuoni, lampi o raffiche di pioggia?”
Risuonò la voce di Elva, forte e chiara, sulle cime degli alberi frementi d’attesa.

“Quando il tumulto sarà finito, la battaglia vinta e perduta”
Rispose Isabella, la voce inaspettatamente decisa, come non era solita essere.


“Avverrà prima che il sole tramonti”
Concluse Leah, certa della verità di quelle parole.
Lo sapeva.
Era già successo.

Mentre passato e futuro si davano la mano, mentre un velo sottilissimo di strappava, Fiamma vide i volti nel calderone. Una ragazza dai capelli neri, gli occhi del colore dell’acqua e dell’aria, una chioma di capelli castani e gli occhi di smeraldo e ciocche color miele ad incorniciare iridi scure ed impenetrabili. I loro nomi erano chiari nella sua mente come quelli delle compagne accanto a lei.
Fu quello il momento scelto per ricordare.
Ricordarono centinaia di sorelle, centinaia di mantelli invisibili nel buio. Invisibili per tutti, ma non per loro.
Ricordarono come si erano riunite secondo il calendario lunare, ricordarono il grande Sabba… ricordarono la paura, ricordarono l’orrore di vedere le sorelle sul rogo.
Ricordarono perché anche le sorelle, quelle dall’altra parte del velo, potessero ricordare. Perché la memoria non le abbandonasse mai.

I ricordi fluirono rapidi nella mente di Elva, come fossero stati suoi propri. Come memorie di un’infanzia lontana che improvvisamente venivano riportati alla vita dalla scoperta di un piccolo oggetto ad essere legato.
Se si poteva classificare come oggetto quel paio di occhi color ambra che avevano incontrato i suoi attraverso il fumo tumultuoso che si levava dal calderone.
Ricordò la gioia, l’allegria, l’emozione, l’euforia… ricordò il dolore la tristezza e la morte. Ricordò come era giusto che fosse. Ricordò perché quando il passato è inghiottito dalle tenebre, allora anche il futuro scompare.
Ricordarono di essere Streghe. Ricordarono ciò che andava fatto.
Gli occhi di Fiamma di specchiarono in quelli di Elva.
Non dimenticherete.
Elva non capì se si trattasse di un’affermazione, una supplica o una richiesta di promessa.
Annuì.
Promise.
“Noi ricorderemo”

Un sorriso si aprì sul volto della Strega dagli occhi d’ambra. Un sorriso a quella promessa, mentre faceva passare il laccio sulla testa e levava in alto il pentacolo d’oro, imitata dalle compagne.
Insieme li lasciarono cadere nelle acque irrequiete, perché attraversassero il velo ed arrivassero alle discendenti, perché la memoria fosse più forte del tempo.
Il fuoco fu spento ed i mostri che finora avevano occhieggiato dai bordi della radura si avventarono sulle Streghe per riprendersi ciò che era loro.
Non un rumore mentre le tre raccoglievano le proprie cose, mentre si abbracciavano e, con il cuore tremante, prendevano strade che non si sarebbero mai più incontrate, ma che avrebbero corso parallele.



1st of Novembre, 6.00 AM

Il quieto rombo ed il sobbalzare del treno cullavano Elva, accoccolata accanto al finestrino, che guardava il mondo svegliarsi, scrollarsi di dosso la rugiada, e con un gran sospiro tornare alla propria operosità.
Una impercettibile risata, simile ad uno sbuffo, scappò dalle sue labbra, mentre pensava a come erano ignari tutti loro di ciò che era avvenuto quella notte.
Non si facevano domande, mentre riponevano nella dispensa le caramelle avanzate, gettavano le zucche prima che marcissero e ritornavano in cantina le decorazioni. Uniche preoccupazioni, forse, le indigestioni dei bambini più grandi che, fieri di esser finalmente usciti da soli, avevano trangugiato più dolci possibile, senza tener conto delle conseguenze. Elva strinse il ciondolo d’oro talmente forte che le sue nocche sbiancarono. Era lontanissima da casa, e non sapeva dove andare, dove dormire la notte seguente, cosa fare.
Qualcosa, però, le diceva che ce l’avrebbe fatta. Che quando la chiamata sarebbe arrivata lei ci sarebbe stata, per tornare in quella radura e fare in modo che altre ricordassero.
Chiuse gli occhi, rivolgendo un tenero pensiero alle sorelle.
Che voi possiate ricordare



D’ora in poi, prenderemo la notte che divide a metà l’autunno e ci riuniremo, vestite dei colori del buio e delle foglie cadute, intaglieremo le zucche e accenderemo le candele al loro interno perché le anime delle sorelle cadute possano trovare la via di casa.
D’ora in poi ci riuniremo, e rideremo di come il mondo sia convinto di averci distrutte.





-Note dell’Autore –
Beh, in realtà non è che ci sia molto da dire. Questa shot langue nel mio computer da mesi da quando ho avuto quell’idea improvvisa alle ore 00.30. Spero solo che a qualcuno possa interessare e che qualcuno abbia l’immensa bontà di lasciarmi un commento, un consiglio per migliorare!^^ Nel frattempo ringrazio tutte le anime pie che hanno commentato e/o letto Burnt Kid Loves Fire.
Grazie mille!*^*
Love,
K.L.H
  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Maghi e Streghe / Vai alla pagina dell'autore: Kit L Hawthorn