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Autore: Clahp    09/03/2009    6 recensioni
Juugo e Sasuke si limitavano a non commentare; il primo, quando non aveva paurose crisi omicide, borbottava fra sé e sé, ridendo spesso; il secondo ne era totalmente indifferente, poiché gli importava principalmente il fatto che non facessimo più casino, cosa che comunque avveniva, in un modo o nell’altro. Ma era così dannatamente sexy quando si imbestialiva e-
-Ehi tu, ti togli di lì? Mi vorrei sedere.-
…Un’odiosa voce interruppe nuovamente il mio flusso di pensieri (assai poco casti, ok) sull’Uchiha. Normalmente, gli avrei risposto un raffinatissimo “Ma fottiti un po’!”; stavolta invece, per forza di cose, mi limitai ad un ampissimo sorriso e mi alzai dall’enorme divano.
Non gli avrei dato la soddisfazione di vedermi pregare in ginocchio che smettesse di darmi ordini, fosse stata l’ultima cosa che avrei fatto…
[SuiKa]
[Terza classificata ex-aequo al Contest Antiromantico SuiKa di Mala_Mela e Hipatya.]
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Karin, Suigetsu
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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SuiKa

 

 

Fanfiction classificata 3° (a pari merito) al “Contest AntiRomantico SuiKa” indetto da Mala_Mela e Hipatya.

 

 

 

 

 

 

V i c i n a n z a

 

 

 

 

La vicinanza di un oggetto desiderato è una tentazione ad abusarne.

(Frank Herbert)

 

 

 

 

 

Lo guardai sprezzante, pensando dolci cose come “Mi fai un piacere? Muori?” o “E’ in arrivo il tuo volo per Fanculo, solo andata!”; nel frattempo, tagliavo la fettina di carne il più grossolanamente possibile.

L’oggetto dei miei costanti pensieri era dinnanzi a me -occhi chiusi, sorriso beffardo sul volto, aria decisamente idiota, sì- e canticchiava una melodia piuttosto astrusa, dondolandosi placidamente sulle zampe posteriori di una sedia; gli rivolsi un’altra occhiata astiosa, che ovviamente egli non vide, ed iniziai a borbottare fra me e me finché lui non mi interruppe, dicendo:

-Uhm, Karin… Ho un po’ di torcicollo… Mi fai un massaggio?-

Lo incenerii con lo sguardo, alzai gli occhi al cielo e ricominciai a mugugnare; ora, va bene tagliargli la carne, ma addirittura il massaggio no. No, no, mi sarei davvero rifiutata… Non se ne parlava neppure!

Stavo dunque pensando a tutti e centotrentatre i modi per uccidere una persona nella maniera più dolorosa possibile (di cui avevo fatto un’attenta lettura, qualche anno prima), ponderando seriamente sulle possibilità di riuscita della cinquantasettesima – ovvero “Castrare un uomo usando un portauovo”-, quando l’altro proferì:

-Mmh, mi sembrava un ordine. E mi sembrava anche che tu dovessi farlo… ma potrei anche sbagliarmi, eh. Forse.- Sottolineò con cura l’ultima parola, guardandomi e sghignazzando, mentre continuava a dondolarsi come un idiota.

Io tirai leggermente su gli angoli della bocca (in quello che sicuramente non poteva essere chiamato sorriso) e gli risposi un “Sì” a denti talmente serrati che fu più un mugugno che una vera risposta; mi alzai rumorosamente, mi scrocchiai le dita, mi misi dietro di lui e iniziai a massaggiargli la base del collo assai rozzamente. Cosa che ovviamente al signorino non andava bene.

-Sarebbe questo il modo di fare un massaggio al tuo- e qui ghignò di nuovo –padrone? Su, su, impegnati un po’… potrei anche pensare di licenziarti, eh.-

Pensando ancor più seriamente al ventisettesimo modo (“Usare un cucchiaino nei più variopinti modi”), mi limitai a “sorridere” e a massaggiargli un pochino più delicatamente la parte. Augurandogli sempre e comunque la morte, s’intende.

Lui prese a muovere la testa, emettendo contemporaneamente versetti idioti di apprezzamento; dopo un po’, disse:

-Ma come siamo loquaci, oggi! Che c’è, ti sei finalmente vista allo specchio e hai realizzato l’orrenda visione?-

Vaffanculo.

-Oh, Suigetsu, se non ci fossi tu la mia autostima sarebbe davvero perduta!-, gli risposi in tono falsamente melodrammatico, perseverando a muovere le dita.

-Lo so, lo so, Karin. Quella visione può davvero… come dire, turbare. All’inizio, ne sarai sconvolta; ma a poco a poco, inizierai ad abituarti, e ti risulterà forse perfino normale… Io lo so. Ci sono passato… e, be’, non è stata una bella esperienza… ne sono tutt’ora molto turb-

…Ma non fece in tempo a finire la frase, poiché qualcuno aveva calciato a sedia; questa si era rovesciata, facendogli battere violentemente il capo, e causò la mia più totale goduria e una sua oscena imprecazione, seguita da lamenti di folle dolore.

-ORROOOORE! Il mio povero, povero Sfigetsu era nel pieno della vita, allorchè, senza preavviso, d’un tratto… cadde da una sedia! Oh, fato crudele!-

La parte lesa della sua testa, che si era liquefatta nell’urto, adesso ricominciò a solidificarsi; lui si rialzò e sghignazzò sempre di più.

-Che cazzo hai da ridere?-, gli chiesi, piuttosto preoccupata: ma porca miseria, avevo disobbedito alle regole…

Lui mi puntò un dito contro e disse:

-Penalità, mia cara racchia! Non hai rispettato i patti! Un mese in più di servilismo… Ti garba?-

Indietreggiai, imprecando sottovoce; maledicendolo in tutte –TUTTE!- le lingue del mondo, feci per andarmene, quando…

-Ma… non mi sembra di averti ordinato di andartene. Finisci di tagliarmi la carne, sparecchia, lava i piatti, e poi forse, quando e se sarò magnanimo, potrai andare. D’altronde, hai perso, mia cara culona…-

Ma come cavolo ho fatto a ridurmi in queste condizioni?! Ripensai con dolore a quel dannato giorno…

 

 

 

*

 

 

 

-Karin. Suigetsu. Basta.-

La voce roca e strascicata di Sasuke aveva interrutto seccamente il litigio; noi c’eravamo ammutoliti subito, come al solito, e avevamo ascoltato ciò che il gran capo aveva da dire.

-…Bene. Adesso, come stavo dicendo, qualcuno deve andare a fermare il tizio che probabilmente ci sta inseguendo. Karin, dimmi tutto su di lui.-

Io ero arrossita; quando era particolarmente scazzato, Sasuke era ancora più stuprabile.

-Ha un chakra piuttosto instabile, ma è comunque molto, molto esiguo. Non è l’otto code, di questo ne sono sicura.-

Lui aveva ponderato un attimo, e alla fine aveva deciso:

-Benissimo. Andrete voi due a stanarlo… ci segue da troppo tempo, è un tizio sospetto. Sarà probabilmente della Foglia. Io e Juugo aspetteremo qui; lui ha ricominciato con le sue crisi omicide. Fate in fretta.-

Io e Suigetsu avevamo protestato, ma l’Uchiha non aveva voluto sentire repliche; perciò ci eravamo malamente alzati, ci eravamo ovviamente insultati ed eravamo controvoglia partiti. Il nostro obiettivo non era poi molto distante: in qualche ora ci saremmo arrivati senza problemi, e comunque il suo livello di chakra era molto basso, per cui avremmo impiegato davvero poco tempo.

Si era prospettata insomma una missione noiosa e seccante, con quella sottospecie di ghiacciolo al mio fianco… Improvvisamente, colta da un’idea folgorante, mi ero fermata di scatto… ma certo!

-Già stanca, chiappe molli?-

Non avevo neanche badato al suo complimento e gli avevo detto:

-Sfigetsu… non pensi anche tu che sia una missione fin troppo noiosa? Insomma, l’avversario è così debole… Perché non renderla più… intrigante?-

E lui aveva sorriso, intuendo qualcosa; riusciva, in effetti, a capire sempre le idiozie che mi passavano per la testa… era una cosa così strana…

-Per una volta, mi trovo d’accordo. Cosa proponi?-

-… Facciamo una scommessa.-

Aveva fatto una faccia interessata.

-Chi batte per primo l’Anbu vince. Semplice.-

-…E chi vince, cosa vince?-

Avevo sorriso, a metà fra il divertito e il compiaciuto.

-Il perdente farà da servo al vincitore per un mese. Ci stai?-

Gli avevo teso la mano, un ghigno in faccia. Avevo la vittoria in pugno… Poco prima di uscire dal nostro covo avevo preso un potente veleno, letale per chiunque l’avesse anche solo inalato… ma lui questo ovviamente non lo sapeva. In un colpo solo, non avrei più mosso un dito e quell’idiota sarebbe stato totalmente ai miei piedi…

-Ovvio.-

Lui me l’aveva stretta, indugiando un poco; il contatto fra le nostre mani mi era apparso come qualcosa di insolito, dal momento che l’unica forma di unione fisica fra di noi erano pugni o sberle da parte mia…

-Ah, ovviamente è vietato l’uso delle armi. Ergo, lascia da parte quella roba.-                                              

Avevo indicato lo spadone, da cui lui non si liberava mai.

-No, aspetta… questo non era nei patti!-

Il mio sorriso si era allargato; le nostre mani erano ancora unite.

-Uhm, veramente non mi pare di aver specificato… No, in effetti. E oramai hai stretto la mano. Che c’è, hai paura di perdere senza il tuo stuzzicadenti?!-

Lui aveva socchiuso gli occhi, in segno di sfida.

-No. Affatto. Perfetto, racchia, come vuoi.-

-Non vedo l’ora…-

 

Il nemico alla fine –un Anbu di Konoha sulle tracce dell’Akatsuki-  si era rivelato molto più insidioso di quanto avessimo entrambi predetto; il simpaticone, infatti, aveva la capacità innata di alzare e abbassare il livello del chakra a piacimento.

…Insomma, il tizio aveva fottuto alla grande la mia unica e tanto decantata capacità strabiliante; e io mi ero avvicinata a lui ignara di tutto con l’intenzione di avvelenarlo, quando improvvisamente il suo livello del chakra era aumentato di colpo; mi ero fermata di botto e ad avevo iniziato a tremare, per quanto era forte.

Per dirla in poche parole: alla fin fine Suigetsu non solo vinse platealmente la scommessa, ma mi salvò anche bellamente il culo, cazzo!

 

 

 

*

 

 

 

E fu così che iniziò il mio inferno. Il bastardo mi comandava a bacchetta da mane a sera da un mese intero, oramai, e io non potevo assolutamente dire niente poiché nelle regole era esplicitamente vietato, pena l’aumento del servizio, che il perdente disobbedisse o rispondesse male al vincitore.

-Regole che hai stabilito tu stessa, pensa che cretina…-, sghignazzava in continuazione lui, ricordandomi teneramente ciò che in quella assurda faccenda era la cosa che più mi faceva rodere.

Juugo e Sasuke si limitavano a non commentare; il primo, quando non aveva paurose crisi omicide, borbottava fra sé e sé, ridendo spesso; il secondo ne era totalmente indifferente, poiché gli importava principalmente il fatto che non facessimo più casino, cosa che comunque avveniva, in un modo o nell’altro. Ma era così dannatamente sexy quando si imbestialiva e-

-Ehi tu, ti togli di lì? Mi vorrei sedere.-

…Un’odiosa voce interruppe nuovamente il mio flusso di pensieri (assai poco casti, ok) sull’Uchiha. Normalmente, gli avrei risposto un raffinatissimo “Ma fottiti un po’!”; stavolta invece, per forza di cose, mi limitai ad un ampissimo sorriso e mi alzai dall’enorme divano. Non gli avrei dato la soddisfazione di vedermi pregare in ginocchio che smettesse di darmi ordini, fosse stata l’ultima cosa che avrei fatto…

-…Certo, padrone, ma c’è talmente tanto spazio…-

Lui si avvicinò al mio viso e disse:

-In verità vorrei distendermi, ma sai com’è… hai un culo talmente enorme che da solo forma una provincia autonoma...-

Lo guardai con odio, ma non replicai. Autocontrollo, Karin, autocontrollo… Percepii che lui era rimasto insoddisfatto per la mancata scenata di rabbia e ghignai malignamente: ero riuscita nel mio intento…

 In quel momento, passò Sasuke.

-Sasuke, vuoi che ti rifaccia il letto…?-, chiesi gentilmente, ma quello si limitò a negare seccamente e ad andarsene; e io, beh, ci rimasi piuttosto male. Da quando aveva ucciso il fratello, il ragazzo era divenuto se possibile ancor più freddo e incazzoso, tant’è che più volte Suigetsu l’aveva paragonato -e non a torto, a dirla tutta- ad una donna in menopausa; noi, dal canto nostro, non sapevamo cosa fare. Erano passati quasi sei mesi da quando eravamo entrati nell’Akatsuki, per volere di Sasuke più che per nostra necessità, ed era oramai da più di un anno che ci conoscevamo; adesso, il nostro covo era una rozza casetta immersa nel bosco, dentro cui passavamo la maggior parte del nostro tempo, aspettando l’ordine di Pain per attaccare Konoha, e mettendo fuori combattimento gli Anbu che oramai da un bel po’ ci inseguivano (senza tuttavia ucciderli, dal momento che Sasuke ce l’aveva vietato).

Il nostro obiettivo sembrava assurdo e impossibile: avremmo dovuto uccidere i piani alti della Foglia collaborando con dei pazzi ninja traditori di livello S; tutto perché Sasuke voleva così… e noi lo seguivamo, obbedienti, a capo chino, come sempre, e non discutevamo gli ordini, come sempre.

Ma loro erano la cosa più simile ad una famiglia che avevo mai avuto, dopotutto… Risi. Potevo considerare la mia famiglia un tizio dietro cui sbavavo ma che non mi si cagava di striscio, un pazzo con crisi omicide e un idiota che avevo più e più volte usato come cavia, quando Orochimaru era ancora vivo? In effet-

-Il mio letto, però, una sgrullatina la vorrebbe… ma sì, pensaci tu, va’!-

…A pensarci bene, però, di un caro membro della famiglia avrei fatto molto volentieri a meno.

 

 

 

*

 

 

 

-Karin, puliscimi la spada.-

Alzai gli occhi. Ancora

-Ma certo.-, gli dissi, sfoderando il più bel sorriso di cui fossi capace.

Lui grugnì.

-Come mai sei così ben disposta?-

-Uhm, forse perché devo farlo?-

-…Se non ti va, puoi anche non farlo, eh. E’ tardi e siamo pure stanchi. Anzi, sc…-

-No, grazie. Le regole sono regole… e io non voglio la tua carità!-

Mi alzai dal divano sul quale io e lui avevamo passato l’ultima mezz’ora a riposarci, poiché avevamo sconfitto un altro Anbu molto tosto che ci seguiva da molto tempo, e mi diressi a prendere lo speciale liquido con cui lui era solito pulire la sua arma.

A metà strada però mi fermai, scossa: Suigetsu mi aveva appena chiesto di pulire la sua spada… che di solito non faceva mai toccare a nessuno.

-E allora fai un po’ come ti pare…-, ribatté lui, stizzito, distendendosi sul divano e chiudendo gli occhi.

Mi girai. Era appena stato forse anche lontanamente gentile con me e io non me ne ero accorta…?

Presi il liquido, impugnai l’arma ed andai davanti al divano… o almeno, ci provai. La spada era talmente pesante che neanche con due mani riuscivo a prenderla…

-E qui ti volevo! Hai visto?! Sei deboluccia, chiappe flaccide!-, sghignazzò lui, canzonandomi; pestai un piede per terra, rabbiosa… Al solito, mi facevo troppe illusioni! Maledicendo me e i miei repentini cambiamenti di umore, riuscii con molti sforzi a trascinare la spada e a posarla per terra, in un angolo buio. Iniziai dunque a pulirla, dando le spalle al divano.

-…Che c’è?-, chiese il ragazzo, ma io non mi girai neanche a guardarlo, poiché avevo gli occhi lucidi, e l’ultima cosa che volevo era che lui mi vedesse piagnucolare come un’idiota.

Ero al tempo stesso arrabbiata e delusa e tuttavia non riuscivo a spiegarmi quell’esagerata reazione isterica…

Non c’era alcun bisogno da parte sua di ricordarmi in continuazione quanto fossi inutile in quel gruppo; il nemico aveva infatti capito che nel nostro Team c’era qualcuno che riusciva a percepire molto bene il chakra altrui, e per questo mandava in continuazione Anbu -probabilmente dello stesso clan, dal momento che avevano tutti la medesima capacità innata- che potevano controllarne il livello. Questa cosa riusciva a farmi confondere non poco; unita alla mia superficialità, poi, molte volte mi aveva fatto correre il rischio di perdere la vita. Inoltre, non sapevo fare niente di particolare, né avevo grandi conoscenze di arti magiche o marziali, dal momento che nessuno si era mai preso la briga di mandarmi in un’Accademia Ninja e farmi studiare come si deve.

Il carattere di Sasuke poi non contribuiva certamente a rendere migliore la situazione: troppo spesso mi ero sentita un peso per lui. Ma riguardo a Suigetsu… ci conoscevamo da veramente tanto tempo e pensavo che forse avrebbe capito… e invece probabilmente la mia inutilità gli faceva solo un’enorme pena. Nelle missioni che il gran capo ci affidava mi accompagnava sicuramente perché sapeva che non avrei potuto combattere da sola; qualche minuto prima, poi, avevo addirittura pensato che lui avesse voluto essere gentile con me, e non affibbiarmi stupidi soprannomi come al solito… e invece…!

-Oddio, Karin, non mi dire che ti sei offesa.-

Aveva parlato con un tono così tanto incredulo che mi fece arrabbiare ancora di più; non mi presi neanche la briga di rispondergli. Alzai la spada e iniziai a lucidarne la parte superiore, ansimando… ero davvero stanca e l’oggetto era molto pesante.

-Ok. Ti sei offesa. Per cosa?-

Ancora una volta, non gli badai.

-…Non pensavo fossi un tipo così permaloso, eh.-

Sai com’è, alla millesima volta che uno paragona il tuo culo ad una betoniera, magari puoi anche offenderti…

-…Altrimenti, insomma, mi sarei stato zitto. Forse.-

 

Passò qualche minuto in totale silenzio; io ero sempre più stanca, ma non demordevo e proseguivo a lavorare.

-Almeno, potrei sapere cosa ho fatto? Così, tanto per sapere…-

Iniziai a fischiettare per fargli capire che neanche lo stavo a sentire.

-Karin, se non sai fischiare, almeno non fischiare!-

Continuai, sempre più forte, finché non mi mancò il fiato per la fatica –adesso stavo lucidando la parte inferiore della spada- e cadde nuovamente il silenzio.

Passò un buon quarto d’ora totalmente privo di rumori, se si esclude il fruscio del panno sopra la spada. Adesso ero molto meno scossa di prima, e mi diedi varie volte della cretina: prendersela così a male solo per qualcosa detto da quel-

Improvvisamente mi caddero gli occhiali e io arrossii tutto d’un colpo; un corpo si era appoggiato alla mia schiena…

-Karin, perché non ti togli più spesso gli occhiali? Stai così bene…-

Strano, però, di solito non faccio uso di sostanze stupefacenti, pensai, in preda al panico; perché quella voce che così suadentemente stava sussurrando al mio orecchio non poteva essere quella di Suigetsu… Né quella mano che mi stava portando i capelli dietro il lobo poteva essere quella sua, così rozza e callosa...

-Davvero, se tu portassi semplici lenti a contatto mi passerebbe la voglia di chiamarti racchia…-

La sua mano sinistra scese lentamente lungo la mia schiena e si fermò ai fianchi, cingendomeli da un lato all’altro; io non sapevo cosa gli passasse per la testa… cercai di opporre resistenza, strattonandolo, ma fu inutile; ero totalmente inebriata da quei modi così gentili e…

-Perché non mi parlavi, prima…?-

Girai un po’ il capo e trovai la sua testa tranquillamente appoggiata alla mia spalla destra. E… mi stava guardando in modo così strano… come se mi vedesse chiaramente per la prima volta.

La vicinanza era minima. Troppo minima.

-Per… evitare di mandarti verso ben noti lidi.-

Rise e sporse un po’ di più il mento dalla mia spalla.

E... oddio. Lo trovai persino figo.

-Come se non li conoscessi, per tutte le volte che mi ci hai mandato…-

Neanche sentii la risposta; dovevo liberarmi di quella scocciatura, e subito.

…Ma il mio corpo non rispondeva.

Stupida, stupida! Troppe perversioni su Sasuke ti hanno fatto perdere il contatto con la realtà! Scrollatelo di dosso e castralo e…

Eppure, era così bello lasciarsi districare i capelli da quelle mani, sentire quel calore sulla schiena, sentire la sua presenza così vicino a me, in un momento così difficile… L’Akatsuki con cui avremmo dovuto collaborare, Sasuke che sclerava in continuazione, Juugo che stava visibilmente peggiorando di giorno in giorno -arrivando persino ad auto lesionarsi-, Konoha che prima o poi avremmo dovuto attaccare, il mio potere che non serviva assolutamente a niente… in ognuna di queste immagini spiccava costantemente la sua figura… anche se in un certo senso eravamo così diversi, anche se mi insultava sempre, anche se lo menavo, insomma… lui… lui c’era sempre stato...

Improvvisamente si rizzò a sedere, mi prese per le spalle e mi fece cadere all’indietro, fra le sue braccia; si sporse in avanti; mi prese il volto fra le mani; ci stavamo guardando; eravamo così vicini che chiusi gli occhi, sorridendo davvero di gusto…

…Ma quel bacio non arrivò. Dopo qualche secondo di immobilità, aprii gli occhi e mi trovai davanti la sua espressione più ghignante che mai.

E allora capii tutto… e per lui, come si suol dire assai finemente, furono cazzi.

-Tu… brutto stronzo!-, esordii, per poi dargli un cazzotto così potente e così inaspettato che lui da seduto cozzò a terra.

-TU… bastardo… hai fatto tutta quella finta… per prendermi in giro! E io… non solo ci sono casc…-, urlai, ma mi interruppi appena in tempo; non volevo assolutamente dargliela vinta... Perché io non solo ci ero cascata con tutte le scarpe per due volte di seguito quella sera, e non solo per due volte ero rimasta fregata, ma per ben due volte avevo davvero sperato in una sua sottospecie di dimostrazione di… affetto nei miei confronti!

Lui continuava a ridere, letteralmente piegato in due: riusciva a malapena a parlare.

-Oh mio Dio, Karin… p-pensavi… tu pensavi davvero che io…!- e qui si interruppe, perché gli arrivò una sedia in faccia che riuscì a stento ad evitare -…che ti trovassi anche come minimo attraente…! Ma per cortesia! Chi mai troverebbe attraente una balenottera con…-

Ma non sentii il resto della sua magnanima descrizione, poiché mi balenò un’idea in mente: sorrisi. Avrei potuto ripagarlo con la stessa identica moneta di cui si era servito lui…

Dunque, ammettiamolo: io non ero poi granché fisicamente parlando, dal momento che ero piatta come una tavola, avevo i capelli di un colore assurdo ed ero cieca come una talpa; ma sapevo cosa fare per far girare certi specifici ormoni a certe specifiche persone, dal momento che avevo lavorato per svariati anni in una prigione di soli uomini…

Mi ricomposi, risoluta, e presi a pulire di nuovo la spada.

-Mi scuso, Sfigetsu, per il comportamento sciocco. Ora, riprenderò le mie mansioni.-

Lui socchiuse gli occhi in segno di sfida e mi venne vicino carponi; eravamo uno dinnanzi all’altro, seduti per terra, illuminati debolmente.

-Dov’è il trucco? Perché non urli?! …Io l’ho sempre detto che questa ragazza non è normale!-

Ripresi a lavorare, finché qualche minuto dopo non mi fermai, sudatissima. Iniziai a sbuffare, sventolandomi la faccia con una mano.

-Non pensi anche tu che faccia caldo…? Uff, muoio!-

 

Quello che stavo per fare era moralmente riprovevole e assolutamente stupido, d’accordo… e la cosa peggiore era che io lo sapevo perfettamente. Ma la vendetta è qualcosa di così tremendamente bello che me ne infischiai bellamente

Iniziai ad abbassare la zip della mia maglietta (che, ricordiamolo, arrivava fino all’ombelico) lentamente, sempre continuando a sventolare la mano e sbuffando.

-Oddio! No, ti prego, non farlo! La vista del tuo petto villoso mi potrebbe seriamente bloccare la crescita… No, no, fermati, ti prego!-, commentò acidamente lui, buttandola sul ridere… ma si dà il caso che stava continuando a guardare.

Seguitando ad abbassare la zip mi sporsi in avanti e appoggiai le mani per terra, mentre gli lanciavo qualche occhiata il più possibile provocante. Chissà come avrebbe reagito…

Il ragazzo borbottò:

-…Ok, questo gioco è durato anche troppo. Adesso basta, me ne vado, ho sonno e…-

Ma lui continuava a guardarmi; stava sudando freddo, e respirava più velocemente adesso.

Touchè.

Iniziai a ridere, e mi feci sempre più avanti a gattoni, toccandomi le labbra con la lingua. Lui iniziò ad indietreggiare con il busto, boccheggiando platealmente; il suo sguardo saettava in continuazione dai miei occhi alle labbra a… un po’ più in giù, diciamo.

-…Cioè, insomma, se viene Sasuke e ci trova così e…-

La zip arrivò oltre il limite della decenza; lui aveva oramai le gambe distese sul pavimento e si teneva debolmente seduto con una mano appoggiata a terra; io era distesa sopra di lui, avevo il petto proprio sopra il suo e i nostri visi erano a pochi centimetri.

Imprecai mentalmente più e più volte; non avrei mai pensato a certi risvolti… Mi sarei, insomma, aspettata che lui mi avrebbe cacciata via o che sarebbe scoppiato a ridere… ma mai che mi avrebbe guardato con quegli occhi e che sarebbe rimasto così sbigottito e che soprattutto sarebbe stato al gioco! Era vero, volevo vendicarmi per ciò che lui poco prima aveva fatto, ma alla fin fine stavamo tutti e due scherzando, no? Insomma, non stavamo facendo sul serio, con tutte quelle serie di provocazioni più o meno maliziose, vero…?

E allora… allora, perché non riuscivo a disincastrarmi da quell’assurda faccenda in cui io stessa mi ero messa?! Ero seminuda, totalmente sopra di lui e a pochi centimetri dalle sue labbra… e lui stava sotto di me, talmente shockato da ansimare. Ed era figo, porca miseria se era figo: nulla da invidiare a Sasuke. Il suo petto era così ampio e il suo braccio così muscoloso che reggeva perfettamente i nostri due pesi.

Arrossii: era una posa veramente molto, molto equivoca. Ma entrambi permanevamo in quello stato e nessuno dei due rideva dell’altra, anzi: ci stavamo letteralmente mangiando con lo sguardo, famelici, aspettando che l’altro si decidesse ad annullare quell’assurda vicinanza che si era venuta a creare per l’ennesima volta. Ma il nostro orgoglio non ce l’avrebbe mai consentito; eravamo due teste calde, entrambi così stupidamente testardi che mai avremmo ammesso di provare qualcosa per l’altro che non fosse semplice odio o amicizia. Il nostro rapporto era così assurdo, in effetti… battibeccavamo in continuazione, ci dicevamo le peggiori cose, ci menavamo così pesantemente, ma eravamo sempre e costantemente una vicino all’altro… e ancora una volta, davanti a tutto ciò che avevo sino a quel momento vissuto, la sua immagine era sempre la più nitida fra le altre. Solo io sapevo quante volte ancora mi dispiacevo per averlo ridotto in quelle condizioni di ghiacciolo umano, per aver fatto tutti quegli esperimenti sul suo corpo perché costretta da Orochimaru… non c’era giorno in cui io non mi pentissi per ciò che avevo fatto nel periodo della mia vita precedente alla venuta del Team Hebi. E forse proprio per questo mi ero rallegrata quando avevo perso la scommessa, poiché così avrei potuto farmi perdonare per ciò che quel mostro e io avevamo fatto a Suigetsu? Ma che cosa stupida, espiare un peccato con due mesi di servizio…

Uno strano movimento bloccò i miei pensieri: il ragazzo aveva messo la mano, con cui prima si era appoggiato al pavimento, dietro la mia testa e aveva iniziato a giocare con i miei capelli; anche senza appoggio, i suoi muscoli riuscivano perfettamente a tenere quella posizione così scomoda –potevo sentirli, duri e sotto sforzo, sotto di me.

Mi stupii per la sincerità e solarità del sorriso che era comparso sul suo volto. Era così-

-Karin, dovresti seriamente pensare di toglierti gli occhiali più spesso…-

La vicinanza fra di noi si stava lentamente annullando…

Ma… a me non andava bene… No. Che gusto c’era, d’altronde? E doveva pagare per ciò che aveva fatto prima…

Ghignando, dissi:

-Oh! Sento dei rumori! Sarà Sasuke che sta tornando… Vorrai scusarmi, ma adesso vado da lui… sai, quando torna così scazzato, una bella nottata con me è quello che ci vuole, me lo dice sempre!-

Mi tolsi dall’assurda posa sopra di lui, e alzandomi dissi:

-‘Notte, Sfigetsu!-

 

In seguito, me ne sarei più e più volte pentita…

 

 

 

*

 

 

 

 

Dal giorno dopo, le cose erano tornate alla loro consueta normalità.

-Karin, lava tu i piatti!-

-Karin, rifai tu i letti!-

-Karin, pulisci tu il tuo volt- ops, scusa, volevo dire il cesso!-

…A voler proprio guardare positivo, quell’esperienza mi servì a testare la mia pazienza, e scoprii che ne avevo davvero parecchia, cosa che non avrei mai pensato.

Alla richiesta di fargli un massaggio ai piedi, però, mi rifiutai categoricamente.

-No, grazie! Non ci tengo a massaggiare la parte con cui più ragioni-, dissi; e, sghignazzando, aggiunsi:

-…dal momento che disgraziatamente la parte bassa con cui voi maschi usate ragionare ti manca-.

Lui alzò un sopracciglio e sogghignò.

-Vogliamo provare?-

Imprecai mentalmente e mi maledissi per l’ennesima volta… Ecco, mi ero ficcata in un’altra situazione assurda, perfetto!

Da quel giorno della settimana precedente, i nostri scambi di battutine erano divenuti decisamente più espliciti, e l’atmosfera che si creava ogni qualvolta ci insultavamo era adesso un pochino più… piccante.

-Perfetto. Aspetta che porto una lente d’ingrandimento… o un microscopio, se preferisci…-

Lui sghignazzò ancor di più; d’improvviso, si alzò dal divano e me lo ritrovai a pochi centimetri dal volto.

Ultimamente, era divenuto insopportabilmente più alto di me… Arrossii e distolsi lo sguardo, ma lui con mia grandissima sorpresa prese il mio mento con il suo indice e me lo sollevò, costringendomi a guardarlo. Stava sorridendo.

-…Sicura di non voler provare tu stessa?-

Io mantenni il contegno, sebbene fosse una situazione molto delicata: eravamo veramente troppo vicini questa volta e le battutine erano divenute decisamente troppo provocanti. Io ero di carattere piuttosto malizioso, era vero, ma non così tanto da sorridere spavalda e far finta di niente in una situazione del genere… Indietreggiai, non trovando per una volta un modo di replicare, ma il suo indice era ancora attaccato alla base del mio mento ed egli seguitava a sorridere. Era una posa tremendamente sexy, dovevo ammetterlo…

Pensai dunque ad un qualsiasi modo per riportare la conversazione su un campo più innocente… e lo trovai: dovevo semplicemente prenderlo in giro, come al solito…

-Tesoro, hai un’emorroide sul volto, lo sai?-, dissi, ghignando, riferendomi al brufolo piuttosto grande sulla sua tempia –cosa piuttosto normale, dal momento che eravamo in piena adolescenza. 

-Amore, hai un’emorroide per volto, lo sai?-, rispose lui di rimando, e avvicinò il viso al mio, chinandosi.

Eravamo ancora più vicini, ora; i nostri nasi si stavano sfiorando e dietro di me avevo il muro.

Che scena tremendamente sexy!, non potei non pensare…

…se lui fosse stato Sasuke, magari, avrei assolutamente approfittato di quella magnifica occasione per saltargli addosso… ma lui non era Sasuke.

E’ mille volte meglio di lui, pensai infine, iniziando ad alzarmi sulle punte dei piedi.

-Detto da te, poi, è un complimento…-, dissi, ridendo…

E di nuovo, per la terza volta in così poco tempo, ci ritrovammo a guardare l’uno negli occhi dell’altra, un’assurda vicinanza che ci separava.

Quell’essere, quel mollusco, quel ragazzo… aveva la totale capacità di farmi perdere la ragione. E ciò che provavo per lui, nonché il nostro rapporto stesso, era così… complicato… non era amicizia, ma nemmeno antipatia; non era odio, ma nemmeno… insomma… era un curioso miscuglio di vicinanza -assidua vicinanza-, rispetto, appoggio, battutine, insulti… e…?

 

D’un tratto si sentì sbattere una porta; qualcuno era entrato di corsa nella casa, e stava urlando. Noi ci allontanammo immediatamente  -rendendoci conto solo allora della strana piega che la situazione aveva preso.

-KARIN! SUIGETSU! Presto, presto, dove cavolo siete?!-

Era Juugo; ci trovò in salone. Lo osservammo: era molto sudato, ansimava, era mortalmente pallido e aveva occhiaie profonde.

-Juugo… un altro attacc…?-, esordii, ma lui mi bloccò:

-PainPain sta parlando con Sasuke… E noi… fra un’ora attaccheremo Konoha. Il resto del gruppo è già lì.-

Mi si ghiacciò il sangue nelle vene.

-C-cosa?! Fra un’ora?! Ma… ma noi non siamo pronti! Io e questo qua siamo sfiniti, abbiamo passato tutta la settimana a fermare gli Anbu, tu sei ridotto malissimo e lui vuole che noi attacchiamo Konoha in queste condizioni?!-

Guardai alla mia destra, in cerco da parte di Suigetsu di una qualche forma di assenso.

Che ovviamente non arrivò.

-Perfetto… non vedevo l’ora. Sono stanco di dare la caccia a nemici così deboli…-

Battei un piede per terra, rabbiosa… ma non capiva?!

-IDIOTA! Ti rendi conto della gravità della situazione?! Quando sei mesi fa siamo entrati in quel gruppo di pazzi ci avevano detto che non avremmo attaccato Konoha prima di un anno! Abbiamo preso l’otto code da neanche due mesi… E adesso, se ne escono così improvvisamen-

-So benissimo quello che è successo, Karin.-, mi interruppe Suigetsu, serio in volto. -Ma mi pare piuttosto stupido aver paura ora… avresti potuto pensarci tempo fa, quando hai accettato di far parte di questo Team. Il tuo Sasuke aveva detto che eravamo liberi di fare ciò che volevamo… nessuno ti ha obbligata.-

Deglutii. Era vero… aveva ragione… in verità, quando avevo accettato di entrare in Akatsuki, sapevo benissimo che la nostra sarebbe stata una missione suicida, ma avevo pensato che avrei fatto cambiare idea a Sasuke in un modo o nell’altro… che stupida!

-Lo so… però… non siamo pronti, lo capite? Juugo, tu…?-, chiesi, con la voce un po’ più alta del solito.

-Io ce la faccio. Sto bene, adesso.-, rispose lui.

La porta sbatté nuovamente; entrò Sasuke.

-Allora, siete pronti? Partiamo.-

Mi avvicinai a lui, rabbiosa.

-‘Partiamo’ un corno! Quando pensavi di dircelo?! Non siamo pronti, Sasuke!-

Lui mi guardò male… come al solito.

-Ti ci vuole una riflessione interiore per decidere se partire?! Sta’ zitta e andiamocene.-

-E’ una missione suicida! Lo vuoi capire?! Konoha reagirà… sarà una guerra catastrofica… moriranno centinaia di persone!-

-…Non mi importa. Io voglio solo uccidere i vertici del Villaggio… del resto, non mi interessa niente.-

Tremai. Non gli interessava neanche dei suoi compagni, quelli con cui aveva diviso così tanto tempo e così tante esperienze…?!

-Basta parlare. Dobbiamo partire.-, concluse, girandosi e prendendo l’enorme mantello nero che contraddistingueva la nostra organizzazione.

Digrignai i denti… inutile, inutile, come al solito.

 

Due ore dopo, eravamo appena arrivati sull’enorme albero in cima ad una collina, e avevamo dinnanzi a noi tutta Konoha.

Era l’inferno. Diverse parti del Villaggio erano state bruciate, altre ancora erano state completamente rase al suolo; ovunque c’erano donne e uomini che combattevano, disperati; i bambini piangevano; c’era nell’aria un sapore metallico; i chakra di ognuno sembravano impazziti…

Indietreggiai… noi avremmo dovuto buttarci in quel caos, di lì a breve…

Una mano si appoggiò sulla mia spalla; il tocco era piuttosto rozzo e goffo, ma al tempo stesso… vicino.

-Mai stata in guerra, bionda?-

-Io… n-no…! Ma non pensavo fosse così… così…-

Lui rise sguaiatamente alla mia incapacità di trovare un aggettivo adatto alla situazione.

-E che pensavi, fosse tutto rosa e fiori? E’ questo quello che accade nel nostro mondo… Siamo ninja, d’altronde…-

Indietreggiai: non poteva essere… avrei davvero dovuto combattere in quella bolgia infernale? Ero assolutamente inorridita da quello spettacolo; mi assalì il terrore e presi a tremare… Non avrei potuto farcela…!

Un leggero rumore di passi ci fece capire che Sasuke era partito.

-…Andiamo-, disse Suigetsu, alla fine.

 

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Un grugnito… un’imprecazione… uno spasimo… tutti pronunciati dalla medesima vocetta incazzosa e stridula. Terribilmente stridula.

Sì, si era svegliata.

-Ma… che ci fai tu qui…?!-

Mi lasciai finalmente andare ad un respiro liberatorio… Dal tono della domanda capii che stava bene.

-Oh, e io che pensavo mi volessi dire grazie!-

Lei tossì; cercò di issarsi a sedere, ma le forze le vennero meno e ricadde distesa sul letto.

-Q-quellomai-, borbottò, tossendo di nuovo. –E comunque… che ci facciamo, a casa? E soprattutto… che ci fai tu qui? E cos’è successo alla guerra?! E perché-

La interruppi; ecco, esagerava sempre, esagerava in continuazione, con quella sua stupida vocetta stridula, i suoi imprevedibili cambiamenti d’umore, il suo isterismo, le sue palle girate in quei giorni lì…

-Mi pare piuttosto evidente, scema-, dissi, indicando il mio petto squarciato da un’enorme ferita.

Lei mandò un delizioso urlettino, capace di perforarmi i timpani.

-Ma… quando è succ?!-

-E’ successo nel momento in cui tu hai pensato bene di farti perforare lo stomaco… Sono venuto a prenderti e mi hanno gentilmente intimato di andarmene.-

Il poco colore sul suo viso svanì.

Sorrisi. Forse…?

-Ma… non ti saresti dovuto sciogliere, insomma…?!

-…Posso farlo solo quando ho il chakra… e in quel momento, ovviamente, l’avevo finito. Per colpa tua.-

-…Be’, è stato un tuo dovere. Sennò, chi ti fa da schiava ancora per… aspetta un attimo! Ma che giorno è oggi?!-, chiese, mentre un ghigno soddisfatto appariva sul suo volto.

Decisamente, la preferivo in condizioni comatose, almeno stava zitta…

-Oh! Oggi è il penultimo giorno della mia servitù! E quindi…-

-Veramente, racchia, oggi è l’ultimo giorno. Hai passato due giorni interi a letto.-

Lei sgranò gli occhi, incredula.

-Non è possibile! Avrò dormito sì e no qualche ora e…-

Alzai gli occhi al cielo, e, sbuffando, indicai la sua pancia. Lei sollevò un lembo della maglietta e lanciò un altro sublime urletto.

-Ma... io mi ricordo… Insomma, stavo combattendo con una bionda, mi sembrava pure scarsa… e poi non ricordo più nulla… che diavolo…?!-

-La bionda aveva evidentemente la capacità di trasferirsi nel tuo corpo… l’ha fatto, e i suoi amici l’hanno aiutata a perforarti la pancia. E’ stata una bella botta, hai perso molto sangue...-, borbottai, snocciolando ciò che Juugo mi aveva più e più volte detto due giorni prima, durante battaglia, mentre io avevo continuato ad urlargli contro qualcosa come “Karin è quasi morta, Karin sta male, devo portarla via di qui!” . Mi rilassai finalmente sulla sedia, e continuai, ghignando:

-Ringrazia il cielo che tutta quella trippa alla pancia abbia attutito il colpo… se tu fossi stata anche solo vagamente magra, saresti morta.-

Lei assottigliò gli occhi, ficcandosi sotto le coperte e girandosi dall’altra parte; mi mandò più e più volte verso ben note destinazioni. Il mio ghigno si allargò… era così un piacere battibeccare con lei...

-Potrei pensare seriamente di aumentarti il servizio, uhm, se non mi facessi estremamente pena...-

 

Calò il silenzio.

Proprio quando stavo per alzarmi ed andare via, lei borbottò da sotto le coperte:

-… Comunque, grazie.-

Sorrisi; ma lei, ovviamente, non lo vide.

E a me, d’altra parte, andava bene così.

-Dovere, strega.-

D’accordo, era piuttosto incoerente chiamare “dovere” l’angoscia con cui avevo vissuto quelle ultime quarantotto ore costantemente attaccato al divano, urlando più e più volte il nome di lei, dal momento che era più morta che viva, ma comunq-

-…E Sasuke?-

Un muscolo si contrasse involontariamente sulla mia tempia destra.

-Non l’ho visto… Quando ti hanno ferito, ti ho preso e… be’, ti ho riportato qui, dal momento che eravamo entrambi messi male. Non ho idea di dove sia.-

-Ah.-

Calò ancora il silenzio.

-…E Juugo?-

-E’ tornato qualche ora dopo di noi; non mi ha parlato, ma non sta tanto bene, comunque… Credo che abbia avuto un’altra crisi… oramai è arrivato al limite massimo…-

Lei si girò, e ci guardammo negli occhi.

Stava piangendo; rimasi spiazzato. In tanto tempo che la conoscevo, era la prima volta che…

-S-sono una cretina… una demente… m-mi sono lasciata prendere dal p-panico e… Oddio, Suigetsu, ho avuto così tanta paura…-

Odio le donne che piangono: mi fanno sentire assolutamente impotente e in colpa… Mi avvicinai al suo volto, appoggiando i gomiti sulle ginocchia; era la prima volta che sentivo quella nota di profonda angoscia e sincerità nella sua voce. Notai solo in quel momento che lei non aveva gli occhiali e, per dirla breve, non stava poi tanto male… anzi.

-…Capita.-, riuscii a dire, ma lei non sentì; stava guardando il mio petto, e le lacrime stavano aumentando.

-S-sono… così inutile! E adesso, per colpa mia, tu…-

-Ma… non è successo niente, insomma… Be’, certo, definire “niente” due litri e mezzo di sangue in meno non è proprio coerente ma…-

Adesso iniziò proprio a singhiozzare… Mi maledissi più e più volte… che idiota!

-Karin… Karin, insomma, va tutto bene, non è niente, l’importante è che sia tutto finito e…-

Ecco, mi stava facendo innervosire; esagerava sempre, l’ho detto! E io in queste cose ero maledettamente negato…

-Allora! Ti ordino di non sentirti in colpa e di smettere di piangere. Ok?-

Ma lei non sentì e continuò a frignare.

-Guarda che ti aumento il servizio! Vuoi passare un altro mese a pulire cessi?!-

E così lei smise lentamente di piangere, rimandandomi al solito posto fra le lacrime.

Iniziai a ridere; mi avvicinai ancora di più a lei…

Forse, forse avrei potuto…?

-Uhm, hai tolto gli occhiali… Sai, sei mol…-

Improvvisamente, la porta dell’atrio si aprì; lei si drizzò istantaneamente a sedere, facendo cozzare la sua testa contro la mia e causando una mia oscena imprecazione.

-Oddio! E’ Sasuke, è il suo chakra, è arrivato! Presto, preso, devo andare a trovarlo…-, disse, voltandosi e appoggiando i piedi per terra; ma io la bloccai.

-No, no, no! Tu non ti muovi da qui! Hai perso troppo sangue, non ce la fares-

Ma ovviamente lei, testarda com’era, neanche mi sentì e si alzò in piedi; come previsto, invece, le venne un capogiro e si rimise a sedere.

-Visto?!-

-Ma… devo andare a incontrarlo! Devo vedere come sta, chissà cos’è successo, probabilmente è ferito, e poi sennò si preoccupa e…-

Sbuffando e imprecando, mi avvicinai a lei e la sorressi da sotto la schiena e da dietro le ginocchia: la alzai, prendendola in braccio.

La strega si ribellò con assai poca convinzione, tant’è che dopo appoggiò la testa sul mio petto. Iniziai a camminare, diretto all’ingresso.

-“Sasuke! Sasuke! Presto, presto, devo andare a trovarlo, uuuhhh, anche se non mi si caga, uhhhh”-, dissi in falsetto, imitando perfettamente la sua tonalità di voce fin troppo acuta.

-Fanculo-, borbottò lei, sorridendo.

Aprii la bocca per risponderle, ma mi fermai di botto: lei aveva iniziato a strofinare sensualmente le sue labbra sul mio collo... Disse, a voce bassa:

-Dimmi, Sfigetsu… Sei geloso?-

Io quasi non la sentii: il piacere delle sua labbra sulla mia pelle inebriava non solo la mente, ma anche parti piuttosto basse e…

-…Lo prenderò come un .-, mi bisbigliò sensualmente all’orecchio, appiccicandosi ancor di più a me.

Ci guardammo: lei era abbandonata fra le mie braccia e abbracciava completamente le mie spalle. Eravamo, ancora una volta, davvero molto vicini: le nostre labbra si stavano sfiorando…

-Karin… ultimissimo ordine.-, sussurrai ad un centimetro dalle sue labbra -tentando di fermare un certo istinto animale.

Lei si allontanò di scatto e sembrò molto infastidita dalla cosa; distolse lo sguardo… Ghignai.

-No, anzi…-, dissi; mi avvicinai di nuovo e le sussurrai piano all’orecchio:

  -…Te lo dico stanotte…-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

***********

Correttezza grammaticale e stile: 8,5 (/10)
Originalità: 8,5 (/10)
IC dei personaggi: 8,5 (/10)
Antiromanticismo: 5 (/5)
Impressioni personali: 5 (/5)
Tot: 35,5

Questa fan fiction è molto particolare, delle parti assolutamente esilaranti si alternano a parti più angst o dichiaratamente “arf” (che nel gergo di classificazione fan fiction rappresenta uno degli elementi della storia perfetta: arf, aww, angst e ahah) rendendola decisamente godibile! L’IC dei personaggi è pressoché perfetto, ma è da sottolineare l’introspezione psicologica che hai fatto di Karin. Per una volta non è stata semplicemente rappresentata come un’arpia o un’oca starnazzante, hai saputo mostrare il suo spessore psicologico e i problemi che spesso riesce a mascherare. In questa fan fiction, nonostante i siparietti divertenti, ci viene svelata una parte di lei fin ora nascosta: Karin si sente inutile e compensa questo sentimento di inadeguatezza con l’aggressività. Ovviamente nei confronti del nostro sventurato Sfigetsu (ah, d’ora in poi lo chiameremo sempre così!), il che non è affatto male, per non parlare della gelosia mostrata da quest’ultimo: ci ha fatto quasi tenerezza. Complimenti per questo terzo posto ex-aequo ^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono molto orgogliosa di questa fanfic. Mi è veramente costata una fatica enorme scriverla: vi ho impiegato tre settimane piene e l’ho riletta qualcosa come venti volte (e non scherzo. xD); la caratterizzazione, soprattutto, è stata molto dura, dal momento che era il mio primo esperimento con la coppia. Questo è il testo che ho consegnato alle giudici, senza nessun cambiamento.

Comunque sia, sono arrivata terza; sono abbastanza soddisfatta del risultato. Sinceramente, però, mi aspettavo voti un po’ più alti (non voglio offendere nessuno, sto solo dando un mio parere ^^).

Faccio i complimenti a tutte le partecipanti; ringrazio vivamente Storm (la primissima che l’ha letta, che ne ha seguito tutti gli sviluppi e che mi ha fatto vedere una svista madornale xD), Fra & Kiazza (le mie migliori amiche che asfissiavo ogni giorno perché ero tremendamente nervosa per i risultati del concorso).

 

Spero veramente tanto che vi piaccia. Riguardo l’ultima frase… fate voi: cosa mai vorrà dire Suigetsu a Karin? XD Cose tremendamente smielose (mmmh… non credo >ç<) o passerà subito all’azione? Fate voi, sul serio.

Spero con tutto il cuore di avervi strappato un sorriso. xD Se così fosse (ma anche, ovviamente, se così non fosse), vi scongiuro, recensite! **

 

Clahp

 

 

EDIT DOPO VERAMENTE TROPPO TEMPO:  ringrazio tantissimo le 3 autrici che hanno recensito!

@ Kaho_chan: grazie tantissimo! *_________*

@ aki13: no, un seguito non penso proprio che ci sarà ^_^” E’ una cosa molto a sé stante, ma credo si possa ben collegare con un’altra mia long-fic (Lunga vita al Re)… se tu la leggessi, mi faresti molto piacere!

@ Hipatya: grazie giudiciah *_*

 

Ovviamente, chi volesse recensire anche dopo tempo è veramente ben accetto… Scrivere un piccolo commentino non costa niente, sapete? ._.

  
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