Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: Nerhs    30/12/2015    1 recensioni
"E' stato solo un angelo che ha sfiorato le mie labbra"
-
«Io non volevo deluderti Cal. Cosa posso darti? Sarebbe tutta un'immensa bugia»
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Day 7


                                                                  Musica: Ludovico Einaudi – Run


Mi contorcevo sull’erba fresca e mi convinsi che il mio vestito si sarebbe macchiato irrimediabilmente di verde.
Mi ero “svegliata” quella mattina con l’atroce ricordo della mia morte. Mi chiedevo perché l’avessi fatto, per chi l’avessi fatto. Per Calum ovviamente, ma perché? Io non lo conoscevo e ora mi ritrovavo morta, senza nessuno, a parte Ashton e Calum. E Ashton presto sarebbe diventato uno dei Venti, e Calum, lui non ci sarebbe mai stato per me. Capivo perfettamente che la mia esistenza era inesistente per gli altri, anche per lui. Non saremmo mai potuti uscire come due amici di vecchia data, non avremmo mai potuto chiacchierare nel parco e poi quando lui si sarebbe sposato? Io cosa avrei fatto? Sarei dovuta rimanere per sempre nell’ombra, nascosta da tutto e da tutti, senza mai poter fare niente, perché la verità era che io non esistevo. Io non ero nulla. Io non ero nessuno.

Mi sollevai velocemente da terra, non volevo più piangermi addosso.
Ciò che era successo, ormai non poteva essere cambiato. Ognuno fa delle scelte nella propria vita, ed io avevo fatto la mia. Mentre camminavo verso la città, provai a pensare ai lati positivi:non avrei conosciuto né Calum né Ashton se non fossi morta.
Non avrei mai provato cosa vuol dire volare e sentirsi liberi da ogni fardello che ci si tiene dentro. Non avrei mai conosciuto la Stanza di Mezzo e il mondo degli Angeli.
Continuai a camminare e arrivai davanti al bar che Calum frequentava di solito con i suoi amici. Ne vidi poi uscire un ragazzo che aveva un aspetto molto familiare. Indossava una pesante felpa nera con un cappuccio calato sulla testa e dei jeans un po’ larghi, con delle sneaker con i lacci sciolti ai piedi.
Come un fulmine, collegai la sua immagine alla mia morte. Era uno dei tre che mi avevano minacciato quel giorno.
Presa dalla rabbia che più che altro, classificai come curiosità, iniziai a seguirlo e intanto pensavo a dove potesse essere diretto. Speravo con tutto il cuore che mi portasse dagli altri due, speravo che, senza saperlo, mi rivelassero il motivo per il quale ce l’avevano così tanto con Calum.
Senza prendere alcun mezzo di trasporto, il ragazzo continuò imperterrito a camminare verso una zona alquanto buia della città, senza ovviamente accorgersi di me. Entrò in un vicoletto, a pochi isolati da dove io ero stata uccisa e lo percorse fino alla fine, entrando poi in un’apertura creata da un muro spaccato. Lo seguii e mi intrufolai in un posto pieno di polvere e disordine. In fondo al buco, c’era un tavolo di legno rovinato con delle sedie intorno. Sulle sedie erano seduti oltre a quelli che riconobbi come i miei aggressori, anche altri ragazzi, di cui però non conoscevo l’identità.
Mi avvicinai, e mi posizionai accanto a loro.
Farneticavano sul argomento ragazze e rapporti sessuali. Chi ne avesse avute di più, chi ne avesse possedute di più, chi avesse dimensioni anatomiche maggiori di qualcun altro.
Mi venne la tremenda voglia di coprirmi le orecchie e vomitare. Come si poteva ridurre una persona a oggetto? Com’era possibile azzerare un essere umano in quel modo? Infondo non si erano fatti più di tanti scrupoli con me.
Quando sentii pronunciare il mio nome da colui che mi aveva sparato, zittii la mia mente e mi concentrai di nuovo sulla conversazione.

«Mi sarebbe piaciuto scoparmela quella lì, Clarisse, prima di ucciderla» sentenziò
«Si, aveva un corpo da paura» se ne uscì un altro, che non faceva neanche parte dei tre che mi avevano uccisa, battendo deciso una mano sul tavolo. Come faceva a conoscermi un tipo del genere? E come si permetteva di parlare di me così?
«Già, chissà cosa le ha fatto Hood per convincerla a sacrificarsi al posto suo» rise di nuovo il mio assassino
«Pensi che si conoscessero quei due Chris?» chiese uno dei tre, rivelandomi finalmente il nome del mio carnefice
«No, frequentavano due ambienti completamente diversi. E volete sapere l’ultima? Due giorni fa quel verme di Hood è venuto da me per pagarmi tutto il fumo che gli avevo venduto. Si è tirato fuori dal giro, il bastardo. E’ un peccato che non abbia avuto il tempo di dirgli che la sua fidanzata mi avesse già ripagato…in un altro modo, però» e rise sguaiatamente.

Mi allontanai a passi lenti da loro. Non potevo credere a tutto ciò che avevano detto. Calum aveva comprato delle sostanze illegali da loro e probabilmente non gliele aveva pagate. Era per questo che volevano farlo fuori. Ma cosa era successo due giorni prima per fargli cambiare idea e andare personalmente da coloro che lo volevano morto, per pareggiare i conti? Mi sentivo stordita da tutta quella storia. C’erano pezzi che non mi tornavano e domande a cui non sapevo proprio rispondere.
Decisi di andar via di lì, ma prima volevo un po’ di vendetta.
Il mio cuore di angelo stava esplodendo, non potevo, non era giusto. “Porgi l’altra guancia”, ma era più forte di me. L’avrei presa più sullo scherzo, che sulla vendetta, mi convinsi. Mi avvicinai alla sedia di Chris e piegandomi, tirai con forza le gambe di metallo, che vennero presto alzate in aria, facendolo crollare a terra, dolorante e spaventato. I suoi amici iniziarono a ridere, ma presto si ritrovarono tutti col sedere a terra, guardandosi intorno spaventati e stupefatti.
Sorrisi tra me e me e iniziai a lanciare oggetti contro di loro. Pezzi di legno, vecchie cianfrusaglie e altri suppellettili, volavano per aria, mossi da chissà quale forza, secondo loro e iniziarono a correre via terribilmente terrorizzati.
Quando se ne furono andati, risi e me ne andai.



Nerhs's box
Solito problema con l'impaginazione, chideo venia!
Scusate il ritardo, ma io con le promesse non ci so fare, inoltre il mio computer gioca contro di me e quindi...niente.
Non vi assicuro nulla, ma probabilmente domani pubblicherò un altro capitolo.
Grazie mille per tutte le belle parole che mi scrivete, grazie davvero :)
Buona serata, Nerhs xx

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: Nerhs