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Autore: Newtmasinmyveins    30/12/2015    0 recensioni
Chiudo gli occhi e apro la porta, guardo in ogni angolo della stanza ma lui stranamente non c’è; la mia attenzione è catturata da piccole bustine argentate sul comò, che oscenità!
Prendo la bustina, anche se so perfettamente cosa sono:“Profilattici al gusto di cocco”
Che coincidenza, il gusto che odio.
«Allora? » domanda alle mie spalle e mi fa sussultare.
Da dove sbuca?
Colossale figura di merda: ho i preservativi in mano.
E lui è senza maglia … che sarà mai? Eppure la mia lucidità sta andando a fuoco.
-E' rinata questa storia che avevo abbandonato, ho visto in quanti la seguivate e non meritavate ciò che ho fatto. Perdonatemi. E' scritta in miglior modo e ha delle basi ben fondate.
Genere: Commedia, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Spazio Autrice(LEGGIMI): Carissimi lettori, innanzitutto: buone feste.
Ho scoperto che molti seguite “Io e te?Mai” anziché essere latitanti, perché non lasciate un piccolo commento? Quel po’ che serve a  incoraggiarmi, insomma. Questa storia mi sta prendendo molto e spero che sia lo stesso per voi. Mi auguro con tutto il cuore che vi facciate sentire, ci spero! Buona lettura e perdonate gli eventuali errori. A breve un nuovo trailer. Bacini coccolosi, vostra Ale.

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I’m lost in the streets in the city of pain
I learned how to cry, how to go insane
Your love, because of your love

 
Nuove amicizie


Una ragazza.

Bene, adesso oltre ad essere una diciassettenne disagiata alla quale anche la madre ha tenuto nascosto molte cose, sono anche il terzo incomodo.

La nuova arrivata avanza verso noi, mi guarda frustata. Cosa c’è? Le faccio pena?

Non è tanto alta, ha capelli color rame che non le arrivano neanche alle spalle, sono leggermente mossi e ha degli occhi di un blu limpido; indossa un pantacollant nero e una maglia a giro gialla.

Si avvicina a lui, io guardo passivamente ciò che mi circonda.

Questa vita non mi appartiene.

«Ciao …» dice improvvisamente voltandosi nella mia direzione.

Sussulto.

Esito per poi pronunciare un algido «Salve …»

Sono pronta ad assistere a una scenata di gelosia e al 99,9%  lei mi sbatterà fuori a calci nel sedere, ma sarà un piacere, finalmente tornerò a casa o da Katy o da qualcuno che mi voglia!

«Piacere, sono Gina ma chiamami Gigi» mi tende la mano come consuetudine ed io rimango esterrefatta, dal tono sembra pacifica, le stringo la mano esitante e accenno un sorriso povero.

«Io sono Alex o Lex come preferisci …» riprovo a sorridere forse stavolta sono più convincente.

Dalla stretta di mano ho avvertito un calore affidabile, non è come pensavo o almeno mi auguro.

Forse con lei  sarà più ragionevole parlare.

«Bene Alex … -smorza un sorriso-quanti anni hai? » domanda cortese cercando di rompere il ghiaccio.

Sto per rispondere ma mr. Antipatico m’interrompe,

«Gi, è inutile che le parli per farla sentire a proprio agio. E’ una pazza. » porta alla bocca la sua birra lime, io, invece, strabuzzo gli occhi dall’incredulità.

«Pazza? - ripeto esterrefatta alzandomi inferocita. Avanzo verso lui, nonostante non sappia dove sono e con chi sono, osa pure offendermi. Ho avuto troppa pazienza.-Potresti ripetere quello che hai appena detto? » proferisco a denti stretti.

«Sei una squilibrata, visto? Non ho avuto problemi né paura di te, mocciosa. » proferisce sdegnato.

«Mi fai una tenerezza assoluta, tipo di cui non so il nome. Non riesci ad aprire quell’orribile bocca senza offendere, non sai parlare da persona normale? » sbotto nervosa criticando uno sì che mi ha salvato ma di cui non so perfettamente nulla.

Gina osserva in silenzio ma dall’espressione che ha sul volto, deduco il desiderio di voler intervenire, ma no: certe cose meglio chiarirle tra i diretti interessati.

Non distolgo lo sguardo dal belloccio finché non lo fa lui.

Accenna una risatina che mi rende maggiormente nervosa.

«Adesso litigo anche con le ragazzine, bah. » enuncia e impugnando la lattina di birra, abbandona la stanza.

Crollo sul divano, sfinita. Gina mi fissa interdetta.

«Alex, giacché rimarrai con noi per un po’, che ne dici di vedere la tua stanza? » domanda cortese accennando un sorriso a trentadue denti.

Faccio un sospiro come se volessi liberarmi dell’ira di poco fa e smorzo una smorfia a mo’ di sorriso.

«Si può fare. » affermo e con una leggera spinta, mi alzo dal divano pronta a seguire Gigi.

 
●●●
 
Siamo in una stanza abbastanza luminosa.

Questa casa ha come minimo quattro stanze da letto eppure sembrava così piccola.

«Questa è tua, c’è tutto quello di cui hai bisogno –dice indicando gli asciugamani per il bagno, uno scrittoio, la bella veduta sul giardino - l’unica cosa che dobbiamo mettere sono le lenzuola al letto, possiamo sistemarle adesso insieme; sono nel cassettone dietro di te. »

«Sì, le prendo subito. » detto fatto.

E così Gigi ed io sistemiamo le lenzuola.

Vorrei capire che ruolo abbia nella vita di quel mascalzone, non credo sia la sua ragazza. Troppo dolce, troppo fine, semplicemente troppo per uno come lui.

«Comunque riguardo a prima -proferisce abbassando notevolmente la voce- perdona mio fratello a volte sa essere davvero un imbecille. » si morde il labbro e non che io sia sconvolta ma non me la aspettavo.

Davvero quell’energumeno è il fratello di una persona così squisita?

«Quel … quel coso è tuo fratello? » balbetto aprendo e chiudendo gli occhi.

«Eh già … ma è un ragazzo adorabile quando lo conosci a fondo …» come fa a giustificarlo? Io se avessi un fratello così, lo massacrerei giorno e notte fino a farlo cambiare e trottare ai miei comandi.

«Spero di non conoscerlo mai e con tutto il rispetto vorrei che il mio soggiorno qui fosse il più breve possibile, sai quanto mi tocca restare? » chiedo a cuore aperto, sperando di ampliare le mie indagini.

«So quanto te, Alex … ma puoi sempre chiedere a Dave.»

«E’ così che si chiama? » aggrotto le sopracciglia. Ho omesso il soggetto ma sappiamo tutti a chi mi riferisco.

Dave, che nome da stronzo.

«Sì … non ti ha detto neppure questo? - chiede perplessa. Sto in silenzio. Chi tace, acconsente. -Sembra che non sa come comportarsi con le donne, è un tipo impacciato. » continua poggiando il cuscino a capo del letto.

«Io ho bisogno di risposte e Dave deve darmele. » sbotto determinata.

 «Perfetto, vai da lui e digli chi comanda! »

Sono titubante ma devo avere risposte.

Per me, per rispetto di me stessa.
●●●
 
Eccomi, davanti a quella che si presume sia la stanza di Dave o meglio “ stronzo abissale che non si è neanche presentato.”

Potrò pentirmene ma almeno sto cercando di fare qualche passo avanti.

E’ da ottusi portare rancore verso gli altri, in fondo mi ha salvato e non ha abusato di me quando ero in trance.

Busso leggermente, sembra che me la stia facendo addosso.

Non posso avere paura.

Coraggio e busso più forte.

Il suo «Avanti …» è algido e mi fa rabbrividire come non mai ma non sarà questo a fermarmi.

Chiudo gli occhi e apro la porta, guardo in ogni angolo della stanza ma lui stranamente non c’è; la mia attenzione è catturata da piccole bustine argentate sul comò, che oscenità!

Prendo la bustina, anche se so perfettamente cosa sono:“Profilattici al gusto di cocco”

Che coincidenza, il gusto che odio.

«Allora? » domanda alle mie spalle e mi fa sussultare.

Da dove sbuca?

Colossale figura di merda: ho i preservativi in mano.

E lui è senza maglia … che sarà mai? Eppure la mia lucidità sta andando a fuoco.

«Che ci fai con quelli? » interpella e inumidisco le labbra. Sono nervosa.

Balbetto prima di uscire con uno stupido «Niente … leggevo . » le guancia stanno per esplodere, me lo sento. Che idiota, cosa leggevo?

«Curiosa direi …» avanza lentamente ed io non mollo quei cosi. Dove li appoggio? Decido di lanciarli sul letto.

«Erano sul comò, non ho frugato da nessuna parte se è questo che sospetti.» enuncio discolpandomi, capisco che mi detesta e so per certa che adesso come non mai sono più agguerrita.

«Ma tu sei entrata nella mia stanza» sbotta quasi per incastrarmi.

«E io ho bussato, Dave.» scandisco il suo nome abbozzando il sorriso più bastardo di sempre.

 La sua faccia è tipo “what the fuck?” sorpreso sicuramente che sappia il suo nome.

Tace.

«So che abbiamo iniziato con il piede sbagliato, ma io ho bisogno di capire perché sono qui, con te e cosa mia madre mi nasconde da tutta la vita. Da un giorno all’altro è cambiato tutto così velocemente e mi sento un pesce fuor d’acqua. Anche il minimo indizio. » sembro che lo stia scongiurando ma non mi interessa, in situazioni come questa l’orgoglio serve a ben poco.

Mi guarda altezzoso, smorzando un sorriso soddisfatto.

Sia ben chiaro: non mi sto sottomettendo.

«Ricapitoliamo: è un tuo modo per chiedermi scusa? Vuoi iniziare da capo? » chiede aggrottando le sopracciglia.

«Voglio sapere la verità. » rispondo netta.

Rivolge un’occhiata scadente, sta zitto poi indossa una maglia a mezzemaniche nera.

«Non hai amiche?» Che c'entra questa domanda?

«Certo che le ho e vorrei vederle il più presto possibile.- sbotto e ora sono rossa ma dalla rabbia.- Non cambiare discorso, è da codardi! »

«Che cosa devo fare di più, me lo spieghi? Sarò uno stronzo, odioso e coglione ma con me sei al sicuro. Non istigarmi che poi davvero vedrai la bestia che c’è in me. » urla e sembra totalmente cambiato.

«Ragazzi, tutto bene?» sopraggiunge Gina preoccupata ma Dave di fretta e fuori si precipita fuori dalla stanza prendendo a volo i protettivi.

Sbatte il portoncino e deduco che sia uscito, molto probabilmente trascorrerà la notte fuori.

«Dove è andato? » domanda sbigottita Gina spalancando la bocca.

«A puttane.-  dico sicura con le braccia al petto.-Non ci capiamo …» continuo esausta.

«Io credo di si, vi siete appena conosciuti e il modo con cui è avvenuto è stato abbastanza violento per entrambi. » proferisce “Gina perle di saggezza”.

Qualcuno ci interrompe.

E' ritornato? Avrà dimenticato qualcosa?

La mia nuova amica esce dalla stanza per vedere chi è. La seguo.

Rimango delusa costatando che non è lui, piuttosto si presenta un ragazzo esile, moro e occhi castani con la camminata un po’ goffa; avanza verso noi, abbraccia Gigi, mentre a me rivolge un’occhiataccia curiosa.

Okay, adesso sono la candela.

«Ciao Mike, lei è Alex e starà con noi per un po’» presenta cordialmente la rossa ed io accenno l’ennesimo finto sorriso.

«Oh … piacere di conoscerti» ci stringiamo la mano.

Io rispondo con un meccanico«Piacere mio.»

La verità è che anche se Gigi è una ragazza con i fiocchi, non è un vero piacere conoscerla, né lei né il suo “ragazzo” e soprattutto suo fratello. Voglio ritornare a casa da mia madre e dalla mia best.

L’aria inizia a farsi pesante. Questo essere il terzo incomodo mi dà i nervi.

«Vado in camera. » liquido con una smorfia che dovrebbe assomigliare a un sorriso, Gigi mi sorride compiaciuta e altrettanto fa il suo partner.

Nessuno può capire come mi sento.

E’ già un giorno trascorso fuori casa, senza sentire Katy né le lamentele di mamma per essermi alzata tardi. Fisso il cellulare, e se chiamassi mia madre? Potrebbe rispondermi e darmi alcune risposte in fondo me le deve.

Compongo il numero in fretta dall’entusiasmo che ben presto sfocia in una tremenda e amara delusione.

NUMERO NON RAGGIUNGIBILE.

Stacco accennando uno schietto “ma vaffanculo” e mi appresto a sistemarmi, sento dei passi avvicinarsi.

Nascondo il cellulare sotto il cuscino e fingo di guardare nel mio zaino.

Il mio sesto senso non ha sbagliato neanche stavolta.

Gigi entra senza bussare e mi ricorda mamma.

«Diamine, avrei dovuto bussare. Devo ancora abituarmi alla tua presenza. Mike ed io abbiamo cucinato degli ottimi spaghetti ti va di aiutarci a finirli?» domanda gentile e scherzosa, a tanta dolcezza non potrei dire di no ma in quest’istante la voglia di mangiare è inversamente proporzionale alla voglia di fuga.

«Sei gentilissima Gina ma non ho proprio fame …» do risposta e sono davvero dispiaciuta, spero non si sia offesa.

Fa spallucce « Ci ho provato … vedo se riusciamo a conservarti qualcosa. » ammicca un sorriso e se ne va chiudendo la porta.

Mi spaparanzo sul letto cercando di rilassarmi ma la mia mente continua a sfornare modi di come potrei evacuare … e  se chiamassi Katy?Compongo il numero.

“Dai Cat, rispondi.” Impreco e spero con tutta me stessa in una sua risposta.

Sembra un miraggio ma è reale, quella voce è proprio la sua.

«Alex …» dice con tono accusatorio ma certo, mica poteva essere sorridente e allegra? Mi aspetta una delle sue solite stridule ramanzine.

«Katy prima che tu possa farmi una delle solite ramanzine, fammi parlare. -dico a bassa voce sperando che Gina e il suo compagno non mi sentano. - Dovrai rispondere solo si o no alla domanda che ti faccio, evita altre domande. Hai visto mia madre? » pronuncio chiara sperando che la mia migliore amica mi dia una risposta precisa.

«No. Perché me lo chiedi? Tu e tua madre non siete insieme? Da quanto non la vedi?- ecco, lo sapevo. Non le rispondo.- Alex, cosa diamine mi nascondi? Tutti i giornali parlano di una diciassettenne sparita nel nulla, c’è stata persino una sparatoria. »

«Non ti nascondo nulla, Cat. Sono da mia zia e di questa storia non so niente …» mento spudoratamente sperando che non se ne accorga.

«Alex, credi sia una stupida? So benissimo che non hai nessuna zia o almeno non per il Bronx. »

«Oh, Cat per la miseriaccia, sto bene, okay? Forse non avrei mai dovuto chiamarti.»e senza sentire la sua risposta, chiudo la chiamata. Non voglio coinvolgerla questa situazione sta già stretta a me.

●●●
 
Alle 23:00 Gina è ri-entrata in camera-stavolta bussando- dandomi la buonanotte e qualche suo vestito giornaliero. Ha precisato che per qualsiasi cosa lei c’è e anche se la svegliassi alle due del mattino, non mi manderebbe a quel paese. L’ho apprezzato molto, è molto gentile con me sebbene ci conosciamo da poche ore.

Adesso sono seduta sul letto, dormire? Non ci penso proprio. Non ci riesco.

Sono irrequieta, beh … certamente non potrei ballare la macarena dopo ciò che sta succedendo. Sbuffo qua e là decidendo di alzarmi; indosso una leggera magliettina color verde tiffany datomi da Gigi ed esco dalla mia stanza. Ho un certo languore e fortunatamente i miei coinquilini mi hanno lasciato del pollo.

Dave non è ancora rincasato e spero non lo faccia adesso.

Addento il pollo e mi stupisco di quanto sia buono.

Farò i complimenti a chiunque l’abbia cucinato.

Accompagno il tutto con un bicchiere d’acqua fresca ma quasi mi strozzo sentendo le chiavi nella serratura.

Guardo l’orologio che indica l’una passata.

Non posso essere così sfortunata.

E adesso che faccio? Sicuramente sarà Dave e trovarmi seduta in cucina a mangiare il pollo, non è il massimo. Il mio umore peggiora sentendo delle risatine femminili seguite da un rumore, qualcosa è caduto .

Questi ci danno dentro e tra poco tutto avverrà sotto i miei occhi.

 “Forza Alex, esci allo scoperto.”

Accendo la luce e ciò che vedono i miei occhi è sconcertante.

Una bionda tettona tra le braccia di Dave.

La tipa non si regge in piedi e solo a guardare i suoi tacchi mi vengono le vertigini; Dave ha abbastanza difficoltà a tenerla, l’avrà drogata?
Mi guarda basito, faccio altrettanto mentre la tipa “senza cervello” biascica stronzate del tipo,«Fammi ballare tutta la notte»

Restiamo in silenzio finché lu i«Che fai lì imbambolata? » domanda nervoso, io sono a braccia conserte a godermi la scena.

La serata non gli è andata bene, avrà trovato una debole di stomaco e dopo aver bevuto qualche birra … sappiamo tutti com’è finita.

«Non è chiaro?Mi godo la scena.» abbozzo un sorriso strafottente.

«Che guaio ho fatto salvandoti la vita, Alex Clarck. » replica sbuffando, mettendo la ragazza sul divano.

«Un giorno lo rinfaccerai anche a lei?-sbotto sfidante.- Non istigarmi che poi davvero vedrai la bestia che c’è in me. – imito la sua frase detta prima di lasciare casa. –Mi aspettavo una bestia non un accalappiacani, Dave. » la mia lingua pungente sembra ferirlo.

«Cameriera, un whisky» mi chiede la bionda; io ho una gran voglia di ridere.

Avvicino la testa all’amica dello stronzo e il suo alito è una schifezza: un miscuglio di vari alcolici di cui solo la puzza mi fa venir il mal di testa, strano come non abbia ancora vomitato.
«Muovi il deretano e prenditelo da sola.» rispondo netta; dopotutto quello che mi sta accadendo, dovrei anche servire una prostituta?

«Calmati, okay? Ho la testa che mi scoppia, la storia con te, questa Marylin che si è drogata , non riesco a reggere tutto! » sbotta d’un tratto, quasi non mi aspettavo una rivelazione del genere non da “ dave il devil”.

«Mi stai chiedendo una tregua? » ribatto, incerta su cosa ho capito.

«Scordatelo, non mi abbasserei mai così. Quella di poco fa era una scenata di gelosia, Alex Clarck? » alza un sopracciglio e ammicca un sorriso provocatorio, se la ride.

«Cosa? - strabuzzo gli occhi. Cosa si è messo in testa?-Come puoi pensare una cosa del genere? »

Avanza verso me con un sorriso sfacciato, io indietreggio ma a forza di evitarlo trovo un ostacolo: il bancone.

«Ti sarebbe piaciuto stare al posto di Sally non è vero? » domanda e la sua voce è leggermente cambiata. Pensa davvero che sia una delle tante?

«Presumo che con “Sally”- mimo le virgolette- ti riferisca a quella scrofa che sta sul divano e che continua a delirare, vorrei precisare: prima l’hai chiamata Marylin e ciò mi fa capire molte cose: vai a letto con ragazze di cui non sai il nome oppure se lo sai, lo dimentichi. Non importa se brave o cattive ragazze, il tuo comportamento è davvero penoso.»
Si allontana e il suo umore è nero. Ho combinato sicuramente un guaio.

«E tu vuoi sapere cosa penso di te? » domanda a sua volta e per l’ennesima volta mi ha sorpreso, cosa penserà un essere del genere di me una normale diciassettenne fino ad oggi?Nonostante la curiosità non gli lascerò proferire alcuna parola.

«Buona notte, Dave.» dico ignorandolo palesemente recandomi in camera.

Intanto la bionda continua a delirare.


 
   
 
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