SAINT
The Hades Chapter
3
*
Non
è possibile!
Era
quello che avevano scritto in faccia tutti i SAINT nella sala riunioni.
La
squadra non era completa ed ognuno di loro aveva l’impressione che da un
momento all’altro la porta si sarebbe aperta e sarebbero entrati Saga, Aphrodie, Shura, Sion, Death Mask
e Camus.
Il
pensiero irrazionale che si addensava nell’aria era “Perché tardano tanto?” per
ricordarsi subito dopo che i loro amici erano finiti sulla lista degli agenti
dispersi in missione.
Le
ruspe erano ancora al lavoro per rimuovere le macerie del palazzo delle
industrie Keleon, ma ogni ora che passava la speranza
di trovare qualcuno vivo diminuiva.
I
più distrutti erano Aioros e Kanon.
Entrambi
avevano la bocca sigillata ed espressioni da statue di pietra, ma il resto dei
presenti erano ben consapevoli di cosa dovessero pensare.
Chi
aveva assistito al battibecco tra Kanon e Saga prima che quest’ultimo partisse
per la missione poteva immaginare che Kanon si sentisse in colpa perché
l’ultima volta che aveva parlato a suo fratello era stato per litigarci, mentre
tutti sapevano da tempo della relazione tra Saga ed Aioros e non osavano
avvicinarsi neanche per confortarlo.
Aioros
aveva perso l’amore della sua vita oltre che un partner di lavoro perfetto.
Con
nessun altro nella squadra l’esperto di balistica aveva avuto una sintonia così
perfetta, neanche con suo fratello Aioria.
Milo
era rimasto a casa con Criseo.
Nessuno
aveva avuto bisogno di fargli domande a telefono per capire che aveva appena
pianto.
Anche
lui aveva paura di perdere Camus, e per lui era ancora più difficile perché
loro avevano messo su famiglia da poco più di un anno, quando avevano preso in
affidamento Criseo.
Il
bambino si era affezionato tantissimo a loro, e soprattutto Camus era quello
che lo aveva voluto.
Con
che coraggio gli avrebbero detto che uno dei suoi due babas
non sarebbe più tornato?
Dalle
due di notte quando era avvenuta l’esplosione nessuno era andato a casa a
dormire perché ad ognuno sembrava che dire “me ne vado” volesse dire “Non c’è
più niente da fare, io rinuncio a rivederli vivi”.
Aioros
era costantemente in contatto con la squadra dei Vigili del fuoco che era sul
posto.
L’unico
motivo per cui aveva accettato di tornare alla sede della SAINT piuttosto che
restare vicino a dove le ruspe scavavano era che l’ufficio aveva una linea
diretta verso tutti i principali enti della città.
Vigili
del fuoco, unità cinofile, pronto soccorso, il ministero dell’interno, reparti
specializzati nel fronteggiare attacchi terroristici, il procuratore
distrettuale Aldebaran, non c’era nessuno che Aioros non avesse immediatamente
chiamato e fatto intervenire.
Aldebaran
era quello che si stava dando da fare più di tutti. Era lui che sbrigava le
questioni burocratiche come le richieste di intervento ed i permessi speciali.
Ed
era lui che era rimasto sul posto ad aspettare un ritrovamento di qualunque
tipo.
Passarono
così delle ore, fino a che il cielo cominciò a schiarire nelle prime luci
dell’alba, e non appena il telefono squillò Aioria si precipitò a rispondere.
Gli
altri lo videro restare in silenzio, poi dire “sì” un paio di volte e subito
dopo “arrivo subito”.
-Devo
andare al policlinico Attikon. Hanno… hanno trovato
qualcosa-
Immediatamente
Aioros e Kanon si alzarono con la stessa proposta.
-Guido
io-
-No,
Kanon, tu no. Guido io-
Insistette
Aioria.
Lui
non fece nessuna obiezione ed entro un quarto d’ora erano sulla macchina di
servizio a sirene spiegate.
***
-COME
DIAVOLO VI SIETE PERMESSI DI FAR CREMARE MIO FRATELLO SENZA CHIEDERMI IL
PERMESSO?!-
Kanon
Kenuryos sembrava essersi trasformato nella bestia
mitologica di cui per anni aveva portato il nome.
Aioros
ed Aioria facevano fatica a trattenerlo per impedire che picchiasse Aldebaran.
-È
stato necessario, Kanon. È stato meglio per voi ed anche per loro. È stato più
dignitoso-
-Dignitoso
un paio di palle! Dovevate chiedermelo! Avevo il diritto di vederlo l’ultima
volta, no?-
Aioros
strattonò Kanon per costringerlo a smettere di dimenarsi.
-Adesso
smettila! Avresti davvero voluto vederlo a pezzi?!-
E
Kanon gli tirò una gomitata micidiale tra le costole.
Una
volta libero dalla presa di Aioros si sarebbe scagliato su Aldebaran, ma
fortunatamente Aioria fu più veloce e lo immobilizzò torcendogli l’altro
braccio dietro la schiena.
-Basta
Kanon! Andiamo via!-
Aioria
lo trascinò fuori dalla stanza prima che facesse altri danni.
Rimasero
solo Aldebaran ed Aioros.
-Mi
dispiace tanto. So quanto avete perso-
Aioros
si limitò ad annuire.
-Abbiamo
identificato i corpi grazie al sangue sulle divise e l’equipaggiamento. La
vostra banca dati del DNA ci ha permesso di fare un confronto completo. Ho già
fatto preparare le cartelle cliniche. Quando vorrete…-
Aioros
lo fermò con un gesto della mano.
-Aldebaran,
ti ringrazio per quanto hai fatto fino ad ora. Io non sarei mai stato capace
di…- ma non riuscì a finire la frase.
-Adesso
voglio chiederti un altro grande favore. Ci sarà una cerimonia funebre. Io non
sarei capace di organizzare nulla. Potresti occupartene tu? Io… io non ce la
faccio-
Ammise
alla fine Aioros.
Aldebaran
gli posò una mano sulla spalla e gli disse che avrebbe pensato a tutto lui.
Avrebbe
anche telefonato alla sede della SAINT per dare agli altri tutte le
spiegazioni.
Aioros
gli era infinitamente grato per tutto quello.
Si
sentiva un codardo, si disprezzava profondamente per non saper affrontare
quella situazione, eppure non riusciva a capire cosa fare.
Fuori
trovò Aioria che cercava di calmare Kanon, ancora furioso per la decisione di
Aldebaran.
-Andiamo
via-
Riuscì
solo a dire.
***
Non
avrebbero voluto lasciare Kanon da solo, specialmente dopo la scenata che aveva
appena fatto in ospedale, ma lui era stato irremovibile: voleva stare solo.
Alla
fine non insistettero e lo riaccompagnarono a casa.
-Ros… Ros, tu come stai?-
Gli
chiese Aioria.
Lui
non se la sentiva di rispondere “bene” perché sarebbe stata una bugia, ma non
avrebbe saputo cosa dire per esprimere come stava realmente. Rimase muto a
fissare la strada davanti a lui.
Ormai
era giorno fatto.
-Ros. Vuoi venire a stare da me per un paio di giorni?-
Immediatamente
Aioros pensò di rispondere di no, che andava bene tornare a casa, ma poi si
ricordò che a casa sarebbe stato solo con centinaia di cose che gli avrebbero
ricordato Saga in ogni momento, dovunque avesse girato lo sguardo.
La
sola idea bastava a terrorizzarlo.
-Va
bene, vengo a casa tua. Grazie…-
Quando
Aioria gli prestò un pigiama e gli diede le asciugamani per farsi una doccia,
per la prima volta Aioria si fermò a considerare quanto fosse diverso quel
giorno da come aveva vissuto il giorno prima.
A
quella stessa ora solo il giorno prima stava facendo colazione a casa sua,
mentre Saga lo guardava con l’espressione di disappunto del “vuoi farmi
arrivare tardi?”.
Tra
poco sarebbe crollato su un divano, sfinito dalle troppe ore di veglia forzata,
mentre il giorno prima c’era Saga che lo accompagnava alla sua scrivania per
salutarlo con un bacio prima di uscire per raggiungere il suo ufficio.
La
sua mente si trovò bloccata in quella spirale: viveva in contemporanea il
giorno prima e come avrebbe potuto essere quel giorno, e tutti quelli a
seguire.
Solo
ora cominciava a rendersi conto che aveva perso Saga per sempre.
Il
dolore esplose in una volta, lacerante come piombo fuso nelle vene, e lo fece
crollare in ginocchio a piangere come non aveva mai pianto in vita sua.
****
Aldebaran
fu di parola e si occupò di ogni cosa per i funerali.
Funerali
civili per rispettare il fatto che i membri della SAINT avessero religioni
diverse o nessuna religione.
Aioros
non aveva preparato nessun discorso né aveva intenzione di farne uno.
Qualunque
cosa da dire gli sarebbe sembrata scontata e assolutamente inutile.
Le
uniche cose che aveva detto erano state due parole, e cioè “niente fotografi”.
Non
tollerava che quei funerali diventassero uno spettacolo, ed aveva già fatto un
grande sforzo a leggere i giornali ogni mattina per assicurarsi che nessun
giornalista scrivesse idiozie retoriche sull’incidente e cercasse di costruirsi
una reputazione scrivendo sulle lapidi dei suoi compagni.
Era
una cosa che non avrebbe tollerato.
Mentre
si vestiva aveva avuto un momento di panico ed aveva quasi rinunciato ad
andarci a quei funerali, poi però si era costretto perché gli sarebbe sembrata
una cosa troppo vigliacca.
Se
non avesse avuto la forza di assistere ai funerali si sarebbe sentito indegno
della fiducia di che Sion, Saga e tutti i suoi compagni gli avevano accordato
fino a quel momento, per cui si era fatto forza e ci era andato, solo che per
tutta la durata della cerimonia fu distaccato e con la mente altrove.
Chi
non avesse conosciuto lui ed il legame che aveva con loro avrebbe detto che non
gliene importava niente del cimitero, delle bare, delle corone di fiori, delle
fosse e della terra che le ricopriva.
Si
augurava una sola cosa: che, durante il tempo in cui erano stati insieme,
avesse reso Saga felice.
Per
lui il legno della bara non era niente. Non gli interessava che dentro ci fosse
un giubbotto antiproiettile fatto a brandelli e macchiato di sangue ed un’urna
con le ceneri.
Saga
era molto più di quello.
Saga,
Sion, gli altri SAINT, erano ancora presenti.
Erano
l’organizzazione che avevano costruito insieme, e la cosa migliore che lui
poteva fare adesso che loro non c’erano più era portarla avanti.
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Angolo di Makoto: ok, lo
ammetto: mi sono sforzata di finire questo capitolo entro Capodanno perché non
mi pareva giusto lasciare in sospeso la gente per troppo tempo. Scusate la lunga
attesa. E scusate anche se vi ho fatto deprimere… ma insomma, è Hades! Dovevano
morire per esigenze di trama, giusto? *cerca
patetiche scuse per non essere linciata*
A mia discolpa posso dire che mi è dispiaciuto tantissimo
accoppare tutti quanti un una volta sola.
Ora scusate, devo andare via, che ci sono i loro fantasmi
arrabbiati che mi inseguono.
*Rory arriva avvolta in un mantello
nero con una scure in mano, stile Spirito del Natale Futuro di “A Christmas
Carol”* Ebbene sì, smoccolate pure
su tutte le lenzuola che avete, ve ne regaleremo di nuove per il nuovo anno. A
proposito di nuovo anno! Concludiamo questo 2015 in bellezza (e in depressione)
con l’aggiornamento e la promessa di postare il nuovo capitolo al più presto ;)
Ringraziamo come al solito chi ha inserito la storia tra Preferite, Seguite o Ricordate e chi ha recensito *O*
E bè, che dire di più? Buone feste e all’anno prossimo!
Kisses,
Mako e Rory