Salve a tutti! Come vi avevo già preannunciato, la songfic
“ci vorrebbe un amico” non sarebbe rimasta sola soletta, una storia senza
conclusione. Mi sono resa conto, però, che continuarla sotto forma di songfic sarebbe stato eccessivamente duro, e avrei dovuto perdere parecchio tempo per trovare delle
canzoni adatte. È per questo che ho optato per questa
soluzione: scrivere una fanfic basata proprio sulla
mia opera preferita (sarà perchè adoro quella canzone
ma credo che quella sognfic sia la migliore ff che io abbia mai scritto!). Spero solo che venga fuori
qualcosa di decente…
Questa storia non c’entra
nulla con “For Eternity”,
che tra l’altro aggiornerò a breve, promesso ^___^, ma i protagonisti sono
sempre Ginny e Draco,
ovviamente. Be’, spero che qualcuno recensisca!
My heart is for
you
Capitolo I
14 marzo
20**
Stava di
nuovo fermo lì, davanti al portone della palazzina in cui abitava Ginevra, come
tanti volte prima d’allora. Un tempo ci andava baldanzoso, sapendo che, se la
sua ragazza fosse rimasta soddisfatta della serata, gli avrebbe
fatto un regalino che l’avrebbe tenuto impegnato per tutta la notte.
Ultimamente, invece, i momenti peggiori della sua vita li stava passando lì.
Non era più il “luogo della felicità” (o del sesso, come spesso l’aveva
definito per far arrabbiare la rossa), ma quello della disperazione. Ancora non
capiva per quale diavolo di motivo continuava ad andarci, se lo faceva stare
tanto male. Forse perché, tanto, sarebbe stato male dovunque.
Ma là stava molto peggio. Guardare le finestre chiuse
dell’appartamento di Ginny, le luci spente, e
rendersi conto che, col 99,9% delle probabilità, non era a casa sua perché
stava stretta fra le baccia di Harry
Potter lo uccideva.
Sospirò,
lanciando un ultimo sguardo al balconcino dell’appartamento al terzo piano, e si
voltò, come per andarsene. Una cosa, però, lo bloccò. Avrebbe voluto
sotterrarsi. Ginny e Potter
erano lì, a pochi metri da lui, su un’enorme moto nera, che Draco
ricordava come quella di Sirius Black. Ginny aveva una passione per quella moto, e questo l’aveva
sempre infastidito, perché portava la ragazza a passare ore intere vicino allo
sfregiato nel tentativo di farsi scarrozzare in giro. E
lui, poi, ci andava a nozze, cotto com’era della rossa Weasley.
-Gin sei
sicura di non voler restare da me? Ti accompagno io domattina, su! Così fai
prima, senza il bisogno di svegliarti prestissimo.-
-Oh, Harry, dai, te l’ho già detto. Ho
bisogno di stare in santa pace a casa mia, l’ultima notte che passo in Inghilterra-
-Io
credevo che avresti voluto passarla con me l’ultima notte-rispose il ragazzo,
assumendo un’aria imbronciata che provocò le risa della giovane.
-Non fare
il bambino, Harry, tanto tornerò presto, non starò
via tanto da farti cadere in astinenza!-
Draco
si sentì morire. Sentire la donna che amava parlare in quel modo con la persona
che più odiava al mondo era tremendo. Voleva andarsene, ma non riusciva a
muoversi.
D’un
tratto, Gin diede un bacio al fidanzato, che se ne andò
via velocemente, in direzione del Ministero della Magia. Lei, allora, sorrise e
poi si girò, frugando nelle tasche alla ricerca delle chiavi del cancello. Dopo averle trovate, alzò gli occhi, trovandosi di fronte ad uno
spettacolo a cui non era preparata. Draco Malfoy era a pochi passi da lei, con l’aria distrutta,
pallido e magro. –Draco- sussurrò. Non sapeva cosa
dire. Non avrebbe dovuto essere lì, diavolo. Perché
non se n’era rimasto nel suo castello enorme a sbattersi tutte le sue
sgualdrine, invece di andare davanti casa sua a metterla in difficoltà?
Lui rimase
immobile. Continuava a guardarla, tristemente. Perché non sei più mia, Ginny?
La rossa
si passò una mano fra i capelli, maledicendosi mentalmente per non essere in
grado di trovare qualcosa da dire. Anche solo un saluto, ciao, buongiorno, come
stai, da quanto tempo… ma sarebbe suonato
tremendamente falso ed ipocrita. Si erano lasciati malissimo,
non avrebbero nemmeno dovuto volersi rivedere. Solo che una parte di lei era tremendamente contenta che il biondo si
trovasse lì. La stessa parte di lei che non aveva
assolutamente voluto passare quella notte con Harry Potter. Se lei, però,
avesse ignorato quella parte del suo IO, in quel momento non sarebbe stata in quell’imbarazzante situazione. E
invece era stata irrazionalmente stupida, e aveva reso infelici tutti. Harry, che non aveva potuto averla
accanto l’ultima notte prima della partenza di lei per gli Stati Uniti, Draco, che sembrava quasi uno zombie in quel momento, lei
stessa, che era invasa dai sensi di colpa per quello che aveva fatto al biondo
e per la voglio che aveva in quel momento di lasciare per sempre Potter e tornare da quello che era stato l’unico vero amore
della sua vita.
A quella
situazione imbarazzante mise fine Draco quando, senza
dire una sola parola, si girò e andò via. Fu allora che lei ritrovò la voce e lo
chiamò con forza. Lui, però, la ignorò. Fortunatamente. Cavoli, prima voleva
che se ne andasse per togliersi d’imbarazzo e ora che
lui l’aveva fatto voleva farlo tornare indietro? Doveva capire che con lui era
tutto finito. La loro vita insieme era un capitolo chiuso,
doveva smetterla di pensarci. Adesso c’erano Ginny
ed Harry, non Ginny e Draco.
4 anni prima – 27 gennaio 20**
C’era un silenzio insopportabile in
quella cucina. Persino la televisione accesa era impostata su muto, e le
immagini si susseguivano senza riuscire a trasmettere nulla al di fuori del
vuoto. Bambine che ballavano senza accompagnamento musicale.
Un cane che abbaiava senza emettere suoni. Era
snervante tutto questo per Draco. Quasi
quanto lo era il modo di fare di Ginny. Stava
seduta a poco più di un metro da lui, senza parlare, con lo sguardo basso e
l’aria offesa. Stava cominciando a succedere troppo spesso per i gusti del bel Malfoy. Quella stupida si divertiva a flirtare
con Potter, anche in sua presenza, e poi diceva anche
che non era assolutamente vero. Lo faceva imbestialire. Sapeva benissimo di
avere torto, faceva la scema apposta con il brunetto,
perché voleva punire Draco dopo un litigio, eppure
metteva il broncio, come se il suo comportamento fosse più che naturale.
Ultimamente, le collinette che
c’erano sempre state nella loro storia stavano
diventando montagne. Non riuscivano più a parlarsi, urlavano soltanto, ogni
scelta del biondino veniva puntualmente criticata
dalla ragazza, ogni sorriso che lei rivolgeva a Harry
Potter era catalogato come adulterio dal ragazzo. Era
impossibile vivere così, fra urla d’ira e silenzi offesi.
-Ginny, dobbiamo smetterla. Siamo ridicoli.-
-Sei tu l’unico ridicolo qui-
Ecco, appunto. Non voleva
assolutamente collaborare. Merlino solo sapeva quanto
avrebbe voluto prenderla a schiaffi in quel momento. Sembrava non interessarsi
minimamente alla loro storia.
-Se sono ridicolo perché continui a
stare con me?-
Lei lo guardò storto. –Forse io non
sto con te. Probabilmente con te faccio solo sesso-
Gli ci volle un po’ per realizzare quello che Ginny aveva
appena detto. Il suo viso cambiò colore, la bocca si
contrasse in una smorfia. Alzò di scatto la mano, come per colpirla, ma
si fermò in tempo. Si girò ed uscì di casa, sbattendo la porta d’ingresso.
Lei non lo seguì. Avrebbe voluto
farlo, ma non si mosse. Rimase ferma sulla sedia, in
silenzio. Calde lacrime le scivolarono lungo le guance. Era davvero finita,
ora. La loro storia era conclusa. Per colpa sua. Perché
aveva detto quelle cose? Non ne era certa. Forse perchè sentiva il disperato bisogno di lasciarlo, di
mettere fine alla crisi che stavano attraversando. Era certa solo di una cosa:
non pensava veramente ciò che aveva detto. Amava Draco.
Ma amava anche se stessa e, da brava egoista qual era,
voleva riprendersi la sua vita. Quella vita che la loro
storia dolorosa le aveva sottratto.
Era libera, adesso.
15 marzo
20** -appartamento di Ginny-
Erano le
cinque e Ginny era già in piedi. Si sentiva uno
straccio, aveva pensato a Draco tutta la notte e
l’unico risultato ottenuto era stato il non riuscire a chiudere occhio. E fra mezz’ora sarebbe dovuta partire. Suonò il campanello e
lei, a piedi nudi e con la camicia da notte storta, andò ad aprire. Si ritrovò
davanti un Harry tutto lindo e pinto. Ma come faceva
ad essere in piena forma a quell’ora?
–Ciao amore- gli disse, pronunciando in maniera un po’ insicura l’ultima
parola. Non amava Harry, e lo sapeva anche quando era
tornato da lui. Però doveva dimenticare Draco…a quattro anni di distanza capì di non esserci
riuscita. –Vado a lavarmi.- -fai in fretta, la mia moto
scalpita- -hai tanta voglia di vedermi partire per gli States?-
lui cambiò espressione. Sembrava triste, molto. –No. Vorrei venire con
te.-
-Dai,
tornerò presto.- lo baciò e corse in camera sua a
vestirsi.
15 marzo
20** -Malfoy Manor-
Partiva
per gli Stati Uniti. Chissà perché? Avrebbe voluto
andare con lei. Rivederla dopo tanto tempo gli aveva fatto male. Erano passati
quattro anni e lei stava ancora con Potter. Un
pensiero gli attraversò la mente. Matrimonio. Dopo tanto tempo, sarebbe stato
naturale. Forse, al ritorno di Ginny...
No, non
poteva permetterlo. Trovarsela di fronte gli aveva donato nuova forza. Si alzò
di scatto dal letto, afferrò una valigia dall’armadio e ci gettò dentro degli
abiti totalmente appallottolati. Scese le scale velocemente. –Io parto, mamma.
Non so quando torno-
La signora
Malfoy, però, dormiva profondamente. Era anche
normale, vista l’ora. Ma lui
non se ne preoccupò più di tanto.
15 marzo
20** -aeroporto di Londra-
-Amore,
sei davvero convinta di partire? Il tuo lavoro va benissimo anche qui, perché
dovresti andare in un altro continente?-
-Per
prendere una specializzazione e far sì che il mio lavoro vada ancora meglio-
Ginny
afferrò la valigia e si avviò. –Gin, aspetta! Promettimi che non ti innamorerai di nessun americano affascinante e dal fisico
statuario-
Lei rise.
–Non ti preoccupare. Nel mio cuore ci sei solo tu- bugia. Ma
non voleva farlo soffrire. E poi, dopo Draco e Ron, Harry
era la persona che amava di più. Quindi, stare con lui
era più che naturale, no? E poi era certa che non
avrebbe perso la testa per nessun americano svampito.
Corse via,
pronta a partire. Sarebbe stata di nuovo libera ed
indipendente, anche se solo per tre mesi.
15 marzo 20**
-aereo Londra-Chicago-
Draco
prese posto nell’aereo, guardando attentamente nel tentativo di scorgere i
capelli rossi della ragazza che amava. Perché cavolo
stava facendo quella follia? Una volta arrivato negli
USA che cosa avrebbe fatto? E se lei non l’avesse
voluto? Se l’avesse respinto di nuovo? Ma oramai era troppo tardi per tirarsi indietro.
Eccola. Bellissima, nel suo tailleur nero, con la valigia pesante tra le
mani. Avrebbe voluto aiutarla a trasportarla, ma non poteva.
La giovane sarebbe stata capace di voltarsi e scendere dall’aereo pur di
allontanarsi da lui. Più passava il tempo più si rendeva conto della cazzata
che stava facendo. Ma era innamorato, e questo
giustificava ogni cosa. Rivoleva Ginny,
avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di tornare con lei. Anche
se lei era arrabbiata con lui. Irrazionalmente, oltretutto. Era stata
lei a trattarlo in maniera disgustosa. Ma tutto, in
lei, era irrazionale. La piccola, cara Ginevra Weasley.
L’amava anche per quella sua irrazionalità.
15 marzo
20** -aereo Londra-Chicago-
Gin chiuse
gli occhi. Finalmente avrebbe potuto dormire un po’. Tanto ci voleva parecchio
per arrivare a destinazione. Accanto a lei si sedette una giovane coppia di innamorati, lui alto, moro con gli occhi color cioccolato,
un tipo evidentemente non inglese, forse spagnolo, o italiano…un mediterraneo,
insomma. Lei aveva lunghi capelli castani ed occhi azzurri, che brillavano di
una luce particolare, la luce dell’amore. Quante volte aveva
visto quello stesso luccichio negli occhi di Harry.
Soffriva tanto per non poterglielo restituire. Un tempo, anni prima, era
presente anche nei suoi. Quando guardava Draco.
Ma Harry non le faceva lo
stesso effetto.
Spero che loro due riescano a
vivere la loro storia fino in fondo. Per me e Draco non è stato così, è tutto ancora sospeso…
Non voleva
pensarci, ma purtroppo non riusciva a fare diversamente. Sapeva bene di doverlo
dimenticare, ma era impossibile.
Forse è meglio pensare a qualcos’altro.
Afferrò un
libro e cominciò a leggere. Per qualche attimo Draco Malfoy scomparve dai suoi pensieri. Purtroppo per lei,
però, vi tornò quasi subito. Stupido, odioso, arrogante, insopportabile amore
mio. Ecco, appunto. Quell’ “amore mio” avrebbe dovuto dirlo a Potter. Ma non riusciva a pensare
a lui in quei termini.
Posò il
libro e chiuse gli occhi. Solo dormendo avrebbe potuto lasciare un po’ da parte
quei pensieri. Perciò decise di riprovare a riposarsi.
Ma, ovviamente, non fu certo facile prendere sonno. Comunque, alla fine, dopo circa un’ora di ragionamenti sui
suoi sentimenti, ce la fece.
Ciao a tutti!!!!!!!!!!!
So benissimo che questo capitolo è corto, ma mi serviva per presentare la
situazione, vi prometto che i prox saranno molto
meglio.
Vorrei ringraziare Ale69 per la recensione a “Ci vorrebbe un amico”. Spero che tu sia qui a leggere anche
questa fanfic! Mi renderebbe immensamente felice
trovare la tua recensione anche qui. Mi raccomando!
E anche voi, carissimi lettori, RECENSITE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
E se vi va, andate anche a dare uno sguardo a “Ci vorrebbe un amico”, la songfic
da cui, poi, ho fatto nascere questa storia. Sarei contentissima!
Bacioni da Sammy