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Autore: Ceccaaa    31/12/2015    1 recensioni
~DALL'ULTIMO CAPITOLO~
E poi quella parola, che aveva cominciato ad odiare. Corpuscontroller. Aveva un suono aspro sulla sua lingua e un profilo oscuro nella sua mente. Era l’insieme di amicizia e terrore. Una paura troppo terribile per essere vera, ma che esisteva senza il minimo dubbio. E poi, come colpita da un attimo di lucidità, un colpo al cuore: casa mia. Sono andati a casa mia. Lo sapevano. Sapevano chi era.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Dursley, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Casa Potter

Dudley bussò alla porta. Aspettò in ansia e alla fine quella si aprì. Ad aprirgli fu una bambinetta sui dieci anni con i capelli rossi, le lentiggini e un bel nasino. "Salve.” disse Dudley. “Sono un amico di tuo padre. Lui è in casa?” la bambina annuì un po’ impaurita, ma gli fece strada nell’ingresso.
Corse su per le scale e gridò: "Papà! C'è un signore che ti cerca!" dopo poco scese di nuovo, preceduta da un uomo alto e magro. Portava degli occhiali rotondi sul naso, della stessa forma di quello della bimba. E aveva gli occhi verdi, tanto famigliari a Dudley, quasi da farlo piangere. Harry Potter rimase impietrito di fronte al cugino, ed era così sorpreso, da non accorgersi che qualcuno scendeva le scale. "Papà, ma che ti prende?" chiese la voce di un bambino alle spalle di Harry. Riuscì a passare attraverso le gambe del padre a vedere bene cosa lo aveva pietrificato. Era la fotocopia di Harry: capelli neri, stesso naso, stessi occhi. L'unica differenza era la cicatrice che il padre portava in fronte e lui no. "Andiamo Lily, facciamo una partita a scacchi." disse alla sorella spostando a forza il padre per tornare indietro, quasi la vista di Dudley fosse abbastanza a spiegare la situazione.
"Ehm—belli i tuoi ragazzi." commentò Dudley cercando di smorzare la tensione. "Uh—oh, sì. In realtà sono delle pesti." rispose Harry facendo un cenno al cugino per farsi seguire in salotto. "Allora, quanto tempo! Non avrei mai pensato di trovarti sulla soglia di casa." "Sì, beh. Mi hai dato l’indirizzo qualche anno fa, era ora che venissi a trovarti." rispose Dudley sedendosi accanto a lui sul divano. "Molto bene. Immagino però che ci sia un qualche motivo che ti ha spinto, se no non saresti qui." continuò Harry vedendo il cugino girarsi i pollici. Dopo lo shock iniziale, sembrava davvero felice di averlo rivisto. "Vedi, tu—devi aiutarmi, Harry." rispose lui con il tremolio nella voce. Harry sembrò preoccupato, ma Dudley gli fece un sorriso rasserenante. "Vedi, l'altro ieri mia moglie era al parco con i miei figli e il più piccolo è come caduto dall'altalena, ma non si è fatto niente. È planato!" raccontò.
Harry lo guardò pensieroso: suo cugino gli stava davvero chiedendo informazioni sul mondo magico? "Ma io cosa dovrei fare?" "Ho bisogno di sapere come crescere un bambino magico." rispose Dudley. Harry lo guardò scandalizzato: davvero, dopo che lui aveva vissuto a casa sua tutta la vita, Dudley non sapeva che i bambini maghi e i bambini Babbani erano uguali? "I tuoi genitori mi hanno mai fatto cure speciali solo perché ero un mago?" chiese. "Proprio no." rispose Dudley imbarazzato. Di certo Harry non era mai stato considerato un bambino speciale. "E allora perché mi chiedi come crescere tuo figlio?" chiese lui. "Boh, è che per me è tutto nuovo. Non credevo di doverci—come dire—inciampare di nuovo, in questo mondo. E Julia, poi, non sa che fare." Harry si morse il labbro come, Dudley sapeva, faceva sempre quando era di fronte a un problema. “Senti,” disse infine “a fine agosto c'è una piccola festa per il compleanno di mio figlio che compie undici anni. Se vuoi ci sarà tutta la famiglia e tu e tua moglie potrete ambientarvi con il nostro mondo." Propose “E poi ci saranno i miei nipoti, che più o meno hanno tutte le età.” Dudley accettò.

Due mesi dopo
Dudley aveva aspettato due mesi per rivedere il cugino. Nel frattempo i poteri di suo figlio erano diventati sempre di più e ora Jo faceva cose che lui mai avrebbe immaginato. Raggiunse il culmine quando bucò la porta di casa con una biglia facendo incuriosire i vicini. La mamma l'aveva sgridato, ma più tardi Dudley gli aveva raccontato le esplosioni di magia di Harry, per farlo sentire meno diverso.
Alle due meno un quarto di quel martedì pomeriggio, la famigliola era pronta a partire per dirigersi a casa Potter. Dudley aveva spiegato che tutti gli invitati erano maghi e streghe e di non stupirsi delle stranezze, soprattutto da parte dei più grandi – che potevano usare la magia. Arrivarono con cinque minuti di anticipo alla festa e Dudley bussò alla porta. Si sentì un ululato di gioia da parte di un bambino e qualcuno corse ad aprire. Sulla faccia del piccolo si dipinse la delusione: evidentemente si aspettava qualcun altro. "Ciao, sei tu che compi gli anni?" chiese Julia, vedendo che il bambino non si muoveva. "S-sì. Voi dovete essere i Dursley, giusto?" chiese. Vernon annuì. Era contento di conoscere tutte quelle persone. Il bambino si fece da parte. "Albus, tesoro. Chi era?" chiese una voce femminile. La donna cui apparteneva entrò poco dopo nell'ingresso. Aveva dei lunghi capelli rossi, le lentiggini e gli occhi di un marrone chiaro, nocciola. "Oh, salve. Voi siete i parenti di Harry, vero?" chiese dirigendo la bacchetta dei libri caduti che si riposizionarono all’istante nel loro scaffale. Vernon osservò rapito. "Sì. Siamo noi. Io sono Dudley Dursley, lei è mia moglie Julia e loro sono i miei figli, Vernon e Jonathan." rispose Dudley, mentre moglie e figli si guardavano intorno. "Beh, molto piacere! Io sono Ginny Potter. Avete già conosciuto mio figlio Albus." si presentò Ginny. "Albus Severus, mamma." "Sì, giusto. Come vuoi. Ti spiace chiamare tuo padre, Al?" chiese Ginny, mentre il figlio si fiondava su per le scale.
Harry scese poco dopo discutendo animamente con un altro dei suoi figli, al che Dudley si dovette chiedere quanti ne avesse. "No, James. Niente partite qui a casa." "Ma papà! Non mi alleno dalla fine dell'anno! Come farò a entrare in squadra?" Chiese il ragazzo, evidentemente preoccupato. "Non hai bisogno di allenarti per entrare. Vedrai che andrai benissimo. Io sono entrato la prima volta che ho volato." Ribatté Harry. "Ma tu sei entrato per un colpo di fortuna, e con un anno di anticipo, per di più!" esclamò James, decisamente contrariato. Entrarono in salotto, dove i Dursley si erano seduti sul divano, e la discussione finì. "Oh! Ciao Dudley! Tu devi essere Julia, io sono Harry Potter. Molto piacere." si presentò Harry. "Io sono James Sirius Potter." fece a sua volta il figlio, usando, come Albus, il suo nome completo. "Dovete proprio essere orgogliosi del vostro nome per usarlo per intero!" esclamo la signora Dursley stringendo la mano del ragazzo. "Allora, quale dei tuoi figli è un mago, cugino?" chiese Harry osservando i bambini. "Jo, il più piccolo." spiegò Dudley indicandolo. "Wow! Ma quanti anni ha?" Chiese la figlia di Harry entrando. "Lily! Non si saluta?" la sgridò la madre entrando con un piatto di pasticcio fumante da riporre in tavola. "Oh, scusa. Piacere, io sono Lily Luna" si presentò la piccola. "Nessun disturbo, Ginny. Jo ha tre anni e quattro mesi." Rispose Julia. "Beh, è davvero piccolo per aver già mostrato i suoi poteri." Commentò Harry pensieroso “Potrebbe indicare un’anomalia, nel peggiore dei casi una malattia. Ma non sono io il guaritore in famiglia.” Qualcuno bussò. "Sono gli zii Ron e Hermione." informò James guardando dalla finestra. "Hugooooooo!" gridò Lily fiondandosi ad aprire. "Oh, oh. Non vorrei essere nei panni del povero Hugo adesso!" esclamò James guardando ancora fuori dalla finestra.
"Allora, avete una grande famiglia?" chiese Dudley cercando di non pensare all’ultimo commento del cugino. "Oh, sì! Ginny ha—vediamo—" rispose Harry. "Cinque, tesoro.” Gli venne in aiuto la moglie “Già, cinque fratelli.” Annuì l’uomo mentre una famiglia entrava chiacchierando nella stanza curiosamente più grande di come Dudley se la ricordava. "Buon pomeriggio" si presentò Dudley, una volta che i nuovi ospiti si accomodarono "Sono Dudley Dursley." I due che Dudley inquadrò come Ron e Hermione, i migliori amici di suo cugino, sgranarono gli occhi e guardarono Harry in cerca di spiegazioni. "Dudley ha appena scoperto che suo figlio è un mago e ho deciso di invitarlo per parlare un po' e spiegargli come funziona il mondo magico. E vorrei farti qualche domanda, Hermione: il bambino ha tre anni." Disse lui, accendendo un interesse fin troppo vivido nell’amica.
In poco tempo arrivarono tutti i parenti, difficili da ricordare per un qualunque esterno alla famiglia. L'ultimo ad arrivare fu un ragazzo magrolino dai capelli arancione chiaro, che apparve nel mezzo del salotto e venne subito assalito da un branco di cuginetti. "Che bella famiglia! Siete davvero tanti!" commentò Julia. Vernon faceva il timido, ma dopo un po' uno dei cugini francesi lo invitò a giocare con lui e i suoi cugini in giardino. Il povero Hugo, rapito meschinamente da Lily, non si vide fino al momento della torta raccontando che lui e la cugina avevano organizzato la Sfida: una tradizione annuale che si teneva l'ultima festa in famiglia prima dell'inizio della scuola.
"Lily, perché non invitate il piccolo Jo a giocare con voi?" chiese Ginny a un certo punto, osservando la fetta sproporzionata sul piatto della figlia. Lily annuì felice e prese per mano il bimbo per portarlo in sala giochi, il regno dei ragazzi. "Ehm—Vic, sarei più tranquilla se andassi a controllare. Fred e Roxanne sono tremendi e non vorrei che—" "Ci penso io, zia! Penso che Vic e Teddy abbiano qualcosa da fare..." si offrì la sorella di Victoire mentre lei le faceva la linguaccia e si sedeva sulle ginocchia di Teddy. Dominique aveva un anno più di James ed era decisamente più responsabile di lui.
in sala giochi la situazione era simile a quella di una gabbia di scimmie: e il tetto di vetro verde non migliorava la situazione.
Vernon stava giocando a lupo con Fred, Roxanne, Louis e James. I cinque creavano molto scompiglio, uscendo e entrando dalla porta finestra. "Preso Vern!" gli gridò Louis toccandolo "Non per molto!" rispose lui inseguendo Fred e travolgendo Lucy, che si mise a strillare che erano dei casinisti idioti. "Calma, Lucyfera! Perché non vai a parlare di lavoro con i tuoi?" chiese James: sua cugina era noiosa quasi quanto i genitori. A quel punto Lucy si alzò e gli gridò: "Certo che ci vado, piuttosto che rimanere a far da baby-sitter a te!" e se ne andò infuriata. Giocarono tutto il pomeriggio finché Teddy non venne per avvertirli che la cena era in tavola: "Dai ragazzi! Basta con i giochi! Ma che—?" Hugo e Lucy gli si erano attaccati alle gambe e non si volevano staccare. Cercando di scrollarseli di dosso attraversò l'ingresso per entrare in sala da pranzo seguito da un'orda di cugini e cugine. "Vi prego, staccatemeli!" Disse sedendosi su una poltroncina e cercando di alzare le ditine dei due senza risultato. "Lily, Hugo. Vi prego, me lo lasciate solo per la cena? Poi è tutto vostro." promise Vic e i due bimbi si staccarono e corsero a tavola ridendo. La cena era davvero squisita. Julia era impressionata su come fosse buona e chiese diverse ricette a Ginny che spiegò aiutata da Hermione – “Non è molto difficile, ma a volte serve la magia.” – “Devo dirlo, Harry: la tua è una bella famiglia.” Esclamò Dudley. Harry sorrise: “Mi fa piacere, BigD. Sono sorpreso che tu ti sia trovato così bene, a dir la verità.” “Allora si può dire che per una volta sono io quello imprevedibile.” Risero entrambi, consapevoli di questa nuova amicizia.
Quando quasi tutti si stavano tirando indietro di fronte agli irrinunciabili piatti di Ginny, Lily saltò in piedi gridando: “SFIDAAAA!”, il tavolo venne sparecchiato velocemente e spostato di lato – o meglio: fatto levitare di lato – e Hugo finì in qualche modo al centro della stanza con una piccola scopa rosa in mano. Dietro di lui Lily sembrava un pirata che spingeva un prigioniero sulla passerella. “Allora—” Hugo alzò la scopa sopra la testa. “Quest’anno dovete stare il più possibile in sella alla scopa di Lily. Chi vince può fare un giro sul manico di scopa di James.” Al che James saltò in avanti e afferrò su sorella issandosela in spalla. “E tu puoi fare un giro a sacco di patate per tutta la casa.” Esclamò. “Vomito!” disse Lily.
Hugo continuò quando se ne furono andati, con i loro genitori alle calcagna. “E se vince Fred ha anche diritto ai compiti di Dominique per due mesi.” Hermione si alzò per protestare ma venne subito trattenuta da Ron.
Con la Sfida si concluse la festa e uno dopo l'altro, tutti gli invitati se ne andarono, Roxanne con lo sguardo assetato di sangue di suo cugino James che l’accompagnava: aveva vinto lei.
Alla fine rimasero solo i Dursley, ai quali Harry aveva chiesto gentilmente di rimanere per parlare. "Allora, che ve ne pare?" chiese dopo che anche la famiglia di Percy se ne fu andata. “Ci siamo tutti divertiti, Harry.” Disse Dudley. "Quindi, vi piace il nostro mondo?" chiese il cugino a Julia e ai bambini. “È stato stupendissimo! Grazie per averci invitato!" rispose Jo decisamente entusiasta. Vernon annuì vivacemente. "Ti va di venire per accompagnare Al a prendere il treno per la scuola?" chiese Harry al piccolo. "Posso venire anch'io?" chiese Vernon. "Assolutamente! Potete venire anche tutti. L'ho chiesto a Jo perché lui frequenterà Hogwarts tra qualche anno." Julia non ci aveva pensato: "Ma—ma quindi arriverà questa lettera? Arriverà anche a lui?" chiese "Certo. Arriva a tutti i maghi e le streghe Inglesi e Irlandesi." rispose Ginny dalla cucina.
"Bene, Harry. Meglio se andiamo. Grazie mille di tutto.” Disse Dudley guardando l’orologio. "Non c'è di che, Dudley. Tornate quando volete: ci farà piacere!" rispose Harry conducendoli attraverso l’ingresso. Prima di seguire il resto della famiglia alla macchina, Dudley si voltò per il momento della giornata che doveva affrontare suo malgrado. “Credo di doverti delle scuse, Harry.” Disse. “Da piccolo non credevo a tutto quello che dicevano i miei. Tu eri gentile e intelligente, e io ero—il contrario. Deve essere stato orribile per te, ma voglio che tu sappia che ho sempre voluto avere quello che avevi tu. Ma non ero abbastanza intelligente per capirlo.” Porse una mano al cugino e lui la strinse. “Grazie. Significa molto, Dud.” Si sorrisero per un istante. Poi Dudley sciolse la stretta e si allontanò, con un senso di leggerezza nel cuore. Ora era davvero tutto a posto.

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12-10-2017
Care persone che si apprestano a leggere quello che scrivo!
Mi sono divertita un sacco a revisionare questo capitolo dopo tre anni in cui non l'ho neanche riletto. Vorrei scusarmi con chi l'ha dovuto leggere nella sua squallida versione precedente e anche informare chi l'ha letto ora che è cambiato radicalmente (ovviamente non ho cambiato la linea di massima).

Vi spiego perché: nella prima stesura tutto era molto lasciato al caso e poco dettagliato per via della mia natura frettolosa; alcune cose erano sottintese, ma ovviamente solo io le potevo capire, quindi ho deciso di esplicitarle meglio. In oltre ho voluto lasciare alla riunione di Harry e Dudley un po' più spazio per accentuare la nuova amicizia che gli è completamente sconosciuta, e questo lo farò anche in futuro perchè mi sono accorta di aver trascurato un bel po' i ruoli di alcuni personaggi.
BENEEE!! Quindi, questo è tutto. Continuerò a revisionare i prossimi capitoli per i veterani. Alla prossima, TechnoCiek <3
   
 
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