Videogiochi > Tenchu
Segui la storia  |       
Autore: WaterfallFromTheSky    31/12/2015    1 recensioni
Haruko è solo una innocente ragazzina quando Lady Kagami irrompe nella sua vita, stravolgendogliela. Da quel momento, la giovane sarà costretta a fingere, a fare cose che logoreranno la sua anima, tutto per salvare se stessa e suo fratello. Riuscirà nel suo intento? Sarà capace, la ragazza, di mantenere intatti i suoi principi?
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Udì dei passi in corridoio. Sicuramente delle guardie stavano correndo da Lord Goda per accertarsi che stesse bene. O per prevenire una qualsiasi azione ai suoi danni.
La bambina continuava a dormire nonostante il trambusto. Anche Haruko da piccola aveva il sonno pesante: Raundomaru si divertiva a fare rumore accanto a lei mentre dormiva per poi prenderla in giro, da sveglia, perchè non sentiva nulla. Col tempo aveva dovuto perdere questa caratteristica...
Si affacciò alla finestra per controllare la situazione. Fortunatamente, da lì era ben visibile l'entrata del castello. Sollevata, constatò la presenza delle sole guardie, tutte all'erta, alcune che restavano lì davanti e altre che si sparpagliavano per ogni dove.
Quel sollievo però non durò a lungo.
I suoi occhi scuri misero a fuoco nuove guardie che avanzavano come una mandria di animali inferociti. Le loro armature erano di colore diverso, verde scuro, mentre quelle delle guardie del palazzo erano azzurre.
L'esercito di Toda, oppure di Motohide, senza dubbio. Allora ciò significava che...?
Nemmeno fece in tempo a terminare il pensiero che in quella baraonda riconobbe chiaramente dei ninja: sebbene piovesse a dirotto e la visibilità fosse scarsa, le loro tute erano inconfondibili.
Ninja di Kagami. Quella maledetta allora....
"Com'è possibile?". Aveva fallito. Il veleno che aveva introdotto nei fiori non aveva ucciso quella donna demoniaca. Come accidenti aveva fatto a salvarsi?
Un tuono squarciò il cielo, illuminando tutto a giorno. Kiku sobbalzò con un piccolo urlo e Haruko la trovò seduta, ansimante e spaventata, gli occhi spalancati. Quando la vide, si spaventò ancora di più e fece per urlare, ma la ragazza era già su di lei, una mano a tapparle la bocca.
-Stai zitta. Sono Masami-. Aveva usato il nome di sua madre per camuffare il proprio mentre era al castello. Kiku, nell'udire il nome la prima volta, aveva detto che le piaceva. Parve tranquillizzarsi, per fortuna; Haruko le liberò la bocca.
-Che succede?-
-Succede che...-. Fantastico. Come poteva spiegare a un'adorabile bambina piccola che stavano assaltando casa sua e che presto lei e i suoi genitori sarebbero morti? Doveva...doveva davvero avvelenarla? L'idea la ripugnava. Maledizione. E avere quegli occhioni inquieti addosso non le era per niente d'aiuto. Avrebbe voluto dirle di smetterla di guardarla, ma invece ordinò:-Mettiti sotto al letto-
-Ma...!-
-Fa come ti dico, principessa, alla svelta. Sotto al letto-. La bambina obbedì subito, spaventata. Haruko non sapeva cosa fare: avrebbe voluto proteggerla, ma avrebbe senz'altro avuto la peggio in uno scontro con chiunque. E comunque poi l'avrebbero uccisa per tradimento, anche se fosse riuscita a spuntarla. Imbracciò comunque la sua asta, allungandone le due estremità, e si rivolse alla finestra -era più probabile che i ninja entrassero da lì-. Intanto, disse alla bambina:-Delle persone cattive sono venute a far del male a te e ai tuoi genitori. Non devi uscire da sotto il letto per nessun motivo, chiaro? Nessun motivo. Non devi fare rumore e non devi piangere. Resta là sotto-
-Va bene-. La risposta le era giunta come uno squittio strozzato. Povera piccola. Nessuno poteva capirla meglio di lei...
Haruko si affacciò nuovamente alla finestra e vide solo caos: guardie con armature differenti che combattevano l'un contro l'altra anche in sovrannumero; c'erano già i primi cadaveri sparsi qua e là e qualcuno aveva appiccato un incendio a piano terra. Le cameriere correvano qua e là terrorizzate e alcune cadevano vittime delle spietate guardie intruse. Urla e rumori di armi che cozzavano divenivano ogni secondo più insopportabili alle orecchie della ninja. A questo si sommò un nuovo fulmine, che le fece balzare il cuore in petto. Era tutto come il giorno che...
Scosse la testa violentemente e cercò di riflettere. Non poteva restare lì, doveva almeno fingere di collaborare con quelle maledette guardie verdi e i ninja di Kagami. Ma come poteva lasciare sola quella bambina? Maledicendosi, sbarrò la porta della stanza con delle sedie; si chinò per terra e passò alla bimba un fumogeno, dicendo:-Se qualcuno vuole farti del male, lancia questo per terra e scappa. Hai capito?-
-S-si-
-Brava bambina-. Proprio in quel momento, dal corridoio si udì la voce di Lady Kei che, angosciata, chiamava la figlia; subito dopo, dei colpi alla porta le comunicarono che qualcuno stava cercando di entrare con la forza. Dovevano essere le guardie reali.
Doveva proprio andar via.
La porta si spalancò proprio mentre lei era sul tetto. Accertatasi che si trattava proprio della madre di Kiku e delle guardie, si allontanò prima che la vedessero, tremando per quella doccia gelata che le picchiò addosso senza pietà.
***
Doveva trovare un rifugio in cui nascondersi fino alla fine di quell'inferno. Non voleva prendere parte a quella carneficina...
Urla, armi, esplosioni, fuoco, la pioggia, i tuoni...cadaveri di innocenti, sangue ovunque...
Era questo che lei vedeva da quel tetto. Devastazione. Di nuovo. Non lo tollerava.
"Lady Kagami...sei un mostro". Tentò di recuperare la calma, ragionare. L'unica cosa che poteva davvero fare era uccidere, come stavano facendo tutti i ninja di Kagami. Ma non voleva.
Suo fratello. Dov'era Raundomaru?
Decise di cercarlo. Un brivido la scosse; come se le servisse quello, cominciò a correre sul tetto, attenta a non scivolare giù. Ma le accadde molto di peggio. Di punto in bianco si ritrovò accerchiata da quattro ninja. Dalle tute rosse, dedusse fossero i suoi colleghi, al servizio di Kagami e Toda. Restò tuttavia di stucco quando questi sguainarono le katane, puntandole verso di lei.
-Che succede? Che volete da me? Io...-
-Hai tentato di assassinare Lady Kagami. Abbiamo l'ordine di ucciderti- replicò uno di loro duramente. Haruko perse un battito. Dannazione, quella maledetta si era davvero salvata...e per giunta aveva capito che l'artefice di tutto era stata lei. Come diavolo poteva essere ancora viva?
Era spacciata. Non solo era sola contro quattro ninja, ma lei non era nemmeno una gran combattente. Lei era brava a mimetizzarsi, non farsi notare... Poteva difendersi, ma non si sarebbe mai salvata. Ciononostante, impugnò la sua asta e la puntò contro il ninja che aveva di fronte. Avrebbe tentato di difendersi. I suoi genitori le avevano insegnato a non gettare mai la spugna, e lei non lo avrebbe fatto, fino all'ultimo secondo della sua esistenza.
-Quattro contro uno? E contro una donna?-. Tutti, Haruko compresa, si voltarono verso un altro ninja. Anche lui era vestito di rosso e aveva il viso coperto, come gli altri, ma lei riconobbe la sua voce. Yoshi.
-Ci penso io a lei. Voi andate e fate ciò che dovete. Dobbiamo ancora eliminare Lord Gohda e la sua famiglia-
-Come vuoi- rispose uno, anzi una donna a giudicare dalla voce, e tutti e quattro balzarono giù dal tetto, sparendo subito dalla vista di Haruko. Anche se ora non era più in svantaggio numerico, lo era in ogni caso e non si rilassò; puntò l'asta verso Yoshi, improvvisamente concentrata sul difendere la propria vita e quasi insensibile sia all'acqua e al freddo sia al caos che la circondava.
-Avanti, Yoshi. Sfodera la tua arma e facciamola finita-
-Hai tanta fretta di farti ammazzare, vedo. Infatti hai fatto la cosa peggiore possibile-
-Ti riferisci al mio tentato omicidio della nostra Lady?-
-Perchè lo hai fatto?-
-Come ha fatto a salvarsi? Ho utilizzato un potente veleno....-
-Perchè?-. Haruko non capiva perchè Yoshi stesse perdendo tanto tempo in chiacchiere. Lui aveva l'ordine di ammazzarla, come ogni ninja lì presente. Perchè non lo faceva e basta?
-Ci sono cose che non sai di me, Yoshi. Penso che quella donna debba morire-
-Quella donna si è presa l'onere di liberarci dalla nostra schiavitù-
-Schiavitù? Svegliati, Yoshi. Questa missione che si è prefissata non ha senso! Non vuoi essere schiavo di un signore? Bene, allora non fare il ninja! Fa qualcos'altro! Che ne so, l'allevatore, il contadino...-
-Tu non capisci! I nostri signori ci stanno distruggendo!-
-Non Lord Gohda!-. Anche se Haruko non vedeva il ragazzo in viso, percepiva la durezza del suo sguardo. Esasperata, indicò la sanguinaria baraonda a pochi metri da loro e disse:-Apri gli occhi, Yoshi! E' questo l'onere che Lady Kagami si è presa! Seminare dolore, distruzione e sangue, per che cosa? Nulla che porti tanta sofferenza è giustificabile!-
-Haruko, tu...-
-No, non dire di nuovo che non capisco perchè è l'esatto contrario! Sei tu, che non capisci, tu!-. Il giovane restò zittito; la ninja invece si infervorò, gli occhi lucidi:-Lady Kagami ha portato via la mia famiglia e ha irretito mio fratello! Ha ucciso i miei e distrutto la nostra casa davanti ai miei occhi! E solo perchè tentavano di difendere il villaggio da lei e i suoi ninja spietati, come tutti gli altri abitanti del villaggio! Come posso amare un mostro simile? Come posso seguire questa follia? Lady Kagami deve morire, Yoshi. Non voglio convincerti a cambiare bandiera, no, ma sappi che farò ogni cosa in mio potere per porre fine alla sua vita! Finchè il mio cuore batterà, finchè avrò fiato in corpo...!-
-E' stato un guaritore a salvarla. E' riuscito a trovare un antidoto in tempo. Ci è mancato poco...è salva per miracolo-. Haruko restò interdetta. Lei gli urlava addosso tutto l'odio che nutriva per Kagami e lui...?
-Me l'avevi chiesto. Come ha fatto a salvarsi. Ecco la risposta-. Haruko non seppe cosa replicare. Restarono a fissarsi in silenzio per alcuni secondi, finchè un fulmine non squarciò il nero del cielo; come se fosse stato questo a scuoterla, la ragazza chiese:-Perchè stiamo ancora parlando, Yoshi?-
-Se mi prometti che sparirai, ti lascerò andare. Fingerò di averti uccisa-
-Ma cosa stai...?-
-Presto arriveranno i ninja Azuma, se già non sono arrivati. I ninja di Gohda. Avrai altri nemici da cui guardarti-
-Ma...-
-Vattene. Sbrigati-
-Perchè stai facendo questo?-
-Non tentare mai più di uccidere Lady Kagami. Non ce la farai. Dimenticala e rifatti una vita lontano da qui. Puoi stare bene, Haruko-
-Yoshi, che diamine stai dicendo? Perchè mi vuoi lasciare libera?- sbottò Haruko, abbassando finalmente l'arma e avvicinandosi. Yoshi restò immobile e in silenzio, gli occhi fissi nei suoi.
-Ho...visto qualcosa in te. Da subito. E' quello che sento di fare. Và, prima che non possa coprirti-. La mora restò senza parole. Era assurdo. Come poteva un ninja che seguiva Kagami essere così misericordioso?
-Perchè la segui?-
-Haruko....-
-Dimmi solo perchè la segui. Poi andrò via. Non ti prometto che non tenterò più di ucciderla, ma mi leverò di torno per ora-
-Che testa dura. E' una delle prime cose che ho notato di te-
-Rispondimi-. Yoshi sospirò stancamente e disse:-Ho origini umili, come te. Vengo da uno dei villaggi di Toda. Io odio Lord Toda. E' egoista, opportunista. Succhia dai suoi sudditi tutto ciò che può. Mio fratello faceva parte del suo esercito ed è morto da eroe, ma lui non ha onorato il suo coraggio in alcun modo. Neanche fosse morto un cane-. Per la prima volta da quando lo conosceva, Haruko avvertì una vibrazione di rabbia nella voce solitamente pacata del ragazzo. E comprese il motivo per cui seguiva quella pazza.
-Non tutti i signori sono come lui, Yoshi. Lord Gohda non è così. E' buono, cerca di sostenere i più poveri. Il suo popolo lo appoggia. Non tutti i signori meritano di morire. E non è con la violenza che si elimina il dolore. Anzi, lo si alimenta- concluse, indicando ancora la strage e le fiamme sotto di loro. Yoshi stette in silenzio, rigido. Aveva serrato i pugni, notò lei. Era forse combattuto?
-Scappa. Ti ho risposto. Ora va via-
-Yoshi...-
-Via-. Non era servito a nulla? Avrebbe continuato a rischiare la vita per Kagami? Haruko sospirò tristemente e indietreggiò...ma le si ghiacciò il cuore nel vedere Yoshi che veniva letteralmente schiacciato dalle due pesanti clave di suo fratello. La cosa durò un secondo netto, ma lei vide tutto al rallentatore: la mole di Raundomaru dietro il ragazzo, le due clave che si abbattevano sul cranio di Yoshi, il rumore del suo cranio e della colonna vertebrale che si frantumavano e il sangue che schizzava tutt'intorno, anche sul suo viso...e poi il corpo morto e molle che crollava e scivolava dal tetto come un sacco vuoto.
-Yoshi!!!- si ritrovò a strillare, in ginocchio, in lacrime, tremando quasi convulsamente. Le era morto davanti agli occhi. Un secondo prima stavano parlando e il secondo dopo...
Non aveva neppure fatto in tempo a ringraziarlo. Per esserle stato amico fin dall'inizio, nonostante lei lo allontanasse, si tenesse sulle sue per non legarsi troppo a nessuno...per esserle stato amico anche in quel momento, quando avrebbe dovuto farla fuori senza mezzi termini...
"Yoshi". Non era la prima volta che aveva il sangue di qualcuno addosso. Non era la prima volta che aveva il sangue di un ragazzo addosso. Un ragazzo che non aveva ucciso lei...
"Haruko!!"
"Akahito, no!". Le era morto tra le braccia. Quella lunga katana che l'aveva trafitto...tutto quel sangue, i suoi occhi vitrei....
"Yoshi". Era sotto shock. Non riusciva a muoversi. L'unica cosa che riuscì a fare fu spostare lo sguardo da quello spettacolo orribile che era il cadavere devastato di Yoshi sulla figura imponente di Raundomaru. Suo fratello torreggiava su di lei con tutta la sua mole: era sempre stato infinitamente più grosso di lei, ma da quella prospettiva le sembrava un gigante. Un minaccioso gigante. Si, perchè per la prima volta Haruko aveva visto suo fratello uccidere. In modo efferato e freddo. Per la prima volta Haruko vide che bestia spietata si celava in quel viso poco sveglio, in quella personalità così ingenua. E, per la prima volta, Haruko vide uno sguardo gelido nei suoi piccoli occhi. Rivolto a lei.
-Cosa...cosa hai...-. Non riusciva a parlare. Quello non era suo fratello. Quello era uno sconosciuto. Uno sconosciuto che a breve l'avrebbe uccisa con la stessa crudezza che avrebbe dovuto invece pervadere Yoshi.
-Hai cercato di uccidere Lady Kagami. Non lo dovevi fare-
-E..e ora tu vuoi...vuoi uccidere me?-. Il gigante annuì, una sola volta, con decisione. Haruko si sentì morire. Tutto quello che aveva fatto era stato per liberare suo fratello. Non per vendetta, no...ma per salvare ciò che le restava, cioè lui. Ma Raundomaru era così cieco, così invaghito di quella miserabile...
La ragazza si infervorò di nuovo, scattando in piedi, in lacrime:-Ma cosa sei diventato? Ti rendi conto di quello che hai fatto? Di quello che vuoi fare? Quella donna...-
-Genbu deve molto a Lady Kagami-
-La tua Lady Kagami ha ucciso i nostri genitori, ha distrutto il nostro villaggio, Raundomaru!! Perchè, perchè non riesci a ricordartene?! La servi solo perchè ti gratifica? Uh? La segui solo perchè gli altri al villaggio ti deridevano e lei non lo fa? Per questo tutti meritano di morire?!-
-Tu sei sorella di Genbu e hai tradito Genbu. Genbu vuole bene a Lady Kagami e tu hai provato a ucciderla-
-Raundomaru...-
-Genbu. Mi chiamo Genbu-
-Tu sei Raundomaru! Smettila di....-
-Basta, Genbu non vuole più vederti!- esclamò lui, infuriato, alzando entrambe le clave sulla testa; stava per colpirla, ucciderla con un colpo secco. Haruko gettò a terra due fumogeni e si dileguò nel buio, il cuore a pezzi.
***
Si ritrovò nelle cucine. Era tutto buio e il frastuono della guerra e del temporale giungeva ovattato. Crollò contro il muro, tremante, distrutta. Era completamente sola. Sola e circondata da nemici. Era nel bel mezzo di un campo di battaglia in cui tutti volevano ucciderla. Era un bersaglio da eliminare, come Gohda e famiglia. Perfino suo fratello voleva ucciderla.
Non aveva più nulla. Non aveva nessuno per cui lottare, nessuno da proteggere, lo scopo che aveva avuto da sempre si era frantumato come un vaso di ceramica contro il duro pavimento della realtà. Si sentiva smarrita, spaventata. E ora? Che fare? Doveva fuggire, come le aveva raccomandato Yoshi? Pensare a lui le riportò alla mente il suo cadavere ridotto in uno stato pietoso. Suo fratello e la sua improvvisa severità. E poi i cadaveri dei suoi genitori, di Akahito, il suo villaggio...
Una sola era la causa del suo dolore. Portava il nome di Lady Kagami. D'un tratto una rabbia improvvisa le montò nel petto, tale da spazzar via tutte le sue paure e il suo smarrimento. D'un tratto seppe cosa fare, qual era il suo nuovo scopo.
Uccidere quella donna.
Uccidere quel demonio.
Doveva pagare per quello che le aveva fatto. Era stato troppo, non poteva passarla liscia. No, Haruko non poteva fuggire e lasciarla impunita. Era arrivato il momento di smettere di fuggire, di nascondersi. Non era riuscita a farla fuori con l'astuzia, quindi non restava altro che affrontarla apertamente. Tanto non aveva più nulla da perdere.
Non piangeva più, Haruko: era in piedi, eretta, il viso immobile e algido, la mente concentrata su un unico obiettivo.
Lady Kagami doveva morire.
***
Si aggirava al piano della servitù con cautela. Qualcuno aveva appiccato un incendio e non c'era nessuno in giro.
Nessuno che fosse vivo. Di tanto in tanto le capitava di scorgere qualche cadavere abbandonato qua e là, circondato da una pozza di sangue nero. Haruko evitava di soffermarsi sui corpi, fingeva che non ci fossero. Non voleva scoprire chi fosse morto tra le persone con cui aveva lavorato in quei pochi giorni. E comunque voleva restare concentrata, raggiungere quella pazza con la rabbia che le albergava nel cuore. Solo così avrebbe potuto avere il coraggio di osare, di riuscire ad ammazzarla.
Arrivò al primo piano, e anche qui fiamme e cadaveri facevano da padroni; le fiamme erano tuttavia più dense e la temperatura era parecchio più alta. Haruko si affrettò a salire al piano superiore, ma si bloccò in corrispondenza delle scale, ove vide un soldato di Gohda e uno di Motohide che si scontravano. Non fecero caso a lei, così salì le scale ignorandoli, in fretta. Raggiunse il terzo piano, accalorata: iniziava a sudare. Trovò una finestra e uscì sul tetto, lasciando che un brivido di freddo la scuotesse immediatamente: la differenza di temperatura tra quelle fiamme soffocanti e quella pioggia violenta era abissale. Restò china e si guardò intorno, sperando che nessuno la intercettasse. C'era ancora caos ovunque, urla, rumore di lame che cozzavano; doveva andar via di lì. Non aveva mai desiderato tanto ardentemente di lasciare un posto. Si chiese dove potesse trovare Lady Kagami. Cercarla lì sarebbe stato molto imprudente, avrebbero potuto ucciderla ancor prima che riuscisse a raggiungerla. In ogni caso, era improbabile che la signora di quei ninja si abbassasse a svolgere la missione come tutti gli altri. No, lei doveva essere si operativa, ma al sicuro. Magari con colui che usufruiva dei suoi servigi.
"Lord Toda". Il signore doveva comodamente essere al suo accampamento, mentre i soldati perdevano la vita per lui. E Kagami doveva essere con lui. Anche se così non fosse stato, prima o poi lo avrebbe raggiunto.
Balzò giù dal tetto, atterrando su quello più basso, e da questo al successivo; diede un'ultima occhiata a quell'inferno in terra e balzò oltre le mura del palazzo. Diretta all'accampamento di Lord Toda.
***
Era ormai fradicia e infreddolita quando giunse a destinazione, ma aveva ben altro a cui pensare. Si rifugiò su un albero che si affacciava direttamente sull'accampamento, tenendosi nascosta tra le sue fronde. Sebbene la visibilità non fosse chiara, aguzzò la vista e mise a fuoco gran parte dell'accampamento. Soldati in armatura color vino si aggiravano seriosi, incuranti del maltempo. Haruko sapeva che, da qualche parte, dovevano esserci anche dei ninja, ben nascosti come lo era lei. Verso la parte centrale dell'accampamento, vi era una piccola area delimitata da una recinzione, all'interno della quale si intravedeva un'armatura di colore diverso. Era senz'altro quella di Toda.
"Non ho intenzione di restarmene qui a far nulla". Prese un bel respiro e balzò giù dall'albero, atterrando come un felino; saettò quindi verso l'entrata dell'accampamento e, una volta penetrata dentro, si nascose dietro un albero. Tutti i suoi sensi erano all'erta, il suo corpo pervaso da un flusso costante di rabbia che le impediva di temere qualunque cosa. Sapeva che non era l'animo giusto da tenere se voleva arrivare fino in fondo a quella storia, ma non poteva farci nulla. Avrebbe ucciso Kagami, il resto non importava. Se non ci fosse riuscita e fosse invece perita, non avrebbe fatto alcuna differenza.
Sbirciò oltre l'albero. Un soldato si avvicinava, ma non l'aveva scorta. Non appena si allontanò, la giovane scivolò dietro ad una roccia e, subito dopo, dietro ad un pannello di legno che celava interamente la sua figura. Avvertì rumore di passi e restò dov'era, immobile, modulando il respiro: c'erano almeno due persone in avvicinamento. Udì le voci e capì che in effetti erano in due. Non appena i passi si allontanarono, lei diede un'occhiata oltre il pannello e sfruttò un altro albero per nascondersi, e poi un altro. Avvertì una sensazione di pericolo, così si guardò intorno. Alle sue spalle vi era un dolce declivio, alla base del quale due ninja in tuta rossa se ne stavano silenziosi a sorvegliare l'area circostante. Anche se non l'avevano vista, Haruko scongiurò il pericolo accovacciandosi. Era buio e non riusciva a vedere oltre, per cui decise di rischiare. Prese due cerbottane e ne portò una alla bocca, prendendo la mira: il secondo successivo, il primo dei due si accasciò a terra senza una parola. Il suo compagno si stava già spostando mentre si guardava intorno, allarmato, ma Haruko aveva già mirato: non appena fu possibile, beccò anche l'altro, centrandolo in pieno. Attese qualche secondo, ma non accadde nulla; nessuno notò i due corpi privi di sensi. La ragazza si sollevò, quindi, e scivolò giù per il declivio con una capriola, raggiungendo in fretta il ninja più vicino. Iniziò a spogliarlo, lieta che i sensi di colpa, per la prima volta, non la assalissero, deconcentrandola. Privò alla svelta il cadavere della sua tuta rossa e la indossò lei stessa, sforzandosi di reprimere l'impressione che le faceva avere addosso a sè i vestiti di un morto e, comunque, sollevata che non si trattasse di qualcuno che aveva conosciuto precedentemente; coprì bene il viso e i capelli, ignorando quanto le stesse larga quella tuta, e si affrettò a nascondere i due cadaveri in un cumulo di cespugli. Non fu facile: lei non era particolarmente forte e i cadaveri erano due uomini adulti. A quel punto rovistò nelle loro tasche e prese le loro armi -granate, bombe fumogene, makibishi1- e tornò in cima al declivio, accovacciata. Anche quella non fu un'operazione facile, dato che il terreno era molto scivoloso per via della pioggia. Una volta giunta in cima, la tuta era quasi completamente imbrattata di terra e fango; il colore rosso era ben poco distinguibile. Poco male, sarebbe passata ancora più inosservata.
Si rifugiò dietro l'albero di prima e aspettò che due guardie passassero e si allontanassero; a quel punto, china in avanti, corse dietro ad un pannello di legno. Grazie alla tuta poteva sembrare un ninja di Kagami, tuttavia preferì continuare a celare la sua presenza: qualcuno avrebbe comunque potuto riconoscerla.
Continuò a vagare ancora per l'accampamento senza che nessuno la notasse, ma di Kagami non c'era traccia. Raggiunse una casupola in legno ai margini dell'accampamento; l'avrebbe sorpassata come se non ci fosse stata se non avesse udito dei singhiozzi.
Qualcuno piangeva, piuttosto rumorosamente.
La ragazza sbirciò oltre la finestra...e vide la principessa Kiku. Era raggomitolata per terra, di spalle, avvolta in quel suo kimono rosa pallido, le piccole spalle scosse dal pianto. Cosa ci faceva lì? Era stata rapita? E i suoi genitori che fine avevano fatto?
"Se non altro, è ancora viva".
Restò lì, incerta: desiderava entrare e portarla via di lì, prima che il suo rapitore potesse ritenere opportuno farle del male...ma dove? E poi che ne sarebbe stato di lei? Se entrambi i suoi genitori fossero morti avrebbe dovuto crescerla lei?
Come poteva crescere una bambina se doveva uccidere Lady Kagami?
Bastò quella riflessione a renderle ben chiara la soluzione: doveva prima trovare Lady Kagami e ucciderla. Dopo sarebbe tornata dalla bambina e se ne sarebbe occupata. Ma ora non era il momento.
Furtiva e veloce, si allontanò dalla casa, imponendosi di non pensare più alla bambina, e continuò le ricerche. Trovò una torre di vedetta, in cima alla quale vi era un soldato munito di arco, che perlustrava la zona con lo sguardo diligentemente. Si avvicinò alla torre senza farsi scorgere e sfruttando subito la sua ombra, quindi vi si arrampicò con cautela. Il soldato non si accorse di lei minimamente, così potè colpirlo dietro la testa e farlo svenire. Lo sorresse e lo adagiò in terra per evitare di farlo precipitare giù, quindi si guardò attorno, china. Grazie alla luce dei deboli fuochi sparsi per l'accampamento, riuscì a scorgere il recinto in cui si trovava Toda. O meglio...il cadavere di Toda. Stranita, scese dalla torre e raggiunse la recinzione in tutta fretta, senza trovare intoppi.
Una volta lì, lo spettacolo che trovò fu tutt'altro che piacevole: il cadavere di Toda privato della testa, due soldati morti, e perfino il corpo di Motohide in un lago di sangue, il volto bloccato per sempre in un'espressione di terrore. Bè, se lo meritava. E anche Toda. Solo...
Haruko sussultò: Kagami aveva già agito?
Non poteva essere diversamente. Quello era il piano della Lady fin dall'inizio: eliminare Godha tramite Toda, e poi lei stessa avrebbe eliminato quest'ultimo quando meno se lo aspettava. Eliminando quindi tutti i signori, lei avrebbe potuto dar vita all'Aurora di Fuoco, il suo clan, e iniziare a spadroneggiare indisturbata in un mondo in cui i ninja non erano più costretti a servire nessuno.
-Dannazione. Dannazione!- esclamò Haruko. Aveva sperato di arrivare prima per poterla intercettare e uccidere, ma ora non sapeva dove trovarla. Eppure non fece in tempo ad imprecare ancora in quanto udì in lontananza dei rumori di battaglia. Non sapeva di chi si potesse trattare, ma la ninja decise di scoprirlo, speranzosa di trovare quella malefica donna; si lanciò quindi in una corsa a rotta di collo, per nulla intenzionata ad arrivare di nuovo tardi. Presto iniziò a sentire caldo e la tuta bagnata e sporca le pesò addosso; mentre correva, utilizzò un kunai per strapparsela letteralmente di dosso, restando quindi solo coi suoi vestiti. Si sentì più leggera, eppure le sembrò di essere comunque troppo lenta.
***
Attraversò la piccola foresta attorno all'accampamento, l'odore della terra bagnata e del mare ad impregnarle il naso; sbucò su un promontorio roccioso che si affacciava proprio su un mare in tempesta, sovrastato da un cielo scuro, impervio, ostile. E, accanto al baratro, Lady Kagami combatteva con ardore contro un giovane ninja. Sembravano alla pari. Ciononostante, Haruko temette che quel guastafeste potesse ammazzare la donna e quindi privarla della sua vendetta.
-Maledetto- borbottò, inferocita come non lo era mai stata in tutta la sua vita. Si fece avanti, intenzionata a proteggere Lady Kagami. Avanzò verso di loro, studiando il ninja: era alto, ben piazzato, rapido e forte; entrambi faticavano mentre cercavano di non farsi sconfiggere dall'altro. Haruko non ce l'avrebbe probabilmente fatta a battere il ninja e poi anche la donna, per cui doveva eliminare il primo con astuzia. Decise di ricorrere ad una cerbottana; con pazienza e concentrazione, avrebbe scorto il momento migliore per colpirlo e farlo fuori. Prese quindi una cerbottana e la portò alla bocca, pronta a cogliere la prima occasione per lanciare il dardo avvelenato contro il giovane ninja. Tuttavia, un movimento laterale da sinistra la costrinse a balzare a destra per proteggersi; si ritrovò a guardare una ragazza armata che ricambiava il suo sguardo con ferocia. Era bassa, le arrivava forse alla base del collo: questa fu la prima cosa che notò, oltre ai suoi occhi grandi, scuri e arrabbiati. E ai due spadini ben alti, che per poco non le erano affondati nella pelle.
-Stai indietro!- le ringhiò contro. Haruko, indignata, replicò:-Levati di mezzo. Non ce l'ho con te-
-Chi sei? Vuoi uccidere Tatsumaru, non è vero?-. Doveva trattarsi del ninja che stava dando del filo da torcere a Kagami.
-Ti ho detto. Levati. Di. Mezzo- scandì bene Haruko, spazientita, mentre metteva da parte la cerbottana per impugnare la sua asta. E fece bene: la ragazzina la attaccò subito e Haruko dovette parare il colpo con l'asta. Respinse la ninja e fece un salto indietro, maledicendola mentalmente: quella perdita di tempo non ci voleva. Avrebbe potuto mandare a monte i suoi piani.
Svelta, lanciò un fumogeno per prendere tempo, ma la piccola ninja si era già spostata e non si lasciò accecare; le fu addosso in un lampo e Haruko riuscì a parare il colpo per miracolo. La maledetta era molto veloce ma non troppo forte, difatti lei riuscì nuovamente a respingerla senza troppa fatica. Ciononostante capì che se la cavava piuttosto bene nel combattimento, parecchio meglio di lei, per cui era bene fermare quello scontro. Era dalla parte di quel Tatsumaru, che Haruko voleva uccidere solo per potersi occupare lei stessa di Lady Kagami. Insomma, erano tutti dalla stessa parte. Se avesse spiegato tutto, forse avrebbe potuto evitare di eliminare quel Tatsumaru e avrebbe...
-No, no!- esclamò la ragazzina ninja, interrompendo il filo dei suoi pensieri. Ma non si rivolgeva a lei. Haruko seguì il suo sguardo, puntato su Kagami e Tatsumaru...e raggelò. La punta del promontorio stava crollando nel mare sottostante...e i due altrettanto. Accadde tutto come al rallentatore: il terreno che veniva meno sotto i loro piedi mentre si guardavano attorno spaventati, e loro che sprofondavano giù, gridando, e poi scomparvero dalla loro vista, la ragazzina che si fiondava sul margine rimasto mentre urlava il nome di Tatsumaru...
Haruko restò immobilizzata dov'era, scossa da emozioni contrastanti di uguale potenza: sollievo per la morte di Kagami, rabbia per non essere stata lei ad eliminarla, rabbia verso quella ragazzina, lo shock di aver visto due persone morire sotto i suoi occhi...
Prevalse la rabbia. Kagami era...
-No- sussurrò appena, senza accorgersene. Raggiunse il margine del promontorio e guardò giù, incurante del fatto che avesse smesso di piovere e che il vento le sbattesse sul viso e sulle spalle le sue stesse treccine nere. Il mare nero si agitava sotto di loro, dei due ninja alcuna traccia. Erano ormai persi.
-Maledizione- disse, tra i denti, i pugni stretti tanto da tremare. La piccola ninja, che era accovacciata per terra, sollevò il capo verso di lei; al contempo, Haruko le ringhiò contro:-E' colpa tua. Se tu non...-
-Che cosa stai dicendo?- replicò l'altra, altrettanto aggressiva, mentre tornava in piedi all'istante.
-Hai rovinato tutto! Tu...maledetta!- esclamò Haruko, gli occhi lucidi di rabbia. La ragazza sollevò gli spadini, pronta ad attaccarla, ma si fermò quando una voce maschile la colse alle spalle:-Ayame, aspetta!-. Ayame non abbassò le armi, tuttavia non la attaccò. Haruko vide un altro giovane ninja avvicinarsi a passo svelto; le chiese:-Chi sei?- ma Haruko pensò soltanto che doveva andar via da lì. Si voltò per correre via, ma fu un errore, perchè ricevette un colpo alla nuca che la fece piombare nel buio.
 
 
 
Makibishi1 = chiodi
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Tenchu / Vai alla pagina dell'autore: WaterfallFromTheSky