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Autore: ___Page    01/01/2016    1 recensioni
"Anno X824.
Il pianeta è sull’orlo del collasso.
Le fonti di magia si stanno esaurendo, soffocando la vita.
Nonostante i molti anni di ricerche, non è stata trovata alcuna fonte rinnovabile e nessuno ha molte alternative.
In quest’epoca gli umani sono diventati cannibali, rubandosi a vicenda la magia.
Lottiamo per un’esistenza nemmeno degna di tale nome. Qualcuno ha un motivo, qualcuno solo paura di morire, qualcuno più niente da perdere."
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Meredy, Mirajane, Sting Eucliffe, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Tutto a posto?!- domandò non appena Mira rientrò nel suo campo visivo, guardandola con un’apprensione che avrebbe potuto scorgere anche negli occhi di Lyon e Gajeel se non fosse stato troppo impegnato a scrutare sua moglie.
Mira, Mest, Sorano e Lily avevano spostato la tenda di Levy e Lector vicino all’albero Tenroujima, per poi tornare rapidamente alla radura, ormai deserta non fosse stato per loro sette, dove avevano intenzione di fermare i droni in arrivo, senza permettere loro di neanche avvicinarsi al sentiero che portava da Mavis.
Gajeel aveva protestato, sostenendo che era bene predisporre qualcuno a guardia anche vicino alla tenda ma Laxus era stato irremovibile. Lo spirito della fondatrice bastava e avanzava per proteggere la ragazza e il bambino e comunque non avrebbe mai permesso che qualcuno di armato calpestasse il suolo circostante l’albero. Già l’essere armati all’interno dei confini di Tenroujima era un’idea che gli dava la nausea ma, purtroppo, necessaria alla loro sopravvivenza.
Ma l’ansia provata dai due, preoccupati per le loro donne ma abbastanza vicini a loro da poterle facilmente proteggere, non era niente in confronto a quella che attanagliava il cuore di Lyon. Quando Laxus aveva stabilito che si separassero in gruppi, sostenuto da Gerard e Mest, l’albino aveva aumentato la stretta sulla mano di Kagura, sentendo istintivamente che non sarebbe stato messo in squadra con lei e aveva serrato le palpebre nel sentire che la compagna si sarebbe diretta a nord, insieme a Juvia, Gray, Natsu e Cana.
Da un certo punto di vista, era meglio così. Se Kagura fosse stata lì, gli sarebbe stato impossibile concentrarsi a dovere sul combattimento quando i droni fossero giunti a destinazione e non solo negli attimi successivi. Al tempo stesso però, avrebbe dato un braccio, o addirittura Deliora, pur di sapere come stesse la sua donna.
-Lyon, concentrati- lo richiamò Gajeel, riscuotendolo.
Dalla roccia su cui era seduto, l’albino cercò rapido l’amico con gli occhi, trovandolo che gli dava le spalle con lo sguardo perso nel vuoto.
Lo sapeva fin troppo bene quanto le sue paure fossero condivise dal suo vicecomandante e si stupì nel realizzare che mai prima aveva raggiunto un livello di simile empatia con Gajeel, nonostante fossero praticamente cresciuti insieme.
Facendo leva su Deliora, si mise in piedi e raggiunse il fianco dell’amico, scrutando come lui tra la vegetazione davanti a sé ma facendogli sentire la propria vicinanza.
Avrebbe voluto parlare, dirgli che sarebbe andato tutto bene, che non sarebbe successo niente ma a che sarebbe servito?! Nessuno poteva azzardarsi a prevedere tanto e non sarebbero state certo le sue parole a tranquillizzarlo.
Ciò contro cui si accingevano a combattere era un nemico, se non più potente, di gran lunga più sterminatore di quelli che avessero mai affrontato in precedenza. Si trattava di macchine, fredde e infallibile macchine che non potevano calcolare una mossa sbagliata perché, semplicemente, non calcolavano.
Agivano e basta.
Distruggevano e basta.
E il pensiero che fossero opera di Ivan lo disgustava anche di più.
-Kagura è forte, non basteranno certo un paio di robot a metterla fuori gioco- affermò roco Gajeel, cogliendolo alla sprovvista.
-C-come?!- domandò senza riflettere Lyon.
Il moro si girò a guardarlo, ghignando divertito.
-Gihihi! Era ora che vi deste una svegliata amico!-
Lyon spalancò gli occhi, sbattendo rapido le palpebre.
Come… cosa…
-Tu come lo sai?!- chiese assottigliando lo sguardo.
Da quando si erano riconciliati, Gajeel era stato talmente in aria per la piccola indigena da rendere impossibile qualsiasi comunicazione con lui.
Come diavolo aveva fatto…
-Lyon io lo so da anni- gli fece presente con voce atona e un sopracciglio alzato, sconvolgendolo.
Ma lui se n’era accorto solo poche settimane prima! Quando le cose avevano iniziato a prendere quella brutta piega a Deadly Nightshade e si era avvicinato a Kagura più di quanto già non fossero, seguendo il suo istintivo bisogno di proteggerla e aprendo finalmente gli occhi!
-Quello che mai mi sarei aspettato era vedere il Comandante così- ammise, continuando a ghignare e girandosi verso Laxus, che stava parlando con Mira, perdendosi nei suoi occhi e sorridendo con lei, nonostante l’imminente pericolo -Sapevo di lei ma non immaginavo fosse così tanto grande la cosa-
-Non… non credo si possa immaginare finché non la si vede con i propri occhi una cosa del genere- considerò l’albino, studiando non solo loro ma anche Mest e Sorano, altrettanto impegnati a darsi conforto a vicenda, preoccupati per Nue  e Rehien che si erano già allontanati in groppa a Grandine insieme agli altri bambini.
Era indescrivibile il modo di rapportarsi di quelle coppie. Si vedeva molto chiaramente che il legame che le univa era al di là dell’amore che, per esempio, legava Kagura a lui. Che era come un’anima divisa in due che cercava con costanza e serenità di rimanere intera, un legame quasi impossibile da spezzare, impossibile da far vacillare.
Per un attimo, gli era venuta quasi voglia di invidiarli ma poi si era detto che mai avrebbe sostituito Kagura con qualcun’altra, che era molto più felice così.
Ognuno viveva ciò che aveva e lui aveva Kagura e voleva vivere lei, lo voleva con ogni fibra del proprio corpo.
 -Anche tu sei così con Levy, sai?!- mormorò dopo un attimo, facendolo sobbalzare violentemente.
-Cosa?!-
-Sì amico! Mi spiace dirtelo ma i tuoi giorni di scapolo sono ormai belli che conclusi!- lo prese in giro, ridacchiando per la sua espressione sconvolta e gli occhi strabuzzati.
Poi dopo un attimo, Gajeel tornò a ghignare, scuotendo appena la testa.
-Gihih! Mi sa che hai ragione, Principessa dei Ghiacci. Però… non è così male, sai?!- ammise tornando a guardare il Comandante e la sua donna.
Laxus le stava accarezzando una guancia, leggendo nei suoi occhi senza alcuna difficoltà.
-Starà bene vedrai!-
-Per questo hai voluto che stesse insieme a Sting?!- lo prese in giro, facendolo sobbalzare.
Laxus distolse gli occhi, perdendo un attimo lo sguardo nel vuoto.
-Sting deve ancora rendermi conto di parecchie cose ma è un ottimo combattente e poi… poi darebbe la vita per Yukino- ammise, riluttante, serrando le palpebre -Mi sento un tale egoista-
-Sarebbero fuggiti insieme comunque- gli fece notare, corrugando le sopracciglia -Lo sai che piuttosto avrebbero disobbedito agli ordini-
-Lo so, lo so. Ma non è solo quello- sospirò, sfregandosi il volto con il palmo -Mi sento in colpa per aver separato Kagura e Lyon ma avevo davvero bisogno di lui al mio fianco e…-
-E sono certa che Lyon lo sa ed è un onore per lui- concluse determinata, ottenendo nuovamente la sua attenzione e riuscendo a farlo sorridere.
Piegò il busto in avanti per darle un bacio ma un rumore frusciante sempre più potente e sempre più vicino lo obbligò a sollevare il capo e girarsi di scatto, imitato da Mest, Lyon e Gajeel mentre Sorano e Mira si irrigidivano, stringendo i pugni lungo i fianchi.
-Arriva qualcuno- mormorò il ribelle, avanzando.
I due giovani soldati si allontanarono dal limitare, raggiungendo gli altri per mettersi in formazione.
-Ci siamo-
-Li aspetto a braccia aperte- ringhiò baritonale Gajeel, sfoderando Metallicana, spalla a spalla con Lily.
La tensione era palpabile mentre il fruscio si faceva sempre più nitido e vicino e una scarica di agitazione li percorse, obbligandoli a trattenere il fiato e stringere più saldamente else e fucili.
-Tu e Sorano restate indietro- le avvisò Laxus, parlando sottovoce con sua moglie -Della prima ondata ci occupiamo noi, quando saranno dispersi, sarà più facile abbatterli con la vostra magia-
-Comandate c’è qualcosa che non va- lo richiamò Gajeel.
Quando Laxus si voltò a cercarlo, notò che la sua espressione di incertezza e preoccupazione era condivisa anche da Lyon.
-Che succede?!-
-Fanno… troppo poco rumore- spiegò Lyon, obbligandolo a mettersi in ascolto e il crepitare delle foglie in quella zona ancora così rigogliose diede subito ragione ai due ragazzi.
-Come?!- chiese Lily, mentre anche Mest si metteva in ascolto.
Era vero, facevano troppo poco rumore per essere un esercito di droni.
Cosa stava succedendo?!
Fu più forte di Laxus, l’istinto di trattenere il fiato quando si rese conto che i loro amici stavano per rivelarsi oltre le foglie e gli alberi, anche se ora non sapeva più cosa aspettarsi.
Ma se anche avesse avuto una qualche idea, mai il suo cervello sarebbe riuscito a formulare l’ipotesi che prese forma davanti ai suoi occhi quando la vegetazione fu scostata finalmente davanti alla fonte di quel rumore non abbastanza forte.
Si ritrovò a sgranare gli occhi e tremare impercettibilmente, inorridendo dentro.
No! Non era… non poteva essere vero!
Non poteva essere lui!
-Oh- mormorò arrestandosi e studiando le loro espressioni scioccate con estrema soddisfazione -Non mi aspettavo un comitato di benvenuto-
 

 
***

 
-Per di qua, presto!-
-Dai, dai, dai! Diamoci una mossa!- esclamò Cana, girandosi a controllare che i droni non li avessero già raggiunti.
Mentre si muovevano verso est, secondo gli accordi presi alla radura, erano stati colti talmente di sorpresa che dopo un tentativo di contrattacco, si erano visti costretti a scappare via e trovare un rifugio da cui abbozzare un minimo di strategia, come suggerito da Juvia e Kagura.
Quei maledetti droni erano non solo tantissimi ma soprattutto micidiali e insospettabilmente veloci. Nessuno, neppure immaginandosi la situazione il più negativa possibile, si era aspettato che si fossero già addentrati così tanto nella foresta.
Chissà come stavano gli altri…
Si abbassò per evitare un ramo, seguita da Natsu e Gray, per unirsi a Juvia e Kagura, ora protette dall’intreccio di due alberi nodosi, cresciuti tanto vicini da sembrare un’unica pianta.
Si guardarono tra loro, occhi sgranati e fiato corto, cercando istintivamente di non fare rumore quando una fila di droni passò sul sentiero che si apriva pochi metri fuori dal loro nascondiglio, tirando dritto senza individuarli.
-Cosa facciamo?!- sussurrò sottovoce Cana, tremando impercettibilmente.
Aveva paura. Tutti loro avevano fottutamente paura.
Quei droni erano dei maledetti sterminatori!
E, con suo estremo sconforto, nemmeno Kagura e Juvia sembravano avere idea di come comportarsi.
-Che domande!- esclamò Natsu di punto in bianco, picchiando il pugno sul palmo -Andiamo là fuori e gli spacchiamo il…- cominciò, avviandosi a passo di marcia, prima di venire bruscamente riportato indietro da uno strattone di Gray.
-Pezzo d’idiota, cosa pensi di fare?! Non possiamo buttarci nella mischia così con quei cosi!- lo ammonì, sibilando furente.
-Gray ha ragione! Sono troppi e troppo rapidi! Dobbiamo trovare il modo di separarli per poterli combattere!-
-Sì ma come?!- si agitò Cana.
-Separandoci tra noi- rispose Juvia, capendo subito le intenzioni dell’amica e sconvolgendo i ribelli.
-Credevo avessimo formato delle squadre per essere più forti!- protestò la castana, facendo sospirare le altre due ragazze.
-E il più delle volte funziona ma cosa fai quando qualcosa è troppo vasto per poterlo vedere interamente da vicino?!- domandò Kagura, decisa a spiegarsi.
-Ti allontani- ribatté subito Gray, accigliandosi.
-Esatto! Dobbiamo colpirli da lontano ma per avere successo dobbiamo dividerli prima!-
-Non mi piace quest’idea- concluse asciutto il moro, avvicinandosi impercettibilmente a Juvia e provocando un brivido lungo la schiena a Kagura.
Chissà se anche Lyon si trovava in quella situazione.
Scosse la testa per scacciare quel pensiero. Non poteva permettersi una simile distrazione in un momento del genere.
Lyon non glielo avrebbe mai perdonato.
-Gray non è il momento per…- cominciò a protestare ma una risata sottile e sinistra fendette l’aria, facendoli girare di scatto.
-Chi c’è?!- domandò subito Cana, assottigliando lo sguardo.
Dei passi pacati avanzarono, calpestando l’erba, facendo emergere una figura dall’ombra degli alberi alle loro spalle. Un giovane ragazzo, con una zazzera mora e scompigliata e un sorriso strafottente sul volto.
Un giovane ragazzo la cui vista fece sobbalzare e irrigidire le due mercenarie, reazione che non passò inosservata a Gray che, rotto ogni indugio, si mosse per pararsi davanti a Juvia.
-Ciao ragazze- salutò mellifluo il nuovo arrivato, rivolgendosi chiaramente alle due Raven Tail che lo fissavano a occhi ben aperti e con il respiro grosso -Quanto tempo-
Fu Juvia ad aprire bocca per prima, riscuotendosi più in fretta di Kagura ma continuando a tremare violentemente.
-A-Azir…- soffiò incredula, facendo voltare Gray con sguardo accigliato e interrogativo -Cosa ci fai qui?!-
 

 
***

 
Si fermò nella sua forsennata corsa, quando si rese conto che nessuno le stava più rispondendo e il terrore la pervase quando, una volta giratasi, trovò solo alberi e vegetazione alle sue spalle. Di Sting, Rogue e Yukino nessuna traccia.
Come… Quando…
In che momento si era separata da loro?!
Com’era successo?!
Ricordava solo Sting che urlava di correre, lei che prendeva a scartare tra i rami bassi e i licheni, voltandosi indietro in continuazione e poi Rogue che le diceva di concentrarsi sulla fuga e che non l’avrebbe persa di vista.
Non aveva nemmeno capito da cosa Sting avesse ordinato di scappare, tutto quello che sapeva era che ora era completamente sola. E non sarebbe stato nemmeno così grave perché Meldy era di certo stufa di restare sola ma al tempo stesso abituata a farlo e per di più in quella foresta ci aveva passato moltissimo tempo da bambina ma ora c’era Rogue.
E la sua assenza o presenza cambiava tutto.
E non riusciva, non riusciva Meldy a non preoccuparsi per lui, a non cercarlo disperata di riuscire a individuarlo, a iperventilare come se non potesse respirare senza di lui intorno.
Aveva detto che non l’avrebbe persa di vista e quindi non aveva alcun senso che lui non fosse lì.
A meno che… a meno che non fosse stato colpito?!
La sola idea le fece gelare il sangue nelle vene e le segò le gambe. Muovendosi malferma, tornò sui propri passi, spostandosi sulla desta a cercarlo.
-Rogue!!! Rogue dove sei?!?!- alzò la voce ascoltando la propria voce rimbombare in quel santuario naturale.
Brividi incontrollati ma non aveva intenzione di fermarsi, non finché non lo avesse ritrovato.
Aveva combattuto tutta la vita per se stessa, non si sarebbe certo arresa ora che aveva lui.
-Rogue!!!- chiamò ancora, sentendo che stava uscendo di sé, un attimo prima che un fruscio la facesse girare di scatto ancora a destra.
Assottigliò lo sguardo, percependo chiaramente due occhi su di sé, e il cuore riprese a batterle quando nel caos provocato dal groviglio di rami e dalla confusione generata dall’improvvisa necessità di fuggire, riuscì a intravedere due occhi rossi che la scrutavano, uno libero e l’altro velato da un ciuffo scuro.
Sospirò di sollievo, sorridendo e muovendosi verso di lui.
-Rogue!- lo chiamò, districandosi dalla vegetazione -Perché non rispondevi?!- gli domando con falso rimprovero, già pronta a gettarsi tra le sue braccia.
Il sorriso le scivolò via dal volto mentre il suo corpo si pietrificava di fronte a quel tizio che, chiaramente, non era Rogue.
Sapeva chi era, anche se non lo aveva mai visto.
Glielo avevano descritto nel dettaglio e più volte, insieme agli altri, aveva anche lei aveva preso in giro il ragazzo di cui si era poi perdutamente innamorata per quella presunta somiglianza tra lui e il soggetto che ora aveva di fronte. No, non aveva dubbi, sapeva bene a chi appartenesse quel sorriso così calmo, quello sguardo così surreale.
E il terrore si impadronì di lei ma solo per un attimo.
Fece giusto in tempo a domandarsi cosa ci facesse lì, non fece nemmeno in tempo a reagire per provare ad allontanarsi.
-Ferma- ordinò il moro e Meldy fece l’errore di incrociare i propri occhi con i suoi.
La mente le si svuotò e fu come se avesse cominciato improvvisamente a galleggiare. Non sapeva più dove si trovasse, cosa ci facesse.
Un nome, impalpabile come una nuvola, vago come un’eco lontana, lottava per restare nella sua testa ma lei non sapeva chi fosse quel Rogue.
Sapeva solo che quella era la sensazione più bella del mondo e non voleva svegliarsi più.
 

 
***

 
-Laxus cosa succede?!- chiese Mira con urgenza, senza staccare gli occhi dall’uomo privo di un braccio che continuava a muoversi a grandi falcate nella radura, come un predatore che gira intorno alla vittima designata prima di attaccarla.
Era evidente che Laxus, Gajeel e Lyon conoscessero quel tizio e che la sua presenza li avesse sconvolti, segno inequivocabile che doveva essere molto forte.
-Chi è?!-
-Sì, Laxus- intervenne l’uomo, riuscendo a farlo rabbrividire con il solo suono della propria voce -Dille chi sono. Raccontale del tuo patetico fallimento quando hai tentato di sconfiggermi-
Lyon e Gajeel strinsero più forte le armi, indignati per quelle parole mentre il loro nemico smetteva finalmente di camminare e si fermava a fronteggiarli a gambe divaricate e con sguardo omicida.
-Dille di quanto sono imbattibile- soffiò con fierezza, facendo rabbrividire Sorano.
Mira strinse più forte i pugni, sostenendo lo sguardo di quell’uomo menomato.
-Non ho paura di te- mormorò Mira, chiarendo subito la situazione.
-E fai male-
-Si può sapere chi diavolo sei?!- esplose Mest, incapace di contenersi oltre.
-È un Raven Tail!- intervenne Laxus, uscendo finalmente dal proprio mutismo -Uno dei tre Rinnegati, per la precisione-
-Rinnegati?!-
Laxus annuì.
-Coloro che si sono rimangiati la propria fedeltà verso il Comandante Capo e non per seguire il Comandante della propria squadra. Mercenari senza un capo… e senza un dio- aggiunse con disprezzo, facendo sollevare un sopracciglio all’avversario.
-Mi hanno detto che anche tu ti sei unito a noi-
-Io non sono come voi!!!-
-Hai ucciso Ivan-
-Ma non sono come voi!!!- ripeté fuori di sé, imponendosi poi di tornare calmo -Io non me ne sono andato con la promessa di tornare in ogni momento in cui ci fosse stata la possibilità di uccidere solo per il gusto di farlo! L’ho ucciso sì, ma per proteggere i più deboli e quelli che amo! Io non sono come voi- ripeté, la voce ridotta a un sibilo.
-Laxus, chi sono?!- domandò ancora Mira, raggiungendo il suo fianco senza distogliere gli occhi dall’uomo.
-Mio padre… Accettò di continuare a collaborare con loro ogni volta che avesse avuto bisogno di assassini a sangue freddo per missioni grosse. Per questo io, Silver e Gildharts cercammo di uccidere uno di loro alcuni anni fa. All’epoca i Rinnegati erano solo due. Il terzo si è aggiunto da poco, ha fatto in tempo ad allenarsi con Juvia quando era ancora solo una recluta- spiegò con calma, come se non fossero sul campo di battaglia che avrebbe determinato il loro domani -Ciò che li accomuna è che sono senza scrupoli e… la loro forza disumana- ammise, con non poca riluttanza, facendo ringhiare Gajeel -Non hanno bisogno di armi per convogliare la magia. Il loro corpo è l’arma. Usano la magia come voi Vermillion ma combattono come Raven Tail-
Si interruppe un istante, avanzando e parandosi davanti a tutti, sua moglie, i suoi ragazzi, Mest, Sorano e Lily.
Non si sarebbe certo tirato indietro, non aveva paura, non per se stesso almeno.
 
***
 
“Il più giovane è Azir, la Tempesta. Lui è in grado di trasformare il suo corpo e tutto ciò che tocca in sabbia”
 
-Che ne dici di dare un taglio a queste chiacchiere e affrontarci da veri uomini?!- s’intromise Gray, furente, prima di piegare le labbra in un ghigno storto -Scommetto che Natsu è tutto un fuoco e…-
Sgranò gli occhi sconvolto quando Juvia avanzò insieme a Kagura, parandosi davanti a lui.
-Lui è nostro- li avvisò la mora, mentre la blu annuiva convinta.
-Cosa?!- s’indignò Natsu, che si era già pregustato una bella scazzottata.
-Gray-sama deve permettere a Juvia di difenderlo- disse la ragazza, con determinazione, facendolo deglutire a vuoto.
-Juvia non…-
-Possiamo combattere tutti insieme!- intervenne Cana.
-No, non possiamo- la interruppe asciutta la spadaccina, lasciandola senza parole -Noi forse abbiamo una possibilità di sconfiggerlo ma solo se non ci ritroviamo un attacco a sorpresa dei droni alle spalle- spiegò, girando il volto di un quarto per guardare la ribelle -Dovete allontanare quelli che sono passati da qui poco fa. Staranno sicuramente tornando indietro-
-Io non lascio Juvia- s’intromise Gray, duro come non mai ma con una strana luce negli occhi.
La mercenaria si girò verso di lui, sorridendogli radiosa e portando un palmo sulla sua guancia gesto al quale, stranamente, il ragazzo non si sottrasse.
-Gray-sama è la forza di Juvia. Ma Juvia ha bisogno che Gray-sama si occupi dei droni- soffiò, lasciandolo interdetto.
Il ribelle la fissò per un lungo istante negli occhi, deglutendo a vuoto prima di annuire.
Cercò il consenso dei suoi due compagni e si stacco riluttante da lei per seguirli fuori dal rifugio ma fatti solo due passi si fermò, voltandosi un istante ancora.
-Juvia- la chiamò puntandole contro l’indice in un gesto di ammonimento -Io… ti vengo a prendere anche all’inferno, sono stato chiaro?!- le domandò, facendola arrossire violentemente sulle guance e guardandola poi annuire.
Le due Raven Tail li osservarono sparire al di là del groviglio di rami, prima di scambiarsi un’occhiata ferma e complice.
Tornarono a guardare Azir che aveva assistito a tutta la scena con la spalla appoggiata ad un albero, visibilmente divertito.
-Okay- mormorò Kagura, sfoderando Archenemy -Adesso a noi-
 

***
 
 
“Poi c’è Marde Geer. Conosciuto anche come Mastermind per la sua capacità di controllare la mente delle persone.”
 
Soddisfatto, si avvicinò alla ragazza dai capelli rosa, ormai ridotta a un corpo vuoto e senza più volontà. I suoi occhi ora vacui fissavano un punto nel vuoto, la sua mente imprigionata in una trance da cui le avrebbe fatto desiderare di non uscire più.
Il suo corpo era come addormentato sebbene ancora dritto e fermo sulle sue gambe diafane, pronto solo a ricevere un ordine da eseguire senza esitazione.
Le prese il mento tra pollice e indice, scrutandola da vicino.
Era bella e questo lo fece sentire anche meglio.
Gli piaceva di più ipnotizzare belle ragazze. Rendeva tutto più sensuale e mistico.
E ancora di più gli piaceva che Meldy avesse provato a resistere. L’aveva dovuta convincere più a lungo del previsto, godendo nel vederla cedere, arrendersi, abbandonarsi e cadere in suo potere, sprofondando alla fine in quel dormiveglia di cui lui e lui soltanto era padrone.
Le scostò una ciocca dal volto, portandogliela dietro l’orecchio, per poi accostarsi al suo padiglione auricolare con le labbra.
-Ora sei la mia arma-
 

***
 
 
-E infine c’è lui- mormorò Laxus, rischiando di conficcarsi le unghie nella carne.
Il fastidio lo attraversò quando vide l’avversario ghignare soddisfatto.
Gli avrebbe cancellato quell’espressione dal volto, era una promessa.
-Lui è Acnologia. Acnologia, il Distruttore- 











Angolo di Piper: 
Sono viva!!!! 
Scusate il ritardo, scusate davvero! Spero di farmi perdonare con questo capitolo (non so per quale contorta logica dovreste perdonarmi dopo tutto questo ma tant'è) e auguro a tutti un buon anno nuovo!!!! 
Un ringrazimento speciale a Honey e cercasinome per le recensioni! 
Leggo ogni parola con affetto, grazie di cuore! 
Al prossimo aggiornamento! 
Piper. 


 
  
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