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Autore: flightfree    01/01/2016    0 recensioni
Kono e Adam vanno in spiaggia con Akemi, che si dimostrerà più curiosa del previsto. Intanto i Five-0 investigano su un omicidio.
Genere: Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kono Kalakaua, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Ohana'
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MI SCUSO PER AVERCI MESSO COSÌ TANTO A COMPLETARE QUESTA STORIA. SPERO IN OGNI CASO CHE SIA PIACIUTA. IDEE PER LA PROSSIMA?

-A dire la verità, fu colpa mia se scoprì il mio cognome. Non dissi al fioraio di dire semplicemente “da Adam”-. -Era una mattina presto, ero ancora il canottiera. Non ci vedevamo da un po' perché eravamo entrambi abbastanza impegnati. Qualcuno bussò alla porta, io andai ad aprire. Era il facchino del fioraio, Adam mi aveva inviato un mazzo di fiori stupendo. “Con amore dal sig. Noshimuri, buona giornata”, disse il ragazzo. Al momento non ci feci caso, poi, mentre andavo a mettere i fiori in un vaso, ripensai a quello che aveva detto. Noshimuri. Non ci avevo mai pensato, ma effettivamente Adam non mi aveva mai detto il suo cognome. Capii perché. Andai a lavoro, e senza farmi notare cercai Adam Noshimuri nel nostro database. Quando vidi che la ricerca era già stata fatta, mi preoccupai. Insomma, non potevo essermi innamorata di un criminale-. -Infatti, ti eri innamorata del figlio di un criminale-. -Ti ricordi quando quella sera ti ho chiamato?-. -Eri un po' arrabbiata-. -Sì, forse. “Ci vogliamo vedere?”, ricordo che gli chiesi-. -“D’accordo, ma a casa non possiamo, te l’ho detto”, risposi. Devi sapere Akemi, che ultimamente stava insistendo per venire da me. Ma di certo non potevo portarmi una poliziotta a casa-. -“Non ti preoccupare, mi è passata la voglia di venire da te. Sarei un pesce fuor d’acqua… sai che ridere una poliziotta nel quartier generale della Yakuza?”-. -“Come lo hai saputo?”-. -“I fiori di stamattina. Erano davvero belli”-. -“Kono posso spiegarti. Non è come sembra”-. -“Non è come sembra? Cioè non sei figlio di tuo padre? E non venirmi a dire che tuo padre è innocente perché sai benissimo che non lo è”-. -“Hai ragione, mio padre non è innocente. Ma io sì. Da quando lo avete imprigionato, da quando sono passato io al comando degli affari, la società ha preso le distanze dalla Yakuza”-. -“Se è così perché non me lo hai detto prima? Perché mi hai mentito?”-. -“Cosa avrei dovuto fare, Kono? Avrei dovuto dirti il mio cognome? E quanto saresti stata ancora con me? Nemmeno un secondo”-. -“Quindi ora la tua società è pulita?”-. -“Non ancora, ci sto provando. Eliminare tutti i legami è difficile, ed è anche dispendioso. Ma fra poco sarà tutto sistemato. Te lo prometto”-. -Sapevo dalla sua voce che diceva la verità. “Qualcuno dei tuoi sa della nostra relazione?”, gli chiesi. Non avevo idea di come comportarmi con i Five-0. Non mi avrebbero mai permesso di frequentarlo-. -“No, nessuno. Tu hai intenzione di dirlo a tuo cugino o agli altri Five-0”-. -“No”-.

Adam, Kono ed Akemi erano ritornati alla spiaggia e si erano riposati un po’. Adam si era addormentato. -Kono?-, sussurrò Akemi sperando che la sua madre adottiva fosse sveglia. -Sì?-, rispose lei mettendosi a sedere vicino alla ragazza. -Mi insegni a surfare?-. Kono sorrise e guardò la gamba prostetica di sua figlia. Non era convinta che fosse il caso, ma d’altro canto era stata stesso la ragazza a progettarla, come aveva detto Adam doveva sapere cosa era in grado di fare. -Certamente-.

Nonostante il so poco equilibrio, legato alla sua condizione, e alla protesi alla gamba, Akemi sembrava essere portata per il surf. Come se la genetica si fosse dimenticata che era stata adottata. -Grazie per avermi raccontato la storia di come vi siete conosciuti-, disse improvvisamente la ragazza. -Prego. Non la avevamo mai raccontata a nessuno-. Ma Akemi sembrò non sentire la risposta. -Le storie mi piacciono. Raccontano i fatti esattamente come sono successi, puoi conoscere una persona molto facilmente tramite una storia. Nella vita invece è molto più difficile. Bisogna interpretare linguaggi e convenzioni che trovo parecchio difficili-. In quel momento arrivò un’onda e Kono fece cenno a sua figlia di alzarsi. A vederla farsi trasportare dalle onde, così, in piedi su quella tavola, si sentì finalmente madre. -Se vuoi ti racconto un’altra storia-, le disse non appena la raggiunse sul bagnasciuga. -Sì, voglio-. Adam intanto si era svegliato, e guardava le due donne della sua vita che parlavano e surfavano insieme felici.

   
 
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