Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Celiane    02/01/2016    1 recensioni
Esiliato sulla terra.
Cacciato dal Paradiso.
Allontanato dai suoi fratelli.
L'Angelo custode dei giardini dell'Eden ha giurato vendetta nei confronti di chi l'ha privato delle sue ali, non importa a quale prezzo.
Dopo duemila anni Fylake ha finalmente la possibilità di vendicarsi, di impedire la risalita del signore dei demoni, di colui per cui aveva deciso di sacrificare tutto... Poco importa che questa ultima battaglia potrebbe decidere le sorti del mondo
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
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Thomas guardava il soffitto della stanza con sguardo perso. 

Non poteva fare a meno di pensare a quello che era successo sul promontorio, l'immagine della sorella continuava vorticosamente a sovrapporsi a quella della misteriosa figura. Il volto di Eve lo guardava sorridente dalla foto sopra il caminetto, una bambina di circa dieci anni e con qualche dente in meno stringeva affettuosamente un cane dal manto rossiccio.

Dove sei Eve?- si trovò a sussurrare mentre si alzava dal divano. 

Poi la sentì, ancora come trasportata dal vento la risata di sua sorella che batteva sulle finestre di casa quasi chiedendo a gran voce di entrare.

- Sono solo le pillole- si disse quasi per convincersi mentre sistemava la pesante tenda davanti il balcone del soggiorno, come se temesse che anche il viso della sorella venisse portato dalla tramontana alla loro porta. 

Stava per andare a letto quando lo sguardo gli cadde sullo schermo del telefono, la notifica di un messaggio non letto catturò la sua attenzione, non aveva più controllato il cellulare da prima della cena.

Il contenuto dell' sms gli fece gelare il sangue

Thomas, mi sento uno stupido, nessuno mi aveva detto di Eve e quello che ti ho detto oggi sul promontorio deve esserti suonato crudele e stupido. Se ti va con alcuni amici ci vediamo li stasera, vorrei avere l'occasione di scusarmi di persona.

Stuart

Thomas infilò velocemente il cellulare in tasca e si fiondò verso la porta. 

Non sapeva nemmeno lui bene perché o come, ma sentiva che il promontorio era il posto meno adatto per una scampagnata tra amici quella sera.

Fylake li osservava da dentro la casa, quattro ragazzi ridevano sguaiatamente, incuranti di come quel rumore potesse turbare la calma e la serenità di quel luogo. Nonostante fossero secoli che migrava sulla Terra non poteva che rimanere stupita dall'incuria e dalla mancanza di sensibilità degli uomini, incapaci di comprendere la sacralità della natura, di apprezzare ed ascoltare la voce dell'ambiente, di quel mondo si trovava proprio come lei, muto e sovrastato da tutto quell'inutile ed assordante rumore.

I suoi passi sulle vecchie assi di legno non producevano alcun rumore, se i suoi poteri non fossero limitati da quello stupido vincolo avrebbe potuto mascherare facilmente la sua presenza agli esseri umani, ma quella temporanea mancanza di poteri la rendeva del tutto visibile a quei ragazzi come al resto del mondo, incapace di mascherare la sua natura ultraterrena e costretta, quindi, a nascondersi alla vista di chiunque.

Che figura terribile Stu!- una voce femminile catturò la sua attenzione, una ragazzina con un leggero vestito turchese guardava tra il divertito e lo scioccato un bel ragazzo poco distante

E' assurdo che i tuoi non ti abbiano detto di Eve, qui in paese non si è parlato di altro nello scorso anno. La famiglia è ancora devastata e Thomas.... non stava bene prima figuriamoci adesso- un sorriso si dipinse sul volto di Fylake, quegli esseri insignificanti erano diventati decisamente più interessanti.

Thomas arrancava sulla salita verso il promontorio, quel tratto in bici non gliela mai risultato particolarmente faticoso eppure, questa volta, non poteva fare a meno di sudare freddo. Più si avvicinava all'apice della collina più rimaneva sorpreso dal non sentire rumore. 

Che Stuart alla fine avesse deciso di non uscire?

La prospettiva sarebbe stata decisamente rincuorante se non avesse voluto dire ritrovarsi li da solo, di notte, con una strana presenza che poteva, come non poteva, essere frutto dei suoi psicofarmaci.

-Thomas... sei venuto alla fine!- una voce alle sue spalle lo fece sussultare dalla sorpresa. Stuart lo guardava con aria imbarazzata, la mano che arruffava i capelli con fare sbarazzino

Pensavo di trovarti ancora al promontorio

- Si... ce ne eravamo appena andati ho accompagnato le ragazze alla loro macchina e non ho più ritrovato le chiavi della mia. Probabilmente mi saranno cadute li da qualche parte

- Oh ho capito- tra i due scese un silenzio imbarazzato, Thomas non sapeva precisamente cosa dire ed all'improvviso le ragioni del suo correre in soccorso di Stuart gli sembrarono ridicole, fortunatamente fu quest'ultimo a rompere il silenzio.

Visto che sei già qui... magari potresti aiutarmi

Una volta giunti in cima, i due ragazzi iniziarono a guardarsi intorno

- Mi spiace davvero per Eve, era una ragazza in gamba - mormorò Stuart dando le spalle a Thomas. Il ragazzo rimase in silenzio, incapace di trovare risposte che non sembrassero stupide o assolutamente scontate nonostante si trattasse di frasi ormai ricorrenti nell'ultimo anno.

- Immagino sia orribile per i tuoi, e per te ricordo che eravate molto legati- probabilmente Stuart aveva inteso il silenzio del ragazzo come una sorta di licenza a continuare

Non so bene cosa ho visto l'altro giorno, probabilmente qualcuno che le somigliava, sono stato davvero uno stupido, ti avrò messo in difficoltà stamani- esclamò mentre frugava il terreno vicino ai loro piedi. Thomas abbozzò un sorriso scuotendo la testa

Tranquillo, devo ammettere che è quasi stato un sollievo, non dovere stare li a sentire ripetere le stesse parole... 

Deve essere stata dura, a casa mi hanno detto che c'eri anche tu quella sera con lei in macchina. Sei dovuto rimanere in ospedale piuttosto a lungo vero?

Un mese -rispose seccamente raccogliendo il mazzo di chiavi da terra. Thomas lanciò l'oggetto della loro ricerca al ragazzo che lo ringraziò con un cenno del capo, accanto a loro i rami della quercia secolare ondeggiavano cullati dal vento.

Corri

La voce gli era arrivata alle orecchie come un sussurro. Thomas si guardò intorno spaesato

- Stuart hai detto per caso qualcosa?- il ragazzo lo guardò con aria interrogativa anticipando una risposta che già sapeva essere negativa. 

Era sicuro che la voce che aveva sentito fosse femminile

Accadde in un attimo.

Un dolore lancinante gli perforò la spalla, sulla maglia bianca che aveva indosso iniziò ad allargarsi una macchia di sangue.

Thomas crollò in ginocchio a terra, la vista annebbiata dal dolore, Stuart si precipitò da lui con aria sconvolta

-Ma cosa diavolo...- le parole gli morirono in bocca mentre con uno sguardo terrorizzato fissava un punto aldilà del ragazzo ferito

Mai frase si rivelò essere più azzeccata

Un sorriso gelido era dipinto sul volto di Fylake, era arrivato il momento che attendeva da più di un anno.

Lo sguardo dell'angelo era fisso su un punto oltre i due ragazzi annichiliti a terra, su un' ombra dalle fattezze non umane che gli si avvicinava strisciando. Il più alto tra i due ragazzi era stato ferito ad una spalla, una ferita profonda ma che l'aveva lasciato cosciente, nei suoi occhi, tra la paura ed il terrore, vi era una scintilla di curiosità per la figura che l'aveva attaccato. 

-Sciocchi umani, inconsapevoli della loro stessa vulnerabilità- pensò tra se mentre si spingeva il più possibile vicino alla scena. 

Fylake si nascose dietro la grande quercia che dominava quello spiazzo, quello era il massimo che il vincolo cui l'aveva costretta Gabriele le consentiva di spingersi. L'ombra iniziava ad assumere delle fattezze più chiare, due occhi nero pece, privi di pupilla, erano incastonati su una testa di civetta. Il corpo possente e muscoloso era retto da due zampe di leone, i cui artigli affilati erano conficcati in terra, la lunga coda serpentina frustava il terreno in un moto di eccitazione.

Amon

Il demone fissava i due ragazzi con fare famelico, gli sguardi annichiliti di Thomas e Stuart venivano riflessi dai suoi occhi vitrei e totalmente inespressivi

- Chi di voi due è il Nephilim?- la voce del mostro era roca ma al contempo acuta, simile allo scricchiolare di una vecchia tavola di legno 

- Lo chiederò solo un'altra volta e poi le vostre risposte non avranno più importanza: chi di voi due ha il sangue dell'angelo?- Thomas cercò dentro di se la forza di modulare una risposta, di dire che non aveva la minima idea di cosa si stesse riferendo quella cosa mostruosa, ma il terrore gli paralizzava la voce, era come se qualsiasi parola cercasse di proferire gli morisse in gola

Rimani attaccato al tuo amico, non muovere un muscolo

La voce cristallina che l'aveva coinvolto in quel disastro gli perforò le orecchie. Thomas non ebbe nemmeno il tempo di guardarsi intorno che la creatura si scagliò contro di loro ad una velocità disumana.

Fu allora che accadde

In un attimo sentì un rumore squarciante alle sue spalle, uno dei rami dell'enorme quercia poco distante da loro aveva colpito in pieno il demone scagliandolo lontano. Ogni volta che questo tentava di avvicinarsi l'albero li proteggeva respingendolo con forza

Un angelo che non ha il coraggio di farsi avanti e si fa scudo dietro una misera pianta? Quanto poco ha a cuore Dio la sorte di questi mortali- l'urlo del demone sovrastò il frastornante rumore del legno che si spezzava in quello scontro innaturale. Con uno scatto, il mostro riuscì ad intercettare uno dei rami che si scagliavano contro di lui, usando la sua spinta per fiondarsi contro i due ragazzi.

La bestia atterrò con un tonfo a poca distanza dai due, stava per attaccare quando le radici della quercia gli si avvilupparono alle zampe mostruose, impedendogli qualsiasi movimento.

-Anche una misera pianta sarebbe in grado di fermare qualcosa di così infimo come te, Amon

Ancora una volta quella voce gli traversò la mente, anche il demone doveva averla percepita perché smise di dimenarsi guardandosi freneticamente intorno. Lentamente, con una tranquillità che stonava del tutto con la drammaticità del momento, una esile figura apparve da dietro il largo tronco dell'albero. La mano sottile delicatamente poggiata alla corteccia, sembrava quasi carezzare la vecchia quercia, ringraziandola per il servizio appena reso

La coda del demone frustava il terreno in preda alla frustrazione

- Ancora tu! Perché uno schiavo di Dio dovrebbe interessarsi a questo piccole creature?- sibilò mentre cercava di divincolarsi da quella morsa. Il legno scricchiolava pericolosamente, minacciando di cedere da un momento all'altro. 

- Sappiamo entrambi che nelle tue attuali condizioni non puoi uccidermi, lasciami il Niphleim, non farò nulla all'altro umano

Come se mi importasse 

Il flusso di pensieri interruppe le parole del demone mentre un grosso ramo della quercia si stringeva al collo del mostro, serrando la presa sempre di più. La sagoma avanzava con passi lenti, facendosi sempre più nitida mano a mano che la nube di polvere iniziava a dissiparsi.

I lunghi capelli neri trasportati dal vento, la pelle diafana quasi transfluente e quegli occhi blu notte...

Era lei

Fylake lasciò cadere la mano prima poggiata sul tronco della quercia al suo fianco. La scintilla di vita che sino a pochi attimi prima aveva animato la pianta scomparve del tutto, lasciandola rigida nella morsa in cui il demone era costretto. L'angelo caduto si avvicinò alla bestia sino a portare il suo viso a pochi centimetri da quella maschera demoniaca, poteva sentire l'alito fetido venire rilasciato dalle sue fauci.

-Quando ripiomberai negli Inferi, urla il mio nome, grida il mio nome mentre ripiomberai ai piedi del tuo signore. Di a Lucifero che è inutile che provi a liberarsi, non gli permetterò mai di rompere i sigilli, che se ne stia buono ad aspettarmi, ci vedremo presto all'Inferno-

L'angelo piantò il suo braccio nel petto del demone, la bestia ruggì di dolore mentre Fylake gli strappava il cuore pulsante dal petto. In pochi attimi il corpo del demone divenne polvere.

Thomas era impietrito, quella esile ragazza, da sola, era riuscita ad uccidere quel mostro ripugnante. Il ragazzo rimase a fissare ancora sconvolto quella figura di spalle, la pelle candida macchiata dal liquido violaceo proveniente dalle viscere della bestia, il demone l'aveva chiamato Angelo, eppure non riusciva ad adattare la ben nota figura alata a quella che si trovava difronte. Li aveva salvati, eppure c'era qualcosa di profondamente pericoloso in quella persona, la lucidità e la fermezza con cui aveva eliminato il demone, senza alcuna pietà, non riuscivano a rassicurarlo del tutto. 

Un sibilo interruppe il flusso dei suoi pensieri

-Th..om..as- accanto a lui Stuart si accasciò al suolo mentre una pozza di sangue colorava il terriccio di rosso.

-Deve essere stato colpito durante lo scontro-

Ancora una volta la sua mente venne toccata dalla ormai nota voce, il ragazzo aveva le mani poggiate sul fianco del compagno inerme a terra, le carni squarciate da una ferita profonda che non accennava a smettere di sanguinare.

- Aiutami ti prego! Ci deve essere qualcosa che possiamo fare... non può morire... ti prego! Aiutami! portiamolo in ospedale, presto!

Nonostante l'accoratezza del suo appello, la ragazza rimase ferma al posto, senza accennare minimamente a muoversi

Cosa aspetti! Non vedi che sta morendo!- Thomas si voltò verso l'angelo, una nota di rabbia traspariva dalla sua voce

Io non posso lasciare questo posto, sono legata a questa casa, a questo luogo. 

Allora aiutami a sollevarlo, lo porterò io sino in ospedale e...

Sarà troppo tardi, tra pochi minuti il suo cuore smetterà di battere,  sarà una morte indolore, in fin dei conti ha già perso i sensi

Thomas la guardò inorridito,  i sospetti di prima non venivano che confermati da questa inumana freddezza

CI deve essere qualcosa che possiamo fare! Che puoi fare! Hai sconfitto da sola quel mostro! Non posso credere tu non possa salvarlo

Non ho detto questo

Thomas la guardò con ariainterrogativa, ogni minuto era prezioso e lei perdeva tempo in sillogismi e giri di parole

Posso salvarlo ma solo se riacquisto pieno uso dei miei poteri. Solo se TU mi permetti di riacquistare i miei poteri

Non ho idea di cosa possa fare, ma ti prego sbrigati, qualunque cosa sia- Thomas guardò l'angelo avvicinarsi a lui, Fylake si inginocchiò a terra sino ad arrivare alla sua altezza, gli occhi piantati fissi in quelli del ragazzo

Quindi ho il tuo consenso?

Thomas annuì disorientato, Fylake gli si avvicinò ulteriormente, i visi quasi si sfioravano. Thomas poteva sentire il profumo di erba bagnata e fiori provenire dal corpo della ragazza, i lunghi capelli mossi gli sfioravano il viso, per un attimo chiuse gli occhi quasi intimorito da quello che lei avrebbe potuto fargli. 

Non temeva di morire, ma avrebbe fatto qualsiasi cosa in suo potere pur di non causare la morte di un'altra persona.

Sentì le labbra dell'angelo posarsi sulla spalla ancora sanguinante, il dolore proveniente dalla ferita lo fece gemere, un bruciore che non faceva che aumentare mentre le carni gli pulsavano. Fylake si strinse a lui con forza mentre rivoli di sangue scivolavano dagli angoli della sua bocca.

Alle loro spalle, le ceneri del demone venivano sparse dal vento. 

 

   
 
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