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Autore: The_Lock    02/01/2016    1 recensioni
A grande richiesta, il secondo capitolo della saga It's Up to You. Ashley è una matricola che si trasferisce nel campus St. Collins. Tra confraternite e segreti, il gioco interattivo ritorna: a fine di ogni capitolo si dovrà scegliere tra due o più opzioni, ognuna delle quali avrà delle conseguenze. Il primo a commentare ha il diritto di scegliere.
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'It's up to you!'
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ST. JUDE HOTEL, ore 21:20

 

Linsday non ebbe tempo neanche di scegliere il numero della camera, allora si rintanò nella prima stanza che, alla sua sinistra, riteneva abbastanza lontana dal killer, in modo da guadagnare qualche secondo di anticipo sul maniaco e riuscire a raccapezzarsi sul da farsi.
La bruna aveva visto tanti film horror nella sua vita, ma mai e poi mai avrebbe pensato che la sua stessa vita si sarebbe trasformata in un horror. Chiuse la porta a chiave e poggiò l'orecchio alla porta: sentiva i passi del maniaco e lei si tappò il naso e la bocca con la mano tremante per evitare di rivelare la sua posizione all'uomo mascherato.

Era venuto per vendicarsi? Di certo Linsday non capiva perfettamente il meccanismo di azione-reazione, la sua mente arrivava a malapena a capire il concetto di conseguenza- le sue sinapsi non erano poi così allenate da creare un legame con ogni cosa -però poteva, in un certo senso, intuire il motivo della rabbia di quel maniaco. Certo, ovviamente se non era un assassino di passaggio che aveva preso la palla al balzo e aveva deciso di sterminare tutti perché s'era annoiato.

Sentì l'assassino aprire qualche porta prima della sua, e Linsday rabbrividì all'idea di avercelo così vicino, ma almeno non l'aveva vista entrare e lei aveva ancora qualche secondo i vantaggio. Linsday si voltò a guardare la stanza: il bagno era chiuso eppure non si trovava nessuna chiave per aprirlo, quindi era decisamente inutile provare ad entrarci, poi c'era un grosso letto matrimoniale, una stretta libreria e dei comodini.

Linsday indugiò e si diresse alla libreria. Era una libreria decisamente strana, troppo stretta e troppo lunga per contenere più di qualche libro e rassomigliante completamente ad una porta. Incuriosita e facendo attenzione affinché nessun rumore potesse esporla al pericolo, Linsday tolse i pochi libri che c'erano ma, quando tolse il dizionario di inglese-portoghese, il volume si rivelò avvitato alla libreria e procurò uno scatto rumoroso. La libreria cigolò e sparì per metà nel muro. Linsday spinse l'anta e rimase senza parole nel vedere che aveva appena scoperto un passaggio segreto.

Non sentendo più nessun suono da parte dell'assassino, Linsday tornò alla porta principale e poggiò l'orecchio alla porta. No, nessun suono e poi: uno schianto. Una lama comparve a pochi centimetri dal naso di Linsday ed era così lucente, così ben pulita che la ragazza poté specchiarsi in essa; ma la sorpresa fu tale che la bruna non poté impedirsi di urlare, spaventata e terrificata.

Un secondo colpo trafisse la porta al centro: il maniaco stava cercando di sfondare la porta a suon di fendenti e Linsday doveva scegliere cosa fare in fretta, anche perché a breve l'assassino avrebbe potuto vederla.

Come in ogni situazione del genere, Linsday capì che vi erano solo due opzioni possibili: scappare nel passaggio segreto che portava chissà dove, oppure il vecchio trucchetto di nascondersi sotto il grosso letto matrimoniale.

Un terzo colpo la fece tremare e la ragazza chiuse gli occhi e provò a capire quale opzione sarebbe stata la migliore.

 

A) Linsday si nasconde
B) Linsday scappa

 

 

Michael spense lo spinello contro un muro del corridoio del terzo piano e sbuffò l'ultima boccata di marijuana che aveva nei polmoni. Quell'erba era buona e iniziava non solo a sentire una gran botta in testa, ma anche una gran fame chimica e quindi si alzò da terra e, barcollando, decise di dirigersi verso il piano terra, dove il banchetto era ancora intoccato.

Il suo cellulare risuonò con vigore e il biondo estrasse da tasca il cellulare, impiegandoci più del dovuto a capire cosa stava accadendo. La sua vista era annebbiata, aveva gli occhi arrossati e barcollava, ma adorava quella sensazione di galleggiare nel vuoto.

Lesse il messaggio: “vieni in 347” recitava lineare, fermo e conciso. Freddie aggrottò la fronte e lesse il mittente: Madison.
Che alla leader della TPK fosse venuta voglia di fare sesso in un hotel infestato di fantasmi? Magari su delle lenzuola su cui era morto qualcuno a suo tempo? Certo, Madison era parecchio strana da un anno a questa parte; prima era sempre stata stronza a livelli universali, ma aveva sviluppato da poco un gusto per il macabro o la violenza che preoccupava Freddie.

Il biondo comunque fece spallucce e si avviò verso la 347, ma era troppo fatto per capire che stava sbagliando direzione e, quindi, dovette tornare indietro solo quando, tempo dopo, capì di essere arrivato al lato opposto dell'hotel. Freddie rise e tornò indietro, reggendosi ogni tanto alla parete per evitare di cadere sulla strada di candele che rendeva l'aria calda e consumata.
Freddie arrivò nella 347, bussò, non ricevette risposta ma entrò lo stesso. La camera era piena di candele profumate e, sul letto matrimoniale, vi erano un paio di luccicanti manette.

Il biondo sorrise, prendendo il biglietto allegato alle manette e lesse: “indossale.”; certo, fare l'amore in un hotel infestato avrebbe infastidito tutti, ma Madison era pur sempre Madison e come tale andava solo assecondata, se la si voleva avere tutta per sé.

“Merda.” mormorò, sentendo le dita pizzicare e il cuore battere. Era innamorato!

C)Freddie si ammanetta al letto
D) Freddie va via

 

 

Ashley e Jason camminarono silenziosamente per i corridoi del lato sinistro. Ormai avevano persino smesso di chiamare ad alta voce i loro amici, tale era l'angoscia ed il bisogno di elaborare quello che era accaduto qualche minuto fa con Michael. Jason si sentiva fortemente in colpa: aveva forse esagerato a riempirlo di pugni così? E poi avrebbe potuto anche evitare di lanciarlo per le scale, a rischio che si facesse davvero molto male.

Il ragazzo guardò fugacemente Ashley: era pallida e molto spaventata ed il cuore di Jason si strinse, pensando che lei era stata solo vittima degli eventi e che non si meritava di vivere quell'inferno, era solo stata parecchio sfortunata.

“Andrà tutto bene. Non ti accadrà nulla.” disse Jason con un sorriso, sperando bastasse a far tornare la Ashley gioiosa e brillante che aveva conosciuto: vederla così lo uccideva. La bionda abbozzò un sorriso che si spense ancor più velocemente di come era affiorato.

“Voglio sapere del vostro segreto.” disse Ashley “Se sono coinvolta non val la pena che io sappia?” domandò, fredda e calcolatrice. Jason sospirò pesantemente e si morse il labbro inferiore.

“Non credo.” rispose. Voleva proteggerla e lasciarla nell'ignoranza era forse il miglior rimedio contro quello che stava succedendo.

“Io credo di sì. Me lo devi, Jason.” sbottò lei, fermandosi e bloccandolo per il gomito.

“Ash, lascia perdere!” sbuffò lui.

“Bene.” disse lei, togliendo la mano dal braccio muscoloso del ragazzo ed avviandosi altrove.

“Dove stai andando?” domandò Jason.

“Vado a chiedere a Madison o a chiunque altro... magari saranno più disponibili a rendermi partecipe.” rispose lei, fermandosi ed incrociando le braccia “E sarò sola per tutti i corridoi...” aggiunse, facendo leva sul fattore protezione che Jason provava per lei.

“Ok, aspetta.” disse lui: forse davvero rendere la bionda partecipe del loro passato avrebbe facilitato le cose, eppure Jason sentiva dentro di sé che Ashley avrebbe smesso di guardarlo con quegli occhi adoranti per passare a pieno disgusto e disprezzo della sua persona.

Jason fece spallucce, cacciando via a calci quella sensazione di paura nel perdere un'alleata come Ashley ed aprì la bocca, pronto a vuotare il sacco, ma quando la prima emissione di fiato fu fatta, il cellulare del ragazzo squillò: aveva ricevuto un messaggio.

Carissimi e carissime,
ringraziamo Michy Michy per le scelte del capitolo precedente! Nuovo capitolo, nuovi bivi e allora eccoci di nuovo qui con ben due scelte: preferireste che Linsday scappasse per il passaggio segreto oppure che si nascondesse sotto al letto? E, ancora, credete che sia stata davvero Madison a scrivere a Freddie oppure è solo un ulteriore trucco del serial killer? A voi le scelte, a voi le responsabilità.

Un abbraccio
The Lock

 

  
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