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Autore: Alyeska707    02/01/2016    2 recensioni
Duncan vedeva ogni regola come un filo, e i fili o si spezzano o si rompono.
Ma alla fine tra loro due non c’era poi tanta differenza: nessuno avrebbe mai permesso di appartenere a qualcuno.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale
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Addicted to blue hair and blue eyes

Chapter 2: Something different



«E così sei un teppista a cui piace accendere fuochi?»
«Ci trovo un certo fascino… ma sai, a volte non sono voluti…» rispose con naturalezza, incrinando la voce sul finale, come per nascondere un’amara risata.
«Ah no?» chiese Gwen con marcato sarcasmo.
«È faticoso essere amato da tante» spiegò, allargando il ghigno. La dark impiegò qualche istante per capire che il fuoco che aveva in mente non era ciò a cui alludeva lui.
«Certo, immagino che tutte le ragazze che ti conoscono morirebbero per te.» Alzò gli occhi al cielo.
«Sei stata tu a definirmi piromane, bellezza.»
«Sei stato tu a farmelo capire» lo squadrò alzando un sopracciglio «…bellezza.»
Duncan le rivolse un occhiata veloce e poi cominciò a ridere.
«Sta attenta alle sue frecciatine, cara! È un tipo poco raccomandabile!» esclamò la donna che, dietro Gwen, continuava a tirarle ciocche di capelli.
«E sta’ zitta, Leshawna!» fece lui,  rivolgendo alla parrucchiera uno sguardo per niente rassicurante.
Gwen si voltò interdetta verso quella che aveva appreso si chiamasse Leshawna. «Vi... conoscete?»
«Oh, certo che sì, mozzarellina! La sua cresta ha bisogno di manutenzione costante!»
Gwen tornò a fissare la sua figura pallida riflessa nello specchio dinanzi a lei, interdetta. «Capisco.» Annuì col capo un paio di volte sotto lo sguardo divertito di entrambi.
«Sì, ammetto che sembri un tipo perspicace.»
Si girò verso di lui di scatto, fulminandolo.
«Ehm… non mi sembra di averti chiesto un parere.» Lui, come ignorando l’acidità della ragazza, continuò a guardarla negli occhi senza distogliere lo sguardo. Appariva come una sfida che nessuno di loro aveva intenzione di perdere.
«Sei un tipo interessante, sai?»
Lei sbuffò in risposta sviando lo sguardo e lui ridacchiò di nuovo.
«Duncan, di solito chi è a posto si alza e va a pagare…» osservò Leshawna. Gwen colse subito l’occasione per rivolgere al punk un’occhiata di superiorità, come se fosse stato appena colto sul fatto. A cosa stai pensando, eh, Duncan?
«In realtà volevo aspettare lei» disse rivolto alla dark. Gwen si morse il labbro per non ridere. Solo un pazzo non avrebbe colto l’umorismo in tutto ciò!
«Si dà il caso che io non abbia tempo da perdere con te» replicò lei, ma evidentemente il debole sorriso che le si stava dipingendo in volto rovinò il suo gioco. Lui ghignò e alzò le sopracciglia, come incredulo, sicuro che l’altra stesse mentendo. Certo, se l’avesse conosciuta un po’ meglio avrebbe saputo che, senz’ombra di dubbio, non stava scherzando.
«Ohh!» esclamò intanto la parrucchiera, inghiottita da una forte risata. «Ti pesa Duncan, mh? La tua prima non-conquista! Come sopravvivrà il tuo ego?»
Il moicano guardò lei, poi Gwen, ammiccando. «Il mio ego sa che deve solo aspettare.»
«Contaci, Duncan.»
«Senz’altro.»
«Et voilà! Taglio finito! Sei uno schianto, mozzarellina!» Gwen sorvolò sul soprannome e studiò la nuova acconciatura allo specchio: taglio corto, un ciuffo laterale sulla fronte e mashes di quel colore tendente a mare e cielo.
Si alzò velocemente e dopo un «Grazie» detto senza intonazione superò la donna per pagare e finalmente uscire.
 
«Hey!» sentì alle sue spalle un momento dopo aver varcato l’uscita. Riconobbe la voce e si voltò appena, incrociando le braccia sul petto.
«So di non essere la persona più…» fece finta di pensarci su. Fece finta, perché pare ovvio che in verità faceva tutto parte del suo copione. «… più disponibile e… generosa, ma si dà il caso che abbia due di questi» disse estraendo dalla tasca dei jeans sgualciti due biglietti. «E si dà il caso che non sappia a chi dare il secondo.» Gliene porse uno, guardandola di sottecchi. Pareva divertito, si aspettava senz’altro una continuazione diversa da quella effettiva.
«Posso suggerirti una delle tue ragazze, se accetti consigli.»  Gli restituì la sua espressione subdola e allontanò delicatamente il suo braccio, rifiutando l’offerta.
Ma lui non si scompose. «Una che decide di evadere con una capigliatura del genere, non può rifiutare una festa così!» Le avvicinò ancora il secondo biglietto. «Allora? Che ne dici?»
Gwen analizzò i pro e contro per un minuto, ma poi l’istinto e la curiosità ebbero il sopravvento. Gli strappò di mano il ticket cartaceo. «Okay, ci sto.»
Lui accentuò ulteriormente il ghigno. Era senz’altro sicuro che sarebbe finita così.
«Allora?» le domandò.
«Cosa vuoi ancora?»
«Il tuo nome?» fece ovvio.
«Gwen. Mi chiamo Gwen.»
 
La dark passò tutto il pomeriggio a camminare avanti e indietro per il perimetro di quella microscopica camera d’albergo e per la mente le passò di tutto.
Che diamine di festa è?
Perché ha insistito che ci andassi con lui se nemmeno mi conosce?
Che ha in mente?
Erano le cinque di sera quando si convinse che rimuginarci non sarebbe servito. Si sedette sul materasso e osservò quel biglietto, appoggiato sul comodino. Conosceva la via, era poco distante dall’hotel, ma non il locale. Decise che era tempo di cominciare a prepararsi, così si chinò sulla valigia mezza sfatta e ne estrasse un paio di jeans neri e un corsetto dello stesso colore, indossato sotto al chiodo nero in pelle. Magari non sarebbe apparsa al culmine della felicità, ma la sincerità c’era senz’altro. Matita nera, mascara sugli occhi ed era pronta.
 
Uscì poco dopo e, dopo essersi richiusa la porta alle spalle, udì la fastidiosa suoneria del suo telefono. Rispose senza nemmeno guardare lo schermo.
«Sì?»
«G-Gwen..?» Sgranò gli occhi, il cuore saltò un battito.
«Gwen? Ci… ci sei?»
Respirò a fondo.
«Sì. Sì, ci sono. Che vuoi Trent?»
«Sono in città.»
«C-Cosa?»
«Sono… sono qui. Possiamo vederci? Ti prego.»
Riprese a camminare e incominciò a scendere i gradini.
«Trent tra noi è finita.»
«Solo stasera Gwen, qualche minuto. Solo… vederti.»
«Vado ad una festa stasera, Trent.»
«Cosa? Ma tu… tu odi le feste.»
«Non da questo momento.» Riattaccò. Senza rimpianti.
 
Era già buio quando Gwen arrivò davanti al locale e lì, di fianco all’entrata, c’era Duncan, appoggiato al muro in pietra, con una sigaretta tra le labbra. Quando la vide gettò a terra  il mozzicone e lo calpestò.
«Ma che piacere… ammetto che non ci speravo più» disse con quel solito fare enigmatico e misterioso.
«Dovresti avere un po’ più di fiducia in me» replicò lei con enfasi.
«Avevo fiducia sul fatto che avresti accettato l’invito.»
«Sei sempre così sicuro di te?» gli chiese ridendo.
«Se lo chiedi a qualcuno che mi conosce ti risponderebbe che… sì, lo sono sempre. Vieni.» La prese per il polso e la trascinò nel locale.
Il posto era pieno di gente ammassata, e Gwen si sentiva parecchio a disagio. Le luci psichedeliche cambiavano colore con rapidità passando dal verde al viola in un momento. Duncan avanzò veloce facendosi spazio tra la folla finchè non giunse davanti a un bancone. 
«Hey, Geoff! Due Blue Peach!» gridò al barista per coprire la folla.
«Hey Duncan! Hai visto che sballo??»
«Già… lei è Gwen!» esclamò indicando la ragazza che, dietro di lui, si guardava attorno con circospezione. Il biondo, evidentemente amico del punk, si voltò a guardarla, come sorpreso, poi, con un sorriso idiota che Gwen reputò troppo allegro per non essere falso, urlò: «Piacere Gwen! Io sono Geoff!»
Lei guardò torva Duncan, poi, rassegnata dalla piega dei fatti, esclamò a sua volta: «Piacere di conoscerti, Geoff! »
«Ecco i drink! Vi consiglio di uscire sul retro! Qua è un delirio!»
«Grazie amico!» gridò Duncan. Prese i due cocktail e fece cenno a Gwen di seguirlo.
Uscirono da una porta secondaria e si ritrovarono in un piccolo cortile con una decina di persone.
«Ora è tutta un’altra storia» disse Duncan sospirando di sollievo. Si sedette su una pietra  e porse un bicchiere a Gwen.
«Che diamine è?» chiese lei, intenta a fissare il liquido bluastro oscillare.
«Robe con alcol» rispose, portandosi il cocktail alle labbra.
«…Esauriente» commentò la dark. Assaggiò quel “Blue Peach” e venne attraversata da un brivido.
«Mh?»
«È… buono» disse sorridendogli. Lui ricambiò con quel suo sorrisetto sghembo.
 
«Duncan?!» Lui alzò gli occhi.
«Hey…» esclamò alzandosi verso la bionda che l’aveva chiamato.
«Non mi aspettavo di vederti qui!»
«Sono imprevedibile, piccola» le disse prima di posare le labbra sulle sue in un bacio tutt’altro che casto.
Gwen rimase alquanto disgustata dalla scena. Poi, come se Duncan si fosse appena ricordato di essere già in compagnia, si staccò bruscamente da quella… tizia.
«Gwen aspetta un minuto, torno subito» mormorò a un centimetro dal suo orecchio. Le diede un bacio leggero sulla guancia, poi lei lo perse di vista.
Realizzò solo dopo qualche istante ciò che aveva fatto e in quell’istante desiderò ucciderlo. E perché la sua fidanzata non aveva fatto una piega quando le si era avvicinato? E perché l’aveva invitata a quella festa se aveva una fidanzata?
Appoggiò il bicchiere mezzo pieno sull’asfalto e si alzò in piedi.
«Gwen?»
Si voltò di scatto.
«Trent?! Perché sei qui?!» gridò. La loro storia era finita, ma… quando se ne sarebbe capacitato?
«Gwen, ascoltami… io sono tornato qui solo per te… perché io ti amo!»
«Non mi interessa è la tua vita fai quello che vuoi ma non mi coinvolgere più!»
«Gwen ascoltami! Non andartene!»  le afferrò le braccia obbligandola a guardarlo negli occhi.
«Smettila di cercarmi, Trent.»
Lui si avvicinò ulteriormente a lei.
«Tu non mi puoi lasciare Gwen… noi ci amiamo!»
«Mollami Trent! Lasciami andare!» Cercò di divincolarsi dalla sua presa, ma con nulli risultati. Nessuno si curava di loro, erano tutti troppo ubriachi. Forse anche Trent lo era.
«Ti prego Gwen… solo un’altra possibilità…»
«No!» urlò.
«Levati bastardo!»
Gwen non fece neppure in tempo a riconoscere la voce che un pugno era arrivato dritto in faccia a Trent che ora, a terra, si teneva la mano sul naso sanguinante.
«Fottetevi tutti» asserì, poi si allontanò a passi pesanti.
Ancora confusa Gwen si girò, e, dietro di lei, vide lui, con la cresta spettinata, un’espressione pesta e il pugno ancora saldo.
«D-Duncan…»



Hello everybody!
So che questo capitolo non è niente di che però avevo tanta voglia di aggiornare! ^^
Ancora tante domande attendono risposte... chi è Trent? Chi è Gwen? Chi è Duncan? Cos'altro succederà nel corso della storia?
Restate sintonizzati! :D
Alyeska

 
   
 
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