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Autore: Akeryana    02/01/2016    3 recensioni
[Ispirato al film di Peter Pan]
Una stupenda fanciulla, Violetta Castillo, ogni sera racconta ai suoi fratelli minori, Diego e Maxi, le storie di Peter Pan. Ma lei stranamente lo chiama Leon Vergas.
***
< Tu chi sei? >
< Sono Leon Vergas ma nelle storie vengo conosciuto come Peter Pan >
< Ma cosa ci fai qui? Nella mia camera >
< Voglio portarti con me nel’isola che non c’è > le prende la mano, la fa affacciare alla finestra e indica il cielo < Seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino >
***
Paring: Leonetta, Diecesca, Naxi e CamillaxSeba.
Spero di avervi incuriosito. Un beso.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nuove reclute


"sono qui per fermarti Leon,
 stai facendo la stessa cosa che vuole fare Alex"


Leon volò il più velocemente che poteva, doveva fermare Alex, non poteva permettere che prendesse dei ragazzi indifesi. 
Sapeva che Alex avrebbe sfruttato la situazione che c'era tra loro ragazzi sperduti per rapire dei ragazzi e fargli credere che erano dalla parte giusta.. Come era successo a loro due quando arrivarono sull'Isola che non c'è. 
Il capitano che c'era prima li aveva rapiti dalle loro case e li aveva portati di forza sulla sua nave pirata, mentre Alex si divertiva a fare il finto pirata lui cercava spiegazioni, cercava di capire perché li avessero rapiti. 
Un giorno sentì il capitano dire al suo capitano in seconda che la leggenda si stava per avverare, avrebbero trovato il leggendario "Peter Pan", colui che li avrebbe eliminato i pariti, il tanto temuto "Buono". 
Leon capì che era lui quello che cercavano e doveva scappare prima che lo uccidessero, ma Alex era convinto che lo avesse tradito. Da quel giorno furono rivali.
Ma a Leon non faceva così male, rispetto a quando aveva rincontrato suo padre dopo tanto tempo...
Ricordava benissimo quel giorno, Leon per la prima volta era andato sulla terra volando, assieme a Camilla, con l'intento iniziale di trovare suo fratello. Ma non resisteva alla tentazione di vedere suo padre, il suo amatissimo padre che lo aveva cresciuto da solo, dopo che sua madre era morta. 
Si affacciò alla finestra della sua vecchia camera, che era aperta e dentro la camera, al centro con una sedia di legno che riposava, c'era suo padre. I segni della vecchiaia si vedevano a vista d'occhio, Leon lo guardò tristemente e lentamente entrò dentro la stanza, cercando di fare il minimo rumore, ma fu inutile. L'uomo aprì gli occhi di scatto e appena vide suo figlio ne rimase sorpreso, quasi come fosse un'illusione. Si alzò dalla sedia e avvicinò, lentamente, una mano al suo viso come per accertarsi che sia davvero lui. Leon gli sorrise e gli prese la mano stringendola, a quel punto l'uomo lo abbracciò stringendolo a se e il figlio lo strinse più forte che poteva.
Ricordava ancora le sue parole .. "Ora che sei tornato... Posso morire in pace" emanò l'ultimo respiro e si accasciò sulle braccia del figlio chiudendo gli occhi ma con un sorriso sulle labbra.
Leon lo stringeva forte mentre lacrime calde gli rigavano il viso e mormorava tristemente il nome del padre. 
Almeno gli aveva detto addio per l'ultima volta.
Finalmente Leon arrivò sulla terra e vide che Alex aveva già rapito cinque ragazzi. C'era una ragazza con i capelli biondi e lunghi, le ricadevano sulle spalle con dei morbidi boccolo, indossava una gonna molto vistosa nera e una giacca abbinata sempre nera, mentre sotto aveva una maglietta a righe nere e rosa mentre ai piedi aveva un paio di tacchi, non tanto alti, rosa. Sembrava una di quelle bambole Barbie che alle bambine piacevano tanto. 
Accanto a lei, un po più alto, c'era un ragazzo di colore, dai tratti sembrava Brasiliano, chissà cosa ci faceva a Buenos Aires, si domandava il ragazzo. Aveva un paio di pantaloni blu acceso, una maglietta rosa salmone con tanto di cappello abbinato con una striscia gialla, e un paio di scarpe marroni, sembravano scarpe da ballo anche se Leon non le aveva mai viste da vicino.
Poi al suo fianco, con molta disparità di altezza, un ragazzo, che però sembrava più piccolo rispetto agli altri, con i capelli sul biondo chiaro e indossava un paio di pantaloncini beije, una giacca nera con sotto una maglietta a righe bianca e azzurre, e ai piedi un paio di scarpre marroni che facevano vedere benissimo le calde bianche. A Leon ricordava uno dei sette nani della storia di Biancaneve che Violetta raccontava sempre.
e infine, vicine, c'erano due ragazze, una dalla pelle molto chiare mentre l'altra molto abbronzata, sembravano due modelle.
In nessuno dei cinque ragazzi Leon riusciva a vedere gli occhi perché Uncino aveva li aveva resi neri, segno che erano sotto il suo controllo, usando una miscela ideata da lui: aveva mischiato la polvere di fata, presa di nascosto da Camilla, con le sue lacrime, che in tutti quegli anni di odio e voglia di vendetta erano diventate come un veleno, avevano preso persino il colore nero.
Alex aveva in pugno i poveri ragazzi e Leon non lo poteva permettere, li doveva salvare. 
Si affrettò a prendere il suo flauto magico dalla tasca e fece per portarlo alla bocca ma la sua mano venne afferrata bruscamente da.. Diego.
<<  Come sei arrivato qui?!  >>  gli chiese Leon più sorpreso che altro.
<<  Non ha importanza, sono qui per fermarti. I ragazzi mi hanno parlato del flauto e stai facendo la stessa cosa che vuole fare Alex. Quel flauto magico può controllare le menti dei ragazzi e fare in modo che tu gli faccia fare quello che vuoi  >>  lo guardò Diego con aria di rimprovero. Leon sapeva che era sbagliato, ma non c'erano altre soluzioni e Alex stava già per far salire quei poveri ragazzi sulla nave.
<<  Diego... Li devo salvare, non posso permettere che facciano la stessa fine mia e di Alex  >>  disse semplicemente al fratello per poi alzarsi in volo e cominciare a suonare una melodia molto triste e al suono di quelle note i cinque ragazzi si fermano e vanno verso Leon, Alex fece per fermarli ma la melodia del flauto colpì pure lui e rimase immobile. 
Leon sapeva che stava facendo la cosa giusta, eppure, appena messi al sicuro i cinque, vide che i ragazzi sperduti, tranne la sua Violetta che non c'era, lo guardavano con rabbia e.. delusione. 
Aveva fatto lo stesso gioco di Alex e questo non glielo avrebbero perdonato tanto facilmente...
***
Due mesi dopo
I cinque ragazzi erano nell'Isola che non c'è, ma per loro volore, lo desideravano tanto che avevano seguito Leon usando la polvere di fata mischiata alle lacrime che Alex gli aveva dato. Ma era durata abbastanza solo per quel volo, infatti appena arrivarono precipitarono in luoghi diversi e i ragazzi sperduti avevano sentito la loro presenza, li cercavano senza sosta, ma senza risultati, fino a che..
Francesca li mandò a chiamare con urgenza, da un amico fidato di suo padre, Diego, Maxi e Nata accorsero da lei il più veloce potevano. 
Appena arrivarono videro che c'era uno straniero pallido che riempiva di domande non solo Francesca ma anche gli altri indiani, che già dopo cinque minuti non lo sopportavano più.
<<  Ma cos'è questo?! E questo poi!  >>  continuava a dire lo straniero senza lasciare a nessuno la possibilità di parlare. 
Francesca era seduta a terra, attorno al fuoco, con un enorme vene sulla testa che pulsava ad ogni parola pronunciata dallo straniero. Era evidentemente infuriata ed esasperata.
<<  Ehm... Fran, tesoro. Chi è quello?  >>  chiese Diego mentre si avvicinava lentamente alla sua amata, temendo che rispieccasse su di lui la sua ira.
<<  Lui è Napo.. Uno dei cinque ragazzi che cerchiamo da più di due mesi  >>  disse tra i denti l'indiana, cercando di mantene la calma.
Nata, con molta gentilezza, prese Napo per la maglietta e gli diede un calcio facendolo cadere a terra e appena il ragazzo provò a ribellarsi a quell'azione, la ragazza in tutta risposta gli ringhiò contro e lui allora rimase a terra senza dire nulla.
Maxi si schiarì la voce e intervenne  <<  Bene.. Dopo che la mia ragazza ti ha rimesso al tuo posto, puoi dirci dove sono gli altri quattro tuoi amici?  >>  
Napo alzò le spalle  <<  Io non so dove sono, abbiamo seguito Leon, ma appena arrivati sull'isola abbiamo esaurito la polvere di fata e siamo precipitati in luoghi diversi. Io solo ora ho travato il villaggio degli Indiani  >>  
<<  Eh vedi che fortuna...  >>  mormorò Francesca.
<<  Beh vieni con noi, adesso sei al sicuro  >>  gli disse, gentilmente Nata. 
<<  Che?! No! Io qui sto bene. Andiamo farò il bravo promesso  >>  
Peccato che dopo che i ragazzi sperduti se ne andarono, fortunatamente per lui assieme a Francesca, Napo riprese a disturbare tutti con mille domande. Gli indiani cominciavano a non sopportarlo più.
***

Intanto Brodway e Ludmilla cercavano gli altri o anche un essere vivente che non fosse verde e con un tronco. 
<<  Ludmilla non discutiamo ancora! Non ci siamo persi!  >>  le disse per la centesima volta il ragazzo, molto infuriato. 
<<  Ammettilo Brodway ci siamo persi! Non sai dove stai andando!  >>  
<<  Si invece, e non stare sempre a contraddirmi donna!  >>  
<<  Fantastico, dovevo proprio perdermi con l'uomo delle caverne  >>  la bionda incrociò le braccia con un gesto stizzito.
Fortunatamente le loro voci attirarono l'attenzione di Marco, che corse a vedere cosa successe e li trovò a discutere come due cani per un pezzo di carne. 
Il povero ragazzo comprese che si trattava di due dei cinque ragazzi che stavano cercando. Emise un sospiro stanco.
Dopo molto.. molto tempo che riuscì a farli smettere di discutere li portò nel rifugio dei ragazzi sperduti, ma subito dopo ripresero a discutere.

***

Diego si era allontanato dagli altri per avere una prospettiva più ampio per trovare prima le ultime due ragazze. 
Si arrampicò su un albero, si guardò attorno ma sbuffò non trovando nessuno. Quando mise un piede indietro per scendere.. Il ramo dove si teneva con la mano si ruppe e lui precipitò al suolo. 
Ma prima di poter toccare il terreno, sentì non toccare i piedi per terra e il polso afferrato da una presa salda. Il ragazzo guardò in alto e vide suo fratello maggiore che lo teneva preoccuato.
Leon lo rimise a terra e lo strinse con affetto e preoccupazioe  <<  Come stai?  >>  
Diego lo guardava fisso e dopo lo strinse forte. Allora non era cambiato, era rimasto sempre lo stesso. Non era come Alex...



Nota autore: Hola! Buon Natale a tutti e felice anno nuovo! (Si, lo so che sono in ritardo. Non temete). E come iniziare bene questo nuovo anno? Annunciandovi che il prossimo capitolo sarà l'ultimo di questa storia e che tra poco inizierò nuove storie! Sono felice anche di dirvi che a breve ci sarà il sequel di "Non possiamo tornare come prima, non importa se mettiamo da parte i nostri peccati" che ripeto il sequel sarà "Io credo in me" e ne approfitto per dire che farò uscire un video trailer su qesto su youtube. Questo è il link del mio canale dove troverete questo più i trailer di altre storie/anime ecc.. Comunque. Cosa sarà successo a Lena e Libi? Uncino le avrà trovate? Diego e gli altri perdoneranno Leon? E Violetta e Leon faranno pace? Un beso.
  
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