03/01/2016
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Il cielo aveva fatto passare l'oscurità velocemente, almeno in quel giorno così inutile che mi aveva soltanto trapassato nella mente con dei ricordi inutili.
Sentivo i miei passi sulla strada abbandonata, la solita, in cui passo la maggior parte delle mie nottate a camminare e ad ascoltare musica con le cuffiette, come se fosse una via di fuga dalla realtà dei fatti accaduti, una via di fuga dal mondo intero.
Quello che avevo commesso con gli altri compagni era stato mitico, però non serviva a mettere da parte tutto quello che ascoltavo sul mio conto, almeno prima di quella partenza per lo spazio. Quelle parole non servivano a nulla nel mio animo, però continuavano a distruggerlo senza un contegno, come se fossero proiettili sparati alla velocità del suono.
Guardai la luna, sembrava così nera quella notte, forse una nuvola l'ha ridotta solo ad una “luce debole”, non come le altre volte.
I ricordi si facevano sempre più avanti, come se fossero dei tentacoli di un polipo, così viola scuro che non potevano competere con altri colori così oscuri, eccetto il benevolo nero che continuava ad arrivarmi addosso, come se fosse una coperta.
Ricordo cosa pensai in quel momento... scappa!
Non ne potevo più di quel trip mentale che stavo subendo, volevo scappare da quei momenti, quindi non riuscivo a fare altro.
Corsi, saltai sulle pareti, feci capriole solo per liberarmi da quel peso, pensavo sempre ad un'unica cosa, in tutta quella disperazione e in quelle lacrime che scendevano.
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