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Autore: light_inthedark    03/01/2016    0 recensioni
"Era una missione suicida. Ma per le mie amiche avrei fatto questo ed altro
- Ok… ma solo per un’ora… non un minuto di più.
- OH TI ADORO!!!! Ma ora bisogna che ci vestiamo come se dovessimo andare ad una gara clandestina e non a una riunione di suore del convento di San Gregorio. Ho tutto l’occorrente in macchina… aspettatemi un attimo!!! – e Aly balzò su dal divano e si diresse verso la porta d’uscita, canticchiando “We are the champions” mentre saltellava allegramente, pensando che la sua carriera non si sarebbe rovinata, quella sera.
Io, invece, forse schiava del mio negativismo cosmico e della mia sfiga enorme, avevo un presentimento: sarebbe andato tutto male e, se anche probabilmente avrei evitato la morte o la galera, sicuramente sarebbe successo qualcosa di pari gravità.
Non sapete quanto potessi aver ragione… da quella sera, la mia vita sarebbe cambiata per sempre."
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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  • No Alice, no, no e poi ancora no!!!! – dissi, abbastanza arrabbiata, alla mia amica del cuore. Così inizio la nostra riunione del venerdì sera, dopo una settimana di lavoro.Il mio unico pensiero era tentare di concentrarmi sugli esami, tanti, ancora da dare.
Io ed Alice ci conoscevamo da 4 anni e, fin da subito, eravamo diventate amiche per la pelle. Qualche mese dopo, conoscemmo Sophie e formammo il nostro trio di amiche.
Sophie era la più creativa del gruppo: sempre dietro a sferruzzare, disegnare, dipingere o scolpire, cambiava hobby ogni 2 settimane ma riusciva bene in tutto quello che faceva. Tranne che in matematica.
Sophie era una di quelle persone che sapeva già fare 2+2 ed era già più che sufficiente per lei.  Quando si organizzava una festa, Sophie aveva l’unico compito di addobbare la sala. Ed era già più che sufficiente. Anche perché , essendo creativa, lo era fin troppo anche in cucina: più di una volta io ed Alice avevamo dovuto subire le sue “fantasie culinarie”: torte con ingredienti che cozzavano tra loro, paste salate mordenti e carni talmente crude e con salse talmente strane che probabilmente nemmeno Hannibal Lecter avrebbe mai pensato di mangiarle. Ma nel decorare le stanze per le varie feste  comandate non c’era nessuno meglio di lei: mi ricordo ancora l’Halloween di due anni fa. Lo organizzammo a casa sua e la sua vicina chiamò la polizia convinta che il manichino impiccato all’albero fosse effettivamente una persona vera, morta suicida.
Sophie era bella, o meglio lo è ancora; con occhi azzurri e capelli biondi, nessun ragazzo poteva evitare di girarsi a guardarla.
Alice invece era bella, ma sempre seria e con lo sguardo intimidatorio, ma quando voleva qualcosa (e lo voleva con tutto il cuore) si tramutava in una versione di sé che assomigliava più a quel Pokemon rosa, che saltellava continuamente e cantava ninne nanne. Aveva lunghi capelli neri corvini, sempre raccolti in una coda di cavallo bassa e occhi verdi smeraldo. Alice era la più concreta sul piano lavorativo tra noi 3: giornalista alle prime armi presso un quotidiano locale, puntava direttamente a diventare giornalista del Guardian entro 3 anni. E forse ci sarebbe perfino riuscita.
Aly era una di quelle ragazze che non andava a genio a molti, o meglio a quelli che non la conoscevano bene. Con il suo sguardo serio intimoriva tutti perfino il capo dell’ ufficio presso cui aveva fatto lo stage 3 anni prima (che sicuramente si ricoderà di lei per tutto il resto della vita), il macellaio del negozio sotto casa sua che sembrava uscito direttamente dal ring di Rocky Balboa  ma soprattutto il povero Elijah, ragazzo innamorato di lei fin dai tempi del liceo, che aveva paura perfino a rivolgerle la parola.
Io e Aly ci eravamo conosciute in un bar. Mi “rubò” il caffè (visto che c’ero io , in fila, prima di lei) ma se lo versò tutto sulla maglia. “Divina provvidenza” disse, dopo aver borbottato parolacce di tutti i tipi, poi mi sorrise quando le porsi il mio golfino. Da quel giorno e dal prestito del golfino (che tra l’altro non mi tornò mai più indietro), io ed Aly diventammo amiche inseparabili
E poi c’ero, o meglio ci sono, io. Laura, 24 anni, occhi marroni e capelli di un colore indefinito , tra il castano chiaro ed il rosso.
Purtroppo non sono mai stata brava a descrivermi, se non trovando dei difetti: sono un po’ sbadata e cado continuamente (sì, al presente, perché la sbadataggine non passa mica, anzi, è una malattia che peggiora con il passare degli anni) , non porto e non portavo una taglia 38 e sono timida da far paura .
Lavoravo in un piccolo barettino come cameriera, mentre mi pagavo gli studi, ma il mio lavoro mi piaceva molto: mi permetteva di stare a contatto con le persone e di riuscire a strappare un sorriso anche a chi, alla mattina, si sveglia già con il malumore ;  inoltre mi permetteva di sconfiggere un po’ la mia timidezza. Non mi piaceva, così come non mi piace tuttora, apparire: Soph mi diceva sempre che, in un vestito attillato, tacchi e truccata avrei fatto impazzire il mondo intero. “Se lo dici tu…” , rispondevo prontamente ogni volta.  
 Vivevo già all’epoca da sola, in una casa di 80 mq in periferia e, fortunatamente, avevo ed ho , ottimi vicini.
Ho, ancora oggi, il gene della sfiga cronica: nel 2011 riuscii a tagliarmi un dito mentre cercavo di chiudere la zip del vestito di Soph, che Alice voleva a tutti i costi indossare per un colloquio, l’anno dopo mi si incrinò una costola starnutendo. Due settimane prima della costola incrinata, rischiai di essere investita da un motociclista, probabilmente daltonico, che non si fermò al semaforo. E potrei andare avanti per ore ed ore, ma questo è un altro discorso.
Non sapevo ancora cosa fare della mia vita: studiavo marketing più per sport, che per vero interesse e frequentavo l’università per hobby, più che per vocazione. Mi piaceva andare a scuola alle superiori: adoravo tutte le materie che avevano a che fare con la letteratura, amavo le lingue straniere e amavo viaggiare. Da quando però frequentavo l’università , tutta la voglia di imparare mi era passata.
 
Quella sera, come di consueto, ci ritrovammo per la serata film d’amore a casa mia . Ma la serata prese un’altra direzione quando Aly ci comunicò che... quella sera doveva lavorare.
  • Ti prego Lau, ti prego fallo per me… Soph ha già accettato!!!
  • Ma veramente io… - disse Soph, alzando gli occhi dal suo vasetto di yogurt al caffè
  • Aly, non puoi chiedercelo, è pericoloso… non dovresti farlo nemmeno tu!!! – dissi, ormai esausta di discutere.
  • Lo so che è pericoloso, ma il mio capo vuole che vada assolutamente ad assistere ad una di queste corse… ma non posso andarci da sola… ho troppa paura ed eccitazione allo stesso tempo!!!
  • Ci credo, che tu abbia paura… dovremmo assistere ad una corsa clandestina!!!! Aly ma che ti salta in mente? ?? E soprattutto, come hai saputo di questa corsa? – mi alzai dal divano, prendendo le patatine e porgendole ad Aly, che prontamente le rifiutò, mentre cercavo di farle cambiare idea sulla meravigliosa trovata per quella sera  - Non preferiresti guardare “I passi dell’amore”? sono sicura che Shane West potrebbe farti cambiare idea.
  • Ho i mie informatori… ma non ho paura della corsa clandestina, ho paura di non riuscire a scrivere bene l’articolo… è per questo che ho bisogno di voi… VI PREGO … vi pago una cena al ristorante “Da Mario”… vi prego, vi prego, vi prego – disse, con gli occhi da cucciolo innocente che amava tanto fare per ottenere qualcosa. Mi diceva sempre che quegli occhi, fin da piccola, l’avevano aiutata ad ottenere tutto quello che voleva, oltre all’aiuto inconsapevole che derivava dal fatto di essere  figlia unica – Shane West possiamo vederlo tutti i giorni e, poi, io di piangere stasera, non ne ho proprio voglia!!! Ma quando ci ricapita la possibilità di vedere una corsa clandestina? Suvvia , ragazze, pensate a quanti bei maschi ci saranno lì, sicuramente, Laura, ti faranno dimenticare Marcus…
  • Aly, ti prego , basta… non mettere in mezzo Marcus per convincermi… guardiamo un film horror, allora, se non ti vanno “I passi dell’amore”!!! Soph, tu che dici? Sei contraria tanto quanto me? – chiesi aiuto all’unica amica intelligente che avevo..
  • Mmm… - disse Sophie, indugiando un attimo - Non è un’idea malvagia… ho sempre voluto vedere una corsa clandestina! Yuppie!  – .. o, quanto meno, pensavo di avere!!!
  • Soph! Ma non ti ci mettere anche tu, ti prego!!! – sbuffai . sapevo già come sarebbe andata a finire: io avrei perso e loro due vinto. Come sempre, quando si alleavano. – è inutile – dissi, rivolgendomi al mio orsacchiotto di peluche Teo che tenevo in mano- sono circondata da amiche kamikaze… sapete quanto può essere rischioso andare in quei posti? La guardate la tv????? – dissi, arricciandomi i capelli come facevo sempre, quando ero nervosa.
  • Ti prego Laura, ti prego, sai quanto sia importante questo lavoro per me… te ne prego, ti supplico con tutto il cuore.
Riflettei sulle possibilità che avevamo di essere arrestate quella sera. Parecchie. Sulle possibilità di perdere il lavoro. Parecchie. Sulla possibilità che qualcuno, non del tutto stupido, ci inseguisse per prenderci a botte non appena avesse saputo che Aly era una giornalista.
Era una missione suicida. Ma per le mie amiche avrei fatto questo ed altro
  • Ok… ma solo per un’ora… non un minuto di più.
  • OH TI ADORO!!!! Ma ora bisogna che ci vestiamo come se dovessimo andare ad una gara clandestina e non a una riunione di suore del convento di San Gregorio. Ho tutto l’occorrente in macchina… aspettatemi un attimo!!! – e Aly balzò su dal divano e si diresse verso la porta d’uscita, canticchiando “We are the champions” mentre saltellava allegramente, pensando che la sua carriera non si sarebbe rovinata, quella sera.
Io, invece, forse schiava del mio negativismo cosmico e della mia sfiga enorme, avevo un presentimento: sarebbe andato tutto male e, se anche probabilmente avrei evitato la morte o la galera, sicuramente sarebbe successo qualcosa di pari gravità.
Non sapete quanto potessi aver ragione… da quella sera, la mia vita sarebbe cambiata per sempre.
  
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