Se la luna
ti ama,
che
cosa ti importa se
le stelle si eclissano?
In quel
periodo Louis non era molto felice.
Lo notavo dai
suoi occhi cristallini che esprimevano un non so che di malinconia ogni
volta
che mi sorrideva: un sorriso, ovviamente, finto.
Le sue labbra
sottili e rosee si curvavano, formando una mezza luna.
La luna nella
notte era un’immagine d’angoscia, intrecciata con
un’immagine di tranquillità.
La luna
esprimeva, per me, sofferenza ma anche gioia.
L’unica
fonte
di luce che nella notte risplendeva nel cielo, per merito del Sole.
La luna
brillava; come gli occhi turchesi di Louis quando tentava di
impadronirsi delle
mie labbra rosse e carnose con
un
morbido bacio.
Nel vedere i
suoi occhi illuminarsi di spensieratezza, il mio cuore si colmava
d’amore per
lui. Perché io ero il suo Sole, me lo bisbigliava
ininterrottamente
all’orecchio quando ci coccolavamo.
La mezza luna
sul volto del mio piccolo, però, mi portava a meditare.
Era taciturno
ultimamente e non ero consapevole della ragione per la quale non mi
parlasse
mai, se non a monosillabi. La mia preoccupazione saliva al culmine
quando
scorgevo nei bordi della sua maglia macchie più scure del
colore della t-shirt,
motivo che mi portava a considerare l’idea che avesse pianto
e si fosse
asciugato le lacrime col vestito.
Pasqua.
Finalmente
quel giorno era arrivato.
Avevo
pianificato una sorpresa per Louis visto che lui adorava il cioccolato, e l’idea che mi
venne pensai fosse quella più
appropriata.
Louis era
uscito di casa quel pomeriggio, motivo per cui mi decisi di porre in
atto la
mia sorpresa.
Avevo
ordinato tramite internet un uovo di cioccolato –abbastanza
grande per
infilarmi dentro –arrivato in quel momento con un camioncino
parcheggiato
proprio davanti alla casa.
Dopo averlo
portato in casa, nella camera mia e di Louis, pagai il corriere e
iniziai con
la mia pensata.
Mi
imbarazzava alquanto quello che stavo per fare
ma per riavere indietro la felicità del
mio
ragazzo, avrei rubato la
luna al cielo per regalargliela e vedere splendere i suoi occhi di vera
luce.
Mi svestii,
per prima cosa.
Mi sfilai gli
skinny jeans neri che indossavo, dopo essermi tolto le scarpe ed averle
riposte
sotto al letto. Mi tolsi la maglia bianca a maniche corte ed infine i
calzini.
Sospirai, sentendomi ridicolo.
Giusto il
giorno prima ero andato al sexy shop della città, a disagio,
per acquistare una
lingerie che avrei indossato per la mia entrata in scena, prima di
entrare
nell’uovo.
Presi dal mio
zainetto un paio di mini slip neri con tanga e, dopo essermi denudato
anche dei
boxer, me li infilai. Afferrai anche le calze di rete, autoreggenti,
indossando
anche quelle.
Mi osservai
allo specchio e risi di me stesso, ravvivando i miei riccioli con una
passata
di mano.
Non ero male,
ai miei occhi e soprattutto speravo di risultare accattivante a quelli
di
Louis.
Presi il
cellulare e scrissi un sms al mio ragazzo. “Sbrigati, amore.
Ho una sorpresa
per te. Ti aspetto in camera. x”
Dopo averlo
inviato, mi sbrigai ad infilarmi in quell’uovo smisurato di
cioccolato
fondente, sperando non si sciogliesse con il mio calore corporeo. Aveva
una
specie di botola in cima, per
l’appunto
la fessura nella quale mi ero infilato, che richiusi attentamente sopra
di me
prima di sentire dei rumori provenienti dal piano inferiore.
La porta.
Iniziavo a
sudare dalla tensione che mi si era creata in corpo; mille domande a
frullarmi
nella mente, mille pensieri e l’imbarazzo che mi pervadeva il
corpo non era un
buon inizio. Cercai di rilassarmi, respirando a fondo più
volte.
Louis
entrò
anche in camera, lo sentii dalla sua voce squillante che mi
richiamò.
«Harry?
Harry, dove s-» si bloccò ed immaginai i suoi
occhi turchesi soffermarsi su
quell’uovo gigantesco in mezzo alla stanza, con aria
perplessa ma estasiata.
«Oddio, un
uovo al cioccolato! Harry! » Lo sentii schiamazzare e udii
nella sua voce la
felicità di un bambino che aveva appena ricevuto un regalo
dalla nonna.
“Siediti
sul
letto.” C’era scribacchiato sul bigliettino fissato
all’uovo.
Avvertii il
fruscio delle coperte e il cigolare delle molle del letto, intuendo
così
l’ordine eseguito.
Si aprano le
danze. In questo caso la mia danza, e l’uovo.
Spinsi verso
l’altro la cupola, togliendola dall’uovo ed uscendo
con dei movimenti agili da
quella specie di prigione cioccolatosa.
Mi ravvivai i
ricci appena fui fuori e mi morsi il labbro inferiore, rosso e carnoso,
esaminando l’espressione del mio ragazzo con un sorriso
provocante.
Lui non si
mosse ma il suo sguardo vagava completamente sul mio corpo,
trattenendosi sulla
parte inferiore. La sua lingua percosse da un lato all’altro
il suo labbro
inferiore e ugualmente quello superiore.
Mi stava
mangiando con gli occhi, supposi.
Cominciai con
un balletto lento, un movimento d’anche, una calciata in
avanti, l’indice a
delineare il centro del mio petto fino al mio ventre. Con il pollice
abbassai
l’elastico del paio di slip neri che indossavo e gli feci
intravedere la
peluria del mio pube, notando in lui il desiderio di vedere di
più.
Mi avvicinai,
quindi, a lui. Mi chinai con il viso al suo orecchio, sussurrandogli
«Non ti
eccitare troppo, però, eh. », posizionandomi a
cavalcioni sulle sue cosce
muscolose che amavo da morire baciare, mordere ed accarezzare.
Lui mi
osservò in viso, cercò di baciarmi e io mi
scostai, perché il bacio sarebbe
arrivato dopo.
Mi strinse i fianchi con le sue mani minute e osservò le
mutandine che
indossavo, rimanendo sorpreso ma totalmente estasiato dal fatto che i
miei
glutei fossero scoperti e avvertii le sue manine scorrere sulla mia
pelle,
andando ad agganciarsi al mio fondoschiena saldamente.
Alzai un
sopracciglio, compiaciuto dal suo gesto ed iniziai ad ondeggiare il mio
bacino
contro al suo, mantenendo le mie labbra addosso al suo orecchio,
avviando una
serie di finti ansimi per accentuare la sua eccitazione, sussurrando
con un
tono di voce roco, basso, parole sporche.
Seppi che
qualcosa andò storto – o dritto in questo caso
– quando Louis iniziò a palpare
le mie natiche, volendo di più da me, spingendosi con il
bacino verso il mio,
in modo tale da farmi davvero ansimare al suo orecchio.
Lo feci distendere sotto di me, scivolando il suo corpo fino alla
testiera del
letto. Ancora a cavalcioni su di lui, premetti il mio bel fondoschiena
sul suo
basso ventre, stimolandolo con dei colpi di bacino che ci fecero
sospirare
all’unisono dal piacere.
Sollevai la
sua maglia bianca con le mie dita affusolate che sfiorarono la sua
pelle in
modo lussurioso, sfilandogliela di dosso. Aderii il mio corpo con il
suo, il
suo calore mi pervase, la delicatezza della sua pelle a sfiorare la
mia:
brividi a percorrerci lungo la spina dorsale e tremolii sincronizzati
tra loro
che diedero origine allo scontro dei nostri corpi frementi.
Con la fronte
premuta alla sua, osservai i suoi occhi brillanti, azzurri come il
mare. Amavo
le piccole pagliuzze verdi che contornavano la loro pupilla, era come
se noi
fossimo destinati a stare insieme, fino alla morte. Sfumature azzurrine
si
mescolavano con il verde intenso dei miei occhi, segno che di lui, in
me, c’era
qualcosa.
«Ti
amo.» Mi
soffiò sulle labbra, con un sorriso a far curvare le sue.
«Ti amo anch’io.»
Risposi teneramente, premendo le nostre labbra che iniziarono ad unirsi
in una
danza maestosa, rossa come la passione, come l’amore, come
l’eccitazione dei
nostri corpi evidente nei suoi pantaloni della tuta – li
trovavo così
maledettamente eccitanti su di lui, aderivano lungo le sue cosce e sul
suo di
dietro fantastico – e nelle mie mutandine strette che
iniziavano ad
infastidirmi.
Nel corso del
bacio, ci eravamo spogliati di tutti gli indumenti che avevamo addosso.
Le nostre
mani erano così bramose
l’uno dell’altro
che, senza accorgercene, vagavano per tutto il corpo, le mie togliendo
a lui i
pantaloni e le sue sfilando a me le calze autoreggenti.
Era passata
anche l’ora dei suoi pantaloni che gli levai con un colpo
secco a mo’ di
cerotto e le mie labbra pressarono sul rialzamento formato sotto ai
suoi boxer
neri ed aderenti con il desiderio di udire i gemiti strillanti del mio
ragazzo.
Cosa che udii e che mi smosse il basso ventre, ormai troppo accaldato
per la
situazione.
Si
avvinghiò
con le cosce al mio collo, con mia sorpresa, supplicandomi di
soddisfare il suo
piacere con le mie labbra e così feci, perché lo
volevo vedere sotto ai miei
occhi verdi, puntati sui suoi, godere per me.
La mia lingua
scivolò sul tessuto dei suoi boxer, creando una scia di
saliva e di calore che
lo pervase. Inglobai con le labbra la sua erezione tramite i boxer,
massaggiandogliela lentamente con un movimento di bocca, per farmi
supplicare
ancora, infinitamente da quella vocina spezzata da sospiri e ansimi.
«H-Har, ti
prego.. » e amai quella sua tonalità di voce.
Sottile, affannata.
Boccheggiò,
aggrappandosi ai miei ricci folti e profumati di mele e tirandomeli
verso
l’alto; sollevò il suo bacino con impazienza, mi
bloccò il capo in modo da non
farmi staccare dalla sua erezione prorompente e inclinò il
suo viso
all’indietro: un piccolo e seducente ansito uscì
dalle sue labbra semichiuse,
ora rosse come ciliegie e questo innescò in me, il desiderio
irrefrenabile di
averlo dentro me. Corpo su corpo, anima con anima, sguardi innamorati e
sensazioni ampliate dall’eccitazione.
Gli sfilai i
boxer, lanciandoli chissà dove in quella stanza, inondando
di baci umidi –
nonostante a Louis le mie labbra piacevano screpolate – il
suo membro
accaldato, impossessandomi di lui con la mia bocca.
Lui gemeva,
in quel momento. Gemeva estasiato.
Ero cosciente che i miei baci, le mie carezze con la lingua attorno
alla sua
asta dura e liscia, i piccoli graffietti che con i miei denti lasciavo
sulla
sua carne infuocata e le attenzioni che le mie mani davano ai suoi
testicoli ,
lo facevano letteralmente impazzire.
Continuai
fino al punto in cui Louis mi fermò; con le dita strette ai
miei riccioli umidi
mi tirò a sé, baciandomi in modo ardente, erotico
e non me l’aspettai la sua
successiva mossa. Mai, nella mia mente, avrei immaginato di ritrovarmi
sotto di
lui, con il suo sguardo smanioso puntato addosso sul mio corpo chiaro
come il
latte – se non per le macchie d’inchiostro che
delineavano i miei tatuaggi
scuri.
« Ti
voglio..
» mi sussurrò con quel tono lussurioso al mio
orecchio, seguito da un sospiro
particolarmente provocante per il quale io tremai.
In pochi
istanti mi ritrovai sopraffatto dalle sue mani minuscole e morbide che
si
appropriavano della mia pelle, delle sue labbra sottili e vermiglie che
si
posavano qua e là in ogni centimetro del mio busto. Si
soffermarono su un mio
capezzolo ed iniziò a stuzzicarmi, compiaciuto da quegli
ansimi che lui stesso
mi stava provocando. Si fermò, aveva finito nel suo intento.
Con uno
scatto secco mi sfilò le mutandine, divaricandomi le gambe
con lo sguardo
indirizzato al mio. Iniziò con il fingering, introducendo il
dito medio, dopo
avermelo fatto succhiare lasciandomi immaginare al meglio un'altra
pratica
sessuale , nella mia fessura per prepararmi alla sua ulteriore entrata.
Dopo
avermi stimolato abbastanza, con altre due dita inserite, si posizionò tra
le mie gambe magre divaricate.
Lo scrutai.
Esaminava
ogni particolare del mio corpo; occhi celesti, sguardo acceso; labbra
umide e
schiuse che lasciavano spazio a dei sospiri lievi, affannati che si
conservavano nella mia mente; capelli scompigliati, selvaggi. Li
strinsi alle
mie dita non appena prese la mia asta in bocca;
il suo corpo
nudo, angelico – che mai avrei smesso di studiare –
e lui.
Lui che avrei
protetto dalle persone; lui che mi aveva salvato, prendendomi sotto la
sua ala;
lui che mi donava amore, che si concedeva a me, fidandosi; lui che
arrossiva ad
ogni mio bacio, carezza o coccola; lui, Louis.
Era una parte
del mio cuore, ardeva solo per lui e quei suoi occhi color ghiaccio che
quando
mi sussurrava timidamente “Ogni volta che incontro le tue
pietre verdi, il mio
ghiaccio si scioglie, il mio cuore palpita e le mie ginocchia tremano.
Sei il
mio angelo, Harry.” si scioglievano, adornavano ogni mia
più piccola
immaginazione. Pensai che anche i miei occhi verdi si sciogliessero,
per
fondersi con il suo mare, creando una delle sette meraviglie del mondo.
In quel
momento pensai di sentirmi in Paradiso. Quel paradiso nel quale solo
Louis
sapeva portarmi.
Unione.
Una sola
parola per descriverci. L'unione fa la forza, era il detto; ed io e
Louis,
uniti, la ricreavamo.
Completo di
lui, potevo gridargli quell'amore che ci scambiavamo. Uno scambio equo,
ma non
un obbligo. Era capitato; capitato che incontrandoci, i nostri sguardi
si
fermassero l'un l'altro a scrutare chi e come eravamo. Da quel momento
il primo
approccio, il primo appuntamento, il primo picnic, il primo bacio, la
prima
volta, il primo e unico amore.
Emozioni,
sentimenti, calore dei nostri corpi, rumori, versi, amore aleggiavano
in quella
stanza. Stoccate lente e dolci divenute forti e violente alle mie
suppliche di
andare più forte, di affondare in me per sentirlo mio fino
allo stomaco. Lo
sapeva, lui. Sapeva che amavo come facevamo l'amore. E quando lo
facevamo
entrambi eravamo felici, con gli occhi lucidi, miriadi di succhiotti in
ogni
parte del corpo per dimostrare quanto ci appartenevamo. Ogni bacio con
scambi
di sapore, il suo nella mia bocca e viceversa il mio nella sua. Le sue
labbra
così diverse dalle mie, sottili, erano esperte e mi piaceva
quella parte
segreta di lui. Si trasformava da ragazzo timido ed insicuro in un Dio
della
dolcezza, dell'amore e dei rapporti sessuali che ci scambiavamo. Non
per
vantarmi, ma Louis era il ragazzo che tutti vorrebbero avere come
fidanzato ma
per loro sfortuna ama me.
Le sue mani
minute mi stavano carezzando le cosce con gelosia, lui stava affondando
in me
con vigore e la sua bocca semichiusa da dove fuoriuscivano sospiri dal
piacere
era posizionata addosso al mio orecchio.
Iniziai a
soddisfarmi da solo finchè mi sostituì lui con la
sua mano, provocandomi dei
rumori gutturali rochi che soffocò con un bacio sulle mie
labbra rosse
ciliegia.
Quei pochi
minuti erano infiniti, come le nostre emozioni mescolate tra loro,
ampliate dal
nostro amore.
L'orgasmo
sopraggiunse ad entrambi. Lui venne prima di me, svuotandosi
complentamente con
un gemito acuto nel mio corpo. Tutto ciò mi
provocò dei brividi lungo la spina
dorsale e con un tremolio e il suo nome gridato, sporcai il suo addome
con il
mio seme caldo.
Ci sorridemmo.
Si
accoccolò
sopra di me, esausto e presi a giocherellare con delle ciocche umide
dei suoi
capelli, scendendo con un dito a sfiorargli i lineamenti femminili
della sua
mascella. Quanto mi piacevano.
« Ti amo,
femminuccia. » Glielo sussurrai dopo avergli baciato
l'orecchio ed in cambio
oltre al « Ti amo
anche io, Har. » ricevetti un morso
al mio capezzolo. Risi sommensamente, viaggiando lungo il suo corpo con
le mie
grandi mani, soffermandomi sulle sue cosce e sui suoi glutei sodi,
femminili
per l'appunto.
«
Har? » soffiò con il suo tono squillante.
« Sì, piccola? » lo continuai a
provocare; un sorriso vivace dipinto sul mio volto. «
Perché tutto questo? » mi
prese alla sprovvista e risposi sincero, « Eri
giù, Lou. Non sapevo cosa ti
stesse succedendo in questo periodo e ho deciso di regalarti un sorriso
con una
sorpresina. Spero almeno ti sia piaciuta. » lui mi
baciò le labbra. « Mi è
piaciuta un sacco e ... avevo paura. Paura di perderti. Delle notti non
dormo,
perché penso. Penso a noi, a come ci amiamo. Poi rifletto e
dico “Ma se un
giorno finisse tutto?” e mi crolla tutto addosso, Harry.
Senza di te non posso
vivere. Non ci riuscirei. Sei il mio Sole e senza sole il giorno non
esisterebbe. Io non esisterei senza di te, nemmeno un millesimo di
secondo. »
E
finimmo col baciarci all'infinito, fino a sentire le nostre labbra
bruciare, il
respiro mancare e i nostri corpi infuocarsi. La stanza a farsi una
seconda
volta colma di amore e di calore. Una stanza riempita di segreti e di
passione.
Io
ero il suo
Sole e lui era la mia Luna.
“Il Sole amava la
Luna così tanto. Moriva
ogni notte per lasciarla respirare.”
Spazio
autrice. ✌
Ripropongo questa OS Larry, in tema Pasquale nonostante sia appena passato il Natale.
L'ho pubblicata per la prima volta il 22/05/14 con il titolo Sun loves his moon, quindi già passato un annetto e mezzo. Non l'ho ricontrollata e spero ci siano pochi errori!
Ora passiamo al "Come vi è sembrata questa OS? Potevo aggiungere o togliere qualcosa?
Vorrei più opinioni possibili, per migliorare il mio modo di scrivere.
Dovrei tornare con storie original in questi mesi, ma aspetto ancora prima di pubblicare qualcos'altro.
E infine, ringrazio molto chi leggerà, chi recensirà e chi
magari aprirà solamente la pagina per curiosità.
Buone vacanze, esami e amore a tutti!
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