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Autore: Ilee404    03/01/2016    3 recensioni
Un viaggio alla scoperta di un'isola misteriosa, ricco di avventura e colpi di scena. Una ciurma inaspettata, che raggruppa più fandom. Un'unica missione. Siete pronti a salpare a bordo della BiasList?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donghae, Eunhyuk, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 4
 
Era da circa un’ora che la ciurma ed il nuovo arrivato si stavano fissando in silenzio. Lui, seduto a capotavola, picchiettava nervosamente le dita sul tavolo; gli altri si limitavano a fissarlo, senza proferire parola. Nessuno di loro aveva il coraggio di sbloccare la situazione, perché nessuno sapeva effettivamente cosa dirgli. Erano tutti stupiti del fatto che fosse tornato. Dopo il suo esilio l’avevano perso di vista e nessuno si era preso la briga di cercarlo in quell’ultimo anno. Ritrovarsi ora gli uni di fronte all’altro era strano, se non addirittura imbarazzante. Nell’ultima ora si erano uditi solo sospiri, picchiettii di dita e tamburellare di scarpe. Il biondo posò il suo sguardo su ognuno dei presenti, aspettando che qualcuno gli rivolgesse la parola. Improvvisamente, Namjoon si fece coraggio, inspirò profondamente, schiuse le labbra per porre finalmente una domanda, ma Gong gi lo batté sul tempo, esclamando: “Ok, è tornato. E ci aiuterà. Ci serve per la missione, quindi non opponetevi. Siamo tutti d’accordo, no? Bene. Andate a fare qualcosa di utile adesso, su su.”
I bias si guardarono tra loro, leggermente confusi, ma obbedirono. Impugnarono le armi e si prepararono al primo giorno di addestramento.
“Gong gi aspetta!” CL affrettò il passo per raggiungere il suo capitano e, dietro di lei, anche le altre Fedeli.
“Va tutto bene?” chiese, incrociando le braccia al petto. Gong gi annuì. CL alzò un sopracciglio, avanzando di un altro passo verso di lei.
“Sicura?” il suo tono accusatorio non prometteva nulla di buono. C’era qualcosa che non andava? Gong gi non se n’era accorta. Annuì nuovamente, indietreggiando di un passo per non scontrarsi con la più grande.
“Hai visto chi c’è?” la bionda indicò con il capo il ragazzo seduto a capotavola. Il capitano annuì nuovamente.
“Non sono cieca.” aggiunse. CL le picchiettò un dito sulla fronte, facendole leggermente male.
“Lui è qui e tu non hai detto nulla a riguardo.” la rimproverò.
“E che dovrei dire? E’ qui, ha detto che ci aiuterà e…”
“E l’ultima volta una piovra gigantesca ha preso Jiyong per una caviglia, trascinandolo con sé sull’isola.”
“Non capisco dove vuoi arrivare.” Gong gi era davvero confusa dall’atteggiamento della sua unnie.
“Non voglio arrivare da nessuna parte. E’ solo che lui è qui da quanto…sei ore? E tu sei già in preda ad una tempesta ormonale.”
“YAH MA CHE DICI!” gridò la più piccola, dandole un lieve pugno sulla spalla. Mentre le due strillavano tra loro, Victoria si voltò di nascosto verso il ragazzo, constatando che effettivamente una tempesta ormonale era più che giustificata.
Gong gi estrasse la colt di CL dal fodero, la rivolse verso di lei con l’impugnatura libera, in modo che potesse afferrarla.
“Abbiamo un addestramento da cominciare.” si limitò a dire, tagliando così il discorso. CL prese l’arma e la ripose nuovamente nel fodero, sospirando.
“Tieni gli occhi aperti.” le sussurrò. Gong gi annuì, ancora. Capiva che CL era preoccupata, ma questa volta non avrebbe abbassato la guardia. Sapeva che influenza aveva il ragazzo su di lei, quindi non si sarebbe lasciata sopraffare di nuovo.
“Eunhyuk ah” si rivolse al ragazzo “è ora di andare.” Lui le sorrise leggermente, chiedendole se andava tutto bene. La bionda gli sorrise, senza dargli una risposta esaustiva.
Le Fedeli accompagnarono la ciurma fuori dal laboratorio, incamminandosi verso il campo di addestramento che avevano accuratamente preparato due giorni prima. In fondo alla fila, Gong gi portava a fatica un bauletto in legno contenente quella che sarebbe stata la sua arma da combattimento. Giunti sul posto, si divisero in piccoli gruppi, in base alla tipologia di armi che avevano scelto: Victoria si sarebbe occupata degli arcieri Bam Bam e Dowoon; Joy di coloro che avevano armi per combattimenti a distanza, come gli shuriken di Himchan, la balestra di Jonghyun e la frusta di LE; CL di chi possedeva armi da fuoco, ossia di Zico e Namjoon; Hyuna di chi aveva armi per combattimenti ravvicinati, come Niel, Jun.k e Jooheon; infine, Gong gi si sarebbe occupata di chi possedeva spade e pugnali, quindi Sehun, Eunhyuk, Taeyeon e Suzy. Ora che erano tutti ben organizzati, l’addestramento poteva avere inizio.

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“La cosa fondamentale per chi come voi possiede armi per combattimenti a distanza è la precisione.” iniziò Joy. Si sentiva un po’ a disagio a dover insegnare a persone più grandi e mature di lei, ma non voleva deludere il suo capitano, quindi aveva organizzato nei minimi dettagli quella giornata.
“Il combattimento a distanza è meno rischioso, se si pensa che si è effettivamente distanti dal pericolo, e si ha quindi una percentuale minore di essere colpiti a morte. Ma l’altro lato della medaglia è che avete un unico attacco a disposizione, prima di essere individuati o raggiunti dal nemico. Quindi, se sbagliate quell’attacco, siete semplicemente fottuti.”
Camminava avanti e indietro mentre recitava il suo discorso, accuratamente studiato. Himchan, Jonghyun ed LE registrarono ogni sillaba nel loro cervello, preparando le loro armi. Joy sistemò sei bottiglie di vetro ad un paio di metri di distanza da LE ed una ventina di fantocci di paglia a sei metri di distanza da Jonghyun e Himchan.
“Il vostro obbiettivo è colpire quegli oggetti. Ricordate: precisione.” I tre si concentrarono ed iniziarono il loro allenamento. Era più difficile del previsto, ma si destreggiavano abbastanza bene con le loro armi. Jonghyun, in particolare, centrò con le sue frecce diversi fantocci.
“La cosiddetta fortuna del principiante!” precisò Himchan. Lui, di quella fortuna, non ne aveva avuta fino a quel momento. I suoi shuriken faticavano ad arrivare in prossimità dei bersagli. Dall’altra parte, LE era già diventata pratica della frusta. Colpì senza grosse difficoltà le bottiglie, facendole cadere una dopo l’altra.
“Ben fatto” si congratulò Joy “ma questo era solo il primo livello. Dovrai riuscire a far agganciare la tua frusta ai rami degli alberi, o meglio ancora alle armi dei nemici, in modo da disarmarli.”
LE sorrise sotto la bandana. Non vedeva l’ora di imparare a farlo. Joy posò lo sguardo su Jonghyun che centrava con facilità un fantoccio dopo l’altro. Ci stava prendendo gusto, soprattutto perché Himchan, che era al suo fianco, non era ancora riuscito ad abbatterne uno. La bionda si avvicinò a Jonghyun e, con aria di sfida, gli chiese se sarebbe stato in grado di colpire il bersaglio su cui si stavano esercitando gli arcieri Bam Bam e Dowoon.
Jonghyun sorrise, voltandosi verso il suo nuovo obiettivo. Prese accuratamente la mira, poggiando la balestra sul braccio sinistro. Chiuse un occhio per inquadrare meglio il bersaglio e, senza esitare più di tanto, scagliò la sua freccia.
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“YAH! Perché è così complicato?!” Bam Bam scagliò a terra con forza il suo arco. Victoria sospirò, alzando gli occhi al cielo. Si era rivelato più difficile del previsto quell’addestramento. Dowoon non era male, le sue frecce finivano la loro corsa in prossimità del cerchio rosso che indicava il centro esatto del bersaglio. Per quanto riguardava Bam Bam, le cose erano diverse. Era già un’impresa per lui posizionare la freccia sull’arco.
“Coraggio, riprova.” ormai Victoria ripeteva quella frase automaticamente. Nell’ultima ora erano le uniche due parole che aveva rivolto al più piccolo.
“Ora riprovo, si.” Bam Bam si picchiettò le ginocchia, cercando di tranquillizzarsi ed incoraggiarsi da solo. Eseguì qualche saltello sul posto, fece roteare la testa per snodare i muscoli del collo. Strizzò prima l’occhio sinistro, successivamente il destro, convinto che in quel modo la sua mira sarebbe migliorata. Dopo aver raccolto l’arco da terra, la mora glielo porse, sorridendo. Dowoon si spostò di qualche centimetro, in modo da lasciare un po’ di posto in più all’amico. Bam Bam afferrò una freccia, l’ennesima, dalla faretra. Accuratamente, la posizionò tra la corda e il dorso dell’arco. Fece un paio di sospiri profondi. Distese le braccia, sfiorando con il naso le alette della freccia. Lasciò scorrere pochi secondi prima di lasciarla andare. Purtroppo, le cose non andarono come sperava. In modo inspiegabile, la corda si allentò, facendo finire le alette della freccia dritte nel suo occhio destro. Victoria trattenne a stento una risata. Dowoon portò una mano davanti alla bocca, nascondendo un sorriso inevitabile. Bam Bam si guardò rapidamente intorno con l’unico occhio sano che gli era rimasto, verificando che nessuno oltre a loro tre si fosse accorto dell’accaduto. Sbuffò rassegnato, riposizionando la freccia. Il suo viso divenne rosso per l’imbarazzo, ma non si lasciò abbattere.
“Coraggio, riprova.” quella frase le uscì quasi strozzata, da quanto stava trattenendo la risata. Bam Bam ripeté i soliti movimenti, con maggiore accuratezza. Questa volta però, serrò gli occhi prima di scagliare la freccia. Le sue dita lasciarono andare la corda e, pochi istanti dopo, si udì in lontananza il rumore della paglia del bersaglio tagliata dalla punta della freccia. Il ragazzo schiuse prima una palpebra, poi l’altra. Vide che una freccia aveva raggiunto proprio il centro del cerchio rosso. Incredulo, iniziò al saltare sul posto, urlando a squarciagola la sua gioia. Abbracciò prima Victoria, quasi stritolandola, e poi Dowoon, che gli picchiettò lievemente le spalle. Troppo impegnato a festeggiare, Bam Bam non si accorse che Victoria raccolse da terra la sua freccia, nascondendola dietro la schiena, per poi voltarsi verso il gruppo addestrato da Joy, che si stava congratulando con Jonghyun per aver centrato il bersaglio dei compagni arcieri.

 
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“Uffa però, anch’io volevo una spada come la tua, Capitano.” borbottò Sehun, affilando con una pietra il suo machete. L’arma di Gong gi  era davvero unica, così come quella di Eunhyuk. Le loro spade infatti, se unite, formavano un’unica grande spada. Le loro lame avevano una metà liscia e argentea ed una metà seghettata e dorata, proprio perché, originariamente, facevano parte della stessa arma.
“Se mai dovessi diventare ultimate, protrai prendere quella di Eunhyuk.” si lasciò sfuggire tra le labbra Gong gi. Sehun sbuffò, tenendo gli occhi fissi sulla spada che bionda teneva legata al fianco, nel fodero. Suzy e Taeyeon avevano affilato le lame dei loro pugnali ed avevano già iniziato a duellare tra loro. Gong gi le seguiva con lo sguardo, correggendo mano a mano posture e affondi. Mentre aspettava che Sehun si preparasse, Eunhyuk tagliava l’aria con la sua spada, facendola roteare in un duello contro il nulla. 
“Eccomi, eccomi.” Il moro si sistemò la cintura, posizionandosi alle spalle del suo avversario. Quest’ultimo si voltò di scatto, fingendo di colpire Sehun. Il ragazzo strillò, indietreggiando pericolosamente.
“Ma sei scemo? Mi hai fatto prendere un colpo!” tuonò, portandosi una mano sul cuore, come se volesse diminuirne i battiti.
Eunhyuk non riuscì a rispondere. Rideva così di gusto che lo stomaco iniziò a fargli male e dovette poggiarvici una mano sopra. Era passato molto, troppo tempo dall’ultima volta che aveva riso. Aveva tenuto a lungo nascosto il suo sorriso tutto gengive e, finalmente, si stava lasciando andare.
“Yah! Smettetela di perdere tempo ed iniziate il vostro addestramento!” anche se la scena era stata parecchio buffa, Gong gi non tradì il suo atteggiamento composto.
I due obbedirono immediatamente. Gong gi camminava lentamente, da uno spadaccino all’altro, studiando i loro movimenti e correggendo eventuali errori. Lo stridio dello sfregare di lame era un sottofondo perfetto per immergersi nei suoi pensieri.
“E’ stranamente romantico che le nostre spade siano state una cosa sola in passato, non trovi?”
I suoi piedi andavano avanti e indietro automaticamente, si fermavano per ripartire subito dopo. Era soddisfatta di come si stava svolgendo l’addestramento, o almeno quello del suo gruppo.
“Pensi davvero che abbiamo qualche possibilità di vittoria, nel caso in cui sull’isola ci fosse una battaglia?” le parole di Suzy risvegliarono Gong gi dai suoi pensieri. Esitò un’istante prima di rispondere. Proprio in quell’istante, il suo sguardo si era posato sul gruppo degli arcieri, in cui Bam Bam si era appena scagliato la sua stessa freccia nell’occhio. Scosse il capo, lasciando uscire tra i denti in lieve “sì” che suonò più come una domanda che un’affermazione.

 
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“Ah, è così dannatamente noioso!”
Da circa mezz’ora Niel agitava per aria il suo bastone, simulando un duello corpo a corpo. Non c’era nulla di entusiasmante nella sua arma, ma l’aveva scelta proprio perché era la meno pericolosa da usare. Mentre eseguiva i suoi esercizi, ruotò il capo, notando come, dall’altro lato del campo di addestramento, Eunhyuk e Sehun si stessero divertendo. Si chiedeva cosa ci trovasse di così divertente Eunhyuk nell’allenamento, visto com’era piegato in due dal ridere.
Pochi metri più in là, Jooheon e Jun.k si allenavano con dei manichini in legno, assestando colpi molto forti e decisi. Il maggiore sfogò tutta la sua frustrazione contro il povero tronco, riducendolo quasi in segatura. Jooheon, accanto a lui, non poté fare a meno di notare lo strano atteggiamento del suo compagno, ma proseguì i suoi esercizi senza dire nulla. Non era il momento di iniziare quella che si sarebbe tramutata quasi sicuramente in una discussione accesa. Osservando i tre allenarsi, Hyuna diede un morso alla mela color rosso scuro che teneva in mano. Masticò voracemente, tenendo con la mano sinistra l’impugnatura della katana. Finito il suo spuntino, lanciò dietro di sé il nocciolo e si avvicinò a Niel, invitandolo a duellare con lei.
“Terrò la katana nel fodero, così non rischierò di rovinare il tuo bastone. Sarà un duello alla pari.” A Niel piacque molto l’idea. Perlomeno, si sarebbe trovato di fronte ad un vero avversario.

 
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“BANG BANG BANG!”
Dopo ogni pioggia di proiettili, Zico e Namjoon intonavano una strana canzone. Ondeggiavano seguendo chissà quale coreografia mentre ricaricavano le loro pistole.
“Non è che siccome siete già bravi potete permettervi di perdere tempo in questo modo.” CL ormai si stava rassegnando. Era inutile redarguirli, loro erano fatti così. Si era limitata a sistemare i bersagli, sia quelli fissi che quelli in movimento. Non si era intromessa nel loro addestramento. Non ne aveva avuto bisogno. Se la stavano cavando alla grande entrambi, quindi non se l’era sentita di deconcentrarli in qualche modo. Erano già deconcentrati abbastanza per conto loro.
“Non sei incazzato per il mio discorso dell’altra sera, vero?” chiese Zico, infilando a uno a uno i proiettili nel suo fucile.
Namjoon scaricò una raffica di proiettili contro il suo obiettivo.
“Anyia. Se non lo avessi fatto tu, lo avrebbe fatto di certo qualcun altro. E sinceramente, se devo sentirmi dare dello stronzo da qualcuno, preferisco che sia tu.”
Quando il revolver terminò i suoi colpì, il ragazzo sospirò, grattandosi la testa con la canna della pistola.
“C’è qualcosa che non va?” proseguì Zico, sistemandosi la pelliccia nera prima di riprendere a sparare.
A quella domanda Namjoon annuì, stampandosi un falso sorriso sul volto. In realtà aveva visto come, qualche metro più in là, Jun.k stesse massacrando il suo manichino, e non poté fare a meno di immaginare cosa sarebbe potuto succedere se, durante il viaggio, avesse scaricato la sua rabbia contro qualcuno della ciurma. Non era mai andato molto d’accordo con gli altri e i battibecchi passati, uniti al rancore che covava adesso, l’avrebbero potuto trasformare in una sorta di mostro.
“BANG BANG BANG!” Zico ci aveva decisamente preso gusto. Si sentiva potente con quel fucile in mano e, ogni volta che centrava perfettamente il bersaglio, non mancava di farlo notare a CL.
“Hai visto baby? Se ti servirà protezione in battaglia, potrai contare su di me. Non sbaglio e non sbaglierò un colpo. YAH!”
CL si posizionò dietro di lui, aspettò che sparasse il colpo successivo, estrasse con velocità la colt e fece fuoco, frantumando a mezz’aria il proiettile dell’arma del ragazzo. Non attese nemmeno che i frammenti toccassero il suolo per soffiare via il fumo che usciva dalla canna della sua pistola, riporla nel fodero ed andarsene, non prima di avergli scaraventato in faccia le punte dei suoi lunghi capelli biondi.
  
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