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Autore: cin75    03/01/2016    8 recensioni
Dalla storia: "Dean guardò il demone, guardò il Diavolo e poi Sam ai suoi piedi, indifeso. Mille pensieri si rincorrevano nella mente del cacciatore, nessuno che potesse essere utile alla salvezza di Sam...."
SPOILER STAGIONE 11. WARNING!!!!!
Genere: Angst, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Prima di tutto: BUON ANNO A TUTTI e A TUTTE!!!
N.d.A.: questo che vi apprestate a leggere ( spero!!) è ciò che la mia mente malata ha partorito dopo aver visto  la 11x09. Chi non ha sentito un crack nel suo cuoricino quando ha visto quelle lacrime sul viso di Sam???
Chi non ha pensato solo per un secondo “Mio Dio!!! quando lo saprà Dean!!”
Ci tengo a dire che le frasi in neretto non sono di mia “invenzione” ma sono prese dai dialoghi originali della puntata.
Detto questo, vi lascio alla lettura di questa storia che sarà divisa in tre capitoli. Pubblico oggi, mercoledì e poi sabato.
E poi sarò curiosa di sapere quanti di voi non vorrebbero una situazione simile a questa storia!!! Giusto per struggerci un po’!!!
Baci, Cin!!!
 
 

Di nuovo insieme!!”, sibilò Lucifero quando lentamente posò i suoi occhi sul suo inaspettato ospite nella gabbia. “Ciao, Sam Winchester!!...ti sono mancato? Io credo di sì.”, asserì sprezzante. E poi osservando meglio il giovane cacciatore che lo guardava impaurito ma quieto, parlò ancora. “Ma devo essere sincero: sei incredibilmente calmo viste le circostanze!
Sam deglutì, chiuse gli occhi e respirò a fondo. “E’ il modo in cui Dio mi aveva detto che sarebbe accaduto tutto!” rispose quasi con il sorriso sulle labbra.
Oh!! Giusto!!” esclamò entusiasta il diavolo. “Perché tu credevi di parlare con Dio. Ma non c’era Dio nella tua testa.”, rivelò sadicamente. E si sentì soddisfatto quando vide sul volto della sua preda, un lampo di terrore. “C’ero io!!” disse ancora e si avvicinò ancora a Sam che invece diventava sempre più consapevole di quello che era l’ennesimo inganno luciferino. “C’ero sempre e solo io!”, sibilò malignamente mostrando la sua vittoria ad un Sam sempre più sconfitto. “Quindi suppongo di essere la vostra unica speranza!
Non accadrà mai!” riuscì a tirar fuori Sam, anche se ormai sentiva il suo corpo tremare ad ogni respiro che ancora riusciva a fare.
 
Solo in quel momento, forse, Sam, comprese la sua reale situazione.
 
Era all’Inferno. Era di nuovo nella gabbia. Era ancora nelle diaboliche mani di Lucifero.
Era finita. Lui era finito. Era perso.
E Dean non c’era. Non era riuscito a chiamarlo. Non aveva avuto nemmeno la possibilità di dirgli addio. Dean non c’era. Non c’era e non ci sarebbe mai più stato.
E una lacrima e poi un'altra e un’altra ancora corsero senza freni sul suo volto contratto dalla paura di dover rivivere un incubo che credeva aver nascosto in fondo alla sua anima.
Lucifero gli si fece vicino e indicando qualcosa che non c’era , lo provocò malizioso: “Ehi, coinquilino…. Branda di sopra, branda di sotto. O vuoi condividere il letto!?
 
 
Nel parco giochi dove Amara lo aveva rimandato, Dean si sentì per alcuni momenti spaesato. Poi, ritornò lucido e si rese conto di quello che doveva fare. Prese il cellulare e vide che c’era una chiamata persa da parte di Sam. Quella chiamata a cui lui non aveva risposto perché attirato dalla presenza di Amara.
Richiamò, ma non rispose nessuno. Il cellulare squillò a vuoto. Allora chiamò Crowley.
“Finalmente!! sei sparito per ore!!” si sentì rispondere.
 
Ore?? Pensò Dean confuso. La conversazione con Amara era durata al massimo dieci minuti. Massacro di angeli compresi.
Perché Crowley diceva che erano passate ore?
 
“Dov’è Sam, Crowley?!” ribattè duramente, mettendo da parte la confusione temporale. E poi non aveva voglia di perdere tempo con lui.
“Lui adesso è decisamente impegnato. Ma abbiamo cambiato indiscutibilmente ambientazione scenica!” fece il demone.
“E questo che cazzo vorrebbe dire!?” sbottò seccato il cacciatore mentre si avviava all’Impala.
“Che siamo a casa mia, Dean!” lo spiazzò il suo demoniaco interlocutore.
“Siete all’Inferno?!”, esclamò furioso. “Che diavolo ci fate là sotto? Senza di me???” quasi gridò mentre si infilava nell’Impala e metteva in moto.
“Dean, senti…”
“No, tu senti me, brutto figlio di puttana infernale. Se tu o quella strega schizzata di tua madre avete fatto qualche casino che ora Sam sta cercando di rimediare giuro che vi ammazzo e poi brucio le vostre ossa nel primo falò che sarà visibile dalla luna.”,ed era più che una minaccia. Era decisamente una promessa. “Sono in macchina. Dimmi come vi raggiungo!”
“Fermati al primo incrocio. La procedura la sai. Un mio uomo verrà a prenderti e ti porterà qui.” sembrò dire mestamente il Re dell’Inferno.
Dean fece come gli era stato detto e un quarto d’ora dopo entrava nell’antro in cui Crowley aveva sistemato il suo trono.
“Non c’è nessuno qui. Dove cazzo sono tutti?!” ringhiò contro il demone incaricato.
“Devi seguirmi!” disse rabbioso , quasi seccato da fare da maggiordomo, il demone.
Dean, fece lo stesso percorso che solo alcune ore prima, Sam, aveva fatto con Crowley e Rowena e quando le grandi porte dell’abisso infernale si aprirono, una sorta di pesante oppressione si abbatté sul maggiore dei Winchester. Avanzò titubante nel grande antro oscuro, illuminato a sprazzi da accecanti lampi.
Crowley gli andò incontro e per un attimo sembrò sorridere dell’ atterrita confusione che vedeva sul volto del cacciatore. Il demone, furbo, capì immediatamente.
“Cos’è, Dean? Sopraffatto dai ricordi di una vacanza indimenticabile?!” lo provocò.
“Fottiti , Crowley!” ringhiò Dean.
“Ironico. È quello che hai detto ad Alastair per trent’anni quando vi rinchiudevate per i vostri giochetti qui dentro.” continuò rivangando con quel terribile ricordo.
Dean si sforzò di ignorarlo anche se l’immagine di lui imprigionato alla ruota della tortura con Alastair che infieriva sadicamente, ritornò prepotente davanti ai suoi occhi. Deglutì e cancellò quel ricordo con uno molto più importante.
Sam.
 
“Dov’è Sam, Crowley!?” fece avanzando verso la gabbia vuota.
Vide la scia di terra bruciata che correva intorno alle cancellate ferrose. Vide i sigilli magici disegnati da Rowena lungo le pareti basse della prigione. Ma l’unica cosa, l’unica persona che voleva vedere, non c’era.
Sam, non c’era. Dove diavolo era!?
“Abbiamo richiamato Lucifero dalla gabbia e…”
“Avete fatto cosa??!” gridò voltandosi e fissandolo con rabbia. “Vi avevo detto di aspettare me!!”
“Abbiamo aspettato. Sam ti ha anche chiamato ma tu non hai risposto e il tempo correva…” e Dean si maledisse per non averlo fatto.
“Ok! E quindi che cosa è successo?” fece tenendo per lui quella mancanza.
“L’incantesimo ha funzionato. Lucifero è stato richiamato a noi e Sam ha potuto parlargli.” gli riferì Crowley, andando verso la gabbia e rendendo i suoi occhi quasi una fessura, come se stesse mettendo a fuoco una qualche immagine o visione.
“Ma io non vedo nessuno qui…” disse indicando la gabbia vuota. “Che è successo?!”
“In qualche modo Lucifero è riuscito ad abbassare le difese che avevamo creato e allora..” rispose il demone, guardandolo di sfuggita. Come se volesse , in realtà, evitare di guardarlo.
“Allora cosa? é…è scappato? È…di nuovo a spasso ai piani alti? Cosa?” lo incalzò Dean, avvicinandosi.
“No. Lui …lui è ancora nella gabbia. Ha dei poteri ma ..non abbastanza da uscire dalla gabbia!” provò a spiegare con calma. La sua solita calma inglese. Quella dannatissima pacata calma inglese che Dean detestava.
“Ok! Magnifico. Quindi lui è ancora….” poi qualcosa scattò nella mente del cacciatore che fino a quel momento si era convinto che Sam stesse correndo da qualche parte per riprendere un Lucifero fuggitivo. Ma se Crowley non mentiva e si vedeva che non lo faceva, se Lucifero era ancora nella gabbia, dov’era Sam?
“Crowley, dov’è Sam!?” fece avanzando verso il demone con una calma che fece deglutire il Re dell’Inferno.
“Non pensavamo che lui potesse …in qualche modo….le protezioni non dovevano …disinnescarsi…” balbettò il Re indietreggiando appena.
“Dov’è mio fratello?!” fece ormai ad un passo da Crowley, consapevole che c’era qualcosa che quel demone non gli diceva. Ma non per mentirgli ma perché aveva paura di dirglielo.
“E’ stato un imprevisto. Io non…” quasi si ritrovò a giustificarsi il Re quando vide Dean impugnare il pugnale di Ruby e con un movimento veloce puntarglielo alla gola.
“Dimmi…dov’è… Sam??!!” gli gridò esasperato e stanco di quel tergiversare.
 
“Dean!”
 
Le labbra di Crowley restarono chiuse.
La voce che rispose a quella domanda rabbiosa, era flebile. Era stanca. Era ferita. Era quasi un sussurro e per un attimo un solo incosciente attimo , Dean, cercò con tutte le forze di convincersi che non era di Sam quella voce così debole.
Stava fissando ancora negli occhi il demone che aveva bloccato al muro con la lama alla gola, quando vide Crowley stesso fissare qualcuno alle sue spalle.
Lentamente , il demone sentì la pressione sul suo collo alleggerirsi e anche quella della mano che lo schiacciava al muro farsi più leggera. Poi scorse un leggero tremore all’angolo dell’occhio del cacciatore. Lo vide deglutire a vuoto e lentamente lo vide lasciare definitivamente la presa su di lui, lasciandolo libero.
 
Dean mollò Crowley e lentamente si girò verso il punto da cui aveva sentito provenire la voce di suo fratello.
Quando fu completamente girato, la sua mente andò nel panico più profondo. La sua gola si seccò all’istante e ogni pensiero coerente divenne vacuo e senza senso.
Davanti a lui, imprigionato nella gabbia, c’era Sam. Al suo fianco, imponente, dall’aria compiaciuta, Lucifero e il suo ghigno soddisfatto.
Dean fissò lo sguardo su suo fratello. Il giovane era in ginocchio. I jeans sdruciti, logori. Come era possibile che fossero ridotti in quella maniera? Aveva lasciato Sam solo da qualche ora?
Il fratello era a torso nudo e la sua pelle era arrossata , sporca, segnata da numerose ferite e altrettanti tagli.
Le braccia abbandonate lungo i fianchi. Il capo era chinato in avanti e i capelli per questa ragione coprivano il suo volto. La sua posizione indicava sconfitta, sottomissione.
E quell’immagine spezzò il cuore di Dean in mille pezzi, poiché il suo coraggioso fratello non era uno che si lasciava sconfiggere , tanto meno sottomettere.
Che cosa gli aveva fatto Lucifero, allora?
 
“No…no..no…” iniziò a sussurrare Dean in preda al terrore di quello che vedeva. Fin quando quel “no” sussurrato divenne un urlo feroce.
Il maggiore dei Winchester si scagliò con furia verso la gabbia ma a pochi centimetri da essa, una forza invisibile lo spinse con violenza contro la parete a cui fino a pochi minuti prima teneva attaccato Crowley.
Dean sbattè con forza la schiena , ma la rabbia di vedere Sam in quelle condizioni, lo fece alzare di nuovo e lo fece , con più determinazione, provare una volta ancora ad oltrepassare quella barriera magica invisibile. Il risultato fu lo stesso.
Spalle al muro. Culo a terra.
Ma questo non gli impedì di provare ancora e ancora, fin quando anche Crowley non si decise a fermarlo.
“Mollami o ti uccido. Devo riprendermi Sam!” gridò strattonandosi dalla presa del demone.
“Dean…stai solo sprecando tempo e forza. Non oltrepasserai mai la linea di protezione!” sibilò il demone.
“Cederà, prima o poi cederà!” azzardò stupidamente
“Sì, magari quando avrai tutte le ossa rotte!!” gli fece presente Crowley.
“Allora richiama tua madre. Falle togliere i sigilli…io devo entrare in quella gabbia!” gridò furente.
“Non sono i nostri sigilli a tenerti fuori o tenere lui dentro!” fece Crowley.
“Cosa?!” esclamò atterrito.
“E’ lui!” disse indicando Lucifero che li osservava spavaldo.
 
Dean guardò il demone, guardò il Diavolo e poi Sam ai suoi piedi, indifeso. Mille pensieri si rincorrevano nella mente del cacciatore,  nessuno che potesse essere utile alla salvezza di Sam.
Panico!
Dean era nel panico più assoluto e si sentiva male perché lui non era abituato ad una simile situazione. Non così assurda!!!
 
“Voleva un tramite per ritornare a spassarsela per il mondo in cambio di un aiuto contro Amara. Sam gli ha detto di no. Lucifero ha indebolito la forza dei sigilli messi da Rowena e lo ha preso. Dopo di che ha riattivato tutto.” gli riferì il Re degli Inferi.
“Ma come fa …”
“Ad avere ancora dei poteri? Non lo so. Ma a quanto pare ne ha ancora qualcuno nella manica e di certo vuole usare Sam come merce di scambio o per ricattarti o semplicemente per divertirsi.” ma dallo sguardo che ricevette si rese conto che l’ultima affermazione era stata decisamente fuori luogo.
“Come lo tiro fuori? Come mi riprendo mio fratello?!” con un tono misto di rabbia e disperazione.
“Non lo so. Ma Rowena sta cercando qualcosa che…”, ma ormai Dean non lo ascoltava più.
Era tornato a fissare suo fratello. La debolezza della sua posizione. Quella sottile linea rossa che scivolava via dalla sua bocca fino a macchiare il pavimento già lurido della gabbia.
Il maggiore si avvicinò il più possibile e Crowley penso che avrebbe cercato ancora di oltrepassare il limite, mentre invece guardò stupito il gesto che Dean compì lentamente, quasi come se si fosse arreso.
Il cacciatore cadde sulle ginocchia esattamente di fronte al fratello. Immagine speculare del giovane Winchester.
“Sam…Sammy….fratellino sono qui. Sono qui, guardami. Ti farò uscire da qui. Ti salverò. Sammy..Sammy!!” continuava a ripetere come per convincere il fratello imprigionato che non era un’allucinazione demoniaca ma che invece era reale.
Il demone per un attimo restò fisso su quell’immagine, non riuscendosi a spiegare perché sentiva un peso dentro di lui. Non poteva sentirsi in colpa per quella situazione. Cavolo!! Lui non aveva nemmeno un anima che gli permettesse di sentirsi in colpa.
E allora perché diavolo gli faceva così effetto vedere Sam sconfitto all’interno della gabbia e Dean sconfitto al di fuori della stessa gabbia?
 
“Ma che scena straziante!” canzonò Lucifero. “Mi viene quasi da piangere.” e poi con un semplice gesto della mano, fatto in direzione di Sam, il corpo del giovane si issò a mezz’aria inarcandosi come se una forza invisibile lo stesse strattonando , tirandolo da mani e piedi.
Sam gridò di dolore e il suo grido era spezzato solo da disperati singulti di pianto.
Dean scattò in piedi al grido di dolore del fratello torturato.
“Nooooo!! Saaamm!!” urlò in direzione della gabbia. “Maledetto figlio di puttana. Lascialo stare…..lascialo!!”
“Perché??…..ci stiamo divertendo così tanto!” fece Lucifero facendo un rapido movimento con la stessa mano. E in quel movimento Sam impattò duramente contro le sbarre della prigione demoniaca.
Lucifero si mosse ancora e Sam volò all’altro lato della gabbia, urtandola , questa volta, con la schiena.
“No, per favore…..basta!!” gridava Dean vedendo il fratello che ormai accusava i colpi senza reagire. “Ti prego!!!”
“Fallo ancora, Dean!”, disse con sadica enfasi Lucifero. “Pregami!!” lo provocò. “Supplicami!” lo mortificò.
“Ti prego!, basta….basta!!”, non poteva rifiutarsi. Non per Sam. “Sam….Sammy!” sussurrò distrutto dal senso di inutilità.
“Fai “ciao, ciao!”con la manina Sammy!” fece subito dopo Lucifero, rendendo sia lui che Sam , di nuovo invisibili a chi li stava osservando.
“Cosa?. no, no, no….Dove sei?? Sammy???” gridò rabbioso al vuoto che solo i suoi occhi avevano davanti.
“Dean!” fece il demone che aveva comunque assistito a tutto. “Dean?!”
“Perché non li vedo? Perché non li vedo più?” chiese furioso girando intorno alla gabbia , come se cambiando angolazione, sarebbe potuto cambiare ciò che vedeva. O non vedeva.
“In qualche modo, come ti ho detto, Lucifero , almeno all’interno della gabbia ha dei poteri. Uno dei quali gli permette di rendersi invisibile…” ma dal suo tono Dean capì che c’era altro.
“E cosa?”
“…invisibile ad occhio umano.” concluse.
“Tu…tu puoi vederlo?!” e il demone annuì.
“Che sta facendo?" fece con terrifica ansia.
“Senti, farti la telecronaca di quello che sta accadendo lì dentro non servirà a niente. Sappi solo che devi smetterla di compiangere te e il dolore di Sam, e iniziare a capire come tirarlo fuori da lì se vuoi ancora un fratello minore con cui starmi alle calcagna quando questa storia sarà finita.” cercò di riportarlo alla ragione.
“Crowley, cosa….”
“Credimi…” e poi guardò per un attimo all’interno della gabbia e strinse gli occhi. “..non vorresti saperlo.” e a quell’affermazione Dean guardò ancora verso la gabbia apparentemente vuota e si passò disperato la mani tra i capelli.
“Sammy!!!” gridò forte come se quel grido potesse essere d’aiuto al fratello prigioniero.
   
 
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