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Autore: Uptrand    03/01/2016    5 recensioni
Un vecchio nemico si fa avanti minacciando nuovamente la galassia, intanto su Noveria, sotto il ghiacciaio di Barbin i lavori procedono. Olivia Williams Shepard sarà ancora chiamata in azione per cercare di risolvere la situazione.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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«Trish ma che diavolo hai fatto? » chiese Alexya allibita.
«Che io sia fottuta se lo so. Mi stavo solo allenando. »
Diana, barcollando, cercava di rimettersi in piedi. Un’onda d’urto lanciata dalla sorella l’aveva scagliata contro la parete della palestra che stavano usando per allenarsi, danneggiando molte attrezzature. Un lancio di almeno cinque metri.
Alexya, anche lei in palestra ma solo per godere della compagnia delle altre due, era immersa da ben tre giorni in svariate letture di extranet che avevano due soggetti costanti: la vendetta e la Noveria Corps.
Lei aveva capito che i personaggi alla ricerca di una rivincita facevano una brutta fine anche se riuscivano a ottenerla. Le sembrarono tutti degli idioti, aveva cercato quei testi per imparare qualcosa sull’arte di vendicarsi. Capì subito di aver perso tempo, gli autori di quei libri le parvero degli sciocchi altro che geni della letteratura.
La ricerca sulla Noveria Corps non erano andate meglio, i giornali riferivano che i titoli della compagnia continuavano a perdere valore in borsa.
Il nuovo presidente Meng Durand si mostrava fiducioso alla stampa, alle sue spalle spesso si vedeva il direttore Cristina Balestrieri. Avrebbe voluto parlare con entrambi, dubitava che ci sarebbe riuscita. Sapeva poco di Cristina, ma se era stata scelta da Dasha doveva essere capace e pericolosa.
Meng Durand non sapeva chi fosse, era certa di non averlo mai incontrato eppure stando con Dasha avevano fatto conoscenza con i vertici dell’azienda.
Cercò di seguirne le tracce, di come si fosse arricchito arrivando in cima così velocemente. Lesse di una fortuna ottenuta per la morte di alcuni soci quando Caninea era stata distrutta, dell’appoggio del Consiglio della Cittadella a presidente della Noveria Corps ma quando provò a ad analizzare dati economici sulle azioni della compagnia si perse.
Ottenne solo un gran mal di testa, era troppo complicato per lei. Poi ci fu un gran baccano e Diana che urlava.
Trish era sempre stata forte fisicamente, i suoi poteri a eezo 19 avevano rafforzato quella parte di lei. Il resto delle sue capacità era in linea con i parametri delle altre due, ma schiacciare a distanza sua sorella contro una parete era ben oltre alle sua capacità.
« Mi viene da vomitare. Mi aiutate? » bofonchiò Diana. Entrambe corsero a sorreggerla.
« Trish porta Diana in infermeria. » disse Alexya.
« E tu? »
« Devo parlare con Kelly. »
 
« Come posso aiutarti Alexya? » chiese la psicologa.
Ancora non si era abituata alla nuova realtà dei fatti. Alexya, Diana e Trish Weaver si erano sbarazzate dell’indottrinamento. Gli esami non erano ancora completi ma non vi erano dubbi, per la prima volta da oltre un decennio dalla loro clonazione erano in possesso di tutte le loro facoltà mentali.
Non aveva mai pensato che la terapia proposta da Oriana avrebbe dato simili risultati. Pianse di gioia per loro appena se ne rese conto.
« Io…voglio una connessione a extranet, inoltre desidero consultare i dati medici miei e delle mie sorelle. »
« Come mai queste richieste? Non ti erano mai interessati. »
« Prima non sono mai stata in me, adesso voglio capire e... » inclinò la testa di lato « sei nervosa … » Inconsciamente Kelly deglutì « Hai deglutito… lettura del corpo, ricorda di cosa siamo capaci, non era quel programma in testa a darcele. È la richiesta dei dati medici a preoccuparti, perché? » chiese Alexya fissandola con quegli occhi, un azzurro intenso come non se ne vedevano uguali.
«È complicato…ne ho parlato con Oriana…temiamo quello che voi potreste fare. Perché so che cercherete vendetta. »
« Mi pare naturale. »
« Correreste troppi rischi, è sbagliato. »
La ragazza si alzò furiosa « Sbagliato! Si, è sbagliato che io non sia una persona normale, è sbagliato che Dasha sia morta e Isabella in coma, è un universo pieno di sbagli ma che va avanti lo stesso...Kelly, voglio quei documenti! » affermò protraendosi verso di lei.
“ Dasha… ” pensò per un istante la psicologa, il corpo era di Isabella ma con il carattere della Weaver. Quella rabbia gelida era tipica della signora di Noveria.
« Va bene. » disse porgendo ad Alexya i documenti. La ragazza ne aveva tutti i diritti, solo temeva decisioni avventate.
Lei li scorse velocemente, troppe pagine che non le interessavano, andando direttamente alle conclusioni finali « … l’eezo dei pazienti Alexya, Diana e Trish è prossimo al suo sviluppo finale. Come risultato si avrà la totale conversione in eezo 19, si presume un aumento notevole dei loro poteri. » disse leggendo ad alta voce.
Fissò Kelly « Questa davvero non me l’aspettavo, negli ultimi anni avevamo notato un certo cambiamento nei nostri poteri… ma … potremmo diventare potenti quanto Isabella… » disse folgorata da quella idea.
« Alexya…»
« Questo probabilmente spiega l’incidente di prima, noi da sole potremmo riprenderci la Noveria... se poi Isabella... »
« Alexya, rimani calma. »
« Calma! Ho i mezzi per vendicarmi! Lascia che i direttori riuniti vedano noi tre e ci riprenderemo quello che è nostro. Useremo i soldi che ci ha lasciato e scoveremo chi sta dietro a … »
« Alexya!! » urlò Kelly, cosi forte da far sobbalzare la ragazza « Per questo non volevo mostrarti quelle carte, stai correndo troppo. Pensi di essere migliore di Isabella? Di riuscire a fregare chi ha fatto fuori Dasha? Sul serio pensi di essere così in gamba? Lascia che ti risponda io…No! » dichiarò sostenendone lo sguardo.
Infine fu Alexya ad abbassarlo. Kelly sorrise, per quanto forti rimanevano delle adolescenti. Pronte a entusiasmarsi e con la stessa velocità a deprimersi.
Decise di andare su un discorso più neutrale « Hai chiesto un miglior accesso a extranet, come mai? »
Lei gli mostrò ID che le identificava come personale di alto rango della Noveria Corps « Vorrei inserire questo, una volta sul sito della compagnia. Dovrebbe darmi accesso a dati riservati. Potrei scoprire qualcosa. »
« È ancora valido? »
« Non lo so, penso che un tentativo si possa fare. »

*****


Sul computer di Cristina apparve un avviso, un codice ad alta priorità era stato usato nel sistema, accedendo a zone riservate attraverso i server di Avalon. Non aveva bisogno di controllare per sapere a chi apparteneva.
Si recò nell’ufficiò di Durand « Signor presidente, potrei sapere dove si trovano Alexya, Trish e Diana Weaver. Se è ancora interessato a quest'informazione? »
« Ha tutta la mia attenzione. » rispose lui, sorridente, da dietro la scrivania.

*****


Una decina di uomini in nero si presentarono alla reception della fondazione Lawson in Germania, affermando di essere li per scortare Alexya, Diana e Trish a Toronto, in Canada.
Alle due donne non piacevano. Niente gli identificava come membri di Divisione N, sembravano criminali da strada in vestiti eleganti anche se molti di quei soldati in grigio roccia avevano simile provenienza.
Kelly decise per un confronto diretto, Oriana la seguì « Dove sono le mocciose? » esordì un uomo, evidentemente il capo.
« Le...? Non potete essere di Divisione N, nessuno le chiamerebbe in quel modo. » dichiarò Kelly che venne afferrata per un braccio.
« Divisione N non c'è più. Le mocciose?! » ripeté l’uomo, mentre altri due bloccavano Oriana.
« Non si toccano le signore, idiota. » disse una voce paurosamente rauca. Un vecchio con cappello a tesa larga che gli copriva il volto e impermeabile stava in piedi alle loro spalle.
« Vattene vecchio! » urlò uno degli individui che tratteneva Oriana.
Il nuovo venuto alzò un braccio, la manica dell'impermeabile glielo copriva per intero, questa ricadde svelando la bocca di un fucile a pompa.
La testa del capo esplose come un petardo, a un altro venne amputata la gamba dal colpo del secondo fucile che il vecchio aveva tenuto coperto nell’altra mano.
Un proiettile diretto alla sua spalla venne deviato, strappando parte dell’impermeabile e svelando un pezzo di corazza giallo/bianca. Mentre chi aveva sparato cadde morto, dopo un colpo in pieno petto.
« Bisogna avere il vestito giusto per l’occasione. Voi non l’avete. » disse il vecchio divertito.
Concentrati su di lui vennero colti di sorpresa da un'onda d’urto che li scaraventò verso l’alto. Un uomo a mezz’aria venne tagliato in due da Diana che in armatura terminò il suo balzo sul muro di fronte, a un paio di metri d’altezza, lo usò per darsi la spinta ed eseguire un salto biotico nel quale aprì il petto ad altri due individui.
Quando toccò terra, altri tre nemici giacevano morti ma non per opera sua. Tutti con un taglio netto e pulito sul corpo a decretarne la morte. Alexya fu accanto a Diana che guardò la propria spada, l’intera lama grondava sangue mentre quella della sorella era perfettamente pulita come non fosse stata usata.
« La miglior tecnica di spada dopo Isabella. » mormorò Diana complimentandosi, non senza un po’ d’invidia verso Alexya.
« Siete delle disgraziate, mi avete usato solo per far confusione…siete state le sole a divertirvi. » Le rimproverò Trish, sopraggiungendo dopo aver lanciato l’onda d’urto.
Diana indicò l’ultimo nemico ancora in piedi. Trish si diresse verso di lui che buttò l’arma e alzò le mani in segno di resa. Con uno scatto improvviso lei allungò la mano verso la sua faccia, affondando le dita nell’orbita dell’occhio sinistro strappandoglielo. L’uomo cadde a terra urlando e scalciando.
Quando Trish gli premette il piede sulla gola, lui fu costretto a tacere per mancanza d’aria.
« Chi vi manda? » chiese Alexya facendosi avanti.
« Meng Durand. » rispose con un filo di voce l’uomo.
Alexya fece cenno a Trish, la quale cavò l’occhio restante allo stesso modo « Ho fatto la coppia! » affermò divertita, per ficcarglieli poi in gola al criminale con un pugno. Giù in profondità, spezzando denti e alcune ossa.
Morì qualche istante dopo per soffocamento, con Diana e Trish che chine su di lui guardavano divertite. Sembravano delle bambine che avessero appena torturato un insetto per gioco.
Kelly e Oriana avevano assistito disgustate, in particolare la sorella di Miranda che non le aveva mai viste all’opera.
Per un attimo anche Kelly si sentì male quando le parve che Trish si portasse le dita alla bocca, tolto l’elmo, per leccarne il sangue. La ragazza si girò dall’altra parte e non vide bene.
 
« Ho visto morti migliori su Omega. Coraggio Kelly, bisogna andare. » dichiarò l'uomo gettando via capello e impermeabile. Una sottile cicatrice sul volto, gli circondava quasi del tutto l’orbita destra. L’occhio era palesemente artificiale, essendo l’iride molto tenue e di un colore diverso dall altro. I capelli erano molto corti, grigi e portati all'indietro.
La cicatrice era dovuta a un trapianto facciale, dopo che un suo ex-socio era quasi riuscito a ucciderlo.
« Zaeed Massani! Ma cosa? » esclamò Kelly, riconoscendo il mercenario veterano membro della SR2.
« Non ora, dobbiamo portare quelle tre al sicuro. »
« Che? »
« Non ora, ho detto. »
« Spero che tu abbia una buona scusa. » - rispose la psicologa per poi rivolgersi alle ragazze - « Questo è un amico, so che la gente nuova non vi piace però sarà meglio fare come dice. Fidatevi di lui. »
« Quante parole...so qualcosa di questa storia mocciose e di vendette...se volete la vostra seguitemi. » lo fecero senza esitazione a quell'affermazione. In più, da quello che intuirono dal suo linguaggio del corpo sembrava simpatico.
Lasciarono Oriana che disse sarebbe stata al sicuro, inoltre qualcuno doveva rimanere per dare spiegazioni alla polizia. « Vai tranquilla Kelly, so badare a me stessa. »
 
Una stanza in uno dei sobborghi peggiori della città, con l'unico vantaggio di essere vicina allo spazioporto. Una via di fuga rapida.
Kelly si sarebbe sentita in pericolo se la compagnia fosse stata diversa, Zaeed Massani era invecchiato, era lento e usava un bastone. Ma era come un pezzo di ferro arrugginito, grattata via la ruggine era ancora buono per rompere qualche osso. Con loro Alexya, Diana e Trish sicuramente più pericolose di qualsiasi criminale locale.
« Dentro! » ordinò Zaeed, facendosi da parte e assicurandosi che nessuno osservasse.
Fu con vera gioia e sorpresa che Kelly incontrò la dottoressa Karin Chakwas, aveva accompagnato Shepard in tutte le sue missioni fin dalla Normandy SR1. Aveva sempre avuto un comportamento distinto e un fisico invidiabile per la sue età.
Il volto della donna era affilato con zigomi pronunciati, un misto di colori chiari e scuri. La pelle era molto chiara, le sopracciglia erano estremamente rade e nere salvo farsi spesse all'attaccatura del naso, cosa accentua ancora di più quando assumeva un'espressione arrabbiata.
Gli occhi erano penetranti, di un colore tendente al grigio. Il naso era estremamente diritto, severo, come il taglio castigato dei capelli, grigi, che lasciava libertà solo a un ciuffetto ribelle sulla fronte, a destra. La bocca larga ma sottile contribuiva a dare l'idea di severità.
Sapeva che lei e Zaeed avevano deciso di trascorrere la pensione insieme, accomunati dal timore di ciò che significava per entrambi. Non pensava però che il mercenario l'avrebbe coinvolta, avrebbe dovuto sgridarlo per quello.
« Che sta succedendo Zaeed? Le ragazze braccate dalla Noveria Corps? » chiese Kelly.
« Non è la Noveria Corps! » disse una voce artefatta. Solo allora Kelly notò nell'angolo più buio della stanza una figura muoversi, lontana da qualsiasi fonte di luce. Un puntino luminoso, una sigaretta accesa, attirò la sua attenzione e non poté fare a meno di seguirne i movimenti mentre la misteriosa sagoma se la portava alla bocca e tirava un paio di boccate.
« Il vecchio è servito a qualcosa. » dichiarò, con un tono che forse sarebbe dovuto essere sarcastico se non fosse stato pesantemente alterato dal tono sintetico.
« Non costringermi a insegnarti l'educazione usando la cintura, ragazzina. » minacciò Zaeed.
Le ragazze mormoravano fra loro, Kelly non capiva cosa « Chi sei? »
« Penso di aver avuto un aspetto migliore, in passato. » una luce si accese.
La testa rasata, la pelle arrossata e ustionata in diversi punti, l'occhio sinistro era assente, come pure il braccio e sotto la pelle s'intravedevano alcuni impianti artificiali.
Anche così riconobbero il vice della sicurezza della Noveria Corps di Dasha.
« Signorine, bello vedervi. » disse Naomi Takara.
 
« Naomi, puoi spiegare? » chiese Kelly stupefatta.
« Molto semplice, quel giorno dovevo accompagnare Dasha a un incontro, qualcuno le aveva fregato una fetta della società. Arrivati lei entrò da sola nell'ufficio, subito dopo fu l'inferno. Fuoco ovunque, i miei uomini erano avvolti dalle fiamme come chiunque fosse nel palazzo. L'uscita e ogni via verso l'alto era bloccata, così sono andata in basso. Quando il palazzo è crollato sono strisciata nelle fogne allontanarmi non vista, dopo ho chiamato Zaeed. Fortunatamente era già in città, dovevamo incontrarci per altri motivi. La Chakwas mi ha medicato e curato, peccato che per farlo abbia dovuto tagliare parte di me. » disse indicando il moncherino del braccio e il lato sinistro in generale.
« Vorrei capire perché vi conoscete. » chiese Kelly.
« È mio padre. »
« Ehhhhhh!!!!!! » gridò stupita.
« Mia madre era una giovane donna, lui un vecchio porco, una notte ed eccomi. Ammetto che scoprire che mio padre era Zaeed Massani, uno degli eroi della Normandy, è stata una vera sorpresa. »
« Ma siamo certi?» domandò la psicologa.
« Ho eseguito io i test. » rispose la Chakwas.
« Questo elimina ogni dubbio. Figlia di Zaeed Massani. » Sospirò Kelly rumorosamente « Non so da dove incominciare a criticarti. » disse al vecchio mercenario.
« Perché? Io...Che vuoi? » urlò a Trish che gli tirava la mano.
« Ho fame “nonno”. »
Chakwas gli tappo la bocca « Meglio che controlli i tuoi modi. » lui annuì.
« Dasha...è veramente morta? » domandò Kelly.
« Non lo so. Ma ho un nome sul possibile responsabile di tutto questo: Meng Durand il nuovo presidente della Noveria Corps. È lui che Dasha doveva incontrare. »
Tirò una boccata « Adesso ho io una domanda. Cosa è successo alle ragazze? Potete fingere signorine, ma non crediate di fregarmi. »
Alexya si fece avanti « Avrai le tue risposte. Tu dammi le mie. Cos’è questa chiave elettronica? » disse mostrando quello che l’avvocato aveva lasciato.
« Una chiave per il passato. » Aaserì Naomi con un sorriso entusiastico.
 
Le porte dell'ufficio di Cristina a Toronto si spalancarono e un infuriato Durand fece il suo ingresso.
« Signor presidente, posso essere d'aiuto? » disse lei.
« Alexya, Diana e Trish Weaver ci sono scappate. Chi ha avvisato? »
Sinuosa, si mosse con un che di sensuale « Pensa a un tradimento da parte mia? » Lui non rispose fissandola in silenzio « Mi sono privata dell'appoggio di quasi tutto il direttorato per sostenerla, non mi rimangono molte alternative. Se vuole controlli pure i miei movimenti e i contatti di questi giorni, non ci troverà niente di strano. »
Lui l'aveva già fatto, non trovando nulla. Eppure le sue proiezioni mentali non lasciavano dubbi, anche se quelle su qualcosa di illogico come il comportamento delle persone erano le meno precise.
« Forse è meglio così, non ho capito perché le volesse. » disse Cristina.
« Non ti riguarda. » Possedevano l'eezo 19, erano una potenziale minaccia per i suoi creatori. Un obiettivo secondario allo stato attuale, ma avendo l'occasione non se le sarebbe lasciate fuggire.
La Balestrieri gli fece notare dell’altro « Abbiamo problemi maggiori. Esserci disfatti di Divisione N sta causando malumori e scioperi un po' ovunque, si segnalano ritardi, la produzione di eezo 19 è calata. Questo a causa della diminuzione della sabbia rossa, lei ha arbitrariamente tagliato i ponti con Omega, questi nuovi fornitori non bastano. »
« Ci daranno quello che serve. » sostenne Durand.
« Non dubito della sua fiducia visto che ha permesso loro di scendere su Noveria assieme a bande di mercenari. Stanno causando problemi nelle cupole abitative. La gente si era abituata alla politica di Dasha, di tenere chi era fuori dalla compagnia lontano da Noveria. »
Durand trattenne un sorriso, la produzione di armi per combattere i suoi creatori era calata.
Quello che voleva, se solo fosse riuscito ad accedere al sistema centrale della Noveria Corps, avrebbe potuto accelerare quel lavoro di settimane e scoprire le informazioni più sensibili. Come le posizioni degli impianti per la produzione di eezo 19 in costruzione nella galassia.
La porta si aprì nuovamente e Makarov entrò, trasportando senza fatica un fagotto piuttosto voluminoso che si muoveva.
« Oh bene, ecco una prova della mia fedeltà. Scaricalo pure qui Makarov. » ordinò Cristina.
« Si direttore. »
Il gigante russo mise a terra il sacco da cui uscirono diversi lamenti, un volus ammanettato rotolò fuori.
« Non può parlare, ho messo fuori uso il microfono della sua tuta. Non stava zitto. »
« Signor presidente ecco a voi Sunt. Hacker assassino, capo informatico di Dasha e creatore del sistema della compagnia. »
Meng sorrise per nascondere la propria diffidenza, un regalo utile ma avrebbe preso le proprie precauzioni. « Molto bene. »
 
Sunt guardò Durand incuriosito, ripensando alle parole di Makarov quando l'aveva preso “Se collaborerai perderai la tua utilità e morirai” . Cercò di riflettere su quali fossero le reali intenzioni di ciascuno dei presenti.
Considerò un vantaggio non poter parlare, gli dava tempo per riflettere. Accedere alla parte centrale del sistema della Noveria Corps, lo volevano per quello...con soddisfazione rise sapendo di non poter essere ascoltato. Quello era il suo capolavoro, non avrebbe mai realizzato qualcosa di fallato per Dasha.
Farlo sarebbe stato contrario a una delle sue aspirazioni maggiori, rimanere in vita. Per accedervi e averne il comando assoluto c'era solo un sistema: Il codice di Dasha o …
Un paio di persone lo sollevarono interrompendo i suoi pensieri. Nuovamente si fece tutto buio.

*****


Dolore, un universo di sofferenza era tutto ciò che Dasha avvertiva con ogni suo senso. Forse si sarebbe vergognata di se stessa, se avesse potuto vedersi in quello stato.
Appesa inerme a quelle catene, un volgare pezzo di carne, senza neanche più l’energia di lanciare insulti. Aveva perso le funzioni del proprio corpo, si sentiva lurida nelle sue parti intime, mentre la saliva le colava dalla bocca aperta. Non aveva la forza per chiuderla né le importava. Lo stupro le era stato risparmiato, si chiese per quanto.
Ammise con se stessa che avrebbe dato ai suoi torturatori quello che desideravano, la “chiave” per il sistema centrale della Noveria Corps, se non avesse preso provvedimenti perché fosse impossibile estorcerglielo.
Ora le sembrava quasi uno sbaglio, come sarebbe stato piacevole darglielo e morire dopo. Far cessare il dolore.
Sentì una porta cigolare, i suoi carnefici la lasciavano sola per darle l'occasione di riposare solo per tormentarla nelle ore successive. Le pareva fossero in anticipo.
Udì protestare. Dal modo di parlare le sembrava un volus, non ne era sicura. Mente e sensi erano offuscati. 
Sunt fu gettato in ginocchio, ai suoi piedi.
Una figura umana entrò nel cono di luce, lei riconobbe il vecchio cinese. Assisteva sempre, con piacere evidente, alle torture che le venivano inflitte.
« Ecco la donna che ti comandava, di terribile ora non ha più niente. » disse il vecchio indicandola.
Qualcuno la afferrò per i capelli, alzandole la testa. La volevano ben in vista.
« Dasha... » mormorò Sunt che durante il tragitto era riuscito a far funzionare in parte il microfono . Era viva, sempre che ci fosse ancora una volontà in quel corpo martoriato. Ecchimosi erano presenti ovunque.
« Abbiamo sperimentato vecchie e nuove tecniche per costringere qualcuno a parlare, è stato istruttivo. Però ancora resiste. » spiegò il vecchio cinese.
Sunt osservava silenzioso, la nudità di Dasha non lo sconvolgeva, per lui era un'aliena.
Gli occhi però...rivolti all'indietro non aveva più niente di quella forza e senso di pericolo che l'avevano caratterizzata. Erano vacui, come se la mente che ci stava dietro se ne fosse andata.
« Guarda! » ordinò il vecchio cinese.
Uno dei torturatori prese una lama luminosa, al volus scappò un urlo quando la vide trafiggere Dasha. Lei urlò disperata per tutto il tempo in cui l'uomo gliela tenne conficcata in corpo.
Quando venne estratta, Sunt con sgomento vide che non c'era sangue né ferita.
Sollevarono nuovamente il capo a Dasha. Sunt vide qualcosa a cui non era abituato: Dasha Weaver col viso arrossata stava piangendo e singhiozzando.
« Guarda cosa siamo riusciti a fare a lei, pensa a cosa potremmo fare a te. »
Sunt si chiese cosa diavolo fossero quelle lame per fare quello a Dasha. Non si accorse di parlare a voce troppo alta quando disse « Se Isabella fosse....»
Un calcio lo colpì sul collo, sentì gli allarmi della sua tuta e la rapida depressione. I sistemi d'emergenza lo salvarono. « Lei morirà presto, Dasha quando noi lo decideremo, il direttore Cristina subirà la stessa sorte....tu, dipende da te. » dichiarò il vecchio.
Lui annuì, Dasha non l'aveva assunto per l'azione diretta, ricordando le parole di Makarov: “morirò quando non servirò più”. Compromettere la sicurezza del sistema centrale non sarebbe stato facile, avrebbe richiesto tempo.
Il vero problema era che non sapeva neanche se era possibile. Il bello di Noveria era che il pianeta era ufficialmente fuori da qualsiasi potere o gruppo politico.
Non avendo un'autorità riconosciuta: la Noveria Corps era un'azienda non un governo, non vi erano ufficialmente leggi da rispettare. Con Dasha Weaver la situazione non era cambiata tanto.
Lei si era imposta è la sua volontà era la legge da seguire, decideva cosa era proibito o meno. Per realizzare il nucleo del sistema centrale aveva violato quasi tutte le leggi esistenti sulla tecnologia, sarebbe stata un interessante disputa legale stabilire se il Consiglio o un altro governo avrebbe potuto prendere provvedimenti contro la Noveria Corps per quello che aveva fatto.
D’altronde la situazione di Noveria esisteva da tanto tempo quanto il Consiglio, faceva comodo un luogo dove condurre esperimenti proibiti con la possibilità di lavarsene le mani se accadeva qualche disastro. Se poi fosse stato necessario, gli s.p.e.t.t.r.i. esistevano per simili eventualità.
 
Venne condotto in una stanza il cui unico arredo era un computer, con la possibilità di accedere solo al programma della Noveria. Gli accessi a extranet erano bloccati
Rifletté sul da farsi, sostanzialmente il sistema informatico della Noveria Corps era diviso in tre scompartimenti, uno esterno a bassa sicurezza. Vi avevano accesso tutti i dipendenti. Uno intermedio dove accedevano solo Direttori, membri del CA e personale specializzato. Infine la parte centrale, dove si fissavano i parametri che l’avrebbero regolato. Le uniche persone che vi potevano accedere erano Dasha e Isabella.. « No, mi sbaglio. »
Aveva dato per scontato che il vicepresidente potesse accedervi, Dasha non aveva mai chiuso nessuna porta al phantom però mai una volta aveva visto Isabella accedervi. Forse non aveva motivo per andarci o non poteva…
Lui stesso e la sezione informatica non andavano oltre l’intermedio. Dasha aveva per loro rilasciato autorizzazioni che davano un maggior controllo al sistema, tenendo lo stesso la parte centrale isolata.
Questa aveva la sua sede fisica su Noveria, propria sotto Caninea a quasi tre km di profondità dentro a solida roccia. Conosciuta come la “Sala” era protetta da campi di forza e difese automatiche autonome, era una fortezza indipendente. Usata da Dasha anche come caveau personale, per tenere tutto quello che riteneva di estremo valore.
Si picchiettò con un dito la guancia. Il vero problema era che il sistema era molto facile da usare e versatile, Dasha doveva solo dare un ordine vocale e questo avrebbe eseguito. Quando dovette scegliere che sistema adottare per garantirne la sicurezza disse di volere stare da sola, quando la rivide ore dopo non aveva idea di quali comandi avesse inserito. Anche conoscendo la vera natura del programma, della sua sicurezza sapeva solo quello che sapevano tutti.
Cercando di entrare nella zona centrale, il sistema chiedeva un codice « Cosa puoi aver pensato Dasha? Non avresti mai escluso del tutto Isabella e le ragazze nel caso ti fosse successo qualcosa. Quale idea ha attraversato la tua testa? » si chiese Sunt.
Cosa rimaneva? Alexya, Diana e Trish avevano un segnale di alto livello salvato nei loro ID, non aveva funzione pratica oltre a quelle di identificarle. Dasha aveva pensato che porre dei limiti al loro codice avrebbe evitato guai. Il sistema operativo della Noveria non era fatto per giocare.
Grida, riconobbe la voce di Dasha. Si mise all’opera non sapendo che fare.
Gli venne in mente un vecchio incidente. Una volta ricevette l’avviso che le difese esterne alla “Sala” si stavano disattivando.
Squadre di sicurezza vennero allertate, ma al loro arrivo fuori dalla “Sala” ancora sigillata trovarono solo Diana che disubbidendo come suo solito si era intrufolata dove non doveva.
Fu una delle volte che Dasha si infuriò di più con lei, ma lui era più interessato a capire come aveva fatto a disattivare le difese.
Nessun codice era stato emesso, nessun segnale identificativo eppure il sistema l’aveva riconosciuta.
« Perché? » si chiese « Che sia cosciente? » scosse la testa, quello era impossibile. Per quanto potente il sistema della Noveria Corps era un IV non un IA.
Doveva scoprire a cosa il sistema aveva reagito.
 
*****
 
 
«Direttore. » Mormorò sottovoce Makarov.
Era entrato nell’ufficio privato di Cristina, lei dormiva appoggiata alla sua scrivania. La guardò sott’occhio.
« Direttore! » urlò lui.
« Ti sento Makarov, non disturbarmi mentre sonnecchio per riflettere. »
Non sapendo come rispondere a quella che gli sembrava una stupidaggine rimase in silenzio
« Non va, dormo male. I miei incubi sono ritornati… non bastano Makarov. »
Rimase in silenzio, non aveva idea di cosa quella donna stesse parlando.
Lei gli porse un datapad, « Libera questi individui, servirà una nave. »
« Si direttore ma… ho sentito voci, ritengo che questa sera cercheranno di uccidere il vicepresidente. »
« Cedo davanti al fato. »
« Vuole abbandonarla? » Lui era confuso.
« Non farai niente Makarov, ci sono infiniti sviluppi in gioco. »
« Io…signora non capisco…sono ai suoi ordini da anni…la sua lealtà alla Weaver. »
« Non parlare di quello che non sai…Dasha mi ha salvata nel momento stesso che ho cominciato a lavorare per lei…sto dando priorità alle cose importanti.»
« Isabella? »
« No.»
« A cosa allora? »
« Alle sue giovani eredi, poi la Noveria Corps. Questo Durand si sta rivelando formidabile per ricavare informazioni da piccoli dettagli. Alcuni direttori stanno cominciando a rivedere i loro dubbi. Gli sto celando quante più informazioni possibili, ma devo muovermi con prudenza, per tenerlo stretto tra le mie spire. Ha risorse maggiore delle mie, ma pochi uomini a cui destinarle e tutti appartenenti alla mafia francocinese di Marsiglia. Dimmi Makarov cosa faresti se ti dicessi che Naomi Takara è con ogni probabilità sopravvissuta, che le eredi Weaver sono con lei e che Durand ignora tutto questo?  »
« Mi inchinerei alla lungimiranza del Direttore della Terra per la Noveria Corps. »
« Ci serve la prova che Dasha Weaver è viva, farò in modo che sia Durand stesso a darmela. »
« Noi dovremo…»
«…Fare niente. Come direttore seguirò i miei doveri, il benessere della società e quello delle ragazze Weaver. Dasha e Isabella dovranno aiutarsi da sole. »

*****
 
 
All'ospedale di Vladivostok l'orario di visita era passato da un pezzo, due individui correvano verso la stanza di Isabella. I rigonfiamenti delle armi sotto i loro vestiti erano ben visibili.
Arrivarono alla soglia della porta e tirarono fuori le pistole. Un attimo prima che facessero irruzione, quello che sembrava un filo sottile brillò per un secondo davanti a loro.
Senza un suono le loro teste rotolarono a terra, insieme ai corpi. Un asari emerse dall'oscurità, indossava quella che era stata la divisa grigio roccia di Divisione N, ora la portava in segno di protesta contro il nuovo presidente. Sulle spalle il grado di maggiore.
« Direttore, la minaccia è stata sventata. »
Un altra asari venne avanti, un fazzoletto davanti alla bocca. Il puzzo del sangue e la vista della violenza la disgustava.
« Cristina sta facendo un gioco molto pericoloso a chiedermi di occuparmi di questa faccenda. Abbandonare Thessia per giungere in anticipo sulla Terra, mi dovrà un favore. »
« Ma ha ragioni valide, signore. Il direttore Cristina ...» il maggiore si zittì quando l'asari alzò una mano « Lo so, lo so. Ho sentito le sue motivazioni. Procediamo...e che la Dea ci protegga. Speriamo che questi esperti di medicina che abbiamo radunato lo siano veramente.»
 
In sala operatoria quattro individui erano pronti a operare il loro paziente: Isabella. « Bene signori, pronti a incominciare? » chiese Galba, con lui un turian, un asari e un salarian. Tutti annuirono.
Ognuno ha il suo ruolo” pensò. Lui avrebbe fisicamente operato sul cervello di Isabella, mentre l’asari, una famosa Ittioneurologa, avrebbe agito sulle onde cerebrali di Isabella, usando le proprie per stimolarle tramite una fusione mentale ridotta.
Il turian era un esperto anestesista, se tutto fosse andato bene avrebbe regolato il risveglio di Isabella nei tempi dovuti.
Il salarian avrebbe tenuto d’occhio il paziente nel suo insieme intervenendo dove serviva.
« Si comincia .» disse Galba, avvicinando il rasoio ai capelli di Isabella. “Spero davvero che tu non ci fossi affezionata”.
Quella era una situazione in cui non aveva pensato di trovarsi dopo la morte di Dasha. Gli altri della squadra avevano subito abbandonato la Noveria, dalla velocità con cui l’avevano fatto sembrava temessero che qualcuno li stesse cercando “ Fantasmi del passato” pensò.
Lui invece si era semplicemente licenziato prendendo quello che gli spettava, era un medico edonista. Nessuno l’avrebbe cercato.
A trovarlo fu il direttore di Thessia in persona, qualcuno a cui un semplice medico privo di protezione non poteva dire no.
Finito con i capelli, si concesse un ultimo pensiero chiedendosi quando fosse stata l’ultima volta che aveva eseguito un intervento di medicina di così alto livello. “Sicuramente prima di venire radiato dall’ordine dei medici, dannati i miei vizi.”
 
Isabella dormiva un sonno senza sogni. Una graybox posizionata affianco a lei era collegata alla nuca rasata, proceduta da un “bip” si spense. Lei si svegliò dolcemente, con calma si mise a sedere, passò una mano sulla testa rasata provando una strana sensazione, con le dita tastò i bordi di una cicatrice, si alzò avvicinandosi a una cassa militare.
La aprì, al suo interno una tenuta da phantom vecchio tipo. Un cannone biotico sulla mano sinistra e una spada il suo armamento. Diede un occhiata veloce alla lama, niente di eccezionale ma sarebbe andata più che bene per uccidere.
Non aveva idea di chi l’avesse operata e collegata a quella graybox, ma le aveva fornito un quadro della situazione. Dasha era morta. Alexya, Diana e Trish al sicuro. Velocemente si vestì.
Si voltò a guardare fuori dalla finestra, verso un palazzo.
 
« Ci ha visto! » affermò in russo l’uomo al suo compare, passando il binocolo. Spiavano l’ospedale dal tetto di un edificio.
« Non dire stupidaggini, siamo a più di quattrocento metri di distanza. »
« È pericolosa ...» venne decapitato prima di poter finire la frase.
L’altro uomo non ebbe neanche modo di urlare, un piede lo schiacciò premendogli sulla schiena.
Non credette a quello che vide, la donna che dovevano osservare era li. “Impossibile” pensò.
« Spiega .» ordinò Isabella. I traduttori nell’armatura resero comprensibili le sue parole
« Non so niente. » dichiarò. Un colpo secco di tacco ruppe la schiena all'uomo. Lui urlò orribilmente ma riuscì a dire. « Il mio capo...dei francesi …era un'occasione per vendicarsi…per l’ospedale …»
Isabella gli spaccò il cranio con un calcio, ponendo fine alle sue sofferenze. Lo frugò trovando un indirizzo.
Un sorriso folle e compiaciuto le apparve in volto, doveva solo uccidere, sempre senza mai smettere, il dolore si attenuava quando lo faceva.
Uccidere senza interrompersi, non aveva più un motivo per controllarsi. Lo aveva fatto per compiacere una persona che ora non era più in vita. Quello che di umano c'era in lei stava cedendo e non le importava. Avrebbe scoperto e ucciso chiunque fosse coinvolto nella morte di Dasha.
 
Il presidente della Noveria Corps esaminava i piani per l'incontro del direttorato, aveva scelto Marsiglia. Agire lentamente dall'interno o eliminare in un colpo solo tutti i direttori, entrambe le opzioni andavano bene.
Altre questioni occupavano la sua mente, l’attacco contro i suoi creatori alla Cittadella era stato un fallimento. Almeno così veniva ritenuto, subito dopo lo sbarco ogni contatto era cessato.
Però lui era disorientato, aveva avvisato i suoi ideatori dell’attacco.
Invece erano sbarcati altrove, dopo che quella maledetta femmina umana che aveva guidato la flotta d’attacco, il contrammiraglio Quenny, era riuscita ad aprire una strada verso la Cittadella.
Poi doveva essere successo qualcosa “ il secondo evento che non riesco a spiegare” pensò. Prima il furto dei reattori a eezo19 “ adesso questo”. Aveva inviato una coppia della propria mente e di quello che sapeva ai suoi padroni, utilizzando il suo corpo come una trasmittente.
Ci riusciva sfruttando un sistema basato sulla stessa tecnologia alla base dei motori, trasmettendo un segnale che si propagava nell'energia oscura.
Qualcosa che le primitive civiltà di quel ciclo non avevano neanche solo immaginato fosse possibile.
Il problema era che non aveva ricevuto una risposta. Aveva tentato una seconda volta, giorni dopo, non aveva funzionato. Cercò con le proprie doti di spiegarne il motivo, tra questi, con il meno del dieci per cento di possibilità c’era la Jotnar.
« Assurdo! Lo spazio oscuro è immenso come potrebbero mai trovare…» e per la prima volta sperimentò il dubbio.
Vi erano però risultati più immediati che gli interessavano, tra questi il crollo di fiducia nei confronti della tecnologia che la Noveria Corps aveva sviluppato. Il Consiglio e gli stati maggiori militari erano incerti nel tentativo di sviluppare nuove tattiche.
Di quello fu soddisfatto, quelle armi funzionavano ma se riusciva a far credere l’incontrario sarebbe stato un’incredibile vantaggio per i suoi creatori. Il nemico si sarebbe privato da solo delle proprie armi.
Alcuni direttori cominciavano a dimostrarsi “malleabili”, c’era paura per i propri posti di lavoro.
Un certo Norrow Volerno, un salarian, che aveva ricoperto il ruolo di direttore per la Cittadella l’aveva contattato. Nel messaggio appariva preoccupato di perdere il suo ruolo nella compagnia, lamentandosi del modo in cui la Weaver l'aveva trattato e dicendosi pronto a essere utile.
Proseguiva affermando che il direttore di Thessia era arrivata in anticipo sulla Terra, accennando di avere le prove di un collegamento tra Balestrieri e Myr. Questo lo preoccupò.
La porta dello studio si aprì, una guardia vi ricadde dentro. Il ventre era squarciato, spargendo le viscere ovunque. Isabella fece il suo ingresso. « Ben svegliata.» disse Durand cordialmente, alzandosi in piedi.
Strati solidi di energia biotica rivestivano l’armatura del phantom, le loro linee stilizzate le conferivano un aspetto felino. Mantenere quella forma era stancante, ma che importava? Non aveva motivo per trattenersi.
Lui sorrise vedendola « Condensazione: la capacità biotica di livello più alto, la materializzazione dell'energia in uno stato solido. Un biotico su dieci miliardi riesce a svilupparla. I miei creatori mi hanno fornito questo dato su di te, però non ti rende giustizia. Sei davvero una bestia feroce. » azionò un comando sulla scrivania, paratie blindate isolarono il locale. Era stato di Dasha, per questo dotato di protezioni extra. « Nessuno verrà a disturbarci, solo tu e io. Vediamo se sono una creazione all'altezza del suo scopo. »
 
Isabella non capiva cosa non andasse, tranne il fatto che quel tipo non era sicuramente umano né qualsiasi cosa lei avesse mai incontrato prima. L'aveva trafitto più volte, ma era ancora vivo.
Prese le distanze con un salto biotico.
Lui sorrise divertito, Isabella era impegnativa, quasi interessante « Sei come i leoni quando sono arrivati gli uomini con i fucili...per quando fossero i predatori dominanti del loro ambiente, i cacciatori li hanno quasi sterminati. »
« Guarda. » disse azionando uno schermo. Su di esso Dasha veniva torturata, ma soprattutto era viva.
La sorpresa sconvolse Isabella. Un pugno allo stomaco la fece piegare in due. Sputò saliva.
Anticipandone la reazione violenta lui disse « Un mio comando è lei muore, veramente questa volta. Si collaborativa, non reagire. » queste parole l’arrestarono. Un secondo pugno la mandò a terra facendole perdere il casco.
Lui continuò a colpirla.
« È stato...un incontro...accesso. » affermò Durand soddisfatto, accedendo una sigaretta.
Isabella era al suolo, schiacciata sotto il suo piede che gli calpestava la faccia.
Durand premette con maggior forza « Non prendertela, sono stato ideato appositamente per non poter essere ucciso da te. Sei un modello superato. »
Isabella riuscì lo stesso ad alzare lo sguardo su di lui, lo fissò negli occhi, lui poteva scorgere odio puro.
Linee di pensiero si formarono e disfecero mentre vagliava le possibilità. Prese la sua decisione.
« In ginocchio e implora pietà. »
Lo sguardo di Isabella si fece ancora più torvo, ma ubbidì. « Pietà. » disse.
Durnad avvertì qualcosa di nuovo, una sensazione per cui non era ideato che gli dava problemi a concentrarsi.
« Di più, inginocchiati a quattro mani » ordinò.
Lei si chinò in avanti appoggiando le mani a terra a capo chino.
« Baciami i piedi. » aggiunse.
Isabella ebbe un attimo d'esitazione « Forse la Weaver non vale tanto? » disse lui compiaciuto.
Lei ubbidì. Un gemito le sfuggì quando il falso Durand chinandosi, serio in volto, con una mano le strinse più volte il seno. L'azione non durò più di una decina di secondi, quando si rialzò tutto quello che disse fu « Interessante. »
Chiamò la sicurezza, uomini della mafia che avevano sostituito i loro predecessori, già allertata quando lo studio si era sigillato. Portarono via Isabella su suo ordine e commentò rivoltò a lei « Alla fine il leone, si è rivelato essere solo un topo. »
 
Quando fu solo, si fissò il cavallo dei pantaloni, aveva un'erezione. La cosa lo lasciava perplesso, non era stato fatto per trovare gli umani sessualmente eccitanti. Isabella era un esemplare sicuramente pregevole di femmina umana, il pensiero di violarla gli entrò in testa rendendo difficile concentrarsi. Ma doveva agire e sapeva da dove iniziare.
 
Cristina aveva ricevuto un messaggio dalla direttrice di Thessia il giorno prima. Un allarme l’avvisò che la procedura di sicurezza nell’ufficio di Durand, prima della Weaver, era stata attivata.
Il motivo poteva essere solo uno.
« Codice UcLmDcQ2, Cristina Balestrieri, avvio programma Cristina due. » Ordinò.
Le luci della stanza tremolarono un attimo, infine IV del palazzo parlò « Programma avviato, arresto impossibile, l'archivio privato del direttore sarà cancellato. »
Cristina annuì mentre soffocava uno sbadiglio, avrebbe voluto dormire, non poteva.
Aprì un cassetto, conteneva siringhe ipodermiche di morfina. Si iniettò il doppio della dose abituale. Non poteva stare senza antidolorifici, il suo piccolo segreto di cui nascondeva gli effetti collaterali facendoli passare per smania di dormire.
La scienza medica aveva sviluppato un derivato sintetico privo delle controindicazioni della sua versione naturale, tranne per il senso di sonnolenza.
In caso contrario non avrebbe potuto ingannare tutti. Solo Dasha sapeva, anche cosi l'aveva scelta per il ruolo di direttore della Terra per la Noveria Corps.
Ancora prima le aveva permesso di lavorare per lei, quella semplice consapevolezza l'aveva salvata dagli incubi che infestavano le sue notti.
 
Mezz'ora dopo Durand entrò nell'ufficio di lei.
« Signor Presidente. » disse Cristina alzandosi, l'uomo la colpì con uno schiaffo.
Lei incassò impassibile.
Lui applaudì « Complimenti, un lavoro di depistaggio davvero superbo, la fuga delle eredi Weaver, le prove di una possibile sopravvivenza di Naomi Takara, quelle che dimostrano il coinvolgimento di Zaeed Massani, l'aver contattato il direttore di Thessia che mi è apertamente ostile e tanto altro ancora. Un lavoro perfetto, ma le “bugie” hanno sempre qualche punto debole. Capito lo schema, dopo è stato facile. » disse e voltandosi verso l’ingresso « Entrate! » urlò.
Un gruppo di persone armate scortò un Isabella ammanettata e un salarian all’interno, lui aveva un cornino più basso dell'altro.
Durand continuò « Stupita!? No, direi di no. Isabella risorta è un problema, ma so come usarla. Lei mi appoggerà e avrò la maggioranza assoluta. Il CA, il Direttorato, potrò anche ignorarli. La vice-presidente mi sposerà, donandomi come dote tutte le sue azioni. Sono anche sicuro che sarà un valido aiuto per accedere ai segreti della Weaver. Questo implica che tu ora sei inutile. » disse è indicò il salarian « Ti presento Norrow Velorno ex-direttore della Cittadella, ora della Terra. Penso sia arrivato il momento di “ purgare” la compagnia. »
« Portatela via! » disse al comunicatore. Uomini delle famiglie mafiosi franco/cinesi invasero il palazzo, cominciando a gettare in strada i dipendenti.
« Peccato che la Weaver abbia trattato male Norrow mentre era alla Cittadella, la fedeltà è davvero una cosa fragile. Ora ci sarà un direttore da me approvato e con dipendenti “leali”  »
« Fedeli alla triade franco/cinese di Marsiglia. » rispose Cristina.
Sopraggiunsero altri uomini che afferrarono Cristina a un gesto di Velorno trascinandola via, passò vicina a Isabella fissandosi un istante.
Cristina mosse le labbra, Isabella fece segno di si con la testa. La ormai ex-direttrice sorrise.
Adesso toccava al resto dei direttori. Non poteva essere sicura della loro fedeltà, avrebbero seguito il profitto di quello era certa.
Se Dasha non fosse ricomparsa avrebbero potuto ucciderlo, ignorare il fatto che il Consiglio della Cittadella l’avesse appoggiato ed eleggere uno di loro, sempre se trovavano un accordo.
Anche per quello aveva approvato lo scioglimento di Divisione N, senza una guida sicura c’era il rischio di una guerra interna alla Noveria Corps.
Lo scenario peggiore era che lo accettassero lo stesso, sapendo che Dasha era viva. Avrebbero corso il rischio di tradirla sapendo quale minaccia poteva essere?
Sperava che gli altri tre “grandi” direttori avrebbero dato abbastanza problemi, facendo guadagnare tempo prezioso.
Dipendeva tutto da Makarov. Rimaneva però il problema di Noveria e del CA ancora controllati, o meglio ostaggi, dai soci criminali di Durand.
Si concesse un sorriso a quell'affermazione, definiva criminali i soci di Durand quando ogni direttore poteva vantare la stessa origine o almeno di aver avuto un assaggio di quel tipo di vita.
La Weaver  non aveva mai apprezzato i fighetti laureati, tranne che per l'apparenza.

*****
 
 
Dasha si svegliò udendo dei gemiti femminili, non aveva idea di cosa fosse successo ma aveva avuto un intero giorno senza essere torturata. Aveva dolore ovunque ma almeno riusciva a pensare, si chiese se aveva veramente visto Sunt o solo un volus che gli assomigliava.
Bastava procurarsi una tuta ambientale come la sua ed ecco una copia di Sunt.
Una porta si aprì, una donna venne gettata a terra, dietro di lei un gruppo di quattro individui.
La donna si tirò su sedendo sulle ginocchia, scrutando in giro. Vide Dasha.
Lei vide Cristina che si mise in piedi barcollando, osservò la camicia strappata sul davanti, il seno in mostra, la gonna tirata troppo su. Lei si passò una mano sulla bocca pulendosi un rivolo bianco e appiccicoso.
« Le signorine Weaver sono al sicuro, Isabella è cosciente e controllata minacciando la sua vita, ho cercato di limitare i danni alla compagnia e…»
Un uomo colpì alla nuca Cristina zittendola. Si accasciò gemente.
« Le piace proprio gemere a questa puttana. » disse il suo aggressore sghignazzando con gli altri tre.
« Cristina...» mormorò Dasha.
« È stato solo sesso, posso sopravvivere...lei lo sa... » disse severa.
Raggomitolata al suolo Cristina stringeva la giacca a se, lo stesso individuo che la colpì notò la cosa.
« Guardatela, non vuole togliersela. ». diede uno strattone, Cristina resistette.
« Cosa nascondi sulla schiena? » disse lui divertito.
« Ehi! » - tutti si voltarono a guardare Dasha - « Ha bisogno di riposo, se vi volete sfogare fatelo con me. »
L’aguzzino diede un calcio Cristina, poi si avvicinò a Dasha.« Non mi sembra una buona idea.» disse uno dei compari, erano incerti.
« Silenzio! A chi volete lo dica? » rispose.
Davanti a Dasha si abbassò i pantaloni, « Gnam! » fece lei, vedendo il membro dell’uomo.
Lui si avvicinò, abbastanza perché lei desse con la punta della lingua una leccata sul collo.
Si sistemò le gambe di Dasha attorno alla vita, lei diede una seconda leccata più lenta e sensuale ma con tutta la lingua.
Lui mise le mani attorno alla vita di lei per iniziare, Dasha si chinò una terza volta verso il collo...
L'uomo lanciò un urlo soffocato candendo a terra mentre il sangue zampillava dalla gola tagliata, i suoi compari non osavano muoversi.
Dasha appesa davanti a loro, col viso inzuppata di sangue, sorrideva beffarda tra i denti stringeva un pezzo di carne recisa dall'uomo.
Un rapido movimento di mascella è ingoiò, i suoi carcerieri indietreggiarono inorriditi come se potesse far loro davvero male.
Lei cercò di sostenere quella sceneggiata, avrebbe voluto vomitare ma non poteva.
« Cosa succede? » disse una voce autoritaria. Il vecchio cinese che aveva visto altre volte arrivava in quel momento. « Direttore Cristina, finalmente, portate via quell'idiota. Nessuno vi ha detto di toccare la Weaver!»
« Signor presidente, le presento il capo della mafia franco/cinese a Marsiglia, il signor Wee Luu. »
« Per colpa tua, mio figlio è bruciato vivo in quell'incendio! » Urlò lui a Cristina.
« Non me ne importa, eravate un ostacolo al profitto della società, io vi ho rimosso. Lei è rimasto vivo per avere qualcuno con cui trattare. Giusto per farle capire cosa penso di lei, come diciamo in Sicilia:  Spera 'Ddiu ca t' a vveniri 'nfrùsciu ca a gghittari fora magari l'ugna de pedi e mi ti s'annu ascuagghiari i pila do culu ppu sfozzu (Spero che Dio ti faccia venire la diarrea così terribile che dallo sforzo che le unghie ti usciranno dal culo ed i peli del culo si dovranno sciogliere per lo sforzo.) » Dichiarò Cristina rabbiosa e mostrando un sorrise crudele.
« Appendetela! » ordinò Wee Luu.
Cristina si trovò nella stessa posizione di Dasha, solo quando le scoprirono la schiena mostrò imbarazzo.
Quello che videro fece indietreggiare i cinesi. Una cicatrice. L'intera schiena di Cristina era un enorme cicatrice vecchia di anni, orribile a vedersi, di colore bruna o nera in alcuni punti, contorta.
Dasha osservava, conosceva la storia che ci stava dietro e sapeva che quella era qualcosa che la Balestrieri non avrebbe mai mostrato.
« Per mio figlio! » gridò Wee Luu con forza e preso un bastone lo calò con forza sulla schiena.
Cristina urlò.


Immagini prese da internet:

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