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Autore: Error1811_98    03/01/2016    0 recensioni
[...]Questa non è una storia per deboli di cuore.
"Logan gli dava le spalle, un lampo bluastro attraversò il cielo, se ne stava andando. Non poteva permetterlo. Lo rincorse fermandosi, con una mezza scivolata, davanti a lui e mettendo le mani sulle sue braccia che in confronto apparivano talmente esili.
-Jake.. mi chiamo Jake..- il fragore del tuono spezzò il silenzio, anche i ragazzi sugli spalti avevano taciuto per guardarli, un secondo dopo l'acqua iniziò a cadere fitta fitta. I capelli che si appiccicavano alla fronte, le gocce che percorrevano veloci i loro corpi e il loro sguardo l'uno piantato in quello dell'altro."
"Logan gli raccontò di come avesse sempre amato il basket più di qualsiasi altra cosa al mondo, di come fosse l'unica cosa di cui non avesse paura di dire di essere bravo. Jake, invece, non sapeva cosa dire di sè. Probabilmente se gli avesse rivelato la verità Logan si sarebbe allontanato da lui, decise quindi di fargli credere di essere discretamente benestante, di avere una villa gigantesca.. Peccato che una bugia tiri l'altra.."
Due ragazzi reciprocamente opposti contro l'intero mondo e società.
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Non appena la porta si era chiusa alle sue spalle non aveva che potuto iniziare a camminare avanti e inidetro passandosi in continuazione una mano tra i capelli, perchè era stato così testardo? Aveva contato fino all'ultimo che il ragazzino non si sarebbe mosso di casa senza la sua protezione e invece si era mosso eccome e lui non aveva fatto niente, o quasi, per fermarlo. E se qualcuno, mentre lui era lì a crogiolarsi, avesse tentato di portarglielo via? Gli veniva la nausea al pensiero che in quello stesso istante potesse trovarsi con un altro. Prese le chiavi della macchina cercando nel frattempo di telefonargli. Alla seconda chiamata senza risposta inizò a fregarsene di limiti di velocità e di semafori rossi, poteva affrontare un problema alla volta e al momento il problema 'dovecazzosiècacciatoLogan' aveva l'assoluta priorità. Premette ancora un volta sulla cornetta verde.

-Rispondi. Rispondi. Rispondi- bisbigliava al telefono come se la cosa potesse davvero funzionare. Arrivò al solito punto di ritrovo e iniziò a girare in cerca di un fottuto parcheggio. Solo la serie incontrollata di parolacce poteva in qualche modo farlo sentire meglio e impedirgli di esplodere. Finalmente trovò un buco di parcheggio e di volata scese dall'auto andando alla ricerca di quel dannato ragazzino progettando varie torture da infliggergli. Il suo umore cambiò totalmente quando vide in mezzo alla gente il suo gruppo di amici che continuavano a deridere il suo piccolo. Iniziò a stringere i pugni sentendo la rabbia scorrere nelle vene, la quale si placò un poco, dopo che 'il suo piccolo' atterrò Dan con un solo pugno. Si perse per un istante a ripensare al pugno che lui stesso si era beccato, il giorno in cui si era presentato ed era scoppiato quel fantastico temporale, quei lampi che illuminavano il viso di entrambi e.. quel figlio di puttana era sul suo Logan. Lo afferrò per la maglietta e in un secondo lo lanciò dall'altra parte, avrebbe voluto infierire ulteriormente ma qualcuno lo trattenne, erano due persone, ma accecato com'era dalla rabbia non fece caso a chi.

-Logan!- si accovacciò al suo fianco, quello sarebbe dovuto essere il momento in cui tutte le sue preoccupazioni e la sua rabbia sarebbero dovute svanire ma il ragazzino non faceva altro che ridere: era ubriaco. Jake lo tirò su, aiutandolo a reggersi, il piccolo si appoggiò volentieri contro il suo petto, non sentiva ancora il dolore al viso, dove era stato colpito col pugno e la cosa lo faceva ridere, sentiva tutta via il respiro accelerato del moro mentre guardava in cagnesco gli altri come se fosse sul punto di esplodere e di prenderli a pugni uno ad uno.

-Jake..?- cercò di richiamare la sua attenzione.

-Shh, va tutto bene piccolo- gli accarezzò dolcemente i capelli facendolo sorridere.

-Jake mi dispiace, la cosa mi è sfuggita di mano e io..-

-Si, Zoe, ho notato..- sibilò poi si rivolse a tutti -Se qualcuno avrà il coraggio di toccarlo di nuovo sarà l'ultima cosa che farà-

-E' stato lui a cominciare- osservò qualcuno provocando una risata generale al ricordo

-Ah davvero? Dan ti ha fatto così male?- chiese sapendo che l'altro ragazzo non avrebbe mai potuto ammettere davanti gli altri che quel ragazzino gli avesse davvero fatto male. Distolse infatti lo sguardo. -Ne ero certo- rispose con un sorrisetto soddisfatto, poi si diresse verso l'auto.

-Sei tanto arrabbiato Jake?- chiese Logan giocando coi suoi capelli, aveva dovuto prenderlo sulle spalle a neanche metà strada, fortunatamente sembrava essere davvero un peso piuma.

Il ragazzo sospirò, si lo era, lo era perchè non gli avva dato ascolto, lo era con Zoe perchè aveva permesso che si riducesse in quel modo e lo era con se stesso perchè non avev afatto nulla per impedirgli di andare.

-Voglio andare a divertirmi..- aggiunse poi cercando di scendere.

-Non vai da nessuna parte!- ringhiò Jake lasciandolo scendere e voltandosi verso di lui. Vedendo l'espressione impaurita dell'altro cercò di tornare sui suoi passi.

-5 minuti, ok?- le sue labbra si stesero in un grande sorriso che andava da un'orecchio all'altro e formava le solite fossette: mera ricompensa.

Alla fine il ragazzino riuscì a convincerlo: sarebbero rimasti ancora per qualche ora, in fondo, per Logan, era tutto nuovo, non era mai uscito con così tante persone, in genere quasi nessuno aveva la pazienza necessaria per conoscerlo un po'. Gli esseri umani odiano le cose complicate e lui era una di quelle. Jake, dal canto suo, amava quell'espressione stupita che gli faceva illuminare gli occhi, era la cosa più vicina alla felicità a cui poteva sperare di farlo arrivare.

Arrivarono presto alla casa, anzi, alla reggia in cui si stava scatenando la festa. A Logan sembrò di entrare in un film americano, c'erano diverse stanze ma il moro, da come si muoveva, sembrava esserci già stato. Le stanze erano ampie, spaziose e affolate, ovunque c'erano ragazzi che bevevano e che tentavano di ballare strusciandosi l'uno sull'altro. C'era tanta confusione, faceva caldo e i bicchierini di carta colorati pieni di alcolici non aiutavano i due. Un ragazzo si avvicinò loro salutando Jake con una pacca sulla spalla. Il quindicenne notò subito la certa bellezza, il certo fascino dell'altro: un sorriso da togliere il fiato, fisico statuario e un petto favolosamente scolpito e di cui i tatuaggi si intravedevano nella canottiera bianca aderente. Al ragazzino pareva che i due fossero parecchio in sintonia e la cosa lo infastidiva, si appoggiò al braccio di Jake per farsi notare.

-Ehy! Ma non mi avevi detto che eri in dolce compagnia! Tu sei...-

-Logan- ringhiò

A Jake scappò un sorriso, dal tono che aveva usato mancava solo che aggiungesse un ''stronzo '' alla fine.

-Julian.. ti va di giocare?- a quelle parole però il sorriso gli morì tra le labbra.

-No, lui non gioca!-

-Giocare a cosa?- chiese lui sottolineando la sua inesperienza.

-Ping Pong Beer -

-Sembra divertente! Voglio giocare..-

-Logan..?!-

-Ho detto che voglio giocare..-

Julian guardò stranito il ragazzino, sembrava venire da un'altro pianeta, da dove accidenti lo aveva pescato Jake? Quest'ultimo non potè che guardare impotente il suo ragazzo sedersi nella cerchia dei suoi amici. Prese un bicchiere, lo finì in un solo sorso e lo raggiunse. Gli stavano spiegando le regole e lui annuiva con espressione concentrata. Il gioco di per sè era molto semplice: si faceva rimbalzare una pallina da ping pong cercando di farla entrare in un bicchiere che poi l'altro avrebbe dovuto svuotare e scegliere tra obbligo e verità.

Venne fatta girare una bottiglia di birra vuota per scegleire la prima vittima e per fortuna si fermò su Dan. Diedero la pallina a Logan, e Jake sapeva che non ne avrebbe sbagliata una.

-Verità- disse con arroganza dopo aver bevuto tutto l'alcol in un sorso. Qualcuno fece per parlare ma Logan, il suo Logan, lo interruppe.

-E' vero che quando scopi le ragazze ti chiedono di avvisarle quando è dentro?-

Il moro sorrise compiaciuto, amava quel ragazzo sia quello che nascondeva il viso tra le mani quando gli bisbigliava cose sporche all'orecchio, sia quello che indossava la maschera dello stronzo per approciarsi agli estranei. Tutto sommato gli piaceva rivedere quello sguardo da leone che incrociò quel giorno sotto la pioggia, gli piaceva l'idea che solo lui lo conoscesse davvero e gli piaceva pensare fosse stato lui a rompere quella specie di scudo.

Dan mugugnò qualche insulto e, con in sottofondo le risa altrui, si zittì per quasi tutta la serata. La bottiglia riprese a girare e Jake a pregare, si fermò su di lui, e per un attimo si fece sfuggire un sospiro di sollievo. Logan lanciò di nuovo la pallina.

-Verità- disse in automatico: lo sapevano tutti che l'obbligo era per chi voleva farsi umiliare e Jake non poteva compromettere la propria reputazione.

-Quante ragazze o ragazzi presenti in questa stanza ti sei scopato?- al ragazzo prese un colpo, già si sentiva gli occhi glaciali di Logan puntati addosso.

-Che cazzo di domanda è?-

-Non lo saprà manco lui!- intervenì qualcuno, Jake ricambiò lo sguardo del più piccolo. si sarebbe aspettato di vedere paura, delusione, lacrime invece non c'era neppure l'ombra di tutto questo e la cosa non gli piaceva. Gli aveva detto che prima di lui c'erano stati tanti ragazzi ma la gelosia era normale, le urla e i litigi erano normali ma lui niente, si limitava a fissarlo con quell'espressione inscrutabile.

Julian, però, li riportò alla realtà.

-Logan, cosa scegli: obbligo o verità?- la bottiglia si era formata propio su di lui, una pallina galleggiava nel bicchiere di vodka e loro manco si erano accorti che l'avevano lanciata. Inizialmente era facile far entrare la pallina in uno dei tanti bicchieri, il vero epropio gioco iniziava quando la maggior parte dei bichcieri veniva svuotato. Il moro ricordò con orrore quei scherzetti che lui stesso aveva tirato ad altri facendo pipì nei bicchieri o mettendo mix al limone e al peperoncino e pregò che nessun'altro fosse così stronzo da averci pensato.

Il ragazzino sembrò pensarci su mentre Jake guardava impotente la sua paura avverarsi.

-Obbligo- disse infine schioccando la lingua con ancora il sapore dell'acolc in bocca, dopo le domande imbarazzanti che aveva visto avanzare in quei pochi turni non se la sentiva di rischiare di dover sbandierare davanti a tutti le proprie cose private.

-Tira fuori le palle Logan! Che cazzo vuol dire obbligo?- lo rimbeccò Dan sghignazzando ma ancora prima che il ragazzino potesse difendersi o cambiare idea Julian intervenì.

-Bevi- disse semplicemente con sguardo annoiato e passandogli un altro bicchiere.

Logan ne guardò il contenuto trasparente e dall'odore inconfondibile capì che era alcolico. Buttò giù tutto d'un sorso incitato dal coro dei presenti, il liquido gli faceva bruciare lingua, gola e stomaco ma in compenso gli restituì quel torpore che poco prima se ne era andato. Il moro si sentì rincuorato dalla clemenza dell'amico sapeva le altre due mila cose che avrebbe potuto obbligarlo a fare, lui stesso le aveva fatte fare. Decise che era il momento di andarsene e la poca lucidità del quindicenne lo aiutò a trascinarlo in cucina dove due ragazzi erano ad una zip di distanza dal farlo sul tavolo della stanza.

-Non ti piace quel gioco?- gli chiese ridacchiando mettendogli le braccia al collo e sporgendosi per bacialro.

-Ora non più-

-Prima ti piaceva-

-Eh già-

-E come mai ora non ti piace più?- chiese con quell'aria ingenua che lo faceva impazzire.

-E' diventato noioso- spiegò semplicemente, ma ottenne la reazione sbagliata. Il ragazzino improvvisamente si allontanò da lui.

-E' per colpa mia?- Jake ridacchiò tirandolo nuovamente a sè.

-Niente potrebbe mai essere noioso se di mezzo ci sei tu-

Il ragazzino gli rivolse uno di quei sorrisi capaci di togliergli pesi dal cuore, uno di quei sorrisi così caldi da poter far sciogliere la neve in una bufera, uno di quei sorrisi che gli ricordavano perchè lui non era da una botta e via, perchè lui era diverso.

-Andiamo? Siamo rimasti qui abbastanza e la musica non è granchè-

-Fa schifo- lo corresse.

-Ok, rimani qui, vado a salutare alcune persone, non ti muovere, faccio presto.-

Logan si stava annoiando, non sapeva da quanto tempo Jake lo avesse lasciato solo, e se si fosse dimenticato di lui? Se non fosse più tornato? Se ora, senza di lui, si stesse divertendo alla festa?

Il rumore della porta che si apre lo fece voltare ma la speranza si spense come un accendino nel vento freddo dell'inverno quando a comparire sulla soglia fu Julian e non Jake.

-Sai dov'è Jake?-

Il ragazzo lo guardò appena.

- No- si sedette di fianco a lui bevendo da una bottiglia.

-Non ti affezionare a lui- aggiunse dopo aver bevuto l'ennesimo sorso.

-E perchè dovrei fidarmi di te?-

-Perchè io non sto giocando con il tuo cuore-

-Jake non sta giocando me- sospirò, ormai era stufo di ripeterlo, era stufo di tutte quelle persone che giudicavano il suo Jake, potevano averlo incontratro prima di lui ma senza dubbio non potevano che conoscerlo di meno.

-Lui gioca con tutti, Logan, perchè con te dovrebbe essere diverso?-

-Ok, Log, possiamo andare- Jake era appena entrato nella stanza e il ragazzino non potè che esserne felice, quella situazione lo stava agitando. I due ragazzi più grandi si salutarono con un veloce cenno del capo e poi Logan lo seguì fuori fino la macchina.

Il quindicenne si sfilò le scarpe per poi rannicchiarsi sul sedile appoggiandosi contro il finestrino e non muoversi più. Aveva gli occhi socchiusi e, Jake, fermo al semaforo, non riusciva a capire se dormisse, il respiro era regolare ma sembrava mugugnasse qualcosa di incomprensibile. -Logan..? Piccolo siamo arrivati..- Cercò di svegliarlo accarezzandogli la guancia ma non ottenne l'effetto sperato, il ragazzino si limitò a mettergli le braccia al collo senza nemmeno riaprire gli occhi. Sospirò sconfitto e lo prese in braccio afferrando le scarpe da basket che si era tolto con una mano, chiuse la portiera con un calcio e ringraziò il cielo di aver aperto la porta di casa prima di svegliarlo. Lo portò direttamente in camera sua, appoggiandolo sul letto rimanendo per un istante a guardarlo, gli scostò i capelli dalla fronte dove depose un bacio. Non sarebbe mai riuscito a rimanere arrabbiato con lui. Senza quasi farci caso si ritrovò con il cellulare in mano, in procinto a scattargli una foto, non sapeva bene perchè lo facesse, semplicemente avrebbe voluto imprimersi quel momento nella memoria e non cancellarlo più.

Un bussare incessante lo svegliò la mattina, si infilò di volata una maglietta e andò ad aprire ancora assonnato. Il risultato fu un grande sbadiglio in faccia ad una certa testa rossa, ovviamente, chi mai avrebbe potuto bussare come un uomo delle caverne anzichè suonare il campanello?

Un biondino si intromise prima che Zack potesse dire qualsiasi cosa per fargli perdere le staffe. Solo in un secondo momento la sua mente riuscì a collegare quel viso ad un nome.

-Hey Jake, siamo venuti a trovare Logy..- spiegò Haruka.

-Sta dormendo e lo starei facendo anche io se non foste arrivati voi due- non avrebbe voluto essere così stronzo ma la mattina era davvero irritabile ed essere svegliato in quella maniera non poteva essere di certo il miglior modo per iniziare la giornata.

-Come sta ancora dormendo? E' tardissimo!- escalmò Zack come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

-Ha bevuto un po' ok? Non lo ho ucciso- disse alzando gli occhi al cielo e lasciandoli entrare.

-E' con te da due giorni e lo fai ubriacare?-

-Ti prego, non mettertici anche tu, Haru-

-Jake, ha solo 15 anni, non è il tuo giocattolo!-

Il moro non capiva più niente dalla rabbia, ovviamente avevano creduto che era stata colpa sua, come non capirli? La cosa che gli riusciva meglio era rovinare le cose, anzi le persone, non poteva biasimarli se, mentre trascinava quel piccolo angelo sempre più nell'oscurità, gli puntavano contro un dito accusatorio. Lo sapeva: non era minimamente alla sua altezza ma questa non dava loro il diritto di accusarlo per misfatti che aveva cercato di evitare.

-Con tutta onestà: non sapete proprio un cazzo e...- degli occhi azzurri si fermarono sui suoi, no, non poteva offendere i suoi amici. La verità è che quei occhi sembravano avere uno strano potere magico su di lui, un potere che odiava ma di cui, allo stesso tempo, riconosceva gli sbalorditivi effetti di miglioramento che aveva su di sè. La sua mente fu attraversata dalle infinite occasioni in cui da quei occhi erano sgorgate preziose lacrime, no, decisamente non poteva ammazzare di pugni nè l'uno nè l'altro. Si passò una mano tra i capelli come faceva ogni qualvolta che qualcosa lo innervosiva ma era costretto a trattenersi, e ultimamente accadeva fin troppo spesso. Il ragazzino gli fece un sorriso di incoraggiamento e a quel punto si dileguò in cucina. Non era da lui 'scappare' quindi con un lungo monologo mentale cercò di convincersi che non stava scappando semplicemente stava sventando un pluriomicidio, sarebbe dovuto essere considerato un eroe. Dalla cucina sentiva ancora le voci dei tre ragazzi ma non riusciva a seguirne i discorsi e probabilmente non gliene importava nemmeno granchè.

Riempì un bicchiere d'acqua e ci fece sciogliere una medicina per il mal di testa leggendo per la prima volta nella sua vita il foglio illustrativo che aveva trovato nella scatola. Poteva solo immaginare quanto il suo piccolo stesse male, non ci voleva proprio la venuta di Scemo e PiùScemo, fece un gran bel sospiro che avrebbe dovuto prepararlo ad affrontare con la dovuta calma la situazione, ma una volta spalancata la porta fu un miracolo che il bicchiere non gli sfuggì di mano. Zack gli era vicino, troppo vicino, il suo braccio gli circondava il collo coprendo il succhiotto che lui stesso gli aveva fatto, gli spuntò quasi un sorriso al ricordo che nonostante tutto quel ragazzino fosse suo e solo suo. Portò il bicchiere a Logan che chiacchierava animatamente con il biondino ignaro dell'espressione annoiata del rosso. Per un secondo, però, le sue certezze cedettero, anzi, crollarono. E se quei due avessero avuto un passato insieme?

-Posso parlarti, Zack?- sembrò quasi riscuotersi come se fino ad allora fosse stato solo una statua, gli parse quasi strano vederlo muoversi.

Il moro lo portò in cucina cercando di non pensare ai numerosi coltelli presenti nella stanza.

-Tu e Logan siete mai stati insieme?-

-Perchè non lo chiedi a lui?- chiese quello di rimando con un sorrisetto divertito.

-Perchè non mi rispondi e basta?-

-Sei geloso per caso?-

-No, vorrei solo sapere con esattezza quanti motivi ho per ucciderti-

-Perchè preoccuparsene? Non ci riusciresti comunque..-

-Tu inizia a stargli lontano- concluse Jake uscendo da lì non senza dare all'altro una spallata.

-Jake, vado a fare un giretto con loro, ok?- il ragazzo sospirò, ancora non capiva perchè glielo chiedesse quando si era già cambiato e infilato le scarpe, comunque non riuscì a negargli il bacio con cui solevano salutarsi assoparando il sapore metallico dei due piercing laterali che aveva messo al labbro la sera prima.

Quando la porta si richiuse alle loro spalle notò con piacere che il bicchiere era stato svuotato. Bastarono pochi minuti perchè il ragazzo capisse che, rimanendo a casa, non solo si sarebbe annoiato tremendamente ma non avrebbe fatto altro che rodersi per la complicità tra Zack e Logan.

Decise di andare al solito parchetto dove i suoi amici si riunivano per lo più a fare, anzi, a fumare cose illegali e a giudicare l'alone che li circondava, il ragazzo, non potè che dedurre che quella volta avevano iniziato senza di lui.

-Ehyla Jake-

-Ti sei fatto vivo, finalmente, non ci speravamo più-

-Lo hai mollato quel moccioso?-

Il ragazzo ignorò i primi commenti ma proprio non riuscì a lasciar passare l'ultimo.

-Non siete neanche degni di nominarlo- affermò sedendosi su una delle panchine disposte a cerchio.

-Stai dicendo che è migliore di noi?- lo rimbeccò Zoe incrociando le braccia, non avrebbe mandato giù la storia molto volentieri specialmente se il ragazzo si sarebbe rifiutato di scusarsi, e Jake ne aveva tutta l'intenzione.

Difatti non rispose alla domanda, delegò il compito al silenzio.

-Se il moccioso ti piace tanto perchè non sei con lui?- fece notare Julian.

-Lo sai che non sono il tipo..- tale risposta suscitò degli ululati di gioia ed entusiasmo come se niente fosse accaduto, come se il loro amico fosse ancora quello di un tempo, quello che non si lasciava turbare dalle emozioni, quello che prendeva chi e ciò che voleva per poi abbandonarlo quando diventava troppo noioso.

Nel frattempo Hardin andò a fare una visitina ad Eric, aveva deciso di modificare i propri piani, non riusciva più a togliersi dalla testa le due umiliazioni subite, la seconda era avvenuta in privato, a casa di Logan, ma poteva scommetterci: presto si sarebbe sparsa la voce, e lui non poteva accettarlo, così come non poteva accettare il fatto che qualcuno gli avesse soffiato il ragazzo, era inaccettabile che qualcuno scegliesse qualcun'altro a lui. Doveva vendicarsi, e quale migliore vendetta di quella di ripagare con la stessa medicina? Sarebbe riuscito ad umiliarli, ad allontanare l'uno dall'altro, sarebbe riuscito a distruggerli entrambi.

-Hardin, come mai da queste parti?-

-Ho una cosuccia da proporti-

   
 
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