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Autore: ilpiercingdiluke    03/01/2016    4 recensioni
«Ti vorrei qui, stanotte»
«E tutte le altre?»
«Tutte quelle che ci saranno»
«Tutte?»
«Sempre».
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You're my best friends
(
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Alle mie due Chiare




Freya Murphy non è una che di solito si lascia coinvolgere dal mondo, dalle cose; non troppo, almeno. Si è costruita una sorta di corazza con cui affronta tutto ciò che le sta attorno e non succede spesso che delle emozioni vere, sincere, compaiano sul suo viso di porcellana; per lo più si limita ad osservare tutto con gli occhi attenti e il cuore chiuso, che lasciarsi ferire dagli altri non è di certo tra i suoi desideri più grandi. Si guarda allo specchio di camera sua, già vestita dei suoi skinny jeans e il maglione natalizio che, davvero!, per quanto ridicolo possa essere lo ama come non mai. È il regalo di compleanno di suo fratello, l'unico che in ventun anni le abbia mai fatto, e lo adora.
Si sistema in una coda veloce i lunghi capelli castani, 'che dovrebbe tagliarsi al più presto ma non ne ha mai la voglia, prendendo al volo la sua Stella McCartney, rigorosamente falsa – comprata per 10 sterline al mercato del mercoledì – buttata malamente sul letto, poi scende le scale di corsa.
Entra nella cucina desolata leggendo il post-it giallo attaccato sul frigorifero di sua madre, dove l'avverte che è a pranzo da Luke, che probabilmente non tornerà a casa prima del giorno dopo e che Dylan, suo fratello, è andato un weekend a Whitehead con Eva.
Sbuffa e, accartocciando il foglietto per buttarlo nel cestino, aspetta che la macchinetta del caffè sia abbastanza calda prima di versarlo nella sua tazza preferita; rubata dallo Starbucks di Amsterdam qualche anno prima.
La suoneria del suo cellulare la fa sobbalzare dallo sgabello in cui è seduta, lo sblocca notando un messaggio da parte di Stephen, o semplicemente detto Deo, che le ricorda di essere puntuale una fottuta volta nella sua vita e che la aspetta agli arrivi dell'aeroporto per le 11:30.
Sbuffa di nuovo, Freya, 'che già il solo fatto di essersi svegliata prima di mezzogiorno durante le vacanze natalizie la fa imbestialire, ma che Deo inizi subito a tartassarla di primo mattino proprio non può tollerarlo.
Beve il suo caffè, con i suoi due cucchiaini di zucchero e una goccia di latte freddo, prima di infilarsi giacca nera, sciarpa e chiudere la porta alle sue spalle.


Sono le dieci e venticinque del mattino e Freya è seduta sullo scomodo seggiolino di plastica blu dell'autobus 763, l'unico che porta direttamente all'aeroporto di Dublino. Non fuma da esattamente un'ora e mezzo – precisamente da quando è entrata nella navetta – e quasi si pente della scelta fatta.
Ha le mani impiastricciate di colori e per distrarsi un po' dalla voglia di fumare e dal nervosismo, durante il viaggio si impegna con decisione a grattare via lo sporco; frequenta una scuola d'arte a Londra conosciuta in tutto il mondo, e avere le mani di mille colori è solo uno dei mille effetti di passare tutte le ore del giorno dietro ai pennelli e alle tele.
È tornata a Mullingar per le vacanze di Natale e resterà a casa fino ai primi di febbraio.
Freya si guarda le mani, chiedendosi perché qualcuno non possa inventare dei colori facilmente lavabili: le chiude a pugno e gira i polsi, osservandosi le unghie mangiucchiate e smaltate di un rosso acceso. Il perché si ostini a usare smalti quando non ne è assolutamente capace, è ancora un mistero.
Si affaccia al finestrino, guardando chilometri e chilometri di campi estendersi ai lati della strada. Il cielo è quasi completamente nuvoloso, tranne per qualche leggero raggio di sole sparso qua e là, il che, in l'Irlanda, è una cosa totalmente normale a metà Dicembre. È quasi arrivata all'aeroporto, già lo vede in lontananza: si toglie le cuffie, spegne Spotify, inizia a indossare nuovamente il chiodo di pelle e aspetta che il bus si fermi.
Il Dublin Airport non è molto grande, per questo appena entra dentro la struttura, non ha bisogno neanche di cercare gli arrivi da Los Angeles; la folla di ragazzine urlanti, che già vede dall'ingresso, sedute per terra con mille cartelloni colorati e iPhone alla mano le fanno intuire che sì, il suo amico uscirà da lì.
Freya si avvicina, cercando di attirare meno attenzione possibile, gli occhi bassi che fissano il pavimento bianco e lucido sotto di lei e i capelli che pendono sulle guance; lei e le fans non sono molto simili, ma deve assolutamente trovare Deo e non può farlo se rimane in disparte. Lo scorge seduto dall'altra parte del muro, il cappuccio di una felpa verde tirato sulla testa e le mani sulle sue cosce che giocano con il cellulare. La mora affretta il passo, avvicinandosi a lui per poi appoggiare la borsa di fianco al ragazzo e buttarsi a peso morto accanto a lui facendolo sobbalzare.
« Fanculo Free! Mi hai fatto prendere un infarto », dice, facendola ridere.
« Sei una checca Devine! – lo sfotte – Credevi fossi una di quelle mangia-uomini? »
« Intendi le fans? » le chiede, trattenendo a stento una smorfia divertita. 'Che Freya non ha mai sopportato tutte quelle ragazze.
« Si si, quello che sono » fa un gesto con le mani, come a scacciare una mosca.
« Dovresti smettere di odiarle. – Le dice Deo, tirandole una ciocca dei capelli scuri – Non te lo porteranno via il tuo adorato Nialler »
« Fottiti! – lo spinge lei – Per colpa di quel biondo quelle ragazzine mi seguono ovunque, capisci? Mi sono pure ritrovata su internet mentre stavo comprando gli assorbenti, cazzo! »
« Beh almeno hanno avuto la conferma che non sei incinta – ride Deo, buttandole un braccio intorno alle spalle – Niall dovrebbe atterrare tra dieci minuti, comunque »
« Benissimo! Si fa pure aspettare! »
« E smettila, lo sappiamo tutti che ti è mancato ».
Freya non risponde, 'che Deo ha ragione. Niall Horan le è mancato come l'aria; come un bicchiere d'acqua nel mezzo del deserto più arido. Le era mancato quel suo profumo inconfondibile che aveva un qualcosa di magico e riusciva a rilassarla. Quel profumo è una presenza costante nei suoi ricordi. Niall, per lei, c'è sempre stato: c'è stato la prima volta che aveva saltato scuola ed era stata maldestramente scoperta; c'è stato a gioire con lei della patente presa e a consolarla dopo il primo incidente; c'è stato tutte le volte che è stata costretta a rimanere a casa in punizione. Niall Horan sa tutto di lei, così come lei conosce tutti i segreti di lui. Dalla sua prima cotta all'età di dodici anni per la professoressa di sostegno che avevano alle medie alla sua passione per il campeggio e la natura, fino a quella piccola casa di legno nel bosco, costruita da loro due all'età di quindici anni, dove amava(no) rifugiarsi per stare lontano da tutto e tutti.
I suoi modi attenti e protettivi l'avevano colpita sin da subito.
Ricorda ancora quel mattino di almeno undici anni prima. Aveva appena smesso di piovere e Freya stava attraversando la strada ancora bagnata per andare dalla signora Cohen a prendere i soliti biscotti del venerdì, quando un pazzo in bicicletta che correva un po' troppo forte, aveva perso all’improvviso il controllo delle ruote sull'asfalto umido.
Tutto era avvenuto in una frazione di secondo.
Aveva visto una macchia azzurra lanciarsi verso di lei e spingerla all'indietro trascinandola a terra. Freya si era ritrovata distesa sul marciapiede a pancia in su, mentre il peso che un istante prima la stava schiacciando, era già rotolato via. Freya aveva rizzato la testa per osservarlo. Il bambino davanti a lei aveva una maglietta azzurra macchiata all'altezza del petto e le aveva teso subito una mano. Solo in quel momento era riuscita a rendersi conto di ciò che le sarebbe potuto succedere.
Il legame con Niall, nato in quegli attimi di panico, non si era più dissolto.
« Oh mio dio! Ci sono Deo e Freya! » il grido entusiasta di una delle ragazzine la riscuote dai suoi ricordi, facendola sbuffare e stringere il polso del suo amico.
« Ciao ragazze » Deo le saluta, alzandosi in piedi e sorridendo a tutte.
« Deo dove è Niall? Tra quanto atterra? Ditegli di fermarsi un po' qua con noi, vi prego! » la ragazza, una biondina di forse sedici anni, si fa avanti, con una gonna così corta che Freya si chiede con quale coraggio i suoi genitori l'abbiano fatta uscire di casa.
« Credo che Niall sarà stanco dopo dieci ore di volo » interviene lei, ricevendo uno sguardo di fuoco dalla bionda.
« Beh, ma è solo grazie a noi che è diventato quello che è. Ce lo deve! »
Freya alza le sopracciglia, fulminando la ragazzina con i suoi occhioni blu. 'Che Niall è diventato quello che è grazie alla sua voce, al suo talento. Al suo e degli altri ragazzi. E si, è grazie anche alle fans, ma non solo merito loro.
« Si è vero ma ha pesato gli ultimi otto mesi in giro per il mondo a fare concerti per voi, ha dovuto partecipare ad eventi e interviste per voi, e adesso, dopo dieci ore di volo, non credo che vi debba anche questo. » dice Freya.
« Io sono convinta che a Niall vorrebbe restare con me ».
La bionda sorride maliziosa, alzandosi ancora di più la gonna, facendo capire a Freya cosa intende.
« Scusa ma tu da quanto hai finito di succhiare il latte dalla mamma? » le risponde con una smorfia di disgusto in viso.
« Okay, ragazze – Deo interviene, prima che succeda un casino – Scusala, la mattina è un po' stronza! » continua, rivolto alla fan, ma stringendo appena il gomito della sua amica. Freya spalanca bocca e occhi, fulminandolo con uno sguardo e: « Ma vaffanculo! » sbotta, prima di prendere la sua borsa e dirigersi fuori dalle porte dall'aeroporto.
Ha bisogno di una sigaretta.


Freya è ancora con la schiena poggiata sul muro esterno dell'aeroporto; le sigarette sono diventate tre e ancora non ha intenzione di tornare dentro da quelle scimmie urlatrici che aspettano il bravo, bello e dolce Niall Horan degli One Direction.
« Non mi avevi promesso che avresti smesso di fumare? »
Freya sobbalza al suono di quella voce calda, allegra e maledettamente familiare.
La prima cosa che pensa è che deve trovare 500£ per un nuovo cellulare, perché il suo non rende decisamente giustizia al tono dolce e affettuoso. La seconda è che è davvero cresciuto e i suoi occhi non li ricordava così intensi, davvero tanto azzurri da far imbarazzare il cielo e farlo coprire di nuvole. La terza è che Niall Horan è il ragazzo più bello mai visto, e Freya non potrebbe essere più emozionata di così ad averlo nuovamente davanti dopo otto mesi passati a sentirsi solo tramite FaceTime una volta ogni tanto. Lascia cadere la borsa in terra prima di corrergli in contro, allacciare le sue gambe magre intorno alla vita del biondo e le braccia al collo sotto la risata contagiosa del suo migliore amico, che barcolla leggermente all'indietro per tenerla saldamente tra le sue braccia.
« Nialler » sussurra Freya, con il viso sul suo collo annusando nuovamente quel profumo fresco di limone e pompelmo.
« Free mi stai annusando? » ridacchia il biondo, lasciandola rimettere i piedi a terra ma senza lasciarla davvero.
« Stai zitto! ». Freya si morde il labbro inferiore trattenendo lacrime di felicità, 'che non si farà mai vedere da nessun paparazzo, fan o da chiunque che non sia solo Niall, in lacrime.
« Mi sei mancata anche a me – le dice facendola sorridere, 'che lui l'ha capita. – Che ci facevi qua fuori e non appostata agli arrivi ad aspettare il tuo migliore amico di sempre? »
« Dio, le odio! – sbuffa Freya staccandosi dal suo petto – Ti giuro sono peggio dei parassiti! » si imbroncia, incrociando le braccia sotto il seno. Niall le sorride, spingendo il suo indice sulle labbra imbronciate della mora; è sempre stato una cosa loro, fin da quando erano piccoli, e Freya ancora non si spiega il perché lui abbia questa ossessione per le due labbra.
« Non sono tutte antipatiche – fa lui, sorridendo a Deo che li raggiunge con Mark e le chiavi della macchina con cui torneranno a casa – Sei tu che sei troppo acida, Free! »
« Quella bambina – sottolinea – voleva rimanere sola con te per scoparti! »
« Beh, se è quella che mi ha indicato Deo lì dentro, non vedo dove fosse il problema! È carina! » Freya spalanca la bocca e: « Ma fottiti, Nialler! » dice, prima di avviarsi a passo svelto verso il Range Rover bianco che li attende con il sottofondo della risata squillante di Niall e quella più roca di Deo e Mark.





Ciao belle bimbe.
Innanzitutto voglio augurarvi un buon 2016, come avete passato il capodanno? Io con una mia amica e Gigi D'Alessio con Grignani ubriaco! E che, se cliccate sul quel simbolino sotto alla foto ad inizio capitolo, vi spedirà direttamente alla canzone che ho pensato più adatta a questo capitolo. 
(Il titolo l'ho semplicemente creato pensando alla distanza approssimativa tra Mullingar e Londra; ed ecco qui "424 Miles").
Seconda cosa: premetto che non so quando pubblicherò il secondo capitolo, non so neanche cosa mi inventerò perché questa storia la sto scrivendo totalmente a "caso" e di getto.
Terza cosa: vi dico fin da subito che sarà una mini-shot di cinque o sei capitoli al massimo, quindi non pensiate che "accelleri" le cose perché non ho voglia di soffermarmi sui dettagli ma solo perché saranno pochi capitoli. 
Quarta cosa: questa è/sara una storia parallela a quella di
Straightandfast su di Louis che deve ancora pubblicare.
Quinta ed ultima cosa: spero veramente che vi piaccia questa idea, e che possiate lasciarmi una recensione e/o un messaggio privato su cosa ne pensate. 
Qui sotto vi lascio gli altri miei contatti. Spero a presto.
Giulia.
Facebook:
IlpiercingdilukeEfp
Twitter: @piercingdiluke

 
  
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