La sua per ora è solo una premessa.
Mancava poco al penultimo passo del progetto: la registrazione del brano.
Stava allestendo il coro.
Dunque.. il basso in fondo, con un microfono sulla destra, e la tromba e il clarinetto davanti.
Michael sarebbe rimasto al centro di tutto, come il fiore più bello di un prato.
Sorrise, immaginandoselo già lì a cantare, appassionato e invincibile, mentre il ronzio del registratore veniva soffocato dalla voce potentissima dell'uomo che in quel momento, occupato in affari burocratici, non era accanto a lei.
Jackie respirò a fondo l'aria densa della sala di registrazione e si rimise al lavoro, posizionando con cura lo sgabello dietro la batteria.
Entro sera ci sarebbe stata la prima prova generale, e tutto doveva essere perfetto e in ordine.
Non era stata incaricata di allestire gli strumenti, ma preferiva assicurarsi che tutto fosse a posto.
Si spostò davanti alla porta d'entrata e osservò un momento l'ampia stanza nella sua completezza.
Sarebbe stata di gradimento dell'assiduo perfezionista a cui non riusciva a smettere di pensare?
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Los Angeles,
Studi Epic
1982, autunno
- Michael, è con immensa gioia che ti annuncio che ho sono riuscito a convincere la Sony a concederci altro tempo per l'album.
- Splendido Q! Ma come ha fatto?
Il produttore non rispose subito. Fece cenno a Michael di seguirlo e lo condusse attraverso le sale e i corridoi, fino a giungere davanti all'ufficio principale, dove un gruppo di uomini distinti erano impegnati in una affollata discussione.
Uno di questi si girò verso di loro e, sorridendo sorpreso, si congedò dal gruppo e li raggiunse.
Era basso e tarchiato, fra le labbra stringeva un costoso sigaro, e aveva un'aria amichevole e un'espressione rilassata.
Quincy gli strinse vigorosamente la mano.
- Frank, voglio presentarti Michael Jackson, l'autore dell'album Thriller.
Michael porse la mano con educazione.
- Buongiorno.
- Salve ragazzo. Sono Frank DiLeo. Dunque sei tu il ritardatario, eh? Eheh - ridacchiò ma si ricompose subito. - Sto scherzando, ovvio. So che è cruda lavorare con scadenze durissime, me ne rendo conto. Ho già affrontato diversi casi di questo genere. Comunque, sappi che il tuo produttore e io abbiamo risolto tutto.
- Ne ero già informato. Vi ringrazio immensamente.
Appena l'uno tarchiato se ne fu andato, Jackie si voltò verso Q e Michael imitando la buffa espressione del produttore.
- Caro Michael, ti presento Frank DiLeo, vice direttore di qualcosa che sinceramente mi è sfuggita un attimo fa.. - recitò imitandolo con perfetto realismo.
- Molto divertente Jackie. - sbuffò Q, infastidito da Michael che nel frattempo si era tuffato in un'allegra risata.
DiLeo ci aveva rimesso la faccia per ottenere quelle settimane in più, e Michael lo capì.
L'occasione che gli avevano dato doveva essere sfruttata a dovere e lui e Quincy non persero tempo.
Le settimane successive vennero divorate dal loro incessabile lavoro, e in men che non si dica, l'opera fu completata.
Tutto il lavoro venne ultimato nei minimi particolari, così in fretta che pochi se ne accorsero, i brani furono selezionati in un attimo e tutte le canzoni furono pronte per essere inserite nell'album.
L'opera mancava solo dei videoclip che Michael aveva convinto Q a girare, dopo un lungo e passionale discorso sull'originalità dei brani e sullo straordinario impatto della musica visiva.
Q si era arreso ai voleri dell'artista che, nonostante la stanchezza, sprizzava arte da tutti i pori.
Furono concessi solo due giorni allo staff per riposare e riprendersi da quel periodo così denso e impegnativo.
Michael volle iniziare subito le riprese e cominciò, assieme al produttore, a dare le disposizioni per girare Billie Jean, la canzone scelta per il primo video-clip.
Jackie decise di non parteciparvi, c'era bisogno di lei ma la sua presenza non era vitale in quel contesto cinematografico.
Aveva una missione da svolgere in Italia per riunire la sua famiglia che aveva già atteso troppo.
A malincuore ma con determinazione, lasciò Q e Michael che, la sera prima della partenza, la strinse forte come mai aveva fatto e le regalò una cascata di affettuosi baci.
Lei aveva riso e lo aveva lasciato col cuore gonfio.
Si consolò pensando che l'avrebbe rivisto presto, anche se non ne era completamente sicura.
Partì inconsapevole di ciò a cui non sapeva dare una spiegazione, il perché che la teneva legata a quella vita tanto difficile.