Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: paneenutella    04/01/2016    15 recensioni
Fedez capisce, probabilmente solo in quel momento, perché lo sguardo del riccio lo abbia sempre messo in soggezione.
Mika lo guarda come se lo vedesse davvero.
« Quando sono nervoso mi sudano le mani » confessa il ragazzo, parlando troppo velocemente. Forse è colpa dell'alcool o forse è solo euforico.
« Non mi disturba » risponde Fedez.
« E mi vengono i crampi allo stomaco » continua l'altro, come se Fedez non lo sapesse.
« È carino ».
« E- E poi inizio a parlareparlareparlare e arroscisco spesso ».
« La trovo una cosa adorabile » ammette Fedez e gli sorride perché è vero. È così dannatamente adorabile.
« Sono un ragazzo » sussurra Mika, come se non fosse già abbastanza ovvio.
« Non mi importa ».
E poi succede tutto velocemente. Oppure a rallentatore.
Fedez non lo sa.
Non capisce più nulla dal momento in cui Mika, alto, elegante, snello, con i capelli sempre incasinati e quegli occhi enormi, si china verso di lui e lo bacia.
MikaXFedez // Urban Strangers
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fedez
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ci sono diversi modi in cui Fedez ha sperato di svegliarsi e di essere svegliato, quella mattina.
Mika sarebbe potuto scendere al bar e comprargli quei cornetti al cioccolato che gli piacciono tanto, per esempio, e poi avrebbero potuto fare colazione a letto, insieme.
Giusto perché a letto è più comodo, non perché si tratta di un gesto romantico e intimo. Assolutamente.
Potrebbe mentire e dire che gli ha dato fastidio, dormire con il riccio, soprattutto dopo i recenti avvenimenti, ma non ci riesce.
Dorme così profondamente, che non si rende neanche conto di Mika che si sposta nel materasso, che guarda l'ora sul telefono – la urla ad alta voce, come se il tempo potesse tornare indietro magicamente – e gli rifila una gomitata nelle costole.
In effetti, questo l'ha sentito.
« Mik, ti sei rincoglion- » borbotta, sfregandosi le mani sulla faccia.
Il riccio lo interrompe, distruggendo i suoi castelli di sabbia e le sue perfette colazioni a letto, per stramazzare: « Sono le otto e noi abbiamo il turno di mattina, e ieri no abbiamo messi la sveglia, cazzi ».
Ah, è lunedì.
Fedez se n'era totalmente dimenticato. Mika si alza, si infila una mano tra i capelli e li spettina e il ragazzo tatuato ne è quasi divertito, perché è decisamente buffo.
Il riccio corre da una parte all'altra della stanza, prepara i vestiti da indossare a lavoro e li poggia sul suo letto, ancora fatto dal giorno prima. Apre l'armadio, poi lo richiude e lo riapre di nuovo, probabilmente non riuscendo a collegare il cervello e capire cosa diamine debba fare.
« Gli asciugamani puliti sono nel primo cassetto » gli suggerisce allora Fedez, perché lo conosce talmente bene da sapere cosa gli passa per la testa.
Il riccio annuisce, prende quello che gli serve e continua a muoversi a destra e a manca. A Fedez, che, ancora spaparanzato sul letto, non ha battuto ciglio, sembra tanto di essere stato catapultato in una partita di Pinball.
Ovviamente, Mika è la pallina del flipper.
Il riccio si ferma davanti alla porta della loro camera, lo guarda alzando le sopracciglia e sbuffa.
Fedez vorrebbe spostargli i capelli dalla fronte e baciarlo sulla bocca.
Aspetta.
« Perché tu mi stai guardando così? » gli chiede Mika, incrociando le braccia al petto nudo.
Fedez lo sta guardando, in effetti.
I capelli ricci, le fossette, gli addominali non troppo scolpiti, i boxer bianchi, le gambe lunghe-
« Perché sei bellissimo » gli risponde, e si accorge solo dopo di aver espresso un pensiero ad alta voce. Il sorriso imbarazzato di Mika glielo conferma.
Pazienza, che cazzo.


Mezz'ora dopo sono entrambi di sotto ad aiutare Skin a sistemare i tramezzini nella vetrina accanto al bancone.
Fortunatamente non c'è nessuno, nel bar. E fortunatamente, Zack sembra essere di buon umore, quella mattina.
In realtà, quell'uomo è sempre di buon umore, ma quel giorno, riflette Fedez, forse solo un po' di più.
« Ben svegliati » li saluta, raggiungendoli. Delle piccole rughette si formano ai lati dei suoi occhi chiari.
Fedez gli sorride di rimando. « Scusa per il ritardo. Ieri mi sono dimenticato di… mettere la sveglia ». Mika, accanto a lui, annuisce, colpevole.
« Non fa niente » dice Zack, poggiando i gomiti sul bancone. « Ho bussato un paio di volte alla vostra porta » Fedez si congela sul posto, sicuro che lo zio di Mika faccia qualche battutina sul fatto che li abbia accidentalmente visti dormire insieme – mezzi nudi, per giunta – nello stesso letto, invece l'uomo continua: « Ma non avete risposto e sono sceso giù. Stavate dormendo così bene che non ho avuto il cuore di entrare in camera e svegliarvi ».
Fedez pensa che Zack sia un angelo, o roba del genere, davvero.
« Domani vi vogliamo qui dalle sette e mezzo, non un minuto di ritardo » si intromette Skin, facendo il giro del bancone e fermandosi vicino a Zack. « E oggi lavorerete anche nel pomeriggio, ragazzi » continua, lanciando un'occhiataccia allo zio di Mika. « E smettila di far fare a me la parte della cattiva, deficiente » lo insulta, colpendolo con il grembiule della divisa.
Mika ridacchia, scusandosi di nuovo.
La mattinata prosegue abbastanza velocemente, Fedez ha notato la ragazza con i capelli rossi che ha parlato con lui qualche giorno prima. È seduta al tavolo cinque e gli sta lanciando occhiate da quando è entrata al bar.
Mika ha insistito un paio di volte per andare a servire lui, al tavolo in cui sono sedute lei e le sue amiche. Fedez l'ha lasciato fare, cercando di ignorare lo sguardo indagatore di Skin, che sembra bruciargli addosso.
Dopo pranzo sono arrivati Gennaro e Alessio che, prima ancora di andare a prendere posto al solito tavolo, si sono precipitati al bancone sbattendoci sopra quello che sembra essere un foglio di carta.
« Buongiorno anche a voi, disagiati » li saluta Fedez, trattenendo una risata.
Alessio lo guarda e il ragazzo tatuato – non sa bene perché – si sente in imbarazzo, come se il bruno sapesse.
È comunque Gennaro a prendere parola. Indossa, come sempre, un paio di occhiali da sole dalla montatura arancione, ed è uno strambo perché là fuori il cielo non è mai stato più grigio. « La bellissima notizia è questa. Siccome Alessio è un nerd- ».
« Non sono un nerd » brontola Alex, corrucciando le sopracciglia scure.
Gennaro lo ignora. « Dicevo, siccome Alè è un nerd, si è informato su tutti gli eventi e i raduni di Cosplayer che si terranno nelle vicinanze...».
« E ho scoperto che, in questo periodo, non ce ne sarà neanche uno » dice e il suo faccino triste non può che confermare la cosa: è un fottuto nerd.
« Però, purtroppo o per fortuna, ha anche scoperto che ci sarà una serata a tema, il prossimo martedì, nel pub di Liverpool dove ci siamo conosciuti » continua Gennaro, indicando il foglio sul bancone.
No.
« Com'è che si chiamava, Alè? ».
« Il Pollaio ».
Fedez non ci vuole credere.
Lancia una rapida occhiata a Mika che, incredibilmente, arrossisce un poco.
Il foglio, comunque, si rivela essere un volantino colorato. Al centro, ci sono maschere, disegni e scritte arcobaleno poco fraintendibili.
« Una festa in maschera, davvero? ».
« Una serata a tema » precisa Alessio, « dove si può andare mascherati da ciò che si vuole. Io e Genn volevamo andare vestiti da supereroi ».
Gennaro si schiarisce la gola, richiamando l'attenzione su di sé. « In realtà lui vuole vestirsi da supereroe e mi sta costringendo ad assecondare le sue idee di merda ».
« E tu ti stai lasciando costringere » scherza Fedez, e spera di far ridere il biondo, ma questo strabuzza gli occhi e borbotta qualcosa di incomprensibile.
Eh?
« Quindi, ci state? » continua Alessio, entusiasta.
Ed è divertente perché sia Fedez che Mika danno risposte opposte. « Assolutamente no » dice Fedez, proprio nell'esatto momento in cui il riccio esclama: « Assolutamente sì! ».
« Perfetto » è il commento di Alex, che sembra non aver neanche preso in considerazione la risposta negativa del ragazzo tatuato. « C'è anche un negozietto, a Liverpool, dove vendono maschere e costumi a poco prezzo. Dopo vi spiego bene come arrivarci » dice, esaltato, ma sembra che si stia rivolgendo più a Mika che a Fedez.
« Siamo dei fottuti deboli » è il commento che gli rivolge Gennaro, comunque, sbuffando rumorosamente. Fedez ridacchia, perché tanto lo sa come andrà a finire.
Poi, una frase di Alessio cattura la sua attenzione: « Volevo proporvi da ieri questa cosa. Ti ho anche chiamato Mik, ma tu non hai risposto ».
Fedez rischia di far cadere per terra il boccale di vetro che ha iniziato ad asciugare.
Certo che non ha risposto, ci stavamo strusciando come due quindicenni arrapati.
Fortunatamente, Mika ha una scusa da propinargli. «C-ci siamo addormentati presto. Abbiamo fatto da baby sitter alla figlia di un amico di zio Zack e poi siamo… crollati » dice, lanciandogli un'occhiata.
Fedez ha la decenza di arrossire.
Alessio e Gennaro li guardano straniti ma non aggiungono altro. Ordinano due caffè e vanno finalmente a sedersi a quello che – ormai – è diventato il loro posto.
« Grazie, per aver avuto la risposta pronta » borbotta Fedez, mentre il battito del suo cuore inizia a rallentare. Mika gli sorride, dandogli un colpo di natica che gli fa quasi perdere l'equilibrio.
Quando, qualche minuto dopo, Fedez raggiunge il tavolo dove sono seduti gli Urban, si trova di fronte una scena abbastanza insolita.
Ovviamente, ha sempre pensato che quei due fossero scemi, ma non fino a quel punto.
« La pasta non è all'asta » dice Gennaro, il viso poggiato sulla mano destra, rivolto verso Alex.
« È casta ma non basta » gli risponde l'altro idiota. E sono entrambi talmente immersi in quel giochino del cavolo da non rendersi neanche conto della presenza di Fedez.
« È fredda e senza salsa » controbatte il biondo.
« È pigra e non si alza ».
« È sana e senza zampa » e qui Alex ridacchia in maniera adorabile – anche se Fedez pensa solo che sia un imbecille – mettendosi una mano davanti alla bocca.
« Mi guarda e poi mi scansa » risponde il bruno, dopo essersi ripreso.
Fedez è quasi affascinato dalla loro stupidità.
« E poi balla la paranza ».
E poi inizia il delirio perché se prima Fedez poteva immaginare che si trattasse di un gioco – seppur stupido – di rime, ora non ha la più pallida idea di cosa stia succedendo.
Gennaro si toglie gli occhiali – finalmente – e fa strisciare rumorosamente la sedia verso Alessio, per avvicinarsi ancora un poco a lui.
« Sallafalla di rimanza » dice Alessio, facendo ridere il biondo.
« Santorelli e no la mamma ».
« Sarabanda nillo casta ».
« Lellostello il cammello ».
« Tilloncello l'ombrello ».
Gennaro ci pensa un po' su, prima di rispondere, con una risatina: « E il bambino cattivello ».
« Strellolello ».
« Sedia ».
« Pomello » dice Alessio.
« Labello » ribatte Gennaro.
« Siete malati » conclude Fedez, scoppiando a ridere. « Per curiosità, è così che scrivete i testi delle vostre canzoni? ».
Alessio ridacchia, Gennaro finge di imbronciarsi. « Sono cose nostre » è il suo ultimo commento, prima di afferrare la tazzina che Fedez gli sta porgendo e bere il suo caffè, non più tanto bollente, ormai.


Prima che arrivi sabato – e Fedez non aspetta altro perché, visto il successo avuto la settimana scorsa, gli Urban Strangers hanno deciso di esibirsi ancora – non succede niente di particolarmente emozionante.
Nel tempo libero, il ragazzo lavora sul suo pezzo, non può non approfittare del buon umore e dell'ispirazione che lo accompagnano in quei giorni.
Anche Mika decide di cantare, quel sabato, al bar dello zio, perciò, sta molto spesso con Alessio, che gli ha gentilmente prestato la chitarra, per provare.
Fedez è curioso di sapere cosa canteranno, sia il riccio che Alex e Genn, ma quei tre sembrano non volergli anticipare niente.
« Se è “Creep” vi bacio in bocca entrambi » commenta, facendo ridere i due ragazzi e, allo stesso tempo, facendo irritare Mika che – per inciso – poi ha giocato a fare l'offeso con lui per il resto del pomeriggio.
« Non è “Creep” ma ci stiamo lavorando » gli risponde Gennaro. « Siccome Alex mi ha detto di questa tua ossession- » e si interrompe perché Alessio gli ha appena pestato il piede.
Fa un verso simile a quello di un animale ferito, gli lancia un'occhiataccia e poi si corregge: « Di quanto ti piaccia questa canzone, insomma, ci stiamo impegnando un bel po' a prepararla, visto che non l'avevamo mai provata ».
« Non si può dire la stessa cosa della cover che abbiamo deciso di portare questa settimana. La cantavamo sempre a Somma. Praticamente la sappiamo a memoria! » dice Alessio, facendo sorridere il biondo.
Fedez potrebbe continuare ad insistere sulla cover, davvero, ma in quel momento è troppo impegnato a recepire il messaggio: canteranno “Creep” (in un futuro non troppo lontano, si spera) e lui potrà morire in pace.
Durante il resto della settimana, quando non hanno il turno al bar e Mika va a provare la sua canzone all'hotel in cui alloggiano gli Urban, Fedez potrebbe ammettere di sentire la sua mancanza.
Potrebbe ma non lo fa.
Potrebbe mettersi a pensare a tutto quello che sta succedendo, ma non fa neanche questo.
Potrebbe baciare Mika, quando torna a casa per cena o per pranzo, ma c'è sempre qualcosa che lo blocca.
Il riccio, però, sembra percepirla, la sua insicurezza, la sua confusione, perché, dopo quella domenica notte, non si è spinto mai troppo oltre.
È sempre cauto, ogni volta che si avvicina al ragazzo tatuato; lo sfiora piano e, quando lo fa, si accerta che non ci sia nessuno nelle vicinanze.
Fedez vorrebbe ringraziarlo ogni fottutissima volta. Perché Mika c'è, perché capisce e, soprattutto, perché gli sta dando tempo.
Mercoledì, Fedez e il riccio prendono in prestito il pick-up di Zack – santissimo uomo – e fanno una breve tappa a Liverpool, per visitare il negozio di cui Alessio ha parlato loro.
È una sorta di mini-fumetteria dove vendono anche videogiochi e costumi di supereroi e accessori vari a buon prezzo, effettivamente.
L'idea era quella di spendere il meno possibile, perciò, alla fine, Fedez e Mika comprano le maschere e i mantelli di Batman e Robin.
Litigano un po' prima di decidere chi sarà chi.
« Non voglio essere Robin » si lagna Fedez, mentre lui e il riccio sono nel pick-up e stanno tornando ad Holmes Chapel.
« Ma deve essere così » risponde Mika, mettendo in moto.
Ma cosa minchia vuol dire.
« Ma dove sta scritto? ».
« Da nissuna parte. Lo dico io » commenta il riccio, irremovibile.
« Ma Robin è un personaggio inutile. Ed è molto meno famoso di Batman ».
Mika si volta verso di lui per un secondo, lanciandogli un'occhiataccia. « Questo non è vero. Robin è il braccio destro di Batman, senza di lui Batman non è niente. Divennero inseparabili, tanto da essere conosciuti come il Dinamico Duo ».
Fedez soppesa le sue parole in silenzio, poi aggiunge: « È perché sono il più basso, vero? ».
Mika ride.


Sabato sera, però, non sembra voler fare così tanto lo spiritoso. Ha chiesto il permesso a Zack per potersi esibire e lo zio è stato così felice da stringerlo in un abbraccio che a Fedez è sembrato infinito.
« Sono così contento di poterti sentire cantare di nuovo, dopo tutti questi anni » gli ha detto, orgoglioso.
Tuttavia, Mika, che mai ha cantato di fronte ad un pubblico così grande, inizia a farsi nervoso. Anzi, è teso come una corda di violino e Fedez si sente male per lui.
Alla fine, il riccio ha rinunciato a suonare ed era pronto a cantare utilizzando una base presa da internet, ma Alessio si è offerto di accompagnarlo con la chitarra.
E ti pareva.
Poco prima della sua esibizione, in ogni caso, Mika fugge in bagno. Fedez lancia una rapida occhiata prima alla figura del riccio, poi alla ragazza che sta cantando in quel momento e poi a Skin che gli fa intendere con un solo sguardo che può andare da lui e dopo sbuffa infastidita, come se avesse a che fare con un idiota.
Fedez cerca di farsi spazio, dà qualche gomitata e non si scusa neanche, troppo preso com'è a raggiungere quella maledetta porta.
Saluta con un cenno del capo Alessio e Gennaro, che lo guardano perplessi. Non importa.
Quando apre la porta del bagno degli uomini, Mika è poggiato con la schiena contro il muro. Ha gli occhi chiusi e sta facendo respiri profondi.
I capelli sono tenuti indietro da un'abominevole quantità di gel e lacca. Fedez li preferisce ricci, comunque.
Si avvicina lentamente a lui, non vuole spaventarlo. « Mik » sussurra e basta, sfiorandogli il polso.
« Non ce la faccio. Pensavo di gestirla meglio, invece no e ora sarò totalmente- ».
« Perfetto » lo interrompe Fedez. « Sarai perfetto. E se c'è una persona che può fare il culo a tutti, là fuori, quello sei tu ».
Mika sorride, leggermente. Ed eccola lì, quella fossetta, proprio quella che Fedez sperava di vedere.
« La penserai così anche se sarà uno schifo? ».
« Non lo sarà » dice Fedez, e non è mai stato tanto sicuro di qualcosa. In realtà, se deve essere sincero, è sempre stato sicuro delle grandi capacità di Mika che è bravo a fare tante cose, ma non si vanta mai di niente.
« Come fai tu a dirlo? Come faccio se quando sono lì, davanti a tutti mi viene l'ansia » domanda il riccio, a bassa voce, e c'è sempre quell'incertezza. Fedez cerca di comunicargli quello che non riesce a dire a parole, allora.
Si alza sulle punte e poggia le sue labbra sulle sue. È più uno sfioramento, in effetti, ma quando si allontana, il sorriso che gli rivolge Mika gli fa capire che è stato abbastanza.
« Canta come se avessi di fronte solo me, va bene? » gli sussurra ad un orecchio, prima di uscire dal bagno.
Quando Mika prende in mano il microfono, qualche minuto dopo, trema leggermente, ma sembra un pochino più sicuro.
Alla sua destra c'è Alex, che sta accordando la chitarra ed è seduto su una sedia, perché probabilmente non vuole dare troppo nell'occhio e distogliere l'attenzione dal riccio.
A Fedez batte il cuore come se ci fosse lui, davanti a tutte quelle persone.
« Hem ciao » si presenta Mika, in inglese, e si vede che cerca il suo di sguardo, tra tutti. Appena vede Fedez, infatti, la sua espressione si distende. « Questo è un pezzo molto importante per me. Si chiama “A Message”, dei Coldplay ».
Il pubblico applaude e Fedez dovrebbe mantenere un certo contegno ma non ci riesce e fa un fischio, battendo le mani rumorosamente.
Vede il riccio abbassare lo sguardo e sorridere, prima di cantare.
Il titolo gli sembrava familiare, in effetti, ma è solo dopo aver sentito le prime note che Fedez ricorda.

Inizio luglio.
Fine della quarta superiore.
Giulia lo aveva appena lasciato per trasferirsi in America. Voleva diventare una modella o roba del genere. Fedez non l'aveva capita mai, la sua scelta.
Poteva scegliere lui – egoisticamente ci sperava, non poteva negarlo – e invece se n'era andata. E no, Fedez non era sicuro di amarla, ma dopo quasi tre anni ci teneva e faceva male comunque.
Finisco per allontanare sempre tutti.
Mika, dal canto suo, non faceva che distrarlo, organizzando serate con gli altri compagni di liceo, portandolo al cinema, facendogli sentire nuovi pezzi, perché sapeva che, in fondo, la voce del riccio lo faceva sentire meglio, di solito.
Aveva deciso così anche quel pomeriggio, quando si era presentato a casa del ragazzo tatuato con due cartoni di pizza e una chitarra che “me l'ha prestata Gerardo”, gli aveva detto.
« Cosa stai facendo » aveva chiesto Fedez, mentre guardava il riccio poggiare i cartoni sul letto e sedersi accanto a lui. « E da quando suoni la chitarra? ».
« Sto imparando, in questi giorno » aveva tagliato corto il ragazzo, sorridendogli. « Ti va di suonare qualcosa? ».
Fedez si era accasciato sul letto, scuotendo la testa. « No, canta tu, dai ».
E Mika aveva iniziato.


My song is love
Love to the loveless, shown
And it goes up
You don't have to be alone
Your heavy heart
Is made of stone



Il ragazzo trattiene il fiato. La voce acuta di Mika è sempre la stessa ma, forse, stavolta, è Fedez ad essere cambiato.
Il riccio non interrompe il contatto visivo con lui neanche un secondo.
Fedez è sopraffatto. Colpa del flashback, di Mika, della sua voce, del suo cazzo di sguardo.


And its so hard to see you clearly
You don't have to be on your own
You don't have to be on your own


Fedez aveva alzato la testa da sopra il cuscino per guardare Mika, curioso. Gli piaceva il modo in cui il suono della chitarra si fondeva con la voce del riccio; era piacevole.
Aveva chiuso gli occhi, giusto per immergersi un po' di più nella canzone.
Quando Mika aveva cantato l'ultimo verso, gli aveva chiesto, quasi sussurrando: « Allora, va meglio? ».
« No » aveva risposto.


Ora, Fedez sa che va meglio, rispetto a quella volta, ma non va comunque bene perché a lui sta venendo da piangere.

And I'm not gonna take it back
Well I'm not gonna say I don't mean that
Your the target that I'm aiming at
And I get that message home



Come ha fatto Mika a sopportare gli ultimi tre anni? E, soprattutto, come ha fatto Fedez a non accorgersi mai di nulla?
Si poggia al bancone, perché non ce la può fare.


My song is love
My song is love, unknown
And I'm on fire for you, clearly
You don't have to be alone

You don't have to be on your own


Mika canta di nuovo il ritornello e Fedez cerca di riprendersi, di smetterla, prova a concentrarsi su Alessio – di cui si era totalmente dimenticato – ma non funziona.
Il suo cuore, ora come ora, è impigliato negli occhi di Mika.


And I'm not gonna take it back
And I'm not gonna say I don't mean that
Your the target that I'm aiming at
But I'm nothing on my own
Got to get that message home



Mika che è sempre stato coraggioso, che non si è mai rimangiato niente, nessuna promessa, che gli sta sputando addosso quelle parole e fanno male, fanno davvero male.


Tu sei il bersaglio a cui sto mirando
E sono niente, da solo
E devo far arrivare quel messaggio a casa


Questi versi gli rimbombano nel cervello, mentre parte l'assolo di Alessio, alla chitarra. Si affretta ad asciugarsi una lacrima perché no, non può mettersi a piangere così, davanti a tutti.
Non può.
Sta combattendo da troppo tempo con questo fastidioso groppo alla gola e non sa come fare. Quando Mika abbassa lo sguardo, la sua voce è più delicata, se possibile, mentre canta: « And I'm not gonna stand and wait, not gonna leave it until its much too late. On a platform I'm gonna stand and say that I'm nothing on my own ».
Fedez muore dentro quando Mika termina la canzone con uno dei suoi acuti. «And I love you, please come home ».
Canta gli ultimi due versi e poi la gente lo acclama. E l'applauso è talmente rumoroso da dar quasi fastidio. Fedez vorrebbe davvero unirsi a loro, ma è troppo impegnato a sopravvivere.
Cerca di ricomporsi, prima che Mika lo raggiunga e ne ha il tempo, fortunatamente, perché il riccio è letteralmente sommerso dagli abbracci di Zack – ma quando lo ha raggiunto? – e di Alessio e Gennaro.
Quando Mika è davanti a lui, con i capelli tutti scompigliati – addio gel – e il fiatone, Fedez potrebbe fare qualcosa di stupido, come mettersi a frignare, ancora, o baciarlo lì, davanti a tutti.
Invece si sporge verso di lui e lo abbraccia e lo tiene stretto come se stesse cercando di rimettere insieme tutti i suoi pezzi.
Mika rimane interdetto per qualche secondo, poi ricambia la stretta, affondando il viso nel suo collo.
Rimangono così finché Skin non dà a entrambi una pacca sul sedere, per richiamarli al lavoro. Fedez lo vede nel suo ghigno, che si sta trattenendo dal fare qualche battutina idiota. La ringrazia mentalmente per non averla fatta.
Per quanto riguarda l'esibizione degli Urban, non c'è molto da aggiungere. Semplicemente perché Fedez non trova le parole da aggiungere.
E si sente un coglione perché persino la canzone che hanno scelto di cantare Alex e Genn, quella sera, gli ricorda lui e Mika.
Non ce la posso fare, cazzo.
Lancia una rapida occhiata ai due ragazzi, circondati da altri aspiranti cantanti e da ragazzine che già urlano loro dietro – Fedez mima un conato, facendo ridere il riccio – ed è il primo ad applaudire, stavolta, prima che inizino a cantare.
« Alessio sta davvero bene con quella camicia » osserva Mika, sfiorandogli la spalla e sorpassandolo per andare a servire ad un tavolo.
Fedez trattiene uno sbuffo.
D'altronde Mika è Mika e continuerà sempre a sputare complimenti su tutto e tutti, si ripete, prestando attenzione solo in quel momento all'abbigliamento di Alessio.
In effetti la camicia scura che indossa, gli fascia perfettamente petto e spalle, e, se Fedez ci capisse qualcosa, di moda, buon gusto e tutto il resto, potrebbe esprimere anche lui qualche commento positivo a riguardo.
Scuote la testa e guarda Gennaro, invece, sempre nervoso, che sistema il microfono sopra l'asta e si schiarisce la voce. Ha una camicia che gli sta troppo grande (Fedez ormai non si stupisce più) a quadrettoni verde chiaro, scuro e marroncino.
Quando inizia a cantare, Fedez può notare il suo corpo rilassarsi, mentre il biondo chiude gli occhi e solleva la mano destra in aria, muovendola a tempo di musica.
Alessio lo accompagna con la chitarra, annuendo con la testa, muovendo piano le labbra, in attesa che arrivi il suo turno.
Le loro esibizioni sono sempre calcolate, riflette Fedez, ed è bello perché si nota quanto ci lavorino sopra prima di presentarle ad un pubblico.
Quando Alessio parte con la seconda strofa, le orecchie di Fedez hanno un infarto. Il contrasto tra il tono basso della voce di Genn e quello alto di Alex è evidente e, davvero, è come se Fedez vedesse i fuochi d'artificio o roba simile ogni volta che gli Urban cantano.
« Ehi, ti decidi a darmi quella birra o devo morire aspettandoti? » sbotta Steve, allungando la mano per prendersi il boccale da solo.
« Scusa Steve » dice Fedez, porgendogli la sua birra.
Intanto, gli Urban Strangers stanno continuando con la loro esibizione lasciando – ancora una volta – a bocca aperta, il ragazzo tatuato, Mika, dall'altra parte del bar, Skin, che ha smesso di asciugare i bicchieri per dedicare a loro la sua attenzione, e Zack che-
Porca Puttana. Quand'è che si è spostato proprio davanti a Gennaro e Alessio, in prima fila, esattamente? E quand'è che ha iniziato a ondeggiare le braccia al cielo, coinvolgendo anche tutti i presenti?
La canzone sta finendo, comunque, Fedez lo capisce perché Alex sta ripetendo il ritornello, pizzicando appena le corde della chitarra. « We live in cities, you’ll never see on screen. Not very pretty, but we sure know how to run free. Living in ruins of the palace within my dreams » e Fedez pensa che in quel momento interromperà la canzone ma, invece, si aggiunge Gennaro, il suo tono di voce è talmente forte che quasi sovrasta quello di Alessio.
« And you know, we’re on each other’s team » canta, facendo ondeggiare le spalle, alzando e sollevando – di nuovo – il braccio destro.
Con il sinistro stringe il microfono quasi spasmodicamente e, mentre ha gli occhi chiusi, si batte una mano sul petto. Fedez nota solo ora come, sia il biondo che Alessio, tengano le palpebre socchiuse ogni volta che si arriva al ritornello.
Deve avere un significato importante, per loro, quella canzone – o magari sono solo dannatamente bravi – perché la cantano con emozione e trasporto tali da fargli venire i brividi.
« And you know, we’re on each other’s team » cantano entrambi, alzando il tono della loro voce. E quella quasi spezzata di Gennaro, ancora una volta, si inserisce perfettamente accanto a quella di Alessio.
« And you know, you know, you know » sussurrano quasi l'ultima parola e aprono gli occhi, giusto un attimo prima di guardarsi.
Fedez ha un solo commento che gli vortica per la testa.
Ma che cazzo.
Il pubblico impazzisce, per l'ennesima volta quella sera, Mika gli fa un sorrisone mentre si affretta a raggiungerlo e lui non pensava di poter morire psicologicamente due volte, nello stesso giorno, eppure succede lo stesso.


Quando arriva martedì sera, hanno già programmato ogni cosa. Stavolta, andranno a Liverpool in pullman e si sono informati su tutti gli orari (beh, Mika e Alessio l'hanno fatto, lui e Genn hanno passato il tempo a lamentarsi, più che altro).
Comunque, il primo pullman per tornare è alle cinque del mattino, quindi si tratta solo di sopravvivere fino a quell'ora.
Fedez dubita di farcela, sinceramente. E dubita anche che la sua dignità sia ancora integra visto come è conciato.
Ha il mantellino giallo di Robin legato al collo e, per l'occasione, ha deciso di indossare una vecchia maglietta rossa.
Mika ha insistito per appiccicargli sopra il simbolo della R perché “Fedè, ma io ho attaccato il simbolo di Batman nella mia camicia” ma Fedez non ha voluto sentire ragioni.
Si sente già abbastanza ridicolo così – anche se nel pullman fortunatamente ci sono solo lui, Mika, Alessio e Gennaro – con quella stupida mascherina nera sul viso e tutto il resto.
Mika invece è felicissimo. Indossa la maschera di Batman e il rispettivo mantello nero con orgoglio (neanche stesse sfoggiando un Premio Nobel) e, giusto per richiamare ancora di più il costume originale, ha voluto mettersi anche una camicia grigia.
Non sono costumi perfetti ma, sicuramente, sono meglio di quelli di Alex e Genn.
Quando si sono incontrati alla fermata, quella notte, la prima cosa che ha pensato Fedez guardando il costume di Alessio è stato: raccapricciante.
Il bruno, infatti, indossa un paio di jeans e una maglietta blu scuro e, sopra questi, un camicie bianco da cui spuntano due braccia finte, lunghe e sproporzionate.
Fedez, che inizialmente non si era accorto di quell'oscenità – colpa del buio e della scarsa luce dei lampioni – ha quasi lanciato un grido quando gli ha stretto un braccio, per salutarlo, e si è trovato a toccare una manica lunga e molliccia.
Una volta saliti sul pullman e occupati i posti a quattro, Alessio gli ha spiegato che lui è L'Uomo Gomma, , quello dei Fantastici 4.
« In che razza di posto hai trovato quelle schifezze che hai al posto delle braccia? » chiede Fedez, guardandole con ribrezzo.
« Sempre nello stesso negozio. Era un costume da scienziato pazzo, ma io ci ho attaccato sopra la spilla dei Fantastici 4 e ora sembra molto più credibile, vi pare? » chiede, emozionato.
Convinto tu.
« Io invece non ha ancora capito » interviene Mika, squadrando la figura di Gennaro, davanti a sé.
« Da cosa sei vestito tu, Genn? ».
Gennaro sbuffa, indicando il suo petto, dove si trova la medesima spilla dei Fantastici 4. Il suo abbigliamento è molto simile a quello di Alessio, senza contare il camice e le braccia di gomma inquietanti. « Sono l'Uomo Invisibile, non è ovvio? ».
Mika si acciglia. « Vuoi dire la donna » lo corregge.
« No, voglio dire l'Uomo. Ti sembro una donna? » borbotta, appiattendosi il ciuffo biondo sulla fronte.
« In effetti, se ti spostassi quel capelli dalla fronte e ti truccassi un po', forse-» .
La risata di Alessio lo interrompe. « Mik, lascialo stare. È solo arrabbiato perché si è deciso ad andare al negozio solo l'altro giorno e i costumi di Captain America e Iron Man – che erano quelli che volevamo all'inizio – erano già finiti. Avremmo dovuto aspettare settimane per ordinarli, gli altri costavamo troppo e quindi ci siamo arrangiati ».
« Il mio costume è comunque il più bello di tutti » borbotta Genn, facendo sorridere Fedez.
A volte è difficile accettare che questo ragazzo qua e il cantante professionista che si esibisce al bar il sabato sera, siano la stessa persona.
Fedez scuote la testa, mentre proseguono il viaggio verso il loro inevitabile destino.


Stiamo venendo qui per i balli e le maschere, avevano detto.
Non berremo molto, avevano detto.
Vaffanculo, avevano detto un sacco di cose eppure sono già tutti ubriachi. E Fedez ha avuto la certezza di una cosa, in particolare: Mika e Gennaro non reggono l'alcool, per niente.
Non che lui sia nella posizione di mettersi a criticare qualcosa o qualcuno, in questo momento, comunque.
Stanno ballando nella solita pista improvvisata, in mezzo a maschere decisamente improbabili. Fedez scorge un gruppo vestito da Tartarughe Ninja e vorrebbe battere un cinque a tutti loro ma sono davvero troppo lontani.
Pazienza.
Il ragazzo tatuato, in ogni caso, non fa molto caso alla musica. Sente solo le risate di Mika, Gennaro e Alessio, mentre cercano di imitare le mosse che Drake fa nel video della sua nuova canzone, di cui Fedez non ricorda il nome.
Non vanno a tempo, non stanno seguendo la musica, stanno solo facendo il cazzo che vogliono e va bene così.
Fedez guarda Mika e per un momento vorrebbe che si togliesse quella stupida maschera dalla faccia, perché ha un'insensata voglia di infilargli una mano tra i capelli.
Non passa molto, comunque, e Fedez si accorge che c'è una quinta persona, lì accanto a loro, che imita i loro – invidiabilissimi – passi di danza.
Che cosa succede?
Il ragazzo in questione alza lo sguardo. Ha gli occhi scuri e i capelli neri, un tempo probabilmente tirati su in un ordinato ciuffo, ora sono tutti spiaccicati sulla sua fronte.
« Walliò » lo saluta Alessio e cosa stai dicendo? Vorrebbe dirgli Fedez, ma, ora come ora, è troppo concentrato sulla mano di Mika che, per mantenersi in equilibrio, sta stringendo il suo fianco.
Gli occhi del nuovo arrivato sembrano illuminarsi. « Walliò » urla, alzando le braccia al cielo. Fedez nota solo in quel momento il suo costume.
È vestito di scuro e sulle sue braccia e sulla sua maglietta sono state dipinte bellissime fiamme rosse.
« Walliò? » si aggiunge Gennaro, spostandosi per guardarlo in faccia.
« Walliò! » esclama in risposta quell'altro, avvolgendo il biondo e Alex in un abbraccio fortissimo.
Okay.
« Ma quanto è bello trovare qualcuno del Sud » dice, allontanandosi dai due ragazzi. « Sono Giovanni, ragà, ma potete chiamarmi Giòsada ».
Si presentano tutti velocemente, ma quando tocca a Fedez, il ragazzo non riesce a controllare bene il filtro bocca cervello perché esclama: « Che figata il tuo costume! » poi scuote la testa, mettendo in ordine i pensieri. « Piacere, sono Federico ».
Giòsada ride. « Sono la Torcia Umana » spiega, indicando il simbolo dei Fantastici 4 – che prima Fedez non aveva notato – cucito all'altezza del suo petto.
Mika sta facendo scorrere, lentamente, la mano lungo tutto il braccio del ragazzo tatuato. Porca puttana.
« Ma davvero? Anche noi siamo dei Fantastici 4 » dice Alessio, esaltato.
Giò li squadra, grattandosi la barba con la punta delle dita. « Tu sei sicuramente l'Uomo Gomma, mi piace l'idea delle braccia finte » dice, indicano il bruno. Alex annuisce, si volta verso il ragazzo tatuato e gli fa la linguaccia e davvero? Fedez non ci vuole credere.
« Tu, invece...» commenta, rivolgendosi a Gennaro. « Ah! Tu sei la Donna Invisibile! ».
Mika e Fedez scoppiano a ridere.
« L'Uomo. Sono l'Uomo Invisibile » lo corregge Gennaro, spazientito.
« Come ti pare, fratè » gli dice Giòsada, poggiandogli una mano sulla spalla. « Voi due, invece, siete un macello. I vostri costumi sono i miei preferiti » confessa, poi, rivolgendosi a Fedez e Mika.
Okay, è probabile che quel tizio gli stia un po' più simpatico.
Ma in realtà, si rivela esserlo ancora di più quando tutti e cinque vanno al bancone. Il solito barista dagli occhi chiari – sì quello gay/pedofilo – li saluta con un sorriso.
« Cosa vi preparo, ragazzi? ».
« Cinque chupito per i miei nuovi amici, offro io! » annuncia Giò, guadagnandosi fischi e pacche sulle spalle da parte di Alex e Genn.
Mika, invece, è ancora in piedi, la testa poggiata sulla sua spalla. Si china e affonda la testa nel suo collo. Normalmente, Fedez sarebbe un po' preoccupato di quello che potrebbero pensare gli altri, ma il respiro pesante di Mika e il naso gelido del riccio contro la sua pelle lo distraggono abbastanza.
« Tutto okay? » chiede, allora.
« Hai un buon profumo » gli dice Mika, nell'orecchio e Fedez teme, per un attimo, che le sue gambe possano cedere.
« Si chiama sudore, Mik » scherza, poggiando una mano sulla schiena del riccio. Mika ridacchia.
Nello stato confusionale in cui si trovano lui e i suoi pensieri, al momento ce n'è solo uno che prevale, tra tutti: non avere un'erezione in pubblico.
Non che il pubblico possa rendersene effettivamente conto, viste le condizioni di tutti i presenti, ma sempre meglio non rischiare.
« E questo shottino è per la nostra Donna Invisibile! » urla Giò, al loro terzo shottino. Gennaro è decisamente fuori uso, altrimenti avrebbe protestato anche stavolta.
Quando vedono un uomo vestito da « La Cosa! Madò, quella è La Cosa! » urlato da Genn, scatta il delirio. Di nuovo.
Giò lo prende per una spalla e lo fa bere con tutti loro. Il ragazzo si chiama Davide Shorty e, quando si sfila la maschera, un'enorme testa di capelli quasi inghiotte il suo viso.
Fedez si chiede come diamine abbia fatto ad intrappolarli dentro la sua maschera aderente. Il suo costume di gomma piuma è davvero realistico e tutti gli fanno i complimenti. « La mia ragazza adora queste cose, me l'ha cucito lei...Stanno festeggiando un compleanno tra amiche, comunque, e io sono stato sfortunatamente invitato » confessa.
Fedez è costretto a tenere fermo il braccio di Mika che più volte l'ha allungato per infilare la mano tra i capelli a cespuglio di Davide.
Il capellone si complimenta con tutti loro per i costumi, finché non arriva a Genn. Gli ci vuole un po' di tempo, poi il suo volto sembra illuminarsi. « Ci sono! La Donna Invisibile, giusto? ».
A quel punto, Gennaro, cotto come una pera, si alza in piedi, ma è costretto a tenere una mano sul ginocchio di Alessio per non cascare a terra. « L'Uomo Invisibile, cazzo. L'uomo » ripete, e probabilmente nella sua testa vorrebbe risultare minaccioso ma, con quella faccia che si ritrova, è quasi impossibile che accada.
Nel frattempo Mika, l'ennesimo bicchierino vuoto in mano, tira una manica della maglietta di Fedez. « Devo andare al bagno, accompagnami » e più che una supplica sembra essere un ordine.
Fanno una foto, però, prima, perché “dobbiamo assolutamente avere un ricordo della serata Fantastici 4 + Batman e Robin” e, quando Fedez dice che stanno andando in bagno e che si incontreranno di nuovo all'uscita, Alessio li sorprende con una delle sue perle.
« Tranquillo Fede, io sto a posto. Ho immagazzinato la mia vescica in un' altra vescica ».
Fedez gli scoppia a ridere in faccia, Alex non sembra curarsene, comunque.
« Cosa significa » indaga Shorty.
Gennaro sembra voler dire la sua, ma Giò lo precede. « Significa che non deve andare in bagno. Questo ragazzo è un genio » commenta, battendo il cinque a Mika, invece che ad Alessio.
Okay.

Okay.
Miracolosamente, non c'era fila davanti all'unico bagno dei maschi del locale, perciò Mika vi è entrato subito, trascinandosi dietro un confuso Fedez.
Appena chiusa la porta, gira la serratura e spinge Fedez contro la parete.
Il ragazzo ha un flashback di tutta questa situazione. « Mik, cosa stai facend-? ».
« Ti prego. Sta zitto. Volevo farlo da- da quando siamo entrati nel locale » biascica ed è una fortuna che sia così vicino perché la musica è ancora più assordante, nei bagni, e c'è il rischio di non sentire nulla.
Insomma.
« Per questo volevo bere, per farcela ».
Fedez lo guarda di traverso e allontana le mani del riccio da sé. « Non lo stai facendo solo perché sei ubriaco, vero? » dice, e sa che in quel momento non ha senso chiederglielo, ma questo tarlo che Mika possa abbandonarlo non vuole proprio dargli pace. « O domani mi dirai di nuovo che era tutto un grande sbaglio? ».
Mika sgrana gli occhi, che sono per un attimo illuminati da una strana luce. Si avvicina a Fedez, inchinandosi per essere alla sua stessa altezza, le labbra pericolosamente vicine. « Dì tu a me, se per te è un grande sbalio » sussurra, premendo un ginocchio sulla patta dei jeans del ragazzo tatuato.
Fedez ansima. Non avrebbe voluto essere così eccitato. Non avrebbe dovuto.
Scuote la testa, incapace di proferire parola. « Co-cosa volevi fare? » balbetta e si sente un demente.
Mika cerca di sciogliersi la maschera, fallendo miseramente. Fedez gli dà una mano e, dopo secondi che gli sono sembrati anni, riescono a togliere sia quella del riccio che la sua, di maschera; entrambe finiscono sul pavimento del bagno.
Mika ha le guance arrossate e gli occhi lucidi per l'acool e, quando si fionda sulla sua bocca, Fedez mugola, sorpreso.
Gli passa una mano fra i capelli ricci, finalmente liberi. Mika gli lecca piano le labbra e il ragazzo tatuato lo sa, lo sa che il riccio sta facendo tutto quello di proposito, per farlo impazzire.
È colpa sua, pensa, mentre lo stringe a sé e mentre il ginocchio del riccio continua a fare pressione sempre nello stesso punto. Colpa delle sue parole gentili, delle sue carezze, di tutto quanto, cazzo.
Mika fa scorrere una mano sul suo petto, mentre gli solleva piano la maglietta e Fedez, che non si era accorto di aver chiuso gli occhi, sente le sue labbra scivolare piano sul suo collo, sopra il tessuto della maglia e poi rabbrividisce, quando arrivano sulla pelle nuda, sopra l'ombelico.
Solleva le palpebre e il riccio è in ginocchio davanti a lui.
Un brivido lo scuote tutto.
Porca puttana.
« Fedè, è okay? » gli chiede Mika, guardandolo dall'alto in basso.
Come potrebbe non esserlo?
Fedez annuisce, ed è quasi dolorosa, la sua eccitazione. Mika armeggia con la cintura dei suoi jeans, gliela slaccia e fa scivolare piano i suoi pantaloni sulle sue gambe.
Quando sfiora la sua erezione con il naso, Fedez mugugna il suo nome, non riuscendo a controllarsi. Questo sembra essere sufficiente a far agire il riccio, comunque, visto che Mika gli abbassa anche i boxer, con un gesto deciso.
Non appena Fedez sente il suo fiato caldo colpire il suo membro ha uno spasmo.
Se Mika non si muove a fare qualcosa lui potrebbe venire anche così, senza nemmeno essere stato toccato, con il riccio in ginocchio davanti a lui che continua a guardarlo in quel modo.
Ma Mika non è della stessa idea. Con una mano afferra la base del membro di Fedez e inizia a muoverla seguendo un ritmo lento e preciso. Poi, avvicina la lingua alla punta, facendola ruotare piano su di essa.
Fedez geme in maniera oscena. Intravede Mika fare un sorrisino prima di prenderlo completamente in bocca.
Il riccio cerca di tenere fermo Fedez con l'altra mano, perché il ragazzo non riesce proprio a smettere di muoversi.
Mika è dannatamente bravo e Fedez, ad un certo punto, inizia a stringergli piano i capelli, perché ha bisogno di un appiglio.
Il riccio grugnisce e aumenta il ritmo. Le sue labbra si muovono talmente veloci che Fedez ne è ipnotizzato. Non riesce a smettere di fissarlo.
E quando Mika alza lo guardo su di lui Fedez viene all'improvviso, senza neanche avere il tempo di avvisare l'altro ragazzo che, inaspettatamente, ingoia tutto il suo seme.
Cazzo, Fedez potrebbe venire di nuovo solo guardando questa scena. Lo aiuta a tirarsi su e lo bacia, infilandogli la lingua in bocca.
Il fatto che quella stessa bocca, fino a qualche secondo prima, fosse avvolta attorno al suo membro, lo manda fuori di testa.
Potrebbe raccontare a se stesso di aver ricevuto pompini migliori, ma sarebbe un'enorme balla. E questo la dice lunga, visto che Mika è totalmente ubriaco.
Ma non importa. Fedez nota la sporgenza nei pantaloni del riccio. Istintivamente allunga la mano, per cercare di dargli sollievo e, di norma, si sentirebbe leggermente a disagio, perché è la prima volta che tocca un uomo in quel modo.
È la prima volta che tocca Mika.
Ma stavolta, l'alcool ha la meglio e la sua mano non esita, mentre gli slaccia i jeans e glieli abbassa – insieme ai boxer – il tanto necessario per permettere alla sua mano di muoversi.
« Va bene? ».
Mika grugnisce, spingendo la sua erezione contro la mano di Fedez. I movimenti del ragazzo sono disconnessi e insicuri ma a Mika sembra andare bene, visto che ad un certo punto interrompe il loro bacio per ansimare sulla sue labbra.
Quando il riccio viene, con un verso sorprendentemente roco, Fedez allunga l'altra mano per afferrare il rotolo di carta igienica e pulirsi.
Mika ridacchia contro la sua spalla. « L'abbiamo fatto davvero. Io non ci posso credere ».
Dopo aver cercato di sistemarsi e aver recuperato le due maschere, aprono la porta e si trovano davanti una fila di cinque persone.
Evidentemente hanno bussato e loro non se ne sono nemmeno accorti. Fedez non sa quale sia stata la reazione di Mika, sa solo che lui ha chinato il capo e non ha osato rialzarlo finché non sono usciti
dal locale.
Fuori, vicino all'ingresso, trovano subito i loro compari. Fedez ringrazia mentalmente Shorty e la sua immensa testa di capelli.
Mika sfiora piano la mano con la sua, mentre camminano, Fedez sorride come un idiota.
« Cosa ci siamo persi? » chiede il riccio, sedendosi sul muretto in pietra, su cui hanno preso posto anche Gennaro e Davide.
« Giò mostra ad Alessio come rimorchiare » commenta Shorty, intento a giocherellare con il suo costume di gomma piuma.
« Non che Alè ne abbia bisogno, sia chiaro » sente il bisogno di precisare Gennaro e Fedez non capisce e non vuole capire.
La musica è solo un eco lontano, perciò, possono sentire quello che Giò e Alex si dicono senza sforzarsi più di tanto.
« E quindi, fratè, questo è ciò che devi sapere sull'Ultimo Primo Bacio » sta spiegando Giò ad un Alessio piuttosto confuso.
Mika poggia la testa sulla spalla di Fedez mentre questo chiede a Shorty: « Che minchia è un ultimo primo bacio? ».
Il capellone fa spallucce. « Non chiederlo a me, cazzo ». Fedez ride sguaiatamente, sono tutti completamente andati.
« E ora, mostrami come mi baci » continua Giò, scatenando l'ilarità generale. Tranne Gennaro, lui sembra essersi leggermente irrigidito.
Alessio, anche da ubriaco, comunque, riesce ad essere sempre così maledettamente Alessio. « Ma io non ti bacio ».
« Beh, ma sei tu ad avermi chiesto aiuto, con quella persona speciale ».
« Ma io non ti ho chiesto nessun aiuto ».
« Però c'è questa persona speciale, o no? » indaga Giò, con un sorrisino. Fedez riesce a captare l'occhiata veloce di Alessio, che va a posarsi per un millesimo di secondo sulla figura di Gennaro.
Tipico.
« Bene, » continua Giòsada, nel suo delirio. « ora fai finta che io sia lei ».
Alessio lo guarda, inclinando piano la testa e assottigliando gli occhi. « Ma tu non sei lei » risponde, ovvio.
Fedez sente Gennaro, seduto dall'altra parte del muretto, ridacchiare rumorosamente.
« Bene » ripete Giò, ignorandolo. « Abbiamo appena trascorso la serata insieme e tu mi hai appena riportato a casa » spiega, prendendo Alessio per un braccio e facendogli fare un imbarazzane girotondo.
Seriamente, cosa sta succedendo?, pensa Fedez, con le lacrime agli occhi.
« Ora, prima che io – la tua persona real speciale – entri in casa, c'è quel momento di attesa, lo state aspettando entrambi. Tu cosa fai? ».
« Ti saluto e vado a dormire e tanti abbracci ? ».
« No » sbotta Giò. « Mi mostri la magia ».
Alex sembra non capire.
Fedez si chiede quanto abbiano parlato durante l'assenza sua e di Mika per raggiungere quel tipo di confidenza. O quanto abbiano bevuto.
« Sai qual è il segreto per un bacio perfetto? » Alessio scuote la testa. « Il segreto del bacio perfetto, walliò, è arrivare al 90% e trattenersi ».
« Per quanto tempo? » chiede Mika, alla sua sinistra e Fedez non ci vuole credere.
« Il tempo che l'altra persona ci mette per fare l'altro 10 » spiega Giò, serio.
« 90-10, ci sono » è il commento di Alessio. « Vado allo scientifico, le so fare le percentuali ».
« Ah, sì? Allora datti una mossa, tocca a te » lo incoraggia Giòsada.
Fedez non è abbastanza lucido per capire sul serio quello che sta succedendo. Sa solo che gli sembra tutto molto divertente, mentre Alessio si avvicina piano al viso di Giò.
« Sono la tua persona speciale » ripete quello, per l'ennesima volta, « e sono stata davvero bene con te, stasera ».
« Sono stato davvero molto bene anche io… persona speciale. Con la barba ».
Shorty sta ridendo così tanto che Fedez pensa possa sputare un polmone da un momento all'altro.
Giò solleva le sopracciglia, ammiccante, aspettando che il suo allievo compia la prossima mossa. Alessio, se possibile, si avvicina ancora di più al corpo muscoloso dell'altro ragazzo. Fedez lo vede prendere un respiro e chiudere gli occhi.
Ci siamo, pensa. Questa cosa mi traumatizzerà per il resto della mia vita.
Dopo qualche secondo in cui non succede nulla, Alessio solleva di nuovo le palpebre. « Cosa c'è? ».
« Non lo so Alè, manca la magia ».
« Ma ho fatto il 90 » si lagna il bruno.
« Lo so, ma ho l'impressione che tu non lo voglia » riflette Giò. « Senti, io sono la tua persona, quella che popola i tuoi sogni proibiti, quella con cui vorresti passare il resto della vita, io sono- ».
E non finisce la frase, perché in un attimo le labbra di Alessio sono sulle sue.
Fedez non ha neanche il tempo di rimanere scioccato per quello che sta vedendo, che Giòsada si allontana con uno scatto, pulendosi le labbra con il lembo della maglietta. « Ma che cazzo fai, walliò ».
« Ti ho mostrato la magia » si giustifica Alessio, facendo scoppiare a ridere Gennaro.
« No, no, no. Ti ho detto di fare il 90 e io l'altro 10, non devi arrivare al 100%. Vai allo scientifico un cazzo » borbotta Giò, sconvolto. « Avevo pure la bocca aperta, pazzo ».
Gli altri, nel frattempo, non hanno mai smesso di ridere. Genn, addirittura, si è inginocchiato sul marciapiede, totalmente fuori di sé.
« A parte questo, com'è andata? » chiede Alessio, peggiorando la sua situazione.
Fedez, il naso freddo di Mika premuto sul collo, non riesce a capire molte cose in questo momento, ma di una è assolutamente certo: prenderà in giro Alessio per i prossimi mille anni.
Sul serio.






Angolo dell'autrice
Salve, popolo. Oggi sono decisamente fuori uso.
Ho finito di scrivere il capitolo questa mattina alle sei e ora la mia voglia di vivere è pari a quella di un'alga morta.
Comunque, ci sono alcune cose che vorrei dire; spero di riuscire a farlo senza dilungarmi come al solito.
Allora, prima di tutto: questo capitolo è lungo come la morte. E poi succedono troppe cose, una di seguito all'altra.
Non lo sopporto, vi giuro ahahaha.
Il giochino con le rime che gli Urban fanno al bar è preso da una loro conversazione su fb (la prima volta che l'ho letta ho pensato ma perché, cosa c'è che non va in loro).
Per quanto riguarda le canzoni, invece, sono  bellissime  queste:
quella che canta Mika è A Message dei Coldplay.
(Vi allego qui il link del video con la traduzione, per chi ne avesse bisogno: 
https://www.youtube.com/watch?v=tT83d_1boqs )
La canzone cantata da Gennaro e Alessio è una delle mie ultime fissazioni.
Si chiama Team di Lorde e adoro la loro versione, più di quella originale.
(Quella originale - la traduzione è pessima, ma è il meglio che sono riuscita a trovare - è questa qui: 
https://www.youtube.com/watch?v=4i8d5ZUmWkY )
Il link della cover degli Urban, postata gentilmente dal buon Nando (figliuolo, adoro anche te per questo) è questo: 
https://www.facebook.com/nando.iodice/videos/vb.1583672823/10204976243677497/?type=2&target=%22
Ma, personalmente, mi sono ispirata al live di Genn e Alex di Milano.
Ora, se volete farvi un fegato così perdendo tempo ad inveire contro ragazzine con gli ormoni a palla che non hanno smesso di URLARE PER UN BENEDETTISSIMO SECONDO, accomodatevi. Il link è questo: 
https://www.youtube.com/watch?v=cMWEKawMTVQ&list=PLqcpYTVhtexuAGGHVkQ3bidiX8OXfTsX3&
E' un peccato, comunque, perché io preferisco di gran lunga questo live a Milano, rispetto all'altro.
Ma vabe, grazie quindicenni arrapate, GRAZIE.
Ora concludo.
C'è questa cosa che mi sta ossessionando da settimane.
L'ho scritto anche nel gruppo Midez di facebook, ma mi hanno suggerito di riportare lo stesso messaggio anche qui.
Allora, il fatto è questo. Avete presente CREEP dei Radiohead, no? (se no, andate subito ad ascoltarla perché ne vale la pena, davvero). Ecco, ora immaginatela cantata da Gennaro e Alessio.
E' troppo nelle loro corde e nel loro stile e, secondo me e un'altra ragazza, uscirebbe un capolavoro, se ne facessero la cover.
Perciò, abbiamo pensato che sarebbe stato carino creare un hashtag per far notare agli Urban questa cosa (sperando che lo notino e che ci regalino la cover di Creep, alla fine).
Però ci serve aiuto. Voi che ne pensate? Sareste disposte a twittare? (una volta deciso l'hashtag, ovvio).
Nella speranza di ricevere vostre risposte, vi lascio il mio nick di twitter @milkwithbiscuit (così magari mi potete contattare o non lo so, davvero. Vedete voi ahahaha).
Come al solito, ringrazio tutte le persone che continuano a seguire questa storia, le ragazze del gruppo midez di whatsapp che mi sopportano ogni giorno e, anche, chi ha lasciato le 20 recensioni al capitolo scorso (devo ancora rispondere, scusatemi).
Aspetto i vostri commenti su questo nuovo capitolo!
Alla prossima e buon anno (in ritardo)
PS: Nonostante i miei sforzi, non credo di essere riuscita ad inserire i fottutissimi link di YouTube, chiedo venia!
  
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