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Autore: Francine    04/01/2016    6 recensioni
Canzoni perdute, canzoni stonate, canzoni dimenticate e canzoni da dimenticare. O da canticchiare in un tedioso pomeriggio di pioggia. All'ombra dei ciliegi in fiore. Sotto la neve. Dispersi dove l'acqua è più blu.
C'è sempre una canzone che ci aspetta, dietro la curva. Trovate la vostra.
Inserite una moneta e lasciate fare al caso.
Genere: Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Caleidoscopio'
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#6  Come un sogno a prima sera
Prompt: Passato
Fandom: Saint Seiya – Serie Classica
Personaggi: Saori Kido
Note: Alla figlia di volpe non si insegna la tana.
(Proverbio romanesco)



«Fiore de lillà
che m'ariporti verso er primo amore
che sospirava a le canzoni mie
e m'arintontoniva de bucie »
(Ettore Petrolini, Tanto pe' Cantà, 1932)




Le fronde dei platani sfarfallano nell’aria friccicarella di prima sera. Sfili tra la gente in punta di piedi, come i gatti; nella quiete dei vicoli di Trastevere e nel profumo di vino delle osterie di Testaccio. Una turista, dal sorriso discreto, la borsa a tracolla e profumo di lillà tra i capelli. O la figliola prodiga che torna a casa, fai tu. Ma mentre passeggi tra i marmi silenziosi della Suburra o lungo il fiume che scorre lento lento, quella che sorride sono io. Perché le ho viste, le tue labbra scintillare al Fontanone, mentre il sole scendeva e moriva e tingeva di rosso il cielo. E l’ho visto, il tuo sguardo alla Certosa brillare come il lampo del coltello nel buio del vicolo.

Ti fanno male i piedi, dici? E ci credo! Quanto hai camminato, tutto il santo giorno, vero? Perché qui è così, quando passeggi per queste vie e viuzze e piazze che si aprono all'improvviso, la cognizione del tempo un po' la perdi. E la malinconia t’assale, con l’ondata dei ricordi del tempo che fu. Quando le strade erano diverse, ma i Colli sempre sette e i sampietrini sempre traditori.

Ma stai, stai pure. Goditi la vista dal Gianicolo, ché qui si vede tutta Roma luccicare come una moneta sotto la luna piena! Riposati. Ché ce n'hai diritto pure tu. Ma sappi che io so. E io so che tu sai che io so. Ché sì, tutti hanno diritto al loro sogno, e se il tuo si chiama Saori Kido, o come caspita te pare a te, pace. Ma io so’ Roma, Minerva mia bella. E a me nun me cojoni.



Note:
Una doverosa precisazione: no, non ho delle canzoni romane sull'Ipod. Va bene tutto, ma qui si esagera. Questa canzone - che potete trovare qui nell'interpretazione di Nino Manfredi - mi sale alle labbra quando sono parecchio nervosa e parecchio stressata. Dopo tutto, si dice "Canta che ti passa", no? Peccato che non passi mai del tutto, ma tornando a noi: la canzone è la chiave con cui interpretare questa storia (non credo serva la traduzione, no?). A me piacciono i punti di vista inaspettati. Quindi, stavolta, parla Roma.
Ché se c'è qualcuno che può trattare da pari a pari con Athena - pardon: Minerva - quella è proprio Roma. Atene esclusa, s'intende.
Fricciarello significa frizzante.
I sampietrini sono la classica pavimentazione romana, fatta di blocchetti di basalto sagomati a tronco di piramide ed incastrati nel terreno. Sanno essere traditori quando piove - ché il loro manto liscio liscio diventa scivolosissimo - e quando il tacco delle scarpe vi resta incastrato in mezzo, con somma gioia dei calzolai.
Il Fontanone è la fontana alle spalle del Gianicolo, oltre il Monumento a Garibaldi, da cui inizia, appunto, via Garibaldi.
La Certosa, invece, è un angolo di pasoliniana memoria in uno dei quartieri storici della Roma del dopoguerra, sorto attorno ad un convento di suore. C'è una trattoria specializzata in cucina romana verace, ma se siete intolleranti alle frattaglie come la sottoscritta, orientatevi sulla carbonara vegetariana (con le zucchine al posto del guanciale) e i carciofi alla giudìa.
Cojonare qualcuno è un'espressione dialettale romanesca che significa 'prendere in giro'. Visto che Death Mask smoccola i suoi minchia ogni due per tre, sono sciura che chiuderete un occhio su questa svisata vernacolare, n'est-ce pas?
   
 
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