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Autore: Arcieoctz    04/01/2016    1 recensioni
Loro sono tre normalissime ragazze che vivono nelle console di una sala giochi.
La prima, di nome Leah, vive in una console dove si gareggia a bordo di kart, ama queste velocissime vetture e desidera poter gareggiare, ma il padre si rifiuta di farla avvicinare alla pista.
La seconda, Elena, abita a Doom, un gioco in cui devi combattere per sopravvivere, il suo padre è l'eroe del gioco e tutti si aspettano che lei prenda il suo posto; lei però, sapendo cosa accade alla fine della partita, non si sente attratta dalla vita del padre per timore di non essere all'altezza delle aspettative altrui.
La terza viene dal tranquillo gioco di Diner Dash e vorrebbe rendersi utile, ma nessuno desidera il suo aiuto, per timore che accada qualcosa di sbagliato che possa mandare fuori servizio il gioco; questa ragazza è Merida.
Come possono queste ragazze, provenienti da mondi così diversi, trovarsi amiche e unite in un'avventura grande come quella che le sta per cominciare?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Re Candito/Turbo
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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“Non avrei mai pensato che il primo giorno in cui avrei finalmente potuto guidare il mio kart... sarebbe stato per salvare l'Arcade.” dice Leah tra se mentre guida, volgendo lo sguardo indietro spesso per controllare che il filo fosse ben teso e si chiede: “Mi domando come faranno quei due cervelloni a fargli prendere fuoco. E spero che Jonathan abbia portato papà e Celeste nel livello sotterraneo.”.

La bionda tende l'orecchio per sentire anche il minimo rumore... potrebbe essere l'unico avviso prima di vedere la fiammeggiante (letteralmente) morte in faccia.

“Se c'è una cosa che sarà certa è: quando vedrò quella brutta schifosa ruota bucata che è mia madre... le taglierò la gola con le mie stesse mani. Non se ne andrà viva dopo quello che ha fatto a mio padre! Senza la gamba non potrà più fare il pilota e... io vorrei davvero correre sull'asfalto della pista con lui e magari batterlo.” sospira Leah mentre una piccola, timida, lacrima le riga la guancia.

Si accorge appena in tempo della gigantesca quercia? Che le si sta parando davanti. Con una sterzata riesce ad evitarla e questo non fa altro che farla pensare di più a Turbo: quella mossa l'ha copiata da suo padre che la eseguiva sempre quando Dumper cercava di spintonarlo da dietro guidando in retromarcia.

Questo pensiero la fa sorridere: le sembra ancora incredibile che un uomo prudente e per niente spericolato come suo zio Dumper possa guidare in retromarcia con così tanta naturalezza. Certo, lei non può sapere come fosse suo zio prima di una cosa che accadde a lui qualche anno prima che lei nascesse, non le hanno mai detto niente a riguardo.

Cerca di rimanere concentrata su quello che ha davanti o rischia di morire senza l'aiuto di uno dei Baron of Hell che potrebbero essere ovunque.

Dopo essere passata in mezzo a due cespugli color platino, il portale per la Game Central Station si apre davanti a lei come fosse una gigantesca finestra che mostra la luce per la salvezza.

Si guarda un ultima volta indietro per controllare che il filo fosse rimasto integro e teso, poi varca la soglia e, in poco tempo, si trova nella stazione completamente deserta... c'è solo un uomo col casco blu che le corre incontro.

“Tutto ha posto?” le chiede Dumper, lei spegne il motore e fa un cenno.

“Merida è già arrivata?” chiede Leah, lo zio risponde: “No ed ora che sei qui... sono ancora più nervoso di prima.”.

La bionda abbraccia il secondo uomo nella classifica di quelli a cui vuole più bene.

Per fortuna non passa molto prima che dei capelli blu si scorgano all'orizzonte.

Merida si ferma stremata, si piega e mette le braccia sulle ginocchia. Sul suo volto è dipinta un' espressione scioccata, ma anche confusa e sorpresa.

“E' andato tutto bene?” le chiede Leah, la ragazza fa di sì con la sua testa, ma gli occhi raccontano un'altra storia, Merida afferma: “Sbrighiamoci a far arrivare questi cavi a DOOM e a tornare da Elena e... quell'altro.”.

Mentre viaggia nello scomparto del kart di Dumper, i pensieri di Merida tornano indietro... a ciò che le è successo prima di arrivare alla Game Central Station.

-Non ho mai corso più veloce di così in tutta la mia vita. E' naturale! Non avevo mai usato uno dei potenziatori di mia madre... Pensa a cose serie, Merida! Uno di quei mostri... che sembrano dei Caproni giganti, mi si potrebbe parare addosso quando meno me lo aspetto... devo fare molta attenzione!- si diceva la ragazza coi capelli blu e...

Lei si fermò all'improvviso molto violentemente perché davanti a lei c'era un minotauro alto due metri, dalla pelle rosa e dalle possenti zampe di capra.

Merida era paralizzata dalla paura, non sapeva cosa doveva fare, scappare? Indietreggiare piano piano? Rimanere ferma? Corrergli addosso per far valere la sua autorità? Cosa? Cosa?!!

Fu proprio il mostro a muovere il primo passo verso di lei, dopo che se ne erano stati a fissarsi per una buona manciata di minuti, e sulle sue zampe anteriori non c'erano segni di fiamme verdi, ma questo non rassicurava la ragazza... e proprio per niente.

Quel mostro si avvicinò ancora di più, Merida rimase pietrificata, pensò -Perché sta aspettando? Perché non mi uccide subito' Perché non si comporta come un mostro? Perché si avvicina così cautamente!? Perché continuo a rivolgermi delle domande alle quali non so rispondere?! Per il lerciume sulle stoviglie incrostate!!-

Il Baron of Hell si avvicinò ancora un pelino e cominciò a studiare la ragazza, girandole intorno e fissandola con i suoi occhi color rosso fuoco, ma c'era qualcosa di particolare in quel rosso fuoco: non aveva la tenacia di un incendio bensì la calma e la pace della fiamma che brucia in un caminetto in un freddo giorno d'inverno; il che è molto strano.

Dopo esserle girato attorno per una decina di volte, il mostro disse nella sua voce metallica e profonda come un ringhio involontario: “Yrral.”, Merida lo guardò strano e lui ripeté di nuovo: “Yrral. No parlo bene tua lingua. Tuo nome?”.

La ragazza coi capelli blu rimase con la bocca aperta, quel coso ha parlato? Le ha chiesto il suo nome?

“Io sono Merida.” rispose la ragazza, il mostro la guardò ancora una volte e disse: “Bello. Sei umana, giusto? No sei una guerriera? No ho mai visto te su campo di morte.”, Merida chiese: “Yrral, cos'è il campo di morte?”, lui rispose: “Luogo dove guerrieri uccidono noi. Perché signor soldato uccide noi? Noi mai abbiamo attaccato loro. Loro attaccano e imprigionano noi in gabbie fredde. No chiedere a me come io so questo, no ho mai visto la terra distruttiva che ricordo.”.

-I Barons of Hell sono tra quelle specie di mostri che non sanno di essere dentro un gioco, lui sa queste cose perché c'è le ha scritte nel suo codice. Adesso, come faccio a spiegarglielo?- si chiese da sola Merida, Yrral affermò: “Anche se quel luogo è la morte, piacerebbe a me andare là.”, in questo momento alla ragazza venne un'idea geniale!

“E se ci fosse un modo! Noi umani possiamo aiutarvi ad arrivare in quella terra che tanto desiderate visitare, ti fidi di me Yrral?” chiese la ragazza, il mostro domandò dubbioso: “Gli umani non ucciderebbero noi?”, Merida affermò: “No, vogliamo aiutarvi a tornare a DOOM luogo che appartiene anche a voi e che è la vostra casa da sempre. Vi trovate qui per un errore... ma potete tornare a casa oggi, anche adesso.”, lui alzò le lunghe orecchie rosa carne e chiese: “Dici il vero? Ma noi no possiamo.”, la ragazza domandò: “Perché?”, lui rispose tristemente: “Darn.”.

Merida si domandò cosa significasse, davvero Darn era una personalità così importante per i Baroni dell'Inferno? -L'avranno preso per il loro lider.- pensò la ragazza dai capelli blu.

“Raduna i tuoi compagni, ci saranno dei soldati che... cercheranno di farvi andare in una determinata area, voi fate finta di ribellarvi, ma andate dove vi indirizzano.” decise Merida, Yrral la guardò negli occhi e disse: “Ma, Darn?”, la ragazza affermò: “Sarà l'unica opportunità che avrete per andare a DOOM, convinci gli altri a darti retta. Sento che Darn non vivrà ancora a lungo.”.

Il Barone fece un cenno col capo e la guardò di nuovo con quei profondi, ma morbidi, dolci, occhi rossi che aveva solo lui. Yrral corse a due zampe tra i cespugli e Merida, dopo un momento, riprese la sua corsa.

 

-Sbrigati Yrral.- spera la ragazza, incastrata nello scomparto del kart di Dumper che guida velocemente, ma allo stesso tempo con prudenza. Alla sua destra corre Leah.

“Speriamo che Elena e quell'altro siano riusciti ad ideare un metodo per far prendere fuoco al cavo.” afferma la bionda, Dumper le ricorda: “Quell'altro ha un nome: Vector e, lo sai, credo che se non fosse stato per lui... a quest'ora la giovane guerriera ci avrebbe ammazzati tutti quanti!”, la ragazza coi capelli blu si guarda in torno e urla: “Ci diamo una mossa!?!”, poi aggiunse in tono più ragionevole: “Il fatto è che ad ogni secondo che passa è un' altra occasione per Darn di attaccarci, dobbiamo sbrigarci a raggiungere i due cervelloni o il piano salterà in aria.”.

E i due piloti non dissero nient altro.

 

“Quindi, come esattamente pensi di dare fuoco al cavo?” domanda una certa generale/ soldato ad un certo antagonista/buono che, da troppo tempo, sta scrivendo qualcosa sulla terra, Il bruno si alza ed afferma: “Dammi il tuo fucile.”.

La ragazza stringe Topher, non si è affatto dimenticata del fatto che l'avesse smontato non molto tempo prima, ma si è dimenticata di un altro particolare...

“Non te lo farò a pezzi, ma mi serve.” comunica Vector sempre più impaziente, Elena sospira: “E va bene! Tieni.” e gli passa l'arma svogliatamente.

“Ricordi ciò che ti ho detto quando te l'ho restituito?” le domanda il bruno, lei risponde: “Perché? Dovrei?”, lui si sistema gli occhiali meglio sul naso ed afferma: “Sì, dovresti.” e spiega con calma:

Smontando il fucile ha capito come funziona e dove si trova la miccia che accende la polvere da sparo, se la accosto al filo, che guarda caso è extra-infiammabile, potrebbe innescare una reazione esplosiva tale da far prendere fuoco a tutto il filo.

“Bell'idea Vector! Davvero incredibile!” afferma Elena stupita, in parte anche di quello che ha appena detto, lui le sorride e aggiunge: “Ah, non te l'ho detto. Con la modifica che ho apportato a Topher ora, se viene impostato il fucile in un certo modo, si può ricaricare automaticamente senza che tu debba cambiare i proiettili a mano. In questo modo la gittata è maggiore e si perde meno tempo, devi solo ricordarti di cambiare la carica una volta tanto.”, lei gli domanda: “Come hai fatto a fare stare un posto per la carica dentro al fucile?”, il bruno ride rispondendo: “Infatti non è dentro al fucile, ma bisogna agganciarlo in una certa maniera. Alla fine di questa brutta storia ti farò vedere come fare.”.

“Sapresti modificare anche altre armi?” gli chiede Elena, Vector le risponde: “Credo di sì, perché?”, lei spiega: “La Seconda Arma al Plasma del mio gioco è un po' troppo pesante e non riesco a trasportarla. Riusciresti a trovare un modo per alleggerirla mantenendone intatta la potenza di tiro e la gittata?”, il bruno riflette e risponde: “E' una bella sfida e sono felicissimo di accettarla!”.

La soldato si ritrova a sorridere, non succede molto spesso, ma quando lo fa... è uno spettacolo da non perdere: i suoi denti sono una delle poche parti del suo corpo che considera senza alcun difetto. La sua pelle è ricoperta di tagli, calli e cicatrici a eccezione del suo viso; le sue unghie sono rotte e sporche; i suoi occhi marroni chiaro diventano verdi al sole (che a DOOM non c'è quasi mai); i suoi capelli sono, anche se non in modo evidente, imbrattati di sangue che coprono il colore nocciola; lei vorrebbe che, anche alla base del suo collo ci fosse quella voglia a forma di Australia che aveva anche suo padre, ma questa non c'è e non c'è mai stata.

“Vedrai che tutto si sistemerà. Hai degli amici che ti aiuteranno non importa in quale condizione.” le ricorda Vector, allungando la mano come se volesse prendere quella della bruna, ma all'ultimo si ferma, pensando a quanto si sarebbe arrabbiata se l'avesse fatto.

Elena guarda quella mano dalla pelle così perfetta e le passa per la testa uno strano pensiero -Io sono così e sono la protagonista del mio videogioco; lui è così perfetto ed è un antagonista. Forse è perché lui è più nuovo di me e non ha passato la sua vita a combattere dei mostri. Perché sto pensando alla sua mano? Ora sbavo per qualsiasi mano perfetta? Ma per favore!-.

“Elena, è tutto a posto?” le chiede il bruno, lei riemerge dal mondo dei suoi pensieri e risponde: “Sì, certo. Ma perché non arrivano più le altre? Spero che vada tutto bene, insomma, non posso perdere anche loro. Prima mia madre... poi mio padre..., Turbo... e se ora muoiono anche loro... rimarrò da sola.”, Vector la afferra per le spalle e afferma: “Non sarai mai da sola! Io ci sarò sempre se avrai bisogno di aiuto o ti sentirai da sola. Anche io ti voglio bene e voglio essere tuo amico e... aiutarti come posso. Ok, forse non avrò avuto la prima impressione migliore che ti abbiano mai mostrato, ma farò del mio meglio per dimostrarti quanto io sia affidabile. Potrò essere orrendo e anche un antagonista, ma sono disposto ad esserti amico... se tu mi darai un' opportunità.”, poi si accorge di quello che ha appena fatto e dice: “Scusa.” ritraendo le mani.

“Te l'ho già data l'opportunità... nessuno mi aveva mai parlato in questo modo prima, hanno tutti paura di offendermi. Però tu l'hai fatto e... ti meriti il mio rispetto, amico.” afferma la generale e... lo abbraccia.

Vector è scioccato, ma ricambia la stretta.

-Profuma di cioccolato.- pensa Elena e constata una cosa: benché sia una vita che non lo mangia, il cioccolato è uno dei suoi dolci preferiti.

“Mio padre si fidava di te. Mi ricordo che, a volte, parlava di un membro della Sicurezza che aveva la bruttissima abitudine di farsi avanti per ogni singolo problema e, sai perché lo stupiva tanto, quel NCP... era l'antagonista del suo gioco, ma, affermava, aveva più cuore di chiunque altro.” dice Elena, Vector afferma: “E chi ti dice che sia proprio io quel NCP?”, la bruna risponde: “Non credo che ci siano tanti antagonisti con un grosso paio di occhiali neri e quadrati che se ne va in giro con una tuta arancione! La prima volta che ho sentito parlare di questo NCP ho pensato... voglio incontrarlo e, ora che ce l'ho davanti... voglio dirgli che l'ammiro.”, lui sgrana gli occhi e chiede: “TU ammiri ME? Perché dovresti? Sei tu dei due quella forte.”, la generale afferma: “Ma sei tu quello con un gran cuore. Sei diverso rispetto ai miei compagni... loro non vogliono offendermi e non ribattono, ma vorrebbero la mia carica e nient'altro, come se fossi un trofeo da esporre agli altri. Tu, invece, non potendo ottenere il ruolo di Generale... tu mi sei vicino senza volere nulla in cambio. Questo ti rende... speciale.”.

Vector le sorride, comunica: “Anche se fossimo dello stesso gioco... l'avrei fatto comunque, senza volere nulla in cambio.”, Elena afferma: “Lo so.” e si accorge che... si stanno ancora abbracciando.

Due sguardi squadrati dagli occhiali si fissano negli occhi dell'altro, riducono le distanze e...

“Elena, Vector, è tutto a posto?” urla Dumper sta arrivando con gli altri alla velocità della luce.

La Generale e l'Antagonista si sciolgono dal loro abbraccio per far credere che non fosse successo nulla.

“Avete studiato un metodo per dare fuoco al cavo?” domanda Merida impaziente, Vector risponde: “Sì. Ora sarà sufficiente che i Barons of Hell si trovino tutti nello stesso posto, ma temo che non sarà affatto facile.”, Elena ricorda: “C'è ancora Darn lì in giro, conoscendo il suo carattere... non esiterà a distruggere tutto ciò che gli si parerà davanti.”, Leah aggiunge: “E là fuori non si sa dove c'è anche Nitroglicerina ed è un pericolo altrettanto grande.”.

“Dobbiamo liberarci di Darn!” afferma Merida, Dumper le chiede: “Ma come facciamo?”, lei propone: “E se azzerassimo i suoi punti vita? Non può rigenerarsi in questo gioco.”, Elena ricorda: “Se è per questo nemmeno noi, ma va avanti.”, la ragazza coi capelli blu elenca: “Se lo buttassimo nel vulcano?”.

Il gruppo si gira verso la montagna dalla quale esce del fumo, minaccia sempre di eruttare.

“Potrebbe essere un'idea, ma servirebbe l'aiuto di tutti per riuscire ad ingannarlo.” afferma Elena, Leah ricorda: “Nitro è ancora in giro!”, qualcuno urla: “I think that she will come too!”.

Jonny si avvicina, la bionda gli chiede: “Dove sono mio padre e Celeste?”, lui risponde: “Al sicuro nel livello sotterraneo. Nobody knows about it, tranne me. Fidatevi di me, lei si farà vedere.”.

“Dunque: cerchiamo Darn, faremo finta di attaccarlo per portarlo fino al vulcano, poi troveremo il modo di farlo cadere nella lava. Andiamo!” ordina Elena, Vector le dice: “Vengo con voi.”, ma lei gli ricorda: “No, tu devi rimanere qui... per fare in modo che il resto del piano funzioni.”, lui le fa di sì con la testa e si raccomanda: “Fa attenzione.”.

“Dumper, rimani qui anche tu.” gli dice Merida, il moro le chiede: “Cosa?! Perché io?! Devo restare con mia nipote.”, la ragazza lo zittisce e ricorda: “Ci siamo io ed Elena con lei, non entrare nel panico. Poi a Tizio potrebbe servire aiuto: sei il più maturo qui in mezzo.”, l'uomo afferma: “Sul mio onore. Non morire.”. Merida arrossisce e si allontana.

"What am I supposed to do?" domanda Jonny, Leah afferma: "Resti qui e controlli che nessuno si ammazzi da solo per colpa di qualche frutto mutante come quelle albicocche che hanno un succo corrosivo come l'acido." Indica un albero pieno dei 'frutti degli sciocchi' che apre la filare di alberi dalle foglie arancioni. Il re sospira: "Alright. Take care of yourself." Le rivolge uno sguardo profondo con quei suoi occhi blu.

"Credo che possiamo andare." Dice Elena sicura, ma si sta dimenticando di una cosuccia...

"Elly, Topher." La richiama Vector, lei si immobilizza e tutta la sua faccia prende un colore simile al magenta... quello stupido nomignolo come lo è venuto a sapere?

La generale, senza guardarlo, toglie il fucile dalla custodia che porta lungo la schiena dell'armatura e gli passa il buon vecchio Topher. Poi, si avvicina per l'ennesima volta al cadavere di suo padre e, respingendo le lacrime, riesce a sfilare la mitragliatrice della dita fredde e rigide dell' ex-soldato e ne accarezza il metallo argenteo.

"Leah, dammi un passaggi sul tuo kart. Merida, anche tu." Indica Elena avvicinandosi alla vettura della sua amica bionda, seguita da Merida.

"Da quando tu e Tizio siete così intimi, Elly?" domanda Leah accendendo il motore del kart, il suo tono è molto impertinente, con un sorriso ebete, la generale risponde cercando di contenere la voglia di strangolarla: "Non siamo intimi... stiamo facendo amicizia.", la pilota insiste: "Ma non era la persona più disgustosa che tu avessi mai visto, Elly?", la bruna urla: "Non lo sopporto quel nomignolo! E, per risponderti, lo sto rivalutando.".

Solo dopo che il kart a righe nere e verdi si è allontanato, Elena ha aggiunto: "E 'Tizio' c'è l'ha un nome: Vector e non è difficile da ricordare.", Merida ride: "Beh, se lo dici tu!".

 

Intanto, nel folto della foresta di alberi dalle fronde arancioni, Yrral sta cercando di convincere i suoi fratelli Barons of Hell a correre tutti nella stessa direzione fino a raggiungere il percorso delimitato da un filo e che, se facessero così, raggiungerebbero la terra che sognano.

"Ma cosa dirà il nostro leader?" chiede timidamente uno dei minotauri, Yrral afferma: "Non importa ciò che pensa Darn, perché combattere per una terra che non è adatta a noi? Credetemi, è meglio fare come dico io.".

In quel momento, un Baron of Hell si aggiunge alla folla e domanda: "In che direzione dobbiamo andare?" la sua voce è molto strana: sembra che, al contempo, parlino due persone diverse. Yrral, ingenuamente, indica al suo fratello la via da seguire e questo sibila: "So che siete lì, avrò la mia vendetta." e corre dalla parte che le è stata indicata.

"Ma dov'è Darn, a proposito?" domanda una Baron of Hell (credo sia una lei: non c'è alcuna differenza tra i due sessi), il minotauro maschio risponde: "Non lo so..." poi si ricorda che, poco prima di aver incontrato Merida, l'ha visto dirigersi verso lo zoccolo di una montagna dalla quale esce del fumo e, concentrandosi, riesce a scorgere il suo odore tra l'acre olezzo della cenere vulcanica e, non molto lontano dal suo, rintraccia il profumo dell' unica umana che conosce...

-Merida!- pensa spaventato il Baron of Hell, urla al suo popolo: "Correte dove vi ho detto di andare! Adesso!" prima di correre seguendo la pista olfattiva di Darn e sperando di arrivare in tempo per aiutare la sua amica.

Nessuno dei "caproni" ha molta voglia di andare contro gli ordini del suo leader, ma ancora non sanno, che l'alfa, Darn, l'avrebbe fatto ancora per poco.

Nota autrice: sono ritornata con il nuovo capitolo, scusatemi tutti perché ci ho messo tanto, sapete: la scuola.
Spero che il capitolo vi piaccia e che apprezziate i mostri.
Ci leggiamo al prossimo capitolo!


 

   
 
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