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Autore: skinplease    05/01/2016    2 recensioni
Ci sono tanti piccoli e impercettibili attimi, tante piccole cose che non sono accadute, ma che avrebbero dovuto accadere. Racconti di caccia, di demoni e mostri, di amicizie fuori dal comune, di amore oltre ogni immaginazione.
Una raccolta di tutto ciò che avrei voluto vedere in Supernatural.
Genere: Angst, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Lucifero, Sam Winchester
Note: Lemon, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, PWP | Contesto: Più stagioni
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004Coppia: Dean/Sam
Rating: rosso, direi...
Quando?: stagione 5th, quando Dean vuole dire di si a Michele e scappa, Sam lo trova nel motel dopo che ha scritto le sue lettere di addio.


Si fissavano, in quella stanza anonima dove all'insaputa del resto del mondo, si stava consumando qualcosa di così importante da determinarne la sopravvivenza o la fine. Si fissavano, con il cuore gonfio d'angoscia e di rabbia.
Non erano più solo due fratelli, ma erano i prescelti per uno scontro di dimensioni così folli da essere praticamente inimmaginabili.
"Non l'abbiamo voluto noi!" Sam scosse il capo, vibrava letteralmente di rabbia, Dean lo vedeva chiaramente e si sentiva male per lui "Non possiamo cedere, non dobbiamo..."
"Non l'abbiamo voluto, ma adesso è un nostro problema, Sam! E'... è un mio problema!" Dean lo interruppe con tono più duro di quanto in realtà volesse "e questa... questa è la sola cosa che posso fare, ormai!" quasi gridò le ultime parole, allargando le braccia disperato.
"E io cosa dovrei dire, allora? Come potrei rispondere, sentiamo! dovrei... dovrei dire di si a Lucifero, dovrei..."
"No, non lo farai"
Sam si bloccò, fissò le iridi verde scuro su suo fratello, gli stava sfuggendo qualcosa "Cosa?"
Dean sospirò appena, passandosi una mano sulla nuca e dandogli le spalle. Sammy, piccolo Sammy... non avrebbe mai voluto arrivare a tanto, no... ma invece era proprio ciò che avrebbero dovuto fare, e non aveva più alcun senso rimandare.
Ed era meschino, e crudele.
"No, tu non dirai di si" Dean lo disse piano, guardando le parole che aveva scritto su una fottuta carta da lettere di quel fottuto motel anonimo e insignificante. Aveva affidato quanto gli stava di più caro a un carta da lettere di terza categoria, a una penna bic che scriveva a scatti e a una busta che nemmeno si chiudeva bene.
"Dirai di no, così... Michele ucciderà Lucifero"
Sam si pietrificò, era come se l'avessero appena preso a pugni "Dean..."
"Se Lucifero non è nel suo tramite, è più debole, ok? e forse davvero, stavolta, Michele potrebbe avere una possibilità di fermarlo!" Dean si girò di scatto e gli occhi con cui fissò Sam erano rossi e gonfi, ormai era al limite "e almeno uno di noi due sarà fuori da questa fottuta storia!" gridò ancora.
"No!"
Dean trasalì, Sam aveva urlato e aveva sbattuto un pugno sul tavolino, facendo traballare i bicchieri usati "Non posso permetterlo! dobbiamo trovare un altro modo, Dean, dobbiamo..."
"Non c'è nessun altro modo, Sam!" Dean gli afferrò di colpo il colletto della giacca consunto, Sam si ritrovò schiacciato a lui e spalancò la bocca sorpreso.
"Dean, non devi..."
"Invece si!" urlò il maggiore, e fissò quegli occhi verdi che gli bucavano il cuore da sempre, e per i quali avrebbe detto di si a un arcangelo che l'avrebbe annientato "Si, Sam, si!"
"No, Dean, NO!"
Sam si divincolò con uno strattone si ritrovò addossato al muro, con il respiro corto e il cuore che galoppava a mille.
Dean si fissò le mani ancora a mezz'aria e poi sembrò afflosciarsi su se stesso.
"Sam... sono stanco" disse semplicemente alzando appena le spalle, dandogli le spalle "quindi, ti prego, lascia che..."
"Ho detto che non te lo permetterò"
Forse Dean avrebbe dovuto capire da quel suono ovattato che gli giunse all'orecchio, e che somigliava tanto alla giacca di Sam quando viene stropicciata, che cosa intendeva il fratello.
Invece rimase a dargli le spalle, scuotendo la testa "Sam, io ho deciso..."
"Ti fermerò, testa di cazzo!"
Stavolta Dean si bloccò, colpito; socchiuse appena gli occhi, Sam dietro di lui si stava muovendo.
"E sentiamo, cosa faresti per..." iniziò voltandosi; per poi pietrificarsi letteralmente sul posto.
Dean aprì la bocca, e non riuscì a emettere suono.
No, questo era davvero troppo da sopportare ancora.
"Sam..." esalò, ma il fratello si muoveva rapido e stavolta, lo stava letteralmente annientando.
"Coraggio, Dean" Sam finì di togliersi la camicia, la fece scivolare a terra e rimase con il torso nudo esposto, liscio, bellissimo e delineato "dimmi ancora che non posso fermarti!" lo apostrofò con aria di sfida mentre apriva la cintura dei jeans.
Dean lo fissò, sentendosi incendiare il ventre, non era possibile; a quello non aveva mai saputo resistere.
"Sam..." articolò a stento, con la bocca secca "Sam, no..."
"Si, Dean, si..." Sam sorrise malizioso e quasi cattivo, nel notare la patetica inversione di frase con quanto detto prima. I jeans scivolarono sulle sue gambe muscolose e sottili al tempo stesso, li calpestò liberandosi di scarpe e calze "ho detto che ti fermerò, e ho intenzione di farlo!"
Dean sentì il proprio respiro accelerare, il calore che si diffondeva nel corpo, oddio... deglutì a stento, immobile con le mani che tremavano; e una dolorosa erezione che premeva violenta contro il suo inguine. Ma ci provò, ci provò davvero, indietreggiando di un passo, uno solo e scuotendo la testa.
"Non... possiamo, noi... avevamo detto di smetterla, e adesso..."
"Vuoi davvero che io smetta, Dean?"
L'aveva sempre saputo che dentro Sam c'era un demonio tentatore, e della peggior specie. Dean non fu più in grado di parlare, quando vide i pollici dell'altro infilarsi nell'elastico della sua biancheria. Si vedeva chiaramente cosa c'era sotto, cosa...
"Lo immaginavo..." Sam sospirò e abbassò l'ultimo indumento che aveva addosso, e l'espressione deliziata nei suoi occhi arroventò l'aria attorno "ti fermerò, Dean... e so esattamente come fare, sai?"
Sam calpestò i suoi slip a terra, nudo e perfetto di fronte Dean, che ormai, oltre a non saper più parlare, non era più capace di pensare.
Il più piccolo mosse i suoi passi, e rapidamente fu proprio davanti a Dean.
"Sai, Dean, a volte certe cose proprio non le vedi..."
Sam abbracciò suo fratello, ancora completamente vestito, e con le lunghe dita agili scostò il colletto della sua camicia, posando le labbra bollenti sul suo collo. Dean gettò la testa indietro e non seppe evitarlo, chiuse la presa sui fianchi nudi del fratello.
"La tua pelle..."
"Toccami..."
Il contatto diretto rischiò di farlo impazzire "Sam..." sussurrò Dean sentendosi quasi mancare "Sam..."
"Vedi, Dean... ci sono tante cose evitabili..."
Sam prese metodicamente a slacciare e sbottonare tutti gli indumenti addosso al fratello, che intanto, ormai totalmente in suo potere, passava lento e febbrile i palmi sulla sua schiena nuda, sul suo torace e non sapeva nemmeno parlare.
Sam sorrise, passando il dorso del naso sul collo dell'altro "possiamo evitare che Lucifero mi usi..." Sam strattonò la cintura dell'altro che si aprì sotto il suo tocco abile "possiamo evitare che Michele usi te..."
"Ah si?" Dean piegò la testa, le parole ormai gli uscirono come un ringhio confuso mentre mordeva la pelle delicata della clavicola di Sam, che emise un suono deliziato, prendendo a strusciarsi addosso a lui, che aveva  la camicia aperta sul torace, e il membro dolorosamente eretto che si strusciava sul suo addome.
"Si... Oh si..." Sam gemette appena, un suono che mandò l'altro in tilt completo "possiamo evitare, l'Apocalisse... Ah si..." Sam si strinse a lui, abbracciandogli il collo e Dean gli afferrò con rabbia le natiche sode, allargandole appena e strappandogli quel mugolio di desiderio.
"Cazzo, Sam..."
Un dito di Dean si sporse fino ad accarezzare quel punto esatto in cui, di lì a breve, avrebbe preso suo fratello. Sam appoggiò la bocca sul suo orecchio, un soffio caldo che diede i brividi all'altro "Di più, Dean..."
Dean emise un suono gutturale e sporco, mentre accarezzava quella pelle increspata, che non vedeva l'ora di aprire sotto le sue spinte "Sam..."
"Ma c'è una cosa che non possiamo evitare..."
Dean aprì gli occhi, trovandosi a sollevare tra le braccia Sammy per condurlo verso il letto, il ragazzo dai capelli castani si lasciava muovere da lui, e Dean sapeva che cosa stavano per fare, sapeva che Sam si sarebbe lasciato fare proprio di tutto...
"Mi farai morire, lo so... e farai morire il mondo, perchè mi impedirai di fermare questa fottuta Apocalisse!"
"non possiamo evitare questo, Dean... e sarà proprio per questo, che troveremo un altro modo per fotterli insieme, questi figli di puttana! La fermeremo eccome, l'Apocalisse, ma ora..."
Dean si sollevò appena su di lui, Sam era fottutamente eccitante "Ora?"
Sam sorrise e si girò sotto di lui, voltando la testa e trafiggendolo con quelle iridi maledettamente belle. Era troppo.
"Sam..."
"Ora, scopami..."
"Cristo!"
Le loro bocche si trovarono, si unirono in uno scontro umida, mentre Sam lasciava mollemente la sua lingua su quella di Dean che era decisa ad arrivargli più a fondo possibile. Mugolarono, si succhiarono affamati, Sam urlò nella sua bocca, sentendolo entrare, e lo accolse dentro di se gemendo e spingendoglisi contro.
Caddero dentro quella voglia assurda e inevitabile che li aveva colti per la prima volta tanto tempo prima, in un motel di Augusta durante la loro prima caccia.
Prima di tutto, c'erano comunque stati sempre e solo loro due.
E forse Sam aveva ragione, una volta finito tutto, ci sarebbero stati ancora una volta, solo e soltanto loro due.
Mentre lo sospingeva contro i cuscini, e godeva dei suoi gemiti indecenti e sospirati, Dean carezzò con la sua bocca la pelle appena più scura di Sam sotto la nuca, e si mosse dentro di lui.
Pensò distrattamente, mentre si univano in un solo essere ansimante, che Sam aveva ottenuto ancora una volta ciò che voleva da lui.
Non importava più nemmeno il giusto o lo sbagliato, importava solo quello, l'ultimo scampolo di libero arbitrio che rimaneva sulla terra.
E forse ormai, la sola cosa che aveva una qualche importanza salvare dall'Apocalisse.
La sola cosa per cui avrebbe davvero lottato.


  
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