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Autore: katyjolinar    05/01/2016    1 recensioni
Seguito di "Il veleno del Pungolo Orrendo". Moccicoso ha 5 anni, ora, e vive una vita normale, esattamente come i suoi coetanei. Questa è la storia di come crescerà e diventerà un uomo, seguito e amato dai suoi vecchi amici e dalla sua famiglia, senza mai dimenticare le tradizioni vichinghe.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Moccicoso, Testa Bruta, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il veleno del Pungolo Orrendo'
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Passò il tempo, tra alti e bassi della relazione di Hiccup e Astrid.
Non passava giorno che non litigassero, ma il giovane riusciva sempre a calmare la compagna.
E più battaglie lui vinceva, più lei si faceva agguerrita, cercando ogni modo possibile per ottenere il divorzio. Certo non era semplice: il castano sembrava sapere sempre come distrarla, come farle perdere la testa, facendole anche perdere di vista l'obiettivo.
Lo odiava a morte per questo; lo odiava quando usava quel tono autoritario che non aveva mai usato con nessuno, quando la portava via dai guai ogni volta che il suo vecchio gruppo di bulli si burlava di loro e a lei veniva voglia di menare le mani (cosa che, però, col passare delle settimane, avveniva sempre più di rado, finché  a fine inverno il bullismo era pressoché cessato), e quando usava quel tono dolce, la toccava con quella delicatezza estrema, come solo lui sapeva fare.
Erano quelli i momenti in cui perdeva la testa: quando, nonostante tutto, nonostante le minacce, gli insulti e quant'altro, Hiccup ignorava ciò che lei gli faceva e si comportava da marito amorevole, prendendo esempio da Moccicoso con Testa Bruta.
E facevano l'amore spesso, in modo intenso, a lungo, come una vera coppia felice.
Era come avere due personalità: la ragazza solitaria, arrabbiata con il mondo che non voleva seguire le regole né rispettare l'uomo che era stata costretta a sposare, e la giovane sposa che si scioglieva a ogni tocco dell'amato marito. E Astrid si stava rendendo conto che, poco per volta, la seconda personalità stava prendendo il sopravvento.
Odiava Hiccup, lo odiava con tutta sé stessa, ma ogni volta che la guardava, che le faceva un complimento, che le dava un bacio, il suo cuore faceva un salto, e lei si scioglieva come neve al sole.
E, tra questi alti e bassi della loro relazione, passò l'inverno, con la sua morsa di gelo e le giornate brevi, tipiche di quelle latitudini.
Era mattina presto, fuori era ancora buio e l'intera isola stava ancora dormendo.
Faceva freddo, e Hiccup e Astrid si erano addormentati, la sera prima, dopo essersi scaldarti con il calore dei propri corpi, ed erano ancora stretti l'una all'altro, avvolti in una calda coperta di pelo di yak.
Il giovane aprì gli occhi, svegliato da un leggero movimento della compagna, e la guardò, senza muoversi.
La bionda dormiva ancora, accoccolata contro il suo petto. Era tranquilla, ancora immersa nel mondo dei sogni; le mani erano poggiate sul petto del marito, e le dita si muovevano, quasi a volerlo afferrare per poterlo trascinare con lei in chissà quale avventura stesse vivendo nella sua mente.
Hiccup le prese la mano, se la portò alle labbra e ci posò sopra un leggero bacio; gli piaceva guardarla dormire, era l'unico momento in cui era serena, non dominata dalla rabbia, ed era come tornare bambini, quando, dopo un'intera giornata di corse e giochi, si addormentavano nella cuccia di Sdentato, vicini e inseparabili.
Le tirò indietro i capelli, per scoprirle il viso e poterla osservare meglio, quindi le posò un bacio sulla fronte.
Astrid aprì gli occhi, mezza addormentata, e si accoccolò meglio contro il petto del compagno.
"Ho freddo..." si lamentò, con un filo di voce.
"Tranquilla, ora ti scaldo." la rassicurò il moro, abbracciandola meglio e posandole un bacio sulle labbra.
La bionda lo lasciò fare, ricambiando il bacio e chiedendone ancora, coinvolgendolo, infine, in un momento di passione. Il ragazzo la accontentò senza esitazioni, assecondando ogni movimento e senza sprecare le tenerezze e le coccole.
Quando ebbero finito era già ora di alzarsi. Si diedero un ultimo bacio e si prepararono, raggiungendo il resto della famiglia per la colazione.
Hiccup si sedette al suo solito posto, accanto al padre, e Astrid si sistemò vicino a lui, poggiando le braccia sul tavolo e adagiandoci sopra la testa, ancora assonnata. Il compagno le aggiustò amorevolmente il velo, ma lei gli spostò la mano, infastidita.
Il castano sospirò: era tornata la solita ragazza arrabbiata con il mondo intero.
Finito di mangiare, Moccicoso affidò al figlio alcuni compiti, come ormai aveva iniziato a fare da due mesi, con la scusa di responsabilizzarlo per il futuro, per cui il giovane dovette allontanarsi per un po', scortato da Sdentato, lasciando la moglie libera dal suo controllo.
Con aria pensierosa, la giovane prese a camminare per le vie del borgo, ignorando chiunque le si avvicinasse. Aveva tanti pensieri che le vorticavano in testa, ma il principale, quello per lei al momento più importante, era trovare un modo per riuscire a ottenere il tanto desiderato divorzio.
Persa nei suoi ragionamenti, non si accorse di un ostacolo e quasi cadde, quando andò a sbattere contro una persona che le stava sbarrando la strada. Alzò gli occhi, trovandosi di fronte Oleg, che la fissò, mostrando un sorridenti di scherno.
"Ma guarda chi si vede!" esclamò il ragazzo "La moglie della checca."
Astrid non si lasciò intimidire e, con due mosse veloci, lo mise al tappeto e lo immobilizzò.
"Di' ancora un'altra parola e ti ammazzo di botte!" ringhiò, storcendogli il braccio dietro la schiena "Sai benissimo che ne sarei capace, quindi non fiatare."
L'altro non rispose, restando a terra, immobile, in attesa di essere di nuovo libero. Astrid lo guardò per un attimo, infine sorrise: le era appena venuta un'idea.
"Bene, ora, per farti perdonare, dovrai aiutarmi ad ottenere il divorzio dalla checca." riferì "Ho già un'idea, non devi fare altro che fare quello che ti dirò."
Hiccup restò in giro per parecchio, e tornò a casa solo nel tardo pomeriggio; sceso dalla sella, diede una pacca sul fianco a Sdentato, andando, insieme a lui, verso casa.
Era stanco morto, aveva sgobbato come un matto tutto il tempo, e l'unica cosa che voleva in quel momento era sedersi accanto al fuoco e stringere la compagna, rilassandosi insieme a lei.
Si fermò a qualche metro dalla porta di casa, stirandosi i muscoli delle braccia, e si guardò intorno, distrattamente.
Notò qualcosa, ben nascosto dietro al muro della capanna, non ci fece subito caso, ma poi notò un movimento, e decise di guardare meglio.
Si avvicinò, curioso, ma si bloccò non appena notò quello che c'era dietro il muro.
Ciò che vide non gli piacque.
Sua moglie era il piedi, con la schiena poggiata contro il muro, e con lei c'era Oleg. Il ragazzo era molto vicino alla bionda, troppo vicino, le sue mani erano posate in zone del corpo della giovane che solo Hiccup era autorizzato a toccare, e le posava dei baci su tutto il volto. E, cosa che fece sbiancare il castano, a lei sembrava non dispiacere affatto.
Non ci vide più. In due falciate fu accanto a loro, li separò in malo modo, colpì Oleg in faccia con un forte pugno e afferrò Astrid per il polso, trascinandola dentro casa.
La strattonò fino al centro della cucina, prima di decidersi a mollarla.
"Che cosa stavi facendo con quello?" domandò, iroso. 
"Pensavo fosse palese." rispose lei, senza scomporsi.
"Da quanto tempo va avanti?" chiese ancora il moro, a denti stretti.
"Uhm... da un po'..." rispose vaga, alzando lo sguardo e guardandolo negli occhi "E non hai visto nulla. Di solito facciamo di peggio." mentì.
Hiccup sostenne lo sguardo, restando in silenzio per qualche secondo.
"Stai mentendo." disse "È solo un trucco per ottenere il divorzio."
Astrid non rispose, l'aveva smascherata, ma non volle arrendersi. Decise di provarci ancora, andandoci giù più pesante.
"Perché dovrei mentire?" continuò "E, per la cronaca: ci sa fare più di te, a letto. Ed è molto più dotato. D'altronde che altro potevo aspettarmi da una checca come te?"
"Ci sei andata a letto?!" esclamò "Quando?"
"Uhm... tipo negli ultimi due mesi, ogni volta che sei via per commissioni." rispose la bionda, incrociando le braccia.
"Stai mentendo!" la interruppe il ragazzo, smascherandola di nuovo.
La giovane lo guardò. Non doveva cedere, non voleva farlo. Doveva ancora insistere, e optò per un colpo basso, unendo una verità con una menzogna. Fece un respiro profondo, doveva essere convincente questa volta.
"No, non sto mentendo." insistette "E tra qualche mese nascerà la prova."
Gli ci volle un momento per realizzare cosa la moglie avesse detto, ma alla fine capì. Si avvicinò, confuso, e le afferrò di nuovo il braccio.
"Sei... sei incinta?" chiese, con un filo di voce.
"Sì, e non è tuo." ammise la giovane, senza muoversi di un passo "Come ti ho detto, lui ci sa fare più di te, ed è più dotato. E, prima che tu me lo chieda: con te ho sempre fatto finta, non è stato difficile."
Hiccup la guardò ancora, sempre più confuso. Sentì il cuore andare in frantumi; lasciò andare la ragazza, fece un passo verso il tavolo e vi si poggiò, facendo dei respiri profondi. Dopo qualche minuto si voltò nuovamente verso Astrid, puntandole contro il dito.
"Sai una cosa?" riprese a parlare, tenendo il tono di voce basso "In questi mesi pensavo che fossi solo testarda, che non volessi accettare il matrimonio solo per orgoglio, e che, col passare del tempo, avresti cambiato idea a riguardo. Ma, a quanto pare, mi sbagliavo: sei solo una stronza senza sentimenti che se ne frega di tutto e di tutti." si tolse rabbiosamente la fede, gettandola a terra, ai piedi della ragazza "Va bene, hai vinto tu! Avrai il tuo divorzio."
Detto ciò andò verso la porta, proprio nel momento in cui Moccicoso e Testa Bruta entravano. L'uomo notò immediatamente l'espressione del figlio, quindi lo fermò, prendendolo per un braccio.
"Ehi, figliolo, che succede?" chiese, preoccupato. 
"Succede che quella mi tradisce da almeno due mesi." rispose il castano, indicando Astrid "E, a quanto pare, si è pure fatta mettere incinta da Oleg Ekkertson! Io me ne vado! Ne ho abbastanza di lei, e voglio il divorzio!"
Detto ciò uscì di casa, quasi travolgendo Testa di Tufo, salì in groppa a Sdentato e volò via.
"Ehi, ma che succede?" chiese il vecchio, indicando il nipote appena volato via.
"Succede che abbiamo un casino a cui rimediare." rispose il moro, carezzando il pancione della moglie.
"Oleg non è il figlio di Frigg?" si intromise Bruta, preoccupata.
"Sì." ammise l'altro, guardandosi intorno, preoccupato "A quanto pare la sua famiglia ha una fissa con la nostra." fece un respiro profondo, passandosi nervosamente una mano tra i capelli "Vado a parlare con Astrid. Se è vero quello che ha detto siamo davvero nei casini, ma ne dubito: è testarda, ma non si abbasserebbe mai a fare certe cose, sa a cosa andrebbe incontro, per questo credo che abbia mentito."
La bionda annuì, lasciando andare il marito.
Moccicoso si guardò intorno; prima di parlare con la ragazza doveva radunare le idee.
Abbassò lo sguardo, sull'erba appena visibile sotto un leggero manto di neve, che si stava sciogliendo per il primo sole della primavera ormai alle porte. In una zona ormai completamente libera dal manto bianco invernale notò che la natura stava iniziando a svegliarsi: un cespuglietto di margherite era appena sbocciato.
Gli venne un'idea. Colse uno di quei piccoli fiori ed entrò in casa.
Ora sapeva come far ragionare Astrid.
   
 
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