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Autore: WillofD_04    05/01/2016    3 recensioni
Cosa fareste voi se vi ritrovaste all'improvviso in casa sei personaggi del vostro manga/anime preferito? E se a complicare le cose ci fosse il fatto che siete gli unici che riescono a vederli? Cosa sarà successo? E soprattutto come faranno a tornare nel loro universo? Ce la farà la nostra eroina a farli tornare a casa?
DAL TESTO:
«Credo proprio che tu ci debba delle spiegazioni.» due occhi di ghiaccio mi trafissero, seri.
Deglutii un paio di volte anche se c’era ben poco da deglutire, visto che la mia bocca aveva smesso di produrre saliva da un bel po’. Vedendo che non proferivo parola, il mio interlocutore intensificò lo sguardo già abbastanza terrificante e fece un passo verso di me.
«Oh cazzo…non è possibile» dissi. E per qualche ragione che tuttora non comprendo, cominciai a ridere, irritandolo ancora di più. «Io pensavo che oggi uscisse il capitolo…» fu tutto ciò che riuscii a pronunciare
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marco, Monkey D. Rufy, Mugiwara, Nuovo personaggio, Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un brivido mi attraversò quando sentii il narratore dire le parole d’inizio del cartone, parole che ormai sapevo a memoria. Marco, che era accanto a me, sorrise quando vide le mie labbra muoversi in sincrono con le parole pronunciate dalla voce narrante. “Questa è una storia senza tempo, di ieri come di domani. Ma quanto al luogo, non v’è dubbio: essa ha inizio a Londra, in una strada del quartiere di Bloomsbury.”
Avrei continuato il mio solenne discorso, ma qualcuno mi interruppe. Stoppai, per non far perdere agli altri nemmeno mezza parola, o forse per non farla perdere a me.
«Dov’è Londra?»
«È in Inghilterra» risposi infastidita
«E dov’è l’Inghilterra?»
Sbuffai «È lontana da qui, Rufy. Non puoi andarci»
«Oh...uffa» sembrò deluso e si chetò.
“Nella casa d’angolo laggiù, abitava la famiglia Darling, e Peter Pan la prescelse tra le tante perché là vi era più d’uno che credeva nella sua esistenza.”
Il resto del film scorse tranquillo. Tranquillo per modo di dire, visto che cappello di paglia, insieme al cecchino, rideva e partecipava attivamente al film. Mi scappò inevitabilmente una risata quando il padre di Wendy disse “Pan o Pane è la stessa cosa”. Pensai a Law che rabbrividiva e dovetti mettermi una mano davanti alla bocca. Per lui del resto tra Pan e Pane c’era un'enorme differenza! Risi anche quando il capitano dei mugiwara notò in Uncino una certa somiglianza con il suo ex nemico Crocodile. “C’è anche il coccodrillo!” aveva detto lui e io non avevo potuto fare altro che confermargli che Oda si era ispirato proprio al caro vecchio Capitan Uncino per creare l’ex flottaro. Rimase anche positivamente colpito dal fatto che all’interno della storia vi erano i pirati. Per non parlare dell’Isolachenoncè, gli piacque così tanto che si impuntò perché voleva andarci, al punto che dovetti mettere in pausa un’altra volta.
«Rufy, ragiona, è un’isola di fantasia. Non puoi andarci» gli dissi dolcemente
«Se ci credi tutto è possibile!» ribatté lui
«Ne sono sicura, ma certe cose non si possono fare»
«Si invece! Basta crederci!»
«Adesso basta, Rufy» fece Sanji
«Il cuoco ha ragione, smettila di comportarti come un bambino» gli diede man forte Zoro. Che carini, sembravano madre, padre e figlio.
Il finale piacque a tutti, soprattutto a me, che mi emozionavo sempre quando Agenore Darling, come battuta finale, diceva “è molto strano, ho la sensazione di averlo già visto quel vascello. Tanto tempo fa, quando ero bambino.”.
Attaccammo con il secondo dvd e anche qui mi emozionai per l’inizio e ripetei mentalmente le parole del narratore. “La storia finisce sempre così. Peter Pan che grida: addio Wendy! E poi Wendy che gli risponde: crederò sempre in te Peter Pan! E mantenne la parola, sempre. Anche quando lasciò la fanciullezza alle spalle ed ebbe dei bambini suoi.”.
Come il primo film, anche durante il secondo il moro ci volle mettere bocca. Parlava con i personaggi e pretendeva pure che facessero ciò che gli aveva detto di fare. Si arrabbiò con Capitan Uncino più volte, poi con Jane e infine si intristì per Trilli, la cui luce si era spenta. Gioì quando la fata rinsavì e associò la piovra – sostituitasi al coccodrillo – al suo amico Surume, il kraken.
«Non assomiglia un po’ al chirurgo della morte questa Jane?» chiese Marco sottovoce ad un certo punto «è sempre imbronciata e anche un po’ rompipalle. Sembra che non sappia come divertirsi e che voglia togliere il divertimento anche agli altri»
«O mio Dio! Hai ragione! Non ci avevo pensato, sono identici!» risi di gusto
«Chi?» s’intromise Usop, ficcanaso come al solito
«Niente, discorsi tra machiavellisti» feci io per giustificarmi «Marco sei decisamente un genio» gli sussurrai subito dopo
«Non abbastanza da batterti a Machiavelli» constatò, facendo sorridere entrambi.
Il punto di svolta della serata – e non solo – però, arrivò quando Jane volò per la prima volta. All’improvviso ebbi come un flash. E tutto mi fu chiaro. “Basta crederci” mi dissi e lo ripetei più e più volte. E fu in quel momento che capii. Il mio terzo desiderio l’avevo realizzato da tempo. Desideravo dei compagni di viaggio, come quelli che aveva Rufy. Desideravo avere accanto qualcuno che mi capisse fino in fondo, che mi supportasse, che mi proteggesse e che si fidasse. E desideravo avere qualcuno da capire, da supportare, da proteggere e di cui fidarmi. Ma io in realtà ce l’avevo. Ce l’avevo sempre avuto. Bastava crederci. Ero io. Ero sempre stata io la mia compagna di viaggio. Ora lo avevo finalmente capito. Ora credevo in me stessa e credevo negli altri. E d’un tratto il mio volto si scurì. Mi alzai e mi diressi verso camera mia il più repentinamente possibile.
«Ehi, dove vai?» chiese qualcuno. Mi fermai. Non sapevo nemmeno chi fosse l’artefice della domanda, ero troppo sopraffatta da un unico pensiero.
«Vado...» lasciai in sospeso la frase, facendo un gesto scocciato con la mano e corsi verso la camera. Spalancai la finestra e guardai il cielo. Proprio come pensavo. Era lì, in bella mostra. E questo non significava nulla di buono per me. Quella era la fine della corsa. Che cosa sarebbe accaduto poi? Come avrei fatto senza di loro? Che ne sarebbe stato di me? Cercai di calmarmi passeggiando avanti e indietro per tutto il balcone e prendendo profondi respiri. Mi infilai le mani tra i capelli e le chiusi a pugno, intrappolando qualche ciocca tra le dita. Il cuore mi batteva all’impazzata. Non sapendo che fare mi sedetti sul gradino che separava la camera dal balcone e ringhiai sommessamente – per non farmi sentire dagli altri – dalla frustrazione, per poi rialzarmi subito dopo passandomi entrambe le mani sulla faccia. Fissai la Stella ancora una volta. Era meravigliosa. Esprimeva magia, eleganza e potenza insieme, uno spettacolo di rara bellezza che non si poteva descrivere senza tralasciare qualcosa. Mi persi ancora una volta a guardarla, consapevole che là dietro si celava il luogo proibito che io e Rufy volevamo visitare. Se mi concentravo abbastanza riuscivo addirittura a vedere l’arcobaleno che avvolgeva l’Isola. Una lacrima mi rigò il volto ma stavolta non ne seppi riconoscere il motivo.
«È lì, non è vero?»
Mi asciugai rapidamente la lacrima caduta poco prima e mi girai di scatto.
«Sei sempre un passo avanti tu, eh?»
«Non mi ci è voluto molto a fare due più due»
Mi rigirai e tornai a guardare il cielo. «Guardala, Traffy. Non è meravigliosa?»
Scrutò l’ampia volta celeste per un attimo, in cerca di quel minuscolo angolo di Paradiso.
«Non vedo niente»
Lo guardai sorpresa. «Come non vedi niente? Sono lì, guarda» indicai con il dito una porzione di cielo «sono due stelle, più grandi e più brillanti di tutte le altre, specialmente quella a destra»
«Forse non le vedo perché non ci credo» fece un mezzo sorriso. Seguì un attimo di silenzio, poi presi coraggio e mi decisi a parlare.
«So cosa vuoi che faccia. Dammi il tempo di avvisare gli altri e...»
«Non c’è fretta. Godiamoci la fine del film».
Rimasi inebetita da quelle parole. Non c’era fretta. Lui, che mi aveva sempre sollecitato per farlo tornare a casa e che finalmente adesso aveva la possibilità di farlo, non aveva fretta. Quanto era strano. Tuttavia non potei non concordare con lui e tornai dentro stringendomi tra le braccia.
«Eccoti! Ti stavamo aspettando, dov’eri finita?»
«Era in bagno» rispose il chirurgo per me lasciandomi stupita ancora una volta
«Il film ormai è finito ma ho scoperto che si può tornare indietro, quindi mettiti comoda» mi sorrise Marco orgoglioso della scoperta appena fatta. Sorrisi debolmente e mi rimisi al mio posto. Per il resto della durata del film era come se non fossi presente. Mille sensazioni mi stavano attraversando e non sapevo cosa pensare. Avevo gli occhi fissi sullo schermo, ma persi, distanti, inquieti. Solo durante la scena finale mi ridestai. Vedere Peter che imboccava la Seconda Stella a Destra mi provocò un’immensa tristezza.
«Tutto bene?» domandò Marco alla vista dei miei occhi lucidi
«Si...è che la scena finale mi fa sempre commuovere» mentii. La verità era che non stavo affatto bene. Stava accadendo tutto troppo in fretta. Insomma, sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma non ero pronta. Probabilmente queste erano il genere di cose a cui uno non era mai pronto, ma poco importava. Era ora di affrontare la realtà per quella che era e cioè che loro a breve sarebbero dovuti ritornare nel loro mondo. Quando riaccendemmo le luci, i dieci minuti passati mi colpirono in faccia come uno schiaffo. Sospirai e mi preparai per affrontare la cosa.
«Ragazzi, c’è qualcosa che dovreste sapere» iniziai, mentre i pirati si sgranchivano le gambe e commentavano i due film appena visti
«Di che si tratta?» chiese Sanji incuriosito.
Pensavo di farcela, ma mi sbagliavo. Le parole mi morivano in gola.
«Forse è meglio che lo vediate con i vostri occhi»
«Non vedranno niente» asserì Law e molto probabilmente aveva ragione. Strinsi la mano a pugno. “Basta di perdere altro tempo, devi dirglielo” mi imposi.
«Che dovremmo vedere?» volle sapere Zoro ormai insospettito
«Ho realizzato il terzo desiderio e la Stella è apparsa» buttai fuori tutto d’un fiato per poi fare un energico sospiro. I ragazzi furono più che comprensivi con me e mi si strinsero intorno, dandomi tutto il tempo che mi serviva e tranquillizzandomi.
«Ci sono» dissi dopo un paio di minuti. Senza esitare uscii di nuovo in balcone, guardai verso la Stella ed espressi il desiderio.
«Allora si torna a casa?» si informò Rufy eccitato
Deglutii. «Ho chiesto alla Stella di farvi ritornare nel vostro mondo domani sera. Non vi arrabbiate, ma ho bisogno di qualcuno che mi dia una mano a sgomberare l’appartamento e non so a chi altro chiedere se non a voi» li osservai uno ad uno per poi soffermarmi su Traffy «mi dispiace».
«Non c’è problema» fece cappello di paglia sorridendo
«Quell’appartamento l’abbiamo occupato noi per tutto questo tempo, è giusto che ti diamo una mano» affermò il cuoco
«Concordo con il sopracciglione» confermò lo spadaccino
«Bene, allora è deciso. Daremo una mano a Cami» decretò il moro, esibendo un sorriso scaltro e portandosi le braccia sui fianchi in un gesto molto teatrale «domani però, ora ho sonno»
«Grazie ragazzi, davvero. Che ne dite di rimanere a dormire qui, come le prime notti?»
«Ci entriamo?» chiese Usop, titubante come al solito
«Ci stringeremo» risposi. Alla fine li convinsi – non che ci volle molto – e tempo dieci minuti erano tutti in mutande e addormentati, sulle superfici più improbabili della casa. Tranne Marco. Lui era ancora sveglio e stava contemplando l’infinità celeste. Mi sedetti accanto a lui, proprio come la sera in cui gli avevo raccontato della Seconda Stella a Destra.
«Prendi una felpa» mi disse a un certo punto e io ci misi un po’ per capire.
«Lo faresti davvero?» domandai incredula quando ebbi realizzato il significato delle sue parole. Lui annuì sorridendo, facendo sorridere radiosamente anche me. Mi alzai subito e presi la prima felpa e il primo paio di jeans che trovai nell’armadio. Mi tolsi gli shorts ignorando che Marco mi stava osservando, mi infilai i pantaloni, misi la felpa e fui pronta.
«Verso l’infinito e oltre?»
Risi e scossi la testa. «Questa volta Seconda Stella a Destra e poi dritti fino al mattino».



Angolo autrice:
Ciao a tutti, eccomi qui con un altro capitolo.
Prima di tutto vorrei ringraziare Mariaace, che tempo addietro mi ha suggerito che la battuta del "pan o pane è la stessa cosa" non è affatto la stessa cosa per Law. Grazie mille Mariaace, non solo per questo. <3
Ritornando al capitolo, direi che siamo quasi giunti alla fine di questo viaggio. Cami è riuscita a capire cosa significasse avere dei compagni di viaggio ed è quindi riuscita ad esaudire l'ultimo desiderio, facendo comparire la Stella. So di essermi soffermata poco sul terzo desiderio, ma lo approfondirò nel prossimo capitolo. :)
Scusate se ho messo tante citazioni dei film di Peter Pan, ma mi sembrava doveroso inserirle, se non altro per far capire il senso e riderci un po' su.
Infine, chiedo perdono a tutti quelli che non hanno visto "Ritorno all'Isola che non c'è" per gli spoiler che ci sono. Spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto. Come al solito ringrazio chi vorrà recensire o chi avrà anche semplicemente la pazienza di leggere fino a qui.
Alla prossima!
   
 
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