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Autore: LadyFel    12/03/2009    1 recensioni
Cosa è accaduto nell'anno in cui i quattro fratelli Pevensie sono stati lontani da Narnia? E se Caspian avesse una sorella gemella? Cosa succede quando si incontrano con gli antichi Re e Regine? E se alla fine, Peter, Susan, Edmund e Lucy non lasciassero più Narnia? Leggete e lo saprete! ;)
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Return of the Kings - 2_Growing Up
Return of the Kings

2_Growing Up

Narnia
Molti anni erano trascorsi, e i due figli di Re Caspian IX si facevano ogni giorno più grandi e più belli.
Caspian si interessava di storia, astronomia, matematica, tutte quelle conoscenze che costituivano la base culturale di ogni re e principe.
Sua sorella Alambil, sempre più bella ogni giorno che passava, seppur interessandosi di tutti quei compiti prettamente femminili, non disdegnava le altre conoscenze, tanto che per evitare di trovarla sempre ad origliare le lezioni del fratello maggiore, il re decise di assegnarle un precettore che le insegnasse anche a lei.
Ma c'era una pratica che il re proprio non riusciva ad accettare in quella figlia così amata: la guerra.
Sì perchè Alambil si dimostrò precocemente e straordinariamente portata per l'uso delle armi, qualunque esse fossero. Fin da piccola, si era dimostrata abile nell'uso del pugnale, tanto che oramai riusciva a centrare un bersaglio in movimento ad occhi chiusi.
Inoltre, sapeva usare alla perfezione l'arco e la spada, e stava apprendendo con una facilità impressionante anche l'uso della lancia.
Ovviamente, tutto avveniva nel massimo segreto: cosa avrebbero detto i sudditi se si fosse venuto a sapere che la figlia del re tirava di scherma meglio dei suoi migliori generali?
Anche se inizialmente Caspian IX non aveva voluto sentire ragioni, e aveva cercato in tutti i modi di impedire alla figlia quelle pratiche, alla fine aveva ceduto, convinto anche da una serie di eventi accaduto l'anno prima.

Un anno prima...

"Vostra Altezza, non dovreste continuare! Se vostro padre lo venisse a sapere, sareste nei guai, e anche io!" la rimproverò il precettore, un uomo sulla cinquantina, che poteva tranquillamente essere suo padre.
"Oh vi prego, Lord Félias, mio padre mi impedirebbe anche di respirare, se stessi ad ascoltarlo! Piuttosto, volete stare fermo? Rischio di ferirvi.." gli rispose Alambil laconica, mentre si gingillava con un pugnale ricurvo lungo una spanna.
Lord Félias stava infatti dritto contro il muro, con una mela in testa, pallido e sudaticcio.
La principessa era molto abile con il pugnale, ma ogni volta non riusciva a fare a meno di aver paura. E se avesse sbagliato?
"State fermo...ancora un minuto..." gli sussurrò la ragazza, chiudendo gli occhi.
L'aria si fermò quando il pugnale partì, liberandosi appena quello andò a perforare la mela e il muro, facendo lanciare all'uomo un gemito di sollievo e di spavento.
"Siete bravissima, Altezza! Mai prima avevo visto una tale capacità, specialmente in una fanciulla!"
"Per forza! Qui da noi le donne sono relegate a compiti insulsi come cucire, ricamare, passeggiare, suonare...Che noia!! Io voglio combattere!! Mio fratello può, perchè io no?" rispose quella, contrariata.
"Altezza, sapete bene qual'è la risposta...Siete una fanciulla, e si suppone che voi non conosciate l'arte della guerra..."
"Eppure...non è sempre stato così..." replicò Alambil con un velo di tristezza negli occhi, appoggiata al davanzale della finestra, scrutando la foresta poco lontana.
Il precettore di suo fratello, il Dr. Cornelius, le aveva raccontato tante leggende su quel mondo, Narnia, che si estendeva al di là del cancello. Di creature meravigliose e nobili Re e Regine. Già.
I Quattro Re e Regine di Narnia l'avevano accompagnata per tanto tempo. Uno in particolare: Edmund, il Giusto.
Sapeva ogni cosa di loro e del loro regno, anche se questo faceva parte della leggenda di quel mondo, dato che i quattro regnanti erano scomparsi da più di mille anni, poco prima del loro arrivo in quella terra selvaggia.
Cornelius, notando la passione della principessa per quella leggenda in particolare, le aveva donato un libro, magnificamente illustrato e trovato chissà dove, in cui erano narrate le gesta valorose di Re Peter il Magnifico, Gran Sovrano di Narnia e Imperatore delle Isole Solitarie e dei suoi fratelli, Edmund, Susan e Lucy.
Così Alambil aveva fantasticato, e ancora lo faceva, sui quattro re, sognando di poterli incontrare un giorno.
Per fortuna suo padre non sapeva di quel libro, o glielo avrebbe sequestrato: gli ultimi anni avevano fiaccato il suo spirito, facendogli dimenticare Narnia, i suoi abitanti e le sue leggende. Sicuramente buon gioco aveva avuto in tutto questo Miraz, il fratello minore. Egli odiava profondamente l'antico popolo, chissà poi perchè. Inoltre, ad Alambil non piaceva per niente come persona: ambizioso, meschino, infido, falso e ipocrita erano solo alcuni dei numerosissimi difetti.
Alambil era preoccupata per suo padre, e per la maligna influenza che lo zio aveva su di lui. Aveva confidato a Caspian i suoi timori, e lui le aveva fatto capire che erano gli stessi propri. L'aveva rassicurata, promettendole che avrebbe fatto attenzione, lui che poteva.
In effetti, negli ultimi giorni, suo fratello veniva spesso chiamato ad assistere al consiglio, seduto accanto a suo padre, quale principe ereditario.
"Vostra Altezza!!" esclamò entrando trafelato un paggio poco più grande di lei.
"Si, si dimmi che è successo?" lo raggiunse con passo leggiadro la ragazza, seguita dal precettore, ancora sudaticcio.
"Siete desiderata nella sala del consiglio, il Re richiede la vostra presenza, immediatamente!" rispose tutto d'un fiato il ragazzo, tenendosi una mano al petto, e respirando singultamente.
Alambil si sistemò meglio che poteva, e con passo leggero ma spedito raggiunse la sala del consiglio, dove stavano riuniti tutti i generali e i lord nobili di suo padre, e di sicuro c'era anche suo fratello. Quando vi giunse, l'araldo aprì il portone, annunciandola a gran voce.
"Milady Alambil, Principessa di Telmar, di Narnia e di Archen!" disse quello, mentre per tutta la sala serpeggiò il silenzio e tutti si erano sì voltati verso l'ingresso.
Alambil entrò, avanzando con studiata lentezza verso suo padre, che la guardava raggiungerlo con malcelato orgoglio.
Quando la principessa raggiunse i grandini ai piedi del trono, si inchinò appena, leggiadra e solenne, e il Re la prese per mano, accompagnandola al posto che avrebbe occupato d'ora in poi, dato che avrebbe fatto da accompagnatrice al re in ogni occasione ufficiale, quale appunto era quel consiglio.
"Il trono di mia madre..." bisbigliò mentre si sedeva.
"Si, figlia mia. D'ora in avanti, mi accompagnerai a tutti gli eventi ufficiali. Tuo zio" cominciò, alzando la voce, cosicchè tutti lo sentissero "vorrebbe che io prendessi nuovamente moglie, ma la cosa non mi aggrada affatto. E poi, a che scopo una nuova moglie, quando ho già non uno ma ben due eredi? Oltretutto, visto che la principessa ha raggiunto l'età, la maturità e la bellezza, sarà mia figlia Alambil ad accompagnarmi, d'ora in avanti. Perciò non voglio più entrare in questione "matrimonio" a meno che non siano i miei figli a sposarsi.
Bene, e visto che anche questo è sistemato, propongo di passare oltre, e ascoltare le lamentele. Fate entrare i postulanti!"
Da una porticina laterale in fondo all'aula, entrò un ometto basso e semicalvo, seguito da un'altra dozzina di persone, di ambo i sessi. Di sicuro erano contadini, a giudicare dalle vesti. Erano tenuti d'occhio da quattro guardie, che li scortarono fin d'innanzi al Re, assiso sul trono con i due figli accanto.
"Vieni avanti, ti ascolto!" rivolgendosi al primo.
La successiva mezz'ora fu occupata nell'ascolto delle varie lamentele, per lo più riguardanti questioni di terreni e bestiame.
"Il prossimo!" chiamò Caspian, sbuffando dalla noia.
Alambil invece si fece attenta, quasi guardinga. L'uomo che si avvicinava aveva un non so chè di strano, di inquietante. Era basso e barbuto, con occhietti piccoli e infossati.
"Vostra Maestà, non sono qui venuto per una lamentela, ma per una supplica" esordì l'uomo, inchinandosi.
"Ti ascolto, parla!"
"Voi siete un buon re, un uomo valoroso..."
"Si si, vai avanti..."
A quelle parole, l'uomo ebbe un moto di stizza che ad Alambil non sfuggì, come non le sfuggì il rapidissimo movimento della mano sinistra, portata al petto.
"Voi ci avete costretto..." ma non finì di parlare che un urlo di dolore e rabbia si levò dalla sua bocca contorta, mentre si teneva la mano sinistra, trapassata da un pugnale lungo una spanna, di ottima ed elegante fattura.
Caspian IX si voltò verso il figlio che, pallido come un cencio, gli accennò al trono alla sua destra, su cui Alambil si reggeva a stento, tranquilla ma rossa in viso.
"Figlia mia..."
"Padre, voleva uccidervi..guardate voi stesso!"
Il Re si levò lesto, raggiungendo l'uomo, che ora era circondato dalle quattro guardie, lance spianate.
"Vostra figlia ha ragione Sire! Nella giacchetta aveva questo!" disse una delle guardie, mostrando al re un coltello da lancio affilatissimo e piuttosto lungo.
"Portatelo via e interrogatelo!!!" gridò rabbioso Caspian, schiumando, mentre la sala era percorsa in lungo e in largo da commenti preoccupati.
"Alambil, figlia mia....tu...mi hai salvato la vita! Chiedimi quello che vuoi e lo avrai!"
"Qualsiasi cosa?"
"Hai la mia parola, davanti a questo consiglio avrai qualunque cosa mi chiederai!"
Alambil ci riflettè un momento, poi si alzò, e si pose di fronte al trono del padre.
"Voglio imparare a combattere sul serio! Voglio diventare un cavaliere, esattamente come mio fratello e voi tutti! Concedetemelo padre, ve ne prego!" rispose risoluta inchinandosi.
"E sia! Il tuo talento non va sprecato! Nasconderemo il tuo essere femmina, e ti affiderò ai migliori guerrieri, che faranno di te una guerriero vero. Sei consapevole delle cose a cui dovrai rinunciare?"
"Sì padre, ne sono consapevole, e lo accetto di buon grado!"
"Bene, allora d'oggi in poi ti chiamerai Tarva. Che tutto il consiglio sia testimone di questo evento!"
Alambil, ora Tarva, esultava in cuor suo per ciò che aveva ottenuto. Era l'inizio di una nuova vita.




Spazio dell'autrice

So già cosa penserete, che è un capitolo un po' strano e forse non a tutti  piacerà...ma si capirà più avanti perchè ho voluto farle "cambiare sesso" anche se solo esteriormente. Continuate a seguire e capirete...
Grazie alle 18 persone che hanno letto il primo capitolo e un grazie particolare a bella95 per il commento, mi fa piacere che ti sia piaciuto il capitolo.
Grazie anche alle 3 persone che l'hanno inserita tra le preferite.
Il prossimo capitolo vedremo che succederà alla morte precoce del re.
Alla prossima!
Baciotti
  
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