Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: cin75    06/01/2016    8 recensioni
Dalla storia: "Dean guardò il demone, guardò il Diavolo e poi Sam ai suoi piedi, indifeso. Mille pensieri si rincorrevano nella mente del cacciatore, nessuno che potesse essere utile alla salvezza di Sam...."
SPOILER STAGIONE 11. WARNING!!!!!
Genere: Angst, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il dolore che Sam provava era immenso.

Quando la prima volta si era trovato all’interno della gabbia con Lucifero sapeva che avrebbe sofferto e che sarebbe finito per poi ricominciare e che in quel finire e iniziare avrebbe avuto un attimo di pace.

Ora invece era diverso. Lui era vivo. Era di carne ed ossa. E il dolore non finiva mai.
I tagli e le ferite che Lucifero gli procurava con la sola forza dei suoi occhi non smettevano mai di fare male e bruciare. Di trasmettere stilettate di dolore lancinante fino al centro del cervello.
I colpi violenti con cui il diavolo lo sbatteva o contro le barre di quell’antico ferro e contro il pavimento, non smettevano mai di pulsare dolorosamente.
Il rumore delle sue ossa che si frantumavano ogni qualvolta Lucifero lo afferrava per rimetterlo in piedi così da poterlo colpire di nuovo , con una furia diabolica, risuonava fragoroso nelle sue orecchie. Ancora e ancora.
La puzza del suo stesso sangue lo nauseava. Lo disgustava.
L’umido delle sue lacrime lo infastidiva. Manifestazione di quel dolore che non voleva mostrare.
 
E poi c’erano le torture non solo fisiche. Ma anche mentali. E quelle, paradossalmente, sembravano essere le più lancinanti.
 
“Metterti al mondo mi ha condannata a morte. Dio!! Avrei dovuto sbarazzarmi di te non appena seppi di essere incinta.
Mi hai uccisa, Sam.
Mi ha distrutta e ridotta in cenere l’averti avuto.
Non meriti di essere vivo. Non meriti che il mondo ti ricordi come un eroe. Non meriti che Dean si sacrifichi per te!
Tu non meriti nulla!!!”
La voce non più dolce di Mary, di sua madre, lo torturava , insidiandosi nel profondo del suo cuore e lacerandolo dall’interno. E faceva male. Mio Dio!! se faceva male.
Supplicarla di non dire quelle cose, piangendo e ansimando, non serviva. Non c’era pietà da parte di Mary per quel figlio sofferente.
 
 
“Non hai mai capito che cosa volesse dire essere parte di una famiglia. Non hai mai voluto essere parte di una famiglia. Hai sempre pensato esclusivamente solo a te. Alla tua vita. Alla tua felicità. Al tuo futuro.
Hai messo sempre tutti gli altri in secondo piano. Hai avuto l’opportunità di fermare tutto.
Di salvare tuo fratello dall’Inferno.
E non lo hai fatto.
Non hai avuto le palle di prendere bene la mira e sparare dritto al cuore invece che alla gamba. No!
Dovevi fare di testa tua , come al solito.
E ci ho rimesso io. Ci ha rimesso Dean. Ci hai condannati all’Inferno.
È tutta colpa tua, Sam. E’ sempre stata colpa tua fin dall’inizio!!”
Il tono di John, quello severo. Quello autoritario. Quello che Sam tanto odiava, tornava imperterrito a reclamare la sua verità. E ogni parola era come uno schiaffo che demoliva quel legame che per quanto difficile era comunque profondo. Sam sapeva di aver imparato ad amare John, ma quelle cose, dette con tanta rabbia e con quella voce che sapeva di verità, era peggio di una coltellata in pieno petto.
 
E poi lui. Anche lui.  L’unica persona che mai e poi  mai , Sam , avrebbe pensato potesse rivolgergli certe parole. Certe accuse.
 Quello fu il colpo finale. Quello di grazia. Quello che distrusse ogni sua lucidità.
“Mi hai rovinato la vita. La tua nascita mi ha portato via tutto.
Mamma, papà ..una casa..un futuro. Tutto.
Mio Dio!! quanto ti odio Sammy. Ho sempre dovuto rimediare ai tuoi casini e sono così stanco adesso. Guarda a che cosa ci hai ridotto!!
Mamma, papà, Bobby, Kevin, Charlie…tutti, tutti morti per colpa tua. Tutti morti perché tu dovevi fare o decidere cosa era meglio per te!
Ti odio con ogni fibra nel mio essere, Sammy.
Odio quello che sei, ciò che sei diventato e odio il fatto che non te ne rendi conto!
Odio doverti chiamare fratello, quando ormai non sei più niente per me. Quando ormai non sento più niente per te.
Mi hai rovinato la vita, Sam. Mi hai rovinato la vita e questo non potrò mai perdonartelo!!”
 
Sam per quanto implorasse la voce di suo fratello, quella voce che anche nel sonno era capace di portargli conforto, quella voce che ora lo colpiva a morte, quella voce ora, non taceva.
No! Anzi, ignorando ogni richiesta di pietà, colpiva e colpiva senza pietà.
 
E poi ancora la rabbia di Bobby, di Kevin, e quella più dolorosa e colpevole di Charlie.
“Per colpa tua…per colpa tua. È solo colpa tua …è solo colpa tua!!!” e così all’infinito fino a sentire il cervello prendere fuoco a causa di quella rabbia.
E quel fuoco doloroso lo portò verso l’oblio.
 
Da quando Lucifero lo aveva imprigionato, di nuovo, quella tortura non gli aveva dato mai tregua. Sul corpo e nella mente. Mai!
Solo quando il Diavolo lo aveva mostrato a Dean, solo allora si era fermata.
Lo strazio di Dean nel vederlo straziato, paradossalmente era stata una benedizione.
 
“Dimmi, Sam. Ti stai divertendo alla nostra festa privata?!” lo canzonò Lucifero, afferrandolo violentemente per i capelli e strattonandolo in modo che il giovane potesse guardarlo in viso.
“Fottiti!” esalò sfinito.
 
Dean mi tirerà fuori! Dean mi salverà! Mio fratello mi salverà! Lui mi salva sempre! Lui non mi odia!!
Questo era l’unica cosa che si sforzava di pensare Sam e su cui si costringeva a rimanere focalizzato, nonostante tutto.
 
“Lo prendo per un no. Quindi , questo vuol dire, che dovrò impegnarmi ancora per darti quello che meriti!”
E tutto ricominciò. Tutto con più intensità e violenza.
Il dolore per primo.
Le voci subito dopo.
 
 
Fuori dalla gabbia , Dean , Crowley e Rowena , discutevano su come tirare fuori Sam.
“Devo chiamare Castiel!” fece il cacciatore.
“Per fare cosa? metterti a pregare? Hai finalmente trovato la fede, Dean?!” ironizzò il demone.
“Smettila di fare lo stronzo Crowley. Non ho tempo per le tue battute inglesi del cazzo. Mi serve il potere di Castiel. Lucifero è comunque un angelo e Castiel potrebbe…” azzardò, ma prima che potesse finire , Crowley lo anticipò.
“Allora, stammi a sentire, cowboy. Punto primo: Castiel è solo un angelo, Lucifero un arcangelo. Punto due: il tuo amico con l’aureola non può scendere fin qua giù!”
“Perché?!" si stupì il cacciatore. "…lui..lui è già sceso qui dentro quando è venuto a prendermi e…”
“…e sì, sì, sì a “salvarti dalla perdizione eterna” . La conosciamo la storia e comincia ad annoiare. Ma io c’ero quel giorno e credimi , il Castiel di allora, quello che sbaragliò un intera legione di demoni per afferrarti non è più il Castiel di adesso e non perché manchi di coraggio ma semplicemente perché manca di attrezzatura!” asserì con tono sardonico.
“E questo che diavolo significa?!”
“Castiel è un angelo caduto. E come caduto non ha le sue ali e in un angelo il settanta per cento della forza e del potere risiede nelle ali. Perciò se non vuoi che il tuo amichetto si riduca in cenere non appena varca quelle porte, beh!...io ti consiglierei di lasciarlo fuori. Almeno per il momento." continuò , certo che Dean non avrebbe rischiato la vita dell'angelo. Non inutilmente almeno.  " E poi Sam avrà bisogno di lui quando e se uscirete di qui!” cercò di convincerlo.
Dean stava per controbattere ma davvero non poteva rischiare di uccidere Cas. Se quello che il demone aveva detto era vero, chiamare l’angelo , che di certo non si sarebbe tirato indietro, sarebbe stato un suicidio per Castiel.
“Ok! Allora faremo da noi!” asserì preoccupato di quel mancato appoggio.
Infondo stava contrattando con Crowley e sua madre.

E Sam era prigioniero di Satana.
E lui era da solo.
E Castiel sarebbe stato l’unico riferimento leale in quella situazione disperata.
Ma così non era, quindi , male per male, doveva cercare di riprendersi Sam e stare con gli occhi ben aperti.

“Le sue protezioni sono più forti delle mie, ma se riuscite a fargliele abbassare, posso…come dire…intercettare il loro potere e piegarlo in nostro favore.” Si intromise la strega.
“E di grazia, madre. Come credi che possiamo fare? L’unica cosa che farebbe fare un simile passo a Lucifero, sarebbe la consapevolezza di avere un tramite che lo porti fuori prima dalla gabbia e poi dall’Inferno. E non credo che la cosa sia possibile, per quanto tu sia in modalità fangirl da quando lo hai visto!!” le fece presente il figlio Re.
“Fino a prova contraria, Lui è il mio Signore e Padr…”
“Ok! Chiudete il becco!! Tutti e due!” gridò Dean, confuso ed esasperato dal battibeccare degli infernali madre e figlio. “Posso provarci io!” fece poi, respirando a fondo.
“Provare a fare cosa?!” chiese il demone.
“A fargli abbassare gli scudi di protezione all’Enterprise!”
“E come credi fare?” chiese Rowena.
“Sono molto bravo a far esasperare le persone, soprattutto i mostri. Avrà talmente tanta voglia di farmi il culo che…”
“Davvero?!” lo fermò Crowley, con tono sarcastico. “Hai idea di chi hai intenzione di ingannare?!”
“Sì, lo so.” fece sicuro Dean.
“No. Non lo sai, stupido ragazzino presuntuoso. Qui non stiamo parlando di una scaramuccia tra cacciatori e demoni. Quello lì dentro è l’essenza pura del raggiro e della falsità. Il padre di tutto gli inganni.. E tu?.... Tu credi di poterlo ingannare?!” lo rimproverò Crowley.
“Ho fatto fuori il padre degli omicidi, che cosa ha lui di diverso?!” cercò di farsi grande il cacciatore.
“Beh! vediamo come te lo posso spiegare affinchè quella testa da scoiattolo che ti ritrovi possa capirlo. E’ il primogenito di Dio e non sto parlando di quello che si è fatto mettere in croce per i vostri peccati, felice di farlo. Lucifero se ne sbatte i divini gioielli di famiglia della vostra sofferenza, anzi, per lui è aria. Quindi, no, Dean. Non lo ingannerai facilmente!” e poi più deciso:“Non lo ingannerai affatto!!” rafforzò.
“Non ho detto che sarà facile. Troverò il modo!” insistette Dean.
“Dean…” provò ancora , apprensivo.
“Che cazzo vuoi che faccia Crowley??” sbottò furioso. “Che lasci mio fratello alle torture di Lucifero. C’è già passato e l’ho tirato fuori da quella pazzia solo per miracolo. Hai idea di quello che….ora….significa…questo!!??” sibilò tra i denti, affannato da un rabbia pura e profonda.
 
 

“Sammy, Sammy, Sammy!!” canzonò Lucifero vedendo il giovane ai suoi piedi che malamente cercava di sottrarsi alle sue torture, trascinandosi, per quanto gli fosse permesso, il più lontano possibile. “Perché fai così!?”, domandò con tono dispiaciuto. “Perché continui a dirmi di no? Eppure quando mi dicesti di sì, siamo stati così bene insieme. Una coppia perfetta. Anime gemelle , oserei dire!!” lo prese in giro.
“Non…accadrà…mai…mai…più!” biascicò Sam, cercando di sputare il sangue che gli impastava la bocca. Ma anche quel gesto disgustoso gli provocava dolore.
E il calcio in pieno stomaco che arrivò poco dopo, non servì a migliorare la situazione.
“Ok! Vedo che siamo ad un punto morto!” esclamò il diavolo e poi con l’espressione di uno che si accorge di aver commesso una gaffe, si accoccolò accanto al giovane e sussurrò discretamente: “Ops!! Anche se penso che dato il luogo e visto come sei ridotto, parlare di punto morto, è indelicato da parte mia!!”
“Figlio di….”
“No.no.no…non mi diventare volgare Sammy boy!”, lo rimproverò fintamente dispiaciuto. “Vediamo se il caro fratellone devoto e iperprotettivo, saprà toglierci da questa empasse trattativa!”
“No!!!” si lamentò Sam.
Aveva paura che se Dean lo avesse visto in quelle condizione, si sarebbe piegato. Avrebbe concesso di tutto pur di salvarlo.
Non voleva…non voleva che Dean lo vedesse così!
Ma non aveva la forza per opporsi e dopo alcuni secondi sentì di nuovo la voce soddisfatta di Lucifero.
 
“Miei carissimi amici!” salutò compiaciuto. “Conosco una barzelletta: c’era una volta un cacciatore, un demone e una strega che….”
 

“Sammy!!!” urlò la voce di Dean che si fece immediatamente più vicino alla gabbia, interrompendo quella presa in giro del Diavolo.
“Beh! Sammy , come vedi, è momentaneamente indisposto!” stuzzicò e poi girando appena la mano e stringendola a pugno, godette nel vedere l’espressione rabbiosa e disperata del maggiore che fissava il fratello contorcersi dal dolore. “Anche se ammetto che si è tenuto ben in forma da quando ci siamo visti l’ultima volta.”
“Andiamo Lucifero. È tempo perso. Sai che ti dirà no. Sam non fa mai due volte lo stesso errore!” sembrò voler mediare.
“Beh! su questo ho i miei dubbi. Se non sbaglio dovreste essere cenere da un bel po’ di tempo, ma…vi vedo abbastanza in carne per essere dei cadaveri!” asserì sarcastico.
Dean abbozzò un sorriso sarcastico.
 
Quel loro patto era l’unica cosa su cui i due continuavano a sbagliare.
Ma era davvero un errore poi, cercare di trovare in tutti i modi come rimanere insieme? Salvarsi la vita?
 
“Comunque…” lo destò da quei suoi pensieri, Lucifero. “Il fatto è che io sono stato sempre solo. E in questi anni la solitudine è stata ancora più pesante! Ma ora, ho davvero davvero bisogno di riprendere , come dire….certe abitudini!”
“Che cosa vuoi dire? Che cosa vuoi?”
“Diciamo che il tuo fratellino Sammy…” fece guardando appena il suo prigioniero e imponendo una mano verso di lui.
Dean si allertò immediatamente quando vide quel gesto , certo che Lucifero stesse per colpire Sam di nuovo.
“No…no…” mormorò preoccupato
“ …mi da tanto l’aria di uno che….potrebbe dare infinite soddisfazioni…” sibilò ironico mentre le sue dita si muovevano nell’aria. In sincrono con quel gesto, i primi bottoni del pantalone di Sam scattarono, aprendosi appena.
Dean sgranò gli occhi terrorizzato dall’idea oscena che gli balenò in mente.
“Cosa…cosa….vuoi fare!?” balbettò incredulo di tanta viltà.
La mano e le dita del Diavolo si mossero ancora con movimenti quasi leggeri e in quei movimenti, i jeans di Sam si aprirono sempre di più, lasciando intravvedere la pelle del basso ventre.
“Sono un buon partito Dean. Dici che potrei essere il tipo del tuo adorato fratellino?!..Biondo, occhi azzurri. Ti ricorda qualcuno??” lo provocò, avvicinandosi a Sam che ormai compiva solo movimenti scattosi.
Ridotto all’incapacità di una qualsiasi reazione.
 
Quello che aveva passato, il dolore fisico, la tortura mentale ininterrotta , feroce, violenta, lo avevano sopraffatto completamente e il giovane cacciatore era definitivamente sottochoc.
 
“No…ti prego….ti prego…non puoi fargli una cosa simile….fermati!” e questa volta la spavalderia e l’ironia che avevano sempre contraddistinto il maggiore dei Winchester si tramutarono in supplichevoli e disperate richieste di pietà.
Dean era letteralmente pietrificato, soprattutto perché nelle condizioni in cui era Sam, il minore non sarebbe stato in grado di opporsi, difendersi. Nello stato in cui era, Sam, sarebbe stato solo vittima di un osceno martirio e Dean non ce la faceva a sopportarlo. La sua mente voleva rifuggire disperata da quella possibilità.
“Ma io voglio solo essere parte di lui.” disse Lucifero con tono innocente. “Ho sempre voluto stare dentro di Sam!” asserì , poi, provocatoriamente osceno.
“Noooo!!!” gridò Dean, quando vide Lucifero toccare Sam appena sopra l’apertura dei pantaloni. “Fermati!! Fermati, aspetta. Ti ….ti propongo un patto!” sbottò istintivamente,  al limite dell’esasperazione.
“No. Dean, no!!” ruggì la voce di Crowley alle sue spalle.
“Sta’ zitto!” gli rispose duramente senza nemmeno guardarlo. E poi fissando con più decisione Lucifero, drizzò le spalle e propose il suo patto.
“Tu proponi un patto a me?!” fece il Diavolo che , sinceramente incuriosito, si era allontanato da Sam.
“Prendi me. Prendi anche me…. Due Winchester al prezzo di uno nella gabbia!” propose deciso.
“Tu? Nella gabbia? Alla mia mercè?” lo stuzzicò Lucifero.
“Io e Sam. Niente armi, niente difese. Nessuna via di scampo. Saremo il jackpot che tutti mostri là fuori sognano. E io lo do a te.” cercando di dare più forza a quello che diceva.
Poi spostò appena verso il corpo di Sam e lo indicò.
“Guardalo….nemmeno reagisce. Nemmeno urla quando lo ferisci. Non c’è soddisfazione. Credimi, io ho torturato per anni e so quanto dia soddisfazione sentire gridare di dolore!” provò a lusingarlo e cercando di tenere sotto controllo il senso di nausea che gli salì in gola al proferire quelle parole. “E tu dovresti saperlo meglio di me!!” instette.
“In effetti è diventato alquanto silenzioso nelle ultime ore!” asserì guardando Sam. Forse deluso da quel suo silenzio.
“Prendimi nella gabbia. Io sono in forze, sono arrabbiato, anzi, sono..sono decisamente incazzato e non hai idea di quanto abbia voglia di gridare tutto quello che sento in questo momento!” lo stuzzicò ancora, con più insistenza.
“Sai che quello che hai appena detto è vagamente fraintendibile?!” alluse Lucifero.
“Questo è il mio patto. Accettalo. Non avrai mai un’altra occasione simile!”
“Due Winchester con cui giocare. Sam e Dean insieme qualsiasi cosa accada.”, disse facendo suo quello che era una religione per i due fratelli. Ma anche se aveva già preso la sua decisione non voleva esporsi e voleva godersi ancora la sofferenza del maggiore dei fratelli. E così colpì ancora. “Sai che potrei dirti di no e fare quello che comunque ho in mente di fare a tuo fratello, lasciando che tu assista fino alla fine? Sai che posso comunque fottermi tuo fratello e  che potrei lasciarti qui fuori mentre lui mi soddisfa e questa sarebbe una tortura peggiore di mille altre?” sibilò mentre si attardava sul ventre scoperto di Sam.
Dean deglutì amara bile alla sola idea, ma restò lucido, o almeno ci provò a restare lucido. “Ma ne avresti solo uno e prima o poi non rimarrà niente di lui e tu ti ritroverai solo. Di nuovo! Per sempre.”
“Sai, Dean Winchester? Saresti un ottimo demone degli incroci!” lo elogiò perfino il Primo Caduto.
“Chiedilo a Crowley. Perfino lui mi rimpiange come demone!!” cercò ancora di perorare la sua folle causa. “Quindi? Affare fatto? Abbiamo un patto?” fece ansioso.
“Un patto? Cosa credi che sia…. uno dei galoppini di Crowley? Un volgare demone degli incroci??” lo ammonì offeso. “Io sono Lucifero. Io sono Satana. Sono il Diavolo….” e Dean rabbrividì all’idea di aver sprecato l’unica chance di salvare Sam. “..Io sono il primo male. Io non faccio patti. Se voglio qualcosa me lo prendo e non do’ niente in cambio!”
“Ok!” fece con tono mesto il cacciatore, mostrandosi remissivo.

Lucifero mirò imponente la remissione di quell’uomo. Fissò il suo prigioniero. Guardò ancora il cacciatore.
Era stanco di quell’inutile contrattazione. Voleva la sua soddisfazione. “E sia!”.

Il diavolo che sembrava oramai del tutto convinto, si portò al centro della gabbia e con un gesto lento e deciso, alzò le mani a mezz’aria e poi come aveva già fatto, le abbassò lentamente come per eliminare qualcosa di invisibile.
Poi fissò lo sguardo sul cacciatore al di fuori della gabbia e un sorriso soddisfatto gli piegò le labbra pallide e spaccate.
“Vieni pure, Dean Winchester. La tua nuova casa ti aspetta!!” lo provocò.
 
Dean osservò impietrito tutto quello che aveva fatto e detto Lucifero e quando era ormai pronto ad entrare nella gabbia, Crowley, inaspettatamente si fece avanti.
“Dean non farlo. Non togliermi la soddisfazione di ucciderti!” cercò di fermare quella sua pazzia.
“Credimi, figlio di puttana….”, lo ammonì , invece, il cacciatore. “Che io sia un cacciatore, o un demone e uno spettro, tornerò e sarò io ad ucciderti e poi ucciderò anche te, brutta stronza!” fece guardando Rowena poco dietro di loro che lo riguardò offesa. “Lo farò, ci puoi giurare che lo farò! Ma ora tutto quello che posso dirti è: una volta che avrò oltrepassato questa protezione, prendi il malloppo e scappa. Il più velocemente possibile. Il più lontano possibile o sarà lui…” fece indicando Lucifero. “…a prendersi la soddisfazione di farti fuori! Gli hai fregato il regno con tutte le puttane in fin dei conti!” e quell’affermazione il demone guardò il Diavolo che con uno sguardo beffardo dava ragione a Dean.
“Afferrare il malloppo e scappare!” ripetè atono Crowley fissando lo sguardo fermo del cacciatore di fronte a lui.
“Il più in fretta e il più lontano possibile!” ripetè freddamente Dean. “Perché quando tornerò e ti troverò, pagherai anche per questo!”
“Dean..” fece ancora, però, arretrando e avvicinandosi alla strega.
“Veloce, Crowley. Veloce!” ripetè e poi : “Ok! Bastardo satanico. Sto arrivando!” urlò a Satana che lo fissava come un boccone prelibato. “Vengo da te, Sammy! Tranquillo, fratellino!” fece poi con la voce più dolce che poteva usare in quel momento
“No…!” esalò appena Sam, che ormai si muoveva appena , ma solo perché scosso da incontrollabili spasmi.
Lucifero sembrava quasi nervoso per quello che stava per ottenere.
“Accomodati pure, Dean!” fece allettato da un tale ospite.
 
Il cacciatore fece un primo passo verso la linea di terra bruciata.
Guardò Lucifero.
Guardò in direzione di Sam e quando stava per fare il passo decisivo, calò il capo, strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche, fino a sentire le unghie che entravano nei palmi e tremante, ritrasse il passo.
“Non temere! Potrebbe perfino piacerti!” sibilò Lucifero, invitandolo a non fermarsi.
“Io…non…posso!” fece a bassa voce, guardando a terra.
Come guarda a terra l’uomo colpevole. “Mi dispiace…..Non…posso!”
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: cin75