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Autore: YukiWhite97    06/01/2016    3 recensioni
TadashixHiro - Post Film - Incest - Mpreg - Don't like, don't read :3
Dopo otto anni sembra che la vita di Hiro sia tornata alla normalità, e soprattutto pare che i suoi segreti e i fantasmi del suo passato, siano ormai sepolti.
Adesso non è altro che un membro dei Big Hero 6 e un insegnante.
Hiashi invece, non è altro che un orfana dal grande genio incompreso. Sarà l'incontro tra questi due a far emergere sia i ricordi di Hiro, che i dubbi di Hiashi, circa la sua vera famiglia, che detesta senza conoscere.
Un incontro casuale, anzi, forse non tanto, che porterà i due, tra l'affrontare un nuovo nemico ed altre avventure, a ritrovarsi.
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Fanfiction che non volevo neanche pubblicare, ma siccome credo che ogni idea, per quanto malsana, vada messa in gioco, l'ho fatto ugualmente. Grazie a chi leggerà ^^
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Baymax, Hiro Hamada, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
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Era passato qualche giorno da quella pericolosa serata che aveva però lasciato un segno positivo sia in Hiashi che in Hiro. Più il tempo passava e più quest'ultimo le si affezionava, era strano, era quasi come se fosse portato naturalmente a volerle bene, come se qualcosa in lei lo attraesse, come una sorta di calamita. Forse però, si sentiva in colpa per quelle stesse sensazioni: otto anni prima aveva abbandonato la sua stessa figlia, e otto anni dopo, un' altra bambina compariva davanti a lui, quasi a volergli ricordare delle sue colpe e facendogli rendere conto di quanto avesse sbagliato.
Hiro pensava spesso alla bambina che aveva avuto, l'aveva tenuta tra le braccia solo poco tempo, ma dopo averla tenuta dentro se per nove mesi, era ovvio che vi fosse legato come mai si sarebbe legato a nessuno. Ma neanche questo era bastato a fargli superare la sua paura: era troppo giovane, era solo, non del tutto in realtà, poiché vi erano i suoi amici, sua zia Cass, ma non l'unica persona di cui avrebbe avuto senza dubbio bisogno. Proprio per questo era stato obbligato da se stesso, in lotta contro il proprio animo, ad abbandonare il frutto straordinario e strano di quella relazione immorale.
E adesso invece c'era Hiashi, Yana come lui la conosceva, che in poco tempo aveva fatto riaffiorare in lui brutti e bei ricordi, facendogli ricordare anche come fosse piacevole lasciarsi andare all'affetto verso qualcuno.
Oramai era cresciuto, oramai aveva imparato dai suoi errori. E sapeva che non sarebbe potuto tornare indietro.
"Hiro! - lo chiamò Hiashi vedendolo attonito - ci sei?"
"Umh? - domandò tornando in se - si scusa... stavo solo... pensando..."
"Tu pensi troppo - dichiarò - guarda piuttosto quello che ho fatto". Dicendo ciò la ragazzina indicò lo strano marchingegno a cui da giorni stava lavorando: quest'ultimo aveva l'aspetto di un casco, solo più ingombrante, e da quest'ultimo pendevano alcuni fili ancora da risistemare, così come l'interno stesso. Hiashi aveva preso molto sul serio ciò dettogli qualche tempo prima. Aveva intenzione di scoprire chi fossero i suoi genitori, e per farlo si sarebbe impeganata.
Hiro aveva fatto casi a come lui e Yana si somigliassero, ma allo stesso tempo si completassero lui non aveva più una figlia, lei non aveva più una famiglia.
Che fosse uno scherzo del  destino?
"Ah, vedo che ti stai impegnando molto - disse - se continui così lo finirai a breve"
"Lo spero - disse piegandosi sull'oggetto per poi assumere un'espressione più pensierosa - mmmh... Hiro... tu credi che sarei stata simpatica a Tadashi?"
"Eh? - sussurrò - perché... perchè questo domanda?"
Lei fece spallucce.
"Non lo so, ma ho la vaga impressione che se lo avessi conosciuto ci sarei andata molto d'accordo, non lo credi anche tu?"
"Beh... forse hai ragione.. chissà... chissà come sarebbe stato". In quel momento, senza sapere il perché, iniziò ad immaginare come sarebbe potuta essere la loro vita, insieme, tutti e tre insieme.
Scosse il capo, capendo di non aver alcun motivo di pensare certe cose.
"Ooh - sussultò Hiashi - guarda, c'è Eichi". Il ragazzo alzò lo sguardo, rendendosi conto che effettivamente l'altro era entrato con uno sguardo ancora più crucciato del solito. Ciò che vi era di strano, e ciò che saltò immediatamente agli occhi di Hiashi, furono gli svariati lividi che aveva alla a
base del collo. E un'altra cosa ancora più strana fu il suo atteggiamento: in genere si sarebbe soffermato a disturbarli come al suo solito o cose del genere, quella volta invece  si soffermò solo a guardarli malamente, passando poi loro davanti senza proferir parola alcuna.
"Aaah! - esclamò Hiashi - mi mette i brividi. Certo che è... strano...."
"Non badare troppo a lui - sospirò - piuttosto, perché non provi la macchina che hai costruito, giusto per vedere se accade qualcosa"
"Ah, d'accordo!" - esclamò. 
Dopo di ciò prese il casco, infilandoselo in testa e cominciando a  premere diversi bottoncini. In quel momento la macchina iniziò ad illuminarsi, producendo dei rumori simili a degli scricchiolii. La ragazzina chiuse gli occhi, concentrandosi.
"Ebbene?" - domandò Hiro.
"Ah, non funziona! - esclamò - che diamine!"
"Non c'è bisogno di arrabbiarsi, devi soltanto migliorarlo"
"Hey Hiro! - lo salutò ad un tratto Fred da lontano, assieme agli altri - ciao!"
"Ciao ragazzi - salutò - Yana... vado da loro, sicura di non voler venire?"
"No, no, sono troppo concentrata"
Facendosi scappare un sorriso, il ragazzo si allontanò, raggiungendo gli altri.
"Buongiorno" - salutò.
"Buongiorno Hamada sensei! - disse Fred dandogli una pacca sulla spalla - per adesso ti sei fatto vedere poco e niente!"
"Ho dovuto aiutare Yana con quel suo strano progetto" - confessò.
"Beh, direi che si sta impegnando molto"
"Sì, e mi chiedo anche come un' orfana possa trovare consolazione nel passare tempo con uno come te, Hiro" - disse Gogo lanciandogli una frecciatina e lanciando simbolicamente anche una bomba che era già esplosa.
"No, no, no! - sussurrò - Honey - non va bene"
"Hiro, sta calmo" - disse Wasabi, premeditando già cosa sarebbe successo.
"E' tutto apposto - affermò andando incontro alla ragazza - dico,provi forse tutto questo piacere a giudicarmi?"
"Ragazzi vi prego, non litigate!" - li supplicò Honey.
"Io ti giudico perchè sei un emerito idiota. Se credi che questo potrà in qualche modo cancellare i tuo errori ti stai sbagliando"
"Io non ho mai detto nulla di tutto ciò!"
"Ma così ti comporti! Sei un ipocrita, Yana non è altro che una  povera vittima di quelli che come te, che prima fanno un errore e poi se ne sbarazzano!"
A quelle parole Hiro si infuriò, andandole contro.
"Mia figlia non era un errore!" - urlò puntandole il dito contro.
"Allora non avresti dovuto abbandonarla!" - esclamò
"Sssh, ragazzi...!" - li zittì Honey, nel vedere Yana, la quale si era avvicinata e li guardava con gli occhi spalancati.
"Hiro... Gogo... perchè state litigando?"
I due si lanciarono un'occhiataccia.
"Non... non è nulla... parlavamo soltanto di.." - disse Gogo.
"Di dove andare questa sera a divertirci! - disse Wasabi - eh sì, Gogo e Hiro non sono mai d'accordo. Anche noi geni abbiamo bisogno di relax ogni tanto. Tu sei con noi, vero Yana?"
"Ah, ma certo!"- esclamò. Hiro sforzò un sorriso per contenere il nervosismo. Le parole di Gogo lo avevano toccato profondamente. Forse in parte era vero che si stava comportando a quel modo per cercare di rimediare agli errori del passato, però non si trattava solo di questo: voleva bene  a Yana, e si sarebbe potuto sentire tranquillo soltanto avendola accanto.
Che avesse un senso di colpa verso la bambina che aveva abbandonata, questo era evidente. Ma Yana non era una sostituzione, piuttosto era comparsa proprio per dargli la possibilità di redimersi. Non gli importava se fosse giusto o sbagliato, aveva un'idea, un intenzione che gli frullava per la testa, pertanto non si sarebbe tirato indietro.
Quando furono arrivati a casa, Yana si fiondò a salutare zia Cass e ad afferrare qualche ciambella prima di salire in camera. Anche la donna si era molto affezionata a lei, sicuramente sarebbe stata felice di vederla scalpitare in quella casa.
Era una situazione perfetta, perché tutto volgeva a suo favore.
"Ah, ah! - rise Hiashi entrando in camera, assolutamente fuori di se a causa del troppo zucchero che aveva assunto - Baymax, Baymax, sveglia, sveglia, sveglia! Ahi che male, come sono sofferente!"
Il robot si avviò.
"Ciao, io sono Baymax, il tuo operatore sanitario personal£
"No, tu sei un drago! - esclamò puntandogli il dito contro - e io sono la principessa che viene tenuta in trappola dal drago in una torre infiammata!"
"Un drago? Una torre in fiamme? Tutto ciò non rientra nelle mia capacità!" - disse il robot confuso.
"Devi solo fare finta! - disse Hiashi alzando gli occhi al cielo - tu Hiro sei il principe che salva la principessa dal drago!"
"Che io...?" - domandò.
"Certo! - disse cominciando a recitare - aiuto, che qualcuno mi salvi da questo terribile drago! Salvatemi, portatemi via da questa torre!". Hiro in quel secondo sorrise, decidendo stare al gioco.
"Non preoccupatevi principessa, perchè il bellissimo, coraggiosissimo, intelligentissimo..."
"E modesto..."
"...Principe Hiro Hamada, vi salverà!". Dicendo ciò ciò le andò incontro, afferrandola da dietro a testa in giù, facendola ridere.
"Non temete, vi porto al sicuro nel mio castello - disse posandola nel letto - ecco fatto! E ora?"
"E ora, come in ogni favola, vissero per sempre felici e contenti! - disse sorridendo per poi assumere un'espressione seria - peccato che si vive felici e contenti solo nelle favole"
"E chi te l'ha detto questo?"
"E' ovvio. Per esempio, potrei mai io vivere felice e contenta? Solo sola"
"Hey - disse richiamando la sua attenzione - sola? E io cosa sono?"
"So che non sono sola, ma io intendo in un altro senso... non ho una famiglia, e questa cosa da un pò di tempo ha iniziato a pesarmi"
Hiro decise di prendere l'occasione in mano. Le afferrò- il viso.
"Dunque.. ti piacerebbe una famiglia... ma allo stesso tempo vuoi restare qui, giusto?"
"Mph, giusto"
"Allora - sussurrò - stavo pensando... saresti d'accordo... se io.. decidessi di adottarti?"
Gli occhi di Hiashi si illuminarono.
"Tu... vuoi.. adottare me? Cioè.. per davvero?!"
"Certo che sì. Ci sono tutti i propositi per farlo. Io e tu insieme facciamo una bella squadra. Ovviamente solo se tu lo voglia"
"SIII! - esultò saltandogli al collo -voglio voglio voglio! Sono così felice! Questo significa che vivrò qui... con te.. per sempre?!"
"E per quanto senno? Certo che per è sempre". La bambina sorrise, per poi abbracciarlo di nuovo.
"Finalmente ho trovato la famiglia perfetta per me, sei contento Tori? Abbiamo una casa, abbiamo tutto quello che abbiamo sempre sognato!"
Hiro si lasciò scappare una risata. Era in pace con se stesso, e stava bene nel sapere di aver reso felice un'altra persona.
"Avrai tempo per essere felice dopo, quando anche gli altri sapranno. Che ne pensi  di prepararti, tra poco saranno qui"
"Sì! - esultò - ho bisogno di vestirmi bene! Ci sono, strano ma vero indosserò un vestito.. magari rosa.. ..devo... solo trovarlo! Torno subito!"
Uscì dalla stanza, correndo. Hiro si sollevò, pensando che finalmente potesse cominciare un nuovo capitolo della sua vita.
Il suo sguardo si spostò poi sullo zaino che Yana aveva avuto sulle spalle la prima sera che si era presentata in casa sua, e che non aveva mai toccato sin da allora. Si avvicinò, prendendolo in mano.
"Beh... non credo ne avrà più bisogno"
Dicendo ciò lo aprì, iniziando a togliere tutto ciò che c'era dentro. Solo una cosa, sul fondo, lo bloccò. Era una coperta bianca e rosa. Sussultò nel rendersi conto che non gli era del tutto nuova. Tremante e con il cuore che batteva all'impazzata la prese. In quell'istante fu come se tutto ci a cui aveva creduto fosse crollato. Avrebbe riconosciuto dappertutto quella copertina, sia per le rifiniture, per il colore, per il nome, che era stato appositamente cucito.
Hiashi.
Quello era un nome speciale e unico, il nome che aveva pensato per la sua bambina che aveva abbandonato. Eppure perchè adesso ce l'aveva Yana? Strani pensieri iniziarono a spaziare nella sua mente. Adesso alcune cose a cui aveva cercato di non badare si erano fatte più chiare, come la somiglianza tra Yana e se stesso, ma anche con  Tadashi, e il perché provasse determinate cose.
Che Yana fosse Hiashi?
Strinse la coperta tra i pugni. Poteva essere possibile che per tutto il tempo, fossero stati vicini senza sapere l'uno dell'altro? Che la famiglia tanto cercata da Yana... fosse lui? Che quel nome fosse una bugia?
Com'era possibile, era sicuro che se avesse avuto Hiashi davanti l'avrebbe riconosciuta... e invece no. Forse stava saltando a conclusioni sbagliate, ma così si sarebbe spiegato il perché di quelle sensazioni di inquietudine e di quegli incubi/ricordi.
"No - sussurrò - non è possibile...". Si portò la coperta vicino il viso, chiudendo gli occhi, con le lacrime in bilico sulle ciglia.
Dopo otto anni si erano rincontrati. Lui l'aveva abbandonata, ma lei era tornata senza saperlo. E questo pensiero provocò in lui un forte misto di emozioni.
"Yana... - sussurrò - Yana... è.. è Hiashi?"
"Hiro?" - si sent'a d un tratto chiamare da Baymax.  Egli si voltò a guardarlo con gli occhi sgrananti: lui doveva per forza sapere, lui aveva tutti i dati di Hiashi.
"Tu! - esclamò - tu lo sapevi non è vero?! E non mi hai detto niente?"
"Ho provato a fartelo capire, ma dovevi scoprirlo da solo!"
"Cosa dovevo scoprire da solo, esattamente? Che Yana è mia figlia? Che adesso è qui con me?! Hai idea di cosa significa questo, eh?"
"Sì... l'hai detto tu stesso, significa che adesso siete insieme"
"Insieme? No... non... non è possibile..""
"Fin quando non sapevi della sua vera identità la pensavi diversamente... cosa cambia adesso?"
Hiro si zittì. Non aveva idea di cosa cambiasse, anzi non sapeva nulla in quell'istante.
"Hiro, Hiro! - esclamò Hiashi comparendo dalla porta  - gli altri sono qui, andiam... ma cos'hai?"
Si voltò a guardarla. Come poter interrompere quell'equilibrio che si era venuto a formar?. Come poter accettare uno stravolgimento nel genere, l'ennesimo, della sua vita? Aveva bisogno di pensare... di  riflettere.
"Nulla - disse sforzando un sorriso - andiamo pure"

8 anni prima

Più il tempo passava e più le cose non facevano altro che peggiorare. Hiro si era chiuso in se stesso e anche nella propria camera, non aveva intenzione di uscire all'esterno. La sua vita era stata praticamente stravolta, e nessun poteva anche solo immaginare come potesse star male. Beh, in realtà forse zia Cass poteva capirlo, quest'ultima aveva reagito molto peggio di lui a quella notizia, era rimasta incredula, specie quando aveva saputo della sua relazione con Tadashi.
E ovviamente Hiro aveva dovuto sopportare di sentirsi dirie che era una cosa immorale, sbagliata, impensabile.
Tutte cose che sapeva già. Ma non gli importava. Sentiva che la propria vita era finita a soli quattordici anni. Non era niente più che un bambino, come poter accettare certe cose con tanta facilità?
Odiava terribilmente la situazione in cui si era cacciato. Odiava il fatto che quella cosa, che in genere non sarebbe mai successo a nessuno, fosse successa proprio a lui. Si poteva tranquillamente dire che Hiro non accettasse il proprio stato particolare, e dopotutto come avrebbe potuto, quella stessa situazione che gli provocava un dolore fisico atroce, continue nausee, l'essere impossibilitato dal mangiare qualsiasi cosa, la pancia che pian piano cresceva. Proprio per questo quando si guardava allo specchio, cosa che spesso evitava, ancora faticava a crederci. Certe cose si capitano soltanto nei film... e nella sua realtà.
Ora si trovava al suo quinto mese si gravidanza. Sin da quando aveva visto quelle due lineette che segnavano il "positivo", aveva desiderato liberarsene, come primo impulso. Non voleva pensare ai litigi con sua zia Cass, la quale, nonostante fosse altrettanto sconvolta, non gli avrebbe permesso mai una cosa simile.
E poi, quando più tardi di fu calmato, pensò che avesse ragione: chi era lui per uccidere qualcuno di innocente?
Così aveva deciso di sopportare quello che considerava un fardello che stava cambiando il suo corpo e anche la sua mente.
Quel tardo pomeriggio, come sempre, si trovava malamente steso su letto, gli occhi vitrei fissi sul nulla e le orecchie ben attente ad ascoltare ticchettio dell'orologio che segnava il passare delle ore, anche se oramai aveva del tutto perso la cognizione del tempo. Aveva perfino smesso di frequentare l'università e di costruire, si era completamente fermato, era quasi peggio della morte.
Certo, perchè non era lui quello morto e con una situazione impossibile da sostenere, con un futuro anche più impossibile da affrontare.
Le sue erano state le lacrime, di rabbia, paura e incredulità, sin dall'inizio.. La sensazione di solitudine gli provocava un dolore così atroce che nessuno avrebbe mai potuto capire.
Come infastidito, si lasciò scivolare la mano sul ventre abbastanza rigonfio, sentendo scalciare. Gli faceva impressione avvertire simili sensazioni, anche se erano passati mesi oramai.
Diamine, lui era un ragazzo, non era nato per fare certe cose.
Ed era troppo giovane, soprattutto.
"Stupido Tadashi - sussurrò  - tu non ci sei.. e io.. noi qui... non lo trovo affatto gusto"
Improvvisamente sentì bussare con impeto.
"Non ho fame!" - esclamò.
"Hiro, ci sono i ragazzi qui, vogliono vederti" - disse zia Cass seguita dagli altri. Neanche i suoi amici erano rimasti immuni dal suo malumore. Quest'ultimi avevano saputo della particolare situazione di Hiro, e ne erano rimasti molto colpiti. Ora però erano passati mesi, ed era arrivato il momento di stargli vicino.
"Pff, non voglio vedere nessuno"
"Emh, mi permetta - disse Gogo - Hiro, razza di stupido! Se non ci fai entrare, sfondo la porta!"
"Tsk, fai pure". Hiro sapeva bene che non era saggio sfidare Gogo, poiché quest'ultima poco dopo ebbe effettivamente sfondato la porta con un calcio.
"Molto bene - disse - adesso siamo dentro"
"Che cosa, l'hai fatto veramente?!"
"Vi porto del the, voi fate pure con comodo, mi raccomando Hiro" - disse la donna.
 Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, mettendosi seduto.
"Ciao" - salutò con malavoglia.
"Oh ciao anche a te, dico ti sembra il modo di salutare dopo che non ti fai vedere per mesi?!" - sbottò Gogo.
"Sai, mi spiace, ma sono stato molto impegnato!" - disse sarcastico.
"Hiro, Hiro, ciao! - salutò allegramente Honey abbracciandolo - come stai? Ti vedo bene, mi sei mancato! Sei mancato a tutti noi!"
"Anche voi mi siete mancati"
"Certo come no - sbuffò Gogo - come ti è saltato in mente i chiuderti in te stesso? Ti rendi conto che abbiamo saputo tutto da tua zia Cass solo tre mesi fa?! Che cosa ti costava dircelo!"
"Gogo ti prego - la supplicò Wasabi - non mi sembra il caso"
"Cosa mi costava dirvelo?! Dico mi vedi? La mia situazione vi pare normale?!"
"No, e allora?! Noi siamo i tuoi migliori amici, avremmo capito..."
"Avreste capito? -  sussurrò - cosa avreste capito? Che ero innamorato di mio  fratello? Cosa dovete capire precisamente? Che a quattordici anni ho scoperto di essere un ermafrodita e che aspetto un bambino da quello stesso fratello che adesso è morto? Cosa c'è da capire in questo?!"
Era chiaro che Gogo stesse nuovamente per rispondergli in malo modo, per questo Wasabi le poggiò una mano sulla spalla.
"Effettivamente non possiamo capirti - disse - ma starti accanto. E' normale che tu non voglia vedere o fare nulla, ma non puoi abbatterti in questo modo. Insomma, cosa intendi fare quando tuo figlio sarà nato?"
"Non dirlo! - disse nervosamente - non lo so, d'accordo?! Non credevo neanche fosse possibile fino a poco tempo fa! E' stato uno shock! Dio... sono sicuro... sono sicuro che se ci fosse stato Tadashi... lui avrebbe saputo cosa fare..."
A quella frase l'atmosfera divenne immediatamente più triste e cupa, ma almeno le acque si calmarono. I ragazzi a quel punto si sedettero attorno all'amico.
"L'hai saputo facendo  il test di gravidanza?" - domandò Fred.
"Diciamo che Baymax aveva già dato la sua conferma, ma ho voluto fare di testa mia. Non credo dimenticherò mai quel giorno"
"Tu dici che è una cosa strana, io dico che è una cosa adorabile! - esclamò Honey avvicinando una mano alla sua pancia - posso?"
"Emh... sì certo..." - rispose. La ragazza poggiò così la mano con delicatezza, facendo una leggera carezza.
"Ah, ha scalciato! Che bello, gli sto già simpatica". Hiro si lasciò scappare un sorriso. Incredibile come quei pazzi dei suoi amici fossero così comprensivi.
"Sono spaventato - sussurrò - che cosa dovrei fare esattamente? Io sono un bambino, come faccio a crescerne un altro?"
"A volte capita, vedrai che con il nostro aiuto ce la farai" - disse la ragazza-
"Si, ce la farò, certo, e poi quando sarà grande che cosa gli dirò? "Sai, io ti ho partorito, l'altro tuo padre era mio fratello, e tu sei il frutto di una relazione incestuosa", sai non mi pare il caso!"
"Beh, magari non proprio così.." - disse Wasabi.
"Ah, lascia stare - sospirò - non so neanche se potrà nascere sano. Tutti lo sanno che i bambini nati da relazioni incestuose hanno sempre dei problemi"
"Hey, non pensarci. Devi essere positivo, c'è una piccola possibilità che non sia così" - lo consolò Fred.
Come poteva essere positivo? Aveva bisogno di tante risposte che però non trovava, ed inoltre adesso avrebbe dovuto prendersi cura non solo di se stesso., ma anche del bambino che tra poco sarebbe nato.
Era certo di non esserne in grado.
"Io lo so che questo è sbagliato - sussurrò - so che non sarebbe dovuto accadere. Tadashi era mio fratello... eppure... io lo amavo così tanto.."
"Hiro, ti prego, non piangere, o farai piangere anche me" - sussurrò Fred.
"Stammi bene a sentire idiota - disse Gogo - qui nessuno pensa che tu sia  sbagliato o che quello che hai fatto sia sbagliato. E' strano, particolare, ma va bene così.  Evidentemente anche Tadashi provava le stesse cose per te. Sono sicuro che lui sarebbe stato felice. Purtroppo non c'è più, è vero, ma almeno pensa che ti ha lasciato qualcosa si bello. Pensa che in questo modo una parte di lui continuerà a  vivere. Vuoi davvero liberarti di un dono da lui fatto?"
La guardò, portandosi la mano sul ventre..
"No... io ..no" - sussurrò incerto
"Bene, allora non voglio sentire scuse - dichiarò - tu non sarai mai solo"
"Infatti - disse Wasabi - I Big Hero sono qui per te!"
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Pareva quasi che fosse su un altro pianeta. Hiro, per tutto il tempo, non aveva fatto altro che fissare Hiashi. Adesso che sapeva della sua vera identità, poteva effettivamente rendersi conto della somiglianza tra quest'ultima e Tadashi... erano due gocce d'acqua, come aveva fatto a non accorgersene?!
Era davvero lei... ed era sana, intelligente, praticamente perfetta. La neonata che un tempo aveva stretto tra le braccia, stava lì davanti a lui, ed era diventata grande.
La bambina si sentì osservata ad un certo punto, e vedendolo con lo sguardo attonito gli chiese.
"Hiro? Va tutto bene?"
Non andava bene. Se solo lei avesse saputo.
"Sì - sussurrò alzandosi in piedi - scusatemi un attimo"
Tutti si resero conto del suo tono di voce spezzato, così Gogo gli andò dietro. Era terribilmente arrabbiata con lui, ma dopotutto era pur sempre sua amica.
E come avrebbe potuto non esserlo? Hiro non le dava torto. Lei aveva sempre avuto ragione. Hiashi era un dono, e lui se n'era sbarazzato.
Questo nessuno avrebbe potuto cancellarlo.
"Hey - disse afferrandolo per un braccio - ho capito che c'è qualcosa che non va. Parla"
Il ragazzo si morse le labbra, non riuscendo più a trattenere le lacrime. Tutte le due debolezze vennero fuori, proprio in quell'istante. Si voltò, mostrando il proprio sguardo sofferente e gli occhi ricolmi di lacrime. Tese le braccia, dandole un abbraccio disperato.
Gogo non parlò, limitandosi a ricambiare il gesto, non sapendo che dietro esso si nascondesse una grande sofferenza.


Angolo dell'autrice
Salve e buona  Epifania :3 Sto male... sì, non voglio ritornare in quel covo dimenticato da Dio, soprannominato scuola. NO. NO. E NO.
Spero che questo chap vi sia piaciuto, Hiro ha scoperto la verità su Hiashi... ovviamente ora tutto si farà ancora più interessante  :D
E spero anche non ci siano troppi errori visto che oramai io non so più cosa voglia dire dormire e sono un pò tanto rincoglionita XD
Bene, ci sentiamo al prossimo presto, che spero (spero troppe cose D:) arrivi presto visto che quella specie di scuola mi succhia via tutto il tempo e le energie, ma farò del mio meglio :D

- Balalalallaaaaaaaaaaaaaa ^^
   
 
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