Prologo
What afraid place Che posto spaventoso
I’m alone here Sono sola qui
But I know that with your heart Ma so che con il tuo cuore
You are with me Tu sei con me
BELLA
Te ne sei andato, mi hai lasciata qua da sola. Mi hai detto che non
mi amavi più, lo so, l’ho
visto nei tuoi occhi. E allora perché continuo a pensarti, a sognarti? Perché continuo a sperare che tu torni da me? Sono
passati due mesi dalla tua partenza, ormai credo di avere l’aspetto di uno
zombie. Mi comporto come se fosse morto qualcuno, ma tu non sei morto, oh beh
in effetti sì lo sei, però io so che tu esisti, siamo sotto lo
stesso cielo, viviamo sulla stessa terra anche se non nello stesso mondo.
Sono giorni che ci penso, non posso andare avanti così, rischio di morire e di uccidere anche
Charlie.
Ho deciso che tornerò
a vivere con mia madre e Phil a Jacksonville, non posso rimanere a vivere qui,
tutto mi ricorda lui, ogni giorno mi affaccio alla finestra e vedo il bosco
dove mi ha lasciata. Prima di partire, però, voglio andare a vedere la casa della famiglia Cullen,
famiglia a cui una volta era legato il mio destino, ma tutto questo è accaduto una vita fa, un’esistenza fa.
Sul mio pick up mi trovo a guardare il sentiero tra le piante, il
sentiero per la Sua casa. Lo percorro pianissimo quasi avessi paura di vedere
all’improvviso la villa bianca. Ma quando sbuca davanti ai miei occhi, non
sento nulla, certo il mio cuore batte ma immaginavo che avrei avuto una crisi
di pianto nel vederla, ma niente.
Entro, la casa è sempre
luminosissima, e gli unici oggetti che Loro avevano lasciato erano coperti da
teli bianchi. Ad un certo punto mi giro e vedo un oggetto, qualcosa che è nei miei ricordi più belli, il pianoforte con cui Lui
suonava la mia ninna nanna, non mi soffermo molto su quel ricordo, ormai da
tanto tempo non mi concedevo pensieri su di Loro, su di Lui. Decido di salire
le scale e appena arrivo nel corridoio vedo una croce in legno appesa vicino ad
una porta, la porta della Sua camera. Entro e trovo tutto uguale, mancano solo
i cd, Lui amava la musica non avrebbe mai potuto lasciarli qui come ha fatto
con me…
Mi siedo un attimo sul Suo divano nero di pelle, e noto che i mobili
della sua stanza non sono coperti. Esco da quella stanza così piena di ricordi e mi accorgo che
qualcosa di caldo sta scendendo sul mio viso, lacrime, non ne versavo da tanto,
tanto tempo.
Basta, me ne vado, stare qui non serve a nulla. Ma proprio in quel
momento un’asse schiodata mi fa inciampare e finisco dentro ad un’altra stanza,
lo studio di Carlisle.
Bella come sempre anche se spoglia, in questa stanza, erano rimaste
solo una scrivania ed una biblioteca, vuote. Faccio per andarmene ma ad un
certo punto una cosa attira la mia attenzione, si tratta di una specie di
impronta sul muro, è l’impronta di
un quadro, beh ce n’erano molti di questi segni, ma quello in particolare mi
ricordava qualcosa, ma non sapevo ancora cosa.
Uscita dalla casa mi rendo conto che sono già le sette di sera e così con il mio pick up torno da Charlie.
Non mangio nulla no ho assolutamente fame, e poi un pensiero continua
a riaffiorare nella mia mente, l’impronta di un quadro. Mi faccio una doccia
calda e così con tanti
pensieri in testa vado a dormire.