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Autore: skinplease    07/01/2016    3 recensioni
Ci sono tanti piccoli e impercettibili attimi, tante piccole cose che non sono accadute, ma che avrebbero dovuto accadere. Racconti di caccia, di demoni e mostri, di amicizie fuori dal comune, di amore oltre ogni immaginazione.
Una raccolta di tutto ciò che avrei voluto vedere in Supernatural.
Genere: Angst, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Lucifero, Sam Winchester
Note: Lemon, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, PWP | Contesto: Più stagioni
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008coppia: Nessuna
rating: giallo, quasi verde...
quando?: finale 5th stagione, prima che Dean vada da Lisa, dopo l'addio con Castiel in macchina.



Ancora una volta, era lì.
Era la settima notte che passava sempre in quello stesso posto, a vegliare quel fazzoletto di terra che si era aperto in una voragine profonda come il mondo per inghiottire Lucifero e Michele, in una gabbia celeste. Quella stupida terra, Dean l'aveva accarezzata, colpita a pugni, c'era passato sopra con l'auto e poi aveva di nuovo bagnato i fili d'erba con le sue lacrime.
La sera precedente, con la pala che usava per tutte le innumerevoli esumazioni compiute con Sam, aveva scavato, scavato, scavato... quasi potesse trovarla, ma non era successo; ovviamente.
Pochi minuti prima, aveva di nuovo lanciato quei quattro anelli del cazzo in aria per farli scontrare con la terra, ma non era accaduto niente.
Quella porta non funzionava più.
Lui avrebbe dovuto andare avanti.
Ma...
No, non ci riusciva ad andarsene così.
"Cosa sto facendo?" lo mormorò da solo, mentre posato col culo sul cofano dell'Impala, fissava come paralizzato con le mani nelle tasche quell'angolo di cimitero dimenticato dagli uomini e da qualsiasi entità celeste ci fosse, o meno.
Sam, suo fratello, era la sotto. Era il suo sepolcro, la sua prigione, cosa cazzo era quel posto? doveva fargli una lapide? magari, anche per Adam? cosa diavolo...
"Sto impazzendo?" se lo chiese da solo, con gli occhi umidi e la testa che batteva ferocemente le sue tempie, non mangiava da giorni, era allo stremo.
Alzò gli occhi sul cielo infinito sopra la sua testa, e serrò le palpebre con forza.
Non gli restava nulla, nessuno.
Forse fu la fredda e spietata considerazione che era il solo sulla terra a dover portare quel fardello impressionante, a fargli fare quel che fece. Fissò di nuovo quel pezzetto di terra; poi estrasse dalla tasca un foglietto spiegazzato, l'ultimo favore che aveva chiesto a Castiel prima di andarsene. Quando gliel'aveva dato, quello stupido foglio, gli occhi celesti dell'angelo avevano indugiato appena un attimo in più su di lui, facendogli male.
Aprì il foglietto, ed estrasse l'accendino.
La voce gli tremava.
Spiriti dell'aria, della sabbia e del mare,
riunitevi per lasciare l'angelo passare.
Invio queste parole nel vento, la morte arrivi davanti a me
Io conterò da uno a tre*
Bruciò il foglietto e nell'aria si sparse l'odore della carta bruciata, che svolazzava nell'aria fino a posarsi sui suoi piedi. Sentì il cuore battere più forte, e poi una sensazione di gelo che ben conosceva; eccolo. Ci fu un soffio gelido, e l'odore di putrefazione che arrivò alle sue narici e gli fece appena increspare le labbra. Era quasi gradito.
"Sei qui?" sussurrò, fissando ancora la cenere del foglietto che si era posata proprio dove s'era aperta la gabbia, ironia della sorte.
La Morte lo fissò, avanzò verso di lui lentamente con il suo bastone da passeggio "Non mi aspettavo che mi chiamassi, Dean"
Il Cacciatore ridacchiò, oramai stremato e alzò gli occhi verso quel Cavaliere che nella sua disperazione, gli era parsa la sola figura a cui poter chiedere... cosa? conforto? sollievo?
"La morte da effettivamente sollievo, Dean" il Cavaliere parlò e lo fece appena sussultare, e piegò le labbra in un vecchio sorriso "come puoi capire, io conosco i tuoi pensieri. Se mi hai evocato, è perchè credi che io possa aiutarti, e..."
"io vorrei... una risposta"
Morte si fermò, corrugando appena le sopracciglie grigie. Indugiò un attimo, prima di chiedere a sua volta "una risposta... per che cosa?"
Dean prese un grosso respiro. E poi parlò.
"L'hai fatto tu? Io... voglio sapere se l'hai fatto proprio tu"
La Morte si fermò, questo non se l'aspettava nemmeno lei.
Sorprendere la morte; ecco qualcosa di nuovo.
Spalancò appena gli occhi, scrutò il Cacciatore e vide i suoi occhi lucidi. Nonostante tutti quegli anni, quei secoli, nonostante quello fosse solo un piccolo pianeta in una piccola galassia, ancora un volta comprese perchè Dio amava così tanto quelle piccole creature zoppicanti che erano gli esseri umani.

Erano sorprendenti, come pensavi di averli inquadrati... quei loro cuori imperfetti, facevano domande e dettavano azioni imprevedibili.
La Morte guardò Dean, che aveva distolto lo sguardo e vagava per le sagome di granito e marmo del vecchio cimitero.
"Parli di tuo fratello Sam?" chiese quasi titubante, e dovette ammettere che era la prima volta che qualcuno la sorprendeva da molti, moltissimi secoli.
Dean sospirò appena "ha sofferto quando è morto?"
E successe per ben due volte! Sorpreso, per due volte!
"Cosa?" Morte socchiuse appena le palpebre, facendosi più vicina, fino a sfiorare con il suo lungo cappotto scuro le ginocchia del Cacciatore "cosa intendi?"
Dean deglutì a forza, faceva male, ma aveva capito che non sapere era peggio. Lui era fatto così, se davvero voleva onorare quella promessa a Sam, quella di rifarsi una vita, di andare da Lisa e provare a ripartire una volta per tutte, allora doveva sapere.
Dean avrebbe onorato la promessa fatta a Sam, e proprio per questo aveva bisogno di sapere com'era stata la morte di suo fratello minore.
"Dimmi tutto, Morte" esalò piano, sentendo il dolore e la rabbia salire dentro di lui, alzò lo sguardo piantando le sue iridi chiare sul volto rugoso della Falce Nera "dimmi come è morto mio fratello! Voglio sapere se ha sofferto, se è in pace, se..." Dean si dovette fermare, senza fiato e distrutto, ma poi proseguì "lo so che non dovrei chiedere... ma ho salvato il mondo dall'Apocalisse, e credo di meritare almeno una, una sola delle risposte che chiedo! Porca puttana, io me la merito!" quasi urlò strozzato e con gli occhi umidi.
"Non mi sono mai ritrovato in questa situazione, sai?"
Dean spalancò gli occhi "Cosa stai dicendo?"
Morte sospirò, fece proprio quello e agitò appena il suo macabro bastone "Tu mi sorprendi, piccolo Winchester... e..."
"Cazzo, dimmi se mio fratello ha sofferto!"
"Non lo so, se o quanto soffre, Dean"
Ci fu un attimo di immobilità assoluta. Dean si dimenticò perfino di respirare, sotto gli occhi attenti e curiosi della Morte.
Non ci fu nemmeno un solo, unico istante in cui il senso di quelle parole non fosse scolpito a fuoco nella sua testa.
"Respira, Dean, o dovrò mieterti prima del tempo!"
"No!" Dean scattò in piedi, si allontanò e il suo sguardo passò febbrile dalla terra bruciata al Cavaliere nero mentre balbettava appena "non è possibile, non è possibile, non è possibile..."
Morte sentì il dolore del ragazzo arrivare fino a lei, stava diventando immenso, non doveva andare così "Dean..."
"Puttana, no!" Dean gridò e si mise le mani nei capelli "perchè hai usato il presente? perchè, perchè, PERCHE'?"
Morte tacque un istante, prima di proseguire, sorprendendosi ancora una volta di come si sentisse davanti quel minuscolo microbo "Dean..."
"PERCHE'?"
"Perchè non è morto, io non l'ho mietuto"
Dean spalancò gli occhi e la bocca, la gola prese a bruciare mentre l'orrore immenso di ciò che aveva sentito gli arrivava dritto al cuore, alle membra, a ogni singolo osso del suo corpo facendolo quasi esplodere.
"Sammy..." fu la sola parola che gli giunse alla bocca "Sammy..."
Perfino le labbra gli facevano male.
"Non è morto, Dean" Morte fissò decisamente allibita quel ragazzo che aveva davanti, ma era vero, gli doveva la verità "lui è ancora vivo, dentro quella gabbia."
Un urlo, profondo, durissimo, straziante, affiorò alla gola del cacciatore. Dean crollò in ginocchio con la bocca spalancata, le mani sulla testa e gli occhi serrati, sentiva il petto esplodere, la testa risucchiata via dall'atrocità di ciò che, ora lo sapeva per certe, succedeva sotto di se, dentro quella gabbia maledetta oltre ogni limite.
"NO!" fu la sola parola che gli giunse alle labbra, e digrignò i denti dal dolore, dalla furia cieca che sentiva montargli dentro, sentì le labbra sanguinare e solo in quell'attimo comprese che se le era morse a sangue "no, no, NO!" urlò ancora.
Morte respirò a fondo, ossimoro perfetto e grottesco, e per la prima volta in vita sua, si inginocchiò anch'essa.
Dean urlava, rannicchiata sulla fredda terra, e Morte, avvicinò il suo volto al suo.
Lo guardò e timidamente, alzò una mano.
Lo toccò su una spalla.
Dean sentì un improvviso freddo addosso, la gola gli si chiuse e da bruciante per le sue grida divenne gelida come se stesse respirando neve fresca.
Alzò gli occhi arrossati e vide che morte lo toccava.
"Cosa..."
"non puoi morire, ancora, non è la tua ora, Dean..." disse piano il Cavaliere "ma... vorrei fare un esperimento con te, e a quanto pare, è possibile"
Dean la fissò "Sammy..."
"Non posso fare nulla per Sam, non è la sua ora"
"ma cosa diavolo dici, perdio?" Dean ringhiò e si aggrappò disperato con una mano al lungo cappotto nero, Morte lo fissò con un principio di tristezza, continuando a tenergli la mano sulla spalla "Sam è in quella gabbia, e patisce l'inferno e io so cos'è l'inferno e adesso..."
"non è la sua ora" Morte sospirò ancora "e quella gabbia, è il solo posto dove io non posso andar, in tutto questo... fottuto universo, come lo chiami tu"
Dean si sentì mancare, aggrappato alla Morte stessa, e un pensiero fulminante gli lacerò la mente, cioè chiedeva alla morte aiuto.
"non sei il primo" rispose lei alla sua implicita domanda, leggendogli ancora nella mente, con un lievissimo accenno di sorriso "molti mi invocano, ma tu... tu non lo fai come gli altri, e forse..."
Dean prese a piangere, improvvisamente non sapeva fermarsi. Pensò di esser impazzito, senza forze, gelato dentro e bruciato dal dolore e ansimò, reggendosi ancora a quel vecchio dal cappotto nero che regola immancabile ogni cosa su questa terra "che cosa succede..."
La Morte non rispose, ma lasciò che lui posasse il capo sulla su spalla.
E per la prima volta, la morte portò sollievo a chi respirava ancora. Calmò quell'animo umano, lo aiutò a ritrovare un respiro regolare, annebbiò la sua mente affinchè il dolore vi arrivasse per gradi, impedendogli di impazzire.
La Morte lo accolse, e curò il suo dolore facendolo respirare ancora.
Non era necessario che qualcuno o qualcosa dicesse al Cavaliere che non era naturale ciò che stava facendo; e per la prima volta dall'alba del tempo, e delle cose, e della luce e del buio, Morte decise che c'era qualcosa di più
Curioso, molto curioso che avesse dovuto capirlo mentre impediva a un essere umano imperfetto e rappezzato di crollare.
Dean respirò a fondo e sollevò lo sguardo sul vecchio "Grazie..." disse solamente.
"Non c'è di che" Morte mosse appena la mano gelata su di lui "Dean... io vedo i tuoi pensieri, e..."
"Se è vivo, posso salvarlo"
Morte fissò Dean.
"Andrò a riprendermi mio fratello"
L'aria si fermò, Morte fissò le iridi chiare e implacabili, così determinate da rendere ovvio perfino a lei che non era una questione su cui poter decidere. e non vi furono altre parole, nessuna. Dean annuì appena, non era un addio tra loro due.
La Morte sarebbe stata a suo fianco, compagna e pronta a prenderlo a ogni respiro.
Ma non oggi, non adesso.
Nemmeno l'ora di Sam era giunta; e Dean, adesso sapeva esattamente cosa doveva fare.
Incredibilmente, era stata la morte a dargli uno scopo.
Dean si alzò in piedi, e si avviò furioso alla macchina. Doveva trovare Bobby, e Castiel, e chiunque altro gli fosse reso utile per aprire quella dannata gabbia. Aveva bisogno di informazioni, di notizie, tutti i demoni che avrebbe incontrato sulla sua strada avrebbero dovuto dirgli ogni cosa, ogni informazione, ma sapeva esattamente come farli parlare. Indubbiamente, lassù in quel paradiso di Woodstock e Valentine's day qualcuno aveva altre informazioni, su dove il loro caro Michele stava sostando in panchina con il fratello indisciplinato.
Dean sapeva cosa fare.
L'Impala partì sgommando, ci fu polvere al suo posto in meno di un secondo.
La morte lo vide allontanarsi e poi anch'essa lasciò il piccolo cimitero.
Doveva andare a trovare Dio, e dargli dieci monete d'oro. Mille e mille anni prima, avevano scommesso sull'uomo, Dio a favore e Morte contro.
Dio aveva vinto, un'altra volta. Morte si scoprì, per la prima volta, felice di aver perso.








* preso in prestito, o qualdirsivoglia copiato brutalmente, dalla serie TV "Streghe", terza stagione, episodio 16... grazie agli autori di quella serie, per cui vale sempre e comunque il mio DISCLAIMER, che nulla di ciò che ho pescato da lì è mio, ma tutto degli autori originali...

  
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