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Autore: murdershewrote    07/01/2016    3 recensioni
E' il compleanno di Clint ma i Vendicatori sono tutti impegnati così, a fine giornata, si ritrova solo a sorseggiare una birra fredda. E a mangiare un cupcake in compagnia...
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Jarvis, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di compleanni, segreti e cupcake

Uscito dalla doccia, Clint si tamponò il volto con una asciugamano che poi strinse alla vita. Si avvicinò allo specchio sopra il lavabo e gli passò sopra una mano in modo da asciugarlo dalla condensa che si era creata per il vapore dell’acqua calda della doccia. Guardò il suo riflesso con aria annoiata, poi si protese verso lo specchio fin quasi a sfiorarlo col naso. Si passò una mano tra i capelli individuandone solo alcuni bianchi, quasi dei riflessi tra i ciuffi dorati. Osservò ogni singola ruga intorno agli occhi e alle labbra, sulla fronte, ogni singola incisione lasciata sulla sua pelle da quei quarantaquattro anni appena trascorsi.
Ripensò a quelli trascorsi in orfanotrofio insieme a suo fratello, dopo la morte dei loro genitori. A quelli quando era un ragazzo prodigio, star del circo. Ancora, a quelli dove veniva scambiato per un moderno Robin Hood e trattato alla stregua di un fuorilegge. Infine agli ultimi anni, quando finalmente era riuscito a mettere le sue abilità a servizio della gente comune e della sicurezza pubblica.
Adesso ne stava compiendo quarantacinque e tutto quello lo aveva segnato tanto nel corpo quanto nell’animo.
Clint scosse il capo come per scacciare quelle immagini, poi si rivolse al suo riflesso corrugando le sopracciglia e dicendo “Oh, andiamo! Questi sono pensieri che potrebbe avere un nonnetto col doppio della nostra età, finiamola!”
Aveva ancora tanto da fare. Poi ci avrebbe dormito sopra.
Con molta accuratezza finì di asciugarsi poi tornò in camera da letto, tirò fuori dall’armadio una vecchia tuta e la indossò. Uscì dalla stanza per avventurarsi nei corridoi, insolitamente silenziosi,  illuminati dalla luce fioca del tramonto che entrava dalle ampie vetrate della Stark Tower – ormai divenuta quartier generale dei Vendicatori – e li percorse lentamente senza incrociare nessuno. Raggiunto l’enorme open space che i Vendicatori condividevano, Clint premette un bottone su una sorta di citofono dal quale prontamente uscì una voce.
“Buonasera agente Barton, come posso aiutarla?”
“Ciao Jarvis. Sai dirmi che fine hanno fatto tutti quanti?” chiese Clint mentre cercava nella dispensa  qualcosa da sgranocchiare.
“Il signor Stark è chiuso nella sua officina da questa mattina e si occupa di lui la signorina Potts. Il dottor Banner sta lavorando ad un qualche esperimento nel suo laboratorio. Il capitano Rogers doveva presiedere a quel raduno di giovani reclute dell’esercito, sa, come esempio e incoraggiamento per quei ragazzi e…”
“Sì sì, ho capito” lo interruppe Clint “ E Natasha?”
“Oh, l’agente Romanoff è in missione”
“E...?”
“E cosa, signore?”
“Cioè, stavi facendo un elogio per Rogers e non mi sai dire altro di Nat o della sua missione?”
“Beh, è una missione segretissima”
Clint interruppe per un momento la sua ricerca di provviste e chiese perplesso “Segretissima?”
“Esatto. Top secret. Non posso dire altro, mi spiace” tagliò corto Jarvis.
“Ma...strano. Lei non mi ha detto nulla stamattina e nemmeno Fury”
“Non l’ha mandata in missione Fury”
“E allora chi? Coulson?” insistette Clint.
“No, signor Barton. È andata per conto suo” l’AI fece una breve pausa “Credo sia qualcosa di...privato”
A Clint parve che per un attimo Jarvis avesse tentennato, il che era strano considerando che era solo un programma.
E chiese ancora “Privato? Ma che significa? E non chiamarmi ‘signor Barton’, mi fai sentire vecchio!” esclamò mettendo le mani sui fianchi.
“Mi scusi. A proposito, i miei database mi informano che oggi ricorre l’anniversario della sua nascita. Tanti auguri, signore”
L’uomo sospirò. Come non detto.
“Già. Grazie Jarvis. Comunque ho come l’impressione che tu mi stia nascondendo qualcosa...ma farò finta di nulla”
Jarvis non aggiunse altro.
Clint prese un pacchetto di patatine e una birra dal frigorifero, poi raggiunse il divano e si accovacciò su di esso a gambe incrociate. Accese la tv e iniziò a fare zapping col telecomando, optando infine per la visione di un documentario sul National Geographic Channel. Aveva quasi finito le patatine e preso gli ultimi sorsi dalla bottiglia quando qualcuno gli arrivò alle spalle, ritrovandosi con gli occhi coperti da un paio di mani che conosceva bene.
“Indovina chi sono?” gli domandò una voce vellutata.
“Tasha...Dove sei stata?”
“Beh, avevo una certa missione da portare a termine”
“Questo l’ho capito ma Jarvis non m’ha voluto dire nient’altro” disse infastidito dalla cosa.
“Non te la prendere con lui. Glie l’ho chiesto io...”
Clint sollevò il capo per incontrare gli occhi chiari della donna e la guardò con aria interrogativa.
“Ero in missione per...conto tuo” gli spiegò. Si voltò per prendere qualcosa che aveva poggiato sul tavolino dietro il divano.“Ti ho preparato una cosa...”
Sempre alle sue spalle, Natasha gli passò le braccia intorno al collo e Clint si vide mettere davanti un cupcake con una candelina sopra.
“Nat...”
“Buon compleanno Clint” gli disse lei schioccandogli un bacio sulla guancia.
L’uomo prese il dolce fra le mani e ringraziò la propria partner mentre questa aggirava il divano per prendere posto accanto a lui.
“Esprimi un desiderio e spegni la candela, dai!” lo incitò.
Lui chiuse un momento gli occhi e, riaprendoli, soffiò. Natasha applaudì e lui le sorrise con gratitudine.
“E così era questa la missione segretissima, top secret e...privata?” le chiese.
“Già. Ho chiesto a Jarvis di non dire niente a nessuno. Volevo che fosse una sorpresa”
“Beh, ci sei riuscita. Chi l’avrebbe detto che sai cucinare?” disse sogghignando.
“Effettivamente ho rifatto l’impasto tre volte e bruciati due stampi. Quello è l’unico superstite decente!” confessò ridendo, poi aggiunse “Spero ti piaccia”
“Non è che stai tentando di sbarazzarti di me avvelenandomi, vero?” la prese in girò lui.
“Scemo!” gli disse lei colpendolo sulla spalla “Sai che se volessi farlo potrei scegliere tra mille modi diversi e meno faticosi che mettermi ai fornelli” ribatté.
“Ne sono sicuro!”
Clint ricambiò il colpetto alla spalla, poi osservò il dolce rigirandolo tra le mani. L’impasto scuro, che doveva essere al cacao, era sormontato da una spirale di panna montata dal colore viola, a sua volta coperta da piccole palline argentate e dove affondava la candelina. La tolse con la mano libera e addentò il dolce, osservandone così anche l’interno che pareva morbido, quasi cremoso. Poi si concentrò sul sapore. Come pensava, era al cioccolato e con qualcosa di alcolico.
“Allora? Come ti sembra?” chiese Natasha curiosa.
“E’ buono”
“Davvero? Non devi darmi il contentino...”
“No, dico sul serio! È ottimo” confermò lui dando un secondo morso.
“Bene, sono contenta” disse la donna poggiando un gomito sullo schienale e il volto sul palmo aperto della mano, guardando Clint mangiare effettivamente con gusto. L’uomo si infilò in bocca l’ultimo boccone e Natasha rise nel vedere come si era sporcato con la panna un angolo della bocca. Lui la guardò interrogativo così lei allungò un braccio e raccolse la panna con un dito per poi leccarlo.
E le venne un’idea.
Si alzò e fece qualche passo allontanandosi dal divano, dando le spalle all’uomo e guardandolo di sottecchi.
“Ehi, dove vai?” le chiese con la bocca ancora piena del dolcetto.
“Vieni con me e lo scoprirai. Non è mica solo quello il mio regalo...” gli rispose lanciandogli un’occhiata invitante.
Clint parve non capire subito, lasciando a metà l’atto di masticare e assumendo, così, le sembianze di un grosso criceto.
Poi, l’illuminazione.
“Allora? Non vieni?” continuò la rossa inarcando un sopracciglio maliziosamente.
Clint non se lo fece ripetere.
Quel quarantacinquesimo anno sembrava essere iniziato nel modo giusto.









Credits: Natasha, Jarvis e Clint - purtroppo - non mi appartengono. Tutti i diritti vanno agli auori della Marvel.
Note dell'autrice:
- Questa storia vuole essere un mio personale omaggio a JeremyRenner/Clint Barton che oggi compie, per l'appunto, 45 anni! <3 Provo un amore profondo per quest'uomo, sotto ogni aspetto. "Le sembianze di un grosso criceto" di cui ho parlato è l'espressione che Jeremy assume quando mangia qualcosa. Provate a vedere qualche film in cui mangia e fateci caso... E' adorabile! :3
- Jarvis in molte storie originali è un maggiordomo in carne e ossa ma qui ho preferito utilizzare la sua versione virtuale.
   
 
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