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Autore: Witchlight    12/03/2009    3 recensioni
Dalla canzone Iris, Goo Goo Dolls: una bambina ed un vecchio demone si incontrano in un parco cittadino.
Genere: Generale, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And I'd give up forever to touch you

Cause I know that you feel me somehow

You're the closest to heaven that I'll ever be

And I don't want to go home right now

Ti guardo giocare tranquilla con il tuo pupazzetto. Sei stata contenta, si, quando te l’ho regalato? Ricordo di averlo visto in una vetrina anonima. Mi guardava con un’espressione amichevole stampata sul muso di pezza, mi guardava con quegli occhi scuri scuri. Scuri come i tuoi. L’ho comperato senza nemmeno pensarci. Doveva essere tuo; e in effetti ti è piaciuto. Non l’hai detto, vero, a tua madre, che te l’ho dato io? Si arrabbierebbe da morire, lo sai che non devi accettare regali dagli sconosciuti. Certo, io per te non sono più uno sconosciuto, ma lei non mi ha mai notato. Grazie a Dio. È triste essere un demone: la gente tende ad essere prevenuta nei tuoi confronti. Per fortuna che tu non sei la gente. Sei solo una bambina di quattro anni che si accontenta di giocare con poco, di giocare con i fiori e con chissà quali amici invisibili. I bambini, credimi, non sono innocenti. Sono solo molto ignoranti. Tu non sai niente, piccola mia, e di questo ti devi rallegrare.

Chissà cos’hai pensato la prima volta che mi hai visto, in un giorno in cui un sole quasi primaverile illuminava il parco… e chissà cos’hai pensato tutte le altre volte. Ti devo esser sembrato strano, un vecchio signore con la barba e gli occhiali scuri che viene tutti i giorni, sempre alla stessa ora, esegue sempre gli stessi gesti, siede sempre sulla stessa panchina, legge sempre lo stesso giornale. Un nonno come tanti altri, alla fine. Solo che io non sono un signore gentile, anche se tu non lo sai.

Non ti ho mai toccato, non mi sognerei mai e poi mai di farlo. Mi basta osservarti mentre, come un angelo bambino, giochi tranquilla persa in un mondo tutto tuo. Non sembri ricercare altra compagnia all’infuori di te stessa. Se interrogato non saprei dire cosa mi piace tanto in te. Forse solo il fatto che guardandoti, bambina, provo l’illusione di diventare per un istante un vecchio qualunque, che si ferma a meditare sul miracolo dell’infanzia. L’illusione della normalità. Solo per un istante, però.

And all I can taste is this moment

And all I can breathe is your life

Cause sooner or later it's over

I just don't want to miss you tonight

Fa freddo, ormai. Tua madre presto si alzerà dalla panchina dov’è seduta ora e verrà a richiamarti, a portarti via da qui, com’è giusto che sia. Se il gesto non serbasse in sé una dolorosa ironia pregherei che la sua amica la trattenga un altro po’, in modo che io possa gustarmi questa preziosa illusione per qualche attimo ancora. È buffo come in questo momento tutto il mio mondo sia incentrato su di te, una creaturina maldestra che ruzzola tra le aiuole. È buffo pensare che il tempo per te passerà troppo in fretta. È buffo pensare che presto, prestissimo, tu non verrai più qui e che il pupazzo che ti ho regalato giacerà dimenticato sotto il tuo letto. Quando tu sei vicina a me, quando tu mi sorridi e quei tuoi occhi scuri brillano sento una strana pace impossessarsi di me, della mia mente vecchia e stanca, sfiancata da troppe fatiche, da troppi mali che io stesso, per mia natura, ho causato. Eppure so fin troppo bene che questo tempo non sarà infinito. Guardo tua madre e, in qualche modo, ti vedo adulta. Avrai il suo stesso naso leggermente storto, credo, lo stesso collo un po’ incassato nelle spalle, la stessa corporatura troppo spigolosa. Mi chiedo:  le tue labbra avranno anche la stessa piega severa? I tuoi occhi saranno così duri? Se potessi pregherei che il tempo non passasse mai, che tu restassi bambina per sempre. Ma non sarà così.

And you can't fight the tears that ain't coming

Or the moment of truth in your lies

When everything seems like the movies

Yeah you bleed just to know your alive

Quando te ne vai c’è sempre una grande tristezza, qui. I fiori sembrano quasi reclinare il capo, l’erba sembra un po’ meno verde, quando il sole non riflette più sui tuoi capelli bruni. Sono quasi triste anch’io. Mi piacerebbe, una volta tanto, poter piangere la mia condizione e il tuo futuro, la tua innocenza che presto sarà perduta. Io però non sono in grado di piangere, non è nella mia natura e nel profondo, dopotutto, non lo desidero nemmeno. Dopo di te verranno altri cuccioli di questo mondo, altri dettagli insignificanti che mi distoglieranno un attimo dai miei pensieri. Perché siete proprio voi, col vostro andare e venire, con i lampi colorati delle vostre esistenze, con i vostri spiriti limpidi e semplici, a darmi la misura del tempo che scorre, a farmi sentire che non sempre tutto è fermo, immobile, eternamente uguale a sé stesso. Siete voi a farmi sentire vivo. E di questo vi sarò eternamente grato. Grato come un demone può essere. Tu presto crescerai, l’ho detto, ma forse, dopotutto, la tua magia sta proprio nella tua mortalità. Se tu fossi bambina in eterno, cosa ci sarebbe di fresco e gioioso in te? Cosa ti renderebbe così totalmente e profondamente diversa da me? Con quale diritto, se tu fossi immortale, potrebbero i tuoi occhi neri posarsi su di me con tanta solenne giocosità, quasi ad assolvermi, in un silenzio sorridente?

And I don't want the world to see me

Cause I don't think that they'd understand

When everything's made to be broken

I just want you to know who I am

Chissà se quando sarai cresciuta conserverai un ricordo sbiadito di un vecchio con gli occhiali da sole? Cosa ricorderai di lui? Ricorderai l’orsacchiotto di pezza che ti ha porto in silenzio e che tu hai accettato in un silenzio altrettanto profondo? Ricorderai dei lunghi pomeriggi che avete passato insieme, ognuno perso nei suoi pensieri? Ricorderai che lui altro non era che una presenza silenziosa? Vorrei sapere se ti farai delle domande, quasi certamente te ne farai. Ti chiederai sicuramente perché quel vecchio passasse così tanto tempo nel parco. Era forse solo, forse pazzo, forse non aveva nulla di meglio da fare durante le giornate di primavera? Ti chiederai perché portasse gli occhiali scuri. Era cieco? Era un vezzo, un capriccio senile? O aveva qualcosa da nascondere? Uno sguardo colpevole. Occhi di brace che tu non hai mai visto. Ti chiederai, certo, infine, perché ti guardasse sempre. Gli ricordavi una nipote non vista da troppo tempo, forse mai avuta, o c’era qualche morboso desiderio nei suoi occhi? Ecco. Questo è il punto. Se siedo in silenzio, se ti guardo, bambina, è perché in te, in fondo, cerco comprensione senza condanna. Cerco un contatto che con altri non posso avere. Cerco di farti capire, senza parole che io ci sono, esisto, sono. E mi illudo, o forse avverto, che tu, ad un qualche livello profondo ed inconscio, capisca quello che sono veramente. E continui comunque a sorridermi.

I just want you to know who I am

I just want you to know who I am.

 

  
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