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Autore: FlameWolf    07/01/2016    7 recensioni
STORIA INTERATTIVA
È sempre la stessa storia ormai da vent'anni. Ogni primavera ci cantano la stessa ninna nanna, ci illudono che è per il nostro bene e noi cadiamo uno dopo l'altro come mosche. È una mattanza, ma non possiamo farci niente.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Presidente Snow, Sorpresa, Tributi di Fanfiction Interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Lawrence Timberwole, distretto 1

Gli Hunger games: uno spettacolo di morte, sangue e budella. A meno che tu non vinca, in quel caso significano solo soldi, bella casa, soldi, fama, soldi, onore, soldi e tanta, tanta, tantissima figa.
Un brivido mi sale lungo la spina dorsale. Mi volto istintivamente verso le colonne delle ragazze dove intravedo Garnet, la mia fidanzata, guardarmi malissimo. A volte temo seriamente che sia in grado di leggermi nel pensiero. Forse è normale se ci si conosce da così tanto tempo.
Mimo un bacio con le labbra nel tentativo di farla sorridere ma lei si volta verso il palco con aria infastidita se non addirittura disgustata. Credo sia ancora arrabbiata con me. Posso comprenderla, ma deve capire che questa è la mia via. No, non la mia via, ma quella della mia famiglia.
Guardo James posizionato in maniera composta sopra al palco che aspetta che quella svampita dell'accompagnatrice finisca di truccarsi da dietro le quinte. E' così simile a me: biondo e con gli occhi azzurro chiaro. Si, insomma siamo dei gran fusti.
Mi lancia un occhiolino e un sorriso che ricambio alzando il pollice. Lui ha già percorso quella strada che mio padre ha tanto voluto che noi seguissimo ed è tornato vincitore, portando con sé fama e gloria per sé e per la famiglia.
Non me ne frega molto dell'opinione dei miei, ma non voglio deludere James. Voglio essere alla sua altezza, voglio che gridi con orgoglio “quello è il mio fratellino”.
Devo vincere, devo assolutamente vincere.
Mentre sono assorto dai miei pensieri sento una mano posarsi sulla mia spalla. Mi giro: è il mio miglior amico Micheal con il suo faccione preoccupato. Mi tocca alzare leggermente la testa: è perfino più alto di me.
“Che c'è?” Gli domando, facendo finta di non capire cosa lo tormenti.
“ Sei sicuro?”. Mi fissa con lo sguardo più serio possibile. Micheal è un bravo ragazzo ma a volte è un po' troppo pessimista. Insomma, sembra che io debba morire da un momento all' altro. Accenno vigorosamente un sì con la testa.
Micheal sospira in maniera teatrale. “Perchè devi per forza fare sempre il coglione?”.
“Non sono mai stato più serio di così” rispondo un po' scocciato.
“Secondo me, non hai idea a cosa stai andando incontro”
“Smettila Micheal, lo so benissimo invece! Mio fratello è stato là dentro ricordi? Non ho scelta!”. Questa volta mi ha fatto arrabbiare sul serio. Sono un Timberwole, un vincitore, un guerriero. La mia vita ha ruotato intorno a questo momento fin dal mio primo vagito.
“Sei un incoerente” insiste lui “Dici sempre che non ti importa nulla di tuo padre, eppure stai andando al macello per lui lo stesso”. Non può capire. La famiglia di Micheal non ha mai preteso nulla da lui. Era contenta se lo era anche lui e basta.
“Bel modo per mostrarmi la tua fiducia” ribatto cercando di virare il discorso rispetto la brutta piega che stava prendendo. Micheal rimane in silenzio. Ha finalmente capito che non è il caso di insistere. Sa che non cambierò idea.
“Garnet non l' ha presa bene vero?”. Vorrei rispondergli che in realtà l' ha presa meglio di quanto mi aspettassi: mi ha soltanto urlato addosso senza tentare di castrarmi. Insomma, poteva andare molto peggio.
Non faccio in tempo ad aprire bocca che l'accompagnatrice, Candy Pink (assegnata al nostro distretto da un paio di anni) si presenta con un gran sorriso facendo il solito e palloso discorso di presentazione. Non seguo neanche mezza parola: sono troppo distratto dal suo abito ampio e brillante assemblato con delle... caramelle? Trattengo a stento una risata di scherno. Benedetti siano gli abitanti di Capitol e le loro stravaganze!
“ Adesso, come tradizione, pesco il nome dei tributi incominciando dalla signorine. La fortunata è.....”. Non penso neanche per mezzo secondo che tocchi a Garnet. Sicuramente qualche mestruata con manie di grandezze si farà avanti. Adesso che ci penso anch'io sarò volontario... mi sorge spontaneo domandarmi come starei con una gonna.
“ Jade Miller”. Una sedicenne sorride imbarazzata guardandosi intorno freneticamente aspettando una sostituta che non tarda ad arrivare.
“Mi offro volontaria come tributo”. Come volevasi dimostrare. Dicevamo sulle mestruate? La ragazza che ha parlato è Emma Stone, una ragazza dalla carnagione color cioccolato che con grazia raggiunge il palco. Non mi sta propriamente antipatica ,non la conosco bene, ma a parer mio è una che se la tira: frequenta solo gente adulta, è una ballerina professionista molto acclamata, è inoltre educata e di classe. Una scopa nel culo insomma.
“Ora tocca ai ragazzi... il fortunato è...”
“Mi offro volontario!” Esordisco impedendo a Candy di leggere il nome del ragazzo. C' è rimasta male e si vede. Un po' mi dispiace ma non ce la facevo più ad aspettare.
“E' bello vedere così tanto entusiasmo anche quest'anno, qui al distretto uno. Vieni pure sul palco.” La raggiungo velocemente facendo gli scalini a due a due. James ha un sorriso che gli arriva fino alle orecchie. Credo che abbia una voglia immensa di abbracciarmi. Mi devo trattenere anch'io però: faremo i finocchi più tardi.
“Che emozione! Questi Hunger games iniziano benissimo! Lawrence Timberwole, fratello di James Timberwole, vincitore dei 14° Hunger games ed Emma Stone, figlia adottiva della vincitrice dei sesti. Mi ricordo benissimo di voi due. Sono veramente commossa”. Mi ero dimenticato questo particolare, dannazione. Emma ha il mio stesso vantaggio.
La mia compagna di giochi fa un inchino elegante rivolto verso il pubblico e le telecamere. Inizia già a leccare i culi.
Un grande applauso parte dalla piazza in onore di me ed Emma. Stringo la mano alla mia avversaria che mi sorride gentilmente.

Ok, va bene, forse non sei proprio una strega. Ho detto forse!

 

Riley Devries, distretto 2

Ispiro e respiro con calma. Cerco di mantenere il battito del mio cuore calmo, come al solito. La mietitura avviene ogni anno e la probabilità di essere pescata è molto bassa. E' il penultimo anno che mi presto a un evento del genere. Dovrò in seguito preoccuparmi solo per l'anno seguente, l'ultimo di Celyn, e poi potrò concentrarmi sul mio futuro. Fra due anni avrò chiuso per sempre con questa storia. Non mi sposerò, non avrò mai figli. Nessuno mi abbandonerò o spezzerà di nuovo quel che rimane del mio cuore. Vedo già la mia futura vita: sola di fronte a un caminetto caldo a leggere qualche libro di fisica con della musica melodica di sottofondo, senza bugiardi, falsi o ficcanaso fra le scatole. Compirò 18 anni prima o poi....
L'ochetta di Capitol si presenta davanti a noi con un vestitino dorato svolazzante e una parrucca bionda altrettanto assurda. Ha dei tacchi vertiginosi davvero poco pratici. Per un momento mi chiedo se indossa scarpe così tutti giorni. Il suo baricentro sarà completamente spostato, i suoi muscoli lombari ne soffriranno parecchio. Scuoto la testa, non sono fatti miei. Che gli idioti con le loro mode si ammazzino come preferiscono. Ascolto il discorso superficialmente, tanto lo conosco a memoria. L'accompagnatrice recita a fatica, in maniera pessima. Sono certa che riuscirei a fare un lavoro migliore al posto suo.
“E come sempre iniziamo dalle signore”. Vedo la ragazza di fronte a me incrociare le dite dietro alla schiena. Che cosa assurda, come se servisse a qualcosa. Solo una mente inferiore può credere alle superstizioni.
“Riley Devries”. Per un singolo e minimo istante sento la terra sotto di me crollare. Probabilità basse ma pur sempre esistenti.
Mi incammino con espressione seria cercando di non far trasparire la benché minima emozione. Ignoro completamente il ragazzo della colonna degli uomini che fa un commento volgare verso il mio seno. Decido che non merita neppure uno dei miei sguardi fulminanti. Quando tornerò qui sarò talmente ricca che potrò pagare chiunque per riempire di botte gente del genere. Lo farei io stessa, ma non voglio essere contaminata da gente di merda di questo calibro.
Vedo da lontano Celyn che mi guarda preoccupata. Ammetto di essere offesa dalla sua scarsa fiducia nei miei confronti, ma la perdono: Celyn è l'unica cosa pura a questo mondo, l'unica cosa salvabile fra questo branco di miserabili. So che durante le interviste fatte ai distretti mi elogerà con la sua infinita dolcezza attirando su di me gli sponsors. Si renderà utile anche da un punto di vista pratico.
Spero solo che durante la visita della partenza non si comporti in modo strano. Non abbiamo mai vissuto una situazione del genere, non so come potrebbe reagire. Il non sapere mi genera malessere.
“ Il tributo maschile che accompagnerà Riley sarà.... Marius Flint”.
Un timidissimo ragazzino che avrà al massimo quattordici anni impallidisce talmente tanto da diventare più bianco di me. L'osservo meglio: ha il gesso sulla gamba sinistra, pessimo momento per rompersi qualcosa. Probabilità di sopravvivenza= 0%.
“Mi offro volontario come tributo” Un energumeno dalla pelle scura si avvicina sul palco, senza aspettare la replica dalla nostra accompagnatrice. Me lo ricordo: abbiamo, ovviamente, un divario di forza fisica ma abbiamo gli stessi gusti in fatto di armi. Il che significa che dovrò correre più veloce di lui per prenderle.
Tremo dall' eccitazione, io e Achille siamo stati quasi sempre alla pari durante gli allenamenti all' accademia, finalmente avrò l'occasione di dimostrare quanto gli sono superiore.
Mi rendo conto che essere stata scelta non è poi una cosa così negativa. Sconfiggerò un mio rivale, farò capire a tutti quanto sono forte, sarò ammirata e invidiata per intelligenza e bellezza e soprattutto lascerò un ricordo indelebile in ogni abitante di Panem. Dovrò solo sopportare un po' di fame e la compagnia di qualche imbecille.
Vincerò e tutti mi ameranno.

 

Harriet Dates, distretto 3

Saltello da un piede all'altro spostando il mio peso di volta in volta. Devo andare in bagno ma i pacificatori non mi permettono di muovermi. Non ci posso fare nulla: sono agitata e la vescica mi tradisce sempre in queste occasioni. Sento alcune ragazze più grandi ridere per la mia strana danza ma poco mi importa. Anzi, forse è anche meglio, le distraggo da un giorno così infausto. Anche Kate sta ridendo, ma a lei rispondo con una linguaccia che la diverte ancora di più. E' graziosa nel suo abito viola scuro senza scollatura. Forse avrei dovuto vestirmi bene anch'io, all'orfanotrofio ci offrono dei belli abiti per questa occasione, ma mi trovavo meglio nella mia salopette verde a quadri con... una macchia? L'annuso: sono le zucchine trifolate di ieri sera. Pazienza, figuriamoci se qualcuno ci darà così tanta importanza. Almeno l' abito si abbina a uno dei miei occhi. A questo punto sarebbe stato meglio se mi fossi macchiata di vernice azzurra per fare giustizia fra i due occhi.
Eterocromia. Colpisce solo l'1% della popolazione è ovviamente sono capitati a me. I numeri non giocano mai a mio favore, spero di non essere sorteggiata.
Osservo l'ambiente intorno a me con aria curiosa. Il nostro distretto ci insegna che ogni occasione può essere fonte di apprendimento: abbiamo la fortuna di essere nati con un cervello funzionante e dobbiamo usarlo. Ad esempio: il numero di pacificatori è diminuito rispetto l'anno scorso. Forse il timore di una nuova ribellione sta finalmente scemando a Capitol, oppure hanno introdotto qualche tecnologia che ci attacchi in caso di tumulto... No, troppo fantascientifico. Forse i pacificatori servono semplicemente altrove. Che sia successo qualcosa da qualche parte? O forse deve accadere?
Mentre la mia mente vaga altrove, l'accompagnatrice nuova di quest'anno (mannaggia non ho sentito il nome! Si chiama Ginny? Gilly? Milly?) ha finito il discorso introduttivo. Fantastico, me lo sono perso. Dico sul serio, sono felice di non aver ascoltato una sola parola.
“Il tributo femminile del distretto 3 è....” mi fermo immobile aspettando il fatidico momento “Kate DiMaggio”.

Porca troia.

Mi mordo il labbro a sangue cercando di ragionare il più velocemente possibile. Kate non ce la può fare, è una brava ragazza, non farebbe del male a nessuno. Non sa mentire, non sa ingannare, non è forte. Morirebbe alla prima occasione. Non può andare, non può, non può, non può!
“Mi offro volontaria” squittisco spostando l'attenzione su di me. Sento la folla che mi guarda a bocca aperta. Per il nervoso ho parlato velocemente e forse non mi hanno capito.
“Mi offro volontaria come tributo” ripeto schiarendomi la voce. Questa deve essere l'idea più stupida che io abbia mai partorito, ma non potevo abbandonare la mia unica vera amica.
So che può essere un vero e proprio suicidio, ma non posso stare ferma, impassibile mentre la mia amica viene condannata a morte. Io almeno sono intelligente e la mia parlantina spesso confonde gli avversari. Come se non bastasse sono anche agile. Potrei anche farcela se gioco bene le mie carte. Devo solo aprire il cervello e stare attenta ad ogni minimo dettaglio, non mi deve sfuggire niente, neppure quello che mi sembra futile sul momento. Non posso farmi distrarre dall'agitazione. Devo essere concentrata come non lo sono mai stata.
Mi osservo le mani: stanno tremando.
Mi avvicino al palco mentre Kate mi guarda ancora incredula, con la bocca spalancata.
Adesso si che tutti noteranno la macchia sull'abito.
“Come ti chiami tesoro?”
“ Mi chiamo Harriet Dates, Ginny”
“Veramente mi chiamo Billie” mi corregge lei. Sento la folla ridacchiare e riprendersi dalla tristezza. Meno male, non li reggevo più quelli sguardi di commiserazione. Mi piacciono le risate degli altri, mi fanno sentire bene. La risata è una medicina potente: cancella la tristezza e la paura, allevia la sofferenza e il dolore.
“ Sei emozionata?” mi chiede. Il modello di microfono è po' datato. Che vergogna, il distretto dell'elettricità e della tecnologia con un gelato del genere. Quelli nuovi erano tutti rotti?
“Alquanto, me la sto facendo sotto. Letteralmente”. L'intero distretto sta ridendo, perfino Kate, che ha finalmente smesso di piangere. “Non ti senti a disagio a girare con un microfono così vecchio Billie?” Le domando a bruciapelo. “Quelli giravano quando ero piccolo io” grida un signore di mezza età dal pubblico in mio sostegno.
“Noi del 3, costruiamo cose molto più belle di quelle!” ne grida un altro pochi posti più in là.
L'accompagnatrice arrossisce e si scusa per l'inconveniente dell'ultimo minuto che l'ha spinta ad utilizzare quell'aggeggio primitivo. Mia cara Billie, non so se ci sarò l' anno prossimo ma sono sicura che tu non ci sarai più come accompagnatrice. In ogni caso più tardi ci daremo l' addio.
La donna si avvicina alla boccia di vetro per pescare il nome del tributo maschile.
“Thomas Biggs”. Un ragazzino dalla pelle olivastra sale esce dalla propria colonna e, preso dal panico, cerca di fuggire fuori dalla piazza. Un chiacchiericcio si diffonde, mentre un paio di pacificatori prendono il povero Thomas e lo trascinano di peso sul palco.
“Questo è piuttosto imbarazzante” commenta Billie mentre il ragazzino vomita in un angolo. Lo faranno fuori il primo giorno. Scuoto la testa provando compassione per quel piccolo essere. Gli stringo la mano come vuole tradizione. Sta ancora tremando.

 

Killian Connors, distretto 12

Sbadiglio rumorosamente, mettendo la mano davanti alla bocca. Non ho chiuso occhio stanotte, così come quasi tutti qui al distretto. Per fortuna c' era Dylan; neppure lui è riuscito a dormire, troppo preoccupato per me. Ha fatto di tutto per distrarmi, mi ha offerto perfino delle fragole che avevamo raccolto qualche ora prima al bosco e che dovevamo vendere oggi all'erborista: “Fanculo ai soldi, si vive una volta sola” ha detto.
Mi sistemo una ciocca scura dietro all' orecchio, ormai sono lunghi, dovrei tagliarli.
“Non hai dormito stanotte?” mi chiede Jack.
“Ma non mi dire!!! Come ci sei arrivato , eh Jack? Ti prego illuminami”. Mi rendo conto che ho esagerato con il sarcasmo. “Mi dispiace, è che non ce la faccio più a stare qui, anno dopo anno”. Mi dà una pacca comprensiva sulla spalla.
“Fa niente, sono abituato. Piuttosto ho una buona notizia”. Lo guardo in maniera interrogativa, cercando di capire cosa nasconda il suo sorriso enigmatico.
“Ho parlato con mia sorella ieri sera... e sono quasi sicuro che anche lei è interessata a te”. Ci metto quindici secondi buoni prima di accorgermi che sto sorridendo come un idiota. Senza pensarci abbraccio Jack, aggrappandomi come una scimmia.
“Dateci un taglio, finocchi” un pacificatore mi strattona via dal mio amico bruscamente. Serro la mano in un pugno pronto a colpirlo, ma Jack mi ferma in tempo. “Sarà difficile per te dichiararti se passi la notte in gattabuia o frustato al palo. Datti una calmata Connors”. Mi graffio il dorso della mano sperando che tramite il dolore fisico la rabbia diminuisca. Odio i pacificatori, non li sopporto.
Vedo sbucare sul palco l' accompagnatore del nostro distretto: Cosmo Clint. Indossa un completo da uomo bianco, con una cravatta azzurra che ricorda tanto gli occhi della gente del villaggio. Ha i capelli neri completamente ingellati con la riga da una parte. E' un uomo schietto, presuntuoso, viziato ed egocentrico. Ma questi non sono niente: il difetto peggiore è che ci fa anche da mentore.
Il nostro distretto, così come pochi altri (il quinto, il sesto e il nono, credo), non ha mai avuto un vincitore e dunque come mentore dobbiamo avere un capitolino. Ovviamente a noi dovevano rifilare quello più viscido. Neppure si impegna a salvare i nostri all' arena.
Erica Bix, 3 anni fa, fu ferita da un favorito. Si salvò, ma ebbe un' infezione. Cosmo non fece nulla per farle arrivare dei medicinali.
Keith Jones, 2 anni fa, morì di sete nonostante avesse catturato la simpatia di qualche capitolino durante l' intervista dove fece schiattare l' intero pubblico dalle risate.
Aloe Green, l'anno scorso, catturata e uccisa dai favoriti dopo giorni di torture gratuite. Avrebbe potuto salvarsi se avesse ricevuto un'arma.
Potrei continuare fino alla prima edizione. Nessun tributo delle nostre parti vincerà finché Cosmo sarà qui. Parte il filmato e il discorso di Cosmo. Solo una diva come lui avrebbe potuto convincere gli strateghi a far di lui mentore ed accompagnatore contemporaneamente.
“È ora di pescare i tributi! Iniziamo dalle donzelle, ovviamente”. La sua mano viscida entra nell' ampolla, estraendo un fogliettino. “Green Rose”. Un brusio si leva dall'intera piazza e si sente una donna urlare da dietro. Sputo per terra disgustato e vedo con la coda dell' occhio Jack soffocare il proprio dolore mordendosi il labbro.
Non è giusto, la famiglia Green ha già dato. L'anno scorso Capitol si era presa una delle due gemelline... perché anche lei adesso? Vorrei urlare perché so la risposta: fare spettacolo. Quei bastardi amano queste cose.
Rose si avvicina al palco lentamente guardando con gli occhi lucidi la sua famiglia. Ha solo tredicenni anni e sta andando al patibolo. Magra e piccola com' è, sembra addirittura più giovane.
Cosmo non chiede neanche se ci sono volontari: non esistono al distretto 12.
“Ora è il turno dei signori.... Killian Connors”. Mi metto a ridere istericamente. Non sta accadendo veramente a me. È solamente un altro dei miei incubi notturni. A breve Dylan mi butterà a calci giù dal letto dicendo che sono in ritardo per la scuola. Sento una voce famigliare chiamarmi, ma faccio fatica ad associarla ad un nome
“Connors!!!” Jack mi scuote violentemente e mi spinge verso il palco notando come i pacificatori si erano già mossi nella mia direzione. Mi do uno schiaffo per riprendermi e mi incammino verso il palco con il passo più sicuro che possiedo.
Sono nei giochi adesso, devo dimostrarmi un avversario temibile. La scena di poco fa può essere ignorata dai mie avversari, la sorpresa è normale. Guardo Jane, che ha gli occhi carichi di lacrime. Occhi grigi, da giacimento, come i miei.
Sto vivendo troppe emozioni contrastanti in una sola giornata. Non so se reggerò.
Stringo la gracile mano di Rose in segno di lealtà e sportività. Mi dispiace piccola. Anch'io trattengo a stento le lacrime, ma siamo stati scelti e non saranno i nostri capricci a riportarci a casa; lo capisci? Dobbiamo combattere per tornare a casa dalle nostre famiglie; sarà necessario trasformarci in guerrieri privi di scrupoli, pronti ad uccidere senza pensarci due volte, ed andremo avanti anche se sporchi di sangue.
Mi rendo conto che sia io che lei siamo già morti, anche se uno di noi due tornasse a casa.

Non saremo mai più gli stessi.

 

 

 

 

 

 

Vi sarete accorti che ho pubblicato in anticipo. Il fatto è che le vostre schede mi sono arrivate prestissimo e ne ho approfittato. Ci sono altri tributi liberi (il 3, anche se non è preso da nessuno, non è più prenotabile).

In particolare sono liberi:

  • femmina del 4

  • femmina del 6

  • maschio del 9

  • entrambi dell' 11

In tutto sono 5. Invito inoltre So I could be lovely di inviarmi la sua scheda.

Chi ha già prenotato ne può prendere un altro (tranne tu Yoyo, un signorino dei tuoi alla volta per favore XD).

 

Le solite chicche:

1) Garnet è il granato, una pietra associata alla forza di volontà, la fiducia in se stessi e alla voglia di vivere. Lawrence, insomma. Il nome rispetta inoltre la tradizione del primo distretto di dare nomi legati ad oggetti di lusso.
2) Non so se è voluto dall' autrice o è casuale, ma Lawrence vuole dire “colui che è cinto d'alloro”. Fin dal suo concepimento il padre lo spingeva per farsi volontario in pratica.
3) Spero di aver non offeso nessuno con il linguaggio di Lawrence, gli piace far ridere, neppure lui vuole offendere. Il pacificatore invece voleva offendere.
4) il nome Cosmo è legato al concetto di eleganza, anche se non in maniera diretta.
5) Aloe vuol dire "dolore" nel linguaggio dei fiori. Erica è la solitudine.

Spero di aver rispettato i vostri personaggi.

Alla prossima!

  
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