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Autore: Snuffles    07/01/2016    3 recensioni
Hermione è al quarto anno.
Hermione è stanca, Hermione è provata.
Hermione si sente fuori luogo, si sente inutile.
E c'é un solo modo per diventare perfetta, c'è un solo modo per far sì che Ronald, finalmente, la guardi.
Dimagrire.
E si sa, per Hermione c'è un solo modo per dimagrire.
Dare ascolto a quella vocina, che la trascinerà in un baratro da cui è difficile scappare.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Hermione Granger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Hermione pensava, Hermione guardava.

Guardava le altre ragazze: magre, ben messe, curve al posto giusto, corteggiate dai ragazzi e fidanzate.

Chi era lei in confronto a loro? Chi era lei in confronto alla magrezza di Lavanda, in confronto ai capelli di fuoco di Ginny?

Questo si chiedeva, ogni giorno.

Si sentiva grassa e brutta. Uno mostro in confronto alle farfalle che erano le altre ragazze.

Ogni volta, ogni volta che si guardava allo specchio, quella vocina, che aveva la voce di Malfoy, la perseguitava.

"Sei solo un schifo Hermione. chi mai ti vorrebbe? Non vedi la cellulite sulle cosce? Non vedi il sedere che straborda dalla sedia? Non vedi la pancia, gonfia come un pallone? Non vedi nulla di questo? Devi essere più magra!"

Finché un giorno, dopo aver visto Ronald fare gli occhi dolci a Fleur, si arrese e le diede ragione.

"Sono brutta. Ho la cellulite, i fianchi sono enormi, ho le gambe piene di grasso, la pancia è solo ciccia. Non muscoli, come quella di chi fa sport. Solo carne, e grasso. Tanto grasso, dovunque"

E se ne andò.

Non la videro nè a cena, nè a colazione.

"Scusate" disse a Harry e Ron il giorno dopo, davanti all'aula di Pozioni "ieri non ho potuto mangiare perché avevo dimenticato di fare un tema di Trasfigurazione. Mi ha tenuto impegnata fino a notte fonda e ho dimenticato di puntare la sveglia questa mattina...di conseguenza non ho potuto fare colazione" concluse sorridendo imbarazzata.

"Non ti preoccupare" disse Harry frugando nella borsa "ho tenuto da parte due panini, se hai fame li puoi prendere!" disse porgendole due sandwiches con insalata e maionese.

Il sorriso della ragazza si congelò sul suo viso.

Maionese.

Grassi.

Cellulite.

La vocina era pronta a colpire, rimproverandola.

"E' stato molto gentile da parte tua Harry, ma non ho molta fame!" balbettò la ragazza, e corse a prendere posto in prima fila.

Hermione adorava la maionese. Rinunciarle le era dispiaciuto assai. "Tranquilla piccola Hermione" le disse la vocina, dolcemente "E' solo questione di tempo. Due settimane, un mesetto al massimo, vedrai! Giusto il tempo di perdere quei chiletti di troppo sulle cosce e nella pancia!"

Passò una settimana, ne passarono due.

Hermione aveva cominciato a saltare la colazione.

Passarono tre settimane, poi quattro.

Hermione aveva cominciato a scappare in bagno dopo la cena e il pranzo, per vomitare quel poco che mangiava.

Arrivò aprile e arrivò maggio.

La vocina continuava a tormentare la ragazza, che cominciò a fare jogging intorno al Lago Nero assieme ad altre compagne per mantenere forma fisica, per eliminare le calorie che non riusciva a vomitare.

Passò la primavera e la scuola finì.

Hermione era ormai rinchiusa in un circolo vizioso che si era creata. Mangiare, vomitare, sudare.

Si adattò a mangiare un po' di più, durante le vacanze. Non poteva scappare in bagno dopo ogni pasto, la sua famiglia avrebbe capito tutto e le avrebbe impedito di dimagrire. Ormai le si vedevano le costole, ma c'era ancora molto da fare.

Passò giugno, passò luglio e ad agosto andò a Grimmauld Place, per stare con Ron, Ginny e gli altri.

Riprese a digiunare, giustificando il suo comportamento con la tensione che aleggiava in quella casa. Quasi nessuno si preoccupò di indagare sui misteriosi comportamenti della ragazza, tranne Ginny.

Lei sospettava qualcosa già da tempo, ed aspettava il momento buono per parlare con l'amica.

Un giorno, dopo colazione, Hermione si era chiusa nel bagno al terzo piano per vomitare, ignara degli sguardi indagatori della piccola Weasley.

Si legò i capelli in una coda disordinata e si inginocchiò davanti al water, pronta a ripetere quel gesto che era ormai diventato automatico, quando una mano si posò sul suo braccio, impedendole di ficcarsi le dita in gola. La riccia si giurò lentamente, spaventata che qualcuno l'avesse scoperta e vide Ginny inginocchiata vicino a lei.

"Aiutami", mormorò la riccia.

La Weasley la strinse a sè.

Ed Hermione scoppiò in lacrime.

Ginny la abbracciò ancora più stretta, lasciando che la riccia piangesse e sfogasse l'odio, la paura e la disperazione che l'avevano afflitta per tutti quei lunghissimi mesi di terrore e tristezza.

Ginny non parlò mai, si limitò a tenerla stretta a lei, accarezzandole i capelli mentre la ascoltava, attenta.

Restarono lì abbracciate, su quel freddo pavimento, per un'eternità.

Quando Hermione finì le sue lacrime, Ginny si alzò in piedi, tendendo la mano a quella figura accasciata davanti al water, che la fissava tremante, gli occhi rossi dal pianto.

"Prometto che ne uscirai" disse Ginny "e che ce la faremo a farti risalire il baratro di orrore in cui hai vagato in questi mesi, scivolando sempre più in basso. Ce la faremo Herm. Insieme".

Hermione afferrò la mano, e si rialzò, stringendo forte l'amica.

"Grazie" mormorò "grazie, grazie, grazie".

Fu difficile. Per Hermione non fu una passeggiata ritornare al suo peso forma. Non fu facile riprendere a mangiare, ma imparò ad ignorare la vocina che la torturava, grazie all'aiuto di Ginny, di Harry e di Ron.

Passò una settimana, Hermione smise di vomitare.

Passarono due settimane, Hermione non saltava più nessun pasto.

Ne passarono tre, e poi quattro. Hermione aveva ripreso ad alimentarsi in maniera corretta e sentiva che l'uscita del baratro era dietro l'angolo.

Festeggiò insieme a Ginny con una tavoletta di cioccolato e, per la prima volta, mandò veramente a quel paese quella vocina che aveva rischiato di rovinarle l'esistenza.

Hermione ce l'aveva fatta.

   
 
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