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Autore: BandBfun    07/01/2016    6 recensioni
Nel giorno del primo anniversario della sua scomparsa, i ricordi di momenti felici e di momenti tristi passati con la mia gatta...
12° posto con 20/40 punti al Contest "The story of my life - La nostra storia" indetto da Elena Frigerio sul forum di EFP
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi è il primo anniversario della morte della mia cara gatta, Buddha.

Ho pensato io a questo nome, perché è sempre stata bella rotondetta, sin da piccina, e perché, nel leccarsi la pancia, tendeva a mettersi in una posizione che ricordava molto una statua di Buddha. La prima volta che l'ho chiamata così, lei era corsa subito verso di me, come se si riconoscesse in quel nome, e quindi da allora l'ho chiamata sempre così.


L'ho trovata io in cortile e sempre io l'ho spinta a entrare in casa, a bere del latte e a mangiare una fetta di prosciutto. Non ho dovuto fare molta fatica. Di li a poco, ho scoperto di aver fatto entrare in casa non un gatto ma una vera locusta! Era sempre in cerca di cibo e aveva sempre fame. Il giorno dopo, mio padre ha trovato le sue 3 sorelle e la loro madre e, in men che non si dica, ci siamo affezionati e le abbiamo accolte in casa.


A dicembre, io e la mia famiglia abbiamo deciso di far sterilizzare lei e le sue sorelle, per evitare loro ogni eventuale problema legato alla gravidanza e per evitare di dover poi dar via i loro cuccioli, ma non la loro madre, perché era selvatica, molto schiva e non c'era modo di avvicinarla. Diciamo che ci è sembrata la soluzione migliore per tutti, per noi e per loro. Abbiamo deciso di farne sterilizzare una alla settimana, cominciando proprio con Buddha. Abbiamo chiamato il veterinario, un amico di famiglia, perché venisse a prenderla e il giorno dopo, di pomeriggio, l'abbiamo messa nella gabbietta in attesa del suo arrivo, perché poi questi la portasse nel suo studio per l'intervento. Si è rivoltata e per poco non sfigura mio padre! Era terrorizzata e non ne ha voluto sapere di entrarci! Mi ha stupito questa reazione da parte sua, perché è sempre stata molto calma e tranquilla. Le altre 3 sorelle, invece, anche se si sono rivoltate, alla fine hanno ceduto, sono entrate nella gabbietta, hanno fatto l'intervento, si sono riprese nel giro di poche ore e adesso stanno bene.


La settimana dopo il tentativo, Buddha ha cominciato a starnutire e a tossire, a mangiare sempre di meno e a passare sempre più tempo a dormire sul sedile del trattore, il suo posto preferito. Preoccupati, mio padre ha chiamato il veterinario e, dopo averla visitata, ha deciso di farle una puntura di antibiotico, perché affetta da bronchite. Mio padre l'ha portata in cucina, perché in garage c'era troppo poco spazio di manovra e poteva, comunque, rivoltarsi e nascondersi ovunque, e l'ha tenuta in braccio. Appena ha sentito la voce del veterinario, ha cominciato ad agitarsi e, qualche istante dopo, quando ha sentito l'ago della puntura, si è fatta la pipì addosso ed è fuggita via come un fulmine, in preda al terrore! Ha lasciato i segni delle unghie sulle piastrelle del pavimento! Vederla così spaventata, mi ha fatto sentire davvero molto in colpa, anche se sapevo che l'antibiotico era necessario per farla stare meglio.


Circa 10 giorni dopo, la mattina presto, mio padre l'ha trovata per terra, accanto alla ruota posteriore del trattore, che ansimava e non riusciva a muoversi. L'ha presa in braccio, l'ha messa dentro la sua cesta e l'ha portata in cucina. Ha chiamato subito il veterinario e ha chiamato mia madre, me e mio fratello. Ci ha detto: “Venite, Buddha sta morendo.”. Non volevo crederci, anche se, in qualche modo, me l'aspettavo, perché non aveva mostrato segni di miglioramento.


Il veterinario è arrivato circa venti minuti dopo, e, non appena ha sentito i battiti del cuore, ci ha detto: “Posso provare ad intervenire ma è quasi certo che potrebbe morire sul tavolo. Potete aspettare che la natura faccia il suo corso oppure optare per la...”. Io ho deciso per l'iniezione letale, sull'istante, così da evitarle ulteriore sofferenza. Mi è sembrata la cosa più giusta da fare in quel momento. Mio fratello e mia madre sono andati via, perché non volevano vedere, mentre io e mio padre siamo rimasti. Mio padre l'accarezzava e le ha detto: “Non preoccuparti, adesso passa tutto e starai meglio.”, mentre io le tenevo la zampina e la guardavo. In pochi istanti, Buddha se n'era andata. E lì per lì, non me ne sono nemmeno reso conto. E' stato qualche minuto dopo, quando l'ho guardata negli occhi, che ho capito che non c'era più. Quegli occhioni una volta verdi, curiosi e vivaci, adesso erano come scomparsi. E' stato il più brutto e triste momento della mia vita. Non saprei cos'altro dire, perché non ho parole per descrivere come mi sono sentito.


Poco dopo, mio padre ed io siamo andati in fondo all'orto e abbiamo scavato una fossa e, avvolta in uno straccio, l'abbiamo sepolta. Le sue 3 sorelle, la sua mamma e i gatti del vicinato, ci hanno seguito e sono stati tutti lì a vedere la sua sepoltura, a testa bassa e con le orecchie basse. E' stato un giorno molto brutto e triste per tutta la famiglia.


Oggi penso che se non avessimo optato per la sterilizzazione, forse, tu saresti ancora qui con noi e con le tue sorelle e, chissà, forse, anche con i tuoi cuccioli, non ti saresti spaventata a morte e, forse, non ti saresti ammalata.


Alle volte, mi sembra che tu sia ancora qui con noi, con i tuoi grandi occhioni verdi, curiosi e vivaci, sempre in cerca di coccole, sempre affettuosa e in cerca di un posto all'ombra d'estate, quando fa caldo, e di un posto vicino al termosifone o alla stufa, quando fa freddo, per poi addormentarti e svegliarti solo per mangiare.


Mi manchi davvero molto, ma non mi pento di aver optato per l'iniezione letale, perché, come detto, non volevo che soffrissi ulteriormente. Spero solo che, ovunque tu sia adesso, tu stia bene. 

   
 
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