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Autore: Light Lynx    08/01/2016    1 recensioni
L'unico modo di resistere alle emozioni in pubblico, era abbandonarsi totalmente a loro in privato. Era in quei momenti che sentiva la voce chiamarla, sentiva tutto l'universo attraverso quella voce. Solo in quei momenti si sentiva libera dalle catene.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Thar la stava accompagnando fino alla stanza del concilio. Un grande ascensore li avrebbe portati alla sala.
Era di nuovo l'alba. Themin appoggiò nuovamente la mano sul vetro guardando la luce irradiare la città una seconda volta.
-Va tutto bene?- le chiese il ragazzo. Il suo tono di voce era timoroso, quasi imbarazzato, sentiva il peso delle sue azioni malevole verso lei. Voleva scusarsi, ma non ne trovava le parole.
-Sì.- rispose senza staccare lo sguardo dalla città -Guarda.- Themin staccò la mano dal vetro e facendo un passo indietro si affiancò a a Thar. Provò a mettersi in punta di piedi per scrutare il paesaggio che scrutava lui. Thar le sorrise: -Dimmi.- disse abbassandosi alla sua altezza. La ragazza indicò un punto più o meno al centro del campo visivo di lui: -Lo vedi?-
Thar aggrottò la fronte: -No. Cosa dovrei vedere?-
Themin sorrise: -Emozioni molto intense spesso rilasciano vibrazioni particolari nella Forza, se impari a distinguerle tutte, anche se sovrapposte, sei in grado di capire cosa provano le persone.-
Thar era affascinato. Guardava la ragazza che puntava col dito verso un'immensa città, ragazza dallo sguardo fisso e luccicante dall'emozione.
-E cosa vedi te?-
-Gioia.- disse lei con tono smorzato da un sorriso -è il quartiere delle scuole. Probabilmente è finita la giornata scolastica, e finalmente possono tornare a casa.-
Una voce robotica li avvertì dell'arrivo entro pochi secondi.
-Come vedi tutte queste cose?-
Themin si voltò guardandolo negli occhi: -Forza.- rispose brevemente.
La voce risuonò avvertendoli dell'arrivo effettivo al piano.
La ragazza uscì dall'ascensore: -Grazie per avermi accompagnata.-
-Nessun problema. Ho parecchie cose da farmi perdonare.- rispose.
I due si scambiarono un sorriso.
Themin si incamminò verso la stanza dove era attesa.
-Hey! Quando torni voglio sapere anche io!- il tono scherzoso di lui fu seguito dalla voce dell'ascensore che avvertiva della chiusura porte.
-Contaci.- disse alzando una mano in segno di assenso, poco prima che le porte si chiudessero.


-Themin Cosmoswars.-
Erano millenni che il concilio non cambiava di aspetto. Sempre un numero indeterminato di sedie, sempre disposte in circolo.
Arindhel la annunciava agli esponenti dei saggi e del consiglio, marcando la disponibilità immediata di lei nel rispondere a ogni domanda che le fosse posta.
Più Themin la gaurdava, più le parole di lei non sembravano che un ronzio nella sua testa. Era stanca, la Forza la aveva prosciugata e ancora non sapeva cosa avrebbero potuto domandarle e quanta lucidità mentale avrebbe avuto per rispondere.
-… con queste parole di stima verso Themin lascio a lei la possibilità di parlare.-
themin respirò profondamente: -Chiedetemi tutto quello che volete, vi risponderò entro i limiti della mia conoscenza.-
Molti consiglieri si sedettero nelle proprie postazioni, altri rimasero in piedi o girarono per la stanza. La ragazza chiese il permesso di sedersi al centro della sala.
Molti di quei volti non li riconosceva, altri le erano più che familiari. Su tutti spiccavano Ondu e Graffias, inseparabili, come sempre. Ondu era appoggiato a un muro con la spalla rivolto verso l'amico a bisbigliare parole per lei mute, mentre l'altro maestro
sembrava ignorarlo e riponeva un libro sullo scaffale.

Nessuno le perlò per almeno una decina di minuti, dove il sonno rischiava di trascinarla nel suo baratro.
-Sentiamo.- le parole a lei rivolte la svegliarono. -Ditemi.-
Un essere di sesso maschile dalla voce profonda le parlò. Aveva già visto quelle creature nei vari libri: un Taros. Creature dotate di folti e spesse volte lunghi peli che richiudono in trecce, muso schiacciato simile a quello di un bovino e lunga corna per entrambi i sessi. Erano di corporatura robusta, sia uomini che donne. Alcune razze erano dotate di coda, altre di orecchie più grandi o ancora di disegni maculati sul pelo. Questo in particolare però mostrava una robusta peluria nera.
Il Taros camminava attorno alla ragazza. La tunica strisciava sulla moquette del pavimento mentre la coda schioccava nell'aria.
-Come sei venuta a sapere della nostra assemblea?- Molti altri dei presenti si fermarono incuriositi dalla risposta.
Rispose tranquilla: -Non l'ho scoperto io direttamente. La mia energia è ancora facilmente percepibile da molti, forse troppi. È stato il mio maestro. A me non era permesso, prima di arrivare qui, di lasciare il piccolo pianeta su cui ci trovavamo. Era lui con un X-Wing di vecchio modello a viaggiare sui pianeti vicini prendendo materiali o informazioni.
Pochi giorni fa rientrò a casa e mi avvertì di questa assemblea di cui era venuto a conoscenza. Non so chi gli diede l'informazione ne dove la ottenne. Ma la vide come la nostra occasione che da tempo sognavamo.-
Molti maestri rimasero stupiti dalla tranquillità di lei.
Il Taros sbuffò. Le pesanti mani si appoggiarono al tavolo scivolando poi alla cintura. La Forza di Themin andava sempre più scemando, nel vedere il gesto senza percepirne le intenzioni si mise in allerta. Le quattro ampie dita avvolsero una borraccia da cui la bestia bevve.
-Acqua delle fonti del mio pianeta. Una delle acque più pure all'universo.-
-Chi è il tuo maestro?- chiese un altra voce a lei sconosciuta. Non vide chi le fece la domanda.
-Mi chiese, prima che partissi, di non rivelare ne il suo nome ne i suoi tratti. La ragione mi è sconosciuta, ma per rispetto al mio Maestro eseguirò l'ordine.-
Molti sussurri iniziarono dopo tale affermazione.
La testa ogni tanto le cadeva in avanti appesantita, ma sembrava che nessuno se ne accorgesse.
Fu Arindhel a domandarle: -Themin, cosa è il tuo potere?-
Molti sguardi si divisero tra lei e il capo del consiglio.
-Non è facile da spiegare con poche parole…- tentennò -Ma posso provare a descriversi i caratteri generali di esso.-
Molti maestri si sedettero aspettando una sua risposta.


-Chiedere a me cosa è il mio potere è come chiedere a chiunque di voi cosa sia il vostro. È la Forza. Né più né meno che la stessa Forza che attraversa voi, me e tutte le cose. È impossibile nascondere che esistano due lati della Forza. Per quanto uno dei due lati possa prevaler sull'altro non estinguerà mai il suo opposto. È il mio caso: il lato “chiaro”, o Ashla se lo si vuole chiamare col suo vero nome, ha soppresso e tentato di eliminare il lato “oscuro”, il Bogan. Eppure esso non scomparve, comparendo in me e continuando a espandersi con il suo gemello nell'universo.-
I presenti iniziarono a sedersi, incantati dalle parole di lei, chi sulle sedie chi per terra attorno a lei.
-Il Bogan non è il contrario dell'Ashla, bensì ne è complementare. Dove l'Ashla trova le sue debolezze il Bogan acquista potere. Ne è un esempio il concetto di emozione: dove l'Ashla tenta di domare le emozioni il Bogan ne diventa schiavo. Questo porta a diversi risultati: il Bogan avrà sempre un padrone, mentre l'Ahsla sarà sempre padrone del suo potere. Ma a sua volta comporta che essendo L'asha già padrone, quindi possessore della somma potenza, avrà sempre un limite al potere raggiungibile; il Bogan avendo un padrone mutevole da raggiungere avrà la possibilità di inseguire fino a limiti sconosciuti la potenza della Forza. Questa assenza di limite comporta molte complicazioni. Tutti voi credo conoscerete il passato del mio ordine.-
I volti crucciati dei presenti dimostravano il contrario. Themin chiuse gli occhi, posizionò le mani sulle ginocchia.
-La regola dei Due. Fu introdotta per preservare l'esistenza dell'ordine stesso. Imponeva la presenza di soli due padroni dei Sith: un allievo e un maestro. Questo portò a secoli di assassinii da parte degli allievi che cercavano di superare i maestri. Nel preservare l'ordine, la regola, lo distrusse.
Quello che molti non comprendono è che non è il buio a tentarci, non è la luce che ci richiama a se perché peccatori. Molti sono passati da un lato all'altro della Forza solo sperando di ottenere un potere temporaneo necessario a superare un determinato ostacolo con la speranza di poter tornare facilmente al proprio lato. Una volta che un lato ti ha accettato serve un forte richiamo dell'altro lato per essere riaccettato. Ciò avviene solo quando effettivamente il Bogan o l'Ashla ritengono che tu sia un loro discepolo. Come nel mio caso: il lato chiaro mi ha accettata in sé ma mai mi si ritorcerà contro per averlo abbandonato. Il lato oscuro invece per anni mi ha bramato e chiamato a sé, la Forza stessa mi consigliava di passare a Lui.-
Molti sguardi stupiti erano rivolti a lei.
-Themin- Arindhel le parlò -la Forza?-
-Quel flusso che scorre in tutte le cose, a cui tutte le cose sono obbedienti nel bene e nel male.-
Comprendeva lo stupore dei presenti. -Sembra che la mia missione sia scritta nel destino.- disse ironizzando.
-Spiegaci allora quali sono i tuoi intenti.-
Themin sorrise. Richiuse gli occhi stanchi e lasciò che la sua voce si dilagasse non solo nella stanza ma anche nei pensieri di tutti.
-Come già detto la regola dei Due sotto determinati punti di vista distrusse l'ordine. Mi sembra dunque doveroso eliminarla e sperare nella crescita di un ordine sano. Non posso sperare che il Bogan non ci spinga ancora una volta alla bramosia di potere, o che tutti riescano a farsi dominare da determinate emozioni mantenendo così il potere stabile. È facile farsi corrompere da determinate emozioni e cedere alla parte più oscura del nostro potere.
Il mio intento primario e ricostruire un ordine che sia al pari del vostro, e che anzi cresca al fianco del vostro.
Per quanto sia rischioso, è possibile ricreare un ordine che non desideri solo guerra e distruzione, ma solo l'accrescere del suo potere fino ad arrivare al fine massimo del Bogan: Il divino.
Se l'Ashla è definito il profeta della Forza il Bogan ne è l'incarnazione.
Entrambi gli ordini sono ben distanti dei loro fini ultimi, questo prospetta una lunga era di pace
-E dopo quell'era?- chiesero interrompendola
-Dopo che entrambi gli ordini avranno raggiunto il potere ultimo le opzioni sono due: o uno sconfiggerà l'altro rientrando in un era di decadenza della Forza come ormai succede dall'inizio di questo mondo, oppure si riavrà un momento zero. Si ricomincerà, ridando vita alla galassia dal nulla.-
-Per quanto riguarda il lato oscuro- riprese -la mia idea è quella di convincere coloro che sono richiamati al Bogan senza esiliarli o ucciderli ma accettarli. L'accettazione è il primo passo verso l'armonia tra i due lati e verso il controllo dei due poteri.
Accettandoli verranno addestrati all'uso del loro potere.
Mentre l'Ashla ha interessi a usare il proprio potere anche per altri, il Bogan è più mirato al potere verso se stessi, non siamo il tipo di persone che vogliono la pace o l'uguaglianza come il vostro ordine ricerca, ma neanche l'armonia nelle singole cose. Non ci interessa che ogni cosa sia in armonia con le adiacenti, ma che l'universo risulti armonioso; se l'universo risulta tale, allora la Forza lo è, e dunque il nostro potere ha la possibilità di crescere.
Solo se l'Ashla e il Bogan sono uniti senza contrasti i due poteri possono accrescersi, ed è il nostro obbiettivo.-
Fece una pausa. Il Taros le porse una borraccia di più piccole dimensioni, la gola secca la spinse a bere, effettivamente era una delle acque più buone dell'universo.
Molte domande le arrivarono subito dopo aver restituito la bevanda, ma solo due riuscirono ad arrivarle per intero: -Come credi di addestrare i tuoi discepoli?- -Se puntate al divino, quale è la divinità al quale vi affidate?-
Themin sovrastò le voci dei Maestri con la propria: -Ci sono molti addestramenti adatti al nostro ordine per evitare che qualcuno di noi ci tradisca: la meditazione per imparare e distinguere e lasciarsi dominare dalle emozioni, lo studio teorico delle nostre possibilità, l'allenamento costante sia fisico che della Forza stessa e viaggiare. Il viaggio ci porterà a conoscere tutto ciò che il Divino deve e dovrà conoscere.
Per quanto riguarda la divinità che veneriamo. Noi non veneriamo assolutamente nulla, siamo noi la nostra divinità.-
Molte altre domande la assalirono. Vide molti soli sorgere e nascondersi dietro l'orizzonte prima che Arindhel avesse pietà di lei e della sua stanchezza e la facesse riaccompagnare nella sua stanza.
Per tutta la durata dell'incontro Graffias e Ondu rimasero zitti in un punto isolato della sala, nascosti dalla moltitudine di persone che lentamente si era andato a formare attorno alla giovane.


Un androide la aiutò a reggersi in piedi mentre la accompagnava alla sua stanza. Solo quando il numero 417 si specchiò sul metallo lucido del suo volto si congedò.
Non era ancora abituata al vedere sorgere così tanti soli; fu infatti un orologio a mostrarle che la fascia di tempo dedicata alla cena era terminata da due ore. Thar era sdraiato nel suo letto con un libro in mano. Appena Themin lo vide gli sorrise. Due
profonde occhiaie segnavano il volto di lei. Camminava strisciando verso il suo letto bramandolo come il tesoro più prezioso al mondo. Thar si alzò nel tentativo di aiutarla a raggiungere il suo tesoro. Troppa stanchezza offuscava la mente e la vista della ragazza per accorgersi dell'uomo che tentava di affiancarsi a lei. Ogni passo le pesava sempre di più, rimbombandole nella testa come uno sparo. La vista le si annebbiò fino ad oscurasi, ogni suono divenne ovattato, ogni sensazione divenne nulla. Thar riuscì a fermare la sua caduta verso il pavimento con un rapido gesto. Appoggiò la ragazza sul suo giaciglio coprendola con una coperta. Sorrise nel vederla accoccolarsi tra le coperte come un cucciolo nella sua tana. La ragazza, ormai profondamente addormentata, abbracciò un cuscino stringendosi ad esso in posizione fetale.

-Riposa piccola.- sussurrò Thar accarezzandole la testa prima di tornare nel suo letto.

   
 
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