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Autore: skinplease    08/01/2016    2 recensioni
Ci sono tanti piccoli e impercettibili attimi, tante piccole cose che non sono accadute, ma che avrebbero dovuto accadere. Racconti di caccia, di demoni e mostri, di amicizie fuori dal comune, di amore oltre ogni immaginazione.
Una raccolta di tutto ciò che avrei voluto vedere in Supernatural.
Genere: Angst, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Lucifero, Sam Winchester
Note: Lemon, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, PWP | Contesto: Più stagioni
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007coppia: Dean/Castiel
rating: arancione
quando? : finale 5th stagione, prima che Dean vada da Lisa. Sam è caduto nella gabbia con Adam, Michele e Lucifero sono imprigionati.

Dean si sollevò appena, cercò disperatamente di togliere la testa dal cuscino, ma fallì miseramente.
Un grugnito uscì a stento dalla sua bocca, sveglio eppure troppo intontito per un movimento qualsiasi, neppure la forza di sollevare le coperte di quel miserabile motel in cui aveva trovato una camera con l'ultima carta di credito falsa che era ancora in suo possesso.
Aprì prima un occhio, poi l'altro maledicendo la luce del giorno così forte da trapassare la sua povera testa. Un bagliore fisso e biancastro che si espandeva attraverso la tenda che la sera prima non aveva tirato e dava una buona idea del riverbero sulla neve del sole del Montana in quel gelido dicembre.
Trovò inspiegabilmente la forza di girarsi supino, e mille aghi lo trafissero in ogni giuntura, facendogli scappare un gemito e inchiodandolo al lenzuolo quasi fosse legato. Si sentiva così pesante...
"Oddio..." riuscì a mormorare con una voce simile a un pigolio "basta sbronze di tequila...".
"Potrebbe essere un'idea" esclamò una voce calma e un po' insolente (eh si, a Dean parve proprio di sentire un pochino d'insolenza) dall'altro lato della stanza.
Dean spalancò gli occhi e balzò seduto, pentendosi immediatamente del gesto inconsulto. Gli scappò un grido di dolore, le gambe addormentate cedettero subito e rovinò sul pavimento annaspando.
"Castiel, porco mondo!" esclamò pigolando "mi farai schiattare!" Dean gemeva e lentamente sentiva riaffluire il sangue alle braccia e alle gambe, con scosse lente e dolorose, ma pur sempre meglio della semi infermità.
"Ci riesci benissimo da solo" alzò le spalle il corpo di Jimmy Novak "anzi, ieri sera ci sei andato quasi vicino".
Dean si sollevò sui gomiti e improvvisamente capì la realtà della situazione, mettendosi improvvisamente alla ricerca del lenzuolo "Castiel, cazzo!" gridò "voltati! non guardarmi, cazzo! no!". Il sorriso di Jimmy Novak si fece ancora più insolente, con l'angelo appoggiato al muro e le mani nascoste nel solito trench color nocciola, "Nascete tutti nudi, che cosa credi?", e Dean ebbe la netta impressione che gli occhi dell'angelo cercassero proprio di sbirciare tra le sue gambe.
"ma viviamo vestiti!" esclamò Dean trovando finalmente un lenzuolo da avvolgersi ai fianchi. S'alzo in piedi rabbrividendo all'idea che Castiel, proprio lui, avesse visto il suo piccolo Winchester al risveglio. E si diede dell'idiota a sentire le risatine provenire alle sue spalle, dimenticandosi ancora una volta di come potesse quell'odioso simil pennuto leggere i suoi pensieri.
"Lo trovi divertente?" ruggì Dean voltandosi a fronteggiarlo.
"non m'interessa" rispose immediatamente serio Castiel "sono qui per altro. Per questioni molto… molto più serie" concluse l’angelo glaciale e senza far trapelare emozioni. Fu il turno del cacciatore di ghignare " che altro? cosa? abbiamo finito, giusto?"
Castiel si immobilizzò mentre Dean assumeva una posa beffarda, che rispecchiava esattamente quello che succedeva dentro di lui; allargò le braccia abbozzando un ipotetico balletto "Lucifero è andato! finito! e con lui quel restava della mia schifosa famiglia!" gridò "c'è altro? cos'altro volete?" sputò il suo odio addosso all'angelo, fermandosi di colpo a fissare il suo corpo allo specchio. Una cicatrice rossa e violenta gli percorreva la guancia, dove Lucifero l'aveva percosso... dove Sam, l'aveva percosso. Un livido viola e nero si stagliava sopra le costole superiori del fianco destro, le braccia erano tagliate e tumefatte, mentre la mano di Castiel impressa a fuoco e per sempre su di lui emergeva rossa sulla spalla. Ecco cosa sono, pensò Dean, un povero pupazzo, con tanto di cuciture. Abbassò il suo sguardo fino a terra scuotendo il capo, con un filo di voce "non c'è altro che possiate prendermi" fece una pausa, mentre il suo cuore perdeva un battito "nemmeno tu" mormorò alla fine. Castiel trasalì, rendendosi improvvisamente conto delle parole del cacciatore. Dean serrò le labbra per chiudere immediatamente la porta che aveva appena aperto verso il suo animo, poi fissò Castiel dicendo " quindi... adesso vattente" poi si volse per dargli le spalle e tornare a letto, a smaltire quella che aveva deciso essere solo la prima di una lunga serie di sbronze, nella speranza di morire.
Scusami Sam, ma nessuna promessa vale l'averti perduto; niente e nessuno come te, come mio fratello. Niente e nessuno potrà togliermi dalla testa l'immagine di mio fratello che precipita nel vuoto eterno.
Scusami, ma non mi rifarò nessuna vita; perché non c'è nessuna vita da rifare.

Castiel fissò la nuca del cacciatore, leggendo i pensieri che lo attraversavano. Presero a tremargli le mani, mentre guardava Dean fissare fuori dalla finestra. Il corpo di Dean, del suo Dean, rovinato dai lividi e dalle ferite. In quell'istante desiderò solamente poter scendere nella gabbia e restituire a Lucifero quello che aveva fatto; poco avrebbe importato se avesse ancora avuto le fattezze di Sam.
Per qualche minuto nessuno dei due parlò; era già difficile così, senza potersi toccare, senza potersi parlare liberamente, senza potersi succhiare l'anima a vicenda. Il ricordo di quello che avevano vissuto assieme, vivido e provocante anche se doloroso, era troppo intenso. Anche quello doveva essere tolto? Anche quello doveva sparire? Castiel pensò che era abbastanza.
Dean fece solo un passo verso il letto prima che una mano decisa gli passasse sotto il gomito destro e si posasse sul livido. Trasalì e fece per tirare una gomitata, ma Castiel lo strinse a se, lo abbracciò furiosamente. Dean si sciolse all'istante.
"Castiel..." mormorò mentre senza alcuna convinzione provava a negare; aveva le braccia di gelatina, mentre l'angelo sapeva esattamente cosa fare.
"avevamo detto di smetterla... " riuscì a mormorare mentre cercava di voltarsi per trovare il viso del compagno, ma la mano sinistra di Jimmy Novak stracciò il lenzuolo e prese subito possesso di lui. Dean buttò il capo all'indietro fino a trovare la spalla di Castiel.
"dici tante stronzate..." mormorò Castiel prima di leccargli l'orecchio.
Dean finalmente si volse e posò le labbra su quelle del compagno, un fuoco che lo pervadeva da cima a fondo, la voglia di sentire ancora quel delizioso e doloroso bruciore dentro di se, tra le natiche. Si staccò un secondo, e la sua immagine allo specchio lo fermò; immobile fissò Castiel che passava delicatamente le mani sulle ferite, sulle cicatrici, che lo accarezzava, mentre con la bocca seguiva il profilo del mento; si era tolto il trench, e la camicia bianca e logora aderiva a quello che per Dean era la cosa più bella della terra. Scosse il capo, e si costrinse a prendere tra le mani la testa di Castiel, interrompendolo mentre percorreva in modo delizioso la sua scapola destra. "Cass, ascoltami.." disse sottovoce, posando la fronte su quella dell'angelo, che per un istante interruppe il dolce tocco. "Cass!!!... ti cacciano se lo rifacciamo".
Castiel alzò un sopracciglio e sorrise, e si allontanò dal cacciatore, che provò un immenso vuoto. Poi sempre tacendo prese a togliersi la camicia, e far scivolare a terra il resto dei vestiti che lo coprivano. "viviamo vestiti, eh'" schernì Winchester, mentre si voltava a fissarlo "ma chissà perché ci desideriamo tutti nudi" sussurrò quasi con cattiveria.
Dean l'aveva già visto quello sguardo; Castiel, il suo Castiel. Diventava improvvisamente feroce, incapace di trattenersi, e rivedeva in lui qualcosa dei suoi fratelli; quell'ira nascosta, quella furia cieca e sovrumana, che per Dean rappresentava la rabbia del Creatore. Fissando quegli occhi infuocati, crollò in ginocchio, era sconquassato dal più grande tumulto interiore della sua vita; quel folle angelo, che a suo parere era tutto fuorchè angelico, che sapeva essere spietato esecutore o imbranatissimo adolescente, lo stava trascinando nella spirale di sesso e follia più complessa della sua vita, che comunque non era ordinaria. Castiel si avvicinò al compagno, che posò su di lui la fronte, le labbra pericolosamente vicine all'intimo desiderio di Dean. Gli afferrò i capelli costringendolo ad alzare lo sguardo. Dean gemette, e fissò gli occhi furenti, prima di sorridere amaramente. Si buttò sul letto trascinando l'angelo con se; chissà perché i lividi non gli facevano male.


Mezz'ora dopo stavano riprendendo fiato, sudati e appagati, Castiel sopra di lui che gli ansimava sulla spalla dove perenne avrebbe sempre aleggiato l'impronta della sua mano. Dean sotto di lui gli carezzò appena la nuca, depositando un bacio lievissimo sulla sua scapola, cercando di far durare quel momento quasi perfetto dopo l'orgasmo di entrambi ancora un po'.
Dean però sapeva che niente, soprattutto se riguardava lui, era perfetto. Sospirò e si spostò da sotto il compagno, sentendosi immediatamente più solo.
La familiare sensazione di umido tra le gambe era deliziosa, un senso di appagamento e di pace che da quando suo fratello non c’era più era difficile provare; anzi impossibile. Se prima si sentiva arrabbiato e cattivo, ora però sapeva solo definirsi ferito, disperato. la consapevolezza di ciò che aveva appena fatto Castiel era così lampante che non riuscì a trattenersi.
Castiel lesse ancora una volta la sua maledetta testa, si sollevò e posò i piedi sul pavimento, restando seduto sul letto. Dean, disteso e sudato, gli guardò la nuca, sorridendo appena.
“Cass…” disse con voce strozzata “guardami…”.
L’angelo non accennò a voltarsi. Dean alzò appena una mano per sfiorare con il dorso delle dita la scapola destra del compagno. Un brivido scosse Castiel, e Dean ripetè ancora “Cass… voltati e guardami”.
Finalmente Castiel volse la schiena, il volto che cercava di recuperare la sua consueta impassibilità senza riuscirci; socchiuse appena le palpebre e pose una mano oltre il petto del compagno. Non riusciva a guardarlo negli occhi per oltre due secondi, e Dean scosse la testa con gli occhi lucidi.
“Non devi dirmi niente di importante, vero?” sussurrò accarezzando i capelli dell’angelo, quelli appena dietro le orecchie, il punto che gli piaceva di più. Questi fece per aprire bocca, ma un dito del Cacciatore si posò sulle sue labbra “Ssstt… non dire nulla, ti prego Cass…” disse Dean scuotendo il capo. Dopo un secondo si sollevò sui gomiti, si sporse e posò le sue labbra su quelle del compagno, per affondare dentro quella bocca che aveva imparato ad amare, per assaporare la sua lingua, il suo sapore metallico come di sangue. Castiel lo ricambiò, lasciando che l’elettricità tra loro scorresse come su un filo scoperto.
Dean si staccò appena per sussurrare “tu volevi solo fermarmi, vero? Volevi solo… impedire che io continuassi ad autodistruggermi!”
Castiel non negò, e per la prima volta pose la vera domanda diretta verso Dean "La smetteresti se te lo chiedessi io?"
Dean tremò appena, deglutendo a vuoto "Me lo stai chiedendo?"
"Si"
Non se l'aspettava. Dean non si mosse, non ne avrebbe avuto la forza.
"Tu non chiedi mai per caso" sussUrrò Dean, con voce strozzata, cercando di non far inumidire gli occhi "Tu, dannato figlio di puttana... tu non chiedi..."
"Non è finita, Dean"
Castiel parlò e dopo un attimo  distolse lo sguardo, come se si fosse reso conto di aver parlato troppo.
Dean si irrigidì appena, strinse il lenzuolo sotto di se tra le dita. Non aveva senso, se non per fermarlo dalla sua rovinosa caduta.
"Cass... non puoi impedirmi di cadere"
L'angelo tornò a fissare i suoi occhi su quelli di Dean, la costante espressione impassibile e dura, così in contrasto con quel corpo forte e nudo che aveva appena baciato, stretto, amato "Dean..."
"Non puoi, e basta" Dean non era nemmeno arrabbiato, alzò appena una mano fino a sfiorargli lo zigomo e vide Castiel sussultare appena "Sam è caduto in quella gabbia... forse io sto semplicemente cadendo nella mia..."
L’Angelo fissò gli occhi di Dean, e probabilmente avrebbe anche detto qualcosa se un tremore non avesse scosso la stanza da cima a fondo. Dean si irrigidì, sentendo per una frazione di secondo il letto vibrare, percependo l’aria agitarsi inquieta.
Castiel drizzò la testa fulmineo e si scosse un istante dopo aver percepito la scossa. Si alzò in piedi e iniziò a vestirsi febbrilmente.
“Che cosa è stato?” Dean si era fatto vigile, il suo istinto preannunciava solo guai. Cercò gli occhi di Castiel, e alla fine si sporse sul letto prendendolo per un braccio.
“Cass! Che cosa cazzo è stato?” chiese forte.
“Vestiti!” rispose Castiel sporgendosi per recuperare la camicia oltre il letto, ma Dean scosse appena la testa "Cass, che cosa è..."
“Dean, vestiti!” ripetè Castiel lanciandogli i jeans e allungandosi per infilare le scarpe. Poi lo fissò un secondo mentre cercava di chiudere i bottoni dei pantaloni “Dean! sono i miei fratelli!”.
Dean sbarrò gli occhi, si alzò seduto ed esclamò incredulo “ma che cosa?... ma come hanno fatto a…” poi in un attimo capì "Hai disubbidito a qualcuno per venire qui? Cass, dannazione..."
"Non imprecare e vestiti!" Castiel lo fulminò con un'occhiata, mentre il trench riprendeva la sua posizione. Dean infilò la maglietta e gli slip, sollevandosi seduto "Castiel, ma che cosa..."
"Non c'è che cosa, Dean!" Castiel scosse il capo "Non sarà mai finita, Dean, non la smetteremo e non sarà mai finita! Che tu lo voglia o no!"
"Quindi era davvero una farsa?" Dean ruggì, avanzando verso di lui, dolente e rabbioso "Che cosa ti fa credere di poter venire qui e darmi..."
"Vestiti!" l'angelo quasi ruggì, ma Dean si alzò in piedi e afferrò le estremità del trench logoro che aveva appena indossato, cogliendolo di sorpresa "ma che cazzo significa, stronzo?"
"Se tu potessi scegliere, faresti tornare Sam al posto mio?"
Dean si bloccò, sentendo rizzare i peli sul proprio collo "Di che diamine stai balterando?" sibilò ferocemente, ma l'angelo con un semplice gesto della mano, con quella forza che traeva dal nulla lo scostò, obbligandolo a lasciar ela presa. Dean ringhiò e si trovò a massaggiarsi i polsi.
Dean si ammutolì e Castiel lo fissò, semplicemente scuotendo il capo. Dopo un attimo il tremito si ripetè e Castiel alzò lo sguardo sui muri attorno a loro "Dean, non importa cosa credi tu..."
Dean si immobilizzò "Oddio, ma che cosa... certo che è finita, certo che..."
Ma l'angelo non gli diede il tempo di dire niente. Lo fissò intensamente, e dopo un attimo non c'era più, tanto che Dean prese a chiedersi se fosse stato reale. Voltandosi verso le lenzuola però comprese che lo era stato davvero.
Non è finita.






  
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